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Questo sesso non mi eccita di Alessandro Piperno - Tratto da L'Espresso - 30 marzo 2010

Questo sesso non mi eccita


Ha senso raccontare le scene di erotismo in modo esplicito? No, risponde un
celebre scrittore. E spiega, a partire da Flaubert e Nabokov, il fascino
irresistibile del non detto.
Avete presente i romanzi in cui un'impudica signorina ci spiattella il catalogo delle sue
copule con i maschi pi disparati? Il guaio che le autrici di questi capolavori si
ritengono dotate di un eloquente spregiudicatezza (che talvolta rasenta la
sboccataggine). E allora ci danno dentro con espressioni quali 'il membro pulsante', 'il
fiotto del suo piacere', 'mi prese da dietro', 'lo sentii dentro'. Eccetera. Mi sono sempre
chiesto se l'imbarazzo che mi suscita certa paccottiglia derivi da tanta non
richiesta impudicizia. O dall'incellofanata confezione stilistica in cui questi coiti
mi vengono serviti. Sia come lettore sia come scrittore non ho un rapporto sereno
con il sesso. Ho sempre paura che una scena di sesso rischi di essere divertente solo
per chi la scrive. Mi domando se mezzo secolo di rivoluzione sessuale non abbia
trasformato il sesso da tab etico in tab letterario. Se ci che a suo tempo apparso
scandaloso non sia frattanto diventato di retroguardia.
Tempo fa sull'inserto domenicale del 'New York Times' Katie Roiphe accusava le scene
di sesso dell'ultimo libro di Philip Roth, 'L'umiliazione' (Einaudi), di essere prive di ogni
energia, soprattutto se paragonate a quelle scritte da Roth (e da illustri colleghi quali
Norman Mailer, Saul Bellow, John Updike) alla fine degli anni '60. Ma il vero obiettivo
della Roiphe erano gli scrittori della nuova generazione: Michael Chabon, Jonathan
Franzen, David Foster Wallace. Tacciati di essere, a confronto dei loro predecessori,
pi o meno degli eunuchi puritani. Non impazzisco per certi sociologismi americani. E
ritengo triviali gli appelli alla mascolinit scomparsa. Per su una cosa devo convenire
con la Roiphe. L'ultimo Roth indigeribile. Il problema non che lui ogni tanto senta
l'esigenza di raccontarci le sue scopate senili. Il guaio che lo faccia ogni volta in un
modo pi sciatto e ridicolo.
Tra i libri minori di Roth, 'L'umiliazione' di certo il pi minore di tutti. A conferma di una

Questo sesso non mi eccita di Alessandro Piperno - Tratto da L'Espresso - 30 marzo 2010

