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Introduzione.
Le forme nelle quali diversi autori hanno espresso il postulato della teoria della
relativita di Einstein-Lorentz2 , e in parti
olare di re
ente Einstein il suo postulato
di relativita generale3 ,
onsentono l'idea o addirittura, per Einstein, la esigono, se
ondo la quale un sistema di leggi si
he soddisfa un postulato di relativita quando
le equazioni mediante le quali e rappresentato sono
ovarianti rispetto al gruppo
di trasformazioni delle
oordinate spaziotemporali asso
iato al postulato4 . Se si
ri
onos
e per giusta quest'idea e si tiene presente
he tutte le osservazioni si
he
onsistono in ultima analisi nella determinazione di relazioni puramente topologi
he
[
oin
idenze5 tra oggetti della per
ezione spaziotemporali e
he per questo immediatamente nessun sistema di
oordinate e privilegiato rispetto a qualunque altro6 ,
si e
ostretti alla
on
lusione
he ogni teoria si
a, senza mutamento del suo qualsivoglia -
ontenuto veri
abile
on osservazioni, puo essere portata in a
ordo
on ogni qualsivoglia postulato di relativita - an
he il piu generale - mediante una
trasformazione puramente matemati
a, e asso
iata alle di
olta matemati
he piu
gravi7 , delle equazioni
he la rappresentano.
Dev'esser tuttavia possibile
onferire ai postulati di relativita an
he un altro
signi
ato, non solo matemati
o e formale. Infatti solo
on l'esistenza di questo si
1U
ber den physikalis
hen Sinn der Relativitatspostulate, A. Einsteins neue und seine ursprungli
he Relativitatstheorie, Annalen der Physik 53, 575-614 (1917).
2 Vedi per esempio H. Minkowski: \Spazio e tempo". B.G. Teubner 1909. p. 4 - M. v. Laue:
\Il prin
ipio di relativita". Vieweg 1911. p. 33, x6. M. Abraham: \Teoria dell'elettri
ita". B.G.
Teubner 1908. p. 379 e 380.
3 A. Einstein, Ann. d. Phys. 49, p. 776. 1916.
4 Ho usato an
ora nel senso di questa interpretazione le espressioni \postulato di relativit
a"
e \teoria della relativita" nel mio lavoro \Sulla determinabilita in linea di prin
ipio... ", Ann.
d. Phys. 48, p. 907-982; vedi lo
.
it. p. 910, nota 5. In prati
a tuttavia questo non ha
evidentemente al
una importanza per l'oggetto trattato la.
5 A. Einstein, l.
.
6 Su questo punto inoltre: E. Krets
hmann, l.
. p. 914 - 924.
7 vedi G. Ri
i e T. Levi-Civit
a: \Methodes de
al
ul dierentiel absolu et leur appli
ations".
Math. Ann. 54. p. 125. 1901.
1
puo per esempio
hiarire l'impossibilita lampante e a tutti nota di introdurre nella
teoria della relativita originaria di Einstein il
on
etto di
orpo rigido,
he puo
essere determinato nel modo piu sempli
e mediante puri
ontrassegni topologi
i8 .
Nella prima parte del presente lavoro si
er
a
on un esempio di spiegare questo
signi
ato si
o dei postulati della relativita mediante
onsiderazioni geometri
he
tetradimensionali, e di far valere un postulato di relativita qualsiasi in una formulazione valida in generale. L'appli
azione nei paragra seguenti del
on
etto di
relativita ottenuto - essenzialmente diverso da quello di Einstein - alla nuova teoria della gravitazione di Einstein porta al risultato (x25)
he per il suo
ontenuto
si
o questa teoria va
onsiderata
ome una teoria perfettamente assoluta,
he di
fatto non soddisfa al
un postulato di relativita. Di
ontro l'originaria teoria della
relativita di Einstein risulta quella piu ampia pensabile sotto
erte ipotesi generali
(x26).
In
on
lusione si mostra
he il postulato della relativita generale potrebbe essere
soddisfatto si
amente nel senso dell'anzidetta interpretazione solo da leggi naturali
la
ui forma generale - in
ondizionata, aermativa - fosse nel modo piu fondamentale
diversa da quella -
ondizionata,
ioe negativa - delle leggi proposte nora.
Come ben si
omprende da quanto detto, la
ontrapposizione nella quale i risultati del presente lavoro stanno rispetto ai punti di vista espressi da Einstein nelle
sue ri
er
he sulla teoria della gravitazione deriva solo dalla diversita, a mio giudizio
signi
ativa, nell'interpretazione e nella denizione
on
ettuale dei postulati di relativita. Questa
ontrapposizione riguarda solo la posizione della teoria della relativita \generale" di Einstein e di quella sua originaria nella serie delle teorie della
relativita pensabili. La questione dell'eettiva validita delle nuove leggi di natura
proposte da Einstein rimane inve
e del tutto into
ata.
