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BATTISTERO DI PARMA

Il battistero di Parma, edificio destinato al rito battesimale, si trova


accanto al duomo di Parma ed considerato come il punto di
giunzione tra l'architettura romanica e l'architettura gotica.

STORIA
Il battistero fu commissionato a Benedetto Antelami, che ne inizi
la decorazione nel 1196, come attesta un'iscrizione sul portale.
La datazione dell'opera conclusa piuttosto complessa e solo
recentemente stata suffragata da alcuni documenti. Nel 1216
l'alzato giungeva solo al secondo ordine delle logge, dove era
stata collocata una copertura piana provvisoria. Il prezioso marmo
rosa di Verona cess di arrivare a Parma per i contrasti politici con
il ghibellino Ezzelino da Romano, signore di Verona, e solo nel
1249 fu possibile rimettere mano alla costruzione dei registri
superiori del battistero.
La conclusione avvenne entro il 1270, quando l'edificio venne
solennemente consacrato. Pare che comunque il progetto
dell'Antelami venne seguito fino alla conclusione.
ESTERNO
L'esterno, costruito in marmo rosa di Verona, ottagonale. L'ottagono simbolo di eternit. La superficie esterna
decorata da un complesso schema, con pieni e vuoti che ritmano effetti chiaroscurali.
Al pian terreno su tre facciate si aprono portali strombati con archi a tutto sesto, mentre sugli altri lati si trovano degli
archi ciechi con al centro delle colonnine, in una collocazione insolita. I portali sono decorati da vari rilievi, tra i quali
spiccano le lunette probabilmente di mano dell'Antelami stesso.
Al livello inferiore del paramento marmoreo troviamo lo Zooforo, una serie di settantacinque formelle scolpite a
bassorilievo dall'Antelami e dalla sua bottega ed incastonate a mo' di fregio pressoch continuo.
Quattro registri superiori sono decorati da loggette architravate, interrotte in corrispondenza dei contrafforti sugli
angoli. L'ultima fascia decorata da archetti ciechi di dimensione sfasata rispetto alle loggette sottostanti.
Gli elementi che lo compongono sono tutti ancora romanici, ma la loro disposizione completamente originale:
sviluppo verticale, senso del ritmo, elaborate proporzioni, sono infatti tutte caratteristiche tipicamente "gotiche" del
battistero. Nelle lunette dei portali ricorrono nessi significativi con l'impaginazione delle corrispettive composizioni
delle chiese gotiche francesi: le cattedrali di Chartres, Bourges, Nantes e la Cattedrale di Notre-Dame a Parigi.
Il portale della Vergine

il portale che guarda verso nord e affaccia su Piazza del


Duomo: da questo ingresso entrava il Vescovo in forma
solenne.

La porta prende il suo nome dalla Vergine incoronata,


con in mano un fiore e il Bambino benedicente, che
occupa la lunetta superiore. Appena sotto, si nota una
duplice onda di acqua che simbolicamente allude al
Battesimo. Spostando lo sguardo verso gli stipiti della
porta, losservatore noter due alberi genealogici, che
descrivono la storia della discendenza del Messia:
quello di Giacobbe che termina con Mos,
prefigurazione del Cristo, e quello di Jesse da cui deriva
Maria, madre di Ges. La porta completata dal fregio
superiore, dove trovano posto i dodici apostoli.
Sullarchitrave incisa le scritta con il nome dello
scultor Benedictus e linizio del cantiere, il 1196.
Il portale del Redentore

Questo il portale principale del Battistero e


affaccia verso Ovest: incorniciata da due stipiti su
cui sono rappresentate le opere della misericordia
e le sei et delluomo con la parabola della vigna.

Anche in questo caso il nome del portale prende il


nome dal contenuto della lunetta, che
rappresenta il Redentore, seduto in trono e vestito
con una tunica rossa, simbolo della sua natura
divina. inoltre presente la figura di San Paolo,
che si collega alle scene dellarchitrave
sottostante, dove due angeli con la tromba
risvegliano i defunti chiamati a ricevere il premio
nel Paradiso o il castigo senza fine nellInferno.
Anche in questo caso il fregio che si trova sopra
alla lunetta dedicato ai dodici apostoli.
Il portale del Battista

Da questa porta un tempo entravano i catecumeni,


ovvero coloro che intraprendevano il percorso di fede
per essere ammessi al Sacramento del Battesimo.

