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CAPIRE LA FINANZA
La Moneta
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Capire la Finaza - La Moneta
Fondazione Culturale Responsabilit Etica
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Capire la Finanza - La Moneta
Fondazione Culturale Responsabilit Etica
Scheda a cura di
Riccardo Milano
Banca Popolare Etica
Editing
Irene Palmisano
Fondazione Culturale
Responsabilit Etica
Testi chiusi il 30/09/2011
Premessa
1. La distinzione tra moneta e denaro
2. Il ruolo economico della moneta
3. Le origini e le fasi storiche
3.1 dal baratto allo scambio di metalli
3.2 Dal conio alla banconota
4. Il sistema aureo
Box Cambi fssi e cambi fessibili
Box Gli Accordi di Bretton Woods
5. Le varie modalit di moneta
6. Quanti valori pu avere la moneta?
Glossario 1 - Pil e reddito procapite nella deter-
minazione delle realt economiche
Glossario 2 - Varie accezioni di moneta
7. Atri tipi di moneta
Conclusioni
Bibliografa e siti internet
Indice
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Capire la Finaza - La Moneta
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come mezzo e fare in modo che la sua storia
possa convincerci sia che ogni periodo stori-
co ha avuto i suoi problemi nel confronto con
essa e sia di quanto stato fatto attraverso
essa.
Il male e il bene appartengono alla realt
umana che dovrebbe cercare sia il discrimi-
ne tra i due termini e sia un comportamento
adeguato, etico e sociale per il bene comune.
Nulla vi , in tale orizzonte, come il denaro
e la moneta, ed il suo uso: tutti noi dovrem-
mo ricominciare a rifettere su tale tema visto
che siamo tra le prime generazioni che hanno
una visione mondiale, e non solo particolare,
e che siamo tutti responsabili, direttamente
e indirettamente di una buona o cattiva eco-
nomia tramite il suo strumento pi forte: ap-
punto la moneta e il denaro.
Certo, largomento non dei pi facili in
quanto la problematica veramente e deci-
samente complessa: in questo breve lavoro si
cercher di dare le informazioni base.
Ci si augura, quindi, che possa essere utile.
Linteressarsi di Finanza Etica signifca an-
che studiare le logiche e le attivit soggiacen-
ti, in primis ci che alla base di tutto, ossia
la moneta (e il denaro) come mezzo di scam-
bio per beni e servizi.
Vi poi un gran bisogno anche di capire e di
riscoprire il suo ruolo peculiare, quello della
moneta e del denaro, e cercare di reimposta-
re un giusto ed equilibrato utilizzo dello stes-
sa per un suo uso consapevole, viste le difci-
li condizioni economiche e socio-ambientali
cui siamo arrivati ai nostri tempi.
A tal fne una domanda dobbligo: sar mai
possibile convincere le persone ad un giusto
uso del denaro, visto che il problema della
ricchezza e del suo raggiungimento (spesso a
tutti i costi) da sempre presente nel genere
umano e che tutti gli insegnamenti al riguar-
do sono praticamente stati inutili? Ci si augu-
ra di s, visto che oggi lavere ha superato nel
nostro ricco mondo lessere, mentre nel mon-
do povero in un certo senso abbiamo la
realt contraria e quindi un dovere comune
che non si ripeta da loro quanto successo da
noi.
Concretamente, la Finanza Etica sostiene che
il denaro un mezzo e la persona umana il
fne, a differenza di quanto sostiene lattuale
mainstream basato sulla crescita e sullaccu-
mulazione. Ci importante in quanto la Fi-
nanza Etica, ambito operativo dellEconomia,
anchessa un mezzo per ridare dignit alla
stessa persona umana e per un nuovo modo
dintendere il bene comune ed il bene perso-
nale.
Lapprofondire il tema della moneta , quin-
di, cercare di riappropriarsi di essa appunto
La Moneta
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Moneta e denaro non sono la stessa cosa.
