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TESINA PLURIDISCIPLINARE
ZOFFOLI ALESSANDRO
5BMER
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INDICE
IL BILANCIO DI GOOGLE
pag. 3
IL WEB 2.0
pag. 11
THE ADVERTISING
pag. 15
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Google è il motore di ricerca più popolare al mondo nella comunità Internet. La “mission”
dell’azienda è la ricerca di tutte le informazioni presenti nel web (dati, immagini, fotografie
e musica) per conto dell’utente che si rivolge al sito “lanciando” una richiesta informativa.
Mediante l’accesso ad oltre 8 miliardi di pagine web indicizzate (cioè consultabili ad ogni
interrogazione dell’utente), Google è in grado di fornire i risultati di una ricerca in poco
meno di mezzo secondo.
Google conta alle sue dipendenze 2.668 persone, di cui 705 nella ricerca e sviluppo, 1.141
nella vendita e marketing e 446 nell’amministrazione e controllo.
Google è uno dei 10 siti Internet al mondo più frequentati dalla comunità “virtuale”,
soddisfa oltre 200 milioni di richieste al giorno ed è disponibile in 88 lingue (cioè esistono
88 versioni di siti tradotti in altrettante lingue).
Il tentativo dichiarato da Google è di costruire un World Wide Web, di premiare i siti di
qualità dandogli maggiore risalto ponendoli all'inizio delle varie ricerche e di servire agli
utenti per avere risposte soddisfacenti alle loro ricerche.
LA STORIA
Larry Page e Sergey Brin, allora studenti dell'Università di Stanford, dopo aver sviluppato
la teoria secondo cui un motore di ricerca basato sull'analisi matematica delle relazioni tra
siti web avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche empiriche usate
precedentemente, fondarono l'azienda il 7 settembre 1998. Convinti che le pagine citate
con un maggior numero di link fossero le più importanti e meritevoli, decisero di
approfondire la loro teoria all'interno dei loro studi e posero le basi per il loro motore di
ricerca.
L'azienda, che ha il proprio quartier generale a Mountain View in California, nel cosiddetto
Googleplex, è al momento gestita con capitali privati. Nell'ottobre 2003, discutendo una
possibile offerta pubblica iniziale la società fu contattata da Microsoft a proposito di un
possibile accordo o di una fusione; Google rifiutò l'offerta.
Nel gennaio 2004 l'offerta pubblica iniziale ha raggiunto il primo giorno circa i 2 miliardi di
dollari americani (19,6 milioni di azioni a circa 100 dollari l'una); la quotazione ha iniziato
subito a salire, raggiungendo a novembre 2004 i 200 dollari per azione. A novembre 2007
l'azione oscilla intorno ai 700 dollari.
Il 9 ottobre 2006, Google ha rilevato il portale per video amatoriali YouTube, portale per la
condivisione di video amatoriali con circa 20 milioni di visitatori al mese, per l'astronomica
cifra di 1,65 miliardi di dollari.
I SERVIZI
Google è un “motore di ricerca in senso stretto” (anche detto “search engine”), ossia un
sito che contiene un archivio di pagine web di grandi dimensioni che permettono all’utente
di effettuare una ricerca inserendo una o più “parole chiave”. L’utente che si rivolge ad un
“search engine” deve indicare in un apposito spazio del sito una o più “parole chiave”
collegate alla tematica ricercata.
Un “search engine” come Google si differenzia da un’altra tipologia di motore di ricerca,
detta “directory”, ossia un sito che presenta nella pagina iniziale una serie di “categorie” di
argomenti tra le quali l’utente può scegliere per ricercare l’argomento desiderato.
La tecnologia attraverso la quale Google produce i risultati alle ricerche offre una misura
oggettiva dell’importanza delle pagine Web, interpretando un collegamento dalla pagina A
3
alla pagina B come un voto espresso dalla pagina A sulla pagina B.
Il motore, quindi, misura l’importanza di una pagina dai voti che riceve ed analizza anche
le pagine votanti: i voti espressi da pagine che sono più “importanti” pesano di più e
contribuiscono a rendere più importanti anche le altre pagine da queste votate.
