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La ricerca sulla comunicazione deve porsi due obiettivi: individuare il lessico e la grammatica dei vari sistemi di comunicazione usati dal corpo umano e spiegare come questi sistemi di comunicazione interagiscono in ogni nostro atto comunicativo; in breve trovare le regole dell'interazione fra strumenti comunicativi.
I cap. La Comunicazione
Una conoscenza pu essere rappresentata nella mente di un sistema in due formati diversi: un fenomeno sensomotorio e un formato proposizionale, certi sistemi come l'uomo hanno entrambi i formati. Sono almeno 5 i modi in cui veniamo ad avere conoscenze percezione, memoria, inferenza, significazione (un legame tra una una conoscenza su un evento fisico segnale- e un altra conoscenza che l suo significato.)e comunicazione. La condizione necessaria perch sia i atto un processo comunicativo un sistema, che chiamiamo mittente, ha lo scopo che un altro sistema o destinatario, venga ad avere una certa conoscenza (significato) e per realizzare questo scopo emette un segnale che viene prodotto e percepito secondo una determinata modalit ed collegato a quel significato attraverso un sistema comunicazione. necessario, perch ci sia comunicazione, uno scopo di qualcuno di far sapere qualcosa a qualcun altro. Qui scopo qualsiasi stato regolatore, cio qualsiasi stato non realizzato nel modo che determina un azione di un sistema. I processi comunicativi si possono distinguere 1) per tipo di scopo comunicativo, 2) per livello di consapevolezza. Lo scopo di comunicare pu essere interno (cosciente, inconscio o tacito) o esterno, cio rappresentato o meno nella mente dell'individuo che comunica, sono scopi esterni quelli degli artefatti, le funzioni comunicative biologiche, finalit sociali (divise, mode, simboli di status). Il mittente il sistema ce ha lo scopo di comunicare e il destinatario il sistema a cui il mittente a lo scopo di comunicare. Chi parla pu essere mittente in modo diverso, l'animatore pronuncia parole che non necessariamente ha pensato in prima persona, autore invece chi pianifica e costruisce il discorso e il mandante chi, pur non avendo materialmente cercato le parole, responsabile del senso generale del discorso formulato dall'autore. Questi tre ruoli possono essere interpretati da persone diverse o convergere su due individui o no solo. Il segnale uno stimolo fisico, percepibile con i sensi, che collegano ad un significato sia nella mene del mittente che in quella del destinatario. Qualsiasi stimolo fisico percepibile pu fungere da segnale: 1) azione, 2) oggetto prodotto da un azione, 3) oggetto usato per/nel compiere un azione 4) parte di un oggetto o di un organismo 5) aspetto di un oggetto, di un organismo o di un gruppo, 6) non azione (purch sia osservata in caso in cui si aspetta un'azione) il modo in cui un segnale prodotto dal mittente e percepito dal destinatario la modalit del segnale e possiamo distinguere una modalit produttiva (quando ci riveriamo agli organi del corpo del mittente che lo producono) e una recettiva (quando prendiamo in considerazione gli organi di senso in cui il destinatario riceve il segnale ); questi due sensi di modalit non sono sempre in rapporto biunivoco. Un sistema di comunicazione una serie di regole per mettere in corrispondenza segnali e significati. I segnali di un sistema possono essere prodotti da uno stesso organo o da organi diversi, gesti e parole sono sistemi di comunicazione residenti perch i loro segnali sono prodotti tutti con le mani o la bocca, il contato fisico invece non residente perch possiamo toccare le mani, la bocca. Comunicare vuol dire trasmettere a qualcuno significati, tutte le volte che comunichiamo diamo agli altri conoscenze di tre tipi: sul 1)mondo, sulla nostra 2)identit e sulla nostra 3)mente. 1)Possiamo dare conoscenze su eventi del mondo, ossia su azioni o propriet di entit concrete o astratte, animate o inanimate. Possiamo comunicare sul tempo e sul luogo in cui tali eventi accadono. Nelle conoscenze di formato proposizionale ogni conoscenza formata da un predicato e dai suoi 1
