Garbin I 1978

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TESTI E MONUMENTI

t3r

perta, si presentava intera, ma in pessime ccasciata prima che fosse stato possibile vuota di terra nell'interno, salvo un po' di

fondo e spesse incrostazioni silicee.

TESTI

E MONUMENTI

scarabeo

Nell'interno, oltre a resti 'di ossicini di infante inumato, uno di steatitq un pendente a forma di doppia ascia, di osso,

e un anellino

Manca il piede dell'anfor'a, che stato tagliato dalla fossa della tomba ad inumazione 574 (LG I); tanto l'anfora 575 quanto la fossa 574 sono sottoposte al tumulo I99 (LG I).

di

bronzo.

TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE SEMITICHE DELL'VIII SECOLO A.C. A PITHEKOUSSAI

Alle numerose iscrizioni vascolari greche dell'VIII sec. a.C. rina Pithekoussai vengono ora ad affiancarsi tre iscrizioni in caratt'eri semitici nordoccidentali, ugualmente dell'VIII sec. di cui una era nota gi da tempo, senza essere stata peraltro giustamente
venute
valutata.

575 - I Anfora grezza importata, con collo cilindrico (Fig. 1). H. ca. cm. 67; iam. max. cm. 4'5. R ; ampiamente integrata; resta qualche piede. Molto alterata e 'defomata dallacuna rficie quasi interamente annerita. La I'azion terracott che si sgretolava tutta stata ampiamente consolidata con cetato di polivinile Pasta fine rosso-mattone scuro, con pochi inclusi non intenzionali, uguale a quella del'anfora sporadica e molto frammentaia Sp. 2/f; restano ioltanto poche tracce della scialbatura color nocciola .hi"ro, che invece ben conservata sui {rammenti dell'esemplare sporadico. una margine supeliore arrotondato, in' sottile nei rilevata poco sotto grossato dal collo alla spalle. (Il piede mancante doveva essere ad quello, conservato, dell'esemplar'e sporadico Sp- 2/L)n"ilo, "o-" Cinque gruppi di segni incisi 'dopo cottura sulla spalla, su una dclle anse, sotto l'attacco inferiore dell'altra ansa e sul collo, di cui uno in caratteri consonantici semitici noldoccidentali (frg. 2,3).

Sono grato al prof. Giovanni Garbini che ha accettato di illustrare il reperto pi cornplesso nllo studio che segue. Poich, pur nella loro brevit, queste iscrizioni sono di non scarso intere-se, appare opportuno premettere tutte guelle informazioni circa i dati di rinvenimento e la natura archeologica dei 'reperti su cui i graffiti sono incisi, che possono essere utili per un loro pi preciso inquadramento storico.

Ampio corpo, ovoide

panciu

con

t. -

Tomba 575'(LG I) , inumazione, a enchytrismos. (N. di scavo 672). Anfora giacente, orintata N-S, bocca a S, piano .di posa a m 3.80 s.m. e a m 1,30 sotto il piano di posa del tumulo dlla sovrapposta tom-ba ,a cremazione I99, il quale indica all'incirca il livello del piano di campagna all'epoca ,della deposizione dell'anfora. senza pietre di rincalzo; bocca ch,iusa con una pietra infllatavi a mo' di tappo e spalmata con argilla. L'anfora, al momento della sco-

graffito aramaico.

Riportiamo ,anzittuto una scheda relativa all'anfora che reca il

575

Diam. cm. 2; spess. cm. 0,3. Integro, molto ossidato. Celchio chiuso, a sezione circolare.
575

- 2 Anello di -3

bronzo.

Pendente

di

osso

a forma di

bipenne.

Lungh. cons. cm. 2,7; largh. cm. 1,5; sPess. max' cm. 0.3. Piccola ascia bipenne rettangolare, con sottile foro passante al centro. Una faccia presenta quattro incavi circolari per finserimento di una decorazione in materia diversa, presumibilmente ambra, oggi del tutto scomparsa.
575 Restaurato, incompleto.

'

1 Indichiamo

a.C., che caat

nello e delle kot

-+

Scarabeo
1,44,.

di tipo egizio. di rivestimento giallo-ocra.


Frat-

del Protocoinzio
725-700, coinci.de

Ba;e cm.

Scarabeo ,di steatite con tracce

732

TESTI E MONUMENTI

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TESTI E MONUMENTI

133

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Fig. 2 - Necropoli di San Montano. Graffiri incisi sull'anfora 525-1. Scala I : I.

TESTI E MONUMENTI

135

tura sul lato destro della base, incrostazioni sulle elitre e sul lato
destro.

I
i

Schiena ampia e curvilinea: sono indicati il clipeo con la testa gli occhi, il protorace, nonch le elitre con contorno laterale e segni superiori a v; zampe naturalistiche e sollevate. Incisioni sommarie, pi profonde sulla base. Iggenda verticale prowista di contorno: si tratta di una variante del prenome del faraone della XIX dinastia Sethos II (1214e
1208).

