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Pre-appunti versione 5 maggio 2004 Lo spazio di Minkowski.

Lo spazio di Minkowski.
1. Lo Spazio-Tempo di Minkowski `e il dato di / := (A, V, Q) ove A `e uno spazio ane di spazio delle
traslazioni V, V `e uno spazio vettoriale su R (reale) di dimensione 4, Q `e una forma quadratica non degenere
di segnatura (3, 1). Dunque esistono basi di V in cui la forma ammette matrice del tipo
_
_
_
1 0 0 0
0 1 0 0
0 0 1 0
0 0 0 1
_
_
_
e diremo che una tale base `e un riferimento ortonormale di V. Scriveremo v, w) per la forma bilineare
simmetrica associata alla forma quadratica Q.
Daremo una nozione di osservatore, e di come losservatore misuri gli intervalli di tempo e di
spazio; vogliamo arrivare a confrontare le misure fatte da osservatori diversi.
2. Un vettore v V si dice di tipo tempo, luce, spazio a seconda che Q(v) sia negativo, nullo, positivo.
Sia T linsieme dei vettori di tipo tempo:
T := v V[Q(v) < 0 V ;
osserviamo che se v, v

T e v, v

) < 0, allora per ogni ,

in R
0
non entrambi nulli risulta v+

T .
Da ci`o si deduce che T `e unione disgiunta di due coni convessi (un cono `e un sottinsieme di uno spazio
vettoriale con la seguente propriet`a: se v sta nellinsieme allora v sta nellinsieme per ogni R
>0
) che ne
sono le componenti connesse. Il bordo dei due coni descrive i vettori di tipo luce; lesterno descrive i vettori
di tipo spazio, che formano un insieme connesso, ma non convesso.
La scelta di uno dei due coni, diciamo T
+
, si chiama la scelta di un orientamento temporale. Allora
abbiamo T = T
+
T

; T
+
si chiama il futuro, T

si chiama il passato. Notare che due vettori tempo


v, v

stanno nella stessa componente connessa di T (entrambi verso il futuro o entrambi verso il passato) se
e solo se v, v

) < 0.
T
+
T

3. Eventi dello Spazio-Tempo. Un evento E di / `e un punto E A. Il futuro di E `e E+T


+
, e il
passato di E `e E+T

.
4. Osservatori dello Spazio-Tempo. Un osservatore di / `e dato dalla coppia (P, v) di un evento
P e un vettore tempo v rivolto verso il futuro e normalizzato dalla condizione Q(v) = 1; dunque P A e
v T
+
tale che Q(v) = 1.
Se (P, v) `e un osservatore, allora v

V `e un sottospazio vettoriale di V di dimensione 3 in cui la


forma quadratica indotta da Q `e denita positiva (si pu`o scegliere un riferimento ortonormale di V in cui v
sia il quarto vettore...). Dunque si tratta di un sottospazio euclideo di V che si chiama lo spazio a riposo
dellosservatore (P, v).
`
E in questo spazio che lui far`a le misure di distanza; notare che osservatori diversi
hanno spazio a riposo diversi tra loro.
Notare che un riferimento ortonormale di V `e dato dal vettore associato ad un osservatore insieme con
la scelta di una base ortonormale del suo spazio a riposo. Diremo che un riferimento ortogonale di / `e il
dato di un osservatore (P, v) e di una base ortonormale dello spazio euclideo v

.
Universit`a di Padova, Italia 1 maurizio@math.unipd.it
Pre-appunti versione 5 maggio 2004 Lo spazio di Minkowski.
Se v = (x, y, z, t) sono le coordinate di v in una ssata base ortonormale, con x
2
+y
2
+z
2
t
2
= 1,
esplicitare una base per v

e scrivere la matrice, rispetto a questa base, della forma quadratica indotta da


Q su v

.
5. Vogliamo esplicitare le relazioni tra due osservatori, ed in particolare denire la nozione di velocit`a
relativa di uno rispetto allaltro.
Siano (P, v) e (Q, u) due osservatori in /. Siccome V = Rv v

, possiamo scrivere
u = sv +w
con s R e w v

(spostamenti temporale e spaziale del secondo osservatore, visti dal primo).


