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Alessandra Leonelli

Il mondo al microscopio
Aspetti della lirica marinista

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I edizione: marzo 2010

Indice

7 Introduzionr

11 I. Fenomenologia della presenza femminile


41 II. La natura, gli animali e gli oggetti
59 III. La lirica encomiastica

Persone, luoghi, citt e altri aspetti del mondo

113 Conclusione
115 Nota bibliografica

Introduzione

Per comprendere la cultura letteraria barocca importante coglierne i caratteri salienti che la contraddistinguono dalle
altre civilt poetiche, cercando di superare certi giudizi, ormai
antiquati, che vedono il Seicento come un secolo di decadenza
generale e di crisi della poesia. Da qualche anno a questa parte
i giudizi apocalittici ricalcati sugli archetipi dovuti a De Sanctis,
Carducci e a Croce si sono fatti pi prudenti1 e si cercato di
comprendere meglio un secolo nel complesso tuttora, malgrado
la crescente attivit di studio degli ultimi trentanni, non ancora
ben conosciuto e al quale si negava, fino a qualche tempo fa, addirittura la presenza di alcun grande poeta. Varie sono state le
motivazioni addotte per spiegare quel che appariva un secolo,
nel complesso, privo di poesia e contrassegnato per buona parte della sua durata da un gusto, il barocco, definito addirittura
(dal Croce) per antonomasia espressione del cattivo gusto. In
confronto al Cinquecento, che aveva portato a splendida fioritura le premesse quattrocentesche del pensiero umanistico,

1. Il processo di revisione della critica del fenomeno del seicentismo comincia


con le Note sul barocco di D. Petrini (1929), ora in Dal barocco al Decadentismo, Firenze
1957, I, e continua con Il Parnaso in rivolta di C.Calcaterra, Milano 1940, gli studi del
Getto pubblicati a partire dagli anni Cinquanta e raccolti in Barocco in prosa e poesia,
Milano 1969, i volumi di E. Raimondi Letteratura barocca. Studi sul Seicento italiano,
Firenze 1961 e Anatomie secentesche, Pisa, 1966.

Introduzione

il Seicento appariva un secolo di decadenza civile, economica,


sociale e quindi, quasi fatalmente, culturale e artistica. Fenomeni quali il neofeudalesimo (che aveva comportato labbandono
delle attivit commerciali e industriali attraverso il riversarsi
della produzione economica nelle campagne, arricchendo in tal
modo la classe nobiliare in misura sempre maggiore), lassolutismo spagnolo e in particolar modo la Controriforma, che esercitava un controllo diretto sulla coscienza collettiva mediante
gli strumenti del potere ecclesiastico, avrebbero motivato in
gran parte la modesta sostanza intellettuale del barocco.
A parte che ci sarebbe molto da dire su certi determinismi
astratti, schematici e un po rozzi, impiegati per collegare la storia di unepoca con la sua cultura, bisogna anzitutto riconoscere
che limmagine del Seicento pi articolata di quanto non si
pensasse. Il secolo non fu caratterizzato, in Italia, da una crisi
economica permanente e gli effetti della Controriforma furono
pi vari di quanto non si sia riconosciuto e non sempre cos negativi come si per lungo tempo sostenuto2. Limmagine di una
societ impoverita, in cui le coscienze appaiono imbavagliate,
le arti contagiate dalla pompa esteriore che contraddistingue
le manifestazioni della religiosit posttridentina, il pensiero
infiacchito dal dogmatismo non pi accettabile. Il Seicento
il secolo del Campanella, di Galileo e del Sarpi; di un rapido
sviluppo del pensiero scientifico, impostato per la prima volta
nella storia del mondo sul metodo sperimentale, ossia sullanalisi induttiva e non meramente deduttiva. Il quale appare agli
uomini del tempo assai diverso da come lo si concepiva prima:
lintellettuale secentesco si trova davanti a un universo tuttaltro
che catalogato e determinato, ma come in espansione, in cui il
movimento, la mutevolezza, sono principi vitali. La cultura del
passato, irrigidita nelle categorie aritosteliche, avvertita come
sclerotica e sorge una curiosit per linfinita variet del mondo,
la ricchezza prodigiosa e ancora in gran parte inesplorata della
2. Su questo tema si veda A.Asor Rosa, La cultura della Controriforma, Roma
Bari 1974.