'l-D

Il tipo della sepoltura e del suo corredo quello consueto delle tombe greche della necropoli di San Montano. La forma dell'anfora, con il suo corpo ovoide panciuto, le anse impostate dal colo cilindrico alla spalla iI piede d anello, indica chiaramente che si tratta di un prodotto greco.2 La terracotta molto tipica e la assenza del solito orlo ingrossato a cordone intorno alla bocca sono elementi caratteristici che dovrebbero permettere in futuro di identifrcare pi precisamente il centro di {abbriczione di questo
tipo di
dati stratigrafici pi sopra ricordati collocano la deposizione dell'anfora satrdamente entro il periodo LG I. Non sappiamo quanti an4i abbia durato la sua vita come contenitore domestigo, ma si pu comunque afiermare che la data pi bassa assegnabile al graffito aramaico si pone intorno al 730, quella pi alta verso il 750. Una data intermedia, intorno al 740, appare la pi verosimile. Come stato gi accennato, la necropoli di San Montano ha restituito frnora soltanto un altro esemplare di questo,tipo di anfore, purtroppo in {rammenti sporadici molto lacunosi che non permettono una integrazione del vaso. Da quanto ne resta appare che forma e dimensioni non erano divese da quelle dell'anfoa 575-I. Anche questo secondo esemplare reca iscrizioni graffite dopo cottura, ma questa volta greche. Alcuni frammenti con graffiti sono stati rinvenuti nella lente di terra nera del tumulo 235 (n. di scavo 69I), o immodiatamente al di sotto della stessa. Anche questo tumulo appartiene al periodo LG I. La data da assegnare ai grafrti ricade quindi entro gli stessi limiti di tempo in cui si colloca il graffito aramaico e va ugualm'ente determinata all'incirca intorno al 740. Poich si tratta probabilmente dell'iscrizione greca pi antica finora rinvenut a Pithekoussai forse all'incirca di un decennio precedente all'epigramma della cosiddetta 'coppa di Nestore'

an{ore.

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Fig.3 Necropoli cli San Montano. Graffiti incisi ull'anfoa 575-1. Scala

l: l.

I Del tutto divesa la sintassi formale delle anfore orientali canaanite, fenicie, puniche che pure furono importat abbastanza freouentemente a - si trovano tanto riusate ,per enchytrismoi nella necropoli, Pithekoussai, dove
quanto nei

livelli cli abitazione.

t36

TESTI E

MONUIVTENTT

TESTI E MONUMENTI

I37

frammento della spalla ricomposto da otto frammenti minori (figu-

ra

4).

:::li::,,r
,F"
Le lettere della prirna riga, inconsuetamente grandi per un graf^ fito vascolare, notevolmente spaziate e vigorosarnente incise da-una mano ferma e sicura, si trovano poco sotto l'attacco del collo cilindrico.3 La prima lettera M si trova soffo l'ansa di cui conservato l'attaoco inferiore. Poich non si inizia un'iscizione in un posto cos inopportuno e scomodo per incidere una lettera, e nemmeo subito

.ima dell'ansa, si ,deve supporre che quanto pre,cedeva le lettere conservat fosse stato molto pi lungo e si ,sia sviluppato su buona parte, o sl- tutto il lato opposto del vaso. una scheggtua alla base- della lc:tfera che segue l'alpha impedisce di accertie se si tratta di uno iota oppure di un lambda. La seconda riga presenta lettere ancora pi grandi e meno spaziate che sembano tuitavia trcciate da una mano diversa, molto meno sicua e che ha inciso meno profondamete.4 Forse Ia seconda riga er,a la copia di quella superore, eseguita da un principiante nell'arte dello icriver.r. In trl caso essa ci restituirebbe la terminazione della riga soprastante. Alla stessa anfora appartiene un frammento isolato che conserva una sola letbera integra sinistrorsa K preceduta .da due lettere frrammentarie diffrcilmente interpretabili e seguita da una lettera ugualmente frammentaria in basso (iota o lambda). L cuvatura dei frammento esclude che possa tattarsi di parte della prima riga ,dell'iscrizione test descritta e l,e lettere sembrano del resto tracciate da una mano

ancora diversa.

2. - Un minuscolo frammento vascolare dalla ne,cropoli di San Mon-

Fig.4 - Necropoi di San Montano. Gaffiti incisi sull'anfora Sp. 2/1. Scala l:2.

tano che conserva due lettere integre leggermente inise dopo cottura, precedute_e seguite_da una letter framtentaria, stato lrubblicato fin dal 1964 da Margherita Guarducci.s Il grafito (fig. 5), inter3 Le lettete misurano in alLezza, nell'ordine, da .destra a sinistra, riga l: cnr. 2,5; 3;2,6;2,2 (le terminazioni delle ultire rre lertre sono incompete); a La difierenza ta la scritrura riga 2: cm. 1,5 ; 4; 3,3; 5,4; 2,6. della lr.tr 9 della seconda riga non risalta suficienrement nel clisegno. Da norae I'aggiunta tli un quarto tratto nella parie inieriore del sigma, volto tuttavia nella direzione sbagliata, cio verso sinistra anzich verso deita. Resta incerto se si possa considearlo un vero sigma a quattro tratti tracciato in foma aberante, o piuttosto un semplice errore di graa quattro tratti regolare rla Pithekoussai vecli E. (Bologna, 1973), p. 25, tav. IV a e M. Cnrsroreur, 5 M. Gu.rnouccr, Appunt di 1974. p. 155 s.