Calcolando u, v) = sv +w, v) troviamo
s = u, v) > 0
visto che u, v) < 0 in quanto u, v T
+
.
Calcolando u, u) = sv +w, sv +w) troviamo
|w|
2
= s
2
1
dove abbiamo denito |w|
2
= Q(w) > 0 (nota che w `e di tipo spazio, poiche sta in v

).
Deniamo il vettore velocit`a relativa di (Q, u) rispetto a (P, v) come il rapporto spostamento/tempo
visti da (P, v):
(u, v) :=
w
s
v

e scriviamo anche = (u, v) se non ci saranno ambiguit`a sugli osservatori scelti.


Osserviamo che
||
2
=
|w|
2
s
2
=
s
2
1
s
2
= 1
1
s
2
< 1
ovvero la velocit`a relativa di due osservatori ha sempre modulo minore di uno (che `e la velocit`a della luce
normalizzata).
Inoltre abbiamo visto (dove?) la relazione
s =
1
_
1 ||
2
= u, v) .
Inne possiamo ora scrivere il vettore u come
u = sv+w = s(v+) =
v+
_
1 ||
2
da cui si vede che u `e determinato dalla conoscenza di v e della velocit`a relativa (u, v).
v
u
sv
w
v

(u, v) = w/s
v
u
s

u
w

(v, u) = w

/s

6. Fare composizioni di velocit`a relative per pi` u osservatori `e tecnicamente molto dicile (perche?).
Notiamo inizialmente che in generale per due osservatori abbiamo (u, v) ,= (v, u), ma in eetti le
due velocit`a hanno lo stesso modulo: |(u, v)| = |(v, u)|.
Se poi abbiamo tre osservatori (P
1
, v
1
), (P
2
, v
2
) e (P
3
, v
3
) che siano complanari in V, allora risulta che
|(v
3
, v
1
)| =
[|(v
3
, v
2
)| +|(v
2
, v
1
)|[
1 +|(v
3
, v
2
)||(v
2
, v
1
)|
.
Per dimostrare la formula senza troppi calcoli conviene supporre daver scelto un riferimento ortonormale in
cui v
1
= (x, 0, 0, x

), v
2
= (0, 0, 0, 1) e v
3
= (y, 0, 0, y

), naturalmente con x
2
x
2
= 1 = y
2
y
2
(sono
osservatori) e x

> 0, y

> 0, xy x

< 0 (sono tutti rivolti al futuro). Si pu`o sempre scegliere un tale


riferimento ortonormale?
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La storia dei trenini. Un modo pittoresco spesso usato per illustrare la formula precedente `e il
seguente: se abbiamo un treno che viaggia a velocit`a rispetto alla Terra, e sul treno si sta muovendo, nella
stessa direzione, un altro trenino con velocit`a

rispetto al treno stesso, allora il trenino ha velocit`a


+

1+

rispetto alla Terra. In particolare se il trenino `e un raggio di luce (

= 1), allora la sua velocit`a rispetto alla


terra `e ancora
+1
1+
= 1 (la luce ha velocit`a 1 per tutti gli osservatori).
La composizione di velocit`a relative mostra quindi che la funzione reale che manda (,

) in
+

1+

d`a
una legge di gruppo sui numeri reali dellintervallo aperto ] 1, 1[ , con elemento neutro 0 ed elemento
opposto di dato da , come si pu`o facilmente vericare.
In eetti ricordando che la funzione tangente iperbolica tanh : R ] 1, 1[ `e una biiezione e possiede
la propriet`a
tanh( +

) =
tanh + tanh

1 + tanhtanh

, tanh(0) = 0 tanh() = tanh() ,


si vede che la legge di gruppo di cui si parla `e quella corrispondente alla somma tramite la funzione tanh.
7. Misure di distanze spazio-temporali tra eventi. Ora dati due eventi E
1
ed E
2
in A, vogliamo
vedere come gli osservatori ne misurano la distanza spazio-temporale.
Se (P, v) `e un osservatore, poiche E
2
E
1
V = Rv v

