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Albert Einstein
Legge di Hubble
Nel 1929 Hubble, attraverso le osservazioni fatte con i pi sofisticati telescopi del tempo e confrontando i dati raccolti, scopr che le galassie sembrano allontanarsi da noi. Infatti, la radiazione che esse emettono e' spostata verso il lato rosso dello spettro, cio presentano il fenomeno del redshift. Lo spostamento e' direttamente proporzionale alla velocit della sorgente luminosa. Misurando la velocit delle galassie tramite il loro redshift e la loro distanza, Hubble stabil che esse si allontanano da noi ad una velocit tanto maggiore quanto pi grande e' la loro distanza, secondo quella che e' ora conosciuta come "legge di Hubble": V = Hod V rappresenta la velocit di allontanamento della galassia, d la sua distanza e Ho e' la costante di Hubble. L'Universo, dunque, soggetto ad un moto despansione. Questo fatto potrebbe dare l'impressione che la Terra si trovi al centro di un moto generale di recessione, mentre in realt esso non ha un centro. Pensiamo, ad esempio, ai punti disegnati su un palloncino che viene gonfiato. Questi ultimi si allontanano l'uno dall'altro con velocit proporzionale alla loro distanza: ogni punto pu essere considerato come il centro dell'espansione. Allo stesso modo, noi non siamo al centro dell'espansione dell'Universo, ma in un suo punto qualsiasi: un altro osservatore, posto in una posizione casuale su un'altra galassia, vedrebbe esattamente le stesse cose che vediamo noi. La portata di questa scoperta costrinse Einstein a fare a meno della propria costante cosmologica, che aveva inserito per correggere le equazioni ottenute che ammettevano soluzione proprio per un universo dinamico. Per questo motivo la defin il pi grande errore della mia vita. Curiosamente, molti decenni dopo i fisici si sono visti costretti a reintrodurre la costante cosmologica, anche se in forma di una sua variante chiamata energia oscura. A partire dal 1998, infatti, l'osservazione di alcune supernove poste ai confini del cosmo ha messo in luce che non solo il nostro Universo si espande,
ma lo fa accelerando, cio aumenta progressivamente la propria velocit di espansione. Ci pu essere spiegato solo ammettendo la presenza di una forza derivante dallenergia oscura. Questultima rappresenterebbe addirittura il 70% di tutto ci che esiste nel nostro Universo, mentre il 25% sarebbe formato da unaltrettanto misteriosa materia oscura e appena il 5% dalla materia composta da particelle come quark, protoni, neutroni ed elettroni, che costituisce tutto ci che conosciamo. Si pu dunque affermare che quando Einstein diceva di sbagliarsi in realt aveva ragione
La teoria del Big Bang consente di spiegare un gran numero dosservazioni e perci considerata un'ipotesi di lavoro attendibile; anche se presenta ancora qualche problema ed e' stata pi volte messa in discussione, attualmente non vi sono valide teorie alternative.
Una delle intuizioni pi profonde della Relativit Generale stata la conclusione che la massa causa la curvatura dello spazio e i corpi che viaggiano nello spazio curvo vengono deviati nella traiettoria come se una forza agisse su di loro. Se lo spazio stesso curvo, ci sono tre possibili geometrie per l'Universo. Ognuna di esse legata alla quantit totale di massa dell'Universo (quindi all'intensit totale della forza gravitazionale) e ciascuna implica un diverso passato e un diverso futuro per l'Universo. Ecco le forme e curvature possibili per una superficie bi-dimensionale. I matematici distinguono 3 classi di curvatura qualitativamente diverse, come illustrato nell'immagine qui sotto:
Se lo spazio ha curvatura negativa, non c' massa sufficiente per fermare l'espansione dell'Universo. In tal caso, esso non ha confini ed destinato perci ad espandersi per sempre. Questo chiamato "Universo aperto". Se lo spazio non ha curvatura (cio "piatto"), contiene esattamente la massa sufficiente per fermarne l'espansione, ma solo dopo un tempo infinito. Cos, l'Universo non ha confini ed destinato ad espandersi per sempre, ma con velocit sempre decrescente, tendente a zero in un tempo infinito . Questo viene detto "Universo piatto" o "Universo euclideo". Se lo spazio ha curvatura positiva, contiene una massa sufficiente da fermare l'attuale espansione dell'Universo; in questo caso l'Universo non infinito, ma lo stesso non ha confine (cos come l'area della superficie di una sfera non infinita, ma tuttavia non c' un punto della sfera che possa essere considerato il suo "confine"). L'espansione alla fine terminer e si trasformer in una contrazione. Cos, ad un certo punto, in futuro le galassie smetteranno di allontanarsi l'una dall'altra e cominceranno ad avvicinarsi: l'Universo collasser lentamente su se stesso. Questo detto un "Universo chiuso". La geometria dell'Universo indicata in termini del "parametro di densit , cio il rapporto fra la densit reale di massa dell'Universo e la densit "critica" che sarebbe necessaria per fermarne l'espansione: =1 1 1. universo piatto universo aperto universo chiuso
Il parametro di densit determinato con vari metodi, come il calcolo del numero di barioni (un tipo di particelle sub-atomiche) creati nel Big Bang, o il conteggio delle stelle nelle galassie, o l'osservazione del moto delle galassie vicine e lontane. Anche se con grandi incertezze, tutti i metodi indicano che l'Universo dovrebbe essere piatto.
