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"Crisi: paralisi o opportunit?" Riflettendo sul tema in essere, i due termini paralisi e opportunit mi suscitano lipotesi che si debba affrontare il tema dellUnit (opport-UNITA') in sequenziale conseguenza di una scissione: LISI (paraLISI). Se lessere umano infatti potesse godere delleterna beatitudine (gi provata nella fase intrauterina), non si sognerebbe la bench minima necessit di cambiare per ev-olvere, quindi ricercare opportunit. Quando lo facciamo, sappiamo che quasi sempre per una costrizione imposta dal destino avverso. Colgo quindi loccasione di citare me stesso dalla mia prossima pubblicazione Sogno, Visione e contemplazione: un saggio sul dispiegarsi dellanima nel nostro cosiddetto mandato esistenziale. Il passo che qui riporto rimanda ad un sogno avuto in un momento di crisi (esistenziale), in cui andavo alla ricerca di una dimora fissa in cui radicare opportunit di crescita e sviluppo.

Sogno, visione e contemplazione In questultimo anno della mia vita (anno assai controverso!), e mentre scrivevo questo saggio, mi capitato di produrre (involontariamente!?) una serie di sogni che avevano tutti la caratteristica di aver la stessa critica dinamica. Il senso di questi sogni tardato a sopraggiungere, sopraffatto dallangoscia che tale ripetizione produceva in me. In genere il fatto che oniricamente un fenomeno si presenti pi volte sta ad indicare una mancanza di integrazione tra le dinamiche psichiche del sognatore e la chiara consapevolezza della realt. Ciononostante anche la ripetitivit (coattiva) un segno della provvidenza contro una certa ostinazione (nevrotica) a non voler comprendere. Sogno degli hun alla ricerca dello shen. Mi ritrovavo sui viali di citt sconosciute, oppure viottoli di campagna, perfino lungo i binari di un treno, oppure su autobus di citt. Nel sogno mi persuadevo di dovermi recarmi verso una meta le cui coordinate spazio-temporali erano del tutto ignote alla mia chiara consapevolezza. Lungo tali percorsi incontravo delle persone e condividevo con loro, del posto, situazioni solo momentanee, tanto che sempre qualcosa mi richiamava al cammino e mi ricordava che, a differenza loro, ero un viandante solitario. Ricordo che la sensazione di non poter godere con loro dellappartenenza a quelle che di fatto erano le loro terre lasciava in me il sapore amaro di una certa tristezza. Successivamente, cercando di pilotare il sogno1, mi sforzavo di recarmi verso una qualche meta che fosse definitiva. Allora comparivano delle case, una volta un convento - edifici forse del mio passato - immaginai; luoghi che, per quanto mi sforzassi di ricordare, mai avevo, in verit, conosciuto prima. Dunque, immaginai nella veglia, che dovessi recarmi ben presto presso uno di questi edifici visitati nei sogni. Tuttavia, successivamente, questipotesi non ebbe luogo. In verit, fu in seguito ad un evento per me altamente significativo (anzi traumatico), che inaspettatamente un giorno, recatomi allestero, mi ritrovai in un sito: non era una casa privata, n un luogo di lavoro o inerente le mie relazioni sociali. Compresi allora che avevo ristretto il simbolo della casa davvero ad un edificio privato e abitativo: quel luogo in cui finii per ritrovarmi in conseguenza di quellesperienza si configur come una casa ma solo in senso figurato. Quello era, allora, per me, lunico posto dimora - in cui fu dato al mio spirito vagante accoglienza e speranza. La serie dei sogni tematici quindi, e con essa il vagabondaggio, pot interrompersi. Non ebbi alcun dubbio, me ne accorsi in un istante! Non servivano pi immagini, simboli di riconoscimento, poich non era con la visione oculare che avrei ri-conosciuto. Il cuore aveva ricordato qualcosa che la memoria aveva tenuto nascosto alla coscienza, sicuramente ostacolata da qualcosa. Col senno di poi, e sfruttando la mia pur limitata conoscenza della M.T.C., sullazione degli spiriti Hun

