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IL PONTE mensile della Parrocchia di S.

Antonio Abate in San Domenico Siena

il Ponte

Sempre aggiornato e ricco di notizie consultabile anche online al sito www.basilicacateriniana.com

Quando la paura bussa alla porta, manda la fede ad aprire. Non ci trover nessuno . 1 Martin Luther King

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Leditoriale del Parroco
UNICO INDIZIO LA STELLA
Cari Parrocchiani, un proverbio africano dice: se vuoi che i solchi del tuo campo siano diritti, attacca laratro a una stella. Cosa significa tutto ci? Vuol dire che bisogna volgere gli occhi a una luce, a un pezzo di cielo; a un ideale in pratica! Come i Magi che guardano il cielo, guardano le stelle. In un bellissimo inno, il grande poeta SantAmbrogio, dice cos: Sic Magi ab ortu solis / per sideris indicium. Cio i Magi vanno in cerca del Divino Bambino, si mettono in cammino, compiono il grande viaggio, il viaggio dei viaggi, grazie a un piccolo indizio. Lindizio una stella, e vanno nonostante non abbiano mai avuto un annuncio come i pastori, seguendo solo la stella che nella notte emanava una grande luce. La luce e lo splendore, elemento comune ai pastori e ai Magi. Paul Claudel, nel Canto dellEpifania , la grande notte della fede che saluta. Ecco la notte migliore del giorno ancora Ecco lanno tutto nuovo, che sinnalza uguale coi suoi milioni di occhi tuttintorno verso il punto polare.Il domenicano Iacopo da Varazze talmente affascinato dalla stella dei Magi, perch permette loro il cammino che li condurr incontro a Ges che , trover cinque significati come se fossero cinque tappe, cinque stanze, dello stesso cammino. La prima stella naturale, la seconda entr nel loro cuore instillando la fede. La terza stella , intellettuale ed merito degli Angeli che favorirono lingresso della luce nella mente dei Magi. La quarta stella puramente razionale e corrisponde alla Santa Vergine. La quinta stella, Ges stesso essenza supersustanziale che va oltre le dimensioni di natura, fede, intelletto e ragione. Cari Parrocchiani, Paolo VI diceva che lEpifania la festa della fede e della missione: Festa operativa dello spirito apostolico e missionario che, come il Concilio ha insegnato, devessere proprio dogni discepolo di Cristo. ( LG. 17 ). Augurandovi una buona festa dellEpifania in questanno della fede , tutti benedico di cuore.

P. Alfredo Parroco

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IL FINE E I FRUTTI DELLA SANTA MESSA

