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notiziario di Piansano e la Tuscia
Anno XV n° 1
GENNAIO / MARZO 2010

“Anno Cisterna...”
dalla
Tuscia
Grotte
Santo Stefano I “lupari” nella Teverina
Notizie sparse su un mestiere dimenticato
Flavio
Frezza

N
on molti, oggi,
ricordano la figu-
ra del luparo,
scomparsa,
almeno per quanto
riguarda la Teverina, alla
vigilia della seconda
guerra mondiale. I dizio-
nari di lingua riportano
la forma “lupaio”, con-
trassegnandola talvolta
come antiquata. Si tratta,
insomma, di un mestiere
dimenticato, tanto che se
ne sta perdendo persino
la denominazione. Il ter-
mine, però, è noto in
Abruzzo, nonché nella
vicina Umbria, dove lupa-
ru significa, come da noi,
“cacciatore professioni-
sta di lupi; la sua abilità
consisteva nell’alluccà a
ccàrne [= imitare
l’ululato] dalla sommità
di un albero, sotto il
quale erano predisposte
esche e tagliole. Il richia-
mo faceva accorrere i
lupi che erano catturati o
uccisi, e poi portati di
casolare in casolare per
ricevere una ricompen-
sa” (G. Cuzzini Neri - L.
Gentili, Grande vocabola-
rio del dialetto spoletino,
Spoleto 2008).
Illustrazione di Marcello Cecconi per il racconto “La casa del medico” di Tito Sensi.
Ordiniamo che se
qualcuno avrà cattu- considerevoli. quello di Castel di Piero dai lupi], se vendano fora
rato qualche lupo... La popolazione italiana (l’odierno San Michele in della porta, a pezzi, ad
Il lupo era considerato di lupi ammonta oggi ad Teverina), che nel “Libro occhio et non a peso”,
l’animale nocivo per appena un migliaio di quarto delli extraordina- indicando inoltre le pene
eccellenza, soprattutto in esemplari, ma la loro rii”, capitolo 8 - “Como per i trasgressori (Q.
un’area come la nostra, presenza nella Teverina debbiano vendere la Galli, “Et pacifico stato
dove, fino a tempi non doveva essere significati- carne li macellari” - stabi- delli signori”. Statuto di
remoti, la pastorizia ha va, visto che alcuni Sta- lisce che “le carne morte- Castel di Piero del 1579,
rappresentato una delle tuti ne fanno menzione. cine, o vero lupate [= Montefiascone 1995). Di
forme di sussistenza più Si prenda ad esempio derivate da bestie uccise maggior rilievo, ai fini

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della nostra ricerca, è lo le facéino venì. Erano
Statuto redatto dai piuttosto i lupi che venévi-
Monaldeschi di Monte- no dall’Umbria, da le
calvello nel 1532, in lati- montagne... eh, da le
no, dove alla cattura del- muntagne qqui ddavanti a
l'animale è dedicato un nnoe! [i Monti Amerini]
apposito articolo (rx 26, Scendéono ggiù dda le
Libro I - Amministrazio- muntagne, attraverzàino
ne): fiume e vvenéino qqua.
“IL PREMIO PER LA CATTURA DI L’intervistato racconta
UN LUPO O DEI LUPETTI O che il signor Partemio
LUPETTO. Ordiniamo che se Curti, padre del medico
qualcuno avrà catturato di condotta di Grotte S.
qualche lupo vivo o morto Stefano, era affittuario di
guadagnerà sei libre. Se - un terreno in località
in verità - prenderà un Castelvecchio, presso
Statuto di Montecalvello, Libro I, art. 26: ricompense per la cattura o
lupetto o lupacchiotto l'uccisione di lupi e cuccioli di lupo. Sipicciano, dove un gar-
guadagnerà tre libre, da zone badava al suo greg-
uno in poi; anche se fos- ge di pecore: e ‘na nòtte
sero due, tre o quattro neve, mai sparita tra una fossi, sotto Vitorchiano; ‘l lupo jje l’ha... jje l’ea
guadagnerà sei libre. Che volta e l’altra, sempre ce m’hanno dato parecchie sgozzate settòtto o dieci.
il guadagno o il premio n’era nei fossi o all’ombra forme di cacio. I lupi cam- E allora ‘l pòro Partèmio
debba essere calcolato delle case e dei macchio- bieranno strada: uno è fece vinì sto luparo. Le
per ogni animale grosso o ni. Sul monte di Soriano i fuggito, urlando, con una chiamava. Urlava come
piccolo, e otto animali lupi non mancavano, ma palla nel collo. Li vedrete un lupo, cercando di far
piccoli saranno considera- prendevano sempre per le qui. Voglio provare”. Salì avvicinare il predatore,
ti come una bestia grossa, maremme, alle grandi sul piazzetto, mise le divenuto preda... In que-
dichiarando che in questo masserie. Quell’anno, mani ad imbuto e comin- sto caso senza successo,
caso le bestie grosse di un però, anche laggiù era ciò a chiamare: Uuuuu... visto che il lupo non sol-
anno debbono essere con- nevicato e le pecore uuuuu... uuuuu... Si fermò, tanto non cadde in trap-
siderate in questo modo: erano state avvicinate chiamò ancora e disse: pola, ma decise di rima-
in verità che due bestie nella rete attorno alle “Ha risposto”. […] “È la nere in zona, ammazzan-
grosse di un anno siano capanne guardate dai femmina - disse il luparo - do altre pecore. Quando
considerate come una massari e dai pastori che Questa serà verrò”. E invece il cacciatore riu-
bestia, e in tale computo sparavano continuamente mantenne la promessa. sciva ad attirare
rientrano le bestie di qual- fucilate. I lupi, cambiata Preparò un balzolo di fra- l’animale, e lo uccideva
siasi genere” (R. Santoni, strada, qui al Pian della sche sul crociale di un con un colpo di fucile,
ricerche M. Montalto, Lo Colonna [località prossi- cerro vicino alla rete delle poteva finalmente ottene-
Statuto di Montecalvello - ma a Grotte, ma nel terri- pecore e vi passò la re la propria ricompensa:
1532. Gian Rinaldo torio di Bomarzo], per notte” (T. Sensi, Il paese andàvino ‘n giro, chi jje
Monaldeschi alla corte più notti di seguito aveva- della Nostalgia, II ed., dava ‘na cò... [= qualco-
della Regina Cristina di no sbrancato ed ammaz- Orvieto 1960; nuova ed.: sa] chi i sòrdi... chi ‘n
Svezia - 1626-1657, zato pecore. Veleno, così Viterbo 2008). agnèllo!...
Acquapendente 1997). si chiamava il pecoraio In assenza del luparo,
della Casetta, andava Urlava come un lupo! però, bisognava arran-
Io sono il luparo... dalla rete al casale, dal Soltanto alcuni anziani giarsi. Appena fuori dal
Lo scrittore Tito Sensi casale alla rete con il sec- sono in grado di fornire paese si trovano alcune
(Grotte S. Stefano 1888- chio in una mano e informazioni dettagliate grotte scavate nel tufo,
Castiglione in Teverina l’accetta nell’altra. La su questa professione. usate fino a tempi recen-
1976) fa cenno dell’esi- notte teneva l’accetta nel Alcuni intervistati di San tissimi come rimesse per
stenza dei lupari nel rac- capanno. Eccoti un gior- Michele ricordano che i pecore e maiali: e allora,
conto “La casa del medi- no, a pié delle scale, un lupari erano umbri, dillà ‘na sera, ppòro Colombo,
co”: uomo grosso col fucile e dda fiume venivano (“dal- va ggiù... Ma c’ea un fuci-
“L’anno delle sette nevi, la catana [= tascapane da l'altra parte del Tevere”). le, un fuciletto a bbacchet-
ne avete sentito parlare: cacciatore o pecoraio] a Secondo la testimonianza ta... All’epoca i fucili a
sette nevicate, da Natale tracolla. Dice: “io sono il di R.G. (Montecalvello retrocarica ce ll’évino
a mezza Quaresima. La luparo, ieri ho ammazza- 1936), invece, il cacciato- pòchi, c’éino tutti fucili a
to un lupo al Forco dei re di lupi èra abbruzzese,