I. Il signi
ato si
o dei postulati della relativita.
(2) ds = 0; ds2
puo essere portato in una forma generalmente
ovariante. Cio risulta
hiaro a priori,
quando si fa
ia presente
he a rigore sono osservabili solo i puri fatti topologi
i
degli eventi naturali ovvero, se
ondo Einstein, le
oin
idenze.
Se l'aermazione
he un sistema di equazioni soddisfa un postulato di relativita
spe
iale e non uno piu esteso deve possedere un signi
ato si
o eettivo e non
solo uno formale e matemati
o, l'idea generale di un postulato di relativita deve
essere denita in modo tale
he se
ondo essa per ogni dato sistema di leggi si
he
possa essere determinato uno ed un solo postulato di relativita - rispettivamente il
gruppo invariante
he vi
orrisponde -
ome il piu esteso, al quale le leggi soddisfanno, solo in base al suo
ontenuto topologi
o, indipendentemente dalla forma di
rappresentazione s
elta.
x4. Che e
ome
io sia possibile, lo si ri
onos
e nel modo piu sempli
e
on la legge
della propagazione della lu
e della teoria della relativita originaria. Assumeremo
riguardo a questa,
ome sempre nel seguito
on i sistemi di leggi di volta in volta
onsiderati,
he il suo
ontenuto osservabile sia veri
ato nella realta. Se si parte
di nuovo dalla forma (1) della legge, si vede immediatamente
he tra i sistemi di
riferimento della realta,
he vanno pensati dotati di regoli e di segnali orari perfettamente pre
isi, quelli, nei quali l'equazione (1) e ovunque e sempre soddisfatta si
distinguono da tutti quelli, nei quali
io non avviene, per i risultati dell'osservazione
he bisogna aspettarsi in essi in linea di prin
ipio,
ioe a pres
indere da tutte le
di
olta te
ni
he. Allora, in ognuno di questi ultimi, almeno uno tra tutti gli
impulsi luminosi teori
amente possibili,
he prima o poi, qua o la , attraversano
l'etere, deve esibire una linea d'universo, della quale almeno un paio di punti abbia
dierenze delle
oordinate
he non stanno nella relazione pres
ritta dalla (1). E
si presuppone
he i regoli e gli orologi
he realizzano il sistema di riferimento in
questione, in modo
he si possano leggere le
oordinate del punto d'universo
he
ad esse
orrisponde, siano in posizione al momento giusto,
osa sempre possibile in
linea di prin
ipio,
osi
he ogni deviazione puo essere determinata mediante pure
letture di s
ale, quindi
on osservazioni puramente topologi
he, e il sistema di riferimento, nel quale essa avviene, puo essere s
artato
ome inammissibile se
ondo
la (1). Come per l'equazione (1) vi sono evidentemente per tutte le equazioni o
equazioni dierenziali tra le
oordinate delle
ose a
ertabili materialmente. Le
derivate rispetto alle
oordinate possono invero essere misurate solo approssimativamente an
he
on strumenti di misura pre
isi; ma poi
he la pre
isione in linea di
prin
ipio non e limitata, an
he in questo
aso la s
operta di ogni difetto del sistema
di riferimento e assi
urata13 .
x5. L'equazione (1) e le equazioni
he si ottengono da questa per trasformazioni
di
oordinate indi
ano quindi, ognuna individualmente, la serie di sistemi di riferimento, nei quali essa e soddisfatta, e quindi tutte insieme il gruppo invariante, le
trasformazioni di sistema di riferimento del quale legano tra loro gli elementi di una
serie. Ma se si s
rive la stessa legge di propagazione della lu
e in una forma diversa
da tutte queste, il gruppo individuato da questa e dalle sue trasformate sara un
altro. Per esempio se al posto della (1) si s
rive:
(3)
(x1 x01 )2 + + (x3 x03 )2 +
2 (x4 x04 )2 = 0;
=
ost.
13 La dimostrazione opposta,
he un sistema di riferimento sia
ompatibile
on un dato sistema di equazioni, ovvero
he lo siano le letture degli strumenti di misura
orrispondenti, a
pres
indere da
asi parti
olari si puo fornire solo mediante una serie innita di misure. (si veda
E. Krets
hmann, Ann. d. Phys. 48, p. 943-959.)
questa rappresentazione, oltre alle trasformazioni del gruppo di (1), a
ausa dell'indeterminatezza di
onsente ora il gruppo di trasformazioni
x4 = x4 ; x1 = x1 ; x2 = x2 ; x3 = x3 :
0
he soddisfano le
ondizioni
X x x
x x
g
g =
g = 0 =
x
x
x
x
X
(; ; ; = 1 : : : 4); 6=
e
he di nuovo
ostituis
ono un altro gruppo. Questi esempi si possono moltipli
are
a pia
ere.