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IL LIBRO DEL PAPA PRESENTATO A SAN DOMENICO


Linfanzia di Ges, lultimo libro scritto da Papa Benedetto XVI, stato presentato nella Sala del Capitolo del Chiostro di San Domenico da Raffaele Luise, decano dei vaticanisti Rai, giornalista, inviato di guerra e autore di sette libri. Tutta la trilogia dei testi su Ges, che ha per autore il Santo Padre, non magistero della Chiesa, pertanto il contenuto pu essere messo in discussione, come infatti alcuni biblisti hanno fatto. Il libro il frutto maturo del Papa teologo, che per tutta la sua vita, ha nutrito un amore straordinario verso il Figlio di Dio. In questo libro il Papa traccia le corde di una spiritualit che si fa lirica, ha sottolineato Luise. Sia Paolo Mieli che Gianfranco Ravasi, un laico ed un ecclesiastico, durante la presentazione nella sala stampa vaticana, hanno sottolineato come questo libro accetti una sfida difficile, in quanto le fonti storiche che parlano sullinfanzia di Ges sono solo il Vangelo di Luca e quello di Matteo, i quali hanno raccolto il racconto della famiglia di Ges, ed in modo particolare di Maria, sua Madre. Dallo scritto di Benedetto XVI traspare un amore profondo e allo stesso tempo una spiritualit, delicata e riservata. Lincarnazione che diventa storia al s della Madonna; proprio il s di una donna che rende possibile che la divinit tocchi la storicit e questo rende Ges non relegato al passato, ma lo rende uomo del nostro tempo. Questo libro, come del resto gli altri due precedenti sulla vita di Ges, sono stati scritti da Papa Benedetto, proprio per far conoscere Ges, vero Dio e vero uomo, nel tentativo di arginare la scristianizzazione che caratterizza la nostra societ, tema che preoccupa moltissimo il Santo Padre, fin dallinizio del suo pontificato. E proprio nellAnno della Fede, il libro sullinfanzia di Ges ci presenta un uomo, simile a noi, ma, come direbbe Santa Caterina, il Cristo un uomo che si fa ponte tra lumano e il divino. In questo libro, si nota la grande apertura che Papa Benedetto fa. Egli, infatti, nel libro, cita anche i Vangeli apocrifi, che non sono riconosciuti dalla Chiesa e, proprio perch il libro non unopera di magistero, si apre anche ad altre fonti e ad altri contributi di studiosi. Ha moderato lincontro Padre Lorenzo Fatichi O.P., gi professore alla Facolt teologica dellItalia centrale e priore emerito di San Domenico. Nel suo intervento Padre Fatichi ha sottolineato come lindagine storico-critica deve continuare e, in questa trilogia su Ges, il Santo Padre riesce a coniugare il difficile incontro tra storia e teologia. Alla fine dellincontro Raffaele Luise ha tracciato alcuni brevi ricordi circa il suo lavoro di vaticanista accanto ai Papi del Novecento. Giovanni XXIII, il Papa che distingue lerrore dallerrante; grande capacit di misericordia, che si manifesta in un grande abbraccio al mondo. Paolo VI, Papa colto e raffinato, quanto tormentato e angosciato, angoscia che presente in tutti i Papi del Novecento. Giovanni Paolo I, di umili origini, ma di una pastoralit innata che, nel breve periodo del suo pontificato, fece diventare la Curia organismo vivente. Giovanni Paolo II, che nel Sahel, entrava nelle tende dei lebbrosi, ed affermava: Darei la vita per lAfrica. Benedetto XVI che vive langoscia per la scristianizzazione della societ e per la difficolt nel trasmettere la Fede. Il libro sullinfanzia di Ges vuole essere anche un valido contributo per arginare questi pericoli che luomo del nostro tempo sta correndo; inoltre vuole rilanciare il dialogo di spiritualit con i non credenti e gli atei. Franca Piccini

P. Lorenzo Fatichi (moderatore) alla serata insieme al Dr. Raffaele Luise 4

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RISULTATO DEL MERCATINO DI NATALE LA BOTTEGA DELLA SOLIDARIETA ALLESTITO DALLE SIGNORE DELLA CARITAS PARROCCHIALE Il ricavato della vendita dei manufatti e degli oggetti stato devoluto nei modi seguenti:
. 450 per i bisogni della Parrocchia . 400 a padre Ottavio per la missione in Guatemala . 400 alla missione casa per bambini abbandonati e orfani in Kenia 300 alla dr.Laura Perna per la pediatria Kimbombo (Rep Congo) . 300 al CAV di Siena

In occasione del S.S. Natale lartista Luca Pollai ha fatto dono a P. Alfredo (Correttore della Contrada del Drago) di un uovo di struzzo dipinto con lo stemma della Contrada.

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Il 15 agosto 2012 ero telespettatrice (o meglio: computerspettatrice) della santa Messa celebrata dal Papa nella Chiesa di San Tommaso da Villanova in Castel Gandolfo. Nella chiesa c' una bellissima statua, quasi al naturale e molto realistica, della Madonna col Bambino. Durante tutta la santa Messa una guardia svizzera stava vicino alla statua, forse a un metro di distanza, non lo so esattamente. Sullo schermo l'immagine sembrava come se la guardia fosse proprio accanto alla statua. L'effetto dell'immagine era strano per due motivi. Riguardante il tempo: La differcnza del passato e del presente era sparita. Si fondevano. Riguardante la statua e la persona viva: Non c'era pi nessun differenza tra statua e uomo. Il risultato di questa associazione ha avuto un effetto ipnottizzante per me. Fortunatamente sono riuscita a riprendere delle foto dallo schermo, il che dawero difficile. Osservandole con pi attenzione mi venuta l'idea di fare un piccolo racconto, usando quattro delle immagine con relative didascalie. Infatti il testo potrebbe essere diverso, e se fossi un insegnante, darei agli allievi le immagini con il compito di ideare testi appropriati. Sarebbe interessante di vedere i diversi resultati! Birgit Malling Eriksen

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Ma che cosa st succedendo dietro le spalle dei sacerdoti durante la Santa Messa ?

