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14/03/15 Castaneda, Una realt separata, Astrolabio, pagg. tra 69 e 79.

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...quando si vuol bene a qualcuno si deve insistere, come se fosse possibile
rifare gli uomini, (...) anche se sappiamo che quel che facciamo inutile. Ma dobbiamo
sapere da prima che i nostri atti sono inutili e tuttavia dobbiamo procedere come se
non lo sapessimo. Questa la follia controllata di uno stregone.
(...)I miei atti sono sinceri, ma sono solo gli atti di un attore.
(...) <<Aspettare Don Juan, aspettate,>> dissi (Castaneda ndr.) <<Voglio
davvero sapere; dovete spiegarmi che cosa intendete>>.
<<Forse non possibile spiegare>>, mi rispose. <<Certe cose della tua vita
contano per te perch sono importanti; i tuoi atti sono certamente importanti per te,
ma per me non c' pi una sola cosa che sia importante, n i miei atti n gli atti dei
miei simili. Per continuo a vivere perch ho la mia volont. Perch ho temprato la mia
volont durante tutta la vita fino a farla diventare pulita ed integra, e ora non mi
importa che nulla importi. La mia volont controlla la follia della mia vita.
[Castaneda]<<Gli dissi che a mio parere alcuni degli atti dei miei simili erano di
suprema importanza. Volli fargli osservare che una guerra nucleare era chiaramente
l'esempio pi drammatico di uni di tali atti>>.
<<Tu lo credi perch pensi. Tu pensi alla vita>>, disse Don Juan con uno
scintillio negli occhi. <<Tu non stai vedendo>>. (...)
<<Quando un uomo ha imparato a vedere si trova solo nel mondo e non ha
nulla tranne la sua follia>>, disse oscuramente Don Juan. (...)
<<I tuoi atti, come gli atti dei tuoi simili in generale, ti sembrano importanti
perch hai imparato a pensare che siano importanti>>. (...)
<<Impariamo a pensare a tutto e quindi addestriamo i nostri occhi a guardare
le cose che guardiamo nel modo in cui le pensiamo. Guardiamo noi stessi pensando
gi di essere importanti. E quindi ci sentiamo importanti! Ma poi, quando un uomo
impara a vedere, capisce di non poter pi pensare le cose che guarda, e se non pu
pensare ci che guarda tutto diventa senza importanza>>.
(...) <<E' naturale che tu non lo possa capire>>, disse. <<Stai cercando di
pensarci, e quello che ho detto non si adatta ai tuoi pensieri>>.
(...) <<Non ho detto priva di valore. Ho detto non importante. Tutto uguale e
quindi non importante. Per esempio, per me non c' modo di dire che i miei atti siano
pi importanti dei tuoi, o che una cosa sia pi essenziale di un'altra, quindi tutte le
cose sono uguali ed essendo uguali sono senza importanza>>.
(...) <<A me personalmente non piace essere triste, perci ogni volta che
assisto a qualcosa che normalmente mi renderebbe triste, mi limito semplicemente a

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spostare gli occhi e vedo invece di guardare. Ma quando incontro qualcosa di buffo, lo
guardo e rido>>. (...)
<<La mia risata, come tutto quello che faccio, vera ma anche follia
controllata perch inutile; ridere non cambia nulla e tuttavia io rido>>.

(...) <<Io sono felice perch scelgo di guardare le cose che mi rendono felice e
allora i miei occhi colgono il loro lato buffo e io rido. Te l'ho detto innumerevoli volte,
bisogna sempre scegliere il sentiero che ha un cuore per essere nelle migliori
condizioni, forse cos si pu sempre ridere>>.
[Castaneda] Interpretai quel che aveva detto come se piangere fosse inferiore a

