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n 3/2013 pag 26

Lino Venturini
Tempo libero
I giorni perduti.
Riessioni da un testo di Dino Buzzati

Qualche giorno fa ho trovato sulla mia
scrivania una fotocopia di un inquie-
tante racconto di Dino Buzzati che un
anonimo amico ha voluto farmi perve-
nire. Eccolo in breve:
Mentre un ricco di nome Ka-
zirra stava per prendere pos-
sesso della sua sontuosa vil-
la, vide un uomo che usciva
da una porta secondaria con
una cassa sulle spalle. Il ric-
co lo segu e vide che luomo
scaventava questa e molte
altre casse portate via dalla
sua casa in un burrone. Ka-
zirra si avvicin e gli chiese
il motivo. Non sai? Sono i
tuoi giorni perduti. Li aspet-
tavi, ma quando sono venuti,
tu che ne hai fatto? Guardali,
sono intatti.... Kazirra scese
gi per la scarpata e ne apr
uno. Cera dentro una strada
e la sua danzata che se ne
andava per sempre perch
lui non aveva trovato il tem-
po per chiamarla. Ne apr
una seconda e cera dentro
una camera dospedale, con
suo fratello che lo aspettava,
ma lui era sempre in giro per
affari. Kazirra sent un nodo
alla gola e chiese allo scari-
catore di riprendere almeno
queste due casse. Ma lo sco-
nosciuto, immobile come un
giustiziere, fece un gesto con
la mano come per dire che
era troppo tardi.
E svan.
Molti sono i segnali che ci vengono inviati e, se noi fossimo pronti a coglierli, po-
tremmo camminare pi sicuri e sereni lungo il sentiero della vita, molto spesso tortuo-
so e dif!cile proprio perch non abbiamo saputo captare questi misteriosi richiami.
Ri"ettiamo un momento.
Quante volte il nostro corpo ci ha segnalato di non esagerare negli strapazzi, di
non pretendere troppo dal !sico, di limitare lo stress? Quante volte abbiamo avuto
lispirazione di fare o non fare certe cose? Quante volte, magari una parola, una
lettura, una visione ci hanno suggerito di cambiare rotta, di dare una svolta al nostro
vivere quotidiano?
Quel foglio lasciato da un anonimo sulla mia scrivania stato un affettuoso avver-
timento. Spero che queste poche righe lo siano per altri.
Stiamo vivendo troppo freneticamente. Stiamo rincorrendo senza sosta i beni ma-
teriali e le sirene della societ dei consumi, dimenticandoci dei beni essenziali: gli
affetti familiari, le emozioni, lamicizia, la solidariet, le piccole gioie del vivere
semplice quali una passeggiata tra i boschi profumati di resina o le corse nei pra-
ti..non solo. !nch son vivi che dobbiamo andare a trovare i genitori, i fratelli,
i !gli, gli amici, le persone sole..quando saranno morti baster loro il ricordo,
una preghiera.
Io credo, a pensarci bene, che le cose pi importanti per noi, siano proprio quelle
che trascuriamo. Quelle, invece, che con tanto accanimento inseguiamo sono im-
portanti per linteresse degli altri.
Purtroppo quando siamo giovani e talora anche meno giovani, le priorit vengono
stabilite dalla nostra ambizione o dalle nostre, presunte o vere, necessit, tutto il resto
viene messo da parte come fosse solo compito o materia di ri"essione per persone
anziane.
Forse sarebbe il caso di andare a riprenderci qualche cassa prima che venga sca-
raventata nel burrone.
Le scuse, alla !ne, sono sempre una pessima e inutile difesa.
n 3/2013 pag 27
Tempo libero
Il Dalai Lama
e gli uomini dellOccidente
Quello che mi ha sorpreso di pi
negli uomini dellOccidente che
perdono la salute per fare i soldi e poi
perdono i soldi per recuperare la salute.
Pensano tanto al futuro che dimenticano
di vivere il presente in tale maniera che non
riescono a vivere n il presente, n il futuro.
Vivono come se non dovessero morire mai
e muoiono come se non avessero mai vissuto.
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