ci sembra giustificato anticipare qui la sua pubblicazione, anche


ch proprio dal confronto con

risalta in modo vieppir evidente come in questo periodo, di poco dell'VIII sec., la scrittura greca sia stata gi completamente sviluppata e diversificata nella forma e nel ducius delle lettere rispetto a quella semitica nordoccidentale. L'iscrizione sinistrorsa consta di due righe sottoposte, su un
posteriore alla met

Ia

per-

contempoianea iscrizione aram;ica

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TESTI E MONUMENTI

TESI E

MNUMENTI

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pretato come greco, acquistava un particolare interesse per la Presenza 'della lettera alpha nel]a lorrna orizzontale o ' adagiata'. Di recente due studiosi, in base al disegno pubblicato, hanno ritenuto indipendentemente che il coccio, 'da leggersi capovolto, rechi invece

Fig. 5 - Necropoli di San Montano. Frammento di vaso con graffito.

lacunosi era ugualmente inevitabile che vi si inserisseo dei cocci non appartenenti che eano rimasti giacenti sull'ustrino da roghi precedenti. Si trova perci, nelle lenti ,di terra nera, sempr un certo numero di cocci sporadici bruciati che di regola non si differenziano cronologicamente in modo ,apprezzabile dalla ceramica del corredo. Il tumulo 232 appartiene al perio,do LG II, vale a ,dire all'ultimo

praticato sulla superficie del piano di campagna, talvolta anche dirttamente sulla superficie stessa, e ricop,erti con un piccolo tumulo di pietre, del diametro tra 1,5 e 4 metri. Tolte le pietr di copertura, si presenta quindi una lente di terra nera che contiene alla rinfusa i frammenti ,di ossa crmate, di vasi e di ornamenti personali bruciati e legno carbonizzato. Mentre era quasi inevitabil che durante la raccolta dei resti, e poi dur.ante il trasporto, qualche frammento appartenente al corredo andasse ,disperso e infatti quasi sempre i vasi ricomposti delle tombe a cremazione risultano pi o meno

lettere fenicie. La possibilit di leggere i due segni conservati in chiave semitica, cio ...]l[... (anzich ...]p...[, se greco) stata pie'namente confermata da Giovanni Garbini 'dopo aver esaminato I'origin,ale. E i dati archeologici del reperto, che non erano stati resi noti finora,. rendono infatti estremamente inverosimile che possa trattarsi di scrittura greca. Con ci la brevissima iscrizione assume un signifi,cato storico molto diverso da quello che inizialmente le era stato attribuito. II frammento stato rinvenuto spor,adico nella lente di terra nera di rogo della tomba a cremazione a tumulo 232 ,('n. di scavo 538). Per chiarire meglio il signifrcato di questa circostanza, necessario ricordare il modo particolare del rito funebre in uso a Pithekoussai per le tombe a cremazione del ceto medio, durante I'VIII e frno agli inizi del VI sec., frnora mai chiaramente osservato altrove, sebbene sar stato certamente piir largamente difiuso.7 I roghi non venivano accesi sul posto dove era eietto poi il tumulo, ma su un ustrino comune, da dove tutti gli avanzi inilistintamente er,ano portati sul posto della sepoltura definitiva e accumulati in un leggero incavo
Class. >, 76, l%\ p. 129 e tav. 40,2; Epigrfia greca, I (Roma, 1967), p. 217, 225 e 1g.'B?. 6 B. Rocco, Greco o fenicio? < Sicilia Archeologica , 12, 1970, pp. 5-7; P.K. McCrntnn, A Plwencian Gralfito lrom Pith.ekoussi, <me.r. Jou.rnal o{ Achaeoi. >,79, 1975, pp. 140-141. 7 Per i diversi ,tipi di sepoltura conterRporaneamente in uso a Pithekoussai nell'VIII sec. cfr. G. Bucur,rrn,

sPo rog di

sua lente di
si.ano cio , che misura ro di vernic

tipo di vaso
antico, m importati

,da bere cratteristico, ed esclusivo, del urotocorinzio

si adatta riore dell


ponga nel senso in cui l'iscrizione potrebbe essere letta come grca, sia capovolto, come necessario per la lettura fenicia.e
8 Come E. Glrnrcr, Cum, Mon. nt. Linc. 22 (lgl3\, tav. XL,4. L'usanza arporre iscizioni graffite su vasi da bere di ouesto ri.po cos semplici e poco appariscenti, ttes:ato altre volte a Pithekoussai: sulla spalla di un frammnto cli.esemp]arj EP_C originale rla Monte di Vico (scarico Gosetti) si legge ...]eotoe[pr]; sulla parte superiore della vasca di un frammento di esemplre

di

Nuoui aspett e problerni posti .d.gLi scaui d,i Pithecusa, con particolnri considerazioni suLle orefcerie d stile orientlzznte an.tico, in '< Contribution I'tude de la Socit et cle l Colonisation Eubennes > (Centre Jean Brard, Naples, 1975i, ,p. 69 ss. e tav. II (sezione sche.matica attraveso un appezzamento ramiliare della necropoli).

di imiiazione locale dall'abitato in localit Mazzola si trova parte di un'iscrizione greca pi lunga che doveva girare tutt'intorno al vaso, e P. Kvrn McClnrrn, op. cit., sospetta senza conoscenza diretta del f11e | po-csa trattarsi della nota classe di ceramica fenicia e punica con ingubbiatura