Anzi, lidentifcazione della moneta con il
denaro emerge e via via si delinea come las-
sunto fuorviante che sta allorigine delle crisi
fnanziarie e dei rifessi di queste sullecono-
mia reale. Un euro, il Bancomat, la carta di
credito, unazione, unobbligazione, un fondo
dinvestimento sono moneta o denaro
1
?
Scrive Turra: La plastic card, la moneta
elettronica, la moneta scritturale, la moneta
web sembrano essere le forme pi prossime,
se non addirittura equivalenti, allimmate-
rialit, al totalmente immateriale. In ragio-
ne di questa presunta immaterialit, esse
sono state scambiate () per il convertitore
universale di tutti i valori materiali, il dena-
ro, invece di essere analizzate come moneta,
individuandone nellelemento scritturale la
prima condizione necessaria della validit e
dellaccettabilit della moneta stessa.
Ed su questa confusione che si fonda
lambiguit sostanziale della teoria di Searle
2
e non sullambiguit terminologica consen-
tita dalla lingua inglese grazie alla possibile
doppia accezione del termine money.
La moneta ora diventata pressoch vici-
na allimmaterialit. La complessa evoluzio-
ne delle forme assunte dalla moneta e la sua
separazione dalla forma originaria di merce
hanno indotto molti economisti ad affermare
che moneta semplicemente ogni cosa accet-
tata in pagamento. Posizione assunta acriti-
camente anche da Searle.
1 Dalla presentazione del libro di M.G. Turri: La
distinzione fra moneta e denaro. Ontologia sociale ed
economia. Carocci Editore 2009.
2 John Rogers Searle, nato a Denver (Usa) un
flosofo. Professore alla Berkeley University in Cali-
fornia noto per i suoi contributi alla flosofa del
linguaggio e alla flosofa della mente. Alla base del
ragionamento di Searle che la sintassi (grammatica)
non equivalente alla semantica (signifcato). (N.d.r.)
Resta pertanto il fatto che il processo di
smaterializzazione trova un suo limite ogget-
tivo: uniscrizione telematica nella memoria
di un computer. Anche facendo riferimento
alle specifche funzioni della moneta risulta
evidente che il segno grafco rappresenta la
condizione necessaria della sua esistenza so-
ciale. La moneta, nella sua funzione di unit
di conto, per essere tale deve essere espressa
in un segno grafco: un numero.
La moneta, nella sua funzione di siste-
ma di pagamento, per essere tale deve es-
sere supportata da un segno grafco: mar-
chio distintivo sulla moneta metallica,
frma sulla moneta cartacea, frma su as-
segni o bonifci, codici a barre, numeri PIN
quali codici di identifcazione personale.
La moneta, nella sua funzione di mezzo di
scambio, per essere tale deve essere supportata
dagli stessi segni che sono necessari alla mone-
1. La distinzione tra moneta e denaro
Pecunia non olet
Fra le tante tasse che Vespasiano impose per
risanare le finanze dellimpero, ci fu persino
quella sulla pip. Ma pecunia non olet. Nella
maggior parte dei caseggiati della Roma im-
periale non esistevano latrine. Ce nerano 144
pubbliche e altre gestite da privati. Questi ulti-
mi vendevano le urine, da cui si ricavava lam-
moniaca, ai conciatori di pelle e pagavano per
questo una imposta simile allIva, la cosiddetta
centesima venalium. Vespasiano, rimproverato
dal figlio Tito per quel genere di rendita, gli
mise sotto il naso il denaro riscosso dal primo
pagamento domandandogli se aveva cattivo
odore e poich quello diceva di no, soggiunse:
Eppure vengono dallurina.
(Corriere della Sera del 26 Marzo 2009)
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ta, nella sua funzione di mezzo di pagamento.
La moneta, nella sua funzione di riserva di
valore, sia nella sua forma liquida (monete
e banconote sotto il materasso o nel portafo-
glio, depositi bancari) sia nella sua forma mo-
biliare (titoli), necessita sempre di una frma
di convalida, che la contraddistingua come
tale, o di una traccia elettronica
3
.
