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Fenomenologia della conferenza [Il lavoro culturale / parte terza e ultima]

Terza parte: non ce ne saranno altre. Il resto sono affari miei

Le conferenze: non si fa cultura se non si fanno le conferenze, lo sanno tutti. Da questo punto di vista le cose non sono mai cambiate molto, da quando era Bianciardi ad organizzarle. O forse s, invece: allora, nonostante lironia con cui lui ce le ha raccontate, si trattava di un rito tutto sommato vitale, e sensato, che aveva una ragione dessere ed unutilit . La gente era curiosa, aperta, voleva sapere, conoscere qualcosa di nuovo, era interessata sinceramente ad imparare e discutere. Bianciardi nel suo librino ci spende sopra un capitolo intero, ma si sofferma soprattutto sugli oratori, sui loro stili, sui gesti, i modi di porgere, sui gerghi, gli stereotipi e i luoghi comuni del loro linguaggio. ! una foto presa dalla platea, la sua. Da una delle prime file, probabilmente, perch" nella biblioteca che lui dirigeva la sala delle conferenze era infestata di colonne, e per vederci bene dovevi piegarti in continuazione di qua e di l . Lui sapeva gi che cosa avrebbe visto, se si fosse voltato indietro verso le altre file: i suoi amici delle quattro strade, qualcuno dei ragazzi del bar, la piccola comunit di intellettuali progressisti di cui faceva parte anche lui# persone attente, disciplinate, che non si perdevano una parola di quello che veniva detto. $o visto una fotografia, da qualche parte, di uno di questi incontri, nei primi anni %&. Bianciardi ' seduto dietro al tavolo, con lespressione compunta e accigliata che si conviene ad un direttore di biblioteca in queste circostanze, lo sguardo posato su un ignoto conferenziere dal profilo volpino e dallespressione triste, con la mano aperta sollevata, a sottolineare il suo argomento. Davanti a quello, di spalle, un gruppo sparuto di persone sedute molto compostamente, con la faccia da cinema neorealista, sciarpa al collo e incappottate in quelle palandrane che andavano al tempo. (i viene freddo solo a vederla, quella foto. Le cose andavano cos, allora, con una semplicit naturale e )quella che sembra* una grazia elementare. +a tante cose erano gi cambiate, ancora prima di ,lfio, e con lui, dopo di lui, finirono per assestarsi in un cerimoniale bizantino piuttosto complesso e ritualizzato, una forma che hanno poi conservato gloriosamente fino ai giorni nostri. -on che fosse una scelta sua, di ,lfio, ovviamente. !ra unevoluzione che stava nellordine delle cose, nelle condizioni mutate della vita cittadina, nella modernit gi marcia che avanzava sorniona in quel nulla sonnolento. +a le cose cambiarono, e dopo niente fu pi. come prima. /c' qualcuno che vuole rompere il ghiaccio01 2uante volte ho dovuto sentirla questa insopportabile, devastante metafora3 4ronunciata con un senso spavaldo di sfida, o come una sommessa preghiera, a seconda delle situazioni e dei soggetti, questa frase fatidica contrassegna il clima5 della conferenza, il momento della verit , a cui pu6 far seguito un vivace scambio di opinioni, intenso, persino chiassoso, talvolta, oppure un silenzio tombale e ominoso, o, pi. spesso, un disastroso balbettio in cui fanno naufragio