modo gli astrofisici che hanno condotto l'esperimento (guidati, per l'Italia, dal professor Paolo De Bernardis, docente alla "Sapienza" di Roma) hanno raccolto le radiazioni in microonde generatesi dieci miliardi danni fa. Cos stata realizzata una mappa dell'universo com'era ai primordi. La ricostruzione avvenuta utilizzando la radiazione di fondo e soprattutto piccole variazioni di temperatura colte nella fase particolare che si apr circa 300 mila anni dopo il Big Bang. Questa il pi antico stadio dell'universo che riusciamo a "osservare". A dare luogo all'immagine solo le variazioni di temperatura. Limmagine ci ha permesso di confrontare da una parte l'universo di 10 miliardi di anni fa e dall'altra l'universo di oggi. Trionfa la cosiddetta teoria inflazionaria: l'universo nei primissimi istanti ha avuto una straordinaria espansione ma si espander anche in futuro, all'infinito. "Questo l'universo piatto" precisa il prof. Bertola. "Un universo curvo potrebbe espandersi fino ad un certo punto e poi ricollassare su se stesso": luniverso non finir sbriciolato in un immane collasso, il cosiddetto Big Crunch. L'universo piatto (risponde alle leggi della geometria euclidea), e perci si espande per sempre ad un ritmo decrescente, raggiungendo asintoticamente lo zero, in un tempo infinito. In presenza denergia oscura, invece, quellelemento che Einstein aveva senza saperlo giustificato con la costante cosmologica, l'espansione rallenta inizialmente, ma aumenta in seguito. Alla fine degli anni '90, osservazioni di supernovae in galassie lontane dettero il risultato inaspettato che l'espansione dell'Universo sembra in accelerazione. Queste osservazioni sono state ripetute e confermate: ci significa che la velocit a cui una galassia si allontana aumenta nel tempo. Poich l'energia che causa questaccelerazione non pu essere osservata direttamente, stata chiamata energia oscura. Due candidate teoriche per questenergia sono una costante cosmologica diversa da zero (che pu aver causato anche l'inflazione cosmica) e una forza repulsiva pi generale conosciuta come quintessenza, o energia oscura. Se la teoria corretta, il risultato finale sar il disgregamento di tutta la materia nell'Universo. La nuova teoria della fine dell'Universo stata chiamata il Big Rip (Grande Strappo). Il destino ultimo di un universo piatto simile a quello di un universo aperto: la morte termica, il Big Freeze o il Big Rip. La chiave della teoria nell'ammontare di energia oscura nell'Universo. Se il rapporto tra la pressione dell'energia oscura e la sua densit risultasse <-1, l'Universo verrebbe alla fine frantumato e ridotto a zero in un tempo stimato in 20 miliardi danni. Non si sa se l'Universo sia finito o infinito in dimensione e in volume. Questo rimane il grande interrogativo irrisolto. L'universo osservabile, composto da tutto ci che pu averci influenzato dal momento del Big Bang, sicuramente finito grazie al fatto che la velocit della luce, cio la massima velocit a cui un fenomeno fisico pu propagarsi, anch'essa finita. L'orizzonte cosmico si trova a 13,7 miliardi di anni luce di distanza. La distanza effettiva di questorizzonte per pi grande, perch nel tempo
trascorso affinch la luce sia arrivata fino a noi, questo bordo ha continuato ad espandersi. Si stima che si trovi a circa 50 miliardi danni luce E solo possibile immaginare, al di l della potenzialit della ragione umana, che lespansione in un tempo infinitamente lungo tenda asintoticamente a zero e che possa continuare a propagarsi vincendo lenergia oscura, altrimenti anchesso cos come nato dovr morire.