In defnitiva si pu dire che di assoluto
rilievo la distinzione tra il concetto di denaro
e quello di moneta
4
: il denaro il circolan-
te accettato del mercato, ossia da tutti, in un
distinto periodo storico. I gettoni telefonici, i
miniassegni degli anni settanta, i buoni pa-
sto, le caramelle date di resto al bar, le hours
di Ithaca (N.Y.) sono un esempio di denaro.
In antichit, prima della nascita della mone-
ta in senso stretto, il denaro era costituito da
svariate tipologie di oggetti e non solo: semi
di cacao, conchiglie, barrette di ferro, spie-
di, sale (da cui salario) e cos via. La moneta
(in senso stretto) il circolante emesso dallo
stato in un distinto periodo storico. La mone-
ta quindi fa parte della categoria del denaro
fno a quando viene accettata dal mercato. Le
monete fuori corso e le monete svalutate non
sono pi denaro in quanto nessuno le accet-
ta.
3 M.G. Turri: La distinzione Op. Cit, pp. 48-50
4 Voce moneta su Wikipedia.
Pecunia et Moneta
Pecunia il nome della divinit latina che rappre-
sentava la dea della ricchezza e dellabbondanza.
Ma pecunia racchiude anche altri significati, dal
momento che la sua etimologia latina, ci riporta a
pecuna(m), che in lingua latina derivava da pcus,
ossia bestiame (pecora), perch anticamente gli
animali, e soprattutto il bestiame allevato, rappre-
sentavano la ricchezza posseduta e scambiabile,
tramite il baratto, dagli esseri umani. Le pecore, i
polli etc., rappresentavano le banconote di un tem-
po, in un periodo in cui ancora non vigeva luso
delle monete.
(Quark Economia, di Piero Angela, Ed. Garzanti,
1988, pag.147)
Letimologia della parola Moneta particolar-
mente affascinante e si deve alla leggenda storica
delle oche del Campidoglio a Roma nel 390 A.C.:
essa si trovava sotto lassedio dei Galli di Brenno;
sulla cittadella del Campidoglio vi era il tempio di
Giunone dove venivano allevate delle oche sacre
alla dea. Una notte, al sopraggiungere dei Galli,
le oche iniziarono a starnazzare e svegliarono
lex-console Marco Manlio che diede lallarme
e svent lattacco grazie alle oche sacre. Manlio
aggiunse al suo nome il cognomen Capitolinus. Da
quel momento la dea Giunone acquis lappellativo
di Moneta, dal verbo latino monere che sta per av-
vertire, ammonire, in quanto si credeva che avesse
lei destato le oche per avvertire dellarrivo dei
Galli. Successivamente, verso il 269, in prossimit
del tempio di Giunone Moneta sul Campidoglio
venne edificata la zecca che venne messa proprio
sotto la protezione della Dea Moneta. A quel punto
fu il linguaggio popolare a trasmettere lappellati-
vo della Dea dapprima alla zecca e poi a ci che l
si produceva. Il nomisma dei greci ed il nummus
dei latini divenne quindi moneta.
Una briciola doro non pu
comprare una briciola di
tempo.
Proverbio Cinese
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Si defnisce quindi la moneta come mez-
zo di scambio per lacquisto di beni e ser-
vizi di qualunque tipo. Gli strumenti mo-
netari sono mezzi fsici mobili (banconote,
divise metalliche) sui quali inciso un dato
di ununit monetaria che esprime il va-
lore nominale della moneta. Il potere dac-
quisto della moneta , invece, variabile nel
tempo ed in relazione ai contesti storici di
economie generali. Lemissione di moneta,
cartacea e metallica, spetta ai nostri tempi
allo Stato (tramite le Banche Centrali) che
sovraintende anche alla determinazione
del loro corso legale, compreso quelle stra-
niere, e che perci tutti sono tenuti ad ac-
cettare come pagamento.
