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13 del 02/05/2012

A cura del Gruppo Consiliare

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Due suicidi al giorno per la crisi: a uccidere la disoccupazione

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Boicotta i test invalsi

Economi

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Emiliano Brancaccio: Perch lausteri- 4 t di destra Il Fallimento della teoria liberista

Creare direttamente un milione di posti 5 di lavoro Acqua: perch una campagna di obbedienza civile Appello per una campagna nazionale contro il modello energetico di ENEL 6

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Le priorit del Trasporto Pubblico Locale Sgherri: condivisibile la lettera dei sindacati alla Regione

Rifiuti speciali: Sgherri Interrogazione in Consiglio


Marini: approvata mozione per le Poste di Pisa

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FI: Lo sdoganamento delliter di AIA dellinceneritore di Rufina PT: Collocamento aperto anche agli ex detenuti

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Mai come in questo momento la Costituzione della Repubblica rischia di essere stravolta a partire dallarticolo 1: "L'Italia una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Il valore e la natura stessa della democrazia e dei diritti del lavoro sono infatti gravemente sviliti da controriforme e manovre economiche inique, esplicitamente dettate da poteri politici e finanziari esterni al sistema istituzionale del nostro Paese. Il Governo Monti, pur formalmente legittimato dal sostegno dalla maggioranza trasversale di un Parlamento ampiamente logorato nella propria rappresentanza e credibilit, a partire dalle stesse modalit elettorali che lo hanno espresso, agisce al di fuori di un mandato popolare. L'introduzione del vincolo del pareggio di bilancio subordina l'esigibilit dei diritti sociali e alla salute, all'istruzione, alla previdenza e all'assistenza alle "superiori" ragioni del mercato. La riforma del lavoro, con lo svuotamento dell'articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione del lavoro precario, segna un salto di qualit nel dominio e nella

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Approvata legge su farmaci cannabinoidi

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n. 13 del 02/05/2012
ricattabilit del lavoro i cui diritti sono gi in via di destrutturazione per l'attacco portato dal governo Berlusconi alla contrattazione nazionale e alla democrazia sindacale. Queste politiche sono tanto inique socialmente, quanto recessive e fallimentari sul terreno economico, e stanno portando il paese in un baratro senza precedenti. Opporsi a queste politiche e concorrere alla costruzione di un modello sociale ed economico alternativo pertanto dovere di ogni cittadina e cittadino democratici: il compito urgente che abbiamo tutti noi in Italia ed in Europa. Un'alternativa che contrasti effettivamente la speculazione, usata insieme al debito contratto dagli Stati per salvare speculatori ed affaristi, come una clava per distruggere i diritti sociali. Un'alternativa volta a redistribuire la ricchezza, a fronte della crescita scandalosa delle disuguaglianze, ad aumentare salari e pensioni, istituire il reddito sociale, riqualificare ed estendere il sistema di welfare. Un'alternativa che si fondi sulla centralit dei diritti del lavoro, riconverta le produzioni nel segno della sostenibilit ecologica, investa nella conoscenza e nella cultura, ampli la sfera dei beni comuni sottratti al mercato, riqualifichi il pubblico a partire da un nuovo modello di democrazia e partecipazione. Un'alternativa all'insegna di politiche di pace e cooperazione contro le logiche di guerra con la drastica diminuzione delle spese militari. Per queste ragioni, facciamo appello a scendere in piazza il 12 Maggio a Roma: contro il governo Monti, le politiche della BCE, della UE e il Fiscal Compact; per difendere la democrazia, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, la Costituzione, per lEuropa sociale.

Due suicidi al giorno per la crisi: A uccidere la disoccupazione


Da www.controlacrisi.org
La crisi uccide ormai quasi due persone ogni 24 ore: nel 2010 si sono suicidati in media quasi un disoccupato al giorno (362 nellanno) e un imprenditore, o pi in generale un lavoratore autonomo (336 nellanno). A cedere alla disperazione sono soprattutto uomini e per la maggior parte persone che avevano un lavoro e lo hanno perso (288 su 362), mentre tra le fasce sociali pi a rischio ci sono oggi i cosiddetti esodati, lavoratori tra i 45 e i 64 anni rimasti senza occupazione e senza pensione (18,6% in pi nel 2010 rispetto al 2008). Lonta della povert e della disoccupazione la si percepisce pi al nord (5,9 suicidi ogni 100 mila abitanti) che al sud (3,8). Ma nel centro Italia che si registra la crescita pi consistente (5,3 suicidi ogni 100 mila abitanti: 11,2% in pi nel 2010 rispetto al 2009). Dietro queste fredde cifre diffuse ieri dallEures nel Secondo rapporto sul suicidio in Italia al tempo della crisi tanto pi impressionanti perch ottenute tramite unelaborazione scientifica dei dati giudiziari e non dalla casistica raccolta dalla cronaca o dallassociazionismo ci sono corpi e sentimenti. Persone che muoiono e familiari gettati in una doppia disperazione. E lasciati in completa solitudine, trasparenti a una politica afasica che rimuove il problema. Ma come spesso accade la salvezza sta negli anticorpi che si generano nella stessa societ malata: e cos proprio nel profondo Nord italiano dove in generale sempre stato pi marcato il fenomeno suicidario (Napoli, per esempio la provincia italiana con minor numero di suicidi) che nascono associazioni come Speranza al lavoro, battezzata luned scorso a Vigonza (Padova) su impulso dellAdiconsum Veneto e della Filca Cisl, che tenta di creare una rete solidaristica attorno ai familiari delle vittime della crisi e dellindifferenza verso il lavoro. Unassociazione animata in particolare da due giovanissime donne, figlie orfane di padri imprenditori che non hanno sopportato il peso del disfacimento economico e sociale. Lavoriamo soprattutto spiega Salvatore Federico, segretario generale Filca Cisl Veneto contro lindifferenza di una politica che non vuole vedere i tre morti sul lavoro al giorno, e gli ormai quotidiani suicidi di persone strozzate dai debiti, dalle banche, e senza prospettiva. Offrono supporto legale e psicologico, solidariet e aiuto pratico. Ma soprattutto, spiega il sindacalista del comparto edile settore particolarmente colpito vogliamo formare una commissione scientifica che lavori al testo di una legge di iniziativa popolare per correggere certe storture tutte italiane. Si riferisce per esempio al patto di stabilit per rispettare il quale le amministrazioni pubbliche sono costrette a non pagare i lavori compiuti, o ad uno Stato che permette a tutti di fare impresa, mentre occorrerebbero pi regole nella sicurezza, pi formazione, pi controlli. Quando lanno scorso lEures pubblic il primo Rapporto sul suicidio in tempo di crisi, elaborando i dati Istat del triennio 2007-2009, pi di qualcuno mise in discussione il modello interpretativo di un fenomeno di cui sempre molto difficile stabilire le correlazioni multiple, come racconta Fabio Piacenti, presidente dellistituto di ricerca Economica e sociale, che ha curato direttamente il lavoro. Ora, i dati del 2010 confermano la tendenza.

