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5 del 29/02/2012

A cura del Gruppo Consiliare Federazione della Sinistra - Verdi

Sommario:
Democrazi

E
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Province: la democrazia si allontana Art.18: la flessibilit c, non ci sono investimenti

Economi

E
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Il legame tra scala mobile e articolo 18 Specularmente allattacco ai lavoratori la dequalificazione dellindustria

Interrogazione Orale presentata in Con- 5 siglio Regionale

egnaliamo in

oscana
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Approvato il Piano Integrato sullimmigrazione Nel Decreto Semplificazioni un colpo alla sicurezza sul lavoro

GI LE MANI DALLART. 18 IL 9 MARZO TUTTI A ROMA CON LA FIOM-CGIL


Venerd 9 marzo sciopero generale dei metalmeccanici e manifestazione a Roma per dire No allattacco del governo Monti ai lavoratori italiani di tutti i settori (pubblico e privato), chiamati cos ad aprire una stagione di lotte in difesa dei diritti e per nuove conquiste sociali. Questo sciopero molto importante perch pu invertire una tendenza e ridare slancio alla partecipazione attiva e al protagonismo dei lavoratori. Questo governo sta spianando la strada alle imprese per avere mano libera sui licenziamenti di massa che riguarderanno tutte le categorie e settori di lavoro; se cancellano un diritto, lo tolgono a tutti. Facciamo s che lo sciopero del 9 marzo sia generalizzato a tutte le categorie della Cgil e ai sindacati di base per respingere le manovre del governo.

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Comunicati stampa

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LI: La Federazione della Sinistra di Livorno a fianco dei lavoratori della Compagnia portuale LU: Inceneritore di Falascaia... FI: Piano dei rifiuti arcaico. Ora un tavolo per lalternativa Interrogazioni e mozioni

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Siamo su Facebook: FdS-Verdi Gruppo Toscana e su internet: www.prcgruppotoscana.it www.pdcitoscana.blogspot.com www.rifondazionetoscana.it www.liberamentefds.blogspot.com

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Province: la democrazia si allontana


1. La prima ipotesi formulata con il Decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201 art. 23, prevedeva che la provincia divenisse un ente di secondo grado adibito a funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attivit proprie dei Comuni. Non avrebbe esercitato pi lattivit di gestione amministrativa, n funzioni amministrative ai sensi dellart. 118.1,2 della Costituzione. La Provincia non avrebbe pi avuto i caratteri di ente politico esponenziale della popolazione provinciale: sia il Consiglio (composto da non pi di 10 membri) che il Presidente sono emanazione degli organi elettivi dei Comuni. 2. Il Disegno di legge approvato dal governo il 24 febbraio rivede questa drastica trasformazione sotto il profilo delle attribuzioni, non previsto infatti nessun intervento per il trasferimento delle funzioni e delle competenze provinciali a comuni o regioni; mantenuto lintervento sulla composizione a conferma che i Consigli Provinciali delle Regioni a Statuto ordinario non saranno pi eletti dai cittadini, e questo il vero vulnus alla rappresentanza democratica, ma dai Consiglieri Comunali dei comuni compresi nel territorio delle future Province. Queste saranno quindi trasformate in organi amministrativi di secondo grado, in analogia con le Comunit montane e i Consorzi e saranno governate da piccoli consigli composti da 10 consiglieri (27 province sotto i 300..000 abitanti), 12 consiglieri (37 province da 300.000 a 700.000 abitanti) e da 16 consiglieri (22 province oltre 700.000 abitanti), eletti esclusivamente tra i consiglieri comunali che a loro volta eleggeranno un presidente. Sia i consiglieri che il presidente non dovrebbero aver diritto ad alcuna indennit essendo gi consiglieri comunali. Il sistema elettorale sar proporzionale e lelezione dovr svolgersi di domenica dalle 8 alle 20. Le competenze e gli accorpamenti saranno definiti dalla legge di riforma della Costituzione, attualmente alloggetto della discussione dei partiti. 3. LUnione delle Province, la cui proposta gi stata sintetizzata nel numero 3 di Liberamente, conferma la propria valutazione negativa denunciando lo stravolgimento di uno strumento della democrazia con leliminazione dellelezione diretta dei Consigli provinciali. A sostegno di questa posizione stata indetta per il 18 aprile una manifestazione nazionale di tutti gli eletti nei Consigli provinciali. Mentre i cittadini chiedono a gran voce di potere scegliere i propri rappresentanti e non accettano pi che siano i partiti a nominarli sottolinea Saitta, Vice Presidente dellUPI il Governo Monti propone di cancellare gli organi eletti delle istituzioni locali. La proposta dellUpi di Delega al Governo per listituzione delle citt metropolitane, la razionalizzazione delle province, il riordino dellamministrazione periferica dello Stato e degli enti strumentali stata consegnata il 24 febbraio alle Commissioni Affari Costituzionali e Attivit produttive della Camera, che stanno esaminando il Decreto semplificazioni. 4.In conclusione si pu rilevare che nel momento in cui si afferma lesigenza di politiche di programmazione e di gestione di area vasta, si risponde comprimendo la rappresentanza democratica e svuotando le istituzioni territoriali. Ed in ogni caso la situazione non chiusa.

