Sei sulla pagina 1di 10

ITINERARIO DEGLI ESERCIZI

1. Principio e Fondamento Allinizio degli Esercizi (n. 23) troviamo un punto di partenza chiamato Principio e Fondamento. Che cosa significa questo... presupposto iniziale? Significa che luomo concreto quindi ciascuno di noi - a un certo momento della sua vita comincia a rendersi conto in modo consapevole del proprio essere al mondo e delle realt che lo circondano. Avverte la ricchezza della propria creaturalit (un corpo che cresce, dei sentimenti nuovi, unintelligenza che pone tante domande, una volont a volte decisa a volte fiacca, un cuore desideroso di amare e di essere amato, attese e progetti...). Ciascuno di noi inoltre vive con nuova consapevolezza il suo essere-in-relazione con altre persone: alcune di queste non le ha scelte lui (genitori, fratelli, parenti...) ma deve imparare ad accoglierle; altre invece le ha scelte o le pu scegliere liberamente (compagni, amici...). Ciascuno di noi si rende sempre pi conto di usare i beni della creazione in un certo modo: per i propri bisogni legittimi o per i propri capricci, a servizio degli altri o per i propri interessi... E comincia a interrogarsi: tutto questo da dove viene e che senso ha? Che si tratti di un ciclo naturale di nascita-sviluppo-morte, del quale anche luomo fa parte, gi una risposta di alcune religioni di tipo naturistico; ma noi cerchiamo di pi, perch non ci sentiamo solo oggetti inseriti in un ciclo, ma soggetti che cercano un Tu... Nelleducazione alla fede rispondiamo a queste domande fondamentali con lannuncio che queste realt sono dono di Qualcuno che vuole bene alluomo e gli ha dato tutto nelle mani perch impari a servirsene bene, non solo per se stesso ma anche a vantaggio degli altri. Alla radice di tante esistenze sprecate, particolarmente nel mondo giovanile, manca oggi proprio questo annuncio di fede. Non siamo nel mondo per caso; c un Padre che ci ama e tiene molto alla nostra vita... A questo si aggiunga lurgenza di un annuncio di fede riguardante la creazione, che deve essere riscoperta come un dono di Dio alluomo, a tutti gli uomini, cosa ben diversa dallessere considerata arbitrariamente come un terreno di manipolazione, di saccheggio e di distruzione. La prima proposta della fede - espressa in Genesi 1-2 e in tutta la Bibbia, e anche allinizio degli Esercizi di S. Ignazio - questa: riconosci la positivit delluomo e della creazione e da lode al Signore con tutto quello che sei e con tutto quello che hai. Ci che il Signore ha creato radicalmente (cio in origine) buono. Con grande atto di fiducia Egli guida la tua crescita nella fede e nellamore affinch impari a servirti di tutto con la libert del figlio, cio come uno che conosce la bont e i desideri del Padre e ha imparato a regolarsi ormai anche da solo, in unione di spirito con lui. molto importante allinizio del cammino sentire dentro questo sguardo positivo di Dio sulla propria vita e sulla creazione. Lo sguardo positivo aiuta a impegnarsi perch luomo e il mondo diventino migliori e corrispondano maggiormente al progetto di Dio. E di impegno c veramente bisogno. Perch? Perch la realt che noi conosciamo, quella che si vive intorno a noi e quella che ritroviamo dentro di noi, segnata dalla contraddizione, dal disordine, dalla mancanza di armonia; sembra proprio una creazione alla rovescia. Il mondo e luomo reale non corrispondono infatti al progetto originario, ma sono chiamati a realizzarlo nella fatica e nella speranza. Perch si percepisca questa chiamata per necessario lannuncio ai quattro venti del Progetto originario di Dio, il quale continua a lavorare (e chiama a collaborare) in questa direzione. E lannuncio deve farsi concreto evangelizzando (cio proiettando la luce del Vangelo) su tutte