, lui vede
E
2
E
1
=
t
v +
s
e chiama
t
R lintervallo temporale tra i due eventi (il tempo trascorso tra luno e laltro),
s
v

lintervallo spaziale (un vettore del suo spazio a riposo) tra i due eventi e |
s
| la distanza spaziale tra i due
eventi.
Se (Q, u) `e un altro osservatore, vede
E
2
E
1
=

t
u +

s
con

t
R intervallo temporale e

s
u

intervallo spaziale.
Dalluguaglianza
t
v +
s
=

t
u +

s
, applicando la forma contro u, otteniamo

t
v, u) +
s
, u) =

t
da cui ricaviamo (usando le formule del punto 5)

t
=

t

s
, )
_
1 ||
2
.
Infatti

t
= v, u)
_

t
+

s
, u)
v, u)
_
= v, u)
_

t
+
s
,
u
v, u)
)
_
= v, u) (
t

s
, v +)) .
Dunque possiamo concludere che: se
s
= 0, ovvero i due eventi si manifestano nello stesso punto dello spazio
a riposo di (P, v) (per esempio due letture del suo proprio orologio), allora

t
=
t
/
_
1 ||
2
. Signica
che secondo losservatore (Q, u) lorologio di (P, v) `e rallentato, scorre meno veloce del suo proprio. Si
tratta del fenomeno di contrazione dei tempi della relativit`a ristretta:
v
u E
1
E
2

t
u

t
v
u

t
<

t
=
t
/
_
1 ||
2
Osserviamo che in ogni caso abbiamo le uguaglianze

2
t
+|
s
|
2
= Q(E
2
E
1
) =
2
t
+|

s
|
2
e dunque se
t
= 0, cio`e i due eventi sono contemporanei visti da (P, v), allora |
s
|
2
=
2
t
+|

s
|
2
, cio`e
laltro osservatore li vede come pi` u distanti nello spazio (oltre che non contemporanei!).
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v
u
E
1
E
2

t
u

s
u

|
s
| < |

s
|
Nota per`o che questo non `e una misura di lunghezza di un oggetto sico, ma la misura di distanza
spaziale tra due ssati eventi dello spazio-tempo. Misurare la lunghezza di una sbarra per esempio `e un
procedimento diverso da questo: quando un osservatore misura la lunghezza di una sbarra sta valutando due
eventi per lui contemporanei, che sono gli estremi della sbarra nel suo spazio a riposo.
8. Riassunto per i vari tipi di coppie di eventi: dati E
1
ed E
2
eventi dello spazio-tempo, poniamo
= Q(E
2
E
1
). Vi sono allora le seguenti tre possibilit`a:
(1) se < 0 allora E
2
E
1
`e di tipo tempo; esiste un osservatore (P, v) con v parallelo a E
2
E
1
, per il
quale quei due eventi avvengono nello stesso spazio, e il numero

> 0 si dice il tempo proprio
trascorso tra i due eventi.
(2) se > 0 allora E
2
E
1
`e di tipo spazio; esiste un osservatore (P, v) con v ortogonale a E
2
E
1
, per il
quale quei due eventi sono contemporanei (nel tempo), e il numero

> 0 si dice la distanza propria
tra i due eventi.
(3) se = 0 allora E
2
E
1
`e di tipo luce, e si dice che i due eventi stanno sullo stesso raggio di luce (rette
generate da vettori di tipo luce); ogni osservatore vedr`a quei due eventi come non contemporanei e non
sovrapposti; nella decomposizione usuale un osservatore (P, v) chiamer`a
s
la direzione di provenienza
del raggio di luce, e
t
= E
2
E
1
, v) il colore del raggio di luce (positivo se E
2
E
1
`e orientato verso
il futuro, ovvero nel bordo del futuro).
9. Oggetti e misure di lunghezza. Gli eventi dello spazio di Minkowski sono punti ssati dello spazio
tempo; un oggetto sico `e invece qualcosa che persiste nel tempo, dunque nello spazio di Minkowski
sar`a rappresentato da tutti gli eventi che lui via via occupa.
Per esempio una particella libera `e il dato di una retta P +Rw ove P A, e w `e un vettore di tipo tempo
rivolto verso il futuro; si tratta di un punto che si muove con moto rettilineo uniforme secondo losservatore
(O, e
4
) per esempio. Il dato di una sbarra, che sia in moto rettilineo uniforme secondo losservatore (O, e
4
),
(una striscia nello spazio tempo) pu`o essere rappresentato da due particelle libere parallele (come rette),
che sono i suoi estremi.
Misurare la lunghezza della sbarra per un osservatore (P, v) signica misurare la distanza tra due eventi
nel suo spazio di riposo ciascuno dei quali appartenga ad un estremo della sbarra.
Supponiamo che gli estremi della sbarra siano dati dalle rette E
1
+Rw e E
2
+Rw, e possiamo supporre
E
2
E
1
w