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TESTI E MONUMENTI

TESTI E MONUMENTI

t41

venuti ad Ischia ve ne sono non meno 'di otto che presentano uno o pi esemplari della lettera alph,a, tutti nella consueta forma eretta. Di questi almeno due, l'iscrizione pi sopra descritta e quella della r coppa di Nestore', sono sicuramente pi antiche del frammento in questione. Appare dunque 'd'el tutto inveosimile che verso la frne dell'VIII sec. un grco a Pithekoussai abbia potuto scrivere ancora un alpha 'adagiato'.ro

A conferma che si tratti ,di caratteri semitici nordoccidentali e ci sembra que:to l'argomento di maggior peso da ricordare che tra i graffiti greci 'databili nella seconda met dell'VIII sec. rin-

memente, semilucido, mentre

piano d'appoggio, privo di ingubbiatura, levigato uniforl lato inferiore della tesa presenta cinque linee concentriche levigate con la stecca sul tornio.
con

il

3. - Il terzo grafito in caratteri semitici inciso su un piatto importato di produzione fenicia che si descrive qui di seguito. Piatto. - H. cm. 3,1 ; diam. (ricostr.) cm. 23,4; Iargh. tesa cm.
3.s (flg.
6).

Indubbiamente si tratta di scrittura semitica nordoccila sua interpretazione rimane per or incerta. II pezzo proviene dallo scarico in propriet Gosetti al margine orientale di Monte di Vico, un riempirnento antico secondario, non stratifrcato, che conteneva frammischiato materiale che sp,azia dalla ceramica dell'et del bronzo ,(civilt appenninica) alla ceramica camdentale, ma

a sinistra.

Fig. 6 - Monte di Vico. Piatto fenicio con ingubbiatura

rossa.

\ \.

Un frammento ricomposto da quattro minori che comprende tutta la sagoma, e due frammenti separati. Pasta dura di color ocra-arancione uniforme per tutto lo spessore e ,all'esterno, smagrita con sabbia a grana molto frne e uniforme di colore scuro e con rarissimi inclusi di roccia calcara bianca. Piede a basso disco con piano d'appoggio perfettamente orizzontale che presenta, a breve distanza ,dal rnarging un'ampia solcatura circolare a sezione curva; vasca poco profonda; labbro a tesa
con

Fig. 7 - Gramto sotto il fondo del piatto g. 6. Scala l:1.

il

lato superiore leggermente convesso, sul lato inteno nettamente

distinto dalla vasca con spigolo vivo. Tutto il lato superiore unifornremente ricoperto con ingubbiatura color rosso ruggine, levigata e lucida; il lato esteno della vasca
rossa. Questa supposizione, anche se erata nel caso srecitco, era peraltro pienamnte giustificata: la terza. delle iscizioni semitiche ,pithecusanc infatti incisa su un fammelto di tale tipo. 10 Quando sottoposi I'apografo dell'iscri zione all'attenzione di Margherita Guarducoi, all'inizio degli anni '60, il materiale di quella zona della necropoli non ea stato anora ricomposlo e meglio classificato e non erano perci disronibili le indicazioni pi precise sull'inquadramento cronologico de piccolo coccio in base ai dati di scavo, ora esposti. 'Forse proprio questa la pi II giuclizio formulato dall'esimia epigrafista antica iscizione greca alfabetica finoa conosciata' '(Epigralia greca, I, p.

bile nell'ultimo quarto dell'VIII Eec.,rr indic ,comunque che anche questo stessa epoca e provenire dal medesimo iatti con ingubbiatura rossa rappresent eristica e difiusa .della ceramica
era quindi iond,ato unicmenle sull'assunto che si tarrasse cl un alpha 11 Tomba 545 (n. di scavo 591); G. Bucrirnn, n Metrotoli e colone d,i Magna. Greci : Ati III Convegno di Studi sulla Magna Grecia (t964), fig. 6 a, J. J. Jurr,v, in '< Opuscula Romana,, , 1968, tav. l, l; associato con uno skyphos EPC originale del tipo Thapsos rardo, ossia senza pannello, con vernice uniforme a partire da sotto l'attacco delle anse e di dimensioni
225)

'adagiato'.

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E5TI MONUMENTI

TESTI E MONUI,IENTI

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fenicia del Mediterraneo occidentale, come stato messo in evidenza da H. Schubart.rz Secondo il giudizio di un conoscitore della ceramica fenicio-punica spagnola quale Pierre Rouillard che ha osservato recentemente il nostro piatto, sembra tuttavia che si possa escludere, per la qualit della terracotta e dell'ingubbiatura lossa, una provenienza dalla Penisola lberic.