In tale sistema, infine, la tecnologia di Google usa l’intelligenza collettiva del Web per
determinare l’importanza di una pagina: Google non ricorre a propri redattori o dipendenti
per valutare l’importanza di una pagina ma lascia questa classificazione alla collettività dei
navigatori.
● la ricerca “avanzata”: è la modalità più complessa che permette una ricerca per
“parole chiave” combinate tra loro mediante degli operatori logici. La ricerca
“avanzata” ha l’obiettivo di raggiungere risultati più precisi rispetto a quella
“semplificata”, in quanto l’utente ha la possibilità di specificare e circoscrivere la
propria richiesta informativa.
Inoltre, oltre ai servizi di “semplice” ricerca, si aggiunge una vasta gamma di altri servizi,
come ad esempio GoogleVideo, che permette agli utenti di condividere video personali,
Picasa, che permette agli utenti di condividere fotografie e immagini, GoogleMaps, che
offre agli utenti la possibilità di visualizzare le cartine dei vari paesi del mondo, e tanti altri.
4
IL BUSINESS
2)La pubblicità effettuata da altre imprese sul sito del motore attraverso i “banner”
Il motore di ricerca può “vendere” ad un’azienda il proprio “spazio virtuale” del sito per
effettuare campagne pubblicitarie. Lo strumento impiegato è quello del “banner”, cioè una
forma geometrica che appare nel sito del motore di ricerca e contiene informazioni che
attirano l’attenzione del navigatore. Se l’utente “clicca” sull’immagine del banner, egli viene
portato direttamente sul sito dell’azienda sottostante che ha fatto inserire il banner sul
motore di ricerca.
3)L’offerta ad altre imprese delle tecnologie per la ricerca nei loro siti Intranet
Google offre ad altre imprese la sua tecnologia da utilizzare nelle ricerche condotte nei
loro siti Intranet. Tale servizio può essere utilizzato da un’azienda per effettuare delle
ricerche nell’ambito del proprio database aziendale o delle banche dati.
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BILANCIO GOOGLE INC.
(tutti gli im porti sono in m igliaia)
IMPIEGHI FONTI
31/12/2006 31/12/2007
A) VALORE DELLA PRODUZIONE 10.604.917 16.593.986
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ANALISI DELLA STRUTTURA PATRIMONIALE
L’analisi della struttura patrimoniale può essere misurata attraverso il calcolo dei seguenti
indicatori:
2006 2007
rigidità del capitale investito
29,41% 31,76%
(ai/ti)*100
elasticità del capitale investito
70,59% 68,24%
(ac/ti)*100
2006 2007
peso delle passività correnti
5,06% 5,97%
(db/tf)*100
peso delle passività
consolidate 0,70% 2,41%
(dc/tf)*100
peso del patrimonio netto
94,24% 91,62%
(pn/tf)*100
grado di capitalizzazione
16,03 10,68
cp/(db+dc)
L'analisi della composizione degli impieghi mostra come l'attivo circolante (ac) occupi
circa il 70% del totale degli impieghi, mentre l'attivo immobilizzato (ai) occupi il restante
30%.
La struttura dell'azienda risulta quindi molto elastica, e ciò rende quindi l'azienda in grado
di adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato che si possono presentare. È anche da
sottolineare il fatto che l'attività dell'azienda è quella di produrre servizi, che quindi
giustifica la minor presenza di immobilizzazioni.
L'analisi della composizione delle fonti mostra la fortissima incidenza del patrimonio netto
(pn), che occupa più del 90% delle fonti, mentre le passività a breve (db) si attestano
sopra al 5%. La composizione delle fonti evidenzia inoltre la quasi totale assenza di
passività consolidate (dc), presenti in percentuale minima.
7
ANALISI DELLA SITUAZIONE FINANZIARIA
L’analisi della situazione finanziaria è effettuata attraverso il calcolo dei seguenti margini:
● margine di tesoreria
● margine di struttura primario
● patrimonio circolante netto
2006 2007
margine di tesoreria
(dl+df)-db 12.105.624 15.775.537
margine di struttura
cp-ai 11.606.336 14.643.011
patrimonio circolante
netto
ac-db 12.105.624 15.775.537
Il patrimonio circolante netto, che misura il grado di utilizzo degli impieghi di breve
periodo per la copertura dei debiti scadenti nel breve periodo, è positivo e molto elevato.