Relativit generale
La Relativit generale una teoria fisica pubblicata da Albert Einstein nel 1915. Come disse lo stesso Einstein, fu il lavoro pi difficile della sua carriera, poich bisognava far convergere concetti di geometria euclidea in uno spazio che poteva non esserlo. Uno dei motivi che spinsero Einstein ad indagare in questa direzione fu una questione di simmetria: la relativit ristretta aveva stabilito l'uguaglianza di tutti i sistemi inerziali, lasciando fuori i sistemi accelerati, che presentano forze ben individuabili con un qualunque esperimento. Questo poneva i sistemi inerziali su una posizione privilegiata, diversa rispetto ai non inerziali. In pi, la relativit ristretta aveva mostrato che lo spazio ed il tempo devono essere trattati insieme se si vogliono ottenere risultati coerenti; il tempo era diventato una coordinata come le altre 3 e ad impedire certi movimenti in questo spazio a 4 dimensioni c' solo il principio di causalit. In regioni dello spaziotempo a 4 dimensioni infinitamente piccole, per le quali possibile un'accelerazione del sistema di coordinate in maniera da non indurre alcun campo gravitazionale, resta valida la relativit ristretta. Vale, cio, che: ds2 = (dx1)2 (dx2)2 (dx3)2 + (dx4)2 Il valore del ds non dipende dal sistema di coordinate (da dove colloco l'origine degli assi e dal suo orientamento). Questo sistema fatto di 4 assi cartesiani e, perci, non disegnabile, sebbene segua le regole di una geometria euclidea. Einstein introduce il concetto di coordinata temporale, che si aggiunge ai tre assi "spaziali" del sistema cartesiano. Tuttavia, necessaria una scelta conveniente del sistema di coordinate: occorre che l'unit di misura della coordinata temporale x4 sia scelta in modo che la velocit della luce nello spazio vuoto, misurata nel sistema locale, sia pari a 1. Resta libera la scelta delle tre coordinate spaziali. Misurando lo spazio e il tempo, l'equazione consente di determinare la lunghezza dell'elemento lineare ds che congiunge due punti dello spazio-tempo infinitamente vicini. Nonostante si tratti di un termine quadratico, ds2 pu assumere valore negativo:
se ds2 < 0 l'elemento ha natura di uno spazio; viceversa, se ds2 > 0, l'elemento ha natura di un tempo. In definitiva, non c' una netta demarcazione fra spazio e tempo, ma appunto un "continuum": si dice che uno spazio o un tempo, a seconda che l'elemento "pi uno spazio" o "pi un tempo", in base alla componente che prevale. Facendo tendere a zero il ds, con la relativit ristretta si ricava la propagazione della luce. L'equazione, che assegna un segno opposto alle coordinate spaziali e a quella temporale, afferma che dove lo spazio si contrae il tempo si dilata (passa pi lentamente); e viceversa dove lo spazio si dilata, il tempo si contrae. Come valore certo, in questa teoria si sa che, un punto non ha significato fisico. L'elemento base della teoria detto punto piccolo infinitesimale, che in realt un segmento piccolo arbitrariamente che tende a una lunghezza zero, ossia due punti che tendono a coincidere in uno solo. Il passo successivo la definizione di una geodetica, ossia di una traiettoria "naturale" del punto nello spazio-tempo. Come l'elemento lineare ds, essa una linea che unisce due punti dello spazio tempo. La particolarit che per una geodetica si ha un estremo per . La geodetica pertanto non dipende dal sistema di riferimento, in quanto legata ad una somma (integrale nel continuo) di elementi lineari ds la cui definizione non dipende dal sistema di coordinate. Il tensore fondamentale covariante dato dalla: ds2 = gdxdx. dx e dx sono vettori controvarianti che possono essere scelti arbitrariamente. Invece, vale che g = g, e perci g un tensore doppio covariante. Quindi, Einstein applica la matematica del tensore e le propriet