Partendo dal concetto di moneta e del
suo uso la Scienza Economica ha costituito
un istituto ad hoc defnito Monetarismo e
che una delle pi vecchie dottrine econo-
miche
5
.
Essa si basa sullidea che le variazioni del-
la quantit di moneta in circolazione non in-
fuenzano le grandezza reali delleconomia
(produzione, reddito, occupazione), ma solo
quelle nominali e in particolare solamente il
livello generale dei prezzi. Secondo i moneta-
risti linfazione ha sempre, come causa ulti-
ma, uneccessiva creazione di moneta da par-
te delle autorit monetarie. Sul piano politico,
i monetaristi sono fortemente avversi allatti-
5 Il fatto che, agli inizi del monetarismo, la mon-
eta si considerava neutrale,ossia che non infuenza
n la produzione n la distribuzione del reddito, fu
messo fortemente messo in dubbio da J. M. Keynes, che
dimostr come una politica monetaria poteva avere il
risultato di frenare o di stimolare la crescita attraverso
lutilizzo del tasso dinteresse. Dopo un periodo di leg-
gera eclissi, il monetarismo ritrov nuovo vigore con
M. Friedman, capostipite della Scuola di Chicago (i co-
siddetti Chicagos boys) e premio Nobel delleconomia
nel 1976.
vismo del governo in economia, in quanto ri-
tengono che leconomia afdata alliniziativa
privata sia in grado di produrre risultati pi
soddisfacenti di qualunque politica econo-
mica discrezionale. Conseguentemente, sono
propugnatori di regole fsse per lattivit del
governo quali, ad es., una crescita monetaria
costante nel tempo, predeterminata e dichia-
rata ufcialmente tale da vincolare, entro li-
miti conosciuti e non infazionistici, le possi-
bilit di spesa pubblica in disavanzo.
Un altro istituto economico importante con
alla base la moneta la Politica Monetaria
che si pu defnire come linsieme degli stru-
menti, degli obiettivi e degli interventi adot-
tati dalle Banche Centrali per modifcare e
orientare la moneta, il credito e la fnanza, al
fne di raggiungere obiettivi prefssati di po-
litica economica di cui la politica monetaria
fa parte.
2. Il ruolo economico della moneta
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pecora/cavallo poteva essere diverso nei vari
atti di scambio). In seguito, gli atti di scam-
bio tra gli uomini divennero pi frequenti e
regolari ed allora apparvero in tutta la loro
evidenza i suoi inconvenienti.
Infatti, con il baratto non sempre si riesce
a fare coincidere i desideri degli scambisti e
non sempre facile stabilire la misura equi-
valente delle cose oggetto di scambio; inoltre,
le difcolt aumentano quando si tratti di
beni fsicamente indivisibili, i quali debbano
essere scambiati per singole unit. Tuttavia,
con la frequenza e la regolarit degli scam-
bi, anche se condotti sul tipo del baratto, i
prodotti cominciano a
divenire merci ed acqui-
stano un valore, che in-
dica la quantit di merci
di altro tipo che si posso-
no ottenere in cambio di
una data merce. Si forma
perci un mercato, nel
quale, gradualmente, gli
uomini pervengono alla
scoperta di sempre pi
efcienti strumenti di
scambio: si pu di fatto
affermare che vi sia stata una vera e propria
selezione naturale fra le varie merci che do-
vevano fungere da equivalente rispetto alle
altre merci. Dapprima i beni deperibili co-
minciarono ad essere sostituiti con beni pi
facilmente conservabili; poi la merce di scar-
sa richiesta con quella pi domandata, e cos
via. I cacciatori negoziavano pelli di animali,
le comunit agricole il grano, il granturco ed
altri prodotti del suolo. Gli Scozzesi usavano
i chiodi negli scambi, per i pastori il baratto
avveniva sulla base di pecore e bovini (pe-
culio, pecunia sono, infatti, come gi visto
nel riquadro, della stessa radice di pecus,
