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Stati Uniti : il Senato rappresenta gli States federati : due senatori per ogni Stato
( ma la rappresentanza territoriale è sempre stata discussa : « I senatori
rappresentano persone non alberi o acri» Così Earl Warren uno dei giudici
costituzionali americani più importanti che abbiano mai vissuto ; il caso era
Reynolds v. Sims nel caso si discuteva del c.d. gerrymandering e del principio un
uomo un voto; state legislature districts had to be roughly equal in population
Bicameralismo
Dove più d'uno tra gli elementi compositivi e caratteristici di uno Stato (tra i quali, senza
pretesa di esaustività: popolazione, superficie, livello di ricchezza e sua distribuzione, rapporti
interni ed internazionali) assumono, in sé o interagendo, valori di ampiezza e complessità
significativi, la struttura rappresentativa si fa anch'essa più complessa e il principio di
rappresentanza popolare (che la tradizione rousseauiana considera necessariamente unico e non
replicabile, non senza vulnus al principio democratico) è risultato in concreto affiancato - alla
fine di un'esperienza storica e comparatistica giunta all'alba del terzo millennio - da un
principio di rappresentanza ulteriore, variamente declinato a secondo dei contesti storici e
geografici, ma che comunque concorre (con maggiore o minore forza) a rappresentare quella
articolazione e quella complessità.
Il Senato come strumento di governo della complessità si esprime principalmente, secondo
quanto risulta dal quadro comparato, attraverso le funzioni di controllo rispetto alla possibile
"dittatura della maggioranza" lungo l'asse Governo - Camera bassa; di checks and balances nei
rapporti in senso ampio tra le istituzioni (Capo dello Stato, Corti costituzionali, nomine)
nonché come camera di riflessione ulteriore
La scissione fra federalismo e seconda
Camera negli Stati Uniti
La struttura bicamerale degli Stati federati è passata in più occasioni al vaglio
della Suprema Corte (l'equivalente della nostra Corte costituzionale) che ha
sostanzialmente scisso il sistema di rappresentanza bicamerale dai temi del
federalismo, sconfessando (per la dimensione sub-nazionale) "l'analogia federale"
e la "disproporzionalità" nella rappresentanza che ne conseguiva
In "Reynolds v Sims", nel 1964, la Corte ha statuito :
"I legislatori rappresentano persone, non alberi o acri. I legislatori sono eletti dagli
elettori, non dalle fattorie o dalle città o da interessi economici. Fino a quando la
nostra è una forma di governo rappresentativa, e le nostre legislature sono
strumenti di governo eletti direttamente dai - e direttamente rappresentative dei -
cittadini, il diritto di eleggere i propri rappresentanti in modo libero ed equo è un
fondamento del nostro sistema politico."
Casi di riforma dal bicameralismo al
monocameralismo
Le esperienze di passaggio dal bicameralismo al monocameralismo riguardano
per lo più - in Europa - Stati di ridotte dimensioni demo-territoriali.
E' successo in Croazia (2001), Danimarca (1953) Estonia (1992), Grecia (1935),
Portogallo (1910), Svezia (1970), Ungheria (1960).
Si tratta in tutti i casi di Stati sotto i 15.000.000 di abitanti (oggi, tutti nell'Unione
europea).
La presenza costante di una seconda Camera all'interno dei sistemi-Paese
caratterizzati da complessità;
La riconducibilità, per converso, del monocameralismo a situazioni di relativa
omogeneità sociale (per lo più espressa da una più ridotta consistenza demo-
territoriale).
La vera ragione del bicameralismo
La dottrina politica statunitense è tradizionalmente attenta ai profili del checks and balances. Nel suo classico The
Justification of Bicameralism, W. H. Riker3 ricorda che "La giustificazione tradizionale del pensiero liberale per il
bicameralismo è che raffredda il processo legislativo, rende difficili i cambiamenti improvvisi, obbliga i legislatori
miopi a ripensare alle proprie scelte, e quindi riduce al minimo l'arbitrio e l'ingiustizia dell'azione governativa".
Una "giustificazione del bicameralismo" che non pare derivare dalla struttura federale o meno dei livelli di governo,
ma piuttosto dall'equilibrio dei poteri (e del connesso controllo reciproco) di governo tout court. In questo senso,
Riker affianca al bicameralismo - come risorsa di controllo della "dittatura della maggioranza« – le maggioranze
qualificate, il controllo di costituzionalità sulle leggi; il multipartitismoLa dottrina politica statunitense è
tradizionalmente attenta ai profili del checks and balances. Nel suo classico The Justification of Bicameralism, W. H.
Riker3 ricorda che "La giustificazione tradizionale del pensiero liberale per il bicameralismo è che raffredda il
processo legislativo, rende difficili i cambiamenti improvvisi, obbliga i legislatori miopi a ripensare alle proprie
scelte, e quindi riduce al minimo l'arbitrio e l'ingiustizia dell'azione governativa".
Una "giustificazione del bicameralismo" che non pare derivare dalla struttura federale o meno dei livelli di governo,
ma piuttosto dall'equilibrio dei poteri (e del connesso controllo reciproco) di governo tout court. In questo senso,
Riker affianca al bicameralismo - come risorsa di controllo della "dittatura della maggioranza".
Le riforme in corso del bicameralismo
Cinque anni
La Costituzione si preoccupa di evitare che le elezioni possano essere rinviate : il
rinvio delle elezioni è antidemocratico
Il potere democratico è un potere che ha un termine
Potere di garanzia
La crisi di Governo
I contrasti fra le forze politiche
Impossibilità di formare un nuovo Governo o di funzionare ordinariamente del
Governo in carica
Divieto di scioglimento nel c.d. «semestre bianco»
Eccezione se il semestre bianco coincide con gli ultimi sei mesi della legislatura
( ragione evitare l’ «ingorgo istituzionale»
La forma di Governo alternativa a quella
parlamentare
Il Parlamento ha supremazia sul Governo
Il Governo dipende dal Parlamento
Il rapporto di fiducia
La storia d'Italia è anche una sequela di vicissitudini terribili e di periodi tristi, oscuri e
senza riscatto, segnati da una scia di lutti, dolori, malesseri, prepotenze, mi- sfatti,
uccisioni reali e simboliche dei capi, violenze e impunità. Anche in questo inferno, in
cui non siamo soli, bi- sogna scendere per conoscere l'ethos degli italiani. In un
secolo, essi hanno conosciuto almeno quattro guerre internazionali (Libia, Grande
guerra, guerra d'Africa e seconda guerra mondiale, senza contare quelle di Spagna o
del Golfo), una guerra civile, venti anni di dittatura, una serie di sistemi politici
ferreamente sbarrati agli avversari dei vari governi in carica, la presenza di feroci
organizzazioni illegali che condizionano la vita di quattro regioni, le stragi di cittadini
innocenti, le trame dei poteri occulti, le forme di terrorismo che hanno attivamente
coinvolto decine di migliaia di persone, la corruzione sistematicamente praticata, il
blocco del futuro per milioni di giovani senza lavoro. Ma, insieme, accanto all'arte di
arrangiarsi, anche la sofferta e sporadica capacità di molti di reagire a simili infauste
condizioni producendo efficaci anticorpi.
Transizione costituzionale