Introduzione

natura, intesa come uno spettacolo meraviglioso e sempre cangiante, in cui macrocosmo e microcosmo (il Seicento il secolo
del telescopio e del microscopio) celano segreti affascinanti e
trovano corrispondenze insospettate. Il senso della meraviglia, divulgato con grande successo dal Marino, cui sintesta
principalmente la poetica barocca, esprime unesigenza e si lega
a unepisteme tuttaltro che superficiali.
In questo contesto dialettico, propulsivo, mosso da istanze
culturali che son parse superficiali e rinviano invece a paradigmi di profondit del pensiero dellepoca, si inscrive anche la letteratura del tempo, alla quale unattenzione meno prevenuta ha
ridato una dignit precedentemente negata. S guardato con
attenzione ai vari generi letterari e, in particolare, al fenomeno
del marinismo, da considerarsi tra i pi interessanti della storia
della poesia italiana nella sua capacit di esprimere in pieno, nel
bene e nel male, lo spirito del secolo. Esso contraddistinto,
come noto, da uno spirito sperimentale rivoluzionario, che
porta la poesia italiana a rinnovarsi profondamente nei temi e
nelle forme. Gli schemi della tradizione sono investiti da un
vento turbinoso di trasformazione, la cui espressione pi evidente il cambiamento dei connotati della poesia damore,
da sempre preponderante nella nostra letteratura. La figura
femminile assume aspetti inediti, il concetto stesso di bellezza
cambia e si coniuga con aspetti del reale prima inimmaginabili.
Gli stili tendono a rimescolarsi, il lessico della poesia, stretto in
una gabbia dorata dalla divulgazione delle teorie linguistiche
del cardinale Pietro Bembo, tende a rinnovarsi e ad allargarsi.
Fiorisce nella cultura europea un demone dellanalogia che,
sotto certi aspetti, anticipa quello che contraddistinguer la poetica del simbolismo ottocentesco e pot sembrare, per i tempi,
qualcosa come una alchimie du verbe finora mai esperita e neppure concepibile.
Questo lavoro torna, sulla scorta di studi fondamentali e
qualche volta geniali, ma ormai un po lontani nel tempo, come
quelli di Benedetto Croce, Giovanni Getto, Carlo Calcaterra,
Claudio Varese, Giovanni Pozzi, a ripercorrere, in campi solo

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Introduzione

parzialmente arati, qualche aspetto particolarmente interessante della lirica marinista e ad analizzare testi tuttora non sempre
ben conosciuti e qualche volta esperiti in superficie. A tuttoggi
non esiste, per quanto mi consta, unantologia della lirica marinista che offra un commento un po pi che esegetico e permetta unattenzione approfondita ai singoli testi, che potrebbe
riservare, se compiuta, qualche graditissima sorpresa ermeneutica.

I. Fenomenologia
della presenza femminile

La donna marinista senzaltro linvenzione poetica che pi


di ogni altra scardina gli schemi della tradizione. Non ci si trova
pi di fronte allarchetipo astratto duecentesco, la cui costante
e rigida immobilit appare estranea alla concretezza del mondo
e dei sentimenti: essa amata senza che ami, attira senza essere
attirata. Anche le sue qualit fisiche sono fisse: bionda, come
sar poi la donna petrarchesca, che sarebbe diventata uno stereotipo e ha chiari colori e, come la Beatrice di Dante, gli occhi
smeraldini. La sua materialit pura parvenza (si potrebbe
definire spirito materializzatosi), , secondo il modello guinizelliano di A cor gentile rempaira sempre amore, un ponte tra
il mondo dei sensi e la sfera sovrasensibile. Non svolge alcuna
attivit concreta. La donna della tradizione, nella quale da
annoverare sostanzialmente anche il Marino1, insomma, costituisce un tema univoco e sostanzialmente immutabile. La poetica barocca si pone di fronte a lei, nel corso dello svolgimento
della poesia del Seicento, in maniera radicalmente antitetica.

1. Sotto molti aspetti la donna del Marino nella sua concreta muliebrit, rimane
abbastanza generica, costruita com su elementi tradizionali, che sembrano ricondursi
allastratto profilo della pi antica lirica: aureo crine, lattea carnagione, rose guance,
labbra porporine,; solo eccezionalmente, e per il piacere proprio delleccezione,
cantata, come del resto il Tasso gi aveva fatto, la donna bruna (G. Getto, Lirici marinisti, in Barocco in prosa e poesia cit. p. 68).

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Aspetti della lirica marinista

Assistiamo a dei cambiamenti estremi, lunit della donna tradizionale si screzia in una molteplicit di immagini nuove, difficilmente stereotipizzabili, mai comparsi e nemmeno concepibili
prima. Ci si distacca dagli esangui schemi del passato; i tratti
femminili subiscono rivoluzioni. Nello scenario barocco fanno
la loro piena comparsa la donna bruna e quella dai capelli rossi,
mai vista prima, questultima, che neppure il Tasso aveva saputo immaginare.
A tal riguardo possibile citare il sonetto La chioma rossa di
Giovan Leone Sempronio:
Tutta amor, tutto scherzo e tutta gioco,
il suo vermiglio crin Lidia sciogliea,
e un diluvio di fiamme a poco a poco
sovra lanima mia piover parea
E con ragion, sio dal mio cor traea
mille caldi sospir languido e fioco,
succeder finalmente un d devea,
a vento di sospir pioggia di fioco.
Certo costei nel tuo bel regno, Amore,
scioglie, quasi cometa, il crine ardente,
per minacciar la morte a pi dun core;
o pur, per gareggiar col Sol lucente,
tinge la chioma sua di quel colore,
di cui la tinge il Sol nel lorente.

