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Limpossibile equilibrio tra risorse e popolazione

RONCHEY

POCA TERRA TANTI UOMINI di ALBERTO

LOnu, lUe, il rapporto Stern divulgato dal governo britannico, il recente Living Planet 2006 del Wwf e altre fonti avvertono che le degradazioni ambientali si cronicizzano con crescenti pericoli. Fra le maggiori questioni, liperconsumo energetico, linquinamento da effetto serra, le alterazioni climatiche. Ma nello stesso tempo, le stime Onu segnalano che anche laccrescimento della popolazione mondiale continua, insieme allusura delle risorse naturali, sia in alcune societ industriali opulente sia in quelle preindustriali e indigenti. Quando la popolazione degli Stati Uniti ha raggiunto la soglia dei 300 milioni, a met ottobre, lannuncio stato accolto con valutazioni disparate. Una buona cosa, certo, secondo i procreazionisti per principio. Ma pi consumi energetici e pi inquinamento, secondo diffuse opinioni. Discutendo sugli Stati Uniti, affiorato anche il timore che lelevata natalit e insieme le ondate immigratorie dal Terzo Mondo possano destabilizzare la massima societ plurietnica occidentale, in particolare nelle sue congestionate megalopoli. Ancora una volta, insorta poi la tendenza che depreca il declino della natalit in Europa come un drammatico sfinimento. Simili opinioni trascurano il dato che nellUnione Europea dei 25 la popolazione supera 461 milioni di abitanti sulla superficie di 3 milioni e 969 mila chilometri quadrati, rispetto ai 9 milioni e 373 mila degli Stati Uniti. Fra le cause della denatalit nellUe, come avvertono sociologi, demografi, economisti e persino etnologi-etologi, va dunque inclusa la controversa questione degli spazi di vivibilit, oltre alla minore disponibilit di materie prime o di risorse energetiche. Pi che deprecare la denatalit o debolezza degli europei, sarebbe da ricordare la serie di strenui tentativi cinesi e indiani, con pratiche drastiche o anche spietate negli ultimi decenni, per limitare lesorbitante potere moltiplicatore della specie. Quanto al Terzo Mondo preindustriale superpopolato malgrado la pi profonda miseria, da considerare che nessun soccorso quantificabile pu davvero fronteggiare quellinflazione umana. Dunque, deforestazioni seguite da desertificazioni e da emergenza idrica. Eppure, nel mondo islamico pervaso dal precetto che il numero potenza, mentre la poligamia favorisce la massima procreazione, operano di rado governi orientati a perseguire qualsiasi responsabile politica demografica. Fra gli enormi squilibri del nostro tempo, cos la proliferazione umana procede a ritmi variabili e in larga misura incontrollabili. Chi tende a svalutare le proiezioni statistiche delliperpopolazione dovrebbe ricordare alcuni dati dellesperienza storica. Nel 1968, lanno dellEnciclica Humanae Vitae di Paolo VI, i nostri simili erano tre miliardi e mezzo. Allinizio degli anni 90, il Population Reference Bureau dellOnu prevedeva sei miliardi per lanno 2000, come poi stato. Nel dicembre 2005, seguiva lannuncio: nato lhomo sapiens numero sei miliardi e mezzo. Ma viene ignorata, tuttora, linsostenibilit dei fenomeni daccrescimento illimitato in presenza di fattori limitanti. Da una parte, la pressione dei consumi o iperconsumi e dellinvasiva demografia. Daltra parte, la scarsit di risorse naturali non rinnovabili e la precariet delle condizioni ambientali. Senza decisi passi verso un minimo sistema dequilibrio globale, appare arduo anche solo concepire unipotesi di ecologia umana vivibile per le prossime generazioni. Lo rende noto un comunicato della sala stampa vaticana

Si dimette l'arcivescovo "spia" di Varsavia


L'annuncio nel giorno del suo insediamento dopo le notizie sulla sua collaborazione con la polizia comunista VARSAVIA - Terremoto nella Chiesa polacca: due giorni dopo aver confessato il suo passato di informatore per la polizia segreta del vecchio regime comunista, l'arcivescovo di Varsavia, monsignor Stanislaw Wielgus, si dimesso. La notizia, diramata dall'edizione polacca della Radio Vaticana stata confermata da una nota vaticana: in cui si dice che papa Benedetto XVI ha accettato le dimissioni offerte dal presule, che avrebbe dovuto insediarsi oggi ufficialmente come arcivescovo di Varsavia con una cerimonia solenne nella Cattedrale. Prima dell'annuncio Vaticano, la televisione polacca Tvp aveva annunciato un possibile annullamento della messa solenne fissata per le 11 e la sua trasformazione in una messa di ringraziamento per il cardinale Glemp, che Benedetto XVI ha nominato adesso amministratore diocesano di Varsavia fino a nuovo provvedimento. TRA LE LACRIME - Dopo la nota della Santa Sede poi stato lo stesso presule ad annunciare, con le lacrime agli occhi, le sue dimissioni all'inizio della cerimonia, tra gli applausi dei fedeli che avevano

