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CULTURA
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SCOPERTA A BOSTON
RITRATTI
A sinistra, lunico quadro di Leonardo da Vinci sicuramente autentico conservato in un museo degli Stati Uniti:ilritrattodiGinevra de Benci della National Gallery di Washington, olio acquistato nel 1967 per cinque milioni di dollari: allepoca il prezzo pi alto mai pagato per unopera darte. Qui afianco,lultima(recente e incerta) attribuzioneaLeonardo: La bella principessa assegnato al maestro sulla base di una impronta. Pagato 19 mila dollari nel 1998 il quadro vale oggi oltre 100 milioni di dollari grazie al parere dellespertoPaulBiro che usando una macchinafotografica multispettrale riuscitoaconfrontare limpronta trovata sul ritratto con quella presente sul dipinto San Girolamo di Leonardo. Se a Boston fosse confermata la scoperta di un nuovo quadro, sarebbe il secondo Leonardo a sbucare nel giro di pochi mesi [Emmevi]
i sono tutti gli elementi per un avvincente art thriller, sottogenere della numerosa famiglia... in giallo, destinato a conquistare una bella fetta di mercato. Dunque, abbiamo il prestigioso museo che rivela di avere per le mani unopera assolutamente inedita e sconosciuta di un grandissimo autore, fra i maggiori in assoluto delluniverso mondo. Abbiamo poi un museo concorrente del primo che si morde le mani, roso dallinvidia per il colpaccio altrui. Abbiamo quindi la classica batteria di esperti, critici e storici assortiti i quali, appresa la notizia, reagiscono coprendo tutta la vasta gamma di dichiarazioni: dallentusiasta allo scettico. E, naturalmente, abbiamo anche i fiumi di dollari (s, siamo negli Stati Uniti) pronti a finire nelle casse del museo numero uno, versati da torme di visitatori attirati dalla primizia. Manca una cosa sola, e malauguratamente la cosa pi importante: la suddetta primizia.Che, nellospecifico, sarebbe, il condizionale dobbligo, nientemeno un quadro di Leonardo da Vinci. I fatti, nudi e crudi (pi crudi che nudi, in assenza del corpo - del reato?) sono presto detti. Il Washington Post pubblica, in data 31 dicembre, unarticolessa il cui succo il seguente: una fonte, ovviamente anonima, ci fa sapere che il Museum of Fine Arts di Boston sta sottoponendo a un approfondito check-up un dipinto del genio toscano, che sarebbe il secondo presente sul suolo statunitense, dopo la Ginevra de Benci esposta alla National Gallery di Washington. Stop. Certo, larticolessa prosegue per oltre cento righe. Ma sono righe che nulla aggiungono alla bomba (o al petardo) scoppiata a fine anno nei salotti culturali di mezzo mondo. Frederick Ilchman, curatore della sezione rinascimentale del museo, si trincera dietro un gentile ma fermo no comment. Katie Getchell, deputy director
del medesimo, idem con patate, nel senso che aggiunge soltanto che leventuale acquisto ancora da valutare. Da parte sua un altro esperto di pittura rinascimentale, Miguel Falomir Faus, mette un po di pepe su una bistecca che, almeno per ora, non esiste, affermando di aver pranzato pochi
GIALLO Ci sono tutti gli ingredienti necessari per lennesimo thriller sul genio rinascimentale
giorni fa con Alex Nagel, docente di Storia dellarte alla New York University, il quale gli avrebbe genericamente parlato di un nuovo Leonardo. Per - aggiunge Falomir Faus - io lopera non lho mica vista. E Nagel? Nagel men che meno. Fa lo spiritoso: Come posso commentare ci che non ho visto? Per caso voi ne avete una foto?. Insomma, in attesa che qualcuno venga allo scoperto, mettendo sul tavolo le carte vincenti o smascherando un bluff, lart thriller leonardesco, dopo una paginetta scarsa, gi arrivato a un punto morto. Ci vorrebbe un colpo di scena. Noi non siamo in grado