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Non c un dato disaggregato territorioimprenditori, per esempio, perch finora il modello di rilevazione si basa sulle statistiche giudiziarie risponde Piacenti alle domande del manifesto e quindi si presta poco allinterpretazione sociologica del fenomeno. I dati del 2011 saranno pubblicati a settembre proprio perch lIstat sta ora riorganizzando le statistiche su questo fenomeno che negli ultimi anni era stato trascurato. Ma il secondo rapporto Eures attesta il trend gi registrato: Il rischio suicidio tra i disoccupati di 17,4 ogni 100 mila, tra gli imprenditori di 10 ogni 100 mila e tra i lavoratori dipendenti di 4,5. Questo ci conferma che un disoccupato a rischio quattro volte di pi della media. Perci conclude Piacenti abbiamo voluto sottolineare che la lotta alla disoccupazione dovrebbe rientrare nelle priorit del governo. E proprio per richiamare lattenzione sulla tragedia della crisi che uccide, oltre venti organizzazioni tra cui Cgil, Cisl, Uil, Confcommercio, Federlazio e Unindustria hanno promosso per oggi a Roma una fiaccolata silenziosa. SilenziosaMente, cos lhanno chiamata.

Boicotta i test invalsi


Giovani Comunisti Firenze: www.gctoscana.eu
Si avvicina il giorno in cui gli studenti delle scuole di ogni grado saranno chiamati a sostenere il test Invalsi. Questi sono prove a quiz che sottopongono agli studenti domande sul livello complessivo della loro formazione ed, in generale, sullefficienza del loro istituto. Queste prove non tengono conto in alcuni modo delle differenze che esistono tra le varie realt scolastiche del paese: non solo si ignorano le differenze tra le varie regioni, ma cos si straccia il significato dellinsegnamento, da sempre caratteristico del sistema italiano. Gli insegnanti infatti nella loro attivit di insegnamento e di valutazione tengono conto di tutta una serie di fattori, quali le caratteristiche socioculturali del ragazzo, oltre a quelle caratteriali, riuscendo cos ad instaurare una relazione che prevede arricchimenti in entrambe le direzioni. Tutto ci viene cancellato con i test Invalsi: il modello proposto dai quiz quello tipico delle scuole anglosassoni, dove lapprendimento richiesto agli studenti di tipo prettamente nozionistico e superficiale. Nella scuola italiana si invece sempre ribadita limportanza di un insegnamento caratterizzato da approfondimento, elaborazione, collaborazione e verifiche mirate. La somministrazione di prove basate su una logica completamente diversa da quella seguita durante il corso dellanno non solo controproducente dal punto di vista dei risultati (si viene giudicati con modalit che non si conoscono) ma inoltre tolgono anche tempo a quella che la normale didattica di qualit. Questo avviene dal momento che gli insegnanti, per poter avere dai ragazzi risultati decenti nei quiz, devono prevedere prima della prova un periodo in cui si eseguono in classe prove fac simile. La cosa pi assurda , infatti, che i test non sono fini a se stessi: i risultati vengono utilizzati per compilare delle graduatorie delle scuole virtuose, dove, ovviamente, gli istituti pi meritevoli sono quelli nei quali gli studenti hanno ottenuto punteggi maggiori nei quiz. Da questanno dalle graduatorie dei risultati dellInvasi dipenderanno le modalit in base alle quali verranno distribuiti i fondi statali: gli istituti ritenuti non meritevoli saranno in questo modo lasciati senza finanziamenti. Cos facendo si procede a grandi passi sul percorso, iniziato oramai dai governi precedenti e portato avanti con chiarezza da quello Monti, di trasformazione della scuola pubblica in unazienda, dove tutte le decisioni vengono prese in base a parametri puramente economici. Il passo successivo sar, in questa logica, quello del calcolo degli stipendi dei docenti (gi oggi tra i pi bassi di Europa) in base ai risultati ottenuti nei quiz dai loro studenti. E questa non una possibilit cos remota come si potrebbe pensare: nella manovra di disinformazione sulle vere finalit dellInvalsi portata avanti dai sostenitori del metodo, rientra anche il tentativo di far credere che i test siano anonimi. Ci non assolutamente vero: ogni prova ha un codice specifico che la collega ad un unico studente. Inoltre, assieme al test viene distribuito un questionario con domande inerenti la vita privata degli studenti (Con chi vivi?, Quanti libri ci sono in casa tua?, Hai mai subito atti di bullismo? solo per fare degli esempi): a cosa serve raccogliere dati sensibili, entrando nelle vite private dei ragazzi, se, come affermano i sostenitori delle prove, questi test hanno un fino puramente statistico? Proponiamo quindi di boicottare i test, dal momento che questi ancora non sono obbligatori e il non svolgerli non avr conseguenze sulla valutazione dello studente. Nei giorni previsti per le prove (9 e 11 maggio per le seconde e le quinte elementari, il 10 maggio per le terze medie e il 16 maggio per le seconde superiori) non andiamo a scuola: non pi tollerabile che si continui a far cadere sui fondi di finanziamento allistruzione pubblica una mannaia che rende il sapere di qualit un privilegio dei pochi che possono pagarselo. Lascia il test in bianco per rivendicare una scuola di qualit, per tutti e senza quiz!

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Emiliano Brancaccio: "Perch l'austerit di destra"


Intervista integrale di Stefano Galieni: su controlacrisi.org del 30/04/2012

Lausterit di destra. E sta distruggendo lEuropa, la recentissima pubblicazione di Emiliano Brancaccio e Marco Passarella, attraverso cui gli autori provano a dare una lettura estremamente critica di come lItalia e di fatto lEuropa stiano affrontando la crisi attuale. Ad Emiliano Brancaccio, economista di formazione marxista, chiediamo intanto le ragioni di questo titolo. Lausterit di destra vuole essere innanzitutto un monito per la sinistra. Le politiche di austerit sono state infatti praticate da governi di destra, di sinistra ed anche da governi tecnici sostenuti da ampie maggioranze, ma i dati mettono in luce che esse sono sistematicamente ricadute sulle spalle dei lavoratori subordinati e dei gruppi sociali pi disagiati. Contrariamente a quel che si dice, queste politiche non hanno mai intaccato gli sprechi e i privilegi. [] Noi affermiamo infatti che lausterit sta distruggendo lEuropa, perch invece di risanare i bilanci tende a deteriorarli. [] La crisi che ne consegue finir a un certo punto per costringere i paesi pi deboli dellUnione a uscire dalla zona euro per riconquistare almeno il controllo della moneta. E a livello mondiale? possibile individuare un volano dello sviluppo al di fuori dellEuropa? A questo riguardo, il Financial Times e molti altri hanno recentemente evocato la possibilit che la Cina ci salvi. Vorrebbero cio che la Cina si disponesse ad ac-