argomenti, dove il predicato pu essere una propriet di un singolo argomento o la relazione fra due o pi argomenti; la struttura predicato-argomenti dell'evento ricorsiva (un argomento pu essere a sua volta un evento a cui attribuire un predicato). I diversi tipi di segnali nei vari sistemi di comunicazione possibili differiscono per il tipo di conoscenze che in genere comunicano. In un atto di comunicazione, menzionare un argomento un modo per stabilire a chi ci riferiamo, a chi cio vogliamo attribuire una propriet o relazione. 2) Tutte le volte che siamo in presenza di un altro, l'altro si fa un idea di noi, ci acquisisce o inferisce conoscenze sulla nostra identit. Oltre a questa identit oggettiva come appaio agi altri, vi 'identit di come vorrei apparire; e in ogni mio atto di comunicazione trasmetto anche conoscenze su questa identit: l'autopresentazione l'immagine che voglio dare di me, in questo caso produco segnali con uno scopo interno e spesso cosciente di come (voglio che gli altri pensano che) io sono. 3) Mentre comunichiamo sugli eventi del mondo esterno, diamo informazioni sui nostri stati mentali: 3a) conoscenze, 3b) scopi, 3c) emozioni, relativi a ci di cui stiamo parlando. 3a) Conoscenze: due tipi di informazioni una sul grado di certezza e l'altra metacognitice che indicano da quale fonte arrivano le credenze. 3b) Scopi: nel comunicare, informiamo sugli scopi della frase, del discorso e della conversazione. Scopo della frase cio l'intenzione comunicativa dell'atto che sto compiendo; struttura informazionale della frase cio in ogni atto di comunicazione c' una parte data e una nuova, l'interlocutore deve sapere cosa c' di nuovo e cosa di dato in ci che sto dicendo; struttura del discorso in un discorso le frasi sottendono una struttura gerarchica, che l'interlocutore deve ricostruire, e alcuni segnali danno informazioni proprio su tale struttura; struttura della conversazione la comunicazione un atto di collaborazione e comunicazione reciproca in cui e persone a turno producono atti comunicativi, perch proceda fluida i partecipanti devono concordarsi sul turno di parola (presa di turno)e se l'intervento dell'uno stato capito (back-channel); 3c) Emozioni il mittente esprime le emozioni che sta provando riguardo a ci su cui comunicare. Un sistema di comunicazione una serie do regole per mettere in corrispondenza segnali e significati. Il primo parametro per distinguere i sistemi il rapporto di un segnale con segnali in altre modalit, ogni segale di un sistema d comunicazione pu essere autonomo o non autonomo. Il secondo parametro la costruzione cognitiva dei segnali di un sistema, cio il fatto che essi siano rappresentati o meno e in che modo, nella memoria dei suoi utenti, si possono distinguere segnali codificati e creativi, codificato un segnale collegato stabilmente ad un significato specifico, che forma con esso una coppia segnale-significato; una serie di segnali codificati formano il lessico, che oltre a contenere regole di corrispondenza segnale-significato contiene regole su come cambiare i segnali, cio una sintassi. un segnale creativo quello inventato in maniera estemporanea per comunicare un significato per cui non gi codificato in memoria alcun segnale. Mentre per i segnali codificati mittente e destinatario condividono un a stessa corrispondenza tra un specifico segnale e il suo significato, depositata a lungo termine nella loro memoria, per i segnali creativi ci che memorizzato non sono i singoli segnali ma le regole di inferenza necessarie per crearli e comprenderli. Fra i segnali codificati alcuni sono innati, altri invece sono codificati su base culturale e hanno qual particolare significato solo in una determinata cultura. Un segnale motivato quando segnale e significato hanno tra loro una relazione non casuale, c' una ragione di somiglianza tra segnale e significato nei segnali iconici; di composizionalit che consiste nel ricavare sempre gli stessi elementi di numero finito un infinito numero di possibili combinazioni, un altra relazione non casuale fra segnale e significato si ha per determinismo meccanico quando l'apparenza percettiva del segnale determinata da meccanismi fisiologici collegati al significato. Un segale arbitrario quando il suo significato non collegato al segnale n per somiglianza n per qualche altro meccanismo che permetta di inferire il significato dal segnale senza conoscerlo. Un'altra distinzione tra i segnali di comunicazione fra segmenti di segnale e segmenti del significato, cio tra segnali olofrastici: se da solo porta il significato di un intero atto comunicativo, comprensivo di performativo e contenuto proposizionale e articolati: se veicola solo parte di un 2
atto comunicativo. Ogni atto comunicativo costituito da un contenuto proposizionale, ci che vogliamo far fare, e da un contenuto performativo, l'intenzione del mittente nel comunicare. Le condizioni necessarie perch sia in atto un processo comunicativo sono un mittente la conoscenza da comunicare, lo scopo di comunicarla e un segnale. Bisogna distinguere fra cercare di comunicare e riuscire a comunicare, perch la comunicazione vada a buon fine il mittente deve avere una conoscenza e lo scopo di comunicarla deve conoscere un sistema di comunicazione condiviso col destinatario, che a sua volta deve avere accesso alla modalit usata. Il mittente deve farsi un modello del contesto e un modello del destinatario tenendo conto di caratteristiche cognitive e tatti di personalit e della relazione sociale con lui.