UN'ISCRIZIONE ARAMAICA

A ISCHIA

Dallo studio di Giovanni Garbini che segue a queste note, appale che, tra i numerosi graffiti incisi sull'anfora 575 - I, la parola aramaica, i numerale aamaico su una delle anse, 'due segni forse alfabetici greci e un altro di significato incerto, si riferiscono al suo uso primario di contenitore commorciale e 'domestico. Altri due segni, di cui uno particolarmente significativo, da leggersi in posizione coricata e ugualmente in chiave semitica, si riferiscono invece all'uso secondario del recipiente quale contenitore funerario. Ci testimonia quindi Ia presenza a Pithekoussai,-nel terzo quarto dell'VIII sec., di un Arameo che pur conservando la sua lingua e scrittura e I'uso

di un

simbolo religioso semiti'co, tuttavia integrato nella societ

della colonia, tanto da seppellire un suo figlio morto in teneissima et nel rnezzo di un appezzamento familiare della necropoli grca e in modo non diverso da quello usato dagli stessi greci. Il frammento d.i un vaso di fattura locale con un graffito fenicio trovato sporadico nella tomba a cremazione 232 indizio di un altro semita vissuto a Pithekoussai una generazione pi tardi e seppellito

col rito della cremazione nella

La corta epigrafe in caatteri consonantici semitici nordoccidentali, la cui pubblicazione mi stata affidata dalla ortesia del dott. Giorgio Buchner al quale va tutta la mia gratitudine, si trova incisa sulla sprlla dell'anfora 575-1 rinvenuta nella necropoli di S. Montano a Ischia e riferibile al terzo quarto dell'VIII secolo a.C. (cf. la nota di G. Buchner). L'incisione chiara, e ci rende fa lettura piuttosto agevole. Il primo segno, destra, presenta una leggera dificolt di interpretazione; a prima vista, infatti, la forma del tratto superiore sinistro farebbe pensare ad un . A parte iI fatto che tale lettura non darebbe poi alcun senso sul piano linguistico, vi sono da rilevare alcuni elementi che portano a porre in dubbio, su una base puramente paleografica, la lettura r.. In rimo luogo 'da notare i'andamento obliquo da destra a sinistra con cui appare il nostro segno: il fenicio ed aramaico, nel periodo compreso ta I'VIII e il VJI secolo a.C., quando non nettamente verticale si presenta con andamento obliquo da sinistra a destra, per lo meno in linea generale. A ci si aggiungano la forma e l'andamento del tr,atto sinistro: tratto
menti gine segno come favoriscono per la sua lettua come : I'andameqlo d.el segno d,a destra . slistra, lo svolgimento indipendente del tratto sinistro rispetto a quello principale ed anche la forma angolata del primo, costituiscono una serie di caratteri propri al segno . Del lesto, se vero che nell'VIII secolo a.C. il /c fenicio ed aramaico pi comunemente attestato con il tratto sinistro a V (sul tipo del k greco, per intenderci), non mancano certo esempi precoci di ridu-

stessa necropoli.

Appare imp,robabile che questi due semiti fortuitamente identificab:li perch ci hanno lasciato una testimonianza scitta, rappresentino dei casi singoli. Piuttosto si dovr pnsare alla presenza stabile, durante la seconda met dell'VIII sec., di un certo numero 'di asiatici. Se cos era, la loro residenza doveva essere di reciproco vantaggio, sia per gli stranieri, sia, e sorrattutto, per i greci che Ii ospitavano nella loo comunit. Che si sia trattato, piuttosto che di commercianti, di artigiani-artisli che producevano oggetti di arte orientalizzante per conto dei greci, ci sembra perci la spiegazione

\-,[

pi

attendibile.l3

Groncro Bucnnrn

ridotte.
S

12

op. cit. sopra n. 7. Contra F.-W. Vorv Htsn, Zur Problematik iler frhesten Goldt'und,e in M:teLitalen, << Hamburger Beitrge zur Archologie >, V, 2, Ig75 (1977), p. I42; le sue opinioni oppost assuruono turtavia minor peso di

getti di stile orientalizzante, e specialmente di oreficerie, vedi G. Bucurnn,

udi Fenici ,, IY, 2, 1976, pp. 779-196 e taw. XXV-XXXVL 13 Per l'i,potesi che Pithekoussai sia stata un cntro i procluzione e cli diffusione di og-

Vedi in ultino H. Scrurenr, IVestphnizische TelLer,

<

Riv. di

fronte alle testimonianze ola

presentate.

zione del tatto in questione: in aea siro-anatolica il appare evoluto gi verso la met del IX secolo a.C. (Sam'al). Il della nostra iscrizione, che anticipa quella che sar la forma pi difiusa sia in fenicio sia in aram.aico. a partire rispettivamente dal V e dal VIi secolo a.C., si trova peraltro gi ,attestato, in forma assai simile, nelle due iscrizioni funerarie di Nerab, dataie intorno al 700 a.C. Gli altri tre segni della nostra iscrizione non presentano difficolt. Per il second, la forma della rarte superioie e il marcato prolungamento inferiore rendono sicura la lettura p; il terzo certamente un l, anche se in un aspetto poco usuale sul quale ci sofieme-

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TESTI

MONUMENTI

ESTI E MONUMENTI
conclu-

1,[5

remo
sione,

in

sede

la lettura della nostra iscrizione

di valutazione paleografrca; I'ultimo z. In


sar:

kpln
Sul piano linguistico la parola kpln, vrr non essendo frnora rnai attestata come tale nell'epigrafia semitica nordoccidentale, si interpreta agevolmente come il sostantivo kpl, 'doppto ' (presente anche in una iscizione nabatea: CIS, II,2l7) seguito dal suffisso -n che indica inequivocabilmente la natura aramaica (e non fenicia o ebraica) della lingua. La sola possibilit alternativa all'aramaico potrebbe essere lo yaudico, cio la lingua, piuttosto vicina all'aramaico, parlata nella citti di Sam'al; allo stato attuale delle cose, tuttavia, sia per la novit della forma grammaticale ofierta dalla nostra iscrizione (come ora vedremo) sia per I'impossibilit di determinare I'origine precisa dell'iscrizione, sarj oprortuno attenerci
all'aramaicit del nostro testo. La forma aramaica kpln non pu essere altro, Der la sua natura semantica, che un duale, esattamente corrispondente all'ebraico

