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Sii un artista.

Perch un artista come un giovane ragazzo innamorato, che vuole dare tutto se stesso per
qualcosa di significato superiore, perch c una seconda forma di verit, come affermava Werner Herzog,
una verit estatica. Bisogna rischiare, mettersi in gioco, rendersi vulnerabili, uscire fuori dalla comfort
zone, dove la vita vibra cos forte da dissolvere il nostro s e renderlo pronto ad unirsi con qualcosa o
qualcun altro. Per cui ama, o muori provandoci, perch lamore ai tempi della scienza spicciola sui social
network, sempre pi ridotto a sinapsi e neurotrasmettitori, diventato come una droga: dopamina,
serotonina, ossitocina, una dose e si parte. E io voglio quellestasi, il consumo nella perfezione stessa, gli
sguardi penetranti, io che mi perdo nei suoi occhi per ritrovare me stesso riflesso nel fondo di quell
oceano inesplorato, quellisola mai scoperta.
Cammina, non nasconderti, perch in fin dei conti siamo tutti delle anime rotte che errano sperando di
trovare qualcuno i cui pezzi combaciano con i nostri. E vogliamo salvarlo, o forse vogliamo solo salvare
noi stessi. Occhi, riflessi, nulla pi. Ma siamo davvero in grado di curare questi uccelli dalle ali ferite,
quando i primi a non saper volare siamo noi? Non possiamo salvare le persone che amiamo, e che forse
un giorno perderemo. E questa la tragedia dellesistenza umana, quel senso di dolore atavico di cui
dobbiamo diventare consapevoli, per poi incorniciarlo e lasciare posto alla bellezza che dimora in tutto
questo, per poter dire: Se non altro ci siamo stati, abbiamo vissuto, abbiamo provato qualcosa. Questo
anche il motivo per cui si crea arte, perch si piange guardando un film, perch una canzone ci da i
brividi.
Bisogna trovare un modo per sfuggire a questa condanna esistenziale che lentropia, limpermanenza
delle cose. Cosa scegliere dunque? Una rassegnata imperturbabilit buddhista, oppure una visione pi
alla Dylan Thomas, che scriveva : non andr tranquillo verso la notte buia, ma combatter la morte della
luce? Dobbiamo combattere, stringerci pi forte, innamorarci. Basta con tutte queste cazzate dellessere
umano come qualcosa di indipendente, lessere umano co-dipendente, e ha bisogno di innamorarsi, ha
bisogno di trepidare, di essere costantemente insoddisfatto, ha bisogno di quei momenti di estasi che
vanno oltre la sessualit, lattrazione fisica, che creano uno spazio dove due diventano uno, al di fuori del
tempo. Insieme si pu creare un nuovo universo, qualcosa al di sopra delle nuvole di entropia che coprono
il nostro cielo, dove possiamo essere salvati dalla mortalit e dalla decadenza, dove possiamo diventare
divinit con il buco del culo, come scriveva Ernest Becker. Innamorarsi come guardare dritto verso il
sole e scoprire che invece di accecarti ti illumina, un momento in cui ci si sente completi per la prima
volta, un momento appunto. Perch la prima cosa che amiamo una scena, si apre il sipario e tutto
quanto viene divorato dagli occhi, tutto diventa gi memoria. C una costante malinconia che si intreccia
con lamore, perch nel momento stesso in cui lo vivi sai gi che sta finendo, e questi ripetuti momenti di
morte e rinascita trasformano i nostri amanti in divinit da cui vorremmo essere salvati. Lamore
consacrazione, una danza divina, la tana del coniglio di Alice, una porta nascosta ma temporanea, un
qualcosa che un momento solido, tangibile, promessa delleternit, e un momento dopo svanito,
dissolto, e quando non c pi non possiamo fare altro che chiederci: Ma come possibile, dove finito
tutto questo? e simbolicamente morire.
In amore si soffre, ci si strugge, si piange per correggere uno squilibrio cognitivo tra quello che davvero
e quello che pensavamo sarebbe stato, in un senso o nellaltro. Lamore sofferenza e lacrime, ma forse
aveva ragione Camus, nel dire che la vita va vissuta fino al punto di piangere.

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