Art. 18: la flessibilit c, non ci sono investimenti


Giuseppe Travaglini Sintesi dellarticolo di Giuseppe Travaglini in versione integrale su: www.sbilanciamoci.info Il problema aumentare produttivit e occupazione, non destrutturare il mercato del lavoro C una ratio economica su cui poggia larticolo 18 che non pu essere tralasciata per cogliere il senso ultimo della norma. Unimpresa di grandi dimensioni pu facilmente sostituire un lavoratore con un altro, mentre colui che espulso (illegittima-mente) dal processo produttivo rischia di essere marginalizzato nel mercato del lavoro. Larticolo 18 cattura questa asimmetria, e si configura come dispositivo regolamentativo che detta le conseguenze in caso di licenziamento illegittimo (perch effettuato senza comunicazione dei motivi, oppure perch ingiustificato o discriminatorio) nelle imprese con pi di 15 dipendenti (5 se agricole) e nelle imprese con pi di 60 dipendenti in tutto. Cancellare larticolo 18 significa di fatto sostenere che questa asimmetria non esi-

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ste, e che per tanto il mercato del lavoro sostanzialmente concorrenziale ed equo, e non richiede alcun dispositivo di tutela per la parte debole, ossia i lavoratori. Le piccole imprese con meno di 15 addetti non sarebbero avvantaggiate dalleliminazione dellarticolo 18, in quanto la norma gi le esclude dallapplicazione. Queste rappresentano il 98% delle imprese italiane e occupano il 55% della forza lavoro. Tra queste vi sono le microimprese (che occupano meno di 10 addetti) che rappresentano il 95% del totale. Saranno queste micro unit produttive ad trarre vantaggio dalla rimozione dellarticolo 18, trovando lo stimolo per crescere verso le maggiori dimensioni? Appare francamente velleitario sostenerlo. Se fosse cos dovremmo gi oggi registrare per queste microimprese un addensamento verso il numero critico di 14 dipendenti, ma questo non nei dati nazionali. Il superamento dellarticolo 18 influir invece nelle scelte delle medie e grandi imprese, che impiegano attualmente circa il 45% delloccupazione, la quale appunto tutelata nelle discriminazioni dallarticolo 18. Per le medie e grandi imprese che puntano sugli investimenti, sul progresso tecnologico e sulle competenze, larticolo 18 non ragione di ostacolo: le maestranze tengono molto al loro capitale umano. Per le imprese in crisi economica, siano esse grandi o piccole, larticolo 18 non ovviamente un vincolo operativo. Inoltre, per le medie e grandi imprese in crisi la risoluzione dei contenziosi avviene attraverso accordi, frutto delle relazioni industriali, quando ci sono, oppure con la cessazione de facto dellattivit, senza confronto con le parti sociali, cos come si rischiato accadesse per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese. Infine, nelle fasi recessive larticolo 18 non limita la mobilit, come conferma anche loperato del Gruppo Espresso che negli ultimi tre anni ha mandato a casa 800 dipendenti su 3mila.

Il legame tra scala mobile e articolo 18


Claudio Gnesutta, www.sbilanciamoci.info del 24/02/2012 C un filo rosso tra la vicenda dellabolizione della scala mobile di trentanni fa e quella odierna dellabolizione dellarticolo 18? () Se un tratto comune lo si pu rintracciare nel lungo clima di pressione mediatica per costruire una convinzione sociale che leliminazione di un privilegio per una parte della societ a fin di bene per lintera societ e, si ammicca, anche per la parte che ne colpita. () ma si ha limpressione che vi sia un legame pi profondo tra le due vicende. Lintervento diretto ad abolire la scala mobile realizza lobiettivo ossessivamente perseguito dalla politica economica di quella destra rampante degli anni ottanta che riteneva la dinamica inflazionistica dipendere da uneccessiva protezione del salario (). Si argomentava che era un costo necessario compensato dal rilancio della crescita economica allinterno del modello emergente di liberismo radicale. La questione che si pone oggi con larticolo 18 in apparenza molto diversa, dato che non riguarda il salario reale ma il livello delloccupazione i cui insufficienti risultati sono ossessivamente interpretati dai piccoli emuli del pensiero craxiano quale effetto di uneccessiva protezione dei posti di lavoro esistenti (limitata peraltro solo a parte dei lavoratori), che costituirebbe una barriera allampliamento delloccupazione complessiva. Anche in questo caso si sostiene che leliminazione di questa garanzia sarebbe sufficiente a espandere la domanda di lavoro delle imprese in favore di unespansione delloccupazione e della crescita produttiva. () Situazioni molto diverse, ma entrambe volte a rendere il lavoro pi adattabile alle condizioni dettate dal modello produttivo emergente a suo tempo, e oggi dominante () Sappiamo come andata. Nonostante il persistente contenimento del salario reale che ne seguito, i maggiori gradi di libert acquisiti dalle imprese non hanno modificato lorientamento della loro accumulazione. Ne risultato un rafforzamento della ristrutturazione industriale caratterizzata da processi di destrutturazione dei grandi impianti, di delocalizzazione e di precarizzazione che, pur