accolto con disagio se non con rabbia la sua ammissione e il rammarico di quanti erano pronti a perdonarlo. PRESSIONI - La notizia del suo passato di informatore era stato rivelata per la prima volta due settimane fa dalla Gazeta Polska. Dopo aver inizialmente negato, l'arcivescovo Stanislaw Wielgus, nominato dal pontefice il 6 dicembre scorso, ha ammesso venerd di aver collaborato con i servizi segreti durante l'era comunista. Dopo l'ammissione, due giorni fa, Wielgus in un messaggio ai fedeli aveva riconosciuto la sua colpa e si era rimesso alla decisione del Papa. Ma il Vaticano, venerd, aveva rinviato a un comunicato del 21 dicembre nel quale affermava: La Santa Sede, decidendo la nomina del nuovo arcivescovo di Varsavia, ha preso in considerazione tutte le circostanze della sua vita, tra le quali quelle riguardanti il suo passato. Ma la Chiesa cattolica polacca ha ammesso il ruolo di Wielgus aumentando la pressione sul neo-arcivescovo prima della cerimonia di nomina ufficiale che doveva avvenire alle 11 di oggi, ora italiana. ATTACCHI Un clima torbido ha caratterizzato - prima le rivelazioni e poi le polemiche che hanno portato alle dimissioni di mons. Wielgus. Lo denuncia il direttore della Sala Stampa della Santa Sede e della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, intervenuto sulla vicenda ai microfoni dell'emittente pontificia. A tanti anni di distanza dalla fine del regime comunista, venuta a mancare la grande e inattaccabile figura di Papa Giovanni Paolo II, l'attuale ondata di attacchi alla chiesa Cattolica in Polonia, pi che di una sincera ricerca di trasparenza e verit, ha molti aspetti - afferma il portavoce vaticano - di una strana alleanza fra i persecutori di un tempo e altri suoi avversari e di una vendetta da parte di chi nel passato l'aveva perseguitata ed stato sconfitto dalla fede e dalla voglia di libert del suo popolo. Secondo padre Lombardi, anche se le odierne dimissioni rappresentano una soluzione adeguata, ugualmente bene osservare che il caso di mons. Wielgus non il primo e non sar probabilmente l'ultimo caso di attacco a personalit della Chiesa in base a documentazione dei servizi del passato regime: si tratta di un materiale sterminato e nel cercare di valutarne il valore e di trarne conclusioni attendibili, non bisogna dimenticare che stato prodotto da funzionari di un regime oppressivo e ricattatorio. Sono l'1% delle cellule immature del liquido amniotico

Cellule staminali nel liquido amniotico


Si isolano facilmente, si moltiplicano in fretta e sono versatili come quelle dell'embrionali. Sette anni di ricerche. Speranze e prudenza LONDRA - La scoperta di cellule staminali nel liquido amniotico, con capacit rigenerative pari a quelle dell'embrione, apre nuovi orizzonti per la cura di molte malattie e nel campo dei trapianti. Un contributo fondamentale alla ricerca stato dato da capitali italiani e il primo firmatario dell'articolo sulla rivista Nature Biotechnology un ricercatore italiano: Paolo De Coppi, chirurgo pediatra presso l'Universit di Padova, attualmente in Inghiltera. Le nuove cellule, battezzate staminali derivate dal liquido amniotico, si isolano facilmente (dall'amniocentesi), si moltiplicano in fretta (raddoppiano in 36 ore) e sembrano versatili come quelle dell'embrione, potendo trasformarsi in cellule adulte muscolari, ossee, sanguigne, nervose, di grasso, epatiche, la cui funzionalit rigenerativa stata poi sperimentata con successo in vitro e su animali. TESSUTI E ORGANI - Sapevamo che nel liquido amniotico ci sono molti diversi tipi di cellule progenitrici derivanti dall'embrione in sviluppo, spiega Anthony Atala, co-firmatario con De Coppi della ricerca, direttore dell'istituto di medicina rigenerativa alla Wake Forest University (Nord Carolina). ma ci siamo chiesti se potevamo isolare vere cellule staminali. E la risposta s. Teoricamente, secondo Atala, una banca con 100 mila esemplari di queste staminali potrebbe supplire alle necessit del 99% degli americani con perfetta compatibilit genetica per il trapianto. La nostra speranza che queste cellule rappresentino una valida risorsa per la riparazione dei tessuti e anche per la creazione di nuovi organi, ha spiegato Atala, ammettendo per che anche le prime sperimentazioni su essere umani sono molti anni in l da venire.

