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Intervista a Platone sulla Scienza e la concezione delle idee

Io: Signor Platone, può esporci in che modo concepisce le idee?

Platone: Certamente, le idee non sono altro che un’entità immutabile e perfetta che vanno a costituire la
Scienza. Queste sono una sostanza autonoma, e date la loro perfezione si trovano in un mondo differente
dal nostro, l’Iperuranio.

Io: Ma quindi, cos’è la Scienza?

Platone: Per quanto mi riguarda la Scienza è il modo perfetto di concepire ogni cosa, infatti essa è costituita
da entità perfette ed immutabili.

Io: Ma allora il nostro mondo da cosa è costituito?

Platone:Il mondo terreno è costituito da quelle che io definisco, stampi imperfetti delle idee, se prendiamo
d’esempio la bellezza, nel nostro mondo esiste la bellezza come essere, ma solo una pluralità di cose che
sono più o meno belle e che quindi posseggono quella caratteristica, mentre nel mondo delle idee esiste
proprio La Bellezza.

Io: Detto questo, lei dice anche che le idee hanno dei stretti rapporti con le cose, ma cosa intende dire?

Platone: Per giudicare degli oggetti noi possiamo forse fare a meno di riferirci ad essi con delle idee? No, ciò
è impossibile, per fare un esempio noi diciamo che due cose sono uguali sulla base dell’idea di uguaglianza,
quindi le idee sono la condizione della pensabilità degli oggetti. Possiamo inoltre dire che le idee sono
condizioni delle cose nel senso che gli individui, sono, in quanto imitano delle essenze archetipe. Per fare
un esempio diciamo che due individui sono uomini sulla base d’idea dell’umanità, e quindi le idee sono la
condizione d’esistenza degli oggetti .

Io: Ma noi, come facciamo ad avere la conoscenza delle idee? Cioè facciamo ad essere in possesso dell’idea
di bellezza ad esempio?

Platone: Vorrei rispondere a questa tua domanda riferendomi alla dottrina-mito della reminiscenza, ovvero
la nostra anima prima di calarsi nel nostro corpo ha già avuto modo di vivere nel mondo delle idee, dove ha
potuto contemplare gli esemplari perfetti delle cose del mondo terreno, essendo appunto le idee la
perfezione delle copie delle cose terrene. Quindi da qui possiamo dire che in realtà la conoscenza che noi
otteniamo sulla terra non è altro che il ricordo di ciò che abbiamo già visto nel mondo delle idee.

Io: Ma in che modo è possibile che esistano più idee? E perché ritiene che sia giusta la sua teoria e non
quella di Parmenide ovvero che l’essere è uno solo e ciò che non segue l’idea dell’essere rappresenta il non
essere? Ovvero il nulla?

Platone: Rispondendo alla prima domanda io ho formulato la teoria dei generi sommi che ora son lieto di
spiegare: i generi sommi non sono altro che gli attributi fondamentali delle idee, e sono cinque: l’essere,
l’identico, il diverso la quiete e il movimento. Prima di tutto, l’idea è! Oppure esiste, e quindi rientra nella
cerchia dell’essere. Inoltre ogni idea è identica a se stessa, e quindi rientra nel gruppo dell’identico.
Entrando nel genere del diverso, rispondo alla domanda riguardante Parmenide. Iniziamo col dire che se
diciamo che le idee sono identiche a se stesse non vuol dire che tra di loro le diverse idee siano identiche,
quindi ogni idea è identica a se stessa ma differente dalle altre, e rientra quindi nel genere del diverso.
Quindi noi, se diciamo che un l’essere non è, stiamo solo affermando che tale non essere è diverso
dall’essere ma entrambi esistono. Più chiaramente se noi diciamo che una cosa non è quella, non stiamo
affermando che non esiste ma soltanto che è diversa da quell’altra. L’unico modo in cui il non essere può
esistere è quello dell’essere diverso. Detto ciò noi possiamo superare anche il problema dell’errore, in
quanto l’errore non consiste nel dire il nulla, ma dire le cose in modo diverso da come effettivamente
stanno. Per concludere affrontiamo i due ultimi generi, ovvero la quiete e il movimento, e cioè ciascuna
idea può starsene in se, e quindi quiete, oppure può entrare in contatto o comunicazione con le altre, e
quindi movimento.

Io: Bene, possiamo concludere l’intervista, la ringrazio per averci esposto i suoi pensieri.

Sanna Emanuele 3°F Liceo Scientifico G. Brotzu

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