pecora), i pescatori usavano nei baratti reti
3.1 Dal baratto allo scambio di
metalli
Lorigine della moneta si ritrova nella evolu-
zione degli scambi. Inizialmente lo scambio
si svolgeva nella forma del baratto, e cio di
scambio di cosa contro cosa o ma era assai
raro perch nella societ primitiva luomo
era contemporaneamente produttore e con-
sumatore dei beni necessari alla sua esisten-
za contro servizi; tuttavia si tenga sempre
presente che i beni erano pochissimi, limita-
ti al soddisfacimento dei bisogni esistenziali
e i soli che, in tali condizioni, luomo potesse
sentire. Se pur vero che veniva attuata una
certa divisione naturale
del lavoro (considerando
il sesso, let, le condizio-
ni fsiche), anche vero
che tutto ci che era pro-
dotto dalla comunit era
consumato dalla stessa,
e non formava oggetto di
scambio. Pi tardi, con la
scoperta del fuoco e con
la sua utilizzazione nella
lavorazione dei metalli, a
causa anche di una maggiore e pi appro-
fondita conoscenza dellambiente fsico, la
produttivit delle varie comunit si accreb-
be: il prodotto si rivel superiore al fabbi-
sogno del gruppo, e poich nel frattempo
erano sorti nuovi bisogni, si procedette ad
atti di scambio tra le varie comunit. In ogni
caso, il baratto che vi veniva praticato aveva
pur sempre carattere sporadico ed occasio-
nale, rivestito di particolare solennit e le-
gato, in genere, allavvicendarsi delle stagio-
ni. Non si pu affermare che, in tale tipo di
scambio, i beni assumessero un valore vero
e proprio e tanto meno costante nel tempo
e nello spazio: vi erano infatti varie ragioni
di scambio tra i prodotti (ad es., il rapporto
3. Le origini e le fasi storiche
Il denaro non pu compra-
re degli amici, ma pu pro-
curarti una classe migliore
di nemici.
Spike Milligan, comico, scrittore,
drammaturgo, attore inglese
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ed ami da pesca. In defnitiva la merce che
meglio di ogni altra riuniva in s i principa-
li requisiti per lo scambio si venne ad usare
come intermediaria negli scambi; e poich
essa interveniva pi frequentemente delle
altre nelle contrattazioni, divenne anche mi-
sura dei valori: tal merce fu chiamata mo-
neta.
Col miglioramento delle condizioni econo-
miche si cominciarono ad usare i metalli
come mezzi di scambio, ed essi furono ben
presto preferiti ad ogni altra merce perch
dotati di qualit idonee a conservare inalte-
rato il valore nel tempo
e nello spazio e perch i
pezzi di metallo erano (e
sono) facilmente divisi-
bili in parti che rappre-
sentano in proporzione
il valore del tutto. Lin-
troduzione della moneta
non quindi dovuta allo
Stato, bens alla consue-
tudine, alla selezione dei
mezzi pi adatti e comu-
nemente accettati come
strumenti di scambio; lo
Stato, tuttavia, provvide,
in epoca posteriore, a disciplinare il fenome-
no e a darvi il crisma dellufcialit. Quanto
alle forme che la moneta ha assunto nella
sua evoluzione storica, esse sono, per con-
seguenza, le pi diverse, secondo i tempi, i
luoghi, le condizioni dei popoli che le hanno
adottate. Lintroduzione della moneta come
merce universalmente accettata ha avuto
importanti conseguenze sullo sviluppo del-
la societ umana. La moneta ha stimolato
la produzione e moltiplicato gli atti di scam-
bio, ha esteso i mercati ed ha fatto sorgere,
in contrapposizione alleconomia primitiva,
leconomia monetaria; ha facilitato la con-
servazione della ricchezza e laccumulazio-
ne della stessa dando luogo, nel seno delle
varie comunit ed anche nellambito di ogni
comunit, ad una diversa distribuzione del
prodotto e dando lavvio alla differenziazio-
ne economica e sociale tra i componenti la
societ umana.
