2014 Grazie a Pierluigi Minicozzi, referente beneventano di Impatto ecosostenibile, per avermi chiesto di introdurre e moderare lincontro con ROSSANO ERCOLINI, maestro elementare, prima di tutto, come rivendica in pi luoghi del libro, presidente dellassociazione Zero Waste Europe, impegnato da trentanni sulla questione decisiva della riduzione dei rifiuti, vincitore del prestigioso premio per lambiente Goldman e autore di Non bruciamo il futuro, il cui quinto capitolo dedicato tutto alla crisi campana dei rifiuti. Il titolo del libro gioca ovviamente sul possibile uso metaforico della parola bruciare, nel senso di distruggere, ma che tecnicamente evoca il modo in cui la maggior parte dei nostri rifiuti vengono smaltiti, appunto bruciandoli, in maniera lecita negli inceneritori, o illecita, come spesso accade nei roghi di rifiuti cos frequenti in Campania e dannosissimi per lincolumit fisica delle persone, con il loro portato di diossina. Poich Pierluigi ha voluto un professore di filosofia e appassionato di poesia, scusandosi di tirarmi fuori dai miei interessi abituali, ma senza sapere che per me la questione ecologica non solo centrale oggettivamente ma anche genetica delle mie scelte culturali, vi sorbirete due brevissime riflessioni per lasciare poi subito spazio al nostro ospite prezioso. La prima: il nome dellassociazione di Ercolini, Zero Waste Land, evoca uno dei vertici della poesia
novecentesca, The Waste Land di T.S. Eliot. Ebbene,
in quel poemetto spesso criptico ma sempre suggestivo, il poeta americano poi trasferitosi in Inghilterra, subito dopo la grande guerra (siamo agli inizi degli anni Venti) intravede la desolazione della civilt contemporanea, leggendola attraverso gli archetipi mitici del Graal (legato ai riti di purificazione). Ecco, io credo che ogni azione doverosa per la tutela della Terra-Patria, per citare Morin, non possa prescindere da uno sguardo nuovo su di essa, che coniughi poesia e mito. Soltanto re-incantando il mondo, come poeti ed artisti (pensiamo qui a Benevento a Mimmo Paladino) sar possibile elaborare soluzioni non tecniche, che mettano cio in discussione i nostri stili di vita energivori ad altissimo impatto ambientale. Insomma: lecologia deve essere davvero un logos delloikos, della dimora che ci stata affidata in custodia. Bisogna essere, come scrive Ercolini, pragmatici e visionari. Ho detto prima che Ercolini innanzitutto un maestro. Empaticamente, posso dirvi che se non si parte da l, dalleducazione, proprio nelle scuole elementari, questo paese destinato ad un inesorabile declino morale e civile, oltre che economico. La prima pagina, emozionante per me che come Ercolini vivo ogni giorno la frontiera della scuola, mi dice, ci dice, che solo persone profondamente radicate (uso il termine la Weil, senza alcuna declinazione identitaria per intenderci) in un territorio, in una comunit, possono davvero avere una dimensione cosmopolitica, essere cittadini del mondo complesso.
Lasciatemi chiudere questa breve, come mio
costume, introduzione (anche per lasciar spazio ad una corposa discussione, alla fine), reclamando, accanto alle buone pratiche, le buone teorie. Un grande e misconosciuto pensatore, Gnther Anders, autore de Luomo antiquato, scrive in epigrafe: Cambiare il mondo non basta... Nostro compito anche dinterpretarlo... Affinch il mondo non continui a cambiare senza di noi. E, alla fine, si cambi in un mondo senza di noi. Ebbene, oggi abbiamo straordinari strumenti teorici per interpretare il mondo, e adempire il mandato di Anders: dal principio-responsabilit di Hans Jonas alla decrescita conviviale di Illich e Latouche. Voglio dire con questo che ciascuno di noi, accanto alla buone pratiche quotidiane ispirate alla riduzione dei rifiuti e alla pratica del riciclo, accanto alle battaglie politiche per evitare la devastazione dei territori, deve munirsi di uno sguardo che chimer, con Panikkar e Arno Nss, ecosofico. Solo quando, nel profondo della nostra cultura occidentale, nella sua matrice produttivistica e prometeica, sar penetrata una luce nuova che si irradi sulle semplici cose della nostra quotidianit, sugli esseri viventi che ci circondano e che spesso sottoponiamo ad inaudite crudelt, ebbene solo allora la desolazione avr fine e il Re Pescatore potr mettere ordine nelle sue terre.