NB:
E’ da sottolineare il fatto che il patrimonio circolante netto ed il margine di tesoreria siano
uguali, in quanto l’azienda producendo esclusivamente servizi, non ha rimanenze, e quindi
l’attivo corrente è formato “solo” dalle disponibilità liquide e dalle disponibilità finanziarie.
● indice di liquidità
● indice di autocopertura delle immobilizzazioni
● indice di copertura globale delle immobilizzazioni
2006 2007
indice di liquidità
(df+dl)/db 13,96 11,42
autocopertura delle immobilizzazioni
cp/ai 3,14 2,82
copertura globale delle immobilizzazioni
(cp+dc)/ai 3,16 2,90
L'indice di liquidità, che valuta la capacità dell'azienda di far fronte agli impegni finanziari
di prossima scadenza con le proprie risorse liquide o prontamente liquidabili, è molto
elevato, ed indica che l'azienda è in una situazione di solvibilità.
8
L'indice di autocopertura delle immobilizzazioni, che misura la relazione tra capitale
proprio e immobilizzazioni, è elevato, così come l'indice di copertura delle
immobilizzazioni, che misura la relazione tra capitale permanente (dato dal capitale
proprio e i debiti consolidati) e le immobilizzazioni. Le immobilizzazioni sono quindi
interamente coperte dal capitale proprio e l'azienda è in una situazione di equilibrio.
2006 2007
ROE
(re/cp)*100 18,06% 18,53%
leverage
(ti/cp) 1,08 1,12
ROS
(re/ro) 86,69% 82,68%
ROI
(ro/ti)*100 19,22% 20,07%
Il ROS, l'indice di redditività delle vendite, è praticamente rimasto invariato nei due
esercizi, ed evidenzia come il risultato d'esercizio sia dovuto quasi interamente alla
gestione caratteristica della società.
Il ROI, l'indice che misura il livello di redditività del capitale investito, è cresciuto ed è molto
elevato, ed indica che la società ha un alto potenziale nella produzione di nuovo reddito,
indipendentemente dagli eventi extracaratteristici, finanziari e fiscali.
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LA CRESCITA DI GOOGLE
Google è l'azienda leader del mercato nella sua tipologia di servizi. In questi anni ha subito
una crescita vertiginosa, che è possibile evidenziare analizzando gli utili netti degli ultimi
anni.
4.500.000
4.000.000
3.500.000
3.000.000
2.500.000
2.000.000
1.500.000
1.000.000
500.000
0
2003 2004 2005 2006 2007
Google mantiene il primato di ricerche su internet con un vantaggio abissale sulle dirette
inseguitrici e, visto il continuo sviluppo e l’offerta di servizi agli utenti, sembra destinato
non solo a conservare tale il primato, ma anche ad essere soggetto ad una costante ed
incessante crescita.
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IL WEB 2.0
Il Web 2.0 è la naturale evoluzione del Web, dovuta al cambiamento del modo di utilizzarlo
da parte degli utenti. Il Web infatti è partito con l'essere un semplice ed innovativo
strumento per reperire informazioni. Al giorno d'oggi invece, è divenuto una piattaforma
partecipativa in cui gli utenti devono essere incoraggiati ad entrare, in modo che il loro
contributo sia colto e anche utilizzato da altri utenti.
Il Web 2.0 si riferisce alle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla
persona che li produce o dal sito in cui vengono creati. L'informazione può essere
suddivisa in unità che viaggiano liberamente da un sito all'altro, spesso in modi che il
produttore non aveva previsto o inteso.
Questo modello del Web 2.0 permette agli utenti di prendere informazioni da diversi siti
simultaneamente e di distribuirle sui propri siti per nuovi scopi.
Il Web 2.0 è un prodotto open-source, e quindi permette di condividere le informazioni
sulle quali è stato creato Internet e contribuisce quindi alla diffusione dei dati. Questo
permette nuove opportunità di lavoro e di informazioni che possono essere costruite sopra
le informazioni precedenti.
Il Web 2.0 lascia ai dati una loro identità propria, che può essere cambiata o modificata da
chiunque per uno scopo preciso. Una volta che i dati hanno un'identità, la rete si sposta da
un insieme di siti web ad una vera rete di siti in grado di interagire ed elaborare le
informazioni collettivamente.