Ges Bambino, pieno di curiosit, sta allungando la mano verso lalabarda della guardia svizzera. Pensiero di Ges Bambino: che cos questo? Vorrei poterlo toccare! E quella strana persona, perch sta sempre totalmente immobile? Deve essere una statua!

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Ges Bambino riesce a toccare la figura sullalabarda e sembra molto contento. Pensiero della guardia svizzera: ma che cosa sta succedendo accanto a me ? C una strana forza che cerca di muovere la mia alabarda! Qualcosa di soprannaturale? Secondo le regole devo stare assolutamente immobile durante tutta la Santa Messa e non muovere n il corpo n lalabarda.

AFFASCINANTE !!!

Complimenti alla disciplina della guardia svizzera che rimasta completamente immobile durate tutta la Santa Messa, ne sono testimonianza queste quattro foto riprese durante lomelia ed alla fine della Santa Messa.

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WILLIAM FLEETE: UN EREMITA CHE VISSE LA SUA FEDE IN TERRA DI SIENA Il nostro viaggio attraverso le radici della fede in terra di Siena ci porta anche in Inghilterra e ci fa conoscere William Fleete. Egli era un frate agostiniano, originario della cittadina inglese di Fleete, situata nel Lincolnshire, da qui il nome; baccelliere in teologia allUniversit di Cambridge, nel 1359 era stato nominato reggente del convento agostiniano di Praga. Loccasione che lo vide scendere in Italia gli fu data dal capitolo generale dellOrdine agostiniano, che si tenne a Padova sempre nel 1359. Ma William, da ora in avanti lo chiameremo Guglielmo, fu pi attratto dalla vita eremitica che non dalla vita burocratica di reggente che lo attendeva nel convento praghese. Sembra che ad attrarre Guglielmo a Selva del Lago (dal 1392 si chiam Lecceto, dai folti boschi di lecci) siano stati anche Antonio da Nizza e il priore Niccol Tini che govern il convento dal 1352 al 1387. Il baccelliere di Cambridge era tenuto in grande reputazione per la sua cultura, ma presto acquist notevole fama per santit e ascetismo. Insieme a due suoi confratelli, John Doddington e William Pigot, venne a Selva del Lago presso il convento agostiniano con la precisa intenzione di vivere la Regola di SantAgostino da eremita. Dalla met del 1300 Selva del Lago riveste una importante posizione nella tradizione spirituale dellOrdine agostiniano, insieme alla citt di Centocelle vicino a Civitavecchia. Come scrive Katherine Walsh nel suo saggio dal titolo: The Augustinian observance in Siena in the age of S. Caterina and S. Bernardino - Atti del simposio internazionale caterinianobernardiniano - Siena 1980, a cura di D. Maffei e P. Nardi, Selva del Lago aveva un forte legame con il Comune di Siena, poich molti giovani appartenenti a famiglie senesi frequentavano questo convento agostiniano per trascorrervi periodi di ritiro spirituale. Linterferenza comunale negli affari delle cose religiose era un evento frequente e ci faceva da corollario anche ad un supporto finanziario in favore delle numerose comunit religiose, che continuavano ad esistere nelle citt italiane. In questo senso Selva del Lago rappresenta uno dei pi alti esempi di legame materiale e giuridico tra lOrdine religioso ed il Comune ed anche un luogo importante per la trasmissione della fede, in quanto favoriva la conoscenza della vita religiosa tra i giovani. Questo legame tra istituzioni civiche e religiose fece s che a Siena si sviluppasse, tra il XIII e il XIV secolo, una vivace stagione culturale e spirituale che sta allorigine dei molti capolavori artistici di cui la citt ricca. Questa tematica, insieme a quella del bene comune, furono scientificamente affrontate nel corso dei lavori del convegno di studi Beata Civitas, che si tenne a Siena dal 28 al 30 ottobre 2010, convegno fortemente voluto dal nostro arcivescovo Antonio Buoncristiani. Tornando alleremita, sappiamo che l8 settembre 1359, il priore generale degli agostiniani, Matteo DAscoli, garant a Guglielmo Fleete il permesso di isolarsi divenendo un membro della sua comunit, con lobbligo, per, fatto rispettare dallallora priore del convento Niccol Tini, di far ritorno al convento tutti i giorni al calar del sole. Nonostante il suo eremitaggio, la sua vita si intreccia con quella di Caterina da Siena. Ne I miracoli di Santa Caterina, opera scritta da un anonimo fiorentino nellestate del 1374, viene descritto il modo come Guglielmo trascorreva le sue giornate nel suo eremitaggio, accompagnato solo dai suoi libri. Cos scrive lanonimo: Questo un uomo di grande scienza, uomo venerabile, di grande santit, abita spesso nella Selva (detta del Lago) in sue spelonche che le ha fatte lui stesso in luoghi scuri ed aspri Questo un uomo di maturo consiglio, amico di Dio et uomo di grande esempio et poco parla se non quando la necessit di parlare si richiede.