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favorendo la crescita della profittabilit dimpresa, non ha prodotto quella ascesa nella qualit innovativa dei processi di produzione e dei prodotti necessaria per la competizione globale. I decenni successivi si sono infatti caratterizzati da un assetto industriale in difficolt competitive, da lenta crescita economica, da regresso nelle condizioni salariali e occupazionali, da una crescente disuguaglianza nella societ e da un depauperamento dello sviluppo sociale. Siamo ormai abituati a constatare che la risposta di chi ha sbagliato politica quella di insistere sulle politiche sbagliate nella convinzione che non sono state realizzate con la dovuta radicalit. (). Con la speciosa conclusione che solo con leliminazione delle garanzie che regolano il rapporto di lavoro (art. 8 e art. 18) questa classe industriale avrebbe potuto far leva su un mercato del lavoro liberato da ogni vincolo per rilanciare la crescita produttiva. Ovviamente nella sua interpretazione il costo subito dai lavoratori sarebbe stato compensato da migliori prospettive di sviluppo sociale e civile. Si tratta di unanalisi di rara banalit che non meriterebbe nemmeno di essere richiamata se non fosse che il ribaltamento dellordine logico e fattuale tra politica industriale e politiche del lavoro sembra ripresentarsi anche in un governo dei tecnici che queste cose dovrebbero aver ben presenti, a meno che la tecnicit non sia intesa in senso cos ristretto da non porsi il problema delle sue implicazioni politiche e sociali (). Leliminazione del privilegio normativo realizza s il sogno dei cultori indefettibili del mercato poich rende tutti i lavoratori uguali, ma al costo di trascurare le implicazioni di generale precarizzazione che una libera concorrenza individuale produce in un contesto di strutturale disoccupazione. Leffetto di classe egualitario, ma di segno opposto rispetto agli anni settanta. auspicabile che, in vista dei potenziali effetti in termini di precarizzazione delle vite e di depauperamento dello sviluppo civile che deriverebbero da una politica economica che affronta in maniera impropria il vero ordine dei problemi da affrontare, il governo ponga come prioritaria una politica industriale di innovazione produttiva e sociale (sulle linee degli spunti che da tempo vengono offerti da www.sbilanciamoci.info e non solo), al cui interno collocare una politica del lavoro (non del mercato del lavoro) che prospetti condizioni di stabilit di reddito e di dignit delle condizioni di lavoro. Obiettivi che dovrebbero essere ovvi per qualsiasi governo che abbia a cuore la solidit della nostra democrazia.

specularmente all'attacco ai lavoratori, la dequalificazione dell'industria


Franco Bortolotti - (Ires Toscana) - www.sbilanciamoci.info C' un altro aspetto importante dell'attacco dai diritti dei lavoratori, implicito nella vicenda della scala mobile e drammaticamente disatteso nella vicenda successiva. Gli accordi del 1992-93 segnarono una serie di rinunce del sindacato sul piano dell'adeguamento automatico dei salari. Prescindiamo per un attimo dal giudizio su quella vicenda. C'era per una contropartita chiarissima, scritta nero su bianco: il nostro paese avrebbe aumentato la spesa in Ricerca e sviluppo raddoppiandola, o perlomeno portandola in tempi rapidi al 2% (era l'1,2% del PIL, se non sbaglio): era un impegno a tutto carico del governo e ancor pi delle imprese. Il risultato presto detto: con i governi Prodi si era rosicchiato qualche 0,1% in pi per anno, ma nel complesso siamo al punto di partenza se non indietro. Non un fatto marginale. Significava spostare l'asse della competitivit sulla qualit e l'innovazione, non lo si fatto, ed rimasto centrale il discorso del costo del lavoro. Si arriva cos al paradosso di un paese, il nostro, che il pi somigliante (per struttura settoriale) all'export cinese, con un ovvio svantaggio di costo; anzi, negli ultimi anni ci siamo un po' differenziati perch i cinesi si sono spostati pi di noi sulla tecnologia. Anche il silenzio di tomba del governo sulle politiche per l'innovazione significativo.