le nostre realt: i beni, la corporeit, la sessualit, il matrimonio, la famiglia, la societ, la politica... E questo annuncio non deve essere ascoltato solo con le orecchie del corpo, ma soprattutto con le orecchie del cuore, nellinteriorit delluomo. Esercitarsi in questo ascolto un esercizio spirituale indispensabile. Tante proposte di rinnovamento e di liberazione risuonano nella societ di ogni tempo, e in modo particolare in quella di oggi, per cambiare luomo e le strutture nelle quali il male si annida. Il credente nel Dio della Bibbia sa riconoscere quanto di bello si compie per promuovere luomo ed disposto a collaborare con tutte le persone di buona volont, nelle quali anche a loro insaputa lavora lo Spirito del Signore. Egli sa tuttavia che la liberazione pi profonda, quella del cuore, viene dallAlto e si resa visibile nella persona di Ges di Nazareth. Ges ha restituito luomo a se stesso, ridonandogli quella immagine del Padre che sera offuscata e infondendogli unimmagine nuova e pi positiva di se stesso. Gli smarriti di cuore si sentivano accolti da Ges e il suo sguardo li aiutava a fare verit dentro, a riconoscere la propria menzogna e ricominciare a sperare. Questo profondamente vero anche nella crescita umana. Quando incontri una persona che ti vuole bene incondizionatamente, nella tua ricchezza e nella tua fragilit, qualcosa si muove dentro. Lamore suscita il desiderio di riordinare la vita. Quanto devo lavorare per costruire il focolare, che ella divider con me ...! Con quanto impegno devo rinunciare a me stesso per forgiarmi un carattere che non la faccia soffrire...! Quanto devo migliorarmi in vista di lei, mio Dio, e per lei! (Da Preghiera di un universitario giapponese convertito). Tanti ragazzi e ragazze hanno vissuto questo passaggio importante da una vita frivola o sregolata a una vita ordinata, quando hanno incontrato la persona che voleva loro bene in modo unico. Lamore crea lesigenza di riordinarsi nellesterno della persona (pulizia, abbigliamento...) e soprattutto nellinterno (pensieri, immagini, valori e scelte). La legge che uno si d espressione di questo ordine; ma anima della legge lamore; e solo quando si scopre questanima, dal rifiuto o dallesecuzione passiva delle norme si passa allobbedienza amorosa. Non si pu amare il Signore rifiutando i suoi doni In questa prima tappa lesercitante dovr giungere a sentire la propria creaturalit, ad accogliere la propria persona come un dono. Non sono cose scontate, soprattutto al tempo di oggi. Un esempio reale pu aiutarci a comprendere meglio. Una ragazza, figlia di genitori separati in modo piuttosto drammatico, viene a un corso di esercizi col desiderio di orientarsi verso la vita religiosa, alla quale le sembra di essere chiamata. Ha appena troncato un rapporto affettivo con un ragazzo, col quale stava da pi di un anno, convinta che non quella la sua strada. Essendo esercizi guidati personalmente, possibile seguirla pi da vicino. I primi tempi di preghiera - si trattava di esercizi per mettersi alla presenza del Signore - li vive con molta intensit; quando si entra nel vivo del Fondamento con i testi biblici di Genesi 1 e 2 avviene un brusco cambiamento: desolazione, noia, voglia di scappare, ecc. Questo stato di cose va avanti per pi di due giorni, nonostante le proposte di preghiera che alternano le ripetizioni e le riprese dello stesso contenuto con altri brani biblici. Poich la situazione non si sblocca, al quarto giorno mi sembra opportuno oggettivare la cosa facendo un primo bilancio - insieme con lei - del cammino percorso: prima, grande desiderio di trovare il Signore, preghiera intensa e prolungata; a un certo punto, esattamente quando stato proposto di ritrovare il Signore nei suoi doni, corto circuito! Impressione dallesterno: Signore, ti voglio bene, ma non mi

interessano i tuoi doni! possibile amare il Signore rifiutando i suoi doni? Questultima domanda non cade nel vuoto. Si riprende con pazienza il cammino, che non posso per esigenze di spazio raccontare nei dettagli. Ritornando sui testi biblici gi pregati, la ragazza scopre da sola che il motivo della desolazione stava nel fatto che non accettava se stessa e in particolare la propria femminilit come un valore positivo, come un dono della bont di Dio (non cera da meravigliarsi di questo atteggiamento, se si considerava la situazione familiare nella quale le era toccato di vivere). Man mano che il suo cuore si aperto ad accogliere se stessa come dono della creazione, sono scomparse la noia e la desolazione; insieme ad esse per scomparso del tutto il desiderio della vita religiosa. Uscita dagli esercizi, si rimessa insieme con il ragazzo che amava. Si stanno preparando al matrimonio.