Questi sono i concetti fondamentali su cui nasce e si sviluppa il Web 2.0, che ha come fine
ultimo quello di potenziare al limite massimo l'interattività e la multimedialità della rete. Il
vero centro della rete non è più il sito web, ma l'utente.
Quindi per riconoscere l'evoluzione del Web possiamo procedere analizzando come nel
passaggio di versione gli elementi fondamentali si siano evoluti o siano stati sostituiti da
nuovi.
Per quanto riguardo la tecnologia utilizzata dalla rete nulla è cambiato nel passaggio da
Web 1.0 a Web 2.0. La base comunicativa rimane sempre il TCP/IP e HTTP e l'ipertesto è
ancora il concetto base delle relazioni tra i contenuti. La differenza principale sta nel modo
e nell'approccio con cui gli utenti interagiscono con il Web, che è passato dalla semplice
consultazione alla possibilità di partecipare attivamente alla diffusione delle informazioni,
popolando il Web anche con contenuti personali e quindi contribuendo alla sua
espansione.
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Esistono diversi tipi di blog. I più importanti e più diffusi sono:
Dal 2001 ad oggi sono nati molti servizi in italiano che permettono di gestire un blog
gratuitamente. I più utilizzati sono: Blogger, Splinder, Libero, LiveJournal, Windows Live
Spaces e MySpace.
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Le tecnologie di syndication si basano sul fatto che chi realizza i contenuti fa in modo che
questi possono essere visitati non esclusivamente sul sito, ma anche attraverso diversi
canali, quali ad esempio i feed.
I feed sono delle liste di elementi con un titolo (es. notizie di un giornale, thread di un
newsgroup), che permettono il successivo collegamento ai contenuti informativi. Questi
ultimi possono essere aggiornati e consultati di frequente con programmi appositi o anche
attraverso i browser e quindi consentono di essere sempre a conoscenza dei nuovi
contenuti inseriti su un sito senza doverlo visitare direttamente.
Ad oggi, qualsiasi sito di una certa rilevanza per la rete emette dei feed, che permettono
agli utente di venire a conoscenza delle nuove informazioni e di decidere se collegarsi o
meno al sito per leggere l'informazione in maniera approfondita.
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Le enciclopedie di fine anni 90 (Encarta su tutte) erano basate su un modello chiuso e
aggiornate di tanto in tanto. In breve tempo divenivano quindi obsolete e superate. Nel
Web 2.0 l'enciclopedia della rete è Wikipedia, aggiornata di continuo, in tempo reale, dalla
comunità virtuale.
IL CONTINUO CAMBIAMENTO
L'evoluzione che ha subito il Web in questi anni ha comportato importanti cambiamenti per
gli utilizzatori della rete, sia per le imprese che per i semplici utenti.
In molti affermano che il Web 2.0 non esiste e non esisterà mai, ma personalmente trovo
difficile condividere questa opinione, perché se da un lato è difficile trovare una definizione
chiara a questa continuo cambiamento, dall’altro è comunque innegabile una lenta
rivoluzione nei nuovi siti e portali.
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THE ADVERTISING
“I know that half of my advertising budget is wasted. The problem is that I don't know
which half.”
Frank W. Woolworth
HISTORY
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TYPES OF ADVERTISING
MEDIA
Commercial advertising media can include wall paintings, billboards, street furniture
components, printed flyers, radio, cinema and television ads, web banners, mobile
telephone screens, web popups, bus stop benches, magazines, newspapers, town criers,
sides of buses or airplanes ("logojets"), taxicab doors, musical stage shows, subway
platforms and trains, stickers on apples in supermarkets, shopping cart, the opening
section of streaming audio and video, posters, and the backs of event tickets and
supermarket receipts. In all of this place an "identified" sponsor pays to deliver their
message.
COVERT ADVERTISING
Covert advertising is when a product or brand is embedded in entertainment and media.
For example, in a film, the main character can use an item or other of a definite brand.
TELEVISION COMMERCIALS
The TV commercial is generally considered the most effective mass-market advertising
format, as is reflected by the high prices TV networks charge for commercial airtime during
popular TV events. For example, the annual Super Bowl football game in the United States
is known as the most prominent advertising event on television, and the average cost of a
single thirty-second TV spot during this game has reached about $3 millions.