n. 5 del 29/02/2012

Approvato in Consiglio Regionale il Piano Integrato sullimmigrazione 2012-2015


Monica Sgherri: interventi programmati oltre lemergenza
Monica Sgherri, Capogruppo della Federazione della Sinistra Verdi, definisce condivisibile il Piano regionale integrato sullimmigrazione 2012-2015, anche perch supera, riguardo allimmigrazione regolare, la tipologia di emergenza assumendola come componente strutturale, riconoscendone invece le specificit dintervento relative a fatti contingenti e non programmabili, come tutta la questione profughi. Per quanto riguarda limmigrazione regolare, siamo di fronte ad una presenza in constante aumento, in gran parte dovuta anche ai ricongiungimenti familiari, dunque di giovani nuclei che scelgono di vivere in Toscana e qui crescere i loro figli. Era necessario su tutto questo un salto di qualit, che il Piano contribuisce a mettere in campo. Sgherri ricorda il contributo fondamentale alla crescita sociale ed economica della Toscana, grazie a tutte le attivit che gli immigrati svolgono e rivestono importanza sempre pi imprescindibile, fra cui ricordiamo ad esempio lattivit di cura degli anziani da parte delle badanti, in una regione dove la popolazione anziana autoctona sempre maggiore e il tasso di natalit assai basso, con tutte le conseguenze del caso, certamente calmierate dallarrivo di popolazione giovane immigrata. Il piano punta ad un nuovo modello di governance nellambito del quale necessario evidenziare il ruolo dellOsservatorio Sociale Regionale istituito per losservazione, il monitoraggio e lanalisi del fenomeno migratorio e per lanalisi dellimpatto delle politiche e listituzione di un Comitato per le politiche sullimmigrazione composto da rappresentanti delle componenti istituzionali e sociali del territorio. Di fronte a tutto questo il Piano si pone obiettivi condivisibili di vera integrazione e di multiculturalit, mettendo in guardia da ogni banalizzazione e da ogni forma di istigazione alla xenofobia. Favorire la formazione, linformazione e la partecipazione alla vita sociale non soltanto fonte di integrazione ma anche di assunzione di responsabilit Il Piano, che come risorse attivabili indica 592.241 mila euro per ciascuno dei quattro anni di riferimento (2012-2015), si articola in tre obiettivi generali: rappresentanza e partecipazione alla vita pubblica dei cittadini stranieri; rete di servizi informativi rivolti agli stranieri collegata a una rete di servizi di tutela e di contrasto e rimozione degli episodi di discriminazione; apprendimento della lingua italiana come promozione di cittadinanza attiva (appartenenza piena e consapevole alla vita della comunit). Nella sua replica lassessore Salvatore Allocca ha invitato tutti a misurarsi con i fatti non sulla base di ideologie ma per come sono. Il fenomeno dellimmigrazione, ha sottolineato, un fatto della societ contemporanea. I flussi migratori non si fermeranno ed nostro dovere arginare fenomeni di sofferenza sociale. Obiettivo di fondo del Piano, ha ricordato, quello di far nascere unidentit comune, senza cancellare i saperi, le culture e le identit dei toscani e dei cittadini immigrati che qui decidono di vivere. Riguardo al finanziamento di 300mila euro relativo al welfare, Allocca ha ricordato che si tratta di risorse destinate allapprendimento della lingua per aiutare gli stranieri a superare le difficolt di accesso ai servizi sanitari e agli altri servizi pubblici locali. Rispetto allobiettivo di riconoscimento del diritto di voto, lassessore ha precisato: Il 33% degli immigrati, che provengono da paesi comunitari, gi esercita il diritto di voto per le amministrative e non tutti, di certo, votano alla stessa maniera. Riconoscere a tutti il diritto di voto un punto essenziale per trovare lequilibrio tra diritti e doveri che devono essere riconosciuti e richiesti a tutti.