2. Prima settimana Sostenuti da una visione positiva del mondo e delluomo e soprattutto dallo sguardo di Dio Padre e del suo Figlio Ges, che si lasciato mettere in croce per amore, troviamo la forza di entrare a visitare le nostre tenebre. Solo sostenuti dalla misericordia si pu fare verit piena dentro, senza finzioni e fino alla radice. La Samaritana non ha pi avuto bisogno di nascondere ipocritamente tutto quello che aveva fatto; ma prima aveva incontrato un Uomo che con pazienza laveva guidata a entrare fin nelle pi profonde pieghe della sua esistenza smarrita. E quello che avviene nel periodo della conversione e della purificazione. il cammino della prima settimana degli Esercizi. Pi lo sguardo damore di Dio Padre e quello di Ges sono percepiti in profondit e pi si confessano con gratitudine le proprie colpe. Anzi, non ci si accontenta di riconoscere soltanto le mancanze evidenti; nasce lesigenza di scendere fino alle radici del male che ci abita, di capire quello che sta dietro... Il discorso si spinge anche pi a fondo: nel mio modo di ragionare e nelle mie scelte, quanti criteri mondani sono ormai entrati in pianta stabile e mi spingono dal di dentro (spesso senza che me ne accorga) a regolarmi secondo lo spirito del mondo piuttosto che secondo il Vangelo! Nel corso degli esercizi spirituali della prima settimana viene proposto a un certo punto un colloquio particolare con tre interlocutori - Maria, Ges e il Padre - ai quali si domanda di poter scendere di gradino in gradino fino alle radici nascoste e universali del male. Si intravvede infatti che dietro il mio peccato c tutto un mondo di disordine che si muove nel mio sottobosco interiore; e, ancora pi in profondit, un mondo di peccato, una realt pi vasta cristallizzata anche nelle strutture che mi circondano. Il frutto della prima settimana Il frutto della prima settimana pu essere sinteticamente espresso in una coscienza vera del peccato alla luce della misericordia di Dio. Ambedue gli elementi, verit e misericordia, devono essere presenti. Una verit senza misericordia fredda, senza speranza e pu portare alla disperazione. Una misericordia senza verit diventa occasione di disimpegno, perch poco consapevole della santit di Dio e delle sue esigenze. Alla luce della misericordia luomo acquista una nuova verit su di s. La scoperta di essere amato e perdonato gratuitamente, non in forza dei propri meriti, libera il cuore dalla paura e fa sperimentare la gioia di essere salvato. Mano a mano che il cuore diventa pi libero dai legami e attaccamenti disordinati, nasce il desiderio di darsi pi totalmente al Signore Ges, anzi di mettere la propria vita a sua disposizione: che possa servirsi di noi perch anche altri possano beneficiare di quello che abbiamo ricevuto. La chiamata alla conversione si trasforma cos spontaneamente, per intrinseca forza

del perdono sperimentato e assaporato, in chiamata alla missione. Nasce il desiderio di offrirsi per il Regno, che nel cammino della vita cristiana e in particolare nel cammino degli Esercizi segna un passaggio importante e rivela come il sentirsi amati e perdonati gratuitamente dal Signore suscita un grande desiderio di ricambiare con generosit il dono ricevuto. Osservazioni pedagogiche Non conviene proporre questa tappa del cammino se non a chi ha raggiunto un senso globalmente positivo della creazione, a chi consapevole dellamore di Dio nei suoi doni. Quando una persona pervasa da sensi di colpa, ripiegata su se stessa e sul proprio negativo, potrebbe essere pi nocivo che utile introdurla in questa tappa, perch si rischia di accrescere lo sguardo su di s e la chiusura alla speranza.

3. Seconda settimana Nelle persone che desiderano seguirlo pi da vicino Ges pu compiere uneducazione pi attenta, facendo penetrare la parola del suo Vangelo pi a fondo, nei sentimenti e pensieri del cuore (Eb 4,12). Non ha forse fatto cos con i discepoli? Hanno cominciato a seguirlo con slancio di generosit; e Pietro una volta lo ricorder a Ges: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto... (Mt 19,27). Ma il Vangelo ci fa presente a ogni pagina che essi rimangono pur sempre esseri umani, che portano dentro tutto un mondo di pensieri, sentimenti, desideri, attese, sogni da... evangelizzare. Quando ci si mette sul serio al seguito di Ges, le cose prendono pieghe inedite e si passa di scoperta in scoperta. La generosit infatti una energia vitale molto bella; ma da purificare, da inverare (rendere vera) attraverso un progressivo bagno nelle vie di Dio. Da tale bagno (Se non ti laver i piedi, non avrai parte con me - Gv 13,8) nascono gli uomini di Dio, gli uomini capaci di discernimento spirituale. il cammino della seconda settimana degli esercizi, seguendo lavventura di Ges di Nazareth fin dal suo apparire. E le sorprese cominciano fin dalle prime mosse: Incarnazione, Nativit... Il Regno di Dio, che ha un respiro ampio e senza confini perch riguarda i cieli e la terra intera, comincia stranamente a realizzarsi nel piccolo, nel quotidiano, in uno sperduto villaggio della Galilea dove Ges trascorre la maggior parte della sua esistenza: famiglia, sinagoga, lavoro e rapporti sociali. Trenta anni! Il grande per il Signore non ha niente di grandioso e di appariscente, ma si realizza nel piccolo accolto e vissuto con amore e obbedienza. LIncarnazione comincia a rivelarsi nella sua portata concreta. La contemplazione della vita di Nazareth offre una lezione importante da imparare. I nostri grandi ideali di servizio al Regno e alluomo devono misurarsi con la realt se vogliamo che maturino decisioni concrete, radicate e fondate. Se la carica ideale non impara a sposarsi con la realt, si continua a operare su due piani: il mondo sognato e il mondo esistente. Si ama la persona sognata e non quella reale a cui si legati per la vita; si educano i figli sognati e non quelli reali che la Provvidenza ti ha affidato... Ideali e realt devono integrarsi senza che si rinunci ad alcuno dei due termini. Chi non accetta la realt non trover mai il posto giusto per vivere quello in cui crede; viceversa, chi dimentica gli ideali riduce la propria vita a uno scenario piatto e senza slancio. Vita umana armoniosa e vita di fede vissuta in pienezza si avvicinano molto quando matura questa integrazione fondamentale, rivelata con chiarezza da Ges nel vivere la sua Incarnazione.