le migliori intenzioni degli organizzatori. /-essuno0 Davvero non c' nessuno che vuole fare domande, chiedere chiarimenti, dire la sua opinione01 Dopo quella prima apertura sul ghiaccio, il moderatore ripete il suo verso, spostando lo sguardo ansioso da un lato allaltro della sala. /proprio nessuno01 7l relatore, tanto per fare qualcosa, o darsi un contegno, rimette al polso lorologio che si era tolto allinizio del suo discorso, ed aveva poggiato sussiegoso sulla scrivania, non si sa bene se in segno di rispetto verso luditorio, o come un perfido gesto di sfida, minaccioso. Di sicuro avere lorologio sottocchio non gli ha impedito di andare alquanto per le lunghe, mettendo a dura prova la pazienza dei pi.. 8ilenzio gelido: il ghiaccio si fa pi. spesso, e una sorda tensione si diffonde pesante nella sala. /hum9 se non c' nessuno9 ci provo io, allora31 azzarda uno dalla terza fila dopo una lunga pausa di passione, quasi scusandosi: la sua candidatura viene accolta con una percepibile sensazione di sollievo da tutto luditorio, che stava ormai sulle spine per il moderatore, e per il relatore, e anche per s" stesso, per il timore di essere chiamato in causa personalmente da un organizzatore troppo zelante, o disperato. +a il tentativo va a vuoto: si capisce subito che quello non ci ha capito niente, cincischia, si impappina, si dilunga in osservazioni futili e forse idiote, e la sua domanda insulsa non fa che mettere in imbarazzo il moderatore, e lospite. (utto luditorio si vergogna per lui. :bisogna sempre farsi riconoscere mormora qualcuno al vicino. :cos si capisce subito che siamo a ;rosseto commenta quellaltro. 7l relatore sorride scuotendo la testa, condiscendente, mentre il moderatore, parlandogli allorecchio, si scusa per questo sciagurato avvio della discussione, e infine mette insieme una risposta qualsiasi, facendo finta di niente, e guadagnando qualche minuto. ,ltra pausa. 8i alza ora un vecchio professore )o un giovane intellettuale, non fa differenza*, uno comunque che la sa lunga, e ne ' perfettamente consapevole: /lei ritiene che lidea di $eidegger sulla topologia della logica sia ancora tenibile < pausa e lungo sguardo circolare < e se mai91 oppure /che cose ne pensa della schadenfreude di ,uden0 =oglio dire, ritiene che si possa spiegarla con la sua dichiarata omosessualit 01 2ualche volta, ma raramente, la butta l, malizioso, e se la cava in meno di un minuto. Oppure, se c' loccasione, non si risparmia una lunga e complessa trattazione, da pari a pari con lospite. 7l relatore osserva il suo orologio, prima di sottecchi, poi con polemica ostentazione, il moderatore si agita inquieto sulla sedia. 7l pubblico sospira. , questo punto la serata ' gi andata a puttana. 8i pu6 sopperire a questi inconvenienti, talvolta, precettando uno o pi. scagnozzi accomodanti, che si presenteranno allappuntamento con le loro brave domande gi scritte. +a ' una fatica tale trovarne di disponibili, e c' sempre il rischio che il gioco venga scoperto, perch" in genere quello si ' scritto il proprio compitino, e se lo legge l, davanti a tutti, sul suo foglietto, senza pudore alcuno, magari senza neanche sapere cosa sta leggendo. La formula base, comunque, ' sempre quella, piuttosto semplice: c' una scrivania, e davanti un numero variabile di sedie. +a oggi tutto ' un poco pi. complicato di una volta, quando ci si accontentava di una breve presentazione del tema e del relatore, e via andare. Oggi invece, per cominciare, la scrivania deve essere abbastanza capiente, perch" ' destinata ad ospitare non solo il relatore )lospite, il protagonista della serata, quello che volete* ma anche lorganizzatore )detto anche moderatore, in mancanza di meglio, anche se non si capisce cosa ci sia da moderare* che far lintroduzione, e lassessore,

naturalmente, che deve sempre dire la sua, e magari anche il sindaco, se gli va di venire, e che deve avere comunque sempre un posto assicurato, da questa parte del tavolo. !d eventualmente un numero variabile di comprimari, a seconda delloccasione, ognuno dei quali si sentir in dovere di dire qualche parola, quando anche non abbia niente da dire. Bisogna stare attenti che lassessore, o il sindaco, non dicano stupidaggini, perch" quando si parla di cultura le stupidaggini si notano pi. facilmente che non quando ' in discussione lurbanistica, o il traffico, o altre cose importanti per la comunit su cui ' pi. semplice spargere fumo e luoghi comuni. >onverr allora che qualcuno scriva per loro una nota, un canovaccio, una scaletta )come si dice con termine assolutamente idiota* su cui arrampicarsi alla meglio, o meglio ancora il discorso completo, tanto ora non fa pi. vergogna leggere i discorsi in pubblico, come si faceva da ragazzini alla scuola elementare, piuttosto che dire a braccio )altro termine idiota* quello che si pensa, ammesso che si pensi qualcosa. Lordine di entrata va rispettato rigorosamente, come con le paperette di >onrad Lorenz: una breve, eventualmente spiritosa, comunicazione di servizio del moderatore, con tutti i ringraziamenti del caso )e attenzione a non lasciare fuori nessuno, perch" sono cose che non si perdonano*, poi il sindaco, per poche ? possibilmente < parole di compiacimento, poi lassessore, anche lui per compiacersi )magari evitando, come spesso succede, di farlo con le stesse parole ed argomenti*. 7l buon gusto vorrebbe che si evitassero espressioni corrive e stereotipate del tipo :sar6 telegrafico, :non ha bisogno di presentazioni :rompere il ghiaccio )ovviamente, ma questo ' quasi impossibile*, :avere lonore di9, il privilegio di9 e piacevolezze del genere )giuro qui sul mio onore, e a mia gloria imperitura, di non aver mai pronunciato una sola di queste formule in tutta la mia esperienza di responsabile del lavoro culturale*. ! anche sconsigliato abbondare in compiacimenti, in ipocrite professioni di umilt e modestia, indulgere alla lode pelosa degli organizzatori o del relatore, eccedere nella piaggeria verso le autorit )escluse le forze armate, i vescovi e i prefetti, per i quali tutti non ce n' mai abbastanza, e a cui ci si dovr rivolgere senza meno con lappropriato titolo di eminenza, o eccellenza, a seconda, tanto pi. gradito quando venga da un rappresentante del popolo. ! ho sentito io stesso un sindaco comunista che si rivolgeva allultimo erede della casa Lorena con il titolo di :vostra altezza, come in un film di 8issi*. 7nsomma, leccesso va comunque evitato, anche se ' alquanto improbabile che venga notato, perch" gli ascoltatori sanno benissimo, da sempre, che questa fase introduttiva, per quanto indispensabile, ' del tutto priva di senso e di interesse, e di rado ritengono utile stare ad ascoltare. Dopo lassessore sar la volta di chi abbia eventualmente finanziato liniziativa )la manifestazione, lappuntamento, lincontro, il dibattito, quello che volete* e che parla quasi sempre a nome di qualcun altro, un pezzo pi. grosso che ha pensato bene di non farsi vedere, perch" impegnato in faccende assolutamente pi. importanti )difficile pensare a qualcosa che non lo sia*. 4oi sar di nuovo il moderatore a prendere la parola, e qui dovr dare prova di tutta la sua competenza e uso di mondo. ,ttenzione per6, perch" la tentazione di farsi bello con lospite per la propria padronanza della materia, o con il pubblico per la propria smisurata cultura, tradisce subito il dilettante, e produce in genere concioni mostruosamente lunghe ed invasive, generando irritazione e disgusto incondizionato presso luno e gli altri. 7l moderatore dovr infine preventivamente scusarsi con luditorio per lassenza del sindaco, o dellassessore, oppure per il poco tempo che luno o laltro, o tutti e due, pur presenti, dedicheranno allevento, perch" richiamati a breve ad impegni assolutamente