quistare di pi dal resto del mondo, come gli Stati Uniti hanno fatto per tanto tempo. Nel nostro libro tuttavia cerchiamo di spiegare che ci non accadr. La Cina infatti in posizione di sistematico avanzo commerciale, ha cio un eccesso di esportazioni rispetto alle importazioni. Questo significa che i cinesi sono disponibili a comperare merci dallestero solo se vendono in misura maggiore le proprie. [] Tornando allItalia, dopo la controriforma del mercato del lavoro, le manovre sulle pensioni, le nuove imposte, adesso il governo annuncia tagli agli sprechi. Hanno un senso e possono produrre risultati? In linea di principio, uno spostamento di risorse pubbliche dai settori parassitari e di rendita verso i settori produttivi capaci di creare beni collettivi, sarebbe ovviamente auspicabile. Ma lattuale politica dei tagli non sembra riflettere una reale volont di riorganizzazione virtuosa del bilancio statale. Piuttosto, essa sembra essere la risultante di una nefanda decisione del governo Monti, quella di assumere il vincolo di pareggio di bilancio pubblico gi nel 2013. Il parlamento ha avvalorato questo vincolo arrivando addirittura a costituzionalizzarlo. Questa decisione logicamente insulsa, e rischia di provocare una depressione economica di lungo periodo.

[] A noi profani sembra di cogliere nel governo Monti elementi di grave superficialit di azione In effetti, bench vari esponenti dellattuale governo abbiano un pedigree e un curriculum di alto rango, sembrano sussistere nella loro azione molti elementi di improvvisazione. [] Un cambiamento politico in un Paese che conta in Europa come la Francia potrebbe determinare una svolta anche per il resto dEuropa? Ho partecipato qualche settimana fa ad una conferenza a Parigi organizzata dalle fondazioni vicine ai partiti socialisti e democratici europei che sostenevano la candidatura di Hollande alle presidenziali francesi. In quella sede abbiamo discusso di varie questioni, tra cui la proposta di standard salariale europeo che descriviamo nel nostro libro, e che mira a interrompere la gara al ribasso dei salari che sta frantumando gli equilibri europei. Ebbene, mentre gli esponenti francesi, spagnoli e italiani sembravano fortemente intenzionati a discutere di tali proposte di riforma, fra i tedeschi si avvertiva una resistenza al cambiamento che mi ha fatto riflettere. E parlo di esponenti della SPD, non certo della Cdu della Merkel. Questa resistenza tedesca un problema enorme. []

Il Fallimento della teoria liberista


Giorgio Lunghini su www.cadoinpiedi.it del 20/04/2012
Oggi tutti parlano di crisi, ma fino a qualche mese fa sembrava uno spauracchio. Eppure la crisi attuale ha radici ben profonde. [] Il capitalismo sempre in crisi, nella sua natura crescere attraverso crisi, ma quando una crisi profonda le conseguenze non solo economiche, ma sociali e politiche, sono evidentemente gravissime. Negli ultimi 15 anni i salari hanno perso, a favore dei profitti, circa 15 punti. Il grosso della domanda la domanda per consumi da parte dei lavoratori. Se i salari sono bassi, la domanda dei lavoratori ovviamente bassa e allora tutti i prodotti che vengono prodotti non riescono a essere venduti. Se i produttori, i capitalisti, non riescono a vendere, non riescono a realizzare i loro profitti, allora cosa fanno? Tra le tante cose che possono fare, posso-

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no spostare la loro attivit dalla produzione di merci alla speculazione finanziaria; questa una delle tante cose che successa negli ultimi anni e che ha portato all'esito attuale. Le cause vere di questa crisi sono lontane, a volerlo vedere in una prospettiva storica, in realt queste radici risalgono agli anni 70. In campo economico le previsioni sono particolarmente difficili per molte ragioni, una delle quali che quello che succeder dipender in maniera cruciale dalle politiche economiche che saranno fatte o non saranno fatte. Il governo italiano relativamente ottimista circa la ripresa: pensa che gi nel 2013 la ripresa potr cominciare. Il Fondo Monetario Internazionale pensa che le cose non siano cos semplici e che probabilmente si dovr andare pi avanti del 2013. L'Economist ieri pubblicava un articolo secondo il quale prima che l'Italia ritorni sul sentiero di crescita che l'aveva caratterizzata fino agli anni 2010/2011 ci vorranno 17 anni. Quali politiche economiche i governi italiano, europei, ma in realt mondiali, metteranno in campo per rimediare a questa crisi? Questo non si sa, l'unica cosa che si sa che il mondo, e in particolare l'Europa e in particolare l'Italia, sono dominati da una sola teoria economica che la teoria liberista, la quale dice una cosa molto semplice: lasciate fare ai mercati e tutto si aggiuster. Una delle ragioni della crisi attuale che i mercati non sono affatto efficienti: se lo fossero non ci sarebbero problemi. Questa crisi, come tutte le crisi, ha aspetti non soltanto economici ma importantissimi aspetti sociali e politici. Quelli sociali sono sotto gli occhi di tutti e prendono la forma della disoccupazione, in particolare la disoccupazione colpisce le donne che si sono ritirate dal mercato del lavoro per la stessa ragione e soprattutto, e drammaticamente, i giovani. La disoccupazione una condizione sociale e personale terribile, drammatica perch nel mondo in cui viviamo l'avere un lavoro e un reddito condizione fondamentale di affermazione di s, oltre che di sopravvivenza. Quando vengono meno condizioni di tranquillit economica, le tensioni sociali diventano pesantissime, portano alla frammentazione della societ, viene meno la solidariet, il conflitto prende forme non produttive ma distruttive. Chi sa un po' di storia economica, sa anche che dalle grandi crisi si sempre usciti a destra. Se si pensa alla crisi del 29/30 in Europa la risposta furono il nazismo e il fascismo. In molte nazioni del Nord c' il rischio di un ritorno dell'estremismo di destra. In Italia la crisi dei partiti sotto gli occhi di tutti e i partiti rispondono male secondo me alla crisi in cui si trovano. Il governo di Monti non un governo tecnico, il governo di Monti un governo altamente politico. Un segno di questo per esempio l'introduzione con il consenso di tutti i partiti in costituzione della norma circa il pareggio di bilancio che una norma estremamente preoccupante e voglio notare che quasi nessun giornale ha informato i cittadini di questa importantissima modifica dell'Art. 81 della Costituzione italiana.