Si
er
a tuttavia un gruppo di trasformazioni
he sia determinato solo dal
ontenuto si
o delle leggi indipendentemente dalla forma d'espressione s
elta.
x6. Si arriva direttamente ad un gruppo siatto se per ogni sistema di equazioni
si pensano tra
iate nella varieta delle
oordinate tutte le linee d'universo di impulsi luminosi
ompatibili
on quel sistema e si
onfrontano tra loro le immagini
geometri
he tetradimensionali
he
os si formano.
Tutte le linee d'universo della lu
e possibili se
ondo la (1) si ottengono disegnando da ogni punto d'universo x01 : : : x04 tutte le parti del
ono di lu
e del futuro
on l'equazione (1)14 . Ogni equazione
he si ottiene per trasformazione dalla (1)
rappresenta parimenti una serie innita di linee d'universo della lu
e,
he dieris
e
in generale da quella di prima nei rapporti metri
i, ma
he in tutte le proprieta
topologi
he indipendenti da questi e del tutto uguale ad essa. Se
ondo l'equazione
(3) inve
e da ogni punto d'universo es
ono al posto di un
ono del futuro un'innita
di questi, ossia uno per ogni valore della
ostante
las
iata indeterminata. Nella
(2), e nella forma di rappresentazione
he ne risulta
on la
ondizione aggiuntiva
g = 0 per 6= ,
ompaiono an
he delle funzioni indeterminate - le die
i g
ovvero le quattro g - al posto della
ostante indeterminata
, e la moltepli
ita
del
ono di lu
e di ugual origine sara
orrispondentemente maggiore. Il signi
ato
di queste equazioni non e naturalmente
he possano davvero us
ire dallo stesso
punto dell'etere allo stesso tempo an
he solo due onde di lu
e estese spazialmente
e individuanti una super
ie
hiusa. Piuttosto in ogni
aso la singola serie di linee
d'universo,
he si ottiene
on una determinazione
ompleta (numeri
a) delle in
ognite,
ioe delle funzioni univo
he g delle
oordinate ovvero della
ostante
, sara
una immagine
ompleta dei
ammini della lu
e insieme e re
ipro
amente possibili
nella realta. Cias
una di queste immagini singole naturalmente
oin
ide
ompletamente in senso topologi
o
on la serie di linee d'universo determinato dalla (1),
Per quanto riguarda la
oordinata immaginaria x4 si deve pensare di prendere il valore
assoluto.
14
quindi sono da
onsiderarsi
ome possibili in linea di prin
ipio18, si da la seguente
proposizione generale:
x9. Per trovare le proprieta di
ovarianza inerenti alla teoria di Einstein in modo
ne
essario e indipendente dalla s
elta dell'espressione, si dovra
er
are di portarla
in una forma il piu possibile po
o
ovariante senza modi
azione del suo
ontenuto
si
o. Basta
he questo su
eda
on una parte delle equazioni di Einstein, e si
s
eglieranno per questo le leggi del moto della lu
e e del punto materiale in un
ampo di gravitazione, dalle quali dis
ende l'intera teoria. Come prima l'equazione
di propagazione della lu
e della teoria della relativita originaria poteva essere portata in forma generalmente
ovariante
on l'introduzione dei
oe
ienti indeterminati g nell'espressione dell'elemento di linea,
os si realizza inversamente ogni
trasformazione delle equazioni di Einstein in una forma meno
ovariante
on lo
stesso signi
ato si
o ssando tutti o una parte degli elementi di determinazione
Come
riterio di possibilita in linea di prin
ipio si puo qui far uso sempre solo del sistema
di leggi
onsiderato di volta in volta e,
ome detto, assunto
ome giusto dal punto di vista del
ontenuto. Un
riterio illimitato di possibilita potrebbe essere dato solo
on una
onos
enza
illimitatamente
erta delle leggi naturali.