n. 5 del 29/02/2012

Nel Decreto Semplificazioni un colpo alla sicurezza sul lavoro


www.controlacrisi.org del 27/02/2012
Nel Decreto Legge 5/2012, cosiddetto Decreto Semplificazioni, sono inserite alcune norme, in specie quanto previsto dallart.14 (semplificazioni dei controlli sulle imprese), che sbarrerebbero le porte a molti controlli in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro , della tutela ambientale, della tutela della filiera alimentare e in generale di tutte le norme poste a tutela dellambiente e della salute. A sostenerlo Vincenzo Di Nucci di Aitep, l'associazione italiana dei tecnici della prevenzione. Tre i punto del decreto contestati da Aitep. Il primo il comma 4, sulla concertazione dei decreti attuativi eseguiti solo con il confronto delle associazioni imprenditoriali e non anche quelle dei lavoratori e dei consumatori ecc. Il secondo alla lettera d del comma 4, che impone la collaborazione amichevole con i soggetti controllati al fine di prevenire rischi e situazioni di irregolarit. Ma l'elemento pi critico secondo Di Nucci quanto previsto dalla lettera f del comma 4 dellarticolo 14, che cos recita: Soppressione o riduzione dei controlli sulle imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione della qualit (UNI ISO-9001) o altra appropriata certificazione emessa, a fronte di norme armonizzate. Insomma afferma Di Nucci - dora in poi baster avere un certificato UNI ISO-9001 o UNI ISO-14001 o BS OHSAS 18000 per vedere soppressi, o forse ridotti, tutti i controlli della pubblica amministrazione, tranne che in materia fiscale e finanziaria. Mi sembra un grosso stravolgimento dei valori costituzionalmente tutelati spiega il tecnico dell'Aitep - Leconomia, specie in questi tempi, rappresenta un tema al centro delle preoccupazioni di tutti noi, ma credo che temi e valori come la protezione della salute e dellambiente siano ancora, non solo nel nostro sentire, a un livello superiore. Non possiamo e non dobbiamo barattarli in cambio di nulla. Non si capisce quindi afferma ancora Di Nucci - lesenzione dellemananda norma per i temi fiscali e finanziari e non anche per i temi della tutela ambientale e della salute. Proprio per questo abbiamo concordato con lonorevole Boccuzzi (Pd) lopportunit di presentare un emendamento che inserisca al comma 6 anche i temi che ci stanno a cuore oltre a quelli finanziari e fiscali. Sulla questione interviene anche Marco Bazzoni, Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Se questo articolo 14 verr approvato senza modifiche in Parlamento scrive Bazzoni in una mail a Rassegna.it - la fine dei controlli per la sicurezza sul lavoro in Italia. Gi abbiamo circa 1200 morti sul lavoro ogni anno. Senza controlli per la sicurezza, a quanto arriverebbero?.

Decreto Semplificazione: presentata Interrogazione Urgente


www.prcgruppotoscana.it
[] appreso da fonte AITeP (Associazione Italiana dei Tecnici della Prevenzione) che il Governo Monti, in fase di emanazione del Decreto Legge 5/2012 (Decreto semplificazioni), sta inserendo nellart. 14 alcune norme, tra cui: il comma 4, sulla concertazione dei decreti attuativi eseguiti solo con il confronto delle associazioni imprenditoriali e non anche quelle dei lavoratori e dei consumatori ecc., la lettera d) del comma 4, che impone la collaborazione amichevole con i soggetti controllati al fine di prevenire rischi e situazioni di irregolarit, ma soprattutto quanto previsto dalla lettera f) del comma 4 dellarticolo 14 citato, che cos recita: soppressione o riduzione dei controlli sulle imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione della qualit (UNI ISO-9001) o altra appropriata certificazione emessa, a fronte di norme armonizzate considerato che tali norme sbarrerebbero le porte a molti controlli in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, della difesa ambientale, della tutela della filiera alimentare e in generale di tutte le norme poste a protezione dellambiente e della salute, [] ritenuto [] considerato che la deriva neoliberista verso il lavoro e il mondo del lavoro sono in piena continuit[] considerato altres [] considerato infine [] chiedono al Presidente Rossi e allAssessore competente di riferire urgentemente in aula: se sono al corrente di queste norme che il governo Monti sta introducendo nellart. 14 del DL 5/2012 (Decreto semplificazioni, se condividono le preoccupazioni espresse in premessa riguardo alle ripercussioni negative che tali norme avranno sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla protezione dellambiente e della salute, se intendono attivarsi e con quali iniziative concrete per favorire una corretta e capillare informazione su quanto sta avvenendo in Consiglio dei Ministri e, soprattutto, per appoggiare liniziativa dellAITeP di presentare un emendamento per inserire al comma 6 anche i temi della sicurezza e della prevenzione. I Consiglieri Regionali Monica Sgherri Paolo Marini

n. 5 del 29/02/2012

Sgherri Marini: Il decreto Monti sulle semplificazioni cancella i controlli sulla sicurezza sul posto di lavoro. Sosteniamo gli emendamenti di AiTeP
Lallarme lanciato oggi sul decreto semplificazioni, che riduce o addirittura sopprime i controlli sulla sicurezza del lavoro nelle imprese, ci preoccupa enormemente. Quanto potrebbe accadere, se il decreto venisse approvato cos come dal Parlamento cio zero o quasi controlli nelle aziende - sarebbe di una gravit inaudita. Il governo Monti si sta comportando in modo scellerato e inaccettabile, rispetto alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Ogni anno in Italia un migliaio di persone perdono la vita sul lavoro, 26 in Toscana nel 2011 ( e il trend in crescita rispetto al 2010). Facciamo appello al Presidente Rossi, con una interrogazione urgente, per sapere se al corrente di quanto sta succedendo a Roma e se ha intenzione di attivarsi per sostenere liniziativa dellassociazione italiana dei tecnici della prevenzione che, in accordo con alcuni parlamentari tra i quali Antonio Boccuzzi, ex operaio Thyssen Krupp, presenteranno degli emendamenti al decreto per fare in modo che i tagli alla sicurezza vengano evitati. Dalle notizie di agenzia di questa mattina pare che lorientamento del governo sia di apertura agli apporti del Parlamento. Dalla Toscana parta un messaggio forte e chiaro di sostegno agli emendamenti che AiTeP propone

