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Via degli Abati 5 giugno 11 giugno 2011

5 giugno Firenze - Pontremoli Alle 16 ci troviamo in stazione Guido, Giovanna, Luciano, Vera, Carlo, Marco e Angela. Chiacchierando, chiacchierando arriviamo a Pontremoli senza accorgercene. Ci avviamo al Convento dei Cappuccini e ci vengono incontro Laura e Luisa le due sorelle di Riva del Garda che, giovanissime, abbasseranno la media dellet dei partecipanti! C gi anche Carla che viene da Padova, quindi il pellegrinaggio oltre che per il percorso interregionale anche come gruppo. Manca Lucia che ci raggiunger domani a Borgo Taro. Ci sistemiamo nelle nostre stanzette e alle 20 ci vengono a prelevare alcuni amici di don Lorenzo che ci ha invitati a cena nel paese di Santa Petronilla dove c una sagra frequentatissima. Prima della cena, don Lorenzo, grande biblista e appassionato di archeologia, ci guida nella visita della chiesa, dove sono state portate alla luce, grazie al suo interessamento e alla sua attenzione, delle tombe di epoca romana, perfettamente restaurate. La cena buonissima, con prodotti casarecci e, nonostante linvito, lasciamo unofferta a don Lorenzo. Altri paesani ci riaccompagnano allostello e ce ne andiamo a dormire molto contenti per questa bella e inaspettata accoglienza.

6 giugno Pontremoli Borgo Taro. Partiamo con una certa pioggerellina, ma quello che prima di tutto ci importa trovare un bar per colazione. Rifocillati partiamo di buona lena, uscendo da Pontremoli lungo la strada asfaltata, che poi lasciamo per cominciare la salita del giorno, passando per diverse borgate. I dislivelli si fanno sentire, ma il bosco e il paesaggio ci ricompensano dei 1200 metri di dislivello in salita e dei 1000 in discesa. La sosta per il pranzo la facciamo a Monti presso lo pseudo bar del paese semiabbandonato, che il proprietario definisce punto di soccorso, perch ormai ridotto allosso, ma che ancora pu permetterci di gustare un buon bicchiere di vino rosso. Riceviamo la telefonata di due pellegrini di Lecco che ci precedono e ci mettono al corrente delle condizioni del percorso, soprattutto sulla presenza di fango, cosa che faranno anche nei giorni successivi, preparandoci psicologicamente alle difficolt che ci aspettano!! Luisa accusa gi alcune vesciche ai piedi e Marco domanda continuamente a Guido i chilometri percorsi, perch vive con una certa ansia lidea di dover camminare per 30 chilometri, cos, quando la fatidica cifra superata si congratula con se stesso per aver abbattuto il suo personale muro del suono! Alla fine della discesa sopra Borgo Taro ecco che ci vengono incontro Lucia e Luciano Allegri, di Borgo Taro, che ci offre da bere in un bar del centro e ci spiega che stanno per fare unassociazione che valorizzi la Via degli Abati. Ci annuncia che stasera dopocena verranno a salutarci il sindaco e lassessore alla cultura. Ragazzi, siamo famosi!! Ci sistemiamo comodamente allhotel Mistrello dove ci servono una cena molto buona e abbondante. Come previsto, arrivano il sindaco e lassessore, giovanissimi e appena insediati nelle loro cariche, con i quali ci scambiamo idee e suggerimenti per lo sviluppo di questo cammino. Fissiamo lorario per la colazione di domattina e ce ne andiamo a dormire.