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Guglielmo de Anglia, cos firmava i suoi scritti latinizzando il nome, fece parte, insieme a Gerolamo da Siena, Antonio da Nizza, Felice da Massa, di un gruppo di religiosi con il quale era in stretto contatto Caterina Benincasa, la quale scrisse alleremita sei lettere delle 381del suo epistolario, invitandolo pi volte ad abbandonare la vita eremitica e a scendere nel campo della battaglia, ma soprattutto Caterina lo invit a Roma per stare vicino al papa Urbano VI e per consigliarlo nel difficile momento che stava attraversando la Chiesa: siamo nel 1378 ed il 20 settembre a Fondi si consumava il grande scisma con lelezione dellantipapa Clemente VII. Caterina chiamava a Roma Guglielmo, perch lo considerava una persona di grande fede e prestigio nel mondo ecclesiastico a lei contemporaneo. Nella Lettera 326, datata 15 dicembre 1378, ella scrive a Guglielmo queste parole: e per vi prego per amore di Cristo crocifisso, che tosto ne veniate senza indugio, alla richiesta che il Santo Padre fa a voi e non dormite pi che tempo di veglia. Guglielmo non rispose mai agli inviti di Caterina e quindi del papa. Ma il tempo della veglia e di scendere nel campo della battaglia venne anche per Guglielmo. Come riporta Padre M.H. Laurent O.P. in De litteris ineditis Fr. Willemi de Fleete ex Analecta Augustiniana, 1942, fasc. I, Guglielmo scrisse alcune lettere ai suoi confratelli agostiniani in Inghilterra e al maestro generale del suo Ordine, affinch pregassero perch la Curia del Regno dInghilterra prendesse posizione in favore di Urbano VI. In realt questo era gi avvenuto, in quanto la Curia del Regno, riunita a Gloucester il 18 ottobre 1378, aveva deciso di aderire ad Urbano VI. Nel 1382, Guglielmo scrive il Sermo in reverentiam Beatae Catharinae senesi, in cui pi volte ribadisce il suo incondizionato appoggio al papa Urbano VI. Guglielmo annoverato tra i Beati dellOrdine agostiniano.

Franca Piccini

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PRESEPE DELLANNO DELLA FEDE 2012 2013


Tu o Maria, sei Colei che pur ignara di nozze, porti sulle tue braccia il Bambino divino, come il tralcio che porta il grappolo maturo, e dici: Tu sei il frutto, tu sei la mia vita. Bellissimo, questo verso di Romano il Melode, inserito nella poesia Mistica Vigna , Inni alla Madre di Dio. Ora, se Maria la mistica vigna, Santa Caterina, dice che Cristo la mistica botte. Infatti :la sua umanit fu la botte che nascose il vino prezioso della sua natura divina. E lo Spirito Santo con le sue mani spill quella botte sul legno della santissima croce. ( L. 136 ) Fu leterno Padre a volerci dare il Verbo, suo unigenito Figlio, nato nel ventre dolce di Maria. ( L.110 ) Dio pertanto, dice la nostra Santa, per fede, ci chiama a lavorare in tre vigne. Nella vigna dellanima nostra per portare molto frutto nel tempo del raccolto. Nella vigna del prossimo, la quale tanto unita, che portando utilit alla nostra, la portiamo anche a quella; e nella vigna della Santa Chiesa, perch qui ha posto il lavoratore: cio Cristo in terra. ( L. 313 )