del tensore fondamentale, per dedurre il tensore di Riemann-Christoffel. Un esperimento ideale per spiegare in maniera semplice e concreta questo fenomeno, noto come ascensore di Einstein: su un ascensore in caduta libera, senza possibilit di vedere all'esterno, un'osservatore supporrebbe di essere in assenza di gravit; per provarlo, egli lascia cadere una moneta ed osserva che la moneta resta alla stessa altezza nella cabina ovvero non cade rispetto ad essa, che per l'osservatore l'unico punto di riferimento. Questo porterebbe allora a dire che un sistema in caduta libera (cio in un campo gravitazionale) indistinguibile (almeno per un certo periodo) da un altro non sottoposto ad alcuna forza. D'altra parte, quando l'ascensore fermo, l'osservatore sente una normale forza di gravit (e una moneta lasciata andare cade ai suoi piedi); non appena l'ascensore inizia a cadere, la moneta resta a mezz'aria: in questo caso l'osservatore pu pensare che sia comparso all'improvviso un campo gravitazionale dalla direzione del soffitto, che bilancia esattamente quello di partenza; di nuovo non pu decidere quale dei due casi sia quello vero. Quindi i sistemi accelerati non dovevano essere cos eccezionali. Da questi presupposti, Einstein cerc quindi di costruire una visione della realt parallela a quella della legge d'inerzia: mentre in quel caso un corpo si muove, non accelerato, lungo una retta se non viene sottoposto a forze, in questo caso un corpo sottoposto alla sola gravit si muove lungo una
traiettoria che, nello spazio-tempo deformato, corrisponde ad una retta. Questa soluzione viene definita:
La teoria afferma infatti che lo spaziotempo viene pi o meno curvato dalla presenza di una massa; un'altra massa pi piccola si muove allora come effetto di tale curvatura. Spesso, si raffigura la situazione come una palla che deforma il piano del biliardo con il suo peso, mentre un'altra pallina viene accelerata da questa deformazione del piano ed in pratica attratta dalla prima. Questa solo una semplificazione alle dimensioni raffigurabili, in quanto ad essere deformato lo spazio-tempo e non solo le dimensioni spaziali, cosa impossibile da raffigurare e difficile da concepire. L'unica situazione che riusciamo a raffigurare correttamente quella di un universo a 1 dimensione spaziale ed una temporale. Un qualunque punto materiale rappresentato da una linea (linea di universo), non da un punto, che fornisce la sua posizione per ogni istante: il fatto che sia fermo o in moto far solo cambiare l'inclinazione di questa retta. Ora pensiamo di curvare tale universo usando la terza dimensione: quello che prima era la retta che descriveva un punto, ora diventata una superficie. Su una superficie curva non vale la geometria euclidea, in particolare possibile tracciare un triangolo i cui angoli sommati non forniscono 180 ed anche possibile procedere sempre nella stessa direzione, ritornando dopo un certo tempo al punto di partenza.
dove: R: tensore di curvatura di Ricci, R: scalare di curvatura di Ricci,cio la traccia di Rik g: tensore metrico, : costante cosmologica, T: tensore stress-energia, c: velocit della luce, G: costante gravitazionale. Il tensore g descrive la metrica dello spazio-tempo ed un tensore simmetrico 4x4, che quindi ha 10 componenti indipendenti; date le 4 coordinate utilizzate, le equazioni indipendenti si riducono a 6.
Vi sono poi quelle utilizzate per lo studio teorico dei buchi neri, derivate ponendo = 0 e Tik = 0:
m0, a=0, Q=0 (corpo dotato di massa, non rotante, scarico): soluzione di Schwarzschild. m0, a0, Q=0 (corpo dotato di massa, rotante, scarico): soluzione di Kerr. m0, a=0, Q0 (corpo dotato di massa, non rotante, carico): soluzione di ReissnerNordstrm. m0, a0, Q0 (corpo dotato di massa, rotante, carico): soluzione di Kerr-Newmann.