Creare direttamente un milione di posti di lavoro


Luciano Gallino su www.ilmanifesto.it del 29/04/2012
Sgravi fiscali, investimenti in grandi opere, incentivi alle imprese perch assumano, sono poco o punto efficaci per creare rapidamente occupazione. Occorre che lo stato operi come datore di lavoro di ultima istanza, assumendo direttamente il maggior numero di persone. La proposta: 1.Istituire unAgenzia per loccupazione simile alla Works Progress Administration del New Deal americano (works = opere pubbliche). LAgenzia stabilisce i criteri di assunzione, il numero delle persone da assumere, il livello della retribuzione, i settori cui assegnarle. Le assunzioni vengono per effettuate e gestite unicamente su scala locale, da comuni, regioni, enti del volontariato, servizi del lavoro, ecc. 2.Per cominciare si dovrebbe puntare ad assumere rapidamente almeno un milione di persone. Poich tale numero inferiore a quello dei disoccupati e dei precari, occorre stabilire inizialmente dei requisiti in cui i candidati dovrebbero rientrare. Un requisito ovvio potrebbe essere let: p. e. 1630 anni, oltre ovviamente alla condizione di disoccupato o precario. 3.LAgenzia offre un lavoro a chiunque, in possesso dei requisiti richiamati sopra, lo richieda e sia in grado di lavorare. 4.Le persone assunte dallAgenzia dovrebbero venire impiegate unicamente in progetti di pubblica utilit diffusi sul territorio e ad alta intensit di lavoro. (Le grandi opere non presentano n luna n laltra caratteristica). Progetti del genere potrebbero essere: la messa in sicurezza di edifici scolastici (oggi il 50% non lo sono); il risanamento idrogeologico di aree particolarmente dissestate; la ristrutturazione degli ospedali (nel 70% dei casi la loro struttura non adeguata per i modelli di cura e di intervento oggi prevalenti). Per attuare progetti del genere sarebbero richieste ogni sorta di figure professionali. 5.Finanziamento. Nellipotesi che ogni nuovo occupato costi 25.000 euro, per crearne un

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milione occorrono 25 miliardi lanno (la maggior parte dei quali rientrebbero immediatamente nel circuito delleconomia). Si pu pensare a una molteplicit di fonti: fondi europei; cassa depositi e prestiti; una patrimoniale di scopo dell1% sui patrimoni finanziari superiori a 200.000 euro (la applica la Svizzera da almeno mezzo secolo); obbligazioni mirate. Andrebbero altres considerate altre fonti. Ad esempio, si potrebbe offrire a cassaintegrati di lunga durata la possibilit di scegliere liberamente se lavorare a 10001200 euro al mese piuttosto che stare a casa a 750, a condizione che sia conservato il posto di lavoro ( possibile, con listituto del distacco). Qualcosa del genere andrebbe considerato per chi riceve un sussidio di disoccupazione. In questi casi lonere per il bilancio pubblico (includendo in questo lInps) scenderebbe di due terzi. Infine va tenuto conto che molte imprese sarebbero interessate a utilizzare lavoratori pagando, per dire, soltanto un terzo del loro costo totale.

Acqua: Perch una campagna di obbedienza civile?


Con la vittoria del 2 quesito referendario del 12 giugno 2011 stata abrogata la norma che prevede la remunerazione del capitale, pari al 7% del capitale investito. Il referendum stato proposto per far valere un principio chiaro: nella gestione dellacqua non si devono fare profitti. E la risposta dei cittadini (95,8% a favore della cancellazione del profitto) non pu lasciare alcun dubbio sullopinione, praticamente unanime, del popolo italiano. Quanto incide la remunerazione sulle nostre bollette? Tale cifra, indicata nei piani dambito, calcolata sulla base degli investimenti realizzati e di quelli previsti nellanno solare di riferimento. Essa incide sulle bollette per una percentuale che oscilla, a seconda del Piano dAmbito e del Piano degli Investimenti in esso contenuto, fra il 10% e il 25%, variando da un anno allaltro. Qual stato leffetto del referendum sulla remunerazione? Leffetto del voto di giugno scritto molto chiaramente nella sentenza di ammissibilit del 2 quesito referendario (26/2011), nella quale La Corte costituzionale afferma che la normativa residua immediatamente applicabile e non presenta elementi di contraddittoriet. Quindi i gestori avrebbero dovuto, dal 21 luglio 2011, data di abrogazione delle leggi oggetto di referendum, adeguare le tariffe allesito referendario. Il Forum Italiano dei Movimenti per lAcqua, tramite i Comitati territoriali locali, ha gi inviato a diverse AATO (Autorit di Ambito Territoriale Ottimale) dItalia e per copia conoscenza ai relativi Sindaci, la diffida ad applicare con tempestivit lesito del referendum abrogativo, eliminando dalla tariffa idrica la quota di remunerazione del capitale investito. Dal 21 luglio a oggi sono passati pi di 6 mesi e tutti i gestori del servizio idrico italiano hanno ignorato con pretestuose argomentazioni lesito referendario. Ignorano la volont popolare Pu essere accettato che un istituto di rango Costituzionale come il referendum abrogativo, elemento fondamentale del nostro sistema democratico, possa essere ignorato e umiliato (ignorando e umiliando un intero popolo) in modo cos plateale? Secondo noi non pu essere accettato Per questo chiediamo a tutti i cittadini italiani, utenti del servizio idrico, di aderire alla campagna di obbedienza civile. In cosa consiste la campagna di obbedienza civile? La campagna di obbedienza civile semplice; essa consiste nel pagare le bollette dellacqua applicando una riduzione pari alla componente di costo della remunerazione del capitale investito, chiedendo contestualmente il rimborso della relativa quota per le fatture pagate a partire dal 21 luglio 2011. Eliminando la voce remunerazione non si mette a rischio il servizio idrico La stessa Corte Costituzionale ha chiarito questo punto, scrivendo nella sentenza di ammissione del secondo referendum che: [] mediante leliminazione del riferimento al criterio della adeguatezza della remunerazione del capitale investito, si persegue, chiaramente, la finalit di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dellacqua.[] persistendo la nozione di tariffa come corrispettivo, determinata in modo tale da assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio [...] Quindi eliminare la quota di remunerazione equivale ad eliminare il profitto garantito al gestore, continuando a pagare una tariffa in grado di coprire i costi operativi e gli investimenti necessari. Come si attua la campagna di obbedienza civile? Gli utenti che intendono aderire alla campagna di obbedienza civile devono, anzitutto, far pervenire al gestore e allATO competente una dichiarazione/reclamo, nella quale informano che provvederanno a decurtare le bollette del servizio idrico della componente remunerazione del capitale investito e contestualmente richiedono il rimborso della percentuale eventualmente gi versata per i periodi successivi al 20 luglio 2011. Cos facendo avranno tutte le carte in regola per pagare la bolletta in forma ridotta (sottraendo il costo della remunerazione).