raffigurare nell'aria la forma o imitare i movimenti tipici di un oggetto; gesto simbolico o emblematico: un gesto che ha una certa cultura ha un significato facilmente traducibile in parole; gesto batonico: la mani vanno dall'alto in basso per scandire ed enfatizzare il parlato. Possiamo distinguere i gesti in base a un certo numero di parametri: 1. contesto semantico: possiamo distinguere i gesti a seconda che diano informazioni sul mondo, o sulla nostra identit o sulla nostra mente; 2. tipo di scopo: individuare, biologico o sociale, i gesti che esprimono emozioni primarie sono regolati da scopi biologici governato da una norma sociale; 3. livello di consapevolezza: conscio, inconscio o tacito; 4. costruzione cognitiva: molto gesti sono codificati, memorizzati stabilmente in un lessico gestuale, a volte autonomo nel parlato; 5. relazione segnale-significato: un gesto motivato quando il suo significato in qualche modo inferibile dalla sua forma o movimento; 6. relazione con le altre modalit: possiamo distinguere i gesti in coverbali quando non si possono usare in assenza di parlato, e autonomi quando possono anche sostituirlo completamente. Un gesto creativo nasce quando si deve costruire un nove referente, cio quando si vuol riferire a qualcosa di cui non si parlato prima. Un gesto creativo si inventa applicando una serie di regole di somiglianza fra aspetti percettivi e motori del gesto e aspetti percettivi e motori del significato. Ci sono due modi per costruire un referente uno indicarlo e altro dargli un nome. Per dare un nome con un gesto, puoi chiedere se il referente ha una forma percepibile. Un altro modo per creare un nome gestuale rappresentare le azioni che gli sono collegate. Le caratteristiche che selezioni per rappresentare il referente devono rispondere a due requisiti: essere distintive e facili da mimare. Per inventare nomi gestuale importante lanciare un ponte alcune regole di inferenza che connettono astratto e concreto. Fra i sistemi di gesti codificati vi sono i gesti simbolici. U gesto simbolico : 1. un gesto autonomo, perch pu usare anche in assenza di parlato; 2. codificato, cio rappresentato stabilmente nella mente di chi lo usa; 3. culturalmente codificato, perch condiviso solo dai parlanti di una determinata cultura e si impara per imitazione 4. a ognuno di essi corrisponde, nella cultura in cui si usa una traduzione verbale abbastanza univoca. Il caso pi tipico di un sistema di gesti simbolici sono le Lingue dei Segni che comprende, oltre a regole lessicali, anche regole morfologiche e sintattiche. Se un sistema di comunicazione costituisce un lessico, dev'essere possibile stilarne un dizionario, cio una lista di voci lessicali di cui per ognuna, possiamo descrivere il segnale e definire il significato. Gestionario --> parametri formazionali del segno cio ogni segno prodotto con una certa forma della mano in un certo luogo, con un certo movimento e un certo orientamento del palmo e delle dita cio un sistema fonologico anzi sistema cherologico. In un particolare sistema di gesti ogni parametro pu assumere un certo numero di valori, per cui in qual sistema ogni gesto caratterizzato univocamente dalla combinazione dei valori di ciascun parametro distintivo, nel senso che cambiando quel valore il gesto non ha pi significato o ha un significato diverso. Le informazioni semantiche contenute nel Gestionario per ogni gesto rispecchiano le nostre conoscenze sul significato e l'uso di quel gesto. 1. Formulazione verbale: per cui ogni gesto simbolico vi una formulazione verbale che lo accompagna o lo parafrasa. 2. Contesto: anche per un gesto vi sono contesti in cui pi tipicamente si usa e che vengono scritti nel dizionario. 3. Sinonimi: altri gesti che hanno pi o meno lo stesso significato del gesto analizzato. 4. Significato: la definizione vera e propria, simile a quella del dizionario di parole, che mira 4
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a emulare il significato comune agli usi del gesto. Classificazione grammaticale: nei gesti simbolici non ci sono vere e proprie categorie grammaticali, ma possibile distinguere gesti olofrastici e articolati cio gesti frase e gesti parole. Classificazione pragmatica: i gesti-frase vengono classificati in base al loro specifico performativo, come gesti di domanda, richiesta, minaccia. Classificazione semantica: fra i gesti simbolici italiani, molti danno informazioni sul mondo, persone, animali, oggetti, propriet fisiche e mentali. Figure retoriche: nei gesti possiamo avere uso retorico, cio diverso da quello letterale.