. Allora la lunghezza della sbarra secondo (P, v) `e la distanza tra E


1
ed un evento E

2
=
E
2
+kw E
2
+Rw tali che E

2
E
1
v

. Da questultima condizione troviamo k =


E
2
E
1
,v
w,v
e dunque
|E

2
E
1
| = |(E
2
E
1
)
E
2
E
1
, v)
w, v)
w|
`e la lunghezza della sbarra secondo (P, v). In particolare, se v `e parallelo a w, allora E

2
= E
2
e losservatore
misura la lunghezza
= |E
2
E
1
|
che si chiama la lunghezza propria (o a riposo) della sbarra.
Per un osservatore (Q, u) allora la lunghezza

della sbarra sar`a data dalla radice di

2
= |E

2
E
1
|
2
= |(E
2
E
1
)
E
2
E
1
, u)
v, u)
v|
2
= |(E
2
E
1
) +E
2
E
1
, )v|
2
= |(E
2
E
1
)|
2
E
2
E
1
, )
2
=
2
E
2
E
1
, )
2
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(stiamo sempre supponendo v parallelo a w, dunque ortogonale a E
2
E
1
) ed in particolare dar`a una misura
inferiore di quella dellosservatore solidale, in funzione della velocit`a relativa e dellangolo formato con la
sbarra. Usando la denizione di (misura del coseno dell)angolo tra E
2
E
1
e nello spazio a riposo di v,
cio`e cos (E
2
E
1
, ) = E
2
E
1
, )/|E
2
E
1
|||, otteniamo la formula pi` u leggibile:

2
= |(E
2
E
1
)|
2
|(E
2
E
1
)|
2
E
2
E
1
, )
2
|(E
2
E
1
)|
2
||
2
||
2
= |(E
2
E
1
)|
2
(1 ||
2
cos
2
(E
2
E
1
, ))
e dunque

=
_
1 ||
2
cos
2
(E
2
E
1
, ).
Se supponiamo che la velocit`a relativa sia parallela a E
2
E
1
(signica che losservatore si muove nella
direzione della lunghezza della sbarra) allora abbiamo

2
= |(E
2
E
1
)|
2
E
2
E
1
, )
2
= |(E
2
E
1
)|
2
|(E
2
E
1
)|
2
||
2
= |(E
2
E
1
)|
2
(1 ||
2
)
e quindi

=
_
1 ||
2
. Si tratta del fenomeno di contrazione delle lunghezze per osservatori della
relativit`a ristretta:
w
w
v
u
E
1
E
2
E