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Appello per una campagna nazionale contro il modello energetico di ENEL


LENEL la pi grande societ elettrica italiana e la seconda in Europa per potenza installata. Nel 1999 stata privatizzata ed oggi quotata in borsa contando 1,2 milioni di azionisti. In parte resta una societ pubblica in quanto il 31% propriet del Ministero dellEconomia e delle finanze, quindi dei cittadini italiani. Oggi sono 40 i paesi dove ENEL opera nel settore dellenergia elettrica e del gas. Nel 2009 con la definitiva acquisizione della societ elettrica spagnola ENDESA, Enel ha ereditato impianti e progetti in numerosi paesi dellAmerica Latina. Ad accomunarli purtroppo un evidente retaggio coloniale, come dimostra la gravit dell'impatto socioambientale e lo stesso atteggiamento dellimpresa nei confronti delle comunit coinvolte. L'arroganza di Enel si gravemente manifestata anche in Italia verso i territori interessati dai suoi progetti e gli abitanti coinvolti. Nonostante limmagine verde e di impegno verso la sostenibilit, che la multinazionale italiana si affanna a comunicare attraverso i suoi messaggi promozionali, la realt ben diversa. LENEL continua a costruire centrali a carbone nonostante gli impegni di riduzione dellemissione di gas serra, e usando in maniera ingannevole terminologie come carbone pulito. Ci possibile grazie ai meccanismi cosiddetti flessibili del protocollo di Kyoto che consentono alle imprese di continuare ad inquinare, assegnando veri e propri permessi di emissione in cambio della costruzione di impianti di energie rinnovabili. Ma lenergia pu essere considerata verde solo ad alcune condizioni. Non quando rischia di distruggere ecosistemi incontaminati, come nel caso del progetto Hydroaisn nella Patagonia cilena e dei progetti previsti sulle nostre Alpi, o quando calpesta i diritti, le economie locali e laccesso allacqua dei popoli indigeni e delle comunit contadine come avviene in Guatemala e in Colombia. Lenergia non pu essere considerata verde o rinnovabile quando prosciuga le falde acquifere, emette sostanze dannose per la salute dei cittadini o li espone a rischi incalcolabili come nel caso della geotermia sullAmiata e del nucleare in Slovacchia o in Russia. ENEL pertanto responsabile di promuovere in Italia ed esportare allestero un modello energetico insostenibile e obsoleto, aggravato da un atteggiamento autoritario e irrispettoso dei territori locali. Un modello basato su una produzione centralizzata per mezzo di grandi impianti, imposti alle comunit locali e velati da compensazioni economiche elargite ai comuni o ai governi compiacenti. E nei grandi cantieri infatti che si annidano la corruzione, la speculazione, il conflitto di interesse e si realizzano i profitti maggiori, a scapito dellambiente e dei diritti delle comunit. Un modello di produzione finalizzato non a migliorare la qualit della vita dei cittadini e garantirne l'approvigionamento energetico, ma ad alimentare lindustria estrattiva ed uneconomia basata sul saccheggio e sullo sfruttamento illimitato delle risorse. Un modello che sta inevitabilmente generando conflitti ambientali e sociali con le comunit locali. I principali a livello internazionale sono oggi in corso nella Regione dellAysn (Patagonia Cilena), nel Municipio indigeno di San Juan Cotzal (Guatemala), nel Municipio indigeno di Panguipulli (Cile), nel Dipartimento di Huila (Colombia), a Porto Romano (Albania), a Mohovce (Slovacchia), nel Distretto di Galati (Romania), a Kaliningrad (Russia). In Italia, a Civitavecchia, sul Monte Amiata, sulle Dolomiti, a Porto Tolle, a Brindisi, a Bastardo, a Fusina, a Genova. La risposta che lalleanza tra impresa e governi ha troppo spesso riservato alle comunit locali che si battono per difendere il territorio repressione, violenza e criminalizzazione attraverso leggi speciali. Noi vogliamo un altro modello di produzione, distribuzione e gestione dellenergia e di definizione delle priorit. Un modello reticolare, decentralizzato ed efficiente basato su impianti di energia rinnovabile di piccola scala, che preveda leffettiva partecipazione delle comunit locali nei processi decisionali di pianificazione e gestione. Per questo ci attiviamo con una campagna italiana che: - Denunci e arresti un modello di sviluppo energetico insostenibile e distruttivo che viola i diritti umani ed il diritto alla partecipazione delle comunit coinvolte. - Promuova un modello energetico alternativo che metta al centro i diritti umani, la difesa della salute dei cittadini e la difesa del territorio come bene comune - Sostenga unitariamente le rivendicazioni delle comunit locali in Italia e a livello internazionale - Dia vita ad unanaloga campagna internazionale che metta in rete le comunit locali, i movimenti sociali e le associazioni coinvolte nei diversi conflitti.

STOP ENEL. Per un nuovo modello energetico


Per aderire alla campagna scrivere a: noenel-adesioni@autistici.org Per seguire la campagna: www.stopenel.noblogs.org