Il cammino continua seguendo Ges nella vita pubblica e lasciandosi educare da lui attraverso le pagine vive del Vangelo. Accade cos che ci ritroviamo spesso nelle stesse condizioni dei discepoli. La loro generosit nel seguire il Maestro non esente da sogni paralleli e da ambizioni personali: c chi, complice la madre, tenta di assicurarsi i primi posti nel Regno; c chi geloso perch qualcuno fuori dallo stretto monopolio del gruppo scaccia i demoni in nome di Ges; c chi cerca di portare Ges a un modo pi ragionevole di pensare il suo futuro a Gerusalemme; un po tutti si tuffano nella discussione riguardante chi di loro sia il migliore della classe; c anzi uno che si aspettava chiss che cosa da Ges e a un certo punto lo scaricher per trenta denari... I discepoli che seguono Ges sono persone vive, brave e generose, ma con tutta una serie di contraddizioni che li rendono ancora inadatti al compito di annunciare il Regno. Quale Regno essi hanno in mente? Poveri progetti di Dio e di Ges, se si dovesse fare assegnamento su di loro cos come sono prima della Pasqua e della Pentecoste! Seguono Ges; lo vedono e lo ascoltano, ma non lo capiscono; non sono ancora entrati nel suo Vangelo. La loro fede una fede pre-pasquale, una fede che deve ancora scontrarsi con le vie di Dio cos diverse dalle nostre vie. Se questo accaduto ai discepoli educati dal Maestro, non ci meravigliamo se il nostro seguire Ges anche da tanti anni soggetto a contraddizioni, ambiguit, sogni paralleli. necessario un bagno pi profondo nel Vangelo se si vuole entrare in comunione di spirito con Ges. La seconda settimana degli Esercizi offre un itinerario di contemplazione sapientemente articolato allo scopo di far compiere dei passi concreti nelle vie di Dio a colui che sta percorrendo il cammino spirituale. In particolare, ci sono alcune meditazioni portanti - una di queste, intitolata I Due Vessilli, mette a confronto in modo schematico e stringente il programma di Ges e il programma di Satana, per far risaltare la logica radicalmente diversa che li anima - alcune meditazioni portanti che scandagliano pi in profondit nel modo di pensare delluomo (lintelligenza), nel livello di coinvolgimento concreto della persona (la volont), nel grado di amore con cui si disposti a giocarsi lesistenza per il Regno (il cuore). Un vero itinerario di evangelizzazione della mente e del cuore, per mettere a nudo le tante ambiguit che possono nascondersi anche in una vita impegnata per il Regno, generosamente donata agli altri, piena di incarichi e riconoscimenti ecclesiali. Il Vangelo rivela, illumina, converte e guarisce, preparando cos le persone a fare scelte davvero evangeliche. E le scelte che si compiono al termine del percorso di illuminazione progressiva, tipico della seconda settimana degli Esercizi, sono scelte cristianamente mature perch sgorganti da un cuore rinnovato e rifondato dal Vangelo. Segni di crescita Tra i vari segni di crescita che possono manifestarsi nel corso della seconda settimana, vorrei attirare lattenzione su tre di essi in particolare. Il primo riguarda un marcato progresso nella sincerit e nella verit, in tre direzioni: con se stesso, davanti al Signore, con gli altri. Credo che sia un primo effetto del sentirsi amati e perdonati gratuitamente. La calda luce che deriva da questesperienza aiuta poco per volta a dirsi tante cose che rimanevano nellombra o volutamente rimosse; ora si trova il coraggio di esporle alla luce, accettando le correzioni amorose di Dio. Dal primo passo del dirsi si procede cio al dire al Signore nella preghiera e infine al dire agli altri, spesso coinvolti direttamente in atteggiamenti che fanno soffrire. Negli esercizi nella vita questa crescita in sincerit e verit viene pi stimolata, poich le tre relazioni fondamentali sono continuamente in gioco.

Il secondo riguarda una progressiva pacificazione, che raggiunge livelli sempre pi profondi e si estende a tutta la propria storia. Anche il proprio passato, soprattutto i punti negativi, alla luce del perdono assaporato dentro vengono riletti con crescente serenit e positivit. Quello che sono oggi il risultato di questo cammino a volte tortuoso; il Signore mi ha condotto fin qui scrivendo sulle mie righe storte, come ha fatto nella vita di S. Agostino e di tanti altri santi che hanno resistito per lungo tempo alla grazia. Cos i fatti avvenuti, visti ora nel punto di arrivo, diventano misericordia e provvidenza. Questa pacificazione, nella misura in cui si approfondisce, diventa anche pazienza lungimirante nella vita di relazione con gli altri. Il terzo riguarda laccettazione umile di s. Lesperienza spirituale profonda accresce la nostra vita di fede, ma non ci rende impeccabili. Prove e debolezze morali possono ritornare ... Ma mentre prima erano vissute come insuccesso personale e con sforzo moralistico, dopo la rigenerazione nella misericordia vengono accettate con umilt e diventano oggetto del dialogo orante con Colui che non ha bisogno della nostra perfezione morale per continuare ad amarci. Nellesperienza apostolica anzi tante debolezze costituiscono il punto di forza, non in noi ma in Colui che opera nella debolezza delluomo.

4. Terza e quarta settimana Contemplazione del mistero pasquale Ges segue fino in fondo la sua strada, quella che gli ha tracciato il Padre e che condivide con amore. Va fino in fondo, senza raccomandazioni. Lascia che gli uomini facciano i loro giochi, mentre lui fa le sue scelte. Il tempo della prova perci un tempo prezioso, perch rivela i sentimenti profondi delle due parti principali in causa, Dio e luomo. I credenti di allora, in particolare i responsabili della comunit di Israele, non hanno accolto la sfida proposta: una nuova e inedita immagine di Dio, della Legge e del tempio vissute e annunciate da Ges (sono le accuse principali contro di lui). Alcuni con malizia, altri forse in buona fede rifiutano la verit ultima su Dio e sulluomo e in nome della propria verit eliminano il Figlio di Colui che continuano a onorare nel culto. Anche i discepoli lo abbandonano al suo destino; uno di loro lo tradisce miseramente; nessuno di loro - neppure Pietro lo spavaldo - merita ormai lamore di Ges. Dallaltra parte, Ges rimane lAmico fedele: a Giuda, che ancora richiama con affetto; a Pietro, al quale rivolge uno sguardo indimenticabile durante il processo; a quelli che lhanno condannato e a coloro che lo crocifiggono, i quali non sanno quello che fanno (non si rendono davvero conto). La carit tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (1Cor 13,7). Il suo modo di vivere la sofferenza e di affrontare la morte non quello delleroe imperterrito, ma quello delluomo umile e buono che continua ad amare affidando la sua causa al Signore. La carta vincente Ges la sta giocando gi nella passione: il male, il peccato e la morte non spengono il suo amore per il Padre e il suo amore per gli uomini. Lamore di Ges risplende nella croce in tutta la sua gratuit: un amore senza contropartita e senza condizioni. Abbandonato da tutti e senza raccomandazioni, egli accetta la morte per amore e cos vince alla radice la stessa morte. La morte: per paura di essa gli uomini si vendono cos facilmente, oppure si lasciano indurre a tanti piccoli e grandi compromessi. Lesplosione massima della cattiveria umana diventa invece loccasione per far risplendere in tutta la sua trasparenza la bont gratuita di Dio e di Ges. Lora della prova lora della gloria, cio della manifestazione di quello che Dio veramente nel suo Volto nascosto e ora pienamente rivelato. Contemplando il mistero pasquale di Ges, chi fa gli esercizi si ritrova nei vari personaggi: forse in Pietro in particolare, che era convinto di meritare lamore di Ges e invece scopre

che Ges gli vuole bene gratuitamente: non perch Pietro bravo, ma perch Lui buono. In contrasto con la infedelt di ogni uomo sta lamicizia fedele di Ges. Questo il vero fondamento per il futuro. Lui rimane fedele, ci porta sempre nel cuore, ci conserva nel suo amore. Sentire dentro questa fedelt senza condizioni di Ges qualcosa di sconvolgente. Il Vangelo dellamore di Dio comincia a penetrare nel cuore di Pietro proprio nel contesto della passione. Pietro sta finalmente comprendendo come Ges lo ama. Questo come sar il punto centrale del Vangelo da vivere e da annunciare. Prima Pietro avrebbe annunciato il Vangelo a modo suo, il suo vangelo addomesticato: ora che finalmente entra nel Vangelo di Ges, Pietro evangelizzato diventer Pietro evangelizzatore. Chi si lascia toccare dentro da questo vangelo della passione e risurrezione di Ges ne esce con il cuore umile, fondato nella fedelt di Dio pi che nei suoi buoni propositi. Dallimitazione di Cristo allincorporazione a Cristo Il preludio di petizione della seconda settimana proponeva allesercitante di chiedere conoscenza intima del Signore, che per me si fatto uomo, affinch io lo ami e lo segua di pi (EE, 104). I verbi conoscere, amare, seguire esprimono il rapporto con un modello che entra sempre pi nella tua vita e suscita limitazione amorosa. Che Ges si sia proposto come modello da seguire risulta da tutto il Vangelo. Si possono ricordare, a titolo di esempio, alcuni passi: Imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt 11,29); Per voi per non sia cos (come tra i capi delle nazioni); ma chi il pi grande tra voi diventi come il pi piccolo e chi governa come colui che serve. ... Io sto in mezzo a voi come colui che serve (Lc 22,2627); Vi ho dato lesempio (lavandovi i piedi), affinch come ho fatto io facciate anche voi (Gv 13,15). Non si tratta soltanto di imitazione esteriore; anzi Ges cerca di suscitare dentro di loro quel cambiamento di mentalit che solo permette di riprodurre gli stessi gesti. Di questo si reso conto anche Ignazio nei primi tempi della conversione, quando ha scoperto che desiderava imitare pi le prodezze esteriori dei Santi che i sentimenti profondi da cui i loro gesti erano animati. E proprio su questa sintonia affettiva del cuore attira lattenzione anche lapostolo Paolo quando scrive: Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Ges (Fil 2,5). Ebbene, questo rapporto di imitazione, espresso dai verbi conoscere, amare, seguire il movimento tipico della seconda settimana degli Esercizi. Nella terza e quarta settimana avviene qualcosa di nuovo. Il camminare con Cristo diventa ora un essere in Cristo, nellesperienza di essere innestati in lui attraverso una quasi identificazione vitale che possiamo chiamare incorporazione, termine corrispondente allimmagine biblica del corpo e delle membra (1 Cor 12). Qui le parole sono sempre inadeguate ad esprimere il vissuto. S. Paolo cerca di dirlo in una frase che condensa insieme lesperienza viva della compassione di Ges e leffetto rigeneratore di una nuova esistenza: Sono stato crocifisso con Cristo e non sono pi io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20). E vero che sul piano dellessere la grazia fin dal battesimo ha cominciato a conformarci e a unirci a Cristo morto e risorto e continua a farlo mediante gli altri sacramenti, specie lEucaristia. La comunione promossa nella terza e quarta settimana avviene principalmente a livello di esperienza di fede: il sentire e gustare tende ad avere come oggetto suo proprio lunione con la persona di Cristo. Non per questo viene meno limitazione, ma il rifarsi alla esemplarit di Cristo, lamare e agire come lui ha amato e agito, non sar che un effetto e un riflesso della comunione con lui.

Questa maniera di concepire trova conferma nellesegesi che oggi si fa a proposito della sequela secondo la mistagogia giovannea. Ebbene, la sequela comincia fin dal primo capitolo come un camminare dietro a Ges: i due discepoli, sentendo (il Battista) parlare cos, seguirono Ges. Ges allora si volt e, vedendo che lo seguivano, disse: Che cercate? Gli risposero: Rabb, dove dimori?... Andarono dunque e videro dove dimorava e quel giorno dimorarono presso di lui (Gv 1,37-39). I discepoli dunque seguono Ges e dimorano (menein: rimanere) presso di lui quel giorno. Ma allinizio un rimanere presso. Litinerario successivo dovr condurre ad unadesione molto pi intima, quella che nel discorso dellultima cena Ges stesso usando sempre il verbo menein espliciter come mutua immanenza. La pressante raccomandazione ai discepoli non sar semplicemente Rimanete presso di me, ma Rimanete in me ed io in voi (Gv 15,4). Sperimentare in qualche misura questa mutua immanenza o in abitazione non altra cosa dalla identificazione o comunione, che riteniamo essere il frutto della terza e quarta settimana. In altre parole Ignazio intende nutrire attraverso la contemplazione della passione e risurrezione prima di tutto la nostra fede, che dovr sempre tradursi in una partecipazione effettiva. E ci riuscir proprio nella misura in cui la fede pasquale avr reso pi profondo e pi penetrante lo sguardo su tutte le realt (luniverso, la storia, le persone e le cose che popolano il nostro quotidiano), conducendo lesercitante a identificarsi mente e cuore con il modo di vedere e di sentire del Cristo morto e risorto. Cio, in virt della passione di Cristo, tutto ci che passivit cambia significato: da assurdo assume un senso, sia pur percepito nelloscurit. Dio Padre colto presente anche nelle tenebre, come mistero di Redenzione, e allora anche le mi oscurit, le mie tristezze, le mie diminuzioni, se unite a quelle di Cristo, possono assumere valore salvifico per me e per gli altri. Certo, anche nelle precedenti tappe il cammino di fede esigeva di saper accettare e affrontare tutto ci che passivit, limite, sofferenza. Per fino a tanto che non c una sorta didentificazione con Cristo paziente rischiano di prevalere lo sforzo ascetico, le motivazioni morali della penitenza, della lotta contro legoismo, ecc. Qui, invece, tutte queste precedenti acquisizioni non vengono affatto rinnegate, ma lasciano prevalere sempre pi un atteggiamento contemplativo, che coglie nella negativit e passivit immancabili nella vita il luogo per unirsi a Dio in Cristo e alle intenzioni misteriose della sua Provvidenza redentrice. In forza poi della risurrezione, tutto ci che positivit (lesperienza dei doni di natura, degli eventi felici, delle molteplici forme di grazia, dei frutti dello Spirito, ecc.) sperimentato nella fede non solo come aiuto gratificante, ma come il segno dinizio e il pregusto della novit definitiva, della vita eterna. Qualcuno ama riassumere il cammino degli Esercizi nella formula cristologica che conclude la preghiera del canone: per Cristo (prima settimana), con Cristo (seconda settimana), in Cristo (terza e quarta settimana). Per Cristo, attraverso di lui siamo stati perdonati (EE, 53: colloquio con Cristo Crocifisso) e purificati dalle nostre colpe. Camminando con Cristo abbiamo acquistato conoscenza della vera vita (EE, 139). Inseriti in lui, sperimentiamo la potenza della sua Pasqua nella nostra vita di risorti. Quarta settimana Chi percorre il cammino del cuore corrispondente alla terza settimana si apre spontaneamente al frutto della quarta; si sperimenta quanto dolce (sapore di risurrezione) essere messo con Ges nel portare sulla proprie spalle una parte del male del mondo (sapore di croce). Il male non si vince con la semplice denuncia, ma compiendo nella propria carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a vantaggio del suo corpo che la Chiesa. Questo essere associati per grazia ha la caratteristica inconfondibile delle beatitudini; si rinnova il miracolo vis8

suto dagli apostoli, che andavano lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Ges. Per gustare il frutto richiesto nelle contemplazioni della quarta settimana - gioire con Cristo risorto - necessaria una profonda libert interiore e una particolare espropriazione da s, pi impegnative di quando si tratta solo di piangere con chi piange, dove siamo maggiormente aiutati dalla nostra natura. Guardare il Signore e gioire con Lui e per Lui lespressione pi bella dellamicizia vera: mai siamo stati cos felici come quando ci capitato di dimenticarci di noi stessi per dedicare il nostro tempo e le nostre energie ad una persona amata. Frutti spirituali della terza e quarta settimana Dopo aver considerato il senso di queste due tappe e lo specifico di ciascuna, possiamo ora parlare in modo schematico di alcuni frutti spirituali, riprendendo e completando tanti accenni gi fatti nel corso dellesposizione. Anzitutto, non da sottovalutare laspetto di conferma del cammino percorso nella prima e soprattutto nella seconda settimana. Le scelte compiute secondo il Vangelo, in particolare alla luce degli esercizi del Regno e dei Due Vessilli, si approfondiscono e diventano autentiche nel momento della prova. La contemplazione della Pasqua di Ges irrobustisce il cuore e prepara alla fedelt; la potenza del male infatti non lultima parola, ma pu essere vinta dalla forza dellamore pi grande rivelato a noi nella croce di Ges. Conferma significa perci inveramento, consolidamento, fedelt. Gli elementi della vita cristiana di cui si fa esperienza nella terza e quarta settimana possono essere considerati come manifestazioni sensibili del nostro battesimo. Siamo inseriti, innestati in Cristo: questa la nostra realt profonda di battezzati, a livello di essere. Fare esperienza di questa incorporazione a Cristo morto e risorto significa che la nuova situazione comincia a manifestarsi in una vita consapevole di pensieri, sentimenti, atteggiamenti e gesti concreti che esprimono la novit del Vangelo. Non si tratta soltanto di cose da fare, ma di un modo nuovo di essere che anima il nostro vivere e il nostro operare. Un altro frutto della terza e quarta settimana una nuova comprensione dellEucaristia, centro e culmine della vita cristiana. Mentre forse prima pensavo di fare tante cose per Cristo, sentendolo come modello di riferimento, ora avverto che quanto vivo e opero avviene in lui e in forza di lui. lesperienza di una vita nuova dentro di me, percepita con stupore e riconoscenza. Mi sento portato dolcemente dallinterno, come se fossi sostenuto da una nuova spontaneit: la spontaneit dellamore nuovo, diversa dalla spontaneit istintiva nella quale sono nato e cresciuto, diversa dagli sforzi volontaristici con cui tante volte ho compiuto gesti di generosit. In altre parole, riprendendo alcuni accenni precedenti, possiamo dire che si passa esperienzialmente da un rapporto di imitazione di Ges, considerato come modello di vita, a un rapporto di incorporazione come quello descritto dallapostolo Paolo: Non sono pi io che vivo, ma Cristo che vive in me (Gal 2,20). Un ultimo esempio di frutto della terza e quarta settimana. Lesperienza del Signore morto e risorto nella mia vita apre gli occhi a scoprire la sua presenza nel mondo. La passione e la risurrezione di Ges sono allopera anche nellumanit di oggi. Allinizio sar pi facile scoprire le tracce della passione nei poveri cristi che incontriamo ogni giorno. Poco alla volta, lo sguardo sapr vedere anche le tracce di risurrezione: nei gesti di amore gratuito, che esprimono la compassione di Dio su questumanit dolorante; nei segni di speranza, che non si arrendono al male n al pessimismo; nel dono generoso di tante esistenze, capaci di perdersi per il Vangelo e peri fratelli.

La contemplazione per ottenere lamore II cammino delle quattro settimane si conclude con la contemplazione per giungere a un atteggiamento di amore, che riprende e porta alla pienezza il Principio e fondamento. Chi ha vissuto le varie tappe del cammino nella dimensione del cuore, non quindi soltanto a livello di ragionamenti o di volont, sperimenta la spontaneit dellincontrare il Signore in tutte le cose e del ritrovare tutto in lui. Questesperienza sembra fluire pi facilmente quando sono stati fatti gli esercizi nella vita quotidiana, dove la preghiera procede parallelamente al vissuto reale nella variet delle relazioni di ogni giorno. Dopo lesperienza continuata degli esercizi (di un mese o di otto giorni) normale invece sentire il salto da unatmosfera di particolare raccoglimento al tran tran della giornata; e allora il ritrovare il Signore una situazione da ricreare continuamente attraverso la purezza dintenzione del nostro essere e del nostro operare. Quello che aiuta a sentire la sua presenza nel vivo della realt di ogni giorno lintensit del cammino spirituale vissuto. Nel corso degli esercizi si fatto esperienza di tante cose, da ravvivare con la memoria affettiva... Il Signore non un padrone esigente, ma un Dio che dona e ti ricolma ogni giorno di benefici. Egli ti ha donato di ricuperare positivamente anche il negativo della tua vita, facendoti sperimentare che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (Rom 5,20). Si scoperto che un dono ed un privilegio anche lessere chiamati a prendere parte al suo amore appassionato per luomo vivendo nella propria carne quello che manca alla passione di Cristo, a vantaggio del suo corpo che la chiesa (Col 1,24). ancora dono il poter dare la vita per gli amici, la capacit di perdersi per il Vangelo. Tutto dono! Vissute dallesterno, le cose dello Spirito possono sembrare un programma irraggiungibile; assaporate dallinterno - per Cristo, con Cristo e in Cristo - esse diventano esperienza della vita nuova. Per incontrare il Signore in tutto e in tutti, bisogna aver scoperto la sua presenza non soltanto nella creazione e nelle cose belle della vita, ma anche nel negativo del mio peccato e nelloscurit della cattiveria umana. Se lamore davvero pi forte del peccato e della morte, posso ritrovare il Signore in ogni realt della vita umana; i miei occhi e il mio cuore sono stati risvegliati e abilitati a scorgere la sua Presenza; posso ricambiare tanto amore solo offrendo me stesso a lui e agli altri senza riserve. Chi ha fatto gli esercizi nella vita quotidiana ha verificato progressivamente la sua capacit di trovare il Signore nel tessuto ordinario; al termine dellesperienza perci il suo non un ritorno nel quotidiano da un tempo forte e separato, ma anzi la preghiera nella vita e la vita nella preghiera gli hanno insegnato a penetrare sempre pi a fondo nel cuore delle persone e nel cuore dei problemi per ritrovarsi dovunque la Sorgente. Se il suo cammino si svolto in modo autentico, ha vissuto unesperienza spirituale incarnata, una fedelt progressiva al rapporto di alleanza col Signore sul terreno di ogni giorno della creazione e della storia. Al termine del primo punto della contemplazione per ottenere lamore viene suggerita la preghiera di offerta Prendi, Signore e ricevi ... . Prendi, perch tua legittima appartenenza; ricevi, come mio libero dono. la piena comunicazione dellamore, dove veramente quello che mio tuo.

10

Potrebbero piacerti anche