>

=
_
1 ||
2
10. Che cosa succede della misura dellangolo di un regolo da muratori visto da osservatori diversi?
Dati due osservatori, misurare langolo che essi formano nello spazio a riposo di un terzo osservatore. Che
relazioni vi sono con le velocit`a relative dei primi due rispetto al terzo? La misura dipende da questultimo
osservatore?
11. La disuguaglianza triangolare per i vettori del tempo futuro. Dai disegni precedenti si `e
notato che le disuguaglianze trovate sono in contrasto con la rappresentazione graca usuale. Il motivo
`e che per i vettori di tipo tempo lusuale disuguaglianza di Cauchy-Schwartz `e invertita, come pure la
disuguaglianza triangolare che ne discende.
Sia u T
+
e deniamo [u[ :=
_
u, u) > 0 (`e la misura di tempo proprio di u).
Allora per u, v T
+
abbiamo che
u, v) [u[[v[
o equivalentemente
u, v)
2
u, u)v, v) = [u[
2
[v[
2
e dunque
[u +v[ [u[ +[v[ .
Inoltre valgono le uguaglianze se e solo se i vettori sono linearmente dipendenti.
Per mostrare il primo asserto possiamo scegliere un riferimento ortonormale in cui v/[v[ sia il quarto
vettore della base, dunque v = (0, 0, 0, s) con s > 0, e scrivendo le coordinate di u come (x, y, z, t) la
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disuguaglianza `e evidente. Il secondo asserto segue dal primo come dusuale:
[u +v[
2
= u +v, u +v)
= u, u) v, v) 2u, v)
u, u) v, v) + 2[u[[v[
= [u[
2
+[v[
2
+ 2[u[[v[
= ([u[ +[v[)
2
da cui la disuguaglianza triangolare rovesciata.
La storia dei gemelli. Linterpretazione relativistica del fenomeno `e il paradosso dei gemelli: stiamo
confrontando i tempi propri di due particelle, una libera e laltra che subisce una accelerazione, che partono
da un certo evento, e si reincontrano in un altro evento dopo aver viaggiato separatamente: la particella
che ha subito laccelerazione (quella che ha viaggiato prima in direzione u e poi con direzione v) misura un
tempo proprio [u[ +[v[ minore del tempo proprio [u +v[ dellaltra; cio`e `e rimasta pi` u giovane.
u +v
u
v
[u +v[ > [v[ +[v[
evento di partenza
evento di accelerazione
evento darrivo
12. Le trasformazioni di Lorentz. Diamo unocchiata alle trasformazioni di Lorentz, cio`e gli
endomorsmi di V che rispettano la forma Q di Minkowski. Usiamo in generale uno spazio V su R di
dimensione n + 1, e una forma bilineare di segnatura (n, 1) (forma di Lorentz). Deniamo Lor
n
(R) =
Lor(n, R) linsieme degli endomorsmi di V che rispettano la forma di Lorentz, i.e. v, w) = v, w) per
ogni v, w. Scelta una base ortonormale in cui la forma di Lorentz abbia matrice L =
_
I
n
0
0 1
_
, deniamo
O
n,1
(R) = P GL
n+1
(R)[P
t
LP = L.
Osserviamo subito che (T ) T , e deniamo O
n,1
+(R) (risp. O
n,1
(R)) come il sottogruppo (risp.
sottinsieme) delle trasformazioni di Lorentz O
n,1
(R) per cui (T
+
) T
+
(risp. (T
+
) T

), cio`e che
preservano (risp. rovesciano) il tempo, o la direzione temporale.
Siccome il determinante di una trasformazione di Lorentz `e 1, possiamo dividere il gruppo di Lorentz
in quattro sottinsiemi disgiunti: O
n,1
(R) = O
n
+
,1
+(R) O
n

,1
+(R) O
n
+
,1
(R) O
n

,1
(R) ove il primo
e lultimo formano le matrici di determinante 1, e naturalmente O
n,1
+(R) = O
n
+
,1
+(R) O
n

,1
+(R) e
O
n,1
(R) = O
n
+
,1
(R) O
n

,1
(R). Le matrici di O
n

,1
+(R) rappresentano trasformazioni che rispet-
tano il tempo e cambiano orientamento spaziale; le matrici di O
n
+
,1
(R) rappresentano trasformazioni che
rovesciano il tempo e mantengono l orientamento spaziale. Il sottogruppo O
n
+
,1
+(R) delle matrici che man-
tengono gli orientamenti del tempo e dello spazio si indica con SO
n,1
(R), chiaramente contiene la matrice
identica, e scelti T O
n
+
,1
(R), S O
n

,1
+(R) (cosicche TS S O
n

,1
(R)) le moltiplicazioni per T, S,
TS danno luogo a biiezioni di SO
n,1
(R) con gli insiemi O
n
+
,1
(R), O
n

,1
+(R), O
n

,1
(R) rispettivamente.
Il gruppo SO
n,1
(R) contiene alcuni sottogruppi notevoli che conviene mettere in evidenza. Anzitutto
contiene (una copia di) SO
n
(R), poiche contiene le matrici del tipo
_
P 0
0 1
_
con P SO
n
(R) (trasformazioni
puramente spaziali, che non modicano il tempo: sono essenzialmente le trasformazioni della sica classica
di quellosservatore).
In secondo luogo, osserviamo che una trasformazione di Lorentz in SO
n,1
(R) manda osservatori in os-
servatori (poiche rispetta la normalizzazione e la direzione temporale). Per ogni coppia di osservatori con
velocit`a relativa del primo rispetto al secondo, diciamo nella direzione del vettore e
n
della base ssata,
esiste una trasformazione che manda il primo osservatore nel secondo, e che `e lidentit`a nellintersezione dei
loro spazi a riposo (gli ortogonali dei due osservatori). Tale trasformazione `e lidentit`a se i due osservatori
coincidono, altrimenti `e data dalla matrice
_
I
n1
0
0 H
_
ove H =
1

