Sei sulla pagina 1di 1

GASPAR VAN WITTEL Amersfoort 1652/53 - 1736 Roma

Napoli. Veduta della Darsena delle galere olio su tela, 55 x 108.5 cm Firmato GASP. VAN WITEL sulla fontana in basso al centro. Datato 1700 sui sacchi in basso al centro.

Provenienza: Robert Finck, Bruxelles; esposto a Parigi (Grand Palais, 26 settembre - 18 ottobre 1964) e a Firenze (Palazzo Strozzi, 18 settembre 18 ottobre 1965); Napoli, collezione Carlo Genovese. Bibliografia: G. Briganti, Gaspar Van Wittel e lorigine della veduta settecentesca , Roma 1966, p. 247 n. 194; G. Brignati, Gaspar Van Wittel, Milano 1996, p. 260, n. 345.

La Veduta della Darsena la pi amata dai collezionisti settecenteschi di Gaspar Van Wittel. Se ne conoscono infatti pi di venti versioni autografe, tutte diverse fra loro, e quella qui presentata, datata 1700, una delle primissime della serie. Essa venne ritenuta fino in epoca relativamente recente (la monografia del 1996 di Briganti) la pi antica veduta datata della Darsena. Nel 2002, invece, la Trezzani (Cfr. F. Benzi (a cura di), Vanvitelli e le origini del vedutismo, catalogo della mostra, Roma 2002, pp. 202-203, n. 66) pubblica unaltra versione datata 1699, attualmente in collezione privata, di dimensioni pressocch identiche alla tela in analisi. Le due opere vennero eseguite durante il primo soggiorno napoletano dellartista; secondo quanto scrive, intorno al 1730, Lione Pascoli nella seconda redazione della biografia dedicata a Gaspar van Wittel, questi doppo essere stato qualche tempo in Roma, volle andare a Napoli del 1699 e vi si rec due anni, e mesi e stette tutto il tempo al servizio del Duca di Medinaceli che gli dava 120 ducati il mese, ed il Contestabile gli fece far prima alcuni quadri per cavalieri napolitani . Nella prima versione a proposito dello stesso soggiorno napoletano il biografo scriveva: circa tre anni vi si trattenne, lavorando ora per il Vicer ed ora per altri di que Cavalieri e particolarmente per quelli a quali mandati avea il Contestabile i quadri gi soprannominati . Qualche riga pi in alto, infatti, il Pascoli a proposito dei principi Colonna, i maggiori committenti ed estimatori del vedutista, aveva scritto che gli avevano fatto fare alcuni quadri con certi cavalieri napoletani loro amici chebbero in Napoli non men che in Roma indicibile applauso. Evidentemente uno di questi cavalieri napoletani, amico dei nobili Colonna, aveva commissionato a Gaspar van Wittel, appena giunto in citt, proprio nel 1699, la Veduta della Darsena delle galere. Lartista olandese, chiamato a Napoli dal vicer Don Luis de la Cerda Fernndez de Cordoba, marchese di Cocolludo, duca di Medinaceli, rimase nella citt, al suo servizio per poco pi di due anni e poi, forse, vi torn qualche volta da Roma. Nel 1700 nasceva, inoltre, nella capitale partenopea, il primogenito Luigi tenuto a battesimo dallo stesso vicer. Quel figlio, larchitetto Luigi che italianizz il nome paterno in Vanvitelli, divenne presto talmente famoso da oscurare con la sua, la fama del padre. Il viaggio e il soggiorno napoletano furono comunque per il vedutista olandese una vera e propria svolta poich al servizio del vicer - conosciuto a Roma quando questi, nel 1687, era ambasciatore del re di Spagna - esegu trentacinque vedute, elencate nellinventario redatto nel 1711 alla morte del marchese; alcune di queste sono ancora oggi propriet degli eredi Medinaceli. Tra le vedute citate nellinventario si trova anche la Darsena de las Galeras con el castello Nuevo de Napoles che, per essere valutata 3000 reles (come lo sono soltanto altre quattro vedute vanvitelliane della collezione: una Plaza Navona, una Plaza de San Marco, una Prespectiva de Tivoli e una del Castillo del huevo de Napoles), doveva essere di grandi dimensioni e pi importante rispetto alle altre, stimate per lo pi tra 1000 e 2000 reles. Come ha scritto Ludovica Trezzani nel 2002: la topografia della Darsena oggi meglio precisabile grazie al disegno con cui nello stesso periodo Cassiano de Silva la raffigur dal molo che qui vediamo a destra, proponendone quindi una veduta complementare a quella vanvitelliana; nel suo disegno pubblicato da Giancarlo Alisio (Cfr. Napoli nel Seicento. Le vedute di Francesco Cassiano de Silva, Napoli 1984, pp. 59-61, n. 7) gli edifici che prospettano sul bacino sono indicati da una l egenda. La veduta di Van Wittel presa dal molo esterno, dando le spalle allantica torre di San Vincenzo e allannesso fortino; ledificio in primo piano a sinistracorrisponde, stando al disegno citato in cui compare con le stesse caratteristiche, all angolo della chiesetta di San Vincenzo. Si vede a sinistra un tratto dei magazzini che, solo su quel lato, costeggiavano la darsena. Oltre la linea dei tetti si riconosce, visto di fianco, il Palazzo Reale progettato da Domenico Fontana, seguito dalledificio che ospitava lUfficio delle Galere e dal palazzo adibito ad alloggio per gli ufficiali; questultimo, al centro della veduta, collegato al Castel Nuovo da una serie di arch i. Sotto i bastioni del castello, la strada dellArsenale che terminava con la porta omonima, stretta fra il torrione di Castel Nuovo e la chiesetta della Madonna delle Grazie dei Forzati delle Galere, di cui si vede il retro. Sullo sfondo, infine, il forte SantElmo e la c ertosa di San Martino. In primo piano, lungo il molo si svolge la vita portuale, con larrivo delle imbarcazioni e lo scarico delle merci. Gaspar van Wittel esegu numerosi esemplari di questa veduta, ne conosciamo oggi pi di una ventina, datati tra il 1699 e il 1722 (Holkham Hall), tutti diversi nel taglio, nella tecnica, nel supporto, nelle dimensioni e nella scelta delle imbarcazioni e delle figure, ma tutti derivati dal grande disegno preparatorio conservato al Museo di San Martino a Napoli (Cfr. G. Briganti, 1996, pp. 367-368, D239). Come la maggior parte dei disegni preparatori di Gaspar van Wittel, per lo pi conservati alla Biblioteca Nazionale di Roma, anche questo molto grande, ha allincirca le stesse dimensioni del dipinto su tela qui esposto. E eseguito su diversi fogl i giuntati tra loro e quadrettati.

Potrebbero piacerti anche