7 giugno Borgo Taro Bardi Oggi, a dirla con la canzone di Lucio Battisti, sar una giornata pi che uggiosa: piover per tutto il giorno, ben 11 ore di cammino sotto lacqua. Il percorso scorre in boschi di faggio bellissimi, ma il fango toglie un po di poesia, soprattutto a Carlo e Marco, che fanno qualche scivolone. Carlo si ritrova con il poncho mezzo rotto e lo perde a pezzi per strada. Luisa nonostante le vesciche riesce a camminare e non si lamenta mai, una stoica! Facciamo una sosta per riprenderci dalla pioggia in un piccolo borgo dove una signora toglie lauto dal garage per offrirci un riparo, ma la sosta sar breve, perch stando fermi sentiamo ancora pi freddo. Ci rifermiamo per il pranzo in un riparo molto di fortuna: un ricovero agricolo dove ci sistemiamo alla meno peggio ai lati di un grande macchinario. Oggi anche il giorno dei record: 11 ore sotto lacqua e per la Vera 11 ore con lo zaino in spalla, perch non se lo tolto neppure per il pranzo. Tutti quanti abbiamo mantenuto il morale abbastanza alto riuscendo anche a cantare, ma alla vista del castello di Bardi, nella nebbia, in alto che pi in alto non si pu, iniziano i primi cedimenti. Ognuno in cuor suo sperava che non si dovesse arrivare fin lass, ma Luciano, tanto per restare in tema visto che siamo tutti fradici, ci d la doccia fredda, dicendoci che la fine della tappa proprio al castello. Chi con qualche sgomento, chi con qualche giramento, ci rimettiamo in marcia a testa bassa e via andare. Ormai nessuno di noi ha un centimetro quadrato asciutto dalla testa ai piedi, dentro e fuori lo zaino, in barba ai goretex, poncho e ombrelli vari. Troviamo per strada Silvana, la proprietaria del B & B. Irene, che ci ospiter. Con un po di agitazione, che si riveler una sua caratteristica, ci sistema in due appartamenti. Guido e Giovanna nel suo, gli altri nel B. & B. vero e proprio. Ognuno cercher di asciugare la propria roba a forza di fon, e riempiendo a pi non posso di giornali gli scarponi, ma la faccenda si presenta piuttosto dura. Usciamo per andare a visitare il Parmigianino che si trova allinterno della chiesa parrocchiale. Ci ritroviamo a cena in un locale prenotato da Silvana dove ci rinfranchiamo con ottimi piatti ed un buon vino, recuperando lallegria, soprattutto quando Luciano ci annuncia che domani ci prenderemo un giorno di riposo, saltando la tappa, e che potremo visitare il castello con tutta calma. Con questa bella prospettiva ce ne andiamo a nanna.

8 giugno Bardi Groppallo Facciamo colazione tutti insieme al B & B. Irene, in un caos creativo di scarponi e fogli di giornale. Anche la colazione creativa in un andirivieni frenetico di Silvana e della ragazza che laiuta, per preparare la tavola e portarci cappuccini, pane, biscotti, marmellate a pi riprese. Alle 8 siamo allingresso del castello dove una bravissima guida di origini sudamericane ci accompagna nella visita della superba fortezza medievale, gi di propriet della famiglia Landi Grimaldi, ampliata nel 1500 in stile rinascimentale. Fino al 1970 stata sede del Comune di Bardi. Oggi ospita convegni e mostre. La guida ci racconta della sua funzione di difesa, di dimora signorile e di luogo di prigionia e tortura, nonch della storia dellamore impossibile tra la contessina e un cavaliere, i cui fantasmi pare si aggirino ancora per le stanze del castello. Dagli spalti, un po di sole e qualche schiarita ci permettono di godere della vista del bellissimo territorio circostante, compreso il tratto finale del sentiero che abbiamo percorso ieri.