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risorsa economica signifi-
cativa per la maggior
parte dei suoi abitanti.
Eppure non tutto è anda-
to smarrito: tracce della
presenza dei lupi riman-
gono nella toponomasti-
ca popolare - ad esempio
nel vocabolo “Passo del
Lupo”, presso le Macchie
di Piantorena - e nel
patrimonio orale. A Grot-
te Santo Stefano: te pòssi-
no magnà ddal lupo!... A
Sant’Angelo di Roccal-
vecce, e altrove, come
spauracchio infantile:
nun t’avvicinà che cc’è ‘r
pópo! (“il lupo”). A Mon-
tecalvello, infine, è anco-
ra in uso l’espressione
pussìbbile da ‘gni streppo
‘n lupo? (“un lupo in
ogni cespuglio”), per dire
che non possono nascon-
dersi pericoli ovunque.
La presenza attiva di tali
tradizioni orali dimostra,
in ultima analisi, come la
presenza dei lupi sia
stata non solo significati-
va ma vissuta tanto diret-
tamente dalle popolazio-
ni locali da lasciare trac-
ce profonde nei modi di
dire di uso comune. Se
quello del luparo è un
mestiere che è andato
“Statuimus et ordinamus”: lo Statuto di Montecalvello (1532).
scomparendo, con
l’estinzione dei lupi nella
vvancàrica, ciuè quelli annàino ggiù su la pròma zona di riferimento, ci si
tarie, non rappresentano
che ssi caricava co’ la de fiume pe’ vvedé si... augura, comunque, che i
che una piccola finestra
stoppa e la bbacchetta. eva... eva guazzato, documenti, anche orali,
su una realtà che appare
C’eva ‘stu fuciletto... Dice [oppure] èra ripassato che ne attestano
profondamente mutata
che jje scappò [= venne qqua, si... Perché mmica l’esistenza non vengano
sia nell’aspetto socio-
fuori] un lupo da quela... èra Munticarvèllo solo! ulteriormente dispersi
economico che, come si
llà ddavanti a qquela grot- C’èra Graffignano, allora ma piuttosto raccolti a
è visto, in quello faunisti-
te... dice che jj’ha sparato. c’èrino... Sipicciano... testimonianza delle vec-
co. La popolazione dei
Per uccidere un lupo, C’èrino tutti! E annàvino a chie condizioni di vita,
lupi, decimata a partire
però, non basta un fucile vveda se ‘sto lupo eva sulle quali si sono svilup-
dai primi anni del secolo
ad avancarica, ce vòle la attraverzato fiume... pati i tessuti sociali e le
scorso, è stata allontana-
lupara: il lupo, quindi, culture degli abitanti del-
ta dalle nostre campagne
pur ferito, riuscì a fuggi- Pussìbbile da ‘gni l'area.
e respinta sugli Appenni-
re. E ddoppo, sto lupo, streppo ‘n lupo? ni. La stessa ovinicoltura,
nzomma, nnàino ggiù, Le informazioni sin qui flavio.frezza@gmail.com,
ancora presente nella
partévino, questi che presentate, per forza di www.piantorena.it
Teverina, è ben lontana
cc’avévino le pècore, cose sparse e frammen- dal rappresentare una

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