n. 13 del 02/05/2012

Le priorit per il trasporto Pubblico Locale


da LUnit Toscana del 25/04/2012
Questo il testo della lettera aperta inviata al presidente della Regione Enrico Rossi e all'assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao da tutte le Rsu e Rsa delle aziende del trasporto pubblico locale della Toscana. A seguito delle varie iniziative e incontri regionali, supportati anche da manifestazioni dove le criticit sono pi marcate, intendiamo ribadire il nostro sostegno quotidiano negli ambienti di lavoro ai temi portati in discussione in Regione ovvero: la revoca del licenziamento del collega di Autolinee Toscane, l'inserimento nel bando di gara regionale della clausola sociale, la richiesta che il lotto di gara regionale sia unico indipendentemente dalla tipologia delle corse, l'esigenza che siano aumentate le risorse per la gara regionale per non penalizzare intere aree della toscana sia nel servizio che nell'occupazione. Si conferma che questi temi sono sostenuti e condivisi al massimo dagli organismi di rappresentanza aziendali scriventi ma al tempo stesso intendiamo sottolineare che la forza espressa dalle delegazioni trattanti non si sta coniugando con l'esigenza di accelerare il percorso portando a stringere coi tempi. Invitiamo pertanto a concretizzare i confronti e le iniziative con la Regione cos da dare risposta alle richieste legittime dei lavoratori, come ad esempio per il capitolato di gara, pi volte avanzate e confermate anche dai lavori degli attivi regionali tenuti di recente, che a tutt'oggi non hanno avuto nessun esito. Cogliendo favorevolmente la posizione del presidente Rossi, attento ai temi legati alla riforma del lavoro, riteniamo siano maturi i tempi per la necessaria e irrimandabile stretta definitiva al confronto in essere cos da non subire ulteriori probabili ritardi rispetto al cronoprogramma dettato e condiviso dalla Regione che causerebbero dilungamenti inaccetabili ai tempi dei lavori in corso che sicuramente produrrebbero situazioni di difficile gestione sul fronte dei lavoratori. Vogliamo segnalare il profondo e straordinario disagio della categoria in tutti i territori; i lavoratori del settore da tempo vedono le proprie condizioni de lavoro peggiorare, oggi sono a rischio i loro posti di lavoro e il loro salario. Per queste ragioni, vogliamo poter condividere una riforma regionale che abbia al centro l'interesse del servizio e dei lavoratori: pertanto dovranno essere disponibili le risorse idonee e sufficienti a garantire il lavoro con gli strumenti necessari: garanzie occupazionali nel periodo precedente alla gara, clausola sociale contenuta nel bando di gara con la continuit della contrattazione di secondo livello, nonch le garanzie occupazionali nel dopo gara o il modo col quale gestire eventuali esuberi. Questa l'unica riforma possibile: soluzioni diverse sarebbero deleterie per lavoratori, cittadini e istituzioni e la categoria sarebbe difficilmente governabile.

Sgherri: condivisibile la lettera dei sindacati alla Regione. Costruire una riforma che tuteli occupazione e servizi adeguati per tutti i toscani
Firenze, 26 aprile. Trasporto pubblico locale. Sono pienamente condivisibili le richieste e le preoccupazioni espresse nella missiva sottoscritta dalle Rsu e RSA di tutte le aziende di trasporto pubblico della Toscana, indirizzata al Presidente della Regione e allassessore regionale ai trasporti: necessario che la riforma del trasporto pubblico regionale sia massimamente improntata alla difesa di un servizio capillare e di qualit e alla difesa dei posti di lavoro. Cos Monica Sgherri capogruppo di Federazione della Sinistra Verdi in Consiglio Regionale. La vicenda prosegue Sgherri del lavoratore di Autolinee Toscane licenziato a cui la missiva fa riferimento era stata da noi seguita e forte era stata la richiesta di reintegro, tutto ci nella consapevolezza che questa rappresentasse un chiaro campanello dallarme, una sorta danticipazione degli effetti della cancellazione dellarticolo 18. Se la vicenda aveva quindi valenza gi di per s non solo per la tutela degli interessi del singolo lavoratore coinvolto, necessario prevenire in futuro i rischi di una possibile proliferazione di casi del genere, e per questo necessario che nel bando di gara per laffidamento del trasporto pubblico locale sia inserita la cosiddetta clausola sociale come abbiamo reiteratamente richiesto nel tempo -, a difesa delloccupazione. Altres condivisibili le richieste di adeguate risorse per il comparto - garantire le quali si inserirebbe nella migliore tradizione della Regione Toscana, visti gli sforzi compiuti negli anni scorsi a fronte dei tremendi tagli nazionali cos come il garantire un lotto unico indipendentemente dalla tipologia delle corse e garanzia per servizi e occupazione nel periodo ponte fino allandata a regime della riforma. In questo modo si potranno assicurare occupazione e un servizio adeguato per i cittadini, indipendentemente da dove essi si trovino, quindi per aree urbane ma anche montane e rurali. Il nostro impegno e sar in questa direzione.

n. 13 del 02/05/2012

Rifiuti speciali. Interrogazione di Monica Sgherri. Sgherri: La Regione si faccia promotrice di un piano programma per il loro recupero e valorizzazione, cos da evitare la proliferazione di impianti di incenerimento ad essi rivolti
Firenze 26/04/2012 - Se gli speciali rappresentano oltre i due terzi dei rifiuti prodotti in Toscana, circa 10 milioni di tonnellate anno, il problema dello smaltimento diventa dirimente. Ad oggi non vi obbligo di smaltirli allinterno della Regione e da qui tutto il problema dei TIR che girano lItalia e dei rischi delle ecomafie. Ma da allontanare con altrettanta decisione sarebbe il pensare ad uno scenario di un nuovo business basato su smaltimento, magari tramite incenerimento! Diventeremmo terra di inceneritori tra laltro contravvenendo lobiettivo prioritario del recupero dei rifiuti e re immissione nella filiera produttiva. Quindi strategico realizzare un piano programma per incisive politiche tese allo sviluppo della filiera del recupero, di incremento della raccolta, e valorizzazione tramite la successiva re immissione nel circuito delle cd materie prime seconde. Politiche che cos possano evitare la soluzione di inceneritori per gli speciali nella nostra Regione, oppure il loro trasferimento in altre regioni. necessario che venga fatta chiarezza, quindi quante siano le domande presentate per realizzare impianti di questo tipo in ciascuna provincia e a che punto sia la fase istruttoria, nonch se sia stata prevista la realizzazione di una Valutazione dImpatto Ambientale per ciascun progetto, che caratteristiche dal punto di vista della potenza abbiano in prevalenza questi progetti e quale sia la potenza totale che risulta dalle domande presentate. Inoltre se esistano o siano programmate analisi e valutazioni per sapere quante complessivamente siano le ceneri che si produrranno con la realizzazione dei suddetti inceneritori per rifiuti speciali, quali tipologie di ceneri vengano prodotte nei medesimi e quante nuove discariche siano necessarie per il loro smaltimento Cos Monica Sgherri in Consiglio Regionale spiega le domande di fondo e la ratio dellinterrogazione presentata alla Giunta Regionale. Seppur spiega Sgherri lo smaltimento dei rifiuti speciali sia per legge di competenza dei privati produttori certo interesse della collettivit e quindi delle istituzioni affrontare la questione, per evitare la proliferazione di inceneritori ad essi rivolti; da qui la richiesta che la Regione si attivi per promuovere di concerto con le associazioni rappresentative dei privati la realizzazione di un piano programma di buone pratiche anche per quanto riguarda gli speciali.