di rimpolpare la scarna sceneggiatura. Tuttavia possiamo, come faceva il mitico tenente Colombo, riannodare un paio di fili pendenti che hanno, come comuni denominatori, proprio gli Stati Uniti e il nostro Leonardo da Vinci. Il primo filo pendente risale al 1919, ed stato peraltro utilizzato da John Brewer per scrivere un bel libro non catalogabile come art thriller, ma come art comedy, dal titolo Ritratto di dama. Il dipinto conteso di Leonardo (Rizzoli, 2009). Al centro di tutto un bellissimo dipinto, unacopiaquasi perfetta della cosiddetta Belle Ferronnire di Leonardo, conservata al Louvre. Lopera, appunto nel 1919, venne portata in dote dalla giovane Andre, discendente di una nobile famiglia francese decaduta, al soldato americano Harry Hahn. Con il ricavato della vendita sul mercato statunitense, ragionarono gli sposini, possiamo metter su casa, e quasi quasi vivere di rendita. Ma il terzo incomodo, imper-
IL PRECEDENTE
sonato da Joseph Duveen, il pi autorevole esperto darte dellepoca, infranse il sogno della coppia: quella roba non di Leonardo. Il processo che ne segu occup per annile prime pagine dei giornali, senza che la Ferronnire numero 2, a tuttoggi, sia definitivamente promossa o bocciata. Un risultato, per, la vicenda dei coniugi Hahn lo ottenne. Anzi due: da un lato si strappato il velo dietro cui si celavano i giochetti di molti critici darte Usa, pronti a concedere expertise positive al... miglior offerente, dallaltro (e questa,
unimpronta lasciatavi dallartista. Impronta in tutto simile a quella, certamente leonardesca, presente sul San Girolamo dei Musei Vaticani. Martin Kemp, professore emerito di Storia dellArte allUniversit di Oxford, ad aver pescato il jolly, insieme allesperto darte canadese Peter Paul Biro. Ebbene, quellopera era stata venduta da Christies a New York (ecco rispuntare gli Stati Uniti) nel 1998 per soli 19mila dollari, poich allora la si credeva niente pi che un lavoretto di routine di un tedesco dellOttocento. Mentre, dopo lintervento della coppia KempBiro, il suo prezzo si alzato fino a 150 milioni di dollari... Ora, un art thriller non una favola, e dunque non pu, n forse deve, avere una morale. Ma i due fili di cui sopra, che magari qualcuno si prender labriga di seguire, cercandoindizi sul fantomatico nuovo Leonardo del Museum of Fine Arts di Boston, da soli, ci dicono qualcosa sulla gestione della grande arte in tutto il mondo. E anche su come funziona il marketing connesso agli eventi museali. Chiss se il grande vinciano, dal paradiso dove riposano i geni, vede e apprezza i maneggi dei suoi interessati ammiratori?
JacquesDallest,il furtoharichiestoun podiorganizzazione,manonnecessariamenteillavorodiunprofessionista. Non ci sono infatti evidenti segni di effrazione: il ladro, o i ladri, sembrano
aver trovato una falla nel sistema di sicurezza,tantodapotersvitareeportare via la tela che per le sue dimensioni ridotte(32x27cm)ritenutafacilmente nascondibile. Secondo fonti vicine
alle indagini, inoltre, lautore del furto avrebbe tentato di rubare altri dipinti, tracuiunadellecelebriballerinedelmaestrodellimpressionismo,digrandevalore. Les Choristes era stato prestato al museoCantinidalMuseodOrsaydiParigiperlesposizionetemporanea Dalla scenaaldipinto.Lamagiadelteatronella pittura dellOttocento, che comprende circa duecento tra dipinti, disegni, modelli di scenografie, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo:oltrechedalMuseodOrsay,anchedalLouvre,dallaKunsthausdiZurigo, dal British Museum e dal Victoria and Albert Museum di Londra, dal Metropolitan Museum di New York. RedCult