The majority of television commercials feature a song or jingle that listeners soon relate to
the product.
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LA LEGISLAZIONE ITALIANA IN MERITO ALLA LIBERTÀ DI
INFORMAZIONE:
LA LEGGE GASPARRI E LA RIFORMA GENTILONI
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione.”
Così inizia l'articolo 21 della Costituzione Italiana, che si trova nella Parte I che regola i
“Diritti e Doveri dei Cittadini”, al Titolo I sotto la voce “Rapporti Civili”.
Per quanto riguarda il sistema dell' informazione italiano, il nostro paese si trova in una
situazione alquanto anomala rispetto a tutti gli altri paesi europei. Infatti il quinto Rapporto
mondiale sulla libertà di stampa realizzato da Reporter senza frontiere, ha collocato l’Italia
ad una vergognosa 40esima posizione, evidenziandone i problemi, soprattutto nel settore
televisivo.
La scomoda e pesante situazione attuale è principalmente dovuta alla situazione di vuoto
legislativo in cui nacque la televisione commerciale all’inizio degli anni Settanta. Ciò
permise l’affermazione e la crescita di Mediaset che, avvalendosi di importanti appoggi
politici, in pochi anni giunse ad affermarsi come un polo del solido duopolio che domina
tuttora la televisione italiana. Tra le diverse conseguenze negative di un mercato
imperniato in un duopolio, vi è una costante regressione della televisione pubblica
all’inseguimento di quella privata, per non perdere quote di audience. Il risultato è quello di
dimenticare la propria funzione pubblica con la conseguenza di un grave abbassamento
della qualità.
Ad aggravare e ad appesantire le cose si aggiunge poi il caso tutto italiano del conflitto di
interessi di Silvio Berlusconi. Una situazione che oltre ad essere vietata dalle leggi di tutti
gli Stati democratici, lo è anche dalla legge italiana, ma che si perpetua dalla discesa in
campo di Berlusconi nel 1994.
L’ineleggibilità di un concessionario pubblico viene affermata dalla Legge n. 361 del 1957,
evidentemente violata dalla posizione di Berlusconi che, in virtù di tale legge, non potrebbe
sedere in Parlamento.
In vista della scadenza, nel dicembre del 2003, dei termini imposti dalla Corte
Costituzionale per interrompere la trasmissione di una rete Mediaset sulle frequenze della
televisione analogica, il governo di centro-destra prepara la Legge Gasparri, approvata
nel maggio 2004. Essa è evidentemente il frutto del conflitto di interessi.
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LA LEGGE GASPARRI
1 - La pubblicità
La Legge Gasparri prevede che un singolo soggetto non può detenerne una quota
superiore al 20% del totale del valore del SIC. Tale valore è stato calcolato da una
fonte autorevole come Il Sole 24ore in 26 miliardi di euro. Ciò significa che il valore
fissato dalla legge è altissimo, superiore ai cinque miliardi di euro. In realtà quindi non
pone un tetto agli operatori predominanti sul mercato ma apre loro prospettive di
crescita (Mediaset, Mondadori e Medusa fatturano infatti solo quattro miliardi di euro).
L’istituzione del SIC avrebbe dovuto avere il compito di ridimensionare il tetto del 30%
di risorse del mercato della comunicazione in mano ad un solo operatore previsto
dalla Legge Maccanico, ma in realtà questo scopo è raggiunto solo in termini relativi, in
quanto il tetto massimo calcolato dalla Legge Maccanico era basato su un importo
molto più basso.
Tale innalzamento di fatto del tetto massimo viola il principio di pluralismo sancito
dall'articolo 21 della Costituzione.
3 - Il digitale terrestre
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molte frequenze del digitale, mostrando non solo di essere intenzionati a mantenere il
duopolio ma addirittura ad espanderlo.
4 - Privatizzazione RAI
La legge Gasparri inaugura un percorso di privatizzazione della RAI. La logica che sta
alla base di questa prospettiva deriva dal ritenere che il pluralismo che deriverà
dall’introduzione del digitale terrestre renderà superflua l’esistenza stessa delle
televisione di Stato.