mia vecchia idea: malgrado quel che si dice, non il sesso ci per cui Roth verr
ricordato. Non un caso che lui sia diventato lo scrittore sommo che nel momento in
cui, in 'Pastorale Americana', ha castrato chimicamente il suo alter ego Nathan
Zuckerman. Cos come non un caso che il vertice dell'arte rothiana sia affidato alle
artritiche mani di Mickey Sabbath, un personaggio a cui non restano che "pochi anni di
potenza relativamente affidabile, e forse ancor meno anni di vita". Roth un narratore
della nostalgia, non del sesso. Lui, come tutti i grandi artisti, ha un talento naturale per
l'evocazione di ci che ineluttabilmente perduto. Il rapporto sessuale tra il vecchio
Sabbath e la giunonica amante Drenka Balich reso grandioso e struggente (in modo
quasi shakespeariano) dall'apparizione, a fine coito, del volteggiante fantasma della
defunta mamma di Mickey.
La mia idea questa. Una buona scena di sesso ti deve eccitare come una donna che
ti sta sbottonando i calzoni. Capirete la difficolt considerando che ormai anche una
sbottonatrice in carne e ossa rischia di non ottenere l'effetto desiderato. Si tratta di una
passeggiata su un filo sottile. Basta un soffio di vento per farti precipitare nell'abisso del
ridicolo, dell'enfasi, della noia, della ridondanza. Pu accadere che uno scrittore utilizzi
il sesso per altri scopi. Quello praticato dai personaggi di Bret Easton Ellis, per
esempio, feroce, asettico, industriale. Tutto perch Ellis vuole denunciare il livello di
alienazione raggiunto dai ragazzi dopo la rivoluzione sessuale. Ma, sebbene
l'umorismo nero di Ellis sia spaventosamente efficace, trovo questo modo di trattare il
sesso didascalico. Insomma, una scena di sesso, per eccitarti come una donna che ti
sta sbottonando i calzoni, deve essere spudoratamente esplicita, o allusiva in modo
funambolico. Ogni via mediana da considerarsi inefficace. Ogni via mediana rischia di
suscitare ilarit nel cosiddetto lettore avvertito. E allora, caro scrittore, dacci dentro con
la brutalit, o altrimenti impara la sublime arte della sublimazione. E ricorda che
quest'ultima opzione sempre la pi difficile ma anche la pi soddisfacente.
"Rodolphe, con il sigaro tra i denti, aggiustava con il temperino una briglia spezzata".
con questa meravigliosa frase che Flaubert ci informa che il rapporto sessuale tra
Emma Bovary e il rupestre Rodolphe si appena concluso. Con pochi tocchi Flaubert
ci offre tutto quello che c' da sapere: la rudezza di Rodolphe (sigaro tra i denti,
temperino, la groppa del cavallo che immaginiamo non meno fremente e non meno

Questo sesso non mi eccita di Alessandro Piperno - Tratto da L'Espresso - 30 marzo 2010

sudata di Emma). C' l'odore del bosco. La luce incerta. Il profumo umido di funghi.
Poche righe pi su ci stato detto che il sangue di Emma "circolava nella carne come
un fiume di latte", ma anche che lungo tutto l'amplesso (mai nominato) Emma ha
sentito un grido lontano accompagnare "come una musica le estreme vibrazioni dei
suoi nervi turbati". Questo quel che si chiama genio. Tanto Flaubert ci va gi duro con
Rodolphe, tanto mantiene la sua eroina in uno stato di voluttuosa e pudica
interlocuzione. La brutalit dell'amante che si specchia nel romanticismo dell'amata.
Ecco la cifra del genio. Flaubert allude al sesso, ce lo fa sentire. Sta attento a non
usare metafore vaghe, affidandosi a similitudini di flaubertiana concretezza: fiume di
latte, vibrazioni dei nervi. Ma spostiamoci con un bel salto temporale e spaziale in
un'altra campagna: quella inglese. L'inizio del secolo scorso. Stavolta tocca a un
guardiacaccia (non meno zotico di Rodolphe) affrontare una signora altolocata nel buio
di un fienile. Il nostro villico un tantino impaziente: "E dovette entrare subito in lei,
entrare nella pace terrestre del suo corpo tenero e arrendevole". Parola di David
Herbert Lawrence. Lady Chatterley che se la spassa per la prima volta con il suo
amante. Lawrence non si permette la precisione anatomica che si consentiranno i suoi
epigoni (da Miller a Houellebecq). Ma non omette niente, neppure "il fluire del seme" di
lui in lei. La sua descrizione dell'amplesso appare pi circostanziata di quella di
Flaubert. Ma allora perch il sesso di Emma non smette di eccitarci dopo un paio di
secoli e quello di Lady Chatterley con il tempo sembra essersi disinnescato? Perch il
"fiume di latte" funziona cos tanto meglio dello sperma?
Omissione e invenzione. Ecco il segreto. Ora provate a immaginare gli spaventosi
ostacoli (morali ed estetici) cui Nabokov si trov di fronte con la sua Lolita. Dover
mettere nello stesso letto un uomo di mezza et e una dodicenne. E farlo senza che
ci risulti ingiurioso. Mettersi dalla parte dell'uomo di mezza et che stupra una
bambina. Coinvolgerci nello stupro. Renderci complici del suo crimine. Spingerci a
fremere del suo amore e del suo desiderio. Un esercizio stilistico degno di un genio
non meno fecondo di quello di Flaubert.
Nabokov porta a estreme conseguenze la tecnica flaubertiana. Non nomina, allude. Se
Flaubert risolve la cosa in poche righe Nabokov la dilata in un modo estenuante. Uno