ITALIANO IL PRIMO FIRMATARIO DELLA RICERCA - Forse occorreranno cinque anni per i primi studi clinici, conferma De Coppi, 35 anni il prossimo 24 gennaio. Tra i maggiori finanziatori del lavoro, precisa De Coppi, c' anche la Fondazione Citt della speranza, che in tre anni ha gi stanziato

300 mila euro. Societ private si stanno muovendo verso la creazione di banche del liquido amniotico da usare sia per uso autogeno sia per trapianto allogenico, ha chiarito lo scienziato veneto di Conegliano (Tv). SETTE ANNI DI RICERCHE - Lo studio settennale iniziato prelevando liquido amniotico da donne incinte. I medici gi sapevano che il liquido in cui cresce il feto contiene una grande quantit di cellule immature, ma non era chiaro se vi fossero anche staminali vere e proprie. Gli scienziati hanno appurato che circa l'1% delle cellule immature del liquido amniotico rappresentato da vere staminali. Nel giro di qualche anno queste cellule sono state fatte crescere e sono diventate muscoli, nervi, grasso e cellule di fegato. Per esempio, racconta Atala, le cellule nervose prodotte a partire dalle nuove staminali, impiantate nel cervello di topolini malati hanno ripopolato le aree cerebrali degenerate. Le cellule ossee hanno ricostruito il tessuto osseo in topi e quelle epatiche si sono dimostrate capaci di produrre urea. SPERANZA E PRUDENZA - Questa scoperta apre una speranza concreta di superare il grande scoglio della ricerca sugli embrioni, spiega Carlo Alberto Redi, direttore del laboratorio di biologia dello sviluppo dell'universit di Pavia e direttore scientifico del Policlinco San Matteo di Pavia. Pi prudente Robert Lanza, capo degli scienziati della societ di ricerche sulle staminali Advanced Cell Technology: Le staminali dal liquido amniotico possono certamente generare un ampio ventaglio di importanti tipi di cellule (nel corpo umano ce ne sono circa 220 tipi diversi), ma non possono fare cos tante cose quanto le cellule staminali embrionali. L'appello del segretario dell'Onu Ban Ki-moon

Sospendere le esecuzioni in Iraq


Il successore di Kofi Annan ha sollecitato con energia il governo dell'Iraq a garantire una sospensione dell'esecuzione di quanti potrebbero essere giustiziati nel prossimo futuro. NEW YORK - Il neo segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha chiesto al governo iracheno di sospendere le esecuzioni capitali sulla scia delle forti polemiche scatenate dall'impiccagione di Saddam Hussein. Il successore di Kofi Annan, si legge un un comunicato, ha sollecitato con energia il governo dell'Iraq a garantire una sospensione dell'esecuzione di quanti potrebbero essere giustiziati nel prossimo futuro. Evidente l'allusione al fratellastro di Saddam, Barzan Ibrahim al-Tikriti e a Awad Ahmed alBandar, ex capo del Tribunale rivoluzionario, condannati entrambi alla pena capitale insieme all'ex dittatore per la sanguinosa repressione che nel 1982 cost la vita a 148 residenti sciiti della comunit di Dujail. La richiesta di Ban stata trasmessa al rappresentante iracheno al Palazzo di Vetro da Vijay Nambiar, capo di gabinetto dell'ex ministro sudcoreano degli Esteri. Nella lettera si ricorda che il nuovo segretario generale ha chiesto a tutti i membri della comunit internazionale di tenere in giusta considerazione tutti gli aspetti delle leggi internazionali sui diritti umani e umanitari. Invettiva del presidente della Regione sul caso delle 13 nuove supervetture per la giunta: Quei monsignori sono dediti al peccato dell'ira e dell'arroganza