improrogabili, e < va da s" < molto pi. importanti che gingillarsi con questioni di cos poco momento. Largomento verr poi ripreso dal sindaco o dallassessore al momento delle loro prolusioni, e nessuno dovr sorprendersi quando luno o laltro si allontaner furtivamente dalla scena, di l a poco, gesticolando in segno di scusa in direzione del relatore, o del moderatore. Davanti alla scrivania il numero delle sedute deve essere calcolato in anticipo, perch" non sia troppo superiore a quello che si prevede per gli intervenuti: i posti vuoti fanno tristezza e orrore. La conferenza aborre il vuoto, ed ' comunque da preferirsi che un po di gente se ne resti in piedi, piuttosto che esporsi allo scenario desolante di file intere di sedie inutilizzate. -aturalmente anche dai fallimenti si pu6 tentare di trarre profitto. $o sentito con le mie orecchie un accademico molto noto compiacersi della scarsa partecipazione del pubblico, con la stupefacente motivazione che largomento in discussione era decisamente troppo sofisticato per i pi.. La soluzione pi. sbrigativa sarebbe quella di reclutare un buon numero di studenti da convogliare forzosamente allincontro, con la complicit di un amico insegnante che desideri, per una volta, di prendersi una vacanza dal clima opprimente delle aule scolastiche. 7n fondo ' proprio quello che vogliono anche gli studenti, i quali tutti accettano volentieri queste avventure e5tra moenia, in cui non si rischia di essere interrogati. :7l mondo salvato dai ragazzini era il nome che il mio amico @oberto, che conosceva un po di letteratura, dava a questa subdola pratica. +a lo studente ' per definizione un soggetto infido e indocile. ! difficile farlo stare seduto in silenzio, e spesso il rimedio ' peggiore del male: la sala si trasforma presto in una bolgia di sussurri e risatine, tutti prima o poi si alzano rumorosamente per andare in bagno a fumare, e tutto il resto va a farsi benedire. +eglio semmai fare affidamento sulla indefettibile categoria delle carampane, le vecchie signore rotte a tutte le esperienze culturali, professoresse in pensione, poetesse ispirate e orgasmiche, stagionate attiviste dellassociazionismo benefico. 8ono loro le uniche che hanno tempo ed energia per rispondere regolarmente allappello, e possono risolvere una serata fiacca, destinata la fallimento, con il loro spericolato buon senso e una competenza assoluta per i luoghi comuni. Brave donne, puntuali, disciplinate, attente, allegre, fanno domande pertinenti )ancorch" banali e futili in modo desolante*, e alla fine non dimenticano mai di ringraziarti per la bella serata. 8e non siete allergici alle pellicce, vere o presunte, se non vi disturba lodore del borotalco e della colonia alla violetta, queste buone signore risolveranno tutti i vostri problemi. +a alla fine vi troverete a domandarvi che senso abbia tutto questo, che scopo, e se non sia a conti fatti solo fatica sprecata. 4er essere stato un compulsivo organizzatore di conferenze, per motivi professionali e dovere di ufficio, posso dirvelo con cognizione di causa e senza peli sulla lingua: c' )quasi* sempre qualcosa di pi. interessante da fare che andare a una conferenza# e se non la pensate cos, ' probabile allora che la vostra vita sia piuttosto noiosa.

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