5 - Il cda RAI
La legge Gasparri interviene anche nelle norme per la nomina del Consiglio
d’amministrazione della RAI. La legge affida a vari componenti del Governo il controllo
della RAI. Oltre a un grande peso sulle nomine del cda e del presidente, il Governo
interviene anche nel rilascio di alcuni titoli abilitativi previsti dalla legge stessa.
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I PROPOSITI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DELL'UNIONE
Durante la campagna elettorale precedente alle elezione del 2006, l'Unione, nel suo
programma di governo, si ripropose di modificare la situazione che si era andata a creare.
In particolare, i punti su cui si sarebbe dovuto operare sono:
● l'adeguamento del SIC, che dovrà essere sostituito da un sistema serio volto a
contrastare i monopoli e la concentrazione.
● L'approvazione di una riforma della par condicio e di una normativa sul conflitto
di interessi che preveda “misure di incompatibilità per chi esercita un’influenza
rilevante nella proprietà o nella gestione delle imprese editoriali, televisive o
comunque coinvolte nell’informazione”, legge di cui da sempre si recrimina la
mancata stesura durante gli anni dei governi di centro-sinistra, e di cui è
inaccettabile quella varata dal governo Berlusconi nel 2004.
● l'approvazione di una riforma del sistema di rilevamento dell’auditel, per la
regolamentazione dell’utilizzo delle frequenze e per una maggiore attenzione verso
le emittenti locali.
LA RIFORMA GENTILONI
Il 12 ottobre 2006 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge proposto dal
Ministro della Comunicazione Paolo Gentiloni. Nei giorni successivi all’approvazione di
palazzo Chigi, l’opposizione ha infatti usato parole molto violente che hanno riconfermato il
saldo legame che lega Berlusconi a Mediaset. Berlusconi infatti ha definito il ddl un atto di
banditismo.
Nella relazione illustrativa della legge il ministro Gentiloni afferma la non prorogabile
necessità di una riforma della Legge Gasparri, duramente criticata dalla Corte
Costituzionale, dalla Autorità per le garanzie delle comunicazioni e dalla Commissione
Europea. È difficile quindi considerare la riforma come una rappresaglia, una vendetta, o
peggio un atto di banditismo nei confronti dell’opposizione di Governo, poiché rispecchia le
indicazioni delle sentenze della Corte Costituzionale e delle altre autorità. Nel complesso
la proposta di Gentiloni è stata giudicata fin troppo moderata da molti osservatori, soltanto
un primo passo per indirizzare l’Italia verso i modelli europei ed il rispetto delle norme
europee.
Il SIC, che aveva una funzione antitrust, viene abbandonato e sostituito dal settore
delle comunicazioni, che dovrebbe avere un valore complessivo intorno ai 18 miliardi
di euro.
20
2 - Le frequenze e il digitale terrestre
I soggetti titolari di più di due emittenti televisive devono presentare entro tre mesi
dall’approvazione della legge un programma per il trasferimento delle reti in eccesso
sul digitale terrestre. Entro 12 mesi dalla presentazione del progetto all’Autorità per le
garanzie nelle comunicazioni deve avvenire il passaggio sulle frequenze terrestri in
tecnologia digitale. Le frequenze così liberate tornano nelle mani del Ministero che si
impegna a rassegnarle in una logica di apertura del mercato a nuovi soggetti.
Verranno restituite anche le frequenze in soprannumero dei grandi broadcaster. Viene
quindi radicalmente rivisto uno dei settori più discutibili della Legge Gasparri che oltre
a condonare (gratis) occupazioni abusive di frequenze, ha trasferito in silenzio il
dominio del duopolio dalla tecnica analogica al digitale.
Viene fissata la data del 30 novembre 2012 per il completo passaggio al digitale.
Inoltre, per rispetto dei principi del pluralismo e della concorrenza, sempre a partire dal
dicembre 2008 RAI, Mediaset e Telecom dovranno restituire le frequenze in eccesso
acquistate a partire dl 2001 sul digitale terrestre.