Icplyrn 'il dopuio '. Questa attestazione riveste una notevoJe importanza linguistica, perch la prima volta che viene documentato il 'duale assoluto in aramaico antico (l'aramaico, cio, anteriore al VII secolo a.C.). Nell'aramaico posteriore, sia in quello detto d'Impero sia in quello biblico, i duale assoluto ,aptrare nella forma consonantica -yz, corrispondente ad una pronuncia 'ayn, con dittongo,l La grafia kpln, che ignora il dittongo. p,one pertanto un problema storico-linguistico di un certo peso: o la dittongazione dell'aramaico posteriore second.aia, o l'aramaico antico formava il duale mediante il suffisso -n (nominativo) anzich -ayn (genitivo-accusativo). Tra queste due possibilit la prima appare di gran lunga preferibile, sia perch scarsamente verosimile che un suffisso si sia sostituito ad un alto nella stessa funzione, nello svolgimento storico, peraltro breve, di una medesima lingua, sia perch il fenomeno della dittongazione secondaria in aramaico stato gi rilevato:2 I'iscrizione di Ischia ne d soltanto una significativa conferma. Per quanto riguarda il significato di kpln'doppio' sulla nostra anfora, la spiegazione pi probabile che si tratti di una indicazione relativa .alla sua capacit: essa conterrebbe cio il 'doppio' di una deteminata misura di vino. Pur non escludendo del tutto la possibilit che il termine plz possa riferirsi invece al tipo di vino con-

da diverse isciizioni della IJamat, Sam'al, Sefrre), del incisioni su oggetti vari, frammentaria. Gli avori di non.siano.segni'alfabetici isolati) e di Nimrud,a i bronzi (per lo pi pesi) di Nimrud, i mattoni di I.{a nat e alcune iscrizioni ri'""ri p"stinesi costituiscono il grosso di un materiale che, ai fini dello st'udio della difiusione della icrittura consonantica, presenta un interesse maggiore- di quello della scrittura rnonumentre le iscizioni sui -nrr*u sigilli -riflettono. quest'ultima, non quella cor-sival.r - t".ti conosciuti, come' si vede dall'eleric r, lsciano s,rrsisiere grosse lacune geografiche (si tenga presnte che il materiale di Arslan Tash si trovava in tale localit come bottino d e, quindi, a
pnt di delle con

tenuto nell'anfora,' I'ipotesi della capacit sem-bra preferibile'non soltanto per la,sua maggiore owiet, ^ma arche per ii fatto er.a "he concoda con I'indicazione numerica ofierta, come presto vedremo, dai segni incisi su una delle anse della medesima urrior". di passare ,all'analisi di altri segni presenti sull,anfoa ___ _PriT" 575-1, necessario soffemarsi sull'aspetto'iraleografico della no_ stra iscizione. Mentre conosciamo abbastanza blne h scrittura monumentale aamaica del IX e dell'vlll secoro ,a.c., testimoniata

perci

che l'iscricome qual-

l'analisi
stiuisca

l pi antico esempio

ostra iscri-

anerto, anticipando

della scrittura aramaica lsvi_ ssiria). Se ci limitassimo a questo

di

poco

iscrizione

contatto o allo stesso inteno dell'Assiria. Ma gli altri dati ci portano a conclusioni divese. .< La forma del p con la ur.caatteristica angolatura superiore ci

(o det suo aurore) u""r""""i:.::;ii:t*,i:i':

GRsI.{r,

Cf. S. Sucrnr, Altaramsche Grammatik ,(Leipzig, 1975). 2 G, Studi aramaici,2. Le mtres lectionis e l uocaLismo nell'aramaico antico, in n, Annali tlell'Istituto O,rientale di Napoli , 29, 1969, pp. l4-I5.
Cf. a'nche P..E, DIou, La langue d,e Ya'ud,i (s.1., 1974), p.
70.

r46

TESTI E MONUMENTI

TESTI E MONUMENTI

r47

il pi vicino parallelo semitico del p p di tale aspetto completamente sconosciuto alla documentazione aramaica flnora nota, che non conosce p squadrati. Soltanto nell'iscrizione {enicia della spatola bronzea di Biblo (X secolo a.C.) si trova un p squadrato, ma anche l si tratta di un soo angolo, non di due. Si pu ricordare infrne la singola lettera p incisa sul reto di uno degli avori di Samaria,6 databili al IX secolo a.C. (se si accetta il rapporto di tali avori con la notizia dt I Re, 22, 39 secondo cui il re Acab si sarebbe fatto costruire una 'casa di .avorio'). Tae p, da ascrivere con ogni vero'
fornisce quello che flnora
greco. La cosa singolare che un

fenicia: fenicio d gibile di


tepe per

veva conosciuto

in

precedenza

un notevole impatto con la cultura datta in


asi illeg-

di

Kara_

simiglianza alla scrittura fenicia, presenta anch'esso due angoli su' periormente, ma si tratta di angoli ottusi, non retti come quelli della nostra iscrizione. La testimonianza di questo segno ci mostra clunque una iscrizione aramaica che conserva un elemento arcaico, patrimonio di una sola parte della scrittura fenicia. Questo stesso risultato viene raggiunto con l'analisi del terzo segno.