Marini: Subito un tavolo del governo specifico per Nca


Il commento del consigliere regionale, stamani in aula, in seguito alla risposta dellassessore regionale Simoncini allinterrogazione a firma Marini Sgherri - sul futuro dei Nuovi Cantieri Apuania. Sono daccordo con quello che sostiene lassessore Simoncini : di assoluta urgenza la convocazione, da parte del Governo, di un tavolo specifico per valutare la situazione dei Nuovi Cantieri Apuania. Rispetto alla cantieristica manca una politica europea di investimenti e progetti, e questo un grosso problema. I cantieri nellultimo anno hanno ulteriormente perso personale. Eppure la cantieristica potrebbe dare lavoro a molte persone. Solo a livello europeo, il 70% delle navi andrebbe sostituito con nuovi modelli, per essere in sicurezza. Nuove navi che oltre a dare lavoro, sarebbero progettate con standard tecnologici di alto livello e criteri di rispetto dellambiente. Invece lEuropa rinuncia ad avere un ruolo di primo piano e preferisce favorire il sud est asiatico. Roma deve seguire la vicenda Nca da vicino, sollecitare lEuropa e soprattutto dare disposizione a Rfi per sbloccare la commessa a Invitalia della seconda nave. La prima in via di ultimazione e in primavera sar consegnata.

Contro le dimissioni in bianco: s a ripristino legge 188


comunicato di gioved 23 febbraio a cura dellufficio stampa del Consiglio Regionale
www.consiglio.regione.toscana.it

Mozione bipartisan per legge nazionale e azione di contrasto da parte della Giunta regionale. Lastri, Fuscagni e Sgherri: Pratica incivile, ostacola libera scelta di maternit Firenze Dalla Toscana un appello per dire no alle dimissioni in bianco. Nella giornata di mobilitazione nazionale per chiedere il ripristino della legge 188, tutte le consigliere regionali della Toscana impegnano la Giunta ad un intervento normativo per contrastare una pratica sempre pi diffusa. Questo lobbiettivo della mozione presentata dalle consigliere regionali Daniela Lastri (Pd), Monica Sgherri (FdS-Verdi), Caterina Bini (Pd), Marta Gazzarri (Idv), Lucia Matergi (Pd), Rosanna Pugnalini (Pd), Marina Staccioli (Gruppo Misto), Stefania Fuscagni (Pdl) e sottoscritta anche da Vittorio Bugli, capogruppo Pd, Nicola Nascosti (Pdl) e Mauro Romanelli (FdS-Verdi) ora in attesa del pronunciamento dellaula.

n. 5 del 29/02/2012

RILANCIARE LOPPOSIZIONE: SE NON ORA QUANDO? Contro il governo Monti, per la difesa dei diritti dei lavoratori. Domenica 4 marzo 2012 ore 10:30
Casa del Popolo Tamburini di Cerbaia

MASSIMO ROSSI
portavoce nazionale Federazione della Sinistra

Pranzo popolare - per info e prenotazioni: 3206818424-3288475701

La Federazione della Sinistra di Livorno al fianco dei lavoratori della Compagnia Portuale. I lavoratori sapranno fare le scelte migliori!
Ci preoccupa il difficile momento che sta attraversando la Compagnia Portuale di Livorno e le ricadute che essa potr avere sullintera gestione del Porto. La crisi attuale rischia di mettere a dura prova la tenuta e la presenza del mondo dellautogestione, in forma cooperativistica, e di aprire una fase di conflittualit preoccupante allinterno di un Porto che rischia di essere consegnato ad avventurieri e speculatori. Proprio per questo, come Federazione della Sinistra, sentiamo la necessit di intervenire, in questi giorni in cui i lavoratori della Compagnia sono impegnati nelle assemblee, per testimoniare con forza, la piena fiducia nei confronti della loro capacit di fare le scelte migliori per uscire dal momento di difficolt che stanno vivendo e per rilanciare la stessa cooperativa. La forza delle cooperative sta proprio nel loro essere unassociazione degli stessi lavoratori che su base di uguaglianza intervengono per decidere sul loro lavoro e sul loro futuro. Aggiungiamo, infine, che ogni giorno che passa diventa sempre pi urgente che Autorit portuale e Istituzioni si adoperino per evitare un peggioramento delle condizioni di lavoro e creino le condizioni che consentono una ripresa dei traffici e un rilancio delle attivit sul porto attraverso la messa in opera degli interventi strutturali necessari, basta ricordare la questione dei fondali.
Michele Mazzola Lorenzo Cosimi