Nella lunetta narrato il racconto devozionale di


origine indiana: si tratta della storia del principe
indiano Josaphat, che per mano del vecchio eremita
Barlaam, si converte al Cristianesimo. Al centro della
scena si trova un albero, sul quale un giovane
intento a prendere del miele da unarnia, incurante
della presenza sottostante di un drago minaccioso,
simbolo della morte. Due topi, intanto, stanno
rosicchiando la radice dellalbero, mentre ai due lati
il sole e la luna cavalcano i loro carri, allegorie del
tempo che trascorre inesorabile.
Le formelle con lo Zooforo

Lungo il basamento del Battistero si snoda lo


Zooforo. Si tratta di una serie pressoch
ininterrotta di settantacinque formelle, la cui
paternit attribuita a Benedetto Antelami e
alla sua bottega.

I soggetti raffigurati sono di carattere


simbolico e fantastico: mostri infernali e
marini, centauri, sirene, liocorni, basilischi,
grifoni, cani, uccelli, cavalli e figure umane.
Alla serie delle settantacinque formelle se ne
aggiungono altre quattro: esse rappresentano
le quattro virt (Castit, Carit, Fede e
Speranza) e forniscono la chiave di lettura
dellintero Zooforo.
INTERNO
L'interno costituito da 16 arcate che compongono delle nicchie, ciascuna delle quali contiene una scena dipinta. Tutti questi
affreschi e dipinti risalgono al XIII e XIV secolo. I 16 lati della conformazione interna, che duplicano l'ottagono esterno
(simbolo di eternit), evocano la cerchia dei dodici apostoli abbinata al 4 dei punti cardinali, degli evangelisti e delle stagioni.
Con il passare del tempo i dipinti hanno subto un progressivo degrado in quanto non erano stati eseguiti con una vera
tecnica "a fresco"; di conseguenza, cominciarono presto a staccarsi e a cadere dalla loro sede. Per questo il battistero dovette
essere restaurato e consolidato anche con il ricorso a siringature ed infiltrazioni.
La Cupola
La cupola del Battistero stata affrescata nel terzo decennio del XIII secolo
da maestranze padane, influenzate da modelli iconografici bizantini.
La volta divisa in sei fasce orizzontali concentriche: nella prima fascia
(partendo dal basso) sono raffigurati episodi della vita di Abramo, nella
seconda rappresentata la vita di Giovanni Battista; nella terza il Cristo
glorioso con la Vergine e il Battista, circondati da una teoria di profeti e
re; nella quarta gli Apostoli e gli Evangelisti; nella quinta la Gerusalemme
celeste con le sue mura, cui segue il cielo con le stelle fisse e, infine,
lEmpireo, rosso come il colore dellamore. La cupola rappresenta la
parte pi rilevante del Battistero e costituisce un peculiare esempio di
cupola ad ombrello: dallapice nella chiave di volta si diramano sedici
nervature disposte a raggiera.
I nicchioni perimetrali e i catini

Il perimetro interno delledificio definito da


sedici nicchioni, che accolgono importanti cicli
affrescati votivi. Gli affreschi sono stati realizzati
nel XIV-XV secolo da maestranze emiliane come il
Maestro di Gerardo Bianchi, il Maestro del Trionfo
della Morte, Niccol da Reggio e Bertolino da
Piacenza.

I catini di raccordo tra la parte basamentale e il


loggiato presentano una ricca decorazione
scultorea di scuola antelamica. La particolarit
costruttiva di questi catini, ricavati nello stesso
blocco di pietra delle lunette dei portali esterni,
di essere scolpiti su entrambi i lati, a rafforzare il
simbolismo iconografico dellarchitettura del
Battistero.
La vasca battesimale
Al centro delledificio si trova la grande vasca ottagonale in pietra di Verona,
sopraelevata su doppio gradino che ne segue la forma.
Non presenta particolari decorazioni scultoree, fatta eccezione per i
delicati profili che ne seguono la forma. La vasca, che veniva riempita
dacqua per il battesimo per immersione, racchiude unaltra vasca di
dimensioni pi piccole a forma di quadrifoglio, simbolico richiamo alla
croce. Era proprio in questa vasca minore che trovavano posto i celebranti.

Laltare
Nella nicchia absidale est posto laltare, unarca marmorea di forma cubica.
Nel lato frontale compare il Battista, un Sacerdote e un Levita che indicano,
alludendo al Cristo, il vero Sacerdote., con la loro gestualit riassumono
figurativamente il significato teologico della mensa eucaristica.
Il fonte battesimale

Nella nicchia di sud-ovest collocato un


secondo fonte battesimale, utilizzato per il
battesimo ad infusione dal XIV sec.