Auto blu: e Galan se la prende con i vescovi


Il governatore ai tre prelati che lo hanno criticato: taglier i fondi per il sociale Basta prediche o la Regione taglier sulle emergenze che stanno a cuore alla Chiesa. Giancarlo Galan ha risposto cos ai vescovi veneti che gli rinfacciavano scandalizzati d'avere stanziato 436.800 euro pi Iva per prendere per s e gli assessori 13 auto blu extra-lusso. I soldi pubblici li amministra o no lui? E lui li d a chi gli pare. Quindi, se c' da risparmiare, comincer dal sociale. La furente invettiva del governatore forzista, vergata sotto il titolo La befana delle auto blu, il cronista fifty-fifty del giornale filoprodiano e quei tre vescovi dediti al peccato dell'ira e dell'arroganza, un documento politico da conservare. Dopo avere attaccato il Corriere e chi ci scrive sia pure stando sul generico (forse perch memore della condanna a pagare 260 mila euro a due giornalisti della Rai bollati come soviet, offesa affannosamente negata in tribunale spiegando che i soviet erano espressione di quella democrazia reale che ancora oggi viene rimpianta da molti e l'aggettivo sovietico non ha certo valenza diffamatoria) il presidente dice tre cose: 1) Che la vecchia autoblu lui l'ha spremuta fino a quando il mezzo ha raggiunto i 300 mila chilometri.

2) Che quella delle autoblu esageratamente lussuose una storiella cos come sono falsit demagogiche le rivelazioni del Corriere del Veneto sulla grandeur delle sedi regionali a Bruxelles e a Roma. 3) Che dietro le denunce c' (e ti pareva) un burattinaio impegnato in una campagna d'inverno, probabilmente organizzata per anticipare le prossime scadenze elettorali in Veneto. Opinioni. Da archiviare sotto la voce complotti e complottardi insieme a lamentele esattamente rovesciate quali quelle di governatori di sinistra come Antonio Bassolino o Agazio Loiero. E facili da confutare ricordando come dentro la stessa maggioranza di centro-destra veneta sia stato un pezzo della Lega (e prima ancora della sinistra o dei giornali) a sollevare perplessit intorno sia alle nuove autoblu sia alla decisione di comprare una sede regionale da 4,3 milioni di euro a Bruxelles e di cercarne una (di prestigio, vicino al Parlamento e di almeno 700 metri quadri per un costo stimato in oltre 7 milioni) sul Tevere. La parte pi interessante dello sfogo galaniano, per, quella in cui il governatore azzurro attacca i vescovi di Padova (Antonio Mattiazzo), di Rovigo (Lucio Soravito De Franceschi) e di Vittorio Veneto (Giuseppe Zenti), che avevano osato criticare la decisione della giunta di varare una gara per il noleggio a lungo termine di 13 nuove autoblu con richieste cos esigenti (3.000 di cilindrata, trazione integrale, lunghezza non inferiore a 480 cm, navigatore satellitare, selleria in pelle, climatizzatore automatico, cristalli laterali e lunotti scuri) da restringere di fatto la scelta alle grandi berline extralusso, tutte straniere. Scelta che, insieme col recente aumento delle pensioni dei consiglieri regionali, monsignor Zenti aveva bollato come una corsa a chi arraffa di pi contro la quale la gente deve ribellarsi. Liquidati i vescovi come dediti al peccato dell'ira e dell'arroganza , Galan chiude con parole che, se fosse trapanese e non padovano, gli guadagnerebbero una vignetta con la coppola. Testuale, su carta intestata: Ai tre vescovi che il quotidiano filo-prodiano presenta e fa parlare come persone in preda all'ira e al pi savonaroliano livore, far pervenire nei prossimi giorni una proposta di rigoroso e severo risparmio, da attuarsi a spese del sociale e di tutte quelle altre emergenze, urgenze e necessit di tipo solidaristico che la Regione del Veneto meglio e pi di altre Regioni finanzia da anni. Cosa, cosa? Vuol dire che per mettere in riga chi critica il rifiuto di normali, belle e dignitose berline nel nome delle auto pi costose sul mercato dopo le Bentley, le Rolls Royce e le Porche Carrera, lui andr per dispetto a risparmiare sui fondi alle organizzazioni no-profit, ai centri che aiutano i disabili, alle associazioni che assistono gli anziani o i ragazzi alla deriva? Abbiamo capito bene? Pare di s. Tanto pi che il governatore chiude augurandosi minacciosamente una rivolta di chi rischia questi nuovi tagli contro gli improvvidi moralizzatori: Sono certo che dal restante mondo cattolico del Veneto verr data a quei tre vescovi la risposta che si meritano. E adesso stiamo a vedere. Ma possibile che lo scontro, fra la giunta veneta e un pezzo della Chiesa, sia solo all'inizio. Gian Antonio Stella