19 A. Einstein, Ann. d. Phys. 49, p. 776. 1916.
18
delle funzioni delle
oordinate g
he dipendono solo dalla s
elta del sistema di
riferimento. Ma per sapere
ome il sistema di riferimento, nel quale valgono le
restrizioni su g di
ui si tratta, sia distinto dai rimanenti non solo matemati
amente, ma an
he per l'osservazione,
he sola de
ide sulla validita del postulato
di relativita
ome qui e inteso, si deve prima di tutto
er
are quali aermazioni
sui valori di g in un sistema di riferimento dato empiri
amente possono essere
veri
ate
on osservazioni nella teoria di Einstein. Cio avverra nel seguito.
x10. Siano
(x1 : : : x4 ) i valori
he sono attribuiti a g (x1 : : : x4 ) in un sistema
di riferimento (x1 : : : x4 ) realizzato mediante strumenti di misura del tutto pre
isi,
e si deve veri
are la loro
oin
idenza
on i valori g (x1 : : : x4 )
he soddisfano le
equazioni della relativita generale in . Le dierenze eventualmente esistenti tra
e g possono essere in ogni
aso determinate
on l'osservazione, poi
he quando
si sostituis
ono le
al posto di g nelle equazioni del moto della lu
e o in quelle
di un punto materiale solle
itato solo dalla gravitazione20 , queste non le soddisfano
in (x1 : : : x4 ). Oltre a queste
ompaiono in queste equazioni solo rapporti dei
dierenziali delle
oordinate,
he
on gli strumenti di misura assegnati possono
essere determinati
on qualsivoglia approssimazione.
Le direzioni dx1 : dx2 : dx3 : dx4 delle linee d'universo della lu
e
he es
ono
da un qualsiasi punto d'universo soddisfano in se
ondo la teoria della relativita
generale l'equazione21 :
ds
ovvero
(4)
0=
1::4
X
;
1::4
X
g
;
dx dx
:
dx4 dx4
Se la dierenza tra
e g dev'essere inosservabile, assieme alla (4) deve parimenti
valere
(5)
0=
1::4
X
;
dx dx
:
dx4 dx4
b) =
u u g ;
u u
;
dx u = dx (; ; ; = 1 : : : 4)
0
(4')
0 = g dx
dx4
(5')
0 =
dx
dx
4
2
g11
2
11
dx1
dx4
2
dx1
dx4
2
+ + g33
Si ha23 :
+ +
33
0
dx3
dx4
2
dx3
dx4
2
+ g44 :
0
+
44 :
0
e parimenti
11
22
33
44 = j
j = ju j2 j
j:
0
dx 2
jg j = dx jg j
0
in generale a ogni punto d'universo della regione sarebbero asso
iati inniti punti
oordinati. Questo va es
luso ed e an
he
ontrollabile in linea di prin
ipio
on
l'osservazione, di modo
he si deve assumere a priori j
j 6= 0, a meno di punti
singolari.
Poi
he nessuna delle quantita g e
e uguale a zero, si deve poter determinare
in ogni punto
oordinato una quantita in generale non nulla e indipendente dai
rapporti dx =dx4 , in modo tale
he per valori arbitrari di
0
sia:
0=
dx
g )
dx4
(
0
2
= g ( = 1 : : : 4)
0
Cio e possibile; se
ondo le a), b),
) gli u rappresentano i
oe
ienti delle trasformazioni
univo
he piu generali nell'innitamente pi
olo, per le quali g e
si trasformano
ome
omponenti di tensori
ovarianti. E noto
he si puo prima ottenere
on una trasformazione intermedia
g11 = g22 = g33 = g44 = 1 e g = 0 per 6= , e poi per mezzo di una trasformazione di Lorentz
si possono portare gli assi del sistema di riferimento a ri
oprire gli assi prin
ipali del tensore
, di
modo
he senza variazione dei valori di g sara an
he
= 0 per 6= .
23 vedi A. Einstein, l.
. p. 788 e 789. Poi
h
e per simmetria assumo la quarta
oordinata x4
immaginaria, risulta jg j > 0 inve
e
he < 0
ome per Einstein.
22
10
d2 x X dx dx
g 2 +
ds = 0;
ds
g ds
(7)
dov'e
1 g + g
2 x x
Se si introdu
e
= g , risulta:
d
on
g
:
x
dx dx p d2 x
d2 x
1 d dx
=
; 2 = 2 +
ds
d
ds
d
2 d d
1
+
=1
2
x
x x
g
2
1
+
2 x x
:
x
(7a)
X
d2 x
dx dx + X 1 d
dx
2 +
d
d
d d
2 d
X 1
dx dx
+
x
= 0:
2
x
x
d
d
si trasforma in
X
24
11
Poi he
1 = g 6= 0
risulta quindi
ovvero
0=
0=
x
dx dx
x ds ds
g
x
g
dx dx
:
x ds ds
;
g
dx dx
= 1:
ds ds
Mediante lo stesso pro
edimento
on il quale l'equazione (6) e stata derivata dalla
(4) e dalla (5), dalle ultime due equazioni segue:
g
x
g
= g :
x
g x
g
=
0
ovvero
= (; ; = 1 : : : 4):
x
g x
Poi
he i termini di due righe del determinante jg j 6= 0 non possono essere proporzionali tra di loro, tutte le derivate di rispetto alle
oordinate devono annullarsi. Risulta quindi:
(8)
= ost.