La vasca del fonte presenta una


decorazione vegetale (lalbero del giardino
del Paradiso)e, un fitto intricarsi di tralci tra
i quali prendono posto anche alcuni
animali. Il basamento del fonte costituito
da un leone accovacciato con la preda tra
le zampe. Mentre il leone simbolo del
Cristo vincitore della morte, i credenti
risorti a vita nuova con il battesimo sono
rappresentati dagli animali che abitano le
fronde del giardino del Paradiso.
I mesi antelamici

Nella prima galleria del lato est sono collocati i 12


mesi e 2 stagioni attribuite al cantiere antelamico
del Battistero, che non ha portato a termine il ciclo
completo, come rivelano ancora le tracce degli
strumenti della lavorazione. Furono collocate dove
si trovano dai pittori della cupola nel quarto
decennio del XIII sec.. Nella serie scultorea dei mesi
si pu osservare un indirizzo interpretativo
peculiare del cantiere antelamico, che scolpisce il
lavoro che caratterizza ogni mese, un lavoro
compiuto da personaggi con tratti di eleganza e
nobilt, levit ed abiti eleganti, pur nella fatica,
come allegoria del lavoro redento da Cristo.
BATTISTERO DI SAN GIOVANNI (FIRENZE)
Il battistero dedicato a San Giovanni Battista, patrono della citt di, sorge di
fronte al duomo di Santa Maria del Fiore, in piazza San Giovanni.
Inizialmente era collocato all'esterno della cerchia delle mura, ma fu compreso,
insieme al duomo, nelle mura realizzate da Matilde di Canossa ("quarta cerchia").
In origine era circondato da altri edifici, come il palazzo Arcivescovile che
arrivava molto pi vicino, i quali vennero abbattuti per creare l'attuale piazza. Il
battistero ha la dignit di basilica minore.
Il battistero si trova fra piazza del Duomo e piazza San Giovanni, fra il duomo e
l'arcivescovado, nel centro religioso della citt. La facciata principale dell'edificio
ottagonale rivolta ad est, verso il duomo, mentre l'abside si trova verso.

STORIA
Fino al Cinquecento si pensava esso fosse stato in origine un tempio di Marte,
modificato nel medioevo solo nell'abside e nella lanterna. Nei secoli seguenti
invece questa idea fu gradualmente abbandonata, anche perch alla fine
dell'Ottocento scavando sotto l'edificio apparvero i resti di domus romane,
probabilmente del I secolo d.C., con pavimenti a mosaico a motivi geometrici.
Oggi gli studiosi restano comunque divisi tra chi pensa a una costruzione di
epoca paleo cristianae chi invece la data intorno al mille.
Nei documenti scritti, la prima citazione del monumento risale all'anno 897, quando si sa che l'inviato dell'imperatore amministrava la
giustizia sotto il portico "davanti alla chiesa di San Giovanni Battista".

Nel 1128 l'edificio divent ufficialmente battistero cittadino e intorno alla met dello stesso secolo venne eseguito un rivestimento
esterno in marmo, successivamente completato anche all'interno; il pavimento in tarsie marmoree venne realizzato nel 1209.Secondo
alcuni la cupola sarebbe stata realizzata nella seconda met del XIII secolo, ma di ci non esiste nessun documento, e tecnicamente
l'ipotesi assai discutibile.

I mosaici della scarsella risalgono verso il 1220 e successivamente fu eseguito il complesso mosaico della cupola a spicchi ottagonali, al
quale si lavora tra il 1270 e il 1300, con l'intervento di frate Jacopo e la partecipazione di Coppo di Marcovaldo e di Cimabue.

Tra il 1330 e il 1336 viene eseguita la prima delle tre porte bronzee, con l'utilizzo di 24 formelle, commissionata ad Andrea Pisano
dall'Arte di Calimala. La porta, forse inizialmente collocata sul lato est, il pi importante, di fronte al Duomo, fu spostata sul lato sud per
collocare al posto d'onore la seconda porta. Verso il 1320 inoltre Tino di Camaino aveva scolpito tre gruppi scultorei entro nicchie per
decorare la parte sopra i portali di ciascun ingresso: consumate dalle intemperie vennero poi gradualmente sostituite dalla fine del
Quattrocento in poi.