Benedetto XVI: lEpifania del Signore, manifestazione della missione universale della Chiesa Discorso introduttivo allAngelus per questa Solennit liturgica Lodierna solennit dellEpifania celebra la manifestazione di Cristo ai Magi, evento a cui san Matteo d grande risalto (cfr Mt 2,1-12). Narra nel suo Vangelo che alcuni "Magi" probabilmente dei capi religiosi persiani giunsero a Gerusalemme guidati da una "stella", un fenomeno luminoso celeste da loro interpretato come segno della nascita di un nuovo re dei Giudei. Nessuno in citt sapeva nulla, anzi, il re in carica, Erode, rimase molto turbato dalla notizia e concep il tragico disegno della "strage degli innocenti", per eliminare il rivale appena nato. I Magi, invece, si affidarono alle Sacre Scritture, in particolare alla profezia di Michea secondo la quale il Messia sarebbe nato a Betlemme, la citt di Davide, situata a circa dieci chilometri a sud di Gerusalemme (cfr Mic 5,1). Partiti in quella direzione, videro di nuovo la stella e, pieni di gioia, la seguirono finch si ferm sopra una capanna. Entrarono e trovarono il Bambino con Maria; si prostrarono davanti a Lui e, in omaggio alla sua dignit regale, Gli offrirono oro, incenso e mirra. Perch questo avvenimento cos importante? Perch in esso cominci a realizzarsi ladesione

dei popoli pagani alla fede in Cristo, secondo la promessa fatta da Dio ad Abramo, circa la quale riferisce il Libro della Genesi: "In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra" (Gn 12,3). Se dunque Maria, Giuseppe e i pastori di Betlemme rappresentano il popolo dIsraele che ha accolto il Signore, i Magi sono invece le primizie delle genti, chiamate anchesse a far parte della Chiesa, nuovo popolo di Dio, basato non pi sulla omogeneit etnica, linguistica o culturale, ma solo sulla fede comune in Ges, Figlio di Dio. LEpifania di Cristo, perci, nello stesso tempo epifania della Chiesa, cio manifestazione della sua vocazione e missione universale. In questo contesto sono lieto di indirizzare il mio cordiale saluto agli amati fratelli e sorelle delle Chiese Orientali che, seguendo il Calendario Giuliano, celebreranno domani il Santo Natale: con affetto auguro loro abbondanza di pace e di cristiana prosperit. Mi piace poi ricordare che, in occasione dellEpifania, si celebra la Giornata Mondiale dellInfanzia Missionaria. E la festa dei bambini cristiani che vivono con gioia il dono della fede e pregano perch la luce di Ges arrivi a tutti i fanciulli del mondo. Ringrazio i bambini della "Santa Infanzia", presente in 110 Paesi, perch sono preziosi cooperatori del Vangelo e apostoli della solidariet cristiana verso i pi bisognosi. Incoraggio gli educatori a coltivare nei piccoli lo spirito missionario, affinch nascano tra loro missionari appassionati, testimoni della tenerezza di Dio e annunciatori del suo amore. Ci rivolgiamo ora alla Vergine Maria, Stella dellevangelizzazione: per sua intercessione possano i cristiani dogni parte della terra vivere come figli della luce e condurre gli uomini a Cristo, vera luce del mondo. Omelia del Papa in occasione dellEpifania del Signore celebriamo con gioia la solennit dellEpifania, "manifestazione" di Cristo alle genti, che sono rappresentate dai Magi, misteriosi personaggi venuti dallOriente. Celebriamo Cristo, meta del pellegrinaggio dei popoli in cerca della salvezza. Nella prima Lettura abbiamo ascoltato il profeta, ispirato da Dio, contemplare Gerusalemme come un faro di luce, che, in mezzo alle tenebre e alle nebbie della terra, orienta il cammino di tutti i popoli. La gloria del Signore risplende sulla Citt santa e attira innanzitutto i suoi figli deportati e dispersi, ma insieme anche le nazioni pagane, che da ogni parte vengono a Sion come ad una patria comune, arricchendola con i loro beni (cfr Is 60,1-6). Nella seconda Lettura ci stato riproposto quanto lapostolo Paolo scriveva agli Efesini, che cio proprio il convergere di Giudei e Gentili, per iniziativa amorevole di Dio, nellunica Chiesa di Cristo era "il mistero" manifestato nella pienezza del tempo, la "grazia" di cui Dio lo aveva fatto ministro (cfr Ef 3,2-3a.5-6). Tra poco nel Prefazio canteremo: "Oggi in Cristo luce del mondo / Tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza". Sono trascorsi venti secoli da quando tale mistero stato rivelato e realizzato in Cristo, ma esso non ancora giunto al suo compimento. Lamato Predecessore Giovanni Paolo II, aprendo la sua Enciclica sulla missione della Chiesa, ha scritto che "al termine del secondo millennio uno sguardo dinsieme allumanit dimostra che tale missione ancora agli inizi" (Redemptoris missio, 1). Sorgono allora spontanee alcune domande: in che senso, oggi, Cristo ancora lumen gentium, luce delle genti? A che punto sta se cos si pu dire questo itinerario universale dei popoli verso di Lui? E in una fase di progresso o di regresso? E ancora: chi sono oggi i Magi? Come possiamo interpretare, pensando al mondo attuale, queste misteriose figure evangeliche? Per rispondere a tali interrogativi, vorrei tornare a quanto i Padri del Concilio Vaticano II ebbero a dire al riguardo. E mi piace aggiungere che, subito dopo il Concilio, il Servo di Dio Paolo VI, proprio quarantanni or sono, precisamente il 26 marzo 1967, dedic allo sviluppo dei popoli lEnciclica Populorum progressio. In verit, tutto il Concilio Vaticano II fu mosso dallanelito di annunciare allumanit