Terminata la parentesi culturale, ce ne torniamo al B & B. dove ci attende il pulmino che in tutta comodit ci porta fino a Groppallo all Albergo Salini. Qui ci sistemiamo comodamente e dedichiamo la giornata a finire di asciugare tutta la nostra roba. Il proprietario molto gentile, perch ci mette a disposizione i tavoli per consentirci di consumare il nostro pranzo. Laura e Luisa, mangiano quantit industriali di cibo, che non si capisce dove mettono, vista lottima forma fisica, tanto da meritarsi il nomignolo di gole profonde. Nel pomeriggio alcuni salgono a visitare la chiesa, altri fanno yoga sotto la guida esperta di Lucia. Da un provvidenziale venditore ambulante che si ferma davanti allalbergo, possiamo fare rifornimento per il pranzo a sacco di domani. A cena, nellalbergo, assaporiamo dei tortelli buonissimi e degli ottimi salumi, compreso un lardo favoloso che si scioglie in bocca, prodotti dallo stesso proprietario dellalbergo. La cosa in qualche modo ci era gi nota, dato che certi odorini della lavorazione provenienti dal laboratorio sottostante serpeggiavano per camere e corridoi .ma, per fortuna, come si visto, tutti i salmi finiscono in gloria! La cena, come sempre loccasione per scambiarci commenti sulla giornata, ridere di qualche episodio divertente e affrontare anche qualche discussione un po pi impegnativa su temi di politica, societ e religione. Non mancano i confronti sulle diversit linguistiche delle varie regioni, e cos le nordiste scoprono, tra laltro, che ballotte e bruciate stanno per castagne lesse e caldarroste. E cos, dopo un bel chiacchierare, ce ne andiamo a letto pi che soddisfatti.

9 giugno Groppallo - Mareto Alle 7,30 spolveriamo la colazione come cavallette e il proprietario non ripara a portarci il pane. Sulla tavola ci sono dei vasi con le stelle alpine coltivate dal proprietario che si raccomanda di prenderne una per ricordo. Nel frattempo arriva la telefonata dal Giornale di Piacenza, presso cui lavora la nipote del proprietario, che fa unintervista a Luciano, il quale illustra sapientemente le ragioni del nostro pellegrinaggio e d indicazioni su tutto quello che servirebbe per valorizzare e far conoscere questo cammino. Prima di partire ci facciamo una foto di gruppo davanti allalbergo che verr inserita nellarticolo di giornale. Il tempo incerto, ma non piove, nonostante i nostri canti corali. Attraversiamo anche oggi boschi di faggio e di quercia superando diverse salite impegnative, con conseguenti ripide discese fino ad arrivare a un torrente che ingrossatosi per labbondante pioggia ci costringe a un guado piuttosto complicato. Nei vari paesi che incontriamo scambiamo alcune parole con gli abitanti del posto incuriositi dal nostro passaggio. Cammin facendo, la vista spazia su Groppallo, sullampio panorama della conca di Farini e sul Monte Lama, che oggi si concede alla vista, dato che le nuvole si sono diradate e il sole si definitivamente riconquistato il cielo. Ci fermiamo per pranzo in un ampio prato, davanti al mulino di Mort , in fase di restauro, che pare sia di propriet del titolare dellazienda Vigorplant. La vista fantastica e la sosta pi che gradita, dato che abbiamo raggiunto questo posto dopo una salita piuttosto ripida e assolata. Riprendiamo la nostra via e passo dopo passo, saliamo fino a un gruppo di case che precedono di poco Mareto e l scambiamo quattro chiacchiere con un signore del posto che alla domanda: Come si vive qui?, risponde: Bene!, mia moglie se ne andata proprio ora per qualche giorno!!. Ci racconta poi della storia del posto e dei pellegrini che passano. Pare che ce ne siano. Arriviamo, quindi a Mareto e ci sistemiamo allAlbergo dei Cacciatori.

Pi tardi, come lucertole, ci mettiamo al sole sul piazzale antistante la chiesa e mentre Luciano va in avanscoperta del primo tratto della tappa di domani, gli altri si riposano oppure seguono gli esercizi di yoga proposti da Lucia. La giornata si conclude con unottima cena, che come di consueto, viene spazzata via in men che non si dica. Non mancano risate e canzoni cantate a squarciagola. Per fortuna gli altri commensali sono altrettanto rumorosi e non fanno caso a questa banda di scatenati. Decidiamo di saldare il conto la sera, anche se poi la Vera ci ricorder un proverbio che dice: a pagare prima si secca la vigna!