Nel vermiglio crin di Lidia sono riprese in maniera evidente le metafore petrarchesche, le quali appaiono per sviluppate in un senso completamente diverso. Se infatti la tradizione
petrarchesca rimaneva sostanzialmente sigillata in una forma
astratta di esaltazione estetica, la nuova lirica prende in oggetto
la realt concreta. In altre parole il Petrarca non fa riferimento
alla donna individuale, bens allidea di femminilit e consegna
al petrarchismo una serie di metafore della bellezza femminile
piuttosto stereotipate, quali, come nota il Getto, la fiamma e il
fuoco damore, il vento dei sospiri, il sole della bellezza fem-

I. Fenomenologia della presenza femminile

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minile.2 Nei poeti marinisti queste fruste metafore vengono rivitalizzate, assumono unoltranza nuova, si trasformano, come
avviene appunto in Sempronio, nel diluvio delle fiamme della
chioma, il crine ardente della cometa, il sole che sorge purpureo.3 Il risultato una costruzione metaforica pi relazionata
alle qualit della donna stessa, attraverso cui il tema estetico
barocco subisce variazioni sia nei singoli elementi sia nel suo
insieme.
Se Tasso aveva celebrato la bellezza matura come pi intensa
e interessante (Cos pi vago il fior poi che le foglie/ spiega
odorate, e il sol nel mezzogiorno/ via pi che nel mattin luce
e fiammeggia4), nei marinisti lidea della bellezza immobile
e immutabile viene sostituita apertamente dal suo contrario,
cio dal mutare di essa e perfino dal suo corrompersi, fino a
pervenire addirittura alla sua assenza completa. Esso ripreso
moderatamente in un sonetto di Fabio Leonida, La bellezza al
tramonto:
Non gi perch degli anni il primo fiore
tabbia tolto letade invida e ria,
donna, sei tu men bella, o men che pria
degna per cui sospir tragga ogni core.
Ancor le membra tue spiran di fre
lusata lor vaghezza e leggiadra;
anzi col tempo avien che l volto sia
cresciuto in maest, lalma in valore.
Pi tranquillo e sereno anco risplende sereno
senza alterezza e con misura arde
il raggio che negli occhi Amor taccende.
Cos riluce il sol pi dolcemente
e meglio si vagheggia, allor che scende
passato il mezzo d, verso occidente.

2. G. Getto, Lirici marinisti cit. p. 68.


3. ibidem
4. ibidem

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Aspetti della lirica marinista

Il tema della donna si fonde con quello del passare del tempo,
particolarmente insistente nella poesia barocca. qualcosa che
troviamo anche nel Petrarca5, nei cui versi compare la donna al
suo vespro, anche se non ancora fino alle estreme conseguenze,
come poi far appunto il Barocco. Ma mentre il Petrarca rimane
ancorato a una sorta di eufemismo stilistico e linguistico, anche
nella trattazione dei temi macabri e ributtanti (cercando di non
lasciar trasparire il brutto, anzi esorcizzandolo), esiste nei poeti
barocchi un compiacimento, seppur moderato, nel sottolineare
gli aspetti crudi della vecchiaia muliebre, quali la corruzione e
il disfacimento che essa porta con s. Ne consegue una complessa e sfumata realt psicologica. Il tema dellinvecchiamento
muliebre si sfrangia in pi motivi, anche contrastanti tra loro,
quali la continuazione dellamore malgrado il decadere della
bellezza, o il sentimento (un misto quasi assurdo di dolore e
piacere di fronte a tale fatto inesorabile) di orgogliosa vendetta
nei riguardi della donna corrotta dalla vecchiaia. Nasce un senso di perplessit e cupa malinconia di fronte alla consapevole
caducit della vita umana, che sembra divorare nelle proprie
fauci ogni componente del reale, senza risparmiarlo. Come si
pu osservare, il punto di riferimento sostanziale dellintellettualismo barocco rimane stabile e invariato, trasformandosi in
una categoria quasi imprescindibile: la mutevolezza del mondo
che inficiato dal tempo non si rivela fedele a s stesso, muta ogni
suo aspetto e sembra distaccarsi violentemente da ogni illusione
di eternit.
Alla ineluttabilit del disfacimento si oppongono invano,da
parte della donna, tentativi di restaurarla, quasi sfidando il destino. il caso di Lidia invecchiata che vuol parer giovane di
Ciro di Pers, primo di una serie di sonetti sullo stesso tema, tutti
intitolati Alla medesima:

5. Cfr. Erano i capei doro a Laura sparsi, v. 14: Piaga per allenar darco non
sana

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