contemporanea Cristo, luce del mondo. Nel cuore della Chiesa, a partire dal vertice della sua gerarchia, emerse impellente, suscitato dallo Spirito Santo, il desiderio di una nuova epifania di Cristo al mondo, un mondo che lepoca moderna aveva profondamente trasformato e che per la prima volta nella storia si trovava di fronte alla sfida di una civilt globale, dove il centro non poteva pi essere lEuropa e nemmeno quelli che chiamiamo lOccidente e il Nord del mondo. Emergeva lesigenza di elaborare un nuovo ordine mondiale politico ed economico, ma al tempo stesso e soprattutto spirituale e culturale, cio un rinnovato umanesimo. Con crescente evidenza si imponeva questa constatazione. un nuovo ordine mondiale economico e politico non funziona se non c un rinnovamento spirituale, se non possiamo avvicinarci di nuovo a Dio e trovare Dio in mezzo a noi. Gi prima del Concilio Vaticano II, coscienze illuminate di pensatori cristiani avevano intuito ed affrontato questa sfida epocale. Ebbene, allinizio del terzo millennio ci troviamo nel vivo di questa fase della storia umana, che stata ormai tematizzata intorno alla parola "globalizzazione". Daltra parte, oggi ci accorgiamo di quanto sia facile perdere di vista i termini di questa stessa sfida, proprio perch si coinvolti in essa: un rischio fortemente rafforzato dallimmensa espansione dei mass-media, i quali, se da una parte moltiplicano indefinitamente le informazioni, dallaltra sembrano indebolire le nostre capacit di una sintesi critica. La solennit odierna pu offrirci questa prospettiva, a partire dalla manifestazione di un Dio che si rivelato nella storia come luce del mondo, per guidare e introdurre finalmente lumanit nella terra promessa, dove regnano libert, giustizia e pace. E vediamo sempre pi che che non possiamo da noi soli promuovere la giustizia e la pace, se non ci si manifesta la luce di un Dio che ci mostra il suo volto, che ci appare nella mangiatoia di Betlemme, che ci appare sulla Croce. Chi sono dunque i "Magi" di oggi, e a che punto sta il loro "viaggio" e il nostro "viaggio"? Torniamo, cari fratelli e sorelle, a quel momento di speciale grazia che fu la conclusione del Concilio Vaticano II, l8 dicembre 1965, quando i Padri conciliari indirizzarono allumanit intera alcuni "Messaggi". Il primo era rivolto "Ai Governanti", il secondo "Agli uomini di pensiero e di scienza". Sono due categorie di persone che in qualche modo possiamo veder raffigurate nelle figure evangeliche dei Magi. Ne vorrei poi aggiungere una terza, alla quale il Concilio non indirizz un messaggio, ma che fu ben presente alla sua attenzione nella Dichiarazione conciliare Nostra aetate. Mi riferisco alle guide spirituali delle grandi religioni non cristiane. A distanza di duemila anni, possiamo dunque riconoscere nelle figure dei Magi una sorta di prefigurazione di queste tre dimensioni costitutive dellumanesimo moderno: la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa. LEpifania ce lo mostra in stato di "pellegrinaggio", cio in un movimento di ricerca, spesso un po confusa, che, in definitiva, ha il suo punto darrivo in Cristo, anche se qualche volta la stella si nasconde. Al tempo stesso ci mostra Dio che a sua volta in pellegrinaggio verso luomo. Non c solo il pellegrinaggio delluomo verso Dio; Dio stesso si messo in cammino verso di noi: chi infatti Ges, se non Dio uscito, per cos dire, da se stesso per venire incontro allumanit? Per amore Egli si fatto storia nella nostra storia; per amore venuto a recarci il germe della vita nuova (cfr Gv 3,3-6) e a seminarla nei solchi della nostra terra, affinch germogli, fiorisca e porti frutto. Vorrei oggi fare miei quei Messaggi conciliari, che nulla hanno perso della loro attualit. Come per esempio l dove, nel Messaggio rivolto ai Governanti, si legge: "Tocca a voi di essere sulla terra i promotori dellordine e della pace tra gli uomini. Ma non dimenticate: Dio, il Dio vivo e vero, che il Padre degli uomini. Ed il Cristo, suo Figlio eterno, che venuto per dirci e farci comprendere che siamo tutti fratelli. E Lui, il grande artefice dellordine e della pace sulla terra, perch Lui che conduce la storia umana e che, solo, pu indurre i cuori a rinunciare alle passioni perverse che generano la guerra e il dolore". Come non riconoscere in queste parole dei Padri conciliari la traccia luminosa di un cammino che, solo, pu trasformare la storia delle Nazioni e del mondo? E ancora, nel "Messaggio agli uomini di pensiero e di scienza", leggiamo: "Continuate a cercare, senza mai rinunciare, senza mai disperare della verit" questo infatti il