Marini (Fed. Sinistra Verdi): Approvata mozione in consiglio regionale per le Poste di Pisa: a rischio 600 lavoratori in Toscana
02/05/2012Stamani il consiglio regionale ha approvato una mozione, proposta dalla commissione per lemergenza occupazionale, che chiede di attivarsi per affrontare la situazione del centro meccanizzazione postale di Pisa, interessato da una ristrutturazione che potrebbe portare a perdere moltissimi posti di lavoro in Toscana: circa 130 esuberi a Ospedaletto (Pisa) e altri 474 portalettere in Toscana. Il centro di Pisa stato gi oggetto di tagli pesanti, ai danni dei portalettere, nellultimo triennio, nonostante si collochi al secondo posto in Italia per i livelli di produttivit ed efficienza raggiunti e nonostante Poste Italiane vanti un utile di bilancio pari a 800 milioni di euro. Con la mozione impegniamo la giunta a farsi carico della situazione e a intervenire per garantire i livelli occupazionali e la qualit del servizio ai cittadini.

Infrastrutture e futuro dellaeroporto di Peretola. Sgherri "no a scelte affrettate che rischiano di produrre impatti su ambiente e salute dei cittadini
Firenze, 19/04/2012 - Dibattito in aula sulla mozione del centro destra su infrastrutture e aeroporto di Peretola. Ho votato convintamente no. La mozione fa una forzatura inaccettabile puntando il dito solo sul ritardo del potenziamento della pista dell'aeroporto, baypassandone i motivi. Che sono la complessit di questa scelta, in quanto i soggetti interessati non sono solo imprenditori, artigiani e commercianti ma anche i tanti cittadini che abitano larea, da oltre 15 anni gravati da un forte inquinamento acustico e atmosferico. Non si pu ignorare che sia un area fra le pi inquinate della Toscana! Dunque il problema non il tempo per una decisione, che deve essere ponderata, consapevole e responsabile. Non si pu infatti prescindere - sul potenziamento dello scalo fiorentino e rivisitazione in un modo o in un altro della pista da questi aspetti, valutando bene le scelte da compiere e ricordando la necessit da noi sempre ribadita non solo di compensazioni ambientali ma anche di alleggerimenti della pressione da fonti inquinanti. Tenendo conto dei risultati che potranno scaturire dalla Valutazione Ambientale Strategica sullarea, una nostra storica richiesta. Senza dimenticare che la via maestra lintegrazione fra gli aeroporti toscani e una seria politica di intermodalit dellofferta di mobilit regionale.

n. 13 del 02/05/2012

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Lo sdoganamento dell'iter di AIA dell'inceneritore di Rufina


Ai componenti della VI Commissione Regionale Oggetto: Proposta di modifiche agli articoli 141 e 142 della LR 66/2011; Lo strano caso della modifica ad hoc per linceneritore di Rufina. Abbiamo avuto notizia di una grave marcia indietro su una legge che era stata salutata dai pi come una concreta risposta alle tragiche vicende accadute in Lunigiana che sar illustrata in Commissione, domani, 24 aprile 2012. Il presidente Rossi, forse cercando di cavalcare londa dellemozione che avevano suscitato le numerose morti delle recenti alluvioni, al ritorno da Aulla aveva affermato perentoriamente: c poco da fare nel passato si costruito male e dove non si doveva. A me interessa che tutti insieme si riesca a cambiare questa politica. Proprio per dare concretezza a questa scelta, abbiamo fatto una legge regionale con cui si bloccano le costruzioni in tutte le aree a rischio idraulico. [] Se anche la legge fosse nata sullonda di una emergenza adesso lurgenza con cui si vogliono approvare le modifiche quanto meno sospetta. Che siano necessari degli aggiustamenti o apporti interpretativi plausibile, che si voglia stravolgerne limpianto per concedere un salvacondotto alla realizzazione del nuovo inceneritore di Selvapiana , altrimenti irrealizzabile, vergognoso. Per un solo impianto, gi insensato per la localizzazione e i presupposti che lo dovrebbero giustificare, si crea un precedente pericoloso per la tutela dei corsi dacqua in generale. Tenete presente che non con un aggiustamento di legge partorito in poche settimane che le costruzioni e i manufatti magicamente diventano compatibili con le esigenze di espansione dei corsi dacqua. Caso mai la legge dovrebbe prevedere un percorso virtuoso che restituisca progressivamente ai corsi dacqua gli spazi che sono stati sottratti in tanti anni di costruzioni dissennate. Le ricorrenti catastrofi non sono punizioni divine o arrivano per caso ma derivano dallincuria legislativa e la superficialit con cui si accordano deroghe ed eccezioni per realizzare opere che devono essere localizzate altrove. [] Per darVi unidea pi precisa Vi informiamo che con la modifica proposta permetterete la costruzione di un manufatto su unarea golenale, di pertinenza fluviale e soggetta ad esondazioni ricorrenti, classificata dal PAI come area a pericolosit idraulica molto elevata ed elevata (PI4 PI3). NON VENITE A DIRCI CHE NON LO SAPEVATE O CHE LEVENTO NON ERA PREVEDIBILE. Associazione Valdiseve e Associazione Vivere in Valdisieve scarica originale: https://docs.google.com/open?id=

Pistoia: Collocamento aperto anche agli ex detenuti c laccordo


Iscrizione al centro per l'impiego, percorsi di orientamento e formazione al lavoro. Da oggi, di questi servizi pubblici potr beneficiarne anche una delle fasce sociali pi deboli PISTOIA. Iscrizione al centro per l'impiego, percorsi di orientamento e formazione al lavoro. Da oggi, di questi servizi pubblici potr beneficiarne anche una delle fasce sociali pi deboli, ovvero quella dei detenuti. La provincia di Pistoia e la casa circondariale di Santa Caterina in Brana hanno firmato ieri mattina, nei locali di Via Tripoli, un accordo tecnico per i servizi rivolti alla popolazione carceraria. Un documento che punta ad agevolare il troppo spesso difficile, reinserimento di tutti i detenuti ed ex detenuti nel mondo del lavoro. L'inserimento nelle liste di collocamento, la possibilit di inserimento nel lavoro una volta usciti, ma anche corsi di formazione dall'interno del carcere spiega l'assessore provinciale Roberto Fabio Cappellini - Con questo accordo si interviene su una fascia di persone che, una volta conclusa la pena, si troverebbe ad essere una fascia fragilissima del mercato. Tre le associazioni di volontariato che operano nel carcere di Pistoia, e oltre venti le cooperative sociali di tipo B presenti sul territorio, e che da anni operano sul reinserimento nel tessuto sociale: Quello di oggi un primo passo che gli enti dovevano ai detenuti, ma anche al tessuto associativo che in questi anni ha lavorato in condizioni spesso difficili, afferma Chiara Innocenti, assessore provinciale alla cultura. [] Quando in carcere, un detenuto extracomunitario viene considerato residente sul suolo italiano, mentre appena esce, se non in possesso di regolare permesso diventa clandestino, spiega il direttore del carcere di Pistoia, Francesco Ruello. La casa circondariale pistoiese ospita attualmente 132 detenuti (a fronte di una capienza ufficiale di 74 detenuti), di cui ben 70 stranieri, dei quali la maggior parte senza residenza. Le etnie che affollano di pi il carcere sono quelle slave, ma recentemente si verificato un aumento della presenza nord africana.