10 giugno Mareto Bobbio Partiamo dopo una buona colazione con il cielo coperto, ma poi arriva il sole e giunti al Fontanone, iniziamo a percorrere il crinale, che seguiremo per molto tempo fino al passo dei Generali da dove si gode un panorama spettacolare. Fiori, prati e animali al pascolo, con tanto di vitellini appena nati ci gratificano la vista. Dopo aver attraversato il torrente Curiasca, risaliamo sullaltro versante e raggiungiamo i ruderi della Torre Magrini, di cui rimasta in piedi solo una suggestiva parete. Ci fermiamo per il pranzo a Coli, dove arriviamo giusto in tempo prima che lunico negozio di alimentari chiuda e consumiamo i nostri panini sulle panchine dei giardinetti. Riprendiamo il cammino e a Cornaro la signora Alba ci offre dellottimo vino bianco. Qui c stata, come in altri punti della via, la Resistenza e alcuni partigiani sono caduti. Le croci bianche distese in un prato che allimprovviso appaiono alla nostra vista ci colpiscono con un impatto emotivo molto forte. Arriviamo ai resti del castello Farnese, che in realt un edificio semidiroccato con alcuni fregi ancora evidenti. Scendiamo ormai verso Bobbio, di cui vediamo gi in lontananza dallalto il magnifico ponte romano. In fondo al sentiero ci aspetta Mario Pampanin, presidente dellAssociazione Amici di San Colombano e profondo conoscitore della vita di questo monaco irlandese che scese a evangelizzare lEuropa nel lontano 600. Inizia una leggera pioggerellina che ci accompagna fino allingresso del ponte dove ci fermiamo per immortalarci in diverse foto di gruppo. Raggiungiamo lostello Palazzo Tamburelli e ci sistemiamo, dandoci appuntamento alle 18 per la visita dellAbbazia, che effettuiamo guidati egregiamente da Mario che ce ne illustra la storia e tutte le opere darte che si trovano al suo interno. In particolare ci soffermiamo ad ammirare il mosaico romano e il sarcofago che contiene i resti di San Colombano. I bassorilievi che ne rivestono le pareti sono finemente lavorati e descrivono momenti significativi della vita del santo, che pare sia il santo dei depressi. Ci spostiamo poi nellattiguo museo dove vari pannelli illustrano tutta la storia di san Colombano e della sua peregrinazione per lEuropa. Siamo tutti molto affascinati da questa figura di santo che ai pi era rimasta finora sconosciuta. Passeggiamo per il centro della citt, molto caratteristica e nella piazza principale incontriamo un signore che sta facendo bella mostra di un enorme fungo porcino raccolto proprio oggi. Non possiamo che complimentarci con lui e scattiamo alcune foto. Dopo aver acquistato il biglietto per il bus di domani che ci porter a Piacenza, andiamo con Mario allultima cena che si riveler ottima come sempre, piena di allegria e innaffiata da un buon vino locale. Cominciano i saluti e gli scambi di e.mail perch domani le partenze saranno scaglionate. Luisa e Laura, insieme a Carlo e Vera partiranno con il primo bus, mentre Carla andr a Reggio Emilia e gli

altri si incontreranno a Piacenza con Magistretti che si interessa della via degli Abati e vuol sapere della nostra esperienza a viva voce.

11 giugno Bobbio Firenze Splende il sole su Bobbio e, dopo aver fatto un giro per il mercato e una ricca colazione, compriamo il giornale di Piacenza e, con un certo orgoglio, troviamo larticolo e la foto che parlano di noi. Con il bus delle 11, partiamo per Piacenza, Luciano, Lucia, Angela, Marco, Giovanna, Guido e Carla. Alla stazione ci incontriamo come previsto con Magistretti, a cui facciamo il resoconto del nostro pellegrinaggio. Luciano e Lucia partono alle 13, mentre gli altri si trattengono ai giardini di Piacenza, in attesa del treno che li porter direttamente a Firenze. E cos anche questo cammino terminato con la piena soddisfazione di tutti e come sempre con un po di magone perch questi bei giorni sono trascorsi troppo in fretta. Ma questa volta ci lasciamo con la promessa che lanno prossimo, se tutto andr bene, rifaremo il cammino ripartendo da Bobbio verso Pontremoli, perch questa via una via che vale la pena di essere percorsa e valorizzata e anche perch il Monte Lama, la prossima volta, dovr essere nostro! Ultreya y suseya a tutti. Giovanna e Guido

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