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Intervista del 24 novembre 2010 a Mons.

Sante Babolin, presidente della


sezione italiana dell’ACS , Aiuto alla Chiesa che Soffre

Monsignor Sante Babolin è dal 2007 Presidente della Sezione Italiana di “Aiuto alla
Chiesa che Soffre” e ho l’occasione di intervistarlo alla presentazione in Roma del
“Rapporto 2010 sulla libertà religiosa nel mondo”, curato appunto dall’ACS.
Sacerdote dal 1967, si è laureato presso l’Università di Padova in Filosofia,
conseguendo il dottorato di ricerca presso al Pontificia Università Gregoriana. In
tale Università ha ricoperto la cattedra di Filosofia della cultura, con incarichi di
Estetica e Semeiotica, dal 1973 al 2006. Attualmente collabora con l’Enciclopedia
Treccani e svolge nella sua diocesi di appartenenza il ministero di accogliere le
persone che soffrono di disagi nell’anima.

Mons. Babolin posso farle qualche domanda sulla storia di Aiuto alla Chiesa
che Soffre, sappiamo che è stato fondato da P.Werenfried van Straaten, un
monaco premostatense, all’indomani della seconda guerra mondiale, un
personaggio molto carismatico e singolare che pur essendo un monaco
voleva dedicarsi alla vita attiva, è vero?

La sua definizione è inesatta, ACS è un organismo nato all’interno della chiesa


cattolica per volontà di papa Pio XII, che aveva voluto aiutare i sacerdoti in
difficoltà, in particolare quelli perseguitati e cacciati nei paesi dell’Est, perciò la
nostra associazione nasce sin dall’inizio come Opera di diritto pontificio, ovverossia
dipendiamo direttamente dalla Congregazione per il Clero. Ogni Pontefice ha in
seguito dato il suo contributo e le sue direttive allo sviluppo di ACS, non soltanto
papa Giovanni Paolo II. P. Werenfried era un monaco premostatense dell’abbazia
di Togerlo, in Olanda, ed è stato il suo ordine a segnalarlo come adatto a un
compito del genere. Non è vero che un ordine di monaci sia solo contemplativo, ma
c’è sempre un lato attivo associato alla vita contemplativa, si ricordi il motto
dell’ordine benedettino, ora et labora.

Comunque sia P.Werenfried è riuscito ad introdurre l’uso di mezzi innovativi,


ricordiamoci le cappelle volanti, in zone disagiate dove non era presente un
edificio per porvi una chiesa, ecc.

Si ACS è nato proprio con l’intento di dare un sostegno economico ai sacerdoti


perseguitati nei vari paesi del mondo, dove appunto non è presente a libertà di
culto, ma l’intuizione iniziale è stata del papa Pio XII. In seguito p.Werenfried ha
sposato questa missione in pieno e ha cominciato ad aiutare non soltanto i
sacerdoti, ma anche le comunità che ruotavano attorno ad essi e che erano
anch’esse in difficoltà per la loro fede cattolica. ACS si propone di aiutare in
differenti modi le comunità di religiosi ed anche i laici che li affiancano, a seconda
della loro situazione, delle differenti situazioni culturali, etniche, sociali, politiche. In
Italia si trova il segretariato al quale faccio riferimento, ma la sede centrale è
Konigstein, in Germania, per volontà di papa Ratzinger. E’ lì il nucleo operativo, il
cuore, al quale fanno riferimento le altre sedi che ormai si trovano quasi in tutta
Europa (Italia, Germania, Olanda, Austria, Francia, Gran Bretagna, Polonia,
Spagna, Portogallo) in Australia, Stati Uniti, Brasile, Canada, Cile. La missione e il
carisma di ACS nel mondo è quella di proporsi degli obiettivi reali e un progetto
destinato ad aiutare una comunità specifica sin dall’inizio.

Mi potrebbe fare qualche esempio?

In alcuni casi mancava proprio la presenza di un edificio dove celebrare la messa,


perciò il nostro obiettivo è stato proprio la costruzione materiale della chiesa, ma ci
occupiamo di progetti finalizzati a pagare la retta, finanziare gli studi di religiosi e
religiose nel mondo, che altrimenti non ne avrebbero la possibilità. Possiamo
assegnare borse di studio anche a operatori pastorali laici, giovani che siano
presentati dal loro vescovo, e che abbiano un progetto di sostegno e aiuto alla
chiesa. L’ACS finanzia i mezzi tecnici di radio e tv cattoliche, strumenti insostituibili,
quando la pastorale è penalizzata dalle grandi distanze o dal numero esiguo di
sacerdoti, suore e catechisti. Forniamo ad essi i mezzi stessi trasporto necessari
all’apostolato: biciclette, jeep, motocicli, autovetture e anche piccole barche e muli.
Finanziamo l’acquisto di libri religiosi, messali, bibbie, catechismi e libretti di
preghiere destinati alla formazione e alla pastorale. Portiamo soccorso immediato
ai profughi e agli sfollati aiutati da organizzazioni cattoliche che offrono non soltanto
cibo e medicinali, ma anche conforto spirituale. In occasione del terremoto di Haiti,
abbiamo aiutato la popolazione e la pastorale della loro chiesa con 53 differenti
iniziative, e sono stati offerti 380.000 euro di contributi. Il progetto più grande è
quello ancora in corso, iniziato ne 1979, “Dio parla ai suoi figli”, che è stato
stampato in 160 lingue e ha raggiunto la tiratura di 45 milioni di copie. La raccolta di
fondi, ogni anno ammonta a più di 60 milioni di euro, e finanzia circa 6000 progetti
l’anno in 135 Paesi appartenenti a tutti continenti.

Giulia Salfi

www.giuliasalfi.blogspot.com

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