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Yanuk Lurjame

Diario di Noelle Amadeus 48 Passi dallApertura della Porta


Giorno 3

Caro Diario Sono in ritardo, scusami. Alla riunione con i Soccorritori ho incontrato Joseph. una guida alpina che segue sempre le missioni di recupero in vetta con Zio Moses. Joseph e il suo cane Rocco me li ritrovai davanti nel bosco, erano i soccorritori che mi raccolsero e mi portarono alleliambulanza di Zio Moses. un quarantenne grande e grosso, con il viso imberbe, unaria da bambinone. Il suo aspetto fanciullesco mi tranquillizz durante le operazioni di recupero. Non si accost, mi lasci seduta su dun tronco ad accarezzare la testa nera e massiccia di Rocco. Moses si era raccomandato con i suoi Soccorritori di non toccarmi, qualora mi avessero individuata, ma di aspettarlo. E diventato un coordinatore di squadra, gestisce cinque Soccorritori con i loro cani da ricerca. Sono contenta per lui, ci teneva molto, ha studiato tanto e Zio Moses vuole il massimo spremibile dal cervello dei coordinatori. Un giorno ti dir di questo ragazzone .

Ora prima di riprendere il filo del racconto, debbo parlarti di una cosa successa mentre si svolgeva tutto. Stavo aiutando Zio Moses a raccogliere e mettere in ordine il materiale di studio che aveva preparato per le squadre. Lo faccio sempre anche oggi. Mi piace stare con Zio Moses, dolce e rispetta sempre il mio spazio, sa che non posso stare troppo tempo con gli esseri umani, perci mi riserva sempre un posto scappatoia per questo genere di riunioni. Ci vado, perch io lavoro con lui e Zia Sara nella Sala Operativa delle Emergenze, raccolgo le chiamate dei pazienti, e le inoltro a Zio Moses che poi, dopo aver valutato la situazione, invier le squadre. un lavoro che mi riesce bene, non ho studiato, non ho una precisa preparazione medica, ma mi riesce. La Voce responsabile anche di questo mio strano talento. Ora ti dico cos accaduto. Dopo aver aiutato Zio Moses , visto che era ancora giorno, decisi di fare una passeggiata nel bosco intorno allUniversit. A dire il vero, mente stavo tornando nella mia stanza per lasciarvi il quaderno degli appunti. Mi soffermai a met percorso, nellandrone del Pronto Soccorso, dove entrano le barelle scese dalle ambulanze. So tratta di una sala con le classiche porte scorrevoli, traslucide con sui vetri due grandi caducei. Ero quasi arrivata allaccettazione , stavo per salutare lInfermiere di turno al triage, quando l ho sentita ancora. Il vento delle montagne tornato ha scuotermi, a nutrire la mia mente. La Voce.

Cominciai a respirare forte. Il petto mi sciogliersi per il bollore improvviso. Antiche memorie mi sono riaffiorate in mente, Diario. Le notti in cui la Voce mi cullava , narrandomi di mondi scomparsi, dei giganti ribelli, della Lingua del Cielo. Limpulso tornato , stato irrefrenabile. La Voce non ha parole , una melodia di immagini, odori , suoni non percepibili nel mondo reale. Il cielo divenuto come uno specchio pieno di zigrinature irradiate da una spaccatura nella sua volta. Un foro nero da cui si riversavano fiumi di luce liquida color argento. Il vento mi trasport il profumo di questa strana luce, penetrando nelle porte vetrate del Pronto Soccorso. Al sentire un simile odore la mente si catapultata verso le onde dargento del cielo, le scie della Voce. Minfilai il giaccone e seguii quella spinta incontrollata. Non ho idea del tempo impiegato per raggiungere la sorgente della Voce. Ogni volta mi guida, anche oggi, in un punto diverso. Non stavo mai ferma in un posto pi di qualche giorno, quandero nei boschi, mi spostavo secondo la pressione della Voce. E allo stesso modo ho fatto anche adesso. Doveva essere il sentiero numero quattro, quello che circonda ledificio dellUniversit e poi snoda verso il rifugio di San Martino, portandoti in altro di circa trecento metri dal livello dellAbbazia. Uno dei pi semplici fra i sentieri che vanno in vetta. Non vi ho pensato troppo, Diario, quando la Voce simpadronisce di me non ho modo di ragionare. Sono andata. Mi sono fermata in un punto preciso dove se butti gli occhi oltre il margine della roccia, nellabisso alpino, la mente ti fa somigliare a unaquila delle vette. Sono i miei luoghi preferiti, dove senti il cuore crollarti in quei salti senza fine. Sono qui, sono qui. Portami con te! chiamo sempre cos la Voce, quando arrivo al punto che stabilisco con Lei mentre cammino. Il cielo scompare, raggi di rame e argento fluiscono dal sole, che sembra una ferita aperta nel ventre della balena. La Voce abbassa la sua mano, mi trasporta nella sua sapienza. Mi ha presa e fatta volare su un infinito campo di guerra, Diario. Cera sabbia e roccia che franava non appena la toccavi. Soldati con corazze chiare che serravano ranghi stretti, mentre altri con corazze scure tentavano di sfondare le loro schiere. Poi due animali che si fronteggiavano, sbranandosi con una ferocia assurda, le cui condizioni scheletriche, con il pelo quasi bruciato sulla pelle secca e rugosa, rendevano impossibile riconoscere a che specie appartenessero. La Voce mi dett altre lettere dellAlfabeto della Lingua Specchio. Le Lettere della Guerra. Mi disse. Poi mi lasci sul punto in cui mi raccolse. E io tornai a casa.

