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non nella fuga di fronte al mondo, che aspro, respinge, ma deve essere
conquistato da ciascuno di voi. E nel mondo c posto per un giusto
rilassamento della mente e del cuore, degli arti e del corpo intero, per
labbandono e per lestasi della musica, per una lieve ebbrezza che ci fa ridere
di cuore e ci fa sentire innamorati di tutto. Ma a patto che tutto trovi posto. E
niente fughe oniriche.
I miei amici che hanno fumato non sono divenuti tossicodipendenti. Oggi sono
avvocati, medici, politici, poeti, segretari comunali. Probabilmente alcuni di
loro non disdegnano una tantum fare qualche tiro. Hanno vite complete, in cui
il breve stordimento di un bicchiere di vino o di un po di marijuana pu
trovare posto accanto al lavoro ben fatto, alla paternit/maternit, allamicizia.
Togliamo ogni mistero a questa esperienza. Mi piacerebbe sviluppare il
confronto, ma come parlare di sesso: chi lo fa con i ragazzi? Non le famiglie,
non la scuola? Chi allora? Lo si lascia alla pornografia e alle leggende
metropolitane. Lo sforzo di ogni educatore, riguardo alle droghe leggere,
dovrebbe essere quello di farli parlare, mettendoli a proprio agio (senza,
quindi, giudizi precostituiti), scoprendo il loro mondo, entrandoci per cercare
di fare maturare dallinterno la giusta collocazione di quellesperienza, di cui
si depotenzierebbe la carica alternativa e di rottura (dimensione centrale
in quellet).
Il vero problema di un educatore, allora, quello di contribuire a formare una
personalit armonica, in cui gli squilibri e gli eccessi tipici delladolescenza
non divengano patologie e non trovino nelle dipendenze (di qualunque tipo:
droghe, alcool, pornografia, videogiochi, internet ecc.) il loro sfogo malsano.
Nicola Sguera