ridere, o per lo meno fosse un atto che forse ci indeboliva, ma Don Juan afferm che
non c'era una differenza intrinseca e che tutte e due le cose erano senza importanza;
disse per che lui preferiva ridere, perch quando rideva il suo corpo si sentiva meglio
di quando piangeva>>.
(...) <<...se si supponeva che le cose fossero cos uguali, perch non si doveva
scegliere anche la morte?>>. <<Molti uomini di conoscenza la scelgono>>, mi
rispose. (...)<<Scelgono di morire perch per loro non conta. Io, d'altra parte ho scelto
di vivere, e di ridere, non perch conti, ma perch tale scelta corrisponde
all'inclinazione della mia natura. La ragione per cui ho detto di aver scelto perch
vedo, ma non che io abbia scelto di vivere; la mia volont mi fa continuare a vivere a
dispetto di tutto ci che posso vedere.
Tu non mi capisci ore perch sei abituato a pensare come guardi e a guardare
come pensi>>.
(...) <<Una volta ti ho detto che nostro destino di uomini imparare, per il bene
o per il male. Io ho imparato a vedere e ti dico che nulla importa veramente; ora tocca
a te; forse un giorno vedrai e saprai se le cose contano o no. Per me nulla importante
ma forse per te tutto lo sar. Ormai dovresti sapere che un uomo di conoscenza vive
agendo, non pensando all'agire, n pensando a quello che penser quando avr
terminato di agire. Un uomo di conoscenza sceglie un sentiero che ha un cuore e lo
segue; poi guarda e si rallegra e ride; e poi vede e conosce. Sa che la sua vita sar
finita troppo presto; sa che lui, come tutti gli altri non andr da nessuna parte; sa,
perch vede, che non c' nulla che sia pi importante delle altre cose. In altre parole,
un uomo di conoscenza non ha onore, dignit, famiglia, nome, patria, ma solo la vita
da vivere, e in queste circostanze il solo legame con i suoi simili la follia controllata.
Cos un uomo di conoscenza si affatica, suda, sbuffa e se lo si guarda esattamente
come un uomo normale, solo che la follia della sua vita sotto controllo. Poich non
c' nulla che sia pi importante di qualcos'altro, un uomo di conoscenza sceglie ogni
atto e lo compie come se per lui contasse. La sua follia controllata gli fa dire che quel

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che fa conta e lo fa agire come se contasse, e tuttavia lui sa che non conta; cos
quando compie i suoi atti si ritira in pace e, che i sui atti siano buoni o cattivi, o che
siano stati efficaci o no, questo non rientra minimamente nel suo interesse>>.
(...) <<Tu pensi ai tuoi atti. Quindi devi credere che i tuoi atti siano importanti
quanto tu pensi che siano, mentre in realt nulla di ci che si fa importante. Nulla!
(...) <<La follia controllata molto simile al vedere; un qualcosa cui non puoi
pensare>>.
(...) <<Essere vittoriosi o sconfitti uguale>>.
(...) <<Il nostro destino di uomini imparare e si impara come si va alla guerra;
te l'ho detto innumerevoli volte. Si va alla conoscenza o alla guerra con paure, con
rispetto, rendendosi conto che si va alla guerra, e con assoluta fiducia in se stessi.
Riponi la tua fiducia in te, non in me>>.
(...) <<Per me non c' n vittoria, n sconfitta, n vuoto. Tutto pieno fino
all'orlo e tutto uguale e per me la mia battaglia merita di essere combattuta. Per
diventare un uomo di conoscenza bisogna essere un guerriero, non un bambino che
piagnucola. Bisogna sforzarsi senza arrendersi, senza un lamento, senza sottrarsi,
finch si vede, solo per capire che nulla conta.
(...) <<Tu ti preoccupi troppo dell'amare la gente o dell'essere amato tu stesso.
Un uomo di conoscenza ama, questo tutto. Ama tutto ci o tutti coloro che vuole, ma
usa la follia controllata per non preoccuparsene.
[Castaneda]<<Come esercita la follia controllata un uomo di conoscenza davanti
alla morte di una persona che lui ama?>>, chiesi.
() <<Prendi mio figlio Eulalio, ()>>, rispose calmo Don Juan. <<Fu schiacciato
da una caduta di massi mentre lavorava alla costruzione della Pan-American Highway. I
miei atti verso di lui, al momento della sua morte furono follia controllata. Quando giunsi
nella zona dellesplosione lui era quasi morto, ma il suo corpo era cos forte che
continuava a muoversi e a scalciare. Mi fermai davanti a lui e dissi agli uomini della
squadra di non spostarlo pi; gli uomini mi obbedirono e rimasero in piedi intorno a mio
figlio, guardando il suo corpo dilaniato. Anchio ero l in piedi, ma non guardai. Mi limitai a
spostare gli occhi cos da vedere la sua vita personale che si disintegrava, che si
espandeva incontrollabilmente al di l dei suoi limiti, come una nebbia di cristalli, perch
quello il modo in cui vita e morte si mescolano e si espandono. Questo ci che ho fatto
al momento della morte di mio figlio. Questo tutto ci che si possa mai fare, ed follia
controllata. Se lo avessi guardato lo avrei contemplato mentre diventava immobile e avrei
sentito un pianto dentro di me, perch non avrei mai pi guardato la sua bella figura
camminare sulla terra. Invece ho visto la sua morte e non c stata tristezza, non ci sono
stati sentimenti. La sua morte stata uguale a ogni altra cosa>>.
(Mie solo le 2 sottolineature).

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