x12. Dai sistemi di riferimento nei quali valga una qual
he
ondizione sulle g
onsiderate
ome funzioni delle
oordinate, senza osservare il moto della lu
e e di
masse non
ari
he, si possono distinguere solo quegli altri sistemi di riferimento nei
quali tutti i rapporti dei valori delle g
he dipendono dalle
ondizioni abbiano i
valori
he loro
ompetono dello stesso punto
oordinato o di uno diverso. Per le
derivate di g rispetto alle
oordinate,
he possono essere approssimate a pia
ere
on rapporti di dierenze, il soddisfa
imento di ogni
ondizione a loro imposta si
puo sempre dimostrare
on l'esperienza, a meno degli s
ostamenti,
he si possono
ottenere mediante la moltipli
azione dei valori di g di tutti i punti
oordinati per
la stessa
ostante .
Una trasformazione di
oordinate distinta dall'identita,
he muti le funzioni
g nel modo suddetto, si
he da g = f (x1 : : : x4 ) in si ottenga g =
f (x1 : : : x4 ) nel sistema di riferimento trasformato , non esiste in generale.
Allora ogni invariante di
urvatura J omogeneo in g e nelle sue derivate (di
grado n) dovrebbe trasformarsi da
0
J = f (x1 : : : x4 ) in J = J = n f (x1 : : : x4 ):
0
12
Ma le equazioni
he ne seguono
f (x1 : : : x4 ) = n f (x1 : : : x4 )
(9)
poi
he esistono piu di quattro invarianti omogenei indipendenti J 25 in g e dg ,
possono in generale essere soddisfatte solo dalla trasformazione identi
a x1 =
x1 ; : : : x4 = x4 . Sono da es
ludersi soltanto
asi di dipendenza funzionale parti
olarmente ampia dei J (x1 : : : x4 ) l'uno dall'altro, ossia una struttura del tutto
parti
olare delle proprieta invarianti della
urvatura della varieta spaziotemporale.
0
Per esempio le otto
omponenti prin
ipali del tensore di
urvatura riferite a direzioni
oordinate
he
oin
idono
on quelle dei suoi assi (vedi nel seguito xx14 e 17), e i sei angoli tra queste
direzioni.
26 Per la denizione del postulato di relativit
a soddisfatto realmente nel senso del x7 queste
e
ezioni sono prive di signi
ato, poi
he esse si veri
ano per una struttura del tutto parti
olare
della situazione si
a
asuale,
ioe non ssata da leggi (distribuzione della materia),
he se
ondo
la teoria di Einstein
odetermina il
arattere di
urvatura dell'universo, e pertanto possono essere
eliminate
on una variazione (arbitraria) di queste
ir
ostanze
asuali.
27 Questa possibilit
a di ssare in modo assoluto le direzioni delle
oordinate proprio mediante
la teoria della relativita generale me l'ha suggerita per lettera G. Mie gia nel febbraio 1916.
25
13
1 2 g + 2 g
R; = (; ) =
2 x x x x
(10)
Si e posto:
2 g
2 g
x x x x
:
= 1 g
+ g
g
2 x x x
e i g sono gli aggiunti normalizzati di g nel determinante jg j di g . Tutti
gli indi
i gre
i , , , e
etera vanno da 1 a 4.
Il tensore R e
ovariante di rango 4. Le sue
omponenti si trasformano se
ondo
la legge:
(11)
(; ) =
0
x x x
x
(;
):
x x x x
X
(; ) (; )
(10b)
quindi
e
(10
)
14
x
(; = 1 : : : 4)
x
0
0
x
= 1 ( = 1 : : : 4):
x
0
E
io e possibile, per
he il determinante funzionale delle venti
omponenti indipendenti assegnate, (; ) di R in ,
al
olato se
ondo la (11) rispetto alle dodi
i
0
x
( 6= )
x
0
e per
omponenti se
ondarie di R in
he si annullano, non si annulla identi
amente29 . Da qui segue parimenti
he in generale le
x
( 6= )
x
0
29
Delle derivate delle otto
omponenti prin
ipali di R sono diverse da zero solo quelle -
he stanno
sulla diagonale prin
ipale - rispetto alle
orrispondenti
omponenti prin
ipali di R, e sono uguali
ad uno. Nelle dodi
i righe rimanenti, relative alle
omponenti se
ondarie di R ,
ompaiono solo
proprio quelle tre
omponenti prin
ipali di R
he si ottengono per derivazione della (11) rispetto
a x =x , e
os disposte,
he l'intero determinante e uguale al prodotto di tre determinanti
del quart'ordine non nulli, i
ui elementi stanno nelle righe
orrispondenti a (12,13)', (42,43)',
(21,24)', (31,34)' ovvero a (23,24)', (13,14)', (32,31)', (42,41)', oppure rispettivamente (12,14)',
(32,34)', (23,21)', (43,41)'.