Non ho contato lo scorrere del tempo, Diario. Non sapevo quanto ho trascorso in cime al sentiero. Ma mi venne un colpo secco quando vidi le stelle in cielo! Ero uscita di mattina. Ho corso, Diario, come una pazza, districandomi bene in quei pendii, abituata a saltare sugli ostacoli della terra. Ho corso con la mente sconvolta dallansia. Gli Zii dovevano essere disperati non vedendomi da questa mattina! E chi lo avrebbe sentito poi Lui? O Dio speravo che almeno non abbiano attivato una squadra di ricerca! Ma quando Joseph interruppe la mia corsa comparendomi allimprovviso sul sentiero, capii che Zio Moses non aveva aspettato per farmi cercare. E che in casa era stati colti dallangoscia. E due! disse il ragazzone La seconda volta che ti ritrovo! C un premio alla terza? ridacchi O Dio, mi stavate cercando da tanto? dissi con il petto stravolto da un respiro angosciato. Da un paio dore. Moses ha attivato la squadra non appena abbiamo avuto chiaro che non eri nelledificio. Tanto tu in paese non ci vai, lunico luogo la montagna, ed gi notte. Capisci la nostra preoccupazione, vero? Non mi preoccupava la ramanzina di mio Zio, non me ne fa mai, se mai ero in ansia per la sua paura. Mi rendeva inquieta la reazione di Lui. Quando entrai nel cortile, accompagnata da Joseph, Moses che stava con lo zainetto sulle spalle, istruendo una seconda squadra di ricerca, nel vedermi sospir: Dio ti ringrazio. Non c bisogno di altre squadre, Moses, l ho trovata qui fuori. Fece gongolante. Mi si fece vicino, ringrazi Joseph e gli chiese di far rientrare i suoi ragazzi. Doveri andata? Sai che siamo stati tanto in pensiero? mi disse, con la voce calda e soffice, senza unincrinatura dindisposizione. Lui era a pochi passi da Moses, lo avrebbe aiutato a cercarmi, si stavano preparando assieme. con Zia Sefora i due mi raggiunsero subito. Che ti successo? Perch sei sparita cos? cominci Lui la voce roca e profonda del Priore. Il suo viso era un misto di ansia, paura viva, che tentava di nascondere in ogni modo sotto una luce di pietra . La durezza dei suoi occhi per non potevano arginare quella marea di emozioni che lo stavano stritolando. Dio Onnipotente, hai idea di come siamo stati qui? continu Non puoi prendere a andartene a giro da sola per i rifugi! Ah no? esord come infastidita E chi lo dice che non posso? Non fare il prete con me! Pi che una risposta, la mia fu un vero attacco preventivo . Lo vidi trasformarsi in volto, dallaria rocciosa con cui si tratteneva si sciolse in unaria mesta. Mi guardava mentre cercavo di non andargli addosso con gli occhi.

Non ti faccio la predica. Voglio solo dirti che ci straziamo lanima se ti pensiamo in pericolo. Io come gli altri . fece espirando in modo profondo. Zia Sara mi chiese: Ci dici cosa hai fatto in cima alla vetta, tutto questo tempo? con voce tranquilla, ma decisa. La Voce, sono andata dalla Voce. risposi I tre si guardarono disorientati. Moses: Sei stata con Lei, con la Voce? mi fece. S, Zio. Mi ha insegnato delle nuove lettere. Lui intervenne: Nuove lettere? Ci serviranno! fece in modo enigmatico Moses gli rispose: Lo credo anchio Fratello. E dicci, Noelle , quante sono le lettere hai imparato dalla Voce? Riflettei per ricordarmi e poi risposi: Una sequenza di sette lettere. S, sette. Le Lettere della Guerra me le ha fatte chiamare. Moses replic: Che tempismo, piccola Noelle! sorridendo ironico. Per via di Yekun, vero? disse Lui Proprio per gli ultimi avvenimenti, s, fratello. Daccordo. Sbuff Lui. Poi mi parl con il tono di una domanda quasi scontata: Questa sera da me alla solita, ora, va bene? Sapevo che avrei dovuto mettere in ordine quelle Lettere con le informazioni di Moses, cos annu :S, alla solita. Certo. Buttai come sempre gli occhi a terra per non incontrare le sue iridi verdi. Bene Diario, questo il resoconto di come ricevetti le Sette Lettere. Mi fermo, nel raccontarti, oggi. Si fatto tardi, non avevo visto. Fra poco dovr andare a cena , non mi va di far aspettare gli altri. E poi devo lavorare con Aronn. Ti ho cominciato a scrivere di unepoca ormai passata della mia vita, Diario. Ma ci arriver a spiegarti tutto. Promesso. A domani Noelle.

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