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Tribunale di Milano, Sez.

II, 19 luglio 2012

IL TRIBUNALE DI MILANO Sezione Seconda Civile riunito in persona dei giudici: Mauro Vitiello Francesca Mammone Filippo D'Aquino ha emesso il seguente DECRETO nel procedimento di concordato preventivo n. 38/12, originato dalla domanda di ammissione proposta da SAD s.r.l. in liquidazione, con sede in Milano, via (omissis); letti gli atti; rileva quanto di seguito esposto. Premessa l'inammissibilit della domanda depositata in data 29 giugno 2012 nell'erronea convinzione della vigenza dell'art. 33 del d.l. n. 83/12, la cui entrata in vigore invece differita alla decorrenza del trentesimo giorno dalla pubblicazione della legge di conversione, deve essere esaminata la seconda domanda, completa della documentazione di cui al'art. 161 l. fall., presentata in data 7 luglio 2012. Anche tale seconda domanda inammissibile: essendo imperniata esclusivamente sulla liquidazione del patrimonio della societ debitrice e prevedendo il soddisfacimento in percentuale dei creditori assistiti da una causa di prelazione generale, oltre che dei chirografari, essa viola il divieto di alterare l'ordine delle cause legittime di prelazione di cui all'art. 160, comma 2 l. fall. presidente rel. giudice giudice

Tale divieto infatti a tutela del principio secondo il quale i beni del debitore garantiscono i creditori di quest'ultimo secondo eguali diritti di soddisfacimento, salve le cause legittime di prelazione. L'allocazione delle risorse provenienti dal patrimonio del debitore non quindi libera, come sarebbe quella della finanza cd. esterna, che nel caso di specie manca ma che, ove esistente, legittimerebbe il soddisfacimento in percentuale dei chirografari a prescindere dall'avvenuto integrale soddisfacimento dei privilegiati generali. Ci significa che, in mancanza di apporti esterni al patrimonio del debitore (immissioni di finanza a titolo gratuito, messa a disposizione dei creditori di beni da parte di un soggetto diverso dal debitore in crisi, postergazioni volontarie o rinunce di crediti condizionate all'omologazione) non possibile destinare le risorse derivanti dalla liquidazione del patrimonio del debitore stesso ai creditori privilegiati di un certo grado se non dopo aver soddisfatto integralmente i creditori con causa di prelazione generale antergata; inoltre che non possibile pagare in percentuale i chirografari se non dopo aver soddisfatto integralmente tutti i privilegiati generali. Tali principi non sono rispettati nella proposta, che prevede il pagamento del 71,5% dei crediti assistiti dalla causa di prelazione di cui all'art. 2751 bis n. 1, 2 e 5 c.c., del 70% dei crediti privilegiati previdenziali ed erariali e dell'8% dei chirografari. A fronte di tali assorbenti rilievi, scema l'importanza di altre anomalie della domanda in esame, quali in primis quella inerente alla tecnica di formazione delle classi dei creditori, che non tiene conto, da un lato che crediti assistiti dalla prededuzione, dal privilegio speciale o generale e crediti chirografari hanno un diverso trattamento ex lege e non certo per effetto di un'aggregazione dipendente dall'autonomia negoziale del debitore, dall'altro del principio per cui l'istituto delle classi inerisce esclusivamente ai crediti chirografari o ai crediti, o quelle parti dei crediti, originariamente privilegiati, ma degradati al chirografo in quanto non soddisfabili con la liquidazione dei beni sui quali il privilegio insiste. Da quanto esposto consegue la necessit di dichiarare inammissibile la proposta concordataria. P.Q.M.

letto lart. 162, comma 2 l. fall.; dichiara inammissibile la domanda di concordato preventivo presentata da SAD s.r.l. in liquidazione. Cos deciso in Milano, in camera di consiglio, il 19 luglio 2012.

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