3.2 Dal conio alla banconota
Il processo che port alla creazione della mo-
neta fu molto lungo. Anticamente leconomia
si basava sullo scambio con prodotti natura-
li o lavorati e bestiame, il baratto, e solo un
lungo processo di ricerca di mezzi sempre
pi adeguati a soddisfare le esigenze dello
scambio, port come si
visto alluso della mone-
ta. Essa compare in Asia
Minore attorno al 640 A.C.
ad opera dei greci della
Ionia sudditi del re di Li-
dia. Allinizio fu utilizzata
una lega naturale di oro e
di argento che si trovava
in natura e che chiama-
rono elettro. Successiva-
mente ne fu utilizzato uno
artifciale costituito da
una quantit fssa di oro,
argento e rame. Risultava cos pi facile lo
scambio delle monete di elettro con quelle di
oro e argento. Allultimo re della Lidia, Creso,
stata attribuita la creazione del primo siste-
ma monetario bimetallico attorno al 560 A.C.
Le monete erano, cos, emesse in oro e argen-
to e non pi solo in elettro. Fra loro esisteva
un preciso rapporto di valori. Altre comunit
che non possedevano lelettro utilizzarono
sopratutto largento. Solo nella seconda met
del V secolo A.C le citt-stato greche iniziaro-
no a coniare monete di bronzo: infatti, con lo
sviluppo delleconomia monetaria, nacque
lesigenza di avere monete anche di minor
valore.
Quando avrete abbattu-
to lultimo albero, quando
avrete pescato lultimo pe-
sce, quando avrete inquina-
to lultimo fume, allora vi
accorgerete che non si pu
mangiare il denaro.
Ta-Tanka I-Yotank - Toro Seduto
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Da allora le monete di conio si sono diffuse
e sono state utilizzate sino ai nostri giorni.
Nel Medioevo si cominciarono ad usare per
comodit le banconote il cui termine deriva-
va da banco e nota: in origine, infatti, essa ri-
conosceva il diritto del possessore della nota
di ritirare il metallo prezioso (oro o argento)
depositato presso un orafo-banchiere (si trat-
tava cio di moneta cartacea rappresentati-
va).
Tuttavia il primo a introdurre luso di ban-
conote di carta fu lImperatore cinese Hien
Tsung nell806 D.C.. Tali documenti, noti gra-
zie a Marco Polo, erano pi facili da traspor-
tare del metallo prezioso
e inoltre potevano essere
emessi anche per valori
nominali superiori al va-
lore del metallo prezioso
custodito dagli oraf ban-
chieri
6
. La carta mone-
ta si afferm in Europa
solo con Napoleone che
impose in tutta Europa
luso delle banconote, e che si consideravano
come un sempre possibile sostituto della mo-
neta metallica, essendo sempre possibile la
riconversione in oro. Si arriv pertanto, nei
momenti di crisi, a stabilire il corso forzoso,
cio la sospensione ex lege della convertibi-
lit.
6 La prima banconota cinese pervenutaci il
1000 Cash, emessa sotto la dinastia Ming nel periodo
della Grande Guerra (1368-1398). Il Cash fu la prima
banconota che garantiva il pagamento a vista in qual-
siasi momento. Marco Polo (1254-1324) riport dalla
Cina la notizia delluso della carta come moneta. Nel
Milione racconta che il Gran Khan faceva fabbricare
grandi quantitativi di cartamoneta utilizzando la scor-
za del gelso e vi facesse imprimere il suo sigillo e che
venisse usata per ogni forma di pagamento. Quando
la cartamoneta era logora veniva cambiata con un
biglietto nuovo, per questa operazione si pagava una
commissione del 3%.
In Europa, nel periodo tra il XIX e XX secolo,
si assistette addirittura ad una situazione in
cui il corso della banconota aveva la prefe-
renza sulloro per la comodit della cartamo-
neta rispetto alla poca praticit della moneta
metallica.
Con lo scoppio della I Guerra Mondiale ci fu-
rono forti svalutazioni delle moneta cartacea
il cui apice fu toccato successivamente con il
Marco tedesco della repubblica di Weimar: il
fnanziamento delle spese belliche era avve-
nuto infatti attraverso lemissione di moneta.