L'attuale porta nord, tra il 1401 e il 1424, venne realizzata da Lorenzo Ghiberti, Inizialmente collocata sul lato orientale, fu a sua volta poi
spostata sul lato nord. Nel corso del restauro iniziato nel 2013 si scoperto, pulendo le formelle, che le figure dei bassorilievi sono
dorate, tramite doratura ad amalgama di mercurio su base bronzea.

La terza porta, con formelle interamente rivestite d'oro, eseguita sempre dal Ghiberti tra il 1425 e il 1452 e chiamata da Michelangelo
"Porta del Paradiso", tuttora occupa il lato orientale.
ESTERNO
Il battistero, intitolato al santo patrono della citt, caratterizzato
da una pianta ottagonale, ricoperta da una cupola con otto spicchi
coperta all'esterno da un tetto a piramide. L'esterno dell' edificio
decorato con marmi bianchi di Carrara e marmi verdi di Prato,
caratteristici dell'architettura romanica fiorentina.

Su tre degli otto lati si aprono tre grandi porte, famose per le loro
decorazioni.

Sopra le tre porte erano collocati tre diversi gruppi scultorei:


sopra la Porta Sud c'era la famosa Decollazione di San Giovanni di
Vincenzo Danti, restaurata nel 2008. Sulla Porta Nord si trovava il
gruppo di Giovanni Francesco Rustici raffigurante la Predica del
Battista (1504-1509). Sulla Porta del Paradiso si trovava il gruppo
del Battesimo di Ges di Andrea Sansovino (1502) con Angelo
aggiunto da Innocenzo Spinazzi nel 1792.
La pi antica la Porta Sud, suddivisa in 28 formelle, disposte
su sette file di quattro, con scene inquadrate da una cornice a
losanga lobata. Le prime 20 formelle narrano episodi della vita
di San Giovanni Battista, mentre le altre 8 recano
personificazioni delle tre virt teologali con l'aggiunta
dell'Umilt, nella penultima fila sui due battenti, e delle
quattro virt cardinali, nell'ultima fila di formelle in basso.
Realizzata dal 1330 al 1336, con questa opera lo scultore
aggiorn la tipologia dei portali romanici inserendo nelle
ventotto formelle quadrate cornici mistilinee, tipiche dell'arte
gotica, racchiuse a loro volta da altre cornici quadrate.
La Porta Nord, realizzata da Lorenzo Ghiberti tra il 1403 e il 1424, narra
le storie della Vita e della Passione di Cristo riprese dal Nuovo
Testamento. Agli inizi del Quattrocento l'arte di Calimala - corporazione
dei mercanti di tessuti della lana finanzi i lavori per la costruzione
della porta, bandendo un concorso pubblico, a cui parteciparono
famosi artisti tra cui Ghiberti e Brunelleschi.
Ogni concorrente doveva presentare una formella raffigurante Il
sacrificio d'Isacco, inquadrato in una cornice polilobata usando la
minor quantit possibile di bronzo.Ghiberti present un'opera molto
composta ed equilibrata, frutto di un'unica fusione e con uno studio
attento dei particolari derivante dalla sua formazione orafa.
Del tutto diversa sia sul piano compositivo che tecnico l'opera del
Brunelleschi: il giovane Isacco si contorce drammaticamente e i
personaggi sembrano uscire dai limiti imposti dalla cornice in un
nuovo rapporto con lo spazio che anticipa le conquiste prospettiche
future proprio di Filippo Brunellesci. La sua formella per, per quanto
innovativa, risult pi pesante di quella del Ghiberti e frutto di pi
fusioni bronzee.
La giuria rimase quindi legata alle forme rassicuranti e raffinate del
Ghiberti, a cui affid la creazione dell'opera. Firenze, che da l a poco
sarebbe diventata la culla del Rinascimento, prefer la tradizione
figurativa tardo-gotica, ancora forte e vibrante.
La porta di fronte al Duomo invece la bellissima Porta Est o Porta
del Paradiso, realizzata dal Ghiberti tra il 1424 e il 1452 per
rappresentare scene dell'Antico Testamento.
La Porta Est fu denominata "Porta del Paradiso" da Michelangelo
che, si racconta, osservando le formelle esclam: "elle sono tanto
benne che elle starebbono bene alle porte del Paradiso".
La Porta divisa in 10 ampi riquadri rettangolari, disposti su due file
che rappresentano scene dell'Antico Testamento, su entrambi i
battenti da sinistra a destra e dall'alto in basso.
In ogni formella il