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GoofyFrank (storiadidiun
untirapiedi)
tirapiedi) lorenzomattozzi
Era un tipo che si impacciava sempre nello sparare. Non colpiva mai
bene e doveva terminare i suoi lavori con almeno tre colpi. La polizia lo
sapeva e riconosceva le sue vittime. I tre colpi, uno al ginocchio, uno vicino
alla narice sinistra e finalmente quello al cuore erano la sua firma, ma non
c’erano mai abbastanza prove da incriminarlo. Credetemi se incontravate
“Goofy” Frank preferivate spararvi da soli, con la certezza di centrare il
bersaglio, piuttosto che soffrire come cani sotto i suoi colpi maldestri.
Dovete capire che “Goofy” Frank era un tipo alto due metri che pesava 160
kg. Non era facile per lui muovere il suo corpo. La sua testa poi era
particolarmente lenta ad elaborare i pensieri. Cosicché da quando pensava
di dover sparare a quando la mano effettivamente premeva il grilletto
passava parecchio tempo.
Egli non smetteva di combinare malanni, ma per il padrino Sonny Clemenza
da Brooklyn era perfetto. Sonny pensava che più fosse scemo chi lavorava
per lui, meglio era. Quando uno dei suoi scagnozzi era intelligente, poco
dopo cominciavano i problemi, cominciavano ad esserci discorsi su
responsabilità, soldi, prestigio e carriera.
Frankie era veramente scemo ma Sonny Clemenza riusciva a sfruttare questa
sua caratteristica per fargli svolgere i lavori che nessuno voleva. Poi
mandava sempre Ace “Bleach” Gentile o Bianco “Chief” Crema a pulire la
scena. Se voleva un lavoro di fino mandava Nick “One Time” Paganini, ma se
voleva veramente punire la vittima mandava Frankie.
Frankie veniva costantemente preso in giro da tutti e Sonny per rincuorarlo
soleva ripetergli: “Non ti abbattere Frank e ricorda, più le persone pensano
che tu sia stupido, più saranno sorprese quando le ammazzi”.
L’ultimo lavoro svolto da "Goofy" Frank era andato peggio del solito,
non solo non aveva ammazzato chi doveva, ma aveva pure ammazzato Ace
e Bianco per errore, cosicchè non solo la polizia aveva tutte le prove per
incastrarlo, ma pure il padrino rivale Al “Saint” Trava sapeva chi aveva
cercato di ammazzargli il figlio.
Per Frankie era questione di poco, prima di ritrovarsi sul fondo del fiume
Hudson. Il padrino Sonny Clemenza nonostante la rabbia aveva deciso di
risparmiare Frankie e di metterlo al riparo. Così lo spedì in gran segreto a
Venezia dove lo avrebbe potuto usare per recuperare del denaro.
Si ricordò della prima volta che arrivò a Venezia, c’era una gran festa per
l’inaugurazione del nuovo ponte sul Canal Grande, molta gente. Pensò di
essere arrivato in una città viva e divertente. Due giorni dopo capì che non
era così. Frank era proprio lento a capire le cose.
Rise di sé stesso pensando che la prima volta aveva atteso a lungo che
l’imbarcadero si staccasse e cominciasse a navigare, per poi capire che
sarebbe dovuto salire sul vaporetto. Quando lo raccontò al telefono a Sonny,
il padrino gli disse: “Il giorno in cui salperanno gli imbarcaderi a Venezia, gli
scemi sapranno fare di conto”. Frankie non capì.