Per incontrarne uno analogo bisogna risalire all'iscrizione fenicia incisa su un cono votivo in terracotta da Biblo,T databile al XII secolo a.C. Si tenga tuttavia rresent che un I non troppo dissimile da questi in discussione attestato anche su ostralron aramaico da Nimlud (scritto a inchiostro) della fine dell'VIII secolo a.C.8 e quindi quasi contemporaneo dell'iscrizione di Ischia. Per quanto concern,e infine il segno n, da notare che l''arrotondamento dello spigolo superiore pu essere considerato un arcaismo della scrittura fenicia, mentre il prolungamento inferiore segno di relativa ecenziorit. In concusione possiamo afiermare che l'iscrizione aramaica di Ischia si colloca raleograficamente in una situazione autonoma nelI'ambito di tutta la documentazione oggi esistente. Pur partecipando all'evoluzione della scrittura aramaica (k, n), essa sembra conseryare dei tratti arcaici, cio fenici (p, l). L'aspetto pi interessante della questione, e quindi il suo inter,esse storico, sta nel fatto che gli arcaismi non ci riportano alla tradizione, diciamo cos, maestra della
scrittura fenicia (quale cio la conosciamo dalla documentazione delle citt fenicie), bens ad una tradizione minore, che si vorebbe quasi definire marginale, provinciale. Dobbiamo ricordare, infatti, che quelle particolarit grafiche della Biblo del XII o 'dell'Xl secolo a.C. che abbiamo riscontrato nella nostra iscrizione (p, l) non sono continuate 'ilalla scrittura monumentale della stessa Biblo nel X secolo a,C., mentre qualche eco se ne pu ritrovae a Sam'al (p). Questo o,tol dire che esisteva un'area linguisticamente aramaica che
6 Cf. W. Rr,uc, art. cit., p.
1954),

variata del nome sud-anatolico Puwa. Tale lettura non ha in s nulla

spensione;rr la datazione dei due oggetti la medesima, ,periodo assio'. Per il momenio non possiamo dunque afiermare l. trt"tr" lura l,bk si ,adatti all'oggerto su cui si toa pi di quanto vi si
e . c. H. GonooN, Tuo North.west-semitic Inscriptions t'rorn Tarsus. i' < Burletin of the American Schools of Orienral Reseach 1o Cf. ", Zg, qO, p. 9-11. !.H. Cgyo.ry, arr. cir., r..9-I0. tr H. Gornwnrv, Excatatiois at GzI I{uIe, rss, III'(Princeton, 1963), p. 388. L'alra iscrizione stata ricodara, in qusra opera, nella trattazione elativa alla ceramica, dovuta a G. M. A. il*Ilnrn^,,, (pp' 329-3-0); iI connento si limita per a'ichiamae bevemente l"

Nimru

I'(Pais,

, in .Iraq D, 19, 1957, ,pp. 139.45.

rr. I44'(car.7765).

61.

7 M. Duu,rNn, FouiLles ile Byblos, II, J.B. Scr,, An Aramaic Ostracon Jrom

sioni

di

C.

H.

Gordon.

"o"r-

148

TESI E

MONUMENTI

ESI E
maica.

MONUMENTI

74e

adatti la lettura lbw. La sola cosa che pu dirsi che, trattandosi di una iscriuione aramaica, una lettura in chiave aramaica regolare appare metodologicamente pr-eferibile ad una lettura in chiave sudanalolica con intervento di mutamenti fonetici.

ra prima _osservazione che pu farsi che tale graffito si trova da solo sull'ampia superficie dell'anfora, ,"' si fosse voluto separare dalle altre inicazioni, gr.afrche e "o*" simbolichg che si trovano sulla faccia opposta e ch amo visto, hanno al_
anfoa contenitore di bbia intenzionalmente
che vedere con quelle

Oltre all'iscrizione che abbiamo ora esaminato, l'anfora 575-l presenta anche altri segni che ci riportano all'ambiente aramaico. Si tr.atta di tre segni incisi su una delle anse: apparentemente si vedono due linee orizzontali, sovrapposte ma distanziat, sormontate da un triangolo, aifinc Accanto al primo tratt
leggermente curvo, Ia una lacuna all'attacco

verticali paralleli sulla parete del vaso. Leggendo i segni dal basso verso l'alio, vale a dire da destra verso sinistra seguendo l'andamento

dell'ansa, otteniamo il numerale aramaico corrispondenre a'20t'. Sappiamo infatti che la forma originaria della cifra delle centinaia