grande pericolo: perdere interesse alla verit e cercare solo il fare, lefficienza, il pragmatismo! "Ricordate, continuano i Padri conciliari, le parole di un vostro grande amico, santAgostino: Cerchiamo con il desiderio di trovare, e troviamo con il desiderio di cercare ancora. Felici sono coloro che, possedendo la verit, la continuano a cercare, per rinnovarla, per approfondirla, per donarla agli altri. Felici sono coloro che, non avendola trovata, marciano verso di essa con cuore sincero: che essi cerchino la luce futura con i lumi di oggi, fino alla pienezza della luce!". Questo era detto nei due Messaggi conciliari. Ai capi dei popoli, ai ricercatori e agli scienziati, oggi pi che mai, necessario affiancare i rappresentanti delle grandi tradizioni religiose non cristiane, invitandoli a confrontarsi con la luce di Cristo, che venuto non ad abolire, ma a portare a compimento quanto la mano di Dio ha scritto nella storia religiosa delle civilt, specialmente nelle "grandi anime", che hanno contribuito a edificare lumanit con la loro sapienza e i loro esempi di virt. Cristo luce, e la luce non pu oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare. Nessuno pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio! E se nel corso della storia i cristiani, essendo uomini limitati e peccatori, hanno talora potuto tradirlo con i loro comportamenti, questo fa risaltare ancor di pi che la luce Cristo e che la Chiesa la riflette solo rimanendo unita a Lui. "Abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorare il Signore" (Acclamaz. Al Vangelo, cfr Mt 2,2). Quello che ogni volta ci stupisce, ascoltando queste parole dei Magi, che essi si prostrarono in adorazione di fronte a un semplice bambino in braccio a sua madre, non nella cornice di un palazzo regale, bens nella povert di una capanna a Betlemme (cfr Mt 2,11). Come stato possibile? Che cosa ha convinto i Magi che quel bambino era "il re dei Giudei" e il re dei popoli? Li ha certamente persuasi il segno della stella, che essi avevano visto "nel suo sorgere" e che si era fermata proprio sopra il luogo dove si trovava il Bambino (cfr Mt 2,9). Ma anche la stella non sarebbe bastata, se i Magi non fossero stati persone intimamente aperte alla verit. A differenza del re Erode, preso dai suoi interessi di potere e di ricchezza, i Magi erano protesi verso la meta della loro ricerca, e quando la trovarono, bench fossero uomini colti, si comportarono come i pastori di Betlemme: riconobbero il segno e adorarono il Bambino, offrendogli i doni preziosi e simbolici che avevano portato con s. Cari fratelli e sorelle, sostiamo idealmente anche noi dinanzi allicona delladorazione dei Magi. Essa contiene un messaggio esigente e sempre attuale. Esigente e sempre attuale anzitutto per la Chiesa che, rispecchiandosi in Maria, chiamata a mostrare agli uomini Ges, nientaltro che Ges. Egli infatti il Tutto e la Chiesa non esiste che per rimanere unita a Lui e farLo conoscere al mondo. Ci aiuti la Madre del Verbo incarnato ad essere docili discepoli del suo Figlio, Luce delle genti. Lesempio dei Magi di allora un invito anche per i Magi di oggi ad aprire le menti e i cuori a Cristo e ad offrirgli i doni della loro ricerca. Ad essi, a tutti gli uomini del nostro tempo, vorrei questoggi ripetere: non abbiate paura della luce di Cristo! La sua luce lo splendore della verit. Lasciatevi illuminare da Lui, popoli tutti della terra; lasciatevi avvolgere dal suo amore e troverete la via della pace. Cos sia. Benedetto XVI: il Battesimo, chiamata alla santit Intervento durante lAngelus nella festa del Battesimo del Signore si celebra oggi la festa del Battesimo del Signore, che chiude il tempo del Natale. La liturgia ci propone il racconto del Battesimo di Ges al Giordano nella redazione di san Luca (cfr 3,15 16.2122). Narra levangelista che, mentre Ges stava in preghiera, dopo aver ricevuto il Battesimo tra i tanti che erano attratti dalla predicazione del Precursore, si apr il cielo e sotto forma di colomba scese su di Lui lo Spirito Santo. Risuon in quel momento una voce dallalto: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (Lc 3,22).