0
15
risulta
B
(12)
(; )g = 0:
(; ) = 0;
he ridu
ono a due indipendenti i sei termini (; ) della diagonale prin
ipale nella
matri
e M di (; ). Parimenti se
ondo le (10
) e (10a) solo due elementi della
diagonale se
ondaria sono tra loro indipendenti, di modo
he
omplessivamente
si hanno proprio quattro
omponenti prin
ipali indipendenti di R nel sistema di
riferimento s
elto.
Se ora si trasforma quest'ultimo mediante un'arbitraria trasformazione di Lorentz, di modo
he si ottenga di nuovo g = 1 e g = 0 ( 6= ), allora R se
ondo
la (11) va in un tensore R
he, poi
he la trasformazione di Lorentz an
he rispetto
alle
omponenti di R ha essenzialmente sei parametri33 , ha 4 + 6 = 10
omponenti
0
(dx =x )2 = 1
0
16
denito e al tempo stesso piu fa
ile per mezzo degli invarianti assoluti
he si possono
ostruire da R e da g . Poi
he solo 16
oe
ienti, x =x , entrano nelle leggi
0
he vale in una trasformazione siatta, a meno di innitesimi del se
ond'ordine si ha dx =x = 1,
ne segue l'asserto, poi
he il determinante funzionale
ostruito dalla (11) delle 12
omponenti
se
ondarie di R
on i 12
oe
ienti di trasformazione innitesimi dx=x ( 6= ) e diverso
da zero (vedi prima nota del x14; l'equazione (13) non
ambia), questi
oe
ienti possono essere
espressi mediante le
omponenti di R ed R e pertanto per R = R possono avere il solo valore
ompatibile
on la (11),
ioe zero.
34 Questo risulta immediatamente se il
oseno dell'angolo tra due direzioni
0
si denis e:
dx1 ; : : : dx4 e
ds 1
ds 1
os =
dx1 ; : : : dx4
ds 2
ds 2
dx :
g dx
ds 1 ds 2
17
x19. Per
io si
er
hera ora di liberare nel modo piu ampio possibile la teoria di
Einstein dalle sue proprieta di
ovarianza solo formali in un'altra maniera,
he non
18
soggia
e alle osservazioni su esposte. Il pro
edimento
onsiste sempli
emente nel
determinare piu
ompletamente nell'espressione dell'elemento di linea i
oe
ienti
g ,
he nella teoria della relativita generale appaiono
ome funzioni delle
oordinate parzialmente indeterminate e
he si possono s
egliere liberamente, mediante
ondizioni arbitrarie,
he si possono soddisfare senza nuovi postulati si
i solo
on
una s
elta opportuna del sistema di riferimento,
he risulta
os determinato.
Una tale
ondizione,
ioe l'equazione jg j = 1, Einstein stesso l'ha notoriamente introdotta per sempli
are le sue equazioni37 , ed ha an
he opportunamente
osservato
he in
orrispondenza alle quattro
oordinate
he si possono s
egliere a
pia
imento in generale quattro funzioni di g possono essere s
elte liberamente
ome funzioni delle
oordinate38 .
Se si pres
rive per esempio
(14)
(15)
1=
' '
( = 1 : : : 4)
x x
on un'opportuna s
elta delle quattro funzioni ' (x1 ; : : : x4 ) = x o delle loro funzioni inverse f (x1 : : : x4 ) = x ,
he portano in ,
osa
he e sempre possibile39.
