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Dpcm1.3.91 Normativa Rumore
Dpcm1.3.91 Normativa Rumore
02-33608999
Art. 2.
1. Ai fini della determinazione dei limiti massimi dei livelli sonori equivalenti, i comuni
adottano la classificazione in zone riportata nella tabella 1. I limiti massimi dei livelli sonori
equivalenti, fissati in relazione alla diversa destinazione d'uso del territorio, sono indicati nella
tabella 2.
2. Per le zone non esclusivamente industriali indicate in precedenza, oltre ai limiti massimi in
assoluto per il rumore, sono stabilite anche le seguenti differenze da non superare tra il livello
equivalente del rumore ambientale e quello del rumore residuo (criterio differenziale): 5
dB(A) durante il periodo diurno; 3 dB(A) durante il periodo notturno. La misura deve essere
effettuata all'interno degli ambienti abitativi e nel tempo di osservazione del fenomeno
acustico.
3. Gli impianti a ciclo produttivo continuo che attualmente operano nelle predette zone
debbono adeguarsi al sopra specificato livello differenziale entro il termine di cinque anni
dall'entrata in vigore del presente decreto ed hanno la possibilit di avvalersi in via prioritaria
delle norme relative alla delocalizzazione degli impianti industriali.
Art. 3.
1. Ai fini di un graduale adeguamento delle situazioni esistenti ai limiti fissati nel presente
decreto, le imprese interessate possono, entro il termine di sei mesi dall'entrata in vigore del
decreto stesso, presentare alla competente regione un piano di risanamento con l'indicazione
delle modalit di adeguamento e del tempo a tal fine necessario, che non pu comunque
essere superiore ad un periodo di trenta mesi dalla presentazione del piano.
[il resto del comma stato abrogato con sentenza della Corte Costituzionale n. 517/91]
2. Le imprese che non presentano il piano di risanamento debbono adeguarsi ai limiti fissati
nel presente decreto entro il termine previsto dal precedente comma per la presentazione del
piano stesso.
Art. 4.
1. [Abrogato con sentenza della Corte Costituzionale n. 517/91]
2. [Abrogato con sentenza della Corte Costituzionale n. 517/91]
3. [Abrogato con sentenza della Corte Costituzionale n. 517/91]
Art. 5.
1. [Abrogato con sentenza della Corte Costituzionale n. 517/91]
Art. 6.
1. In attesa della suddivisione del territorio comunale nelle zone di cui alla tabella 1, si
applicano per le sorgenti sonore fisse i seguenti limiti di accettabilit:
2. Per le zone non esclusivamente industriali indicate in precedenza, oltre i limiti massimi in
assoluto per il rumore, sono stabilite anche le seguenti differenze da non superare tra il livello
equivalente del rumore ambientale e quello del rumore residuo (criterio differenziale): 5
dB(A) per il Leq (A) durante il periodo diurno: 3 dB(A) per il Leq (A) durante il periodo
notturno. La misura deve essere effettuata nel tempo di osservazione del fenomeno acustico
negli ambienti abitativi.
3. Le imprese possono avvalersi della facolt di cui all'art. 3.
Art. 7.
1. Gli allegati A e B e le tabelle 1 e 2 sono parte integrante del presente decreto.
Allegato A
DEFINIZIONI
1. Ambiente abitativo.
Ogni ambiente interno ad un edificio destinato alla permanenza di persone o comunit ed
utilizzato per le diverse attivit umane: vengono esclusi gli ambienti di lavoro salvo quanto
concerne l'immissione di rumore da sorgenti esterne o interne non connesse con attivit
lavorativa.
2. Rumore.
Qualunque emissione sonora che provochi sull'uomo effetti indesiderati, disturbanti o dannosi
o che determini un qualsiasi deterioramento qualitativo dell'ambiente.
3. Livello di rumore residuo - Lr.
il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato 'A' che si rileva quando si
escludono le specifiche sorgenti disturbanti. Esso deve essere misurato con le identiche
modalit impiegate per la misura del rumore ambientale.
4. Livello di rumore ambientale - La.
il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato 'A' prodotto da tutte le sorgenti
dove p il valore efficace della pressione sonora misurata in pascal (Pa) Po la pressione di
riferimento che si assume uguale a 20 micropascal in condizioni standard.
8. Livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato 'A'.
il parametro fisico adottato per la misura del rumore, definito dalla relazione analitica
seguente:
dove pa(t) il valore istantaneo della pressione sonora ponderata secondo la curva A (norma
I.E.C. n. 651); po il valore della pressione sonora di riferimento gi citato al punto 7; T
l'intervallo di tempo di integrazione; Leq (A),T esprime il livello energetico medio del rumore
ponderato in curva A, nell'intervallo di tempo considerato.
9. Livello differenziale di rumore.
Differenza tra il livello Leq (A) di rumore ambientale e quello del rumore residuo.
10. Rumore con componenti impulsive.
Emissione sonora nella quale siano chiaramente udibili e strumentalmente rilevabili eventi
sonori di durata inferiore ad un secondo.
Allegato B
presenza di componenti tonali penalizzabili nel rumore. In tal caso, il valore del rumore
misurato in Leq (A) dev'essere maggiorato di 3 dB(A).
6. Presenza contemporanea di componenti impulsive e tonali nel rumore.
Nel caso si rilevi la presenza contemporanea di componenti impulsive e tonali nel rumore,
come indicato ai punti 4 e 5, il valore del rumore misurato in Leq (A) dev'essere maggiorato
di 6 dB(A).
7. Presenza di componenti impulsive e/o tonali nel rumore residuo.
Nel caso si rilevi la presenza di componenti impulsive e/o tonali nel rumore ambientale, si
deve verificare l'eventuale presenza delle stesse nel rumore residuo, con le modalit previste
ai punti 4, 5 e 6 ed applicare ad esso le penalizzazioni di cui ai punti medesimi.
8. Presenza di rumore a tempo parziale.
Esclusivamente durante il tempo di riferimento relativo al periodo diurno (come definito al
punto 11 dell'allegato A), si prende in considerazione la presenza di un rumore a tempo
parziale nel caso di persistenza del rumore stesso per un tempo totale non superiore ad un'ora.
Qualora il rumore a tempo parziale sia compreso tra 1 h e 15 minuti il valore del rumore
ambientale, misurato in Leq (A) dev'essere diminuito di 3 dB(A); qualora sia inferiore a 15
minuti il Leq (A) dev'essere diminuito di 5 dB(A).
Per le emissioni sonore provenienti da sistemi di allarme, non si applicano i limiti del presente
decreto, ma la durata di tale emissione non pu superare il periodo di 15 minuti.
9. Presentazione dei risultati.
I risultati dei rilevamenti devono essere trascritti in un rapporto che contenga almeno i
seguenti dati:
a) data, luogo ed ora del rilevamento;
b) tempo di riferimento, di osservazione e di misura, come definiti ai punti 11, 13 e 14
dell'allegato A;
c) strumentazione impiegata e relativo grado di precisione, secondo gli standard I.E.C. n. 651
del 1979 e n. 804 del 1985;
d) valori in Leq (A) rilevati del rumore residuo, all'interno degli ambienti confinati
eventualmente corretti per la presenza di componenti impulsive e/o tonali;
e) valori in Leq (A) rilevati del rumore ambientale, eventualmente corretti per la presenza di
componenti impulsive, tonali e/o di rumore a tempo parziale, all'interno degli ambienti
confinati;
f) differenza rilevata fra Leq (A) del rumore ambientale e Leq (A) del rumore residuo;
g) limite massimo differenziale applicato nel tempo di riferimento considerato (diurno,
notturno);
h) valori di Leq (A) del rumore ambientale rilevato in esterno, eventualmente corretto come
indicato nel punto e);
i) classe di destinazione d'uso alla quale appartiene il luogo di misura e relativi valori dei
limiti massimi di esposizione;
l) giudizio conclusivo.
Tabella 1
Classe I
Aree particolarmente protette.
Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la
loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree
residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.
Classe II
Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare
locale, con bassa densit di popolazione, con limitata presenza di attivit commerciali ed
assenza di attivit industriali ed artigianali.
Classe III
Aree di tipo misto.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di
attraversamento, con media densit di popolazione con presenza di attivit commerciali,
uffici, con limitata presenza di attivit artigianali e con assenza di attivit industriali; aree
rurali interessate da attivit che impiegano macchine operatrici.
Classe IV
Aree di intensa attivit umana.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta
densit di popolazione, con elevata presenza di attivit commerciali e uffici, con presenza di
attivit artigianali; le aree in prossimit di strade di grande comunicazione e di linee
ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie.
Classe V
Aree prevalentemente industriali.
Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsit di
abitazioni.
Classe VI
Aree esclusivamente industriali.
Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attivit industriali e prive di
insediamenti abitativi.
Tabella 2
E-mail: segreteria@assoacustici.it
- fax 02-3451811