1
2
_
1
1
_
. Ricordando la denizione di fun-
zioni iperboliche, possiamo anche scrivere H come matrice di una rotazione iperbolica H =
_
cosh sinh
sinh cosh
_
per un ben preciso R. Queste trasformazioni si dicono boost o trasformazioni irrotazionali di direzione
e
n
e velocit`a .
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La composizione di due tali trasformazioni permette di ritrovare la formula di composizione delle velocit`a
relative: infatti abbiamo che
1

1
2
_
1
1
_
1

1
2
_
1

1
_
=
1

1
2
1

1
2
_
1 +

1 +

_
=
1 +

1
2

1
2
_
1
+

1+

1+

1
_
=
1
_
1
_
+

1+

_
2
_
1
+

1+

1+

1
_
che `e proprio la trasformazione irrotazionale di velocit`a
+

1+

nella direzione voluta.


Ogni trasformazione di Lorentz si ottiene componendo trasformazioni irrotazionali con trasformazioni
puramente spaziali?
Osserviamo inne che, analogamente alle rappresentazioni di U
1
(C) = S
1
su SO
2
(R) (isomorsmo) e di
SU
2
(C) su SO
3
(R) (omomorsmo suriettivo con nucleo 1), abbiamo un morsmo suriettivo di SL
2
(C)
(matrici in GL
2
(C) di determinante 1) verso SO
3,1
(R), di nucleo 1, che si esplicita meglio nel modo
seguente. Si identichi V con lo spazio reale di dimensione 4 avente per base ortonormale le matrici di Pauli

0
= I
2
,
1
=
_
0 1
1 0
_
,
2
=
_
0 i
i 0
_
e
3
=
_
1 0
0 1
_
(la norma corrisponde al determinante delle matrici, a parte
il segno). Allora una matrice V SL
2
(C) induce una mappa
V
di V in se stesso data da
V
(W) = V
t
WV .
Universit`a di Padova, Italia 7 maurizio@math.unipd.it
Pre-appunti versione 5 maggio 2004 Lo spazio di Minkowski.
Funzioni circolari e iperboliche. Per comodit`a riportiamo le informazioni fondamentali sulle funzioni
trigonometriche circolari e iperboliche (con R, il tutto quando le formule hanno senso).
Denizioni fondamentali
e
i
= cos +i sin [e
x+iy
= e
x
e
iy
] e

= cosh + sinh
e
i
= cos i sin e

= cosh sinh
cos =
e
i
+e
i
2
cosh =
e

+e

2
sin =
e
i
e
i
2i
sinh =
e

2
tan =
sin
cos
= i
e
i
e
i
e
i
+e
i
tanh =
sinh
cosh
=
e

+e

Relazioni fondamentali
cos
2
+ sin
2
= 1 [e
z
e
z
= 1] cosh
2
sinh
2
= 1
Periodocit`a, simmetrie e asintoti
cos, sin( + 2) = cos, sin() [e
2i
= 1]
cos, sin( +) = cos, sin() [e
i
= 1]
tan( +) = tan()
cos, sin(

2
) = sin, cos() [e

2
i
= i]
tan(

2
) = 1/ tan()
cos, sin() = cos, sin() cosh, sinh() = cosh, sinh()
tan() = tan() tanh() = tanh()
lim
/2
tan() =
_
lim
y/2
e
iy
= i
_
_
lim
x
e
x
= 0
+
_
lim

tanh() = 1

Graci
sin
cos
tan cosh
tanh
sinh
Formule di addizione
cos( +

) = cos cos

sinsin

cosh( +

) = coshcosh

+ sinhsinh

sin( +

) = sincos

+ cos sin

sinh( +

) = sinhcosh

+ coshsinh

tan( +

) =
tan + tan

1 tantan

tanh( +

) =
tanh + tanh

1 + tanhtanh

Parametrizzazioni razionali di cerchio ed (un ramo di) iperbole


sin
cos
tan
1/ tan

cos() =
1 tan
2
2
1 + tan
2
2
cosh() =
1 + tanh
2
2
1 tanh
2
2
sin() =
2 tan

2
1 + tan
2
2
sinh() =
2 tanh

2
1 tanh
2
2
sinh
cosh
tanh
1/ tanh

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