Le funzioni ' possono an
he esser s
elte arbitrariamente in uno spazio x =
ost.
ovvero x = 0 (vedi nota). Oltre alla (14) si puo quindi
on una determinazione
piu
ompleta di '1 imporre
0
g12 = 0 per x1 = 0:
Si pensi - a grandi linee - di risolvere l'equazione dierenziale per '
he
os risulta
rispetto ad una delle derivate (indeterminate) di '1
'1 '1 '1
;
;
;
x2 x3 x4
19
O(x1 = x2 = x3 = x4 = 0) e per quanto possibile nel suo intorno sugli assi, sulle
super
i e sugli spazi
oordinati valga il sistema \naturale" di misura, g = 1,
g = 0 ( 6= ).
x23. Quale gruppo sia questo, ovvero: quale postulato di relativita la teoria
di Einstein soddis nel senso del x7,
ioe indipendentemente dalla forma di rappresentazione della teoria e dalle
ondizioni si
he
asuali della realta, lo si puo
ri
onos
ere tuttavia in modo assai piu fa
ile e signi
ativo di quando si tenti di
a
res
ere no al limite del
onsentito le
ondizioni imposte a g , mediante la
onsiderazione delle gure
geometri
he tetradimensionali
on le quali si rappresentano
R
la legge del moto, ds = 0, della teoria di Einstein per impulsi luminosi (ds = 0),
e per punti materiali
X
(ds2 = g dx dx < 0)
in una qualsiasi varieta
oordinata (x1 : : : x4 ). Per ogni sistema di funzioni delle
oordinate dato a pia
ere g = f (x1 : : : x4 ), (jg j > 0), l'equazione
(22)
ds = 0
on ds2 0 determina una serie innita di linee d'universo, le estremali della varieta (x1 : : : x4 ). Ognuna delle linee d'universo rappresenta se ondo la teoria un
20
21
eettiva possibile42.
x25. I sistemi di riferimento della realta, nei quali una tale rappresentazione e
realizzata,
ioe nei quali le linee d'universo degli impulsi luminosi e dei punti materiali reali appartengono ad una delle serie di estremali in essa
ontenute, possono
a
ausa del
arattere puramente
inemati
o di quanto rappresentato essere distinti
da tutti gli altri in linea di prin
ipio mediante opportune osservazioni (vedi x4).
La teoria di Einstein non soddisfa quindi si
amente al
un postulato di relativita,
rispetto al gruppo di trasformazioni invariante del quale ogni singola serie di estremali menzionata non sia per suo
onto invariante; infatti poi
he le serie o sono
ompletamente distinte dal punto di vista topologi
o, o sono distinte se
ondo il
x12 per il parametro in generale invariabile, la trasformazione di una nell'altra
e in generale impossibile. Per la parte II una serie
ompleta di estremali della
varieta spaziotemporale puo andare in se stessa solo per una trasformazione
he
las
i invariato a meno di un fattore
ostante il
orrispondente sistema di funzioni g = f (x1 : : : x4 ), e oltre a quella identi
a non esiste altra trasformazione
di
oordinate
he
ompia
io in generale. Rispetto ad ogni altra trasformazione
l'invarianza sussiste solo in
asi singolari e del tutto es
lusi nella realta (vedi x12).
Fisi
amente nel senso di quanto esposto nel x7 la teoria di Einstein non soddisfa dunque al
un postulato di relativita; il suo
ontenuto e quello di una teoria
perfettamente assoluta.
x26. Una teoria, he ri onos e la legge del moto (22) per gli impulsi luminosi e
i punti materiali, ovvero
he da alle estremali rappresentate dalla (22) in qual
he
altro modo un signi
ato si
o, puo soddisfare postulati di relativita nel senso del
x7 soltanto quando essa
onsenta
ome possibile solo quella forma singolare della
urvatura invariante dell'universo per la quale le funzioni g = f (x1 : : : x4 ) si
possono portare
on trasformazioni di
oordinate non identi
he alla forma
g = f (x1 : : : x4 )
0
22
non puo soddisfare a un postulato di relativita (nel senso del x7) piu esteso di quello
della teoria della relativita di Einstein originaria. Questa teoria appare quindi, alla
lu
e dell'interpretazione qui data del signi
ato del postulato si
o della relativita,
non
ome una intermedia tra teorie della relativita ugualmente possibili, in parte piu
spe
iali, in parte piu generali, ma
ome la realizzazione del postulato di relativita
piu ampio
he possa essere soddisfatto in generale sotto l'ipotesi gia ri
ordata,
he
le proprieta di
urvatura invarianti dell'universo determinate mediante le estremali
dell'universo siano in qual
he modo osservabili in linea di prin
ipio. L'estremo
opposto e realizzato nella nuova teoria di Einstein,
he,
ome su esposto, si
amente
non soddisfa aatto al
un postulato di relativita.
Con
lusione:
La ragione per la quale il postulato della relativita generale
non puo essere soddisfatto.
x27. Come le leggi del moto
onsiderate, an
he altre leggi
inemati
he determinano solo mediante il loro
ontenuto topologi
o, veri
abile
on l'osservazione, un
gruppo di trasformazioni invariante a loro proprio, il
ui postulato di relativita esse
soddisfano.