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tesaurizzati dal Fegato, compresi che, in quel periodo, questi ultimi non andavano e venivano in armonia con lo Shen2. Ma non doveva essere colpa dello shen (il quale ha fatto di tutto per portare soccorso), dovevano essere gli spiriti Po (fase Terra) ad aver subito un danno, il quale si riverberava sullazione altrimenti efficace degli Hun, con i quali devono sempre andare in stabile coppia incontro allo shen del Cuore (la centralit della coscienza del proprio esser-ci). Secondo la M.T.C. gli spiriti Po, esprimendo il radicamento alla Terra, permettono allazione immaginativa favorita dagli Hun di non disperdersi nelletere, di andare e venire ma con il senso concreto della realt che proprio della Terra; concreto come lo sono le sensazioni fisiologiche del corpo3: il quale lascia andare nel tempo per trasformarsi, adattarsi, nello spazio. Il cuore aveva ricordato qualcosa che la memoria aveva tenuto nascosto alla coscienza, sicuramente ostacolata da qualcosa: questo sar compito di un altro spirito lo Yi della Milza, detto proposito4. Ma di queste visioni cinesi parleremo nella seconda parte del saggio. Il messaggio dellintera serie dei sogni, col senno di poi, era stato assai eloquente: il mandato esistenziale e con esso lautenticit di cuore-mente (rifacendomi al termine caro ad Heidegger) spinge luomo, per effetto dellazione impulsiva e incontenibile dellanima, ad un continuo dis-habitus (sia come dis-abitudine che come de-strutturazione della persona, junghianamente intesa come la facciata superficiale di un abitazione-habitus non autentico). Destabilizzazione dovuta anche alla relazione non sempre univoca tra mandato, ricevuto per provvidenza dal Cielo, e libero arbitrio5; ricordiamo la parabola del figliol prodigo! la dis-habitudo il mistero e il segreto del Mutamento (come opportunit) sostenuto come legge nel Libro dei Mutamenti. Lanima alla ricerca di una patria avita e non di una dimora in quanto possesso, habere, fine a se stesso. Certamente questa precariet esistenziale pu spingersi verso il disagio che diviene anche malattia psico-fisica; il significato etimologico di malato male habitu(m) rimanda a una persona che si trova in cattivo stato6. In quanto counselors esistenziali esperti anche di pratiche energetiche orientali, sicuramente con i nostri consultanti verremmo a contatto con la parte fisica dei loro disagi ugualmente espressi come mentali (o psico-spirituali), ciononostante (e non essendo medici) siamo tenuti a considerare tutto il fenomeno ambivalente come malattia delle emozioni o qingzhi jibing7. Come recitano le prime parole dellVIII capitolo del Lingshu: Tutti i metodi dellagopuntura devono avere la loro radice nello shen. Parafrasando Essere o avere di E. Fromm: il Mutamento di stati provvede a che lavere (linessenziale) non soffochi lessere (lessenziale). Fin dallantichit questo ricco e complesso mondo onirico ha affascinato per secoli e al tempo stesso inquietato luomo (animale sempre in posizione precaria nella realt, da quando, riuscendo a stare eretto su due gambe e dovendo tenere la testa cos distante dal precedente immediato piano terrestre, ha dovuto ricercare, adattando il fisico, il massimo equilibrio possibile). Seppure dallinizio del XX secolo che linterpretazione dei sogni si data una valenza scientifica, essa ha sempre avuto, da sempre, lo stesso ruolo ben preciso: quello di essere la possibile traduzione di messaggi provenienti qua dalla dimensione dellaltrove, ora definita Inconscio, in grado di rivelarci, attraverso un linguaggio solo apparentemente difficile, tutto ci che dobbiamo sapere di importante per portare a compimento la nostra missione esistenziale, pro-ducerci (come afferma Heidegger nellincipit di Lettera sullUmanismo) tra le molte possibili, in quella che solo il cuore riterr la pi autentica. Ecco perch, riproponendone qui il tema, importante comprendere il significato dei sogni e imparare ad evocarli e a ricordarne il contenuto al momento del risveglio (risveglio sia fisico che spirituale). Quello che, quotidianamente a noi si presenta come risveglio naturale contiene infatti le istruzioni, le nostre coordinate, per un risveglio di ben altra portata evolutiva e che va ben oltre il risveglio dal sonno e dalle immagini simboliche. Dalla crisi, dunque, alla possibilit: di esser sempre rinnovati, sulle onde del

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continuo divenire che mette sempre in crisi il non gi pi presente. Quando parliamo di opportunit, ci riferiamo ad un rinnovato risveglio dellanima. Il risveglio privilegiato non deve aver luogo necessariamente dal sonno. Posto che sonno e veglia non sono due parti della vita, che essa, la vita, non ha parti, bens luoghi e volti. E cos dal sonno e da certi stati di veglia ci si pu risvegliare in questo modo privilegiato che il risveglio senza immagini. Risvegliarsi senza immagine anzitutto di se stesso, senza alcuna immagine della realt, il privilegio di questistante che pu trascorrere inafferrabile ma lasciando, questo s, la sua impronta; unimpronta inestinguibile, ma che non si sa decifrare, perch non c stata conoscenza. E nemmeno una semplice registrazione di quellesserci svegliati a questo nostro qui, a questo spazio-tempo in cui limmagine ci assale. Dellaver respirato soltanto in una solitudine privilegiata sulle sponde della fonte della vita. Un istante di esperienza preziosa della preesistenza dellamore: dellamore che ci concerne e che ci guarda, che guarda verso di noi.8