Il Battesimo di Ges al Giordano ricordato e posto in evidenza, sia pure in grado diverso, da tutti gli Evangelisti. Faceva parte infatti della predicazione apostolica, giacch costituiva il punto di partenza dellintero arco dei fatti e delle parole di cui gli Apostoli dovevano rendere testimonianza (cfr At 1,21-22;10,37-41). La comunit apostolica lo riteneva molto importante, non solo perch in quella circostanza, per la prima volta nella storia, cera stata la manifestazione del mistero trinitario in maniera chiara e completa, ma anche perch da quellevento aveva avuto inizio il ministero pubblico di Ges sulle strade della Palestina. Il Battesimo di Ges al Giordano anticipazione del suo battesimo di sangue sulla Croce, ed simbolo anche dellintera attivit sacramentale con cui il Redentore attuer la salvezza dellumanit. Ecco perch la tradizione patristica ha dedicato molto interesse a questa festa, che la pi antica dopo la Pasqua. "Nel Battesimo di Cristo canta lodierna liturgia il mondo santificato, i peccati sono perdonati; nellacqua e nello Spirito diveniamo nuove creature" (Antifona al Benedictus, uff. delle Lodi). C una stretta correlazione tra il Battesimo di Cristo ed il nostro Battesimo. Al Giordano si aprirono i cieli (cfr Lc 3,21) ad indicare che il Salvatore ci ha dischiuso la via della salvezza e noi possiamo percorrerla grazie proprio alla nuova nascita "da acqua e da Spirito" (Gv 3,5) che si realizza nel Battesimo. In esso noi siamo inseriti nel Corpo mistico di Cristo, che la Chiesa, moriamo e risorgiamo con Lui, ci rivestiamo di Lui, come a pi riprese sottolinea lapostolo Paolo (cfr 1 Cor 12,13; Rm 6,35; Gal 3,27). Limpegno che scaturisce dal Battesimo pertanto quello di "ascoltare" Ges: credere cio in Lui e seguirlo docilmente facendo la sua volont, la volont di Dio. E in questo modo che ciascuno pu tendere alla santit, una meta che, come ha ricordato il Concilio Vaticano II, costituisce la vocazione di tutti i battezzati. Ci aiuti Maria, la Madre del Figlio prediletto di Dio, ad essere sempre fedeli al nostro Battesimo.

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