Per esempio si pongano nella forma44
(x1 x2 )2 + (y1 y2 )2 + (z1 z2 )2 = r2 =
ost.
t1 t2 = 0
le leggi
inemati
he del
orpo rigido o, piu pre
isamente, le leggi
inemati
he di un
punto materiale vin
olato rigidamente; allora il gruppo di trasformazioni
he mandano in se stessa la serie innita di linee d'universo e di sistemi di linee d'universo
rappresentati mediante le equazioni,
onsiderato
ome gruppo invariante - non distinto da tutti quelli ad esso simili - e determinato solo mediante la topologia di
questa serie di linee d'universo, e poi
he le equazioni esprimono le leggi in esse
ontenute senza ripetizioni super
ue, ogni rappresentazione delle stesse leggi deve
soddisfare il postulato di relativita
he
orrisponde a questo gruppo. Esiste quindi
in ogni
aso invarianza si
a rispetto al gruppo di tutte le trasformazioni, sempre
diversamente formato a se
onda della s
elta del sistema di riferimento,
he las
iano
invariante lo spazio
on il tempo
ostante e le distanze spaziali di punti d'universo
simultanei. Ogni trasformazione ulteriore e si
amente illegittima, indipendentemente dal fatto
he le equazioni siano espresse o meno nella loro forma invariante
al riguardo.
x28. Cio propone la domanda, su quale proprieta generale delle leggi
inemati
he
si fondi questo emergere di un determinato gruppo invariante di trasformazioni di
oordinate
ome il solo si
amente
orretto, e se non siano pensabili leggi
inemati
he,
he soddisno an
he si
amente il postulato di relativita piu generale.
Assumiamo
he un siatto sistema di leggi sia dato. Si pensi inoltre il suo
ontenuto rappresentato mediante una serie o piu in generale piu (innite) serie di linee
d'universo, super
i d'universo e
etera,
ompletamente distinte dal punto di vista
topologi
o,
he riprodu
ano una totalita di moti e
ongurazioni possibili se
ondo il
sistema di leggi nella stessa varieta spaziotemporale; allora ogni singola serie deve
44
In questa forma non si tiene onto dell'in ompenetrabilita dei orpi rigidi.
23
x29. Nelle leggi prima trattate del moto della lu
e e delle masse nell'etere,
he identi
ano le linee d'universo degli impulsi luminosi e dei punti materiali
on
estremali della varieta spaziotemporale, la parte negativa del
ontenuto
onsiste
evidentemente nella legge
onseguenza di questa identi
azione,
he per due punti
d'universo distinti non si possano mai
ondurre due delle suddette linee d'universo
he siano distinte. Infatti e proprio questa legge
he restringe in ogni varieta
oordinata la serie delle linee d'universo tra loro
ompatibili e
on
io parimenti il gruppo
di trasformazioni
he portano tale serie in se stessa - in generale e solo la trasformazione identi
a - poi
he essa sarebbe violata da ogni ulteriore linea d'universo
aggiunta alla serie.
Allo stesso modo, solo grazie all'es
lusione della loro libera mobilita re
ipro
a
i sistemi di punti materiali vin
olati rigidamente sono utilizzabili in linea di prin
ipio per misure (
ioe
ome punti della s
ala di un regolo rigido) e quindi per
l'assegnazione si
a di un determinato gruppo di trasformazioni.
Come esempio di una legge
inemati
a non
ondizionata puramente aermativa
si potrebbe proporre la legge
he ogni punto materiale
ol passar del tempo si in
ontri almeno
on un altro e
he poi debba restare unito permanentemente
on esso.
La gura geometri
a
he
ontiene la totalita delle linee d'universo
he non
ontraddi
ono questa legge ipoteti
a deve andare in se stessa per ogni trasformazione
ontinua; allora il suo sovrapporsi
on un'immagine deformata a pia
imento non
puo mai dar luogo a una linea d'universo
he stia per
onto suo, senza
on
uire
on nessun'altra, e quindi a nessuna linea d'universo non
ontenuta nell'immagine
originaria.
Di fatto pare tuttavia
he leggi
inemati
he di questo tipo puramente aermativo non siano mai state proposte. Ma solo qualora es
lusivamente tali leggi in
ondizionate e aermative governassero l'universo al posto di quelle sole note, negative
45 Se le
oin
idenze e le
ompenetrazioni fossero solo
onseguenze ne
essarie di altre
oin
idenze,
l'esistenza di queste ultime da sole sarebbe di nuovo es
lusa, e le leggi non potrebbero soddisfare
quindi il postulato della relativita generale.
24