3 - Nuova Auditel
Il rilevamento dei dati d'ascolto rappresentava un’altra grave anomalia italiana. Era
infatti quasi completamente sotto il controllo dei duopolisti RAI e Mediaset. I nuovi
criteri assicureranno una rappresentanza di tutti gli operatori ed anche delle
associazioni dei consumatori. È stato preannunciato un decreto legislativo per definire
i compiti dell’Autorità Garante delle comunicazioni in materia di rilevamento degli indici
di ascolto. Il Ministro Gentiloni ha anche parlato della sperimentazione di nuove
tecnologie per il rilevamento dei dati di ascolto.
4 - La RAI
Viene bloccata la privatizzazione della RAI. Sarà poi un nuovo disegno di legge ad
occuparsi della televisione pubblica. Il Ministro Gentiloni ha indicato le linee guida
nell’affrontare il nodo RAI in “una maggiore autonomia ed evitare lottizzazioni sempre
meno accettabili”.
Si potrebbe prendere spunto dalle televisioni pubbliche straniere, dalla Bbc, dal
modello tedesco ma anche dalla riforma televisiva operata da Zapatero in Spagna, in
particolare per quanto riguarda la nomina del cda. Il Ministro prevede la selezione di
personalità di provata esperienza nel campo, che dovranno essere poi elette da una
maggioranza qualificata del Parlamento.
21
LA PROPAGANDA E I MEZZI DI COMUNIZIONE
NELL'ITALIA FASCISTA
In tardo latino propaganda significa "cosa da propagare" o "che deve essere diffusa"
22
La radio assunse un ruolo di primo piano e si rivelò uno strumento molto
efficace per la diffusione delle informazioni che il regime voleva far
conoscere agli italiani. I discorsi di Mussolini, che furono trasmessi insieme
a programmi di svago e di informazione, furono ascoltati dai cittadini nei
locali pubblici e nelle case proprio grazie alla radio. La radio divenne quindi
la voce ufficiale dello stato. Nel 1928 nacque l'Ente Italiano Audizioni
Radiofoniche (EIAR) e la radio grazie a questo acquistò molta importanza
tra i mass media utilizzati dal fascismo e tra la popolazione.
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grandezza e il valore del duce. L'immagine dell'Italia che usciva dai cinegiornali era quella
di un paese sicuro nel quale si viveva onestamente, dove tutti lavoravano e dove le
famiglie erano numerose e serene.
Questo nuovo mezzo di comunicazione divenne sicuramente il più
efficace mezzo di propaganda del regime nel campo dello
spettacolo. Fu anche per questo motivo che il governo fascista fu
molto attivo non solo nella diffusione dei cinegiornali ma anche nel
favorire la produzione cinematografica. Nel 1931 infatti promulgò
una legge unica in Europa, che impegnava ingenti capitali a fondo
perduto a favore dell'industria cinematografica; nel 1934 venne
istituita la Direzione generale per la cinematografia; nel 1935 fu
fondato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e nel
1937 nacquero gli studi di Cinecittà, nella periferia di Roma. Inoltre,
le sale in Italia erano molte, ma non coprivano l'intero territorio nazionale: l'avvento del
cinemobile permise di proiettare film e cinegiornali nelle piazze e quindi di allargare
notevolmente il raggio di azione della propaganda, coinvolgendo un numero sempre
maggiore di persone.
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GABRIELE D'ANNUNZIO E LA SUA INFLUENZA SULLE MASSE
“Bisogna fare la propria vita, come si fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita di un uomo di
intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui.”
LA VITA
Gabriele D'Annunzio nasce a Pescara il 12 marzo 1863 da famiglia
borghese e compie gli studi liceali in un collegio di Prato, distinguendosi
sia per la sua condotta indisciplinata che per il suo accanimento nello
studio unito ad una forte smania di primeggiare.
A soli sedici anni scrive il primo libro di versi, “Primo vere”, che,
pubblicato a spese del padre, ottiene un precoce successo e viene
recensito positivamente dalle riviste importanti dell'epoca.
Nel 1881, finito il liceo, si trasferisce a Roma, dove si iscrive alla facoltà di
Lettere, che però trascura per dedicarsi alla vita mondana e letteraria. In
breve tempo, collaborando a diversi periodici, sfruttando il mercato librario e giornalistico e
orchestrando intorno alle sue opere spettacolari iniziative pubblicitarie, il giovane
D'Annunzio diviene figura di primo piano della vita culturale e mondana romana.
