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Io Leggo Catania, 15 luglio 2010, h.19.

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Reading per Laura Salafia e per Catania Piazza Dante, Catania

Tre parole, una speranza.


di Davide Bennato

Tragedia.
Non è facile dare un nome alle cose. Specie se l’uso distratto delle parole ci porta a non dare loro più peso.
Come se il rumore mediatico circostante non permettesse di rendere concrete quelle che sono esperienze che
non sapremmo e non vorremmo nominare.
Come se fosse stato consunto il legame che fonde semantica ed emozioni.
Tragedia è stato detto in televisione. Tragedia ha ripetuto la stampa. Tragedia hanno pensato tutti.
E tragedia è stata. Tragedia perché insensata, tragedia perché ha coinvolto vite.
Tragedia perché tragedia.

Riscatto.
I luoghi non sono spazi. Sono vita vissuta, sono espressione di una città, delle persone che li vivono, della
storia che li abita, della vita quotidiana che in essi si dipana. Il luogo è l’università, e mai posto fu più
simbolico. È dove si diventa cittadini consapevoli. È dove ci si prepara ad affrontare il futuro. È il luogo del
riscatto. Riscatto perché consente di aspirare ad una vita migliore. Riscatto perché aiuta a convogliare le
proprie energie creative. Riscatto perché viatico per il raggiungimento degli obiettivi di una ragazza.
Riscatto perché il riscatto è mosso dal sapere.

Orgoglio.
Quando la routine si spezza, si apre il baratro del caos. Il mondo intorno a noi esiste perché sono i piccoli gesti
a dargli consistenza. La nostra vita quotidiana è tale perché la condividiamo ogni giorno, tutti i giorni con gli
altri che ci stanno intorno. È la sigaretta che si fuma. È la chiacchiera con gli amici. È il caffè al bar. È l’esame
che si va a sostenere. Ma la routine può spezzarsi, il quotidiano lasciare spazio all’inimmaginabile, l’ordine
sostituito dal caos.
Ed è qui che spunta l’orgoglio. Orgoglio di chi spettatore del frantumarsi della routine si chiede se altrove
succedano fatti simili e si risponde “certo, accadono”. Orgoglio di chi impigliato nei frantumi della routine non si
chiede perché ciò sia avvenuto, ma va avanti nel ricomporre i pezzi del quotidiano. Orgoglio di una città che
non si lascia vincere dallo sconforto e ricorda chi diceva che si è sempre nord di qualcuno e sud di qualcun
altro.
Orgoglio perché l’orgoglio è la risposta.

Tragedia. Riscatto. Orgoglio.


Tre parole, una speranza
Che sia la vita in tutte le sue forme a prevalere.

http://www.tecnoetica.it/2010/07/15/io-leggo-un-reading-a-sostegno-di-laura-salafia/

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