V cap. Lo sguardo
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Noi usiamo i nostri occhi per fare almeno 5 cose: vedere, guardare, sentire, pensare, comunicare. L'etnoscienza mira a definire i concetti di senso comune partendo da come essi sono strutturati, distinti e organizzati nel linguaggio quotidiano. Lo sguardo, in quanto segnale comunicativo, comprende un segnale e un significato, anche le parole di quest'area lessicale possono riferirsi all'uno, all'altro o a entrambi. Molti sguardi portano informazioni sulla mente del mittente; informazioni sul grado di certezza delle conoscenze, informazioni metacognitve e informazioni sugli scopi del mittente. Optologia la fonologia degli occhi. Le regioni del viso rilevante per la comunicazione con lo sguardo comprende sopracciglia, palpebre superiori e inferiori, occhi e occhiaie; per ognuna di queste parti o loro sottoparti, si considerano alcuni aspetti, movimenti o tratti morfologici. Anche la durata importante, cambiando un valore cambia il significato dello sguardo. L'occhionario: nel lessico dello sguardo si distinguono 3 grosse classi significanti: 1) informazioni sul mondo: nel nostro comunicare possiamo informare sugli eventi del mondo esterno, con gli occhi possiamo riferirci al contesto fisico e informare su propriet fisiche degli oggetti. Uno sguardo deittico quando mi riferisco a qualcosa che in quel luogo e si usa quando non bene far capire troppo chiaramente ad altri che stiamo indicando qualcosa o qualcuno. Lo sguardo pu avere anche una funzione aggettivale attributiva informare su propriet fisiche del referente e poi su propriet astratte o mentali. 2) gli occhi dell'identit: la comunicazione sulla propria identit spesso tacita o inconsapevole, e a volte veicolata pi da tratti morfologici che da azioni o movimenti. 3) gli occhi della mente: mentre parliamo diamo al nostro interlocutore molte informazioni sulle nostre conoscenze, scopi gli sguardi informano sullo scopo e la struttura delle nostre frasi, gli sguardi performativi richiedono attenzione ed emozioni occhi cono specchio dell'anima.
VI cap. Il viso
Il potere espressivo del volto la comunicazione non verbale; al viso si attribuisce il potere di manifestare l'anima, la personalit, le caratteristiche psichiche e mentali di una persona. Il performativo di una frase espresso a volte da parole ma pi spesso dall'intonazione e dall'espressione del viso. Il performativo di ogni atto di comunicazione contiene in genere sei tipi di informazioni: 1) scopo dell'atto comunicativo; 2) nell'interesse di chi l'azione richiesta o l'informazione data; 3) il grado di certezza delle conoscenze comunicative; 4) la relazione di potere fra mittente e destinatario; 5) il tipi d'incontro sociale: cio il livello di formalit della relazione mittente destinatario; 6) lo stato affettivo del mittente.
sulla comunicazione multimodale, pu spiegare anche certe nostre intuizioni quotidiane, rispondere a piccole curiosit sul mondo comunicativo attorno a noi.
2) La recitazione ipercomunicazione in quanto l'attore comunica almeno per via inferenziale il pensiero dell'autore e in alcuni casi sovrapporgli la propria. 3) Uno scopo dell'attore, collaterale a quello d comunicare il pensiero dell'autore e di essere il pi possibile fedele ala realt, quello di mostrare la sua abilit mimica, di finzione e di recitazione.
Conclusioni