Nel 1899 viene pubblicato “Il piacere”, il suo primo romanzo. Ricco di risvolti autobiografici,
“Il piacere” si colloca al vertice di questa “mondana ed estetizzante giovinezza romana”.
Intanto gli amori con le signore dell'alta società si intrecciano alle avventure occasionali, e
lasciano il poeta, che aveva sulle donne un fascino irresistibile, a volte spossato.
Nel 1891, assediato dai creditori si allontana da Roma e si trasferisce a Napoli, dove,
collaborando ai giornali locali trascorre due anni che lui stesso definisce di «splendida
miseria». Alla fine del 1893 D'Annunzio è costretto a lasciare, a causa delle difficoltà
economiche, anche Napoli e ritorna in Abruzzo. Nel 1894 pubblica il suo nuovo romanzo
“Il trionfo della morte” e i suoi testi inoltre cominciano a circolare anche fuori dall'Italia.
Nel 1895 esce “Le vergini delle rocce”, il romanzo in cui si affaccia la teoria del superuomo
e che dominerà tutta la sua produzione successiva.
Sempre a partire del 1895 inizia una relazione con l'attrice Eleonora Duse, e negli anni
seguenti mette in scena una decina di drammi, quasi sempre con la Duse come
protagonista, con alterna fortuna. La relazione tra i due idoli delle cronache mondane
contribuì nel far salire la popolarità di entrambi.
Nel 1897 viene eletto deputato sedendo nei banchi dell'estrema destra; uno dei suoi
discorsi elettorali rimasti famosi è quello sul tema della siepe. Nel 1900 abbandona la
destra e si unisce all'estrema sinistra. Il poeta in parlamento è poco presente e non prende
mai la parola, e dopo lo scioglimento delle camere non viene rieletto.
Si stabilisce quindi nei pressi di Firenze, nella villa detta “La Capponcina”, dove vive
lussuosamente spendendo immense somme di denaro in lavori di ristrutturazione,
arredamento e in regali alle amanti di turno. Intanto continua a pubblicare altri romanzi e
versi: nel 1903 uscirono i primi tre libri delle “Laudi”: “Maia”, “Elettra” e “Alcyone”.
Nel 1910 pubblica il romanzo “Forse che sì, forse che no”, e per sfuggire ai creditori, si
rifugia in Francia. La sua permanenza in Francia è dallo stesso poeta definita come un
“volontario esilio”. In Francia partecipa alla vita mondana della belle époque
internazionale, compone opere in francese e al «Corriere della Sera» fa pervenire le prose
“Le faville del maglio”.
Nel 1912, a celebrazione della guerra in Libia, esce il quarto libro delle Laudi, “Merope”. Il
quinto, “Asterope”, sarà completato nel 1918 e i restanti due, sebbene annunciati, non
usciranno mai. Nel 1915, nell'imminenza dello scoppio della prima guerra mondiale, torna
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in Italia, tiene accesi discorsi interventistici e organizza eccezionali azioni di marina e di
aviazione.
Durante un incidente aereo viene ferito ad un occhio e quindi costretto a una lunga
convalescenza, durante la quale scrive il “Notturno”, edito nel 1921.
Alla fine della guerra, D'Annunzio fu protagonista dell'agitazione nazionalista contro “la
vittoria mutilata” e conduce una violenta battaglia per l'annessione all'Italia dell'Istria e
della Dalmazia. Nel 1919, alla testa di un gruppo di legionari, marcia su Fiume e occupa la
città, instaurandovi una singolare repubblica, che il governo Giolitti farà cadere nel 1921,
con il trattato di Rapallo.
Negli anni dell'avvento del Fascismo, nutrendo una certa diffidenza verso Mussolini e il
suo partito, si ritira, celebrato come eroe nazionale, sul lago di Garda, nella villa di
Cargnacco, trasformata poi nel museo-mausoleo del Vittoriale degli Italiani. Qui,
pressoché in solitudine, nonostante gli onori tributatigli dal regime, il vecchio esteta
trascorre una malinconica vecchiaia, segnata dalla progressiva decadenza fisica e
dall'impotenza creativa, sino alla morte avvenuta il primo marzo 1938.
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