La libera convertibilit rimase una preroga-
tiva degli Usa, che anche per questo divenne
il centro delleconomia
monetaria mondiale fno
al 1929, anno della Gran-
de Depressione. Lallora
Presidente Usa effettu
una svalutazione a fred-
do accompagnata da
altre drastiche misure
cui segu la fne del co-
siddetto gold standard,
ossia si stabil che le monete doro non aveva-
no pi corso legale negli Stati Uniti, e la gente
dovette convertire le proprie monete doro in
altre forme di valuta e inoltre implic anche
la fne della regola per cui la valuta cartacea
degli Stati Uniti poteva essere scambiata con
oro in tutte le banche della nazione.
La centralit delloro venne comunque suc-
cessivamente ribadita nel sistema internazio-
nale noto come gli Accordi di Bretton Woods
e termin nel 1971 quando gli Usa dichiararo-
no la fne di ogni rapporto di conversione tra
banconote e oro (passando defnitivamente
alla moneta cartacea convenzionale). Ciono-
nostante su alcune banconote rimasta per
lungo tempo una scritta che ricordava lan-
tico diritto del portatore di ricevere metallo
prezioso presentando la banconota possedu-
ta.
La strada pi lunga quella
che va dal cuore alla tasca
Antico detto ebraico in
La teoria della Felicit Economica
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Il sistema aureo - gold standard - venne intro-
dotto tra i principali paesi capitalistici allini-
zio del XIX secolo fno al 1914. Esso compor-
tava cambi fssi, in quanto ciascuna valuta
aveva un valore espresso in oro e la banca
centrale era impegnata a convertire in oro
qualunque ammontare di valuta nazionale. I
mezzi di pagamento internazionale accettati
tra le Banche Centrali erano limitati alloro e
alla valuta nazionale principale, la sterlina
inglese. Dal 1880 in poi, il sistema divenne
esteso e complesso. Nonostante vi fossero po-
che regole scritte e nessuna autorit sovrana-
zionale, esso fu sorprendentemente stabile
fno alla crisi della sterlina alla vigilia della
I guerra mondiale. Per molti studiosi esso
ancora oggi sinonimo di sviluppo ordinato e
stabilit internazionale. Tra la I e la II guerra
mondiale vi fu un periodo di forte instabilit
valutaria e di sostanziale assenza di un vero
e proprio sistema monetario internaziona-
le. Molti paesi furono incapaci di mantenere
gli impegni necessari al funzionamento del
sistema aureo e passarono al regime di fut-
tuazione. Una delle ragioni furono i confitti
degli interessi nazionali in diverse parti del
mondo, in particolare quelli tra paesi in via
dindustrializzazione, come gli Stati Uniti e
alcuni paesi latino-americani, che volevano
giovarsi della loro capacit di esportare mer-
ci e importare capitali, e paesi capitalistici
pi maturi o indeboliti dalla guerra, come
Gran Bretagna, Francia e Germania, che vole-
vano proteggere le loro produzioni nazionali.
Linstabilit valutaria e monetaria di quel pe-
riodo fu una delle cause della profonda crisi
economica mondiale degli anni 30.
Il sistema del dollaro - dollar standard - noto
anche come sistema di Bretton Woods (vedi
riquadro precedente). Lesperienza degli anni
30 infu molto sugli economisti e gli uomini
politici, e sulla loro determinazione a ricreare
un sistema internazionale ordinato e orienta-
to alla stabilit e allo sviluppo, in particola-
re attraverso linfusso intellettuale di John
M. Keynes. Poich il sistema aureo apparve
troppo rigido e privo di adeguati supporti so-
vranazionali, venne concepito un sistema di
cambi fssi in cui solo il dollaro era ufcial-
mente convertibile in oro, tutte le altre valute
erano quotate in dollari ad un tasso prefssa-
to e al FMI (Fondo Monetario Internazionale)
venne afdato il compito di aiutare con mezzi
di pagamento propri (diritti speciali di prelie-
vo) le Banche Centrali che dovessero avere ri-
serve insufcienti per rispettare gli accordi di
cambio. Il sistema prevedeva anche controlli
delle autorit nazionali sui movimenti di ca-
pitali per evitare attacchi speculativi.