Questo sesso non mi eccita di Alessandro Piperno - Tratto da L'Espresso - 30 marzo 2010

squallido hotel. Una notte afosa. la prima volta in cui Humbert si trova solo con Lolita.
Pu disporre di lei a suo piacimento. E non un bruto, ma un intellettuale pedante e
spaventato. Il suo sogno godere di lei senza farle male. Per questo la sua tecnica di
seduzione risulta cos incresciosamente subdola. Le d del sonnifero. Mirabile la
passeggiata nella hall dell'albergo in attesa che lei nel frattempo crolli. Tutto sospeso
in un'eccitata fantasia. L'uomo si trova a pochi passi dal piacere criminale che insegue
da tutta la vita. Normale che non riesca a decidersi. Quando rientra in camera, Lolita
l, sul letto, semivestita e semi-incosciente. Proprio come Flaubert Nabokov d conto
dei rumori circostanti: i fremiti di un albergo americano. Da vecchio maiale qual
Nabokov si concentra sui suoni liquidi e triviali: gli sciacquoni delle stanze limitrofe, un
ubriaco che vomita, Lolita che, nel dormiveglia, chiede un goccio d'acqua al patrigno e
che, una volta accontentata, beve con gratitudine. La notte infinita. Humbert la passa
accanto alla sua Lolita senza neppure toccarla. All'arrivo dell'alba un uomo stremato.
allora che l'affare prende la pi imprevista delle pieghe. lei, Lolita, a provarci con
lui. Cos Nabokov trasforma il tremebondo stupratore in un tremebondo stuprato. Ed
ecco il solo commento retrospettivo offertoci da Humbert su quel primo amplesso:
"Basti dire che in quella bellissima, acerba ragazzina totalmente e irrimediabilmente
corrotta dalle moderne scuole miste, dai costumi giovanili, dal raggiro delle serate
intorno al fal e via dicendo, io non riuscii a discernere la minima traccia di modestia".
E poco pi in l Humbert annota ci che per chi come me scrive appare una lezione
formidabile: "Il tema del cos detto 'sesso' non mi interessa affatto. Chiunque pu
immaginare quegli elementi di pura animalit. Ci che mi alletta un'ambizione
superiore: fissare una volta per tutte il periglioso sortilegio delle ninfette". Sostituite alla
parola 'ninfette' qualsiasi altro vocabolo che indichi un oggetto della vostra passione
sessuale, e avrete un'idea di ci che occorre fare quando ci si trova a dover scrivere
una scena di sesso.
P.S. Tempo fa parlavo con Luca Canali dell'articolo che avete appena letto. Lui (grande
traduttore del 'Satyricon') mi ricordava come Petronio, che in quanto a trasgressione
non secondo a nessuno, non racconti mai il sesso in modo esplicito. Forse ancora
oggi il migliore modo per parlare di sesso in un libro evitare di chiamare le cose per
nome. Inventando assai pi efficaci pseudonimi. Ricordate 'La sventurata rispose'? La

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frase con cui Manzoni ci rivela che Gertrude ha ceduto alle lusinghe di Egidio. Ecco,
questa la pi eccitante scena di sesso della storia della letteratura italiana. E la
monaca di Monza il personaggio pi arrapante. Anche se nulla ci vien detto sulla forma
o sulla viscosit dei suoi genitali.

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