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Bilancio Del Western
Bilancio Del Western
laltro lunico doveroso omaggio a Sergio Leone (Cera una volta il west). Negli anni Settanta non ce n nessuno. Si riprende con il 1980 di I cancelli del cielo per finire (forse doverosamente) con Gli spietati, Clint Eastwood 1992. Non siamo daccordo, ma felix culpa, se tale, quella dellautore. Quando da migliaia di film se ne scelgono dieci conta in modo decisivo come si comincia. I film degli anni Cinquanta, come dicevamo, sono ben sei su dieci. Il primo il folgorante Mezzogiorno di fuoco, il terzo Johnny Guitar di Ray, il quarto Sentieri selvaggi, di John Ford, il dominatore del genere. Di fronte a questi titoli ci che colpisce lalto voltaggio e la durezza dei conflitti politici che sottendono. Mentre gli altri tre (Il cavaliere della valle solitaria, Luomo di Laramie, Un dollaro donore) pur non privi di tensioni storiche non comuni e di inquietudini, appaiono forse meno problematici. In Mezzogiorno di fuoco Willy Kane, pur abbandonato vigliaccamente di fronte ai banditi da unintera comunit, infine riesce a prevalere ma, incurante dei festeggiamenti che gli nascono intorno, si toglie dal petto la stella di sceriffo e la getta per terra danti a s. Le rughe profonde che si disegnano intorno agli occhi del cinquantenne Gary Cooper, e che il volume documenta fotograficamente con precisione, non appartengono per alla convenzione spettacolare ma rimandano a un conflitto reale e a una vera lacerazione storica, quella del maccartismo e della caccia alle streghe, cui la sceneggiatura di Carl Foreman apertamente allude. Del resto, anche sul viso di Sterling Hayden, protagonista di Johnny Guitar si disegnano le ombre profonde della pena daver tradito gli amici accusati di attivit antiamericane, pena che lo condusse ad accusarsi platealmente a sua volta. Sarebbe da sprovveduti credere che questo retroterra non si esprima nellisolamento e nella fuga di Johnny. Infatti la presenza di un livello politico in cui il film polemizza a distanza con la caccia alle streghe del senatore McCarthy, riconosciuto largamente dalla stessa critica anglosassone (Derek Malcolm). Quanto a John Ford e a Sentieri selvaggi, solo uno dei suoi capolavori, i conflitti della societ americana vi sono rappresentati nella loro formulazione genetica e originaria: nord contro sud; indiani contro bianchi. La sconfitta del sud non vi solo rappresentata come crisi dei valori tradizionali di fronte allimpetuosa innovazione industriale finanziaria del secondo Ottocento, ma registrata con elegiaca precisione nel fallimento di vere e concrete esistenze. Non a caso Ethan, il protagonista di Sentieri selvaggi, un reduce sudista impegnato, negli anni che seguono al suo ritorno, nella lunga e angosciosa ricerca della nipote rapita dagli indiani Comanche. La sua plastica accettazione della ragazza divenuta ormai una squaw si concretizza in un gesto tanto pi coraggioso quanto consapevole di essere inaccettabile. Il crollo degli ideali e la fine della giovinezza si riscattano in una speranza largamente umana ma disperatamente controcorrente. Il grande merito dellautore di questo libro quello di aver centrato lattenzione su una stagione (gli anni Cinquanta) e un gruppo di film che, senza apparentemente forzare le regole dellepica western, rappresentano con cruda profondit tutto il dolore di unepoca travagliata. Nel western c sicuramente molto di pi dei tratti di maniera che, come abbiamo visto, gli attribuisce la communis opinio. Ma si tratta di un contenuto che, per arrivare fino a noi, ha bisogno di depositarsi, quasi invisibile, nei tratti rassicuranti della convenzione, nei luoghi comuni, solo apparentemente innocui, del genere.
Renato Calapso