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Costume

Il recente rifiuto di Maras di ricevere un riconoscimento riporta di attualit Ferlinghetti (contro Orbn) e Goytisolo (contro Gheddafi). Il critico di Le Monde: il nuovo fronte del no

Non premiatemi. Sartre ancora chic


dal nostro corrispondente a Parigi STEFANO MONTEFIORI

uanto chic rifiutare un premio. Lo si pu fare in polemica con i giurati, perch non ci si sente allaltezza o, come nel caso del Nobel a Sartre, per molte ragioni tra le quali la preferenza verso il blocco dellEst piuttosto che lOvest ma, in ogni caso, il no assicura attenzione, talvolta stima e notoriet quanto il s. Verso un fronte del rifiuto dei premi letterari?, si chiede nel suo blog il critico di Le Monde Pierre Assouline, che questo mercoled assieme ad altri nove giurati (tra i quali Bernard Pivot, Rgis Debray e Patrick Rambaud) sceglier il vincitore del Goncourt, la pi importante delle onorificenze letterarie francesi. Ciascuno dei quattro finalisti del Goncourt 2012 Patrick Deville, Jol Dicker, Jrme Ferrari e Linda L dovrebbe accettare, secondo le previsioni, i simbolici 10 euro e soprattutto le circa 400 mila copie di vendita assicurata che di solito ne conseguono. Diversa stata la scelta dello spagnolo Javier Maras, che dieci giorni fa ha evocato un suo generale distacco dal mondo istituzionale per declinare il Premio Nacional de Narrativa del governo di Madrid: Non una posizione di disprezzo. Per molti anni non ho accettato alcun invito dallIstituto Cervantes, dal ministero della Cultura, dalle universit pubbliche o anche dalla tv spagnola. Sono davvero dispiaciuto, non posso accettare quello che per altri sarebbe stata solo una gioia. Lawrence Ferlinghetti, poeta e editore della beat generation, l11 ottobre stato pi preciso. A 93 anni ha trovato la forza di respingere lappena creato Prix Janus Pannonius del Pen Club ungherese 50 mila euro perch buona parte della somma era fornita dal governo di Viktor Orbn, denunciato da Ferlinghetti come un regime di destra che conduce politiche autoritarie e importanti attacchi alla libert di espressione e alle libert civili. Anche Juan Goytisolo rifiut sdegnato un premio, nel 2009: stimava molto il romanziere libico Ibrahim al Koni membro della giuria del Premio internazionale della letteratura, ma detestava altrettanto il dittatore Muhammar Gheddafi che forniva i 150 mila euro. Il gesto di Goytisolo fu coraggioso anche perch controcorrente: erano i giorni in cui Gheddafi veniva accolto con tutti gli onori e piantava la sua tenda a Roma e Parigi, mentre Londra liberava il terrorista libico responsabile dellattentato di Lockerbie. Se si sostiene chi, tra gli arabi, lotta contro la corruzione delle lite, le dittature, le dinastie teocratiche e le farse elettorali, poi non si pu salire su un

podio sotto gli applausi e stringere la mano di Gheddafi, spieg Goytisolo quando ancora le primavere arabe non erano cominciate. Quelli di Ferlinghetti e Goytisolo sono rifiuti molto ben motivati. Non sembra

immune da un cedimento al vezzo invece il campione del gran rifiuto, Jean-Paul Sartre, che nel 1964 disse no al premio Nobel per la letteratura. Va detto che Sartre cerc in tutti i modi di non farselo attribuire, quel Nobel, arrivando a rivolger-

si al segretario prima ancora della assegnazione. Secondo alcune informazioni in mio possesso questanno avrei qualche possibilit di ottenere il premio Nobel scrisse Sartre . Vorrei garantirle, prima di tutto, signor segretario, la mia profonda stima per laccademia svedese. Tuttavia desidero non figurare nella lista dei premiati possibili. Un conto non accettare un premio dalle mani di un governo discutibile o di un dittatore, un altro proclamare tutta la propria ammirazione verso i giurati, e poi dire no. Laccademia svedese non lesse neanche la sua lettera e prov comunque a incoronare il grande scrittore e filosofo, quellanno autore di Le parole. A dargli la notizia fu Franois de Closets, giovane praticante allAgence France Presse. Il 25 ottobre 1964 ero in redazione, alle 13 arriv il dispaccio di due righe con lannuncio e il caporedattore mi disse "prova a rintracciarlo, sbrigati, il mondo vuole sapere se alla fine accetta o no" racconta de Closets . Al telefono Sartre non rispondeva da giorni, io salii sul mio scooter e andai a cercarlo tra le brasserie di Montparnasse. Alla Coupole non cera, al Select neanche, diedi una mancia, mi dissero "prova allOriental", e infatti l lo trovai: stava pranzando con Simone de Beauvoir. Non osavo interromperli, aspettai che finissero e poi mi feci avanti. "Signor Sartre, laccademia svedese lha appena insignita del premio Nobel. Vorrei sapere se lei lo accetta o no". E Sartre rispose con il celebre "Je le refuse". Perch non voleva lasciarsi trasformare in unistituzione, spieg poi Sartre, e perch non posso accettare alcun premio dalle alte istanze culturali dei due blocchi, dellOvest e dellEst, anche se tutte le mie simpatie vanno al blocco dellEst. Fossi stato premiato ai tempi del Manifesto dei 121 per lAlgeria, avrei accettato. Sartre era stato preceduto nel 1951 da un altro gran rifiuto, quello di Julien Gracq, che preg i giurati del Goncourt di non premiarlo per La riva delle Sirti, dopo che in La letteratura senza vergogna si era scagliato contro il mondo delleditoria e dei premi letterari. LAccademia Goncourt rispose seccamente: Non ci si pu candidare al premio. Non ci si pu, quindi, neanche non candidare. Incoroneremo lautore del libro che sceglieremo secondo le prescrizioni del testamento di Edmond de Goncourt e senza altre considerazioni. E infatti Gracq fu, suo malgrado, il Goncourt 1951. Lanno scorso, in Gran Bretagna, ha provato a defilarsi John le Carr, chiedendo invano di essere depennato dai 13 finalisti del Booker Prize. Sono lusingato ma per principio non partecipo ai premi letterari, ha spiegato le Carr, mantenuto comunque nella lista. Il Booker andato poi a Philip Roth (gi premio Pulitzer), che ha accettato con gioia risultando meno schizzinoso. Forse anche per questo il Nobel, a lui che lo vorrebbe, non lo hanno ancora dato. @Stef_Montefiori

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