LE GRANDI OPERE INUTILI E LA PROGETTAZIONE ALTERNATIVA DEL TERRITORIO


Firenze, 3 e 4 marzo 2012
Saloncino del DLF, via Alamanni 6 (stazione Santa Maria Novella) Sabato 3 marzo ore 9.30 13.00: Le Grandi Opere Inutili causa e/o effetto della crisi economica. Coordina Margherita Signorini; interventi programmati di Tiziano Cardosi, Simona Baldanzi, Antonio Mazzeo, Winfried Wolf, ore 14:30 18:30: Le Grandi Opere Inutili, la truffa del modello TAV e della Legge Obiettivo, un quadro normativo da rivoluzionare. Coordina Ornella De Zordo interventi di Alberto Ziparo, Ivan Cicconi, Giorgio Cremaschi, Domenico Gattuso , Winfried Wolf, ore 20:00 cena su prenotazione con musica dei CROZIP plus, gruppo musicale NOTAV Domenica 4 marzo ore 9.30 13.30: Le Grandi Opere Inutili e la crisi della democrazia; la progettazione alternativa diffusa come modello di ricostruzione sociale. Coordina Anna Pizzo interventi di Paolo Cacciari, Gianna De Masi, Giorgio Pizziolo DIBATTITO Ogni contributo sar intervallato dall'intervento di un comitato. Interventi e dibattito saranno concentrati soprattutto nella sessione di domenica mattina, 4 marzo.

n. 5 del 29/02/2012

Inceneritore di Falascaia: il pm di Lucca ha chiesto la citazione in giudizio per sei dirigenti e responsabili tecnici di Tev SpA
Nellestate del 2010, viene sequestrato dalla Magistratura limpianto sito nel comune di Pietrasanta a causa del presunto inquinamento delle acque del torrente Beccatoio, che scorre vicino allinceneritore. Monica Sgherri - Capogruppo Federazione della Sinistra-Verdi - con uninterrogazione in Consiglio regionale, sostiene la necessit e lurgenza di rivedere il sistema delle autorizzazioni basato sulle autocertificazioni, si evidenzierebbe, infatti, come tutto nasca da una autorizzazione al versamento delle acque nel Beccatoio rilasciata sulla base di unautocertificazione. Monica Sgherri avanzava inoltre la richiesta che la Regione si costituisse parte civile nel processo sulle presunte falsificazioni dei dati sulle emissioni dellinceneritore. Costituzione avvenuta nel settembre del 2011. Di pochi giorni fa la notizia della chiusura delle indagini per linquinamento da diossina e rame del rio Baccatoio. Il pm di Lucca ha chiesto la citazione in giudizio per sei dirigenti e responsabili tecnici di Tev SpA per smaltimento di rifiuti speciali pericolosi (acque contaminate) senza autorizzazione. Di grande rilevanza il ruolo svolto dai comitati, che non si sono arresi, e dai partiti del centrosinistra della coalizione Baccelli. La Federazione della Sinistra stata determinante per la fermezza politica dimostrata e per lOrdine del Giorno, presentato in provincia di Lucca e approvato allunanimit, con il quale si affermava la volont politica del raggiungimento RIFIUTI-ZERO al 2020 e la chiusura degli inceneritori provinciali e la decisione di riconvertire definitivamente limpianto di Pioppogatto - attualmente produttore di CDR - in un impianto di Trattamento Meccanico Biologico e non di compostaggio, in modo che il riciclaggio delle materie prime seconde diventi il centro della politica di trattamento dei rifiuti nella provincia di Lucca.

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GRANDI OPERE E SPERPERO DI RISORSE: TAV, Hub e basi militari al tempo della crisi

2 MARZO 2012 ore 16:00


Consiglio Regionale della Toscana Sala Affreschi - Via Cavour, 4 Firenze
Introduce:

MONICA SGHERRI Capogruppo Fed. Sin. Verdi Consiglio Regionale della Toscana
Coordina: ANTONIETTA Intervengono:

ESSE - Libreria Cuculia - Firenze

ANTONIO MAZZEO Giornalista WALTER LORENZI Comitato NO Hub MAURIZIO DE ZORDO Comitato contro il Sottoattraversamento TAV - Firenze
Piano interprovinciale dei rifiuti. Ora un tavolo per lalternativa
Piano dei rifiuti: arcaico, dannoso ed inadeguato. Subito un tavolo di confronto con tutte le realt politiche e di movimento per stravolgere la scelta impiantistica Adrea Malpezzi - Segretario PRC Firenze Sabato 11 Febbraio i segretari provinciali di PRC, SEL, IDV e Verdi hanno sottoscritto un documento importante che non lascia adito a dubbi: non tollerabile che oggi si presenti un Piano dei rifiuti, che presumibilmente andr a regime non prima del 2012, che prevede una capacit di smaltimento tramite lincenerimento 5 volte maggiori di quelli attuali. unaberrazione ambientale e al tempo stesso testimonia una visione vecchia e limitata. Gli estensori del Piano Interprovinciale dei rifiuti vedono solo quasi esclusivamente nellincenerimento la soluzione del problema rifiuti: tutto ci testimonia solo una cosa, la mancanza di volont politica nel lavorare ad una seria raccolta differenziata e ad una riduzione sostanziale dei rifiuti; non un caso che nei principali comuni in questi ultimi anni non vi sia stato alcuna crescita della raccolta differenziata ma si sia addirittura registrato un aumento della produzione di rifiuti stessi. davvero avvilente che dopo 26 anni dalla chiusura dellInceneritore di San Donnino si presenti un Piano che veda ancora nellincenerimento la via principale per il trattamento dei rifiuti. Una visione arcaica, lontana dallEuropa, e schiacciata solo sugli interessi delle aziende che gestiranno limpianto, i ns. amministratori locali preferiscono quindi rispondere ad esigenze di mercato che a direttive europee o regionali. Non vogliamo entrare nelle scelte delle singole forze politiche e soprattutto del ruolo che assumeranno nei confronti delle Giunte di cui esse fanno parte, e ci vale anche per il PRC, ma vogliamo invitare le forze che hanno sottoscritto il Comunicato stampa di sabato 11 febbraio a tener fede a quanto dichiarato e cio a lavorare da subito al miglioramento (vorrei dire allo stravolgimento) di quel Piano attraverso un percorso partecipato, aperto ai cittadini ed ai comitati che da tempo hanno redatto un piano dei rifiuti alternativo. Chiediamo quindi alle forze firmatarie di iniziare da subito questo percorso partecipativo poich ogni giorno pi evidente che se non vogliamo che la politica esca definitivamente dalla vita pubblica, anche a causa dellarroganza dei vecchi politici, dobbiamo far tornare la parola ai cittadini che hanno il diritto a contribuire alla formazione delle decisioni che attengono alla salute e alla vita quotidiana di ognuno di noi.

Atti in Consiglio
Interrogazioni orali:
n. 574 del 21/02/2012 In merito alla cessione di spazi pubblicitari, nella AUSL12 di Viareggio, per la promozione del gioco dazzardo
A cura del Gruppo Consiliare Federazione della Sinistra - Verdi

Mozioni:
n. 378 del 23/02/2012 In merito alla contrariet allindividuazione di siti per lo stoccaggio delle scorie nucleari sul territorio della Regione Toscana n. 371 del 21/02/2012 Per labbandono del programma di acquisto dei 131 cacciabombardieri F35 e per la destinazione a fini sociali dei fondi risparmiati

Via Cavour, 4 50129 - Firenze Tel.: 055 2387 445 / 240 / 341 Fax: 055 2387 570

Siamo su Facebook: FdS-Verdi Gruppo Toscana e su internet: www.prcgruppotoscana.it www.pdcitoscana.blogspot.com

Mozione n. 378 del 23/02/2012 In merito alla contrariet allindividuazione di siti per lo stoccaggio delle scorie nucleari sul territorio della Regione Toscana

www.rifondazionetoscana.it

No alle scorie nucleari sul territorio della Toscana. Mozione di Sgherri e Marini. Sgherri: con le nuove norme nazionali si possono rischiare colpi di mano. La Regione agisca presso il governo per rivedere il decreto Monti in tema e confermi in tutte le sedi il no a siti del genere in Toscana. Firenze, 24 febbraio No a scorie nucleari sul territorio della Toscana. Questa la ratio della mozione presentata da Monica Sgherri e Paolo Marini. A suo tempo la societ di gestione delle scorie nucleari Sogin spiega Sgherri aveva individuato alcuni siti anche nella nostra regione per lo stoccaggio delle scorie, individuazione che aveva suscitato una vera e propria sollevazione di enti e comunit locali e la contrariet della Regione Toscana; adesso il decreto Monti sulle liberalizzazioni allarticolo 24 accelerazione delle attivit di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari ha fra le sue finalit di rendere pi facile lautorizzazione di nuovi depositi di scorie nucleari, potendolo fare se necessario in deroga alle procedure ordinarie. quindi necessario ed questo limpegno a cui la mozione chiama la Giunta Regionale attivarsi affinch che non si realizzino a livello nazionale eventuali colpi di mano che bypassino le regioni ed i territori su questa partita. Va quindi posto tutto limpegno per la profonda revisione del decreto e delle normative collegate affinch non vi siano individuazioni di siti di stoccaggio nucleari senza il consenso delle Regioni e delle comunit locali. Inoltre, nello specifico della Toscana, la mozione chiede limpegno ad esprimere parere negativo parere richiesto dalle normative da parte della Regione Toscana allautorizzazione di siti del genere sul territorio regionale.

prossimo numero:
Acqua NOTav ...

n. 5 del 29/02/2012

12

Marted 6 marzo ore 21:15 presso la Casa del Popolo Il Progresso, via Vittorio Emanuele II, 135 In preparazione dello sciopero del 9 marzo della FIOM la Federazione Provinciale di Firenze di Rifondazione Comunista organizza un Comitato Politico Federale tematico sul Lavoro al quale parteciper la compagna Roberta Fantozzi Responsabile Nazionale Lavoro.

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