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MACHIAVELLI.

SCHEMA GENERALE
“PRINCIPE”, CAPP. I-X
Presa Sinigaglia, Valentino andò a Fano; dove poi che fu soprastato
qualche dí per mettere insieme tutte le genti sue, fece intendere a
Vitellozzo e agli Orsini che il dí seguente voleva andare ad alloggiare in
Sinigaglia, e però che allargassino fuori della terra i soldati che erano
con loro, i quali alloggiavano dentro: il che subitamente eseguirono,
alloggiando le fanterie ne' borghi della città e le genti d'arme
distribuendo per il contado. Venne il dí ordinato Valentino a Sinigaglia,
al quale si feciono incontro Pagolo Orsino e il duca di Gravina,
Vitellozzo e Liverotto da Fermo, e da lui raccolti con grandissime
carezze l'accompagnorono insino alla porta della città, innanzi alla
quale si erano fermate tutte le genti del Valentino in ordinanza. Nel qual
luogo volendo essi licenziarsi da lui, per ridursi agli alloggiamenti loro
che erano di fuora, insospettiti già per vedere che avea maggiore gente
di quella che credevano avesse, gli ricercò venissino dentro perché
aveva di bisogno di ragionare con loro; il che non potendo ricusare,
benché con l'animo già quasi indovino del futuro male, lo seguitorno nel
suo alloggiamento, e con lui ritirati in una camera, dopo poche parole,
perché, sotto scusa di volere pigliare altre vesti, si partí presto da loro,
furono da genti che sopravenneno nella camera fatti tutti a quattro
prigioni; e in uno tempo medesimo mandati a svaligiare i loro soldati.
E il dí seguente, che fu l'ultimo dí di dicembre, acciò che l'anno
mille cinquecento due terminasse in questa tragedia, riservando gli
altri in prigione, fece strangolare in una camera Vitellozzo e
Liverotto: de' quali l'uno non aveva potuto fuggire il fato di casa
sua, di morire di morte violenta, come erano morti tutti gli altri
suoi fratelli, in tempo che avevano già nell'armi grande esperienza
e riputazione, e successivamente l'uno dopo l'altro, secondo
l'ordine della età, Giovanni di uno colpo di artiglieria nel campo
che Innocenzio pontefice mandò contro alla città di Osimo,
Cammillo soldato de' franzesi di uno sasso intorno a Cercelle, e
Pagolo decapitato in Firenze; ma di Liverotto non potette negare
alcuno che non avesse fine condegno delle sceleratezze sue,
essendo molto giusto che e' morisse per tradimento chi poco
innanzi aveva per tradimento ammazzato crudelissimamente in
Fermo, per farsi grande in quella città, Giovanni Frangiani suo zio
con molti altri de' cittadini principali di quella terra, avendogli
nella casa sua propria condotti a uno convito.
(F. Guicciardini, Storia d’Italia, libro 5, cap. 11).
E contratti in Sinigaglia, e scavalcati tutti all’alloggiamento del Duca, ed
entrati seco in una stanza segreta furono fatti prigionieri. Il quale subito montò
a cavallo, e comandò che fussino svaligiate le genti di Oliverotto e degli
Orsini. Quelle di Oliverotto furono messe a sacco, per essere propinque, quelle
degli Orsini e dei Vitelli, sendo discoste, ed avendo presentito la rovina de’
loro patroni, ebbono tempo a mettersi insieme; e ricordatisi della virtù e della
disciplina di casa Orsina e Vitellesca, stretti insieme, controllo alla voglia del
paese e degli uomini nimici si salvarono. Ma i soldati del Duca non sendo
contenti del sacco delle genti di Oliverotto, cominciarono a saccheggiare
Sinigaglia; e se non fusse che il Duca con la morte di molti ripresse la
insolenza loro, l’avrebbono saccheggiata tutta. Ma venuta la notte, e fermi li
tumulti, al duca parve ammazzare Vitellozzo e Oliverotto, e condottili in uno
luogo insieme gli fece strangolare. Dove non fu usato d’alcuno di loro parole
degne della loro passata vita. perché Vitellozzo pregò, che e’ si supplicasse al
Papa che gli desse de’ suoi peccati indulgenzia plenaria; Oliverotto tutta colpa
delle ingiurie fatte al Duca piangendo rivolgeva addosso a Vitellozzo. Pagolo e
il Duca di Gravina Orsini furono lasciati vivi, per insino che il duca intese,
che a Roma il Papa aveva preso il cardinale Orsino, l’Arcivescovo di Firenze,
e Messer Jacopo da Santa Croce. Dopo la quale nuova a dì XVIII di Gennaio
1503 a Castel dellla Pieve furono ancora loro nel medesimo modo strangolati.
(N. Machiavelli, Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello
ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il signor Palogo e il duca
di Gravina Orsini , in Id., Opere, vol II, p. 75).
STATI

Repubbliche Principati
(Cap. I) (Cap. I)

Nuovi
(Cap. III)
Ereditari
Repubbliche (Cap. II) Nuovi del
che tutto Misti
diventano
principati Che si Che si Che si Che si
(Cap. V) acquistano con acquistano con acquistano acquista-
armi proprie e armi aliene e con azioni no con il Ecclesiastici
virtù fortuna scellerate consenso (Cap. XI)
(Cap. VI) (Cap. VII) (Cap. VIII) popolare
(Cap. IX)
Che si reggono da soli Che hanno bisogno dell’aiuto di altri
(Cap. X) (Cap. X)
PRINCIPI, PAPI, CONDOTTIERI
Storia e Mito Tempi Moderni
Cap. IV Cap. III
Dario; Alessandro Magno, Pirro Carlo VIII; Ludovico il Moro; Luigi XII;
Alessandro VI

Cap. V Cap. VII


Tiranni in Grecia Francesco Sforza; Cesare Borgia; Alessandro
VI, Luigi XII; Giulio II
Cap. VI
Mosè; Ciro di Persia; Romolo; Teseo

Cap. VIII Cap. VIII


Agatocle Oliverotto Eufreducci; Paolo Vitelli;
Vitellozzo Vitelli; Cesare Borgia, Alessandro
Cap. IX VI
Nabide; Tiberio Sempronio; Caio Sempronio;
Giulio Cesare

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