Dal precendete prospetto si pu vedere come, una volta ricavata la metrica (ovvero il ds2 = gikxixk) di Kerr-Newmann, si possano ricavare tutte le altre per semplificazione, ponendo di volta in volta i vari paramentri a zero. Metrica di Kerr-Newmann La metrica di Kerr-Newmann dunque con m0, a0 e Q0, ed quindi a simmetria assiale:
dove
= r2 2Mr + Q2 + a2
Metrica di Kerr
Annullando Q nella metrica di Kerr-Newmann si ottiene la metrica di Kerr, soluzione dell'equazione di campo (senza campo elettromagnetico), anch'essa a simmetria assiale:
dove ora
= r2 2Mr + a4
Operando lo stesso tipo di raccoglimento che per la metrica di Kerr-Newmann, si pu scrivere la rapprensentazione matriciale dell tensore metrico
Metrica di Reissner-Nordstrm Se nella metrica di Kerr-Newmann, invece della carica elettrica Q, si annullasse il momento angolare a, si otterrebbe la metrica di Reissner-Nordstrm, a simmetria sferica:
Metrica di Schwarzschild Se infine si pongono a=0 e Q=0 si ottiene la metrica di Schwarzschild, soluzione delle equazioni di Einstein (senza campo elettro-magnetico) in simmetria sferica. Si avr quindi
r=0
Nel primo caso si ha una singolarit eliminabile cambiando sistema di riferimento e corrisponde al raggio di Schwarzschild (ovvero la distanza dal centro del buco nero a cui si forma l'orizzonte degli eventi). Il fatto che la singolarit sia eliminabile spiegabile considerando che le geodetiche non si interrompono attraversando l'orizzonte degli eventi. Nel secondo caso, viceversa, si tratta di una singolarit non eliminabile e corrisponde ad una curvatura infinita dello spazio-tempo, spesso raffigurata come un imbuto senza fine, una smagliatura nel tessuto spaziotemporale.
Conferme sperimentali
Una delle conferme pi recenti alla teoria della relativit, data dall'effetto lente gravitazionale. La luce emessa da una sorgente lontana, transitando nelle vicinanze di un oggetto molto massiccio pu venire deviata, con un effetto complessivo che pu sdoppiare (o meglio trasformare in un anello), l'immagine della sorgente.
Illustrazione dell'effetto lente gravitazionale: la sorgente "reale" quella presente nel riquadro in alto a destra. Il percorso della luce rappresentato dalle frecce bianche, mentre quelle arancio, permettono di ricostruire la posizione apparente (cio quella che vediamo), della sorgente ovvero la posizione delle sue immagini generate dalleffetto lente gravitazionale.
recente inoltre, la scoperta indiretta dell'esistenza dei buchi neri, oggetti pesanti e compatti dalla cui superficie non pu sfuggire (quasi) nulla, essendo la velocit di fuga superiore a quella della luce. Quasi nulla in quanto il fisico Stephen Hawking ha dimostrato come i buchi neri evaporino perdendo particelle, per lo pi fotoni, tanto pi velocemente quanto pi piccola la massa del buco
nero. Questo risultato deriva direttamente dalla conservazione del secondo principio della termodinamica, ed stata la prima applicazione congiunta di relativit generale e meccanica quantistica. Sono inoltre in atto alcuni esperimenti per la registrazione di onde gravitazionali, anch'esse previste dalla teoria: tali onde si svilupperebbero quando due corpi con un enorme campo gravitazionale orbitano a distanza ravvicinata l'uno con l'altro. Un altro risultato che confermerebbe la teoria il cosiddetto frame dragging, ossia il trascinamento del sistema di riferimento da parte di masse in rotazione. Nel 2004 alcuni ricercatori della Cornell University hanno provato a simulare una diversa costante gravitazionale per fermioni e bosoni, e hanno rilevato che questa ipotesi sembra essere in accordo con l'abbondanza relativa dell'elio nell'universo primordiale.