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Una famiglia perfetta


GENERE: Commedia ANNO: 2012 REGIA: Paolo Genovese CAST: Sergio Castellitto, Marco Giallini, Claudia Gerini, Francesca Neri, Carolina Crescentini

In una villa di campagna nei pressi di Todi, un cinquantenne misterioso, ricco e solo, decide di affittare una compagnia di attori per far interpretare loro la famiglia che non ha mai avuto in occasione delle feste natalizie. Leone, il singolare padrone di casa, adesso ha una moglie, un fratello, una cognata, tre figli e una mamma, ma la finzione e la realt si mescoleranno fino al sopraggiungere di un personaggio imprevisto dal copione che cambier per sempre la sua vita. Comincia bene il film di Paolo Genovese, rappresentando una situazione da idillio natalizio presto ribaltato dall'entrata in scena di un Sergio Castellitto che alla presunta rilassatezza del quadro aggiunge una nota tesa, quasi tagliente: il suo primo scontro con la scalcinata compagnia ansiosa di riuscire a rispettare le linee guida della farsa sulle caratteristiche fisiche del piccolo Daniele, troppo grasso per interpretare suo figlio, in un godibile aggiornamento di una ferocia da troppo assente nella commedia italiana contemporanea. Proprio nei ripetuti e sempre pi paradossali attriti tra il committente e gli attori, Una famiglia perfetta trova il suo punto di forza e la sua ragione d'essere, portando avanti un discorso sulla natura e sulla possibilit offerte dalla recitazione, arte che ha capacit di cambiare la realt. Scorbutico e dispotico, quasi fosse un aggiornamento dello Scrooge dickensiano, Leone vede scorrere davanti ai suoi occhi il Natale (e la vita) che avrebbe potuto avere nel passato e che, trattandosi di una commedia per famiglie, riuscir ad avere nel suo immediato futuro. Nell'adattamento dei personaggi-attori alla ferrea cornice stabilita emerge la distanza tra interprete e persona, corpo e ruolo, come le contraddizioni e le fragilit di chi pu entrare e uscire a piacimento da uno specchio di cui bisogna conoscere le regole. soprattutto questa la funzione della nonna interpretata da Ilaria Occhini, che da attrice famosa in passato a comprimaria in una compagnia di quart'ordine reclama il suo spazio con un "fuori programma" in grado di rialzare per un po' quel tono senza dubbio afflosciatosi nella seconda parte del racconto; figura demiurgica quanto o pi di quelle di Leone e Fortunato, il capocomico interpretato da un guittesco Marco Giallini, impartisce ai giovani colleghi lezioni pratiche sull'immedesimazione (ricercare una motivazione intima nelle scene di pianto) e incarna una nobilt dell'arte dello spettacolo troppo confusa con il solo apparire (non a caso il sogno dell'adolescente Pietro far parte del cast del Grande Fratello). Innegabilmente al di sopra del livello medio dei nostrani titoli natalizi, la pellicola risente di qualche fastidiosa lungaggine e finisce, nella coda, con l'indulgere a quel buonismo tenuto alla larga all'avvio. Peccato. Alla base della sceneggiatura c' lo spagnolo "Familia" (1996) di Fernando Len de Aranoa, inedito in Italia, che ispir anche l'americano Natale in affitto (2004) con Ben Affleck.

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La Rubrica dei bambini


dallisola che non c al Chiostro di San Domenico

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AVVISI
Appuntamenti del mese di Gennaio

17 gioved ore 17 Benedizione degli animali in Cripta 19 sabato ore 9:30 Ritiro Cresimandi nel Chiostro. 20 domenica ore 10:30 Cresime. S. Messa presieduta dal nostro Arcivescovo Mons. Antonio Buoncristiani. 31 gioved ore 17:30 Incontri culturali di San Domenico nella sala del capitolo del Chiostro. Presentazione del libro: Le feste scippate Sar presente lautore Mimmo Muolo giornalista del quotidiano lAvvenire.

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