n. 13 del 02/05/2012

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Utilizzo di farmaci cannabinoidi per fine terapeutico: finalmente il consiglio approva la legge
Monica Sgherri Capogruppo Regionale Federazione della Sinistra Verdi Daniela Vangieri Resp. Sanit e Sociale Segreteria Regionale PRC
Finalmente! Il Consiglio Regionale ha approvato nella sua ultima seduta la legge per lutilizzo dei farmaci cannabinoidi per fine terapeutico. Si tratta di un testo unificato e condiviso, ad un anno circa dalla presentazione delle proposte di legge su questo tema una del Pd e laltra del nostro Gruppo Consiliare, sottoscritta anche dal consigliere Ciucchi del Gruppo Misto. Il nuovo testo prevede l'utilizzo dei farmaci derivati dalla cannabis non solo per le cure palliative e il fine vita, come inizialmente proposto dal Pd, ma anche, come aveva invece richiesto il nostro Gruppo, per tutta una serie di patologie rispetto alle quali vi una consolidata letteratura scientifica che ne dimostra i benefici per la qualit della vita dei pazienti. Il testo di legge approvato pur negli obbligati limiti dettati dalla legislazione nazionale fa, dunque, propri i punti per noi qualificanti e pregiudiziali dellestensione delle cure con i farmaci cannabinoidi e, inoltre, tiene conto anche delluso delle preparazioni magistrali, in particolare se allestite in ambito ospedaliero. Diversi sono gli studi scientifici che hanno confermato l'efficacia dei cannabinoidi nella cura di numerose patologie, tra cui ad esempio il glaucoma e alcune malattie neurodegenerative. Per questo motivo la nostra richiesta non limitava l'utilizzo di questi farmaci unicamente ai trattamenti palliativi e alla terapia del dolore ma la estendeva anche ad altre tipologie di cure. Il testo che licenziato dal Consiglio Regionale, tiene conto, su precisa richiesta di associazioni e pazienti con i quali stato fatto un lungo percorso partecipato nell'elaborazione della legge, di alcuni punti salienti: l'uso delle cure cannabinoidi in ambito ospedaliero; la previsione di ulteriori azioni in merito ad esempio alla riduzione dei tempi di attesa per i pazienti o all'informazione e al monitoraggio dei flussi; la previsione che le ASL assistano, facilitando da un punto di vista burocratico, i pazienti nell'acquisto in ambito territoriale dei farmaci esteri. Su quest'ultimo punto l'utilizzo di farmaci cannaboidi importati dall'estero oggi possibile, ma finora questa opportunit di fatto rimasta solo sulla carta a causa di lungaggini e labirinti burocratici una vera e propria corsa ad ostacoli la cui motivazione va ricercata principalmente nell'approccio ideologico nei confronti di queste sostanze, ancora molto diffuso. Inoltre, la legge regionale privilegia lutilizzo dei farmaci allinterno delle strutture pubbliche (ambito ospedaliero) ma anche previsto, consentendo cos una maggiore agibilit ai pazienti, il trattamento ai fini della continuit terapeutica, in sede di dimissioni assistite. Limpegno profuso in questi mesi stato quindi premiato con la scrittura, da parte del Consiglio Regionale, di una pagina di civilt!

Petizione popolare NO ISEE


per lesclusione dalla compartecipazione ISEE di prestazioni e servizi sanitari e sociosanitari

www.noisee.it - noiseetoscana@gmail.com Uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi. Approvata la legge. Sgherri: scritta una pagina di civilt e di buona politica
Firenze 02/05/2012 - Luso terapeutico dei farmaci cannabinoidi da oggi regolamentato da una legge regionale. Un traguardo di civilt, un esempio di buona politica raggiunto oggi con lapprovazione di un testo unificato e condiviso, ad oltre un anno dalla presentazione di due proposte in tema, una di cui sono prima firmataria e laltra di consiglieri PD. Si tratta di una legge che, non travalicando i limiti imposti alla competenze regionali, d certezze sullaccesso a questi farmaci uscendo dal labirinto attuale che di fatto lo limitava fortemente pur permettendolo, cio fino ad oggi lasciando tale possibilit alla conoscenza dei pazienti e/o del medico, alla buona volont di questultimo o al fatto che lAsl di competenza fosse attrezzata. Una legge quindi molto concreta in quanto permette di facilitare laccesso effettivo a farmaci rispetto ai quali la letteratura scientifica comprova lefficacia non solo lenitiva nelle cure palliative ma anche per migliorare sensibilmente la qualit di vita di persone affette da malattie invalidanti. Farmaci che non comportano gli effetti collaterali di quelli tradizionali. Un supporto quindi rilevante di fronte alla sofferenza di tante persone, capace di far loro affrontare con pi coraggio e determinazione la malattia. Un traguardo importante quindi quello di oggi a cui siamo giunti, per quanto ci riguarda, attraverso un percorso partecipato con pazienti e associazioni del settore, recependo quelle che erano le loro richieste.

Atti in Consiglio - i testi su www.prcgruppotoscana.it


Interrogazioni Orali: n. 655 del 26/04/2012: In merito alleventuale realizzazione di impianti di incenerimento riservati ai rifiuti speciali e alla predisposizione di un piano programma capace di recuperare e valorizzare questa tipologia di rifiuti;
A cura del Gruppo Consiliare Federazione della Sinistra - Verdi

n. 645 del 18/04/2012: In merito alla tutela del cittadino relativa al pagamento dellaumento del deposito cauzionale nellATO3 del Servizio Idrico Integrato e al conseguente rimborso; n. 638 del 16/04/2012: In merito al licenziamento di un dipendente da parte dellAzienda Autolinee Toscane Mozioni:

Via Cavour, 4 50129 - Firenze Tel.: 055 2387 445 / 240 / 341 Fax: 055 2387 570

n. 443 del 02/05/2012: In merito alla prospettata ristrutturazione del CMP Poste Italiane sede di Pisa e la situazione delle Poste in Toscana; n. 440 del 17/04/2012: In merito alle ricadute delle attivit di rimozione, recupero e ripristino ambientale della nave Costa Concordia dopo la sua rimozione dallIsola del Giglio; n. 437 del 17/04/2012: In merito al rilascio di un titolo di soggiorno per motivi umanitari ai migranti provenienti dalla Libia e accolti in Italia per lemergenza umanitaria nazionale.

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