1 Attraverso la pratica della rettificazione del sogno. 2 Tratto da Shen, Elisa Rossi, Editrice Ambrosiana, cap. 3: Le anime psichiche. Rifacendosi e citando il Leijing, Classico delle categorie, di Zhang Jiebin, Libro III, cap. 14, lautrice afferma che: Hun permette di muoversi liberamente nel mondo del pensiero, dellimmaginazione e delle sensazioni. Se abbiamo visto po essere corpo, o meglio spirito del corpo, coscienza attraverso il corpo, Hun allopposto lestremo del pensiero, ci che si conosce attraverso limmaginazione, equivale al movimento dei sogni: Nei sogni c attivit, ma il corpo non vi corrisponde, ci il movimento e la quiete di hun e po, il movimento in hun e la quiete inpo. Hun di giorno vive negli occhi, di notte risiede nel fegato; quando vive negli occhi esso vede, quando dimora nel fegato esso sogna. I sogni sono il vagare di hun attraverso i nove cieli e le nove terre. Vicino alloshen, hun se ne differenzia per la minor integrazione: gli attributi dello shen sono la chiarezza, la luminosit, la coscienza, lintelligenza, mentre ahun appartengono gli stati fluttuanti, onirici, allucinatori e visionari. Hunsegue lo shen, perci se lo shen non tranquillo, integrato, ben radicato,hun va errando. Cos se diciamo che hun e shen sono entrambi yang, cosa significa che hun va e viene seguendo lo shen? La virt-de dello shenappartiene alla categoria della luminosit, della chiarezza e della coscienza. Se invece parliamo di hun appartengono ad esso gli stati di sogno e di sonno, lassenza, le allucinazioni mutevoli, le fluttuazioni. Loshen conservato nel cuore, perci se il cuore tranquillo lo shen puro; hun segue lo shen, perci se lo shen perde coscienza hun va vagabondando. 3 Ibidem, pag. 63: Mentre po riconducibile a una coscienza del corpo,hun appartiene a sogni e sonno. [] Se quindi lequilibrio della coppia hun-po si sbilancia eccessivamente, hun rimane isolato e diventa <<spirito del movimento>> che fa tutto da s: cede il legame con laspetto pi denso e materiale e ne deriva un disequilibrio in cui hun si riferisce solo a se stesso, producendo attivit mentale senza alcuna relazione con la realt concreta. Sganciato dalle delimitazioni che pone la materia, limmaginazione di hun diventa pensiero isolato, che arriva a creare anche le sue proprie percezioni, allucinando [in alternativa alla luce vera]. Patologie estreme di hun possono quindi riconoscersi nelle condizioni psicotiche in cui si hanno le varie forme allucinatorie. Daltra parte hunsegue lo shen, <<coscienza acquisita progressivamente>>, e se lo shen si perde, hun fluttua e va errando senza ritorno, e si genera il distacco dal reale e da una logica condivisa, il delirio vero e proprio. 4 Ibidem, pag. 66: Yi appartiene quindi a quel momento in cui il cuore cio la coscienza, lo spirito, le emozioni, la mente entra in contatto con la realt esterna. Corrisponde alla possibilit di cogliere le immagini in senso lato e di mantenerle nel tempo. In nota (54) lautrice cita il pi grande commentatore del Neijing Yang Shanghan -: Quando il cuore si applica, si parler di proposito. Applicarsi assume un senso attivo di pensiero che sopraggiunge, ricordarsi, richiamare alla mente: da qui lidea di una certa applicazione dello spirito che considera ci che gli accade, che si presenta, che si rappresenta a lui.

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5 Vedere nota 72 su J. Milton, Paradise lost. 6 Ibidem: Introduzione, pag. XIII. 7 Ibidem: pag. XIX. E ricordiamo che per emozioni la MTC considera le 5 emozioni associate ad ognuna delle 5 fasi: collera-Legno, euforia-Fuoco, pensiero-Terra, tristezza-Metallo e paura-Acqua alle quali possono esser aggiunte altre due: angustia e spavento. 8 Maria Zambrano: Chiari del bosco, Il risveglio. Pag. 23, Bruno Mondadori, 2004.

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