Il sistema di Bretton Woods entr in crisi, come
visto, nella seconda met degli anni 60 e ven-
ne abbandonato nel 1971, quando il governo
degli Stati Uniti dichiar di non essere pi in
grado di convertire in oro la massa dei dolla-
ri in circolazione come previsto dagli accordi.
4. Il sistema aureo
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Da allora il dollaro una valuta futtuante, gli
Stati Uniti non hanno pi preso accordi inter-
nazionali vincolanti in campo valutario, han-
no sempre pi accentuato gli spazi di autono-
mia nazionale e la deregolamentazione del
sistema monetario internazionale. La mag-
gior parte dei paesi europei occidentali ha in-
vece cercato pi volte di reinstaurare gli ac-
cordi di cambio. Lesperienza pi signifcativa
stata quella del Sistema Monetario Europeo,
avviato nel 1979 e culminato con la creazio-
ne della moneta unica europea nel gennaio
del 1999, lEuro (), non senza per due serie
crisi intermedie nel 1992 (allorch la lira ita-
liana e la sterlina inglese uscirono tempora-
neamente dal sistema) e 1993. Le vicende dei
paesi extra-europei nel corso dellevoluzione
recente del sistema monetario internazionale
sono state contraddittorie. Non sembra esser-
vi un legame certo e stabile tra la scelta del
regime valutario e le possibilit di sviluppo
economico: al contrario, quale sia il regime
migliore sembra dipendere fortemente dal
contesto internazionale e dalle circostanze
interne.
Pecunia si uti scis ancilla,
si nescis domina
Il denaro tuo servo se lo sai
dominare, altrimenti diviene il tuo
padrone
Scritta sullarchitrave di un portale in
marmo della Cassa di Risparmio di Verona,
Vicenza, Belluno ed Ancona
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Capire la Finanza - La Moneta
Fondazione Culturale Responsabilit Etica
Cambi fissi e cambi flessibili
Leterno dilemma per i governi dei vari Stati sempre stato la scelta del sistema di cambi da
utilizzare nella regolamentazione degli scambi tra Stati e attivit di mercato. Cambi fissi o cambi
flessibili? Entrambi i sistemi hanno infatti pregi e difetti.
In un sistema a cambi fissi, infatti, il processo di riequilibrio della bilancia dei pagamenti devolu-
to alla variazione nei prezzi interni dei vari Stati che devono essere reattivi ed adattabili alle trasfor-
mazioni produttive necessarie per leliminazione delle posizioni deficitarie o eccedentarie. Suppon-
iamo, ad es., il sistema gold standard ed un Paese che abbia uneccedenza di importazioni con un
saldo deficitario nella bilancia dei pagamenti che sia costretto ad attingere alle sue riserve auree per
colmare questo disavanzo. Da questa fuoriuscita di oro (o biglietti) per i pagamenti sarebbe derivato
un declino nella quantit di moneta e, secondo i dettami delle teorie quantitative, una riduzione nel
livello dei prezzi.
Nel Paese eccedentario si avrebbe avuto lopposto, ossia un aumento della circolazione di mon-
eta ed un conseguente rialzo dei prezzi. Questi due fattori avrebbero comportato una diminuzione
di competitivit nel Paese eccedentario per le esportazioni e contemporaneamente un aumento nel
Paese deficitario delle sue esportazioni tali da riportare il sistema allequilibrio.
Se da un lato, quindi, la stabilit dei cambi favoriva lo sviluppo degli scambi internazionali,
dallaltro presupponeva un adattamento nelle economie interne nel livello dei prezzi che molto
spesso generava disoccupazione e in genere la sottoutilizzazione delle risorse disponibile
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