nell scrittura aramaica era costituita da un triangolo, con un vertice a destra, preceduto da tanti tratti verticali quante erano le centinaia che si volevano rapprsentare; per la cifra ' l0O' era obbligatoria la presenza di un tratto verticale'r2 Il fatto che l'asa dell'anfora rcasse incisa la cifra '200' (evidentemente duecento
unit di misura-base) costituisce un'ulteriore conferma all'interpretazione di kpln come 'doppio': la misura 'normale' doveva owiamente essere costituita 'da cento unit.
D,egli altri segni incisi sulla parte alta dell'anfora, nulla possibile dire con siCurezza. Quello che si trova sul coilo, tra le due anse, richiama un segno (E) che si tova alla fine di una iscrizione ebraica, anch'essa su-un'anfora da vino:13 ma anche di quest'ultimo il valore resta totalmente sconosciuto. Quanto ai due segni presenti quella su cui si trova iI numerale, moto di due segni aJfabetici greci, t <p; non pu tutto la possibilit che il segno a sinistra possa essere un g semitico (fenicio o aramaico), dalla forma inusuale ma non sconosciuta.ra Una particolare menzione, inflne, suetta al singolare graffito inciso sulla spalla opposta a quella in cui si trova I'iscrizione aaNorth-Mesopotamian Aramaic ScriprType in Late Parthian Perod,, in < Israel Oiental Stuclies,, 2, 1972, pp. 301-302. 13 Cf. N. ,vrclo, Tuo Hebrew Inscrip tlorLs on Vine lars, in n llrael Exploration Journal >, 22, 1972, p. 3. 14 W. Rr.r,rc, r2 Pe

- Questo discorso sar pi chiaro quando si sa esaminata la forma del -gra$t9. Questo costituito da due segni diversi, facil_ mente distinguibili ta loro sia per la loro posizine reciprca (si trovano uniti ai vertici) sia specialmente per il diverso spessore del tratto. Bisogna per_ menzionare Ia lacuna all,angolo por i^ bu..o del triangolo, Ia quale purtroppo im edisce di acrtare se esso finiva in.angolo, lppure se i! tratl verticale continuava in quella coda pLi sottile la cui direzione sembra conrinuare queua dl l.to del costituito da un triangolo, due nto dop.o il verrice. Questo segno dove usato come simbolo del ovvio che tale valore appare del ra. Lo stesso simbolo tuttavia attestato con un valore ben dive ondo fenicio e specialmente in quello. punico: su questo simolo tenuto nella mano sinistra da un l cui destra si vede il simbolo egiziano dell'a.nkh Por rn occrdente grafito , ,ro--"_rr"o. deJ sanruari" o;tt::**e (Malta), su un blocco di pietra d { santuario di e sulla roccia che domina il to"t di S. Atioco, in Sardegna; si trova infine, dipinto o inciso, su di di vasi votivi rinvenuti nel ricordato santuario di Tas-Silg ts e su una nfora funeari_a proveniente 'dalla necropoli di cartagi.r..tu Non dunque- possibile dubitare del nificat refigioso at ,i-oio triangolo, anche.se non facile " tuttavia estremamente probabile alla croce cristiana, simbolo di che, in ultima analisi, si isolve soddisfacente del segno . Meno agevole che si trova al disott costituito da un retn_ g_olo coricato, con un taglia a met; ul J poi, _ all'estena destra del gruppo, un lungo tratto curvo che non ,.*tru
su questo simbolo e ra rerativa documentazione cf. G. Grnnrrr, uz nuoro simboLo religioso punico, in Missone archeologica taliam o Moiq-.' as {Roma,_196_6}, .pp. 153-55. 16 Cfr P. Crures, Cramque prn;qie ifrri., ri, tav. XXII, 279. Devo quesra seg.nalazione ar prof. G. Buchner, -che mi i L*Ji"
ringraziare.

le cifre delle,centinaia in aramaico cf. J. Nrvnn, The

ls

art. cit., ,p.

57.

150

TESTI E MONUMENTI

appartnere a nssuno dei due segni rna che

in un certo senso-cola
soluzione,

enirambi. Lasciando aperta

la via ad ogni altra diversa

RASSEGNE

Dopo quanto stato detto finora, ci troviamo dinanzi ad un problema strico di non scarso interesse. La presenza di una parola di un numero aramaico su un'anfora di fattura greca segno inequivocabile di rapporti di un probabile simbolo
come deposizione {unera

aramarco) o

tm (in fenicio), cio 'vita'.

Iruchrlten grechisch.er Stdte us Kleinasez. Band I: Die Inschrlten uon Erythrai und Kl,qzommi, Teil I (Nr. f-200) ; B. 2, TeiI II (Nr. 20I-536), herausg. von HELrrur Eucnr,lre.x und RerunorD MERKELBI.cT (Rudolf Habelt Yerlag GMBH, Bonn, 1972; 1973). 4,', pp. I-286, con tavoJe l-28 e una carta f.t.; pp. 16+1287-562, con tav. 29-49 I.t.

individui asiatici nell'iso noti che mentre la scritta aramarca il simbolo religioso fenicio. La scarsit delle attestazioni di questo in territorio asiatico troppo marcata per poter escludere che gli aramei lo abbiano usato anch'essi; crto che I'insieme della documentazione attuale non sembra favorire I'ipotesi di una difiusione del simbolo a triangolo anche
presso

gli

aramei.

Grovmilr G.nprur

di corp'r parziali, come Ie In^schrilten tion Priene e aon Magnesj, o il vol. II di La Crie di J. e L. RoLert o- le parti epigrafiche delle relazioni sistematiche di grandi imprese di scavo, come Efeso, Mileto, Pergamo, necessario rizzontarsi in
testi:_quando non si tratti

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