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Harold Bloom: La critica letteraria

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Aforismi Harold Bloom

La critica letteraria
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DOMANDA: Lei ha spesso polemizzato con quei critici letterari che si affidano, nel loro lavoro, ad un metodo o ad una scuola, rinunciando cos ad essere se stessi. Ci vuol dire che lei non riconosce nessuna autorit con cui confrontare il proprio pensiero? Una volta che vi togliete i paraocchi e i "lampeggianti critici", il lavoro letterario esiste. Sta l ad aspettarvi. La cosa straordinaria a proposito degli scrittori occidentali che contano di pi - in particolare Shakespeare e Dante, ma anche altri sette od otto quasi della loro levatura - che dal punto di vista della conoscenza sono molto pi forti, molto pi ampi, molto pi suggestivi, analiticamente molto pi potenti, di tutte quelle modalit cercate per classificarli da qualche parte: modalit che non riescono a contenerli, che non riescono ad analizzarli in modo convincente. Non esiste una sola modalit singola, naturalmente, che ci far analizzare in modo convincente Shakespeare. Si ha bisogno di una immensa quantit di approcci a Shakespeare e a Dante, e si ha bisogno, pi di ogni altra cosa, di qualsiasi approccio tranne di quello che dice: "solo questo approccio valido". I vari modi della critica cosiddetta modernista, o post-modernista, mi sembrano aver fallito completamente: infatti, globalmente, pi forte il testo letterario a cui essi si applicano, pi sono deboli i risultati. Quando cercate di decostruire o di "lacanizzare" o di "foucaultizzare" Re Lear o la Divina Commedia, vi ritrovate con dei cocci rotti in mano: non vi resta pi la Commedia o Re Lear. Cos, penso, ora di farla finita con questi sforzi alquanto discutibili, tanto strombazzati in giro come

http://www.emsf.rai.it/aforismi/aforismi.asp?d=26[06/01/2013 15:32:31]

Harold Bloom: La critica letteraria

progressi straordinari, ma che non mi sembrano affatto dei progressi. Non esiste alcun metodo, tranne te stesso. Chiunque pensi di aver adottato o assorbito un metodo, sia esso preso da Marx o da Foucault, da Nietzsche o da Freud, da Derrida o da Heidegger, fa qualcosa di sbagliato. Se tu adotti da qualcun altro un metodo, allora semplicemente sostituisci, al metodo che tu implicitamente gi sei, un modello derivato, e cos non sarai pi te stesso. Ci che occorre fare solo l'esperienza di leggere della letteratura assolutamente forte, di farlo incessantemente, e di farlo per una vita intera, e di farlo escludendo quasi qualsiasi altra cosa. Naturalmente sempre pi difficile farlo. La natura intima della televisione, come tutti ormai sappiamo bene, lavora contro l'esperienza della lettura; l'esperienza della lettura altamente solitaria, cognitiva, implica in ogni punto una immensa difficolt che deve essere superata: qualcosa che ti porta continuamente a combattere le resistenze del tuo io, resistenze che imparate sia implicitamente che esplicitamente a superare se dovete leggere bene. Sempre pi l'esperienza del vedere qualsiasi cosa - sia una fotografia che si muove o una scena di strada, un tramonto oppure uno schermo televisivo - l'antitesi, la negazione totale di quel che facciamo quando leggiamo in modo profondo.
Tratto dall'intervista "Letteratura, religione e critica letteraria"U.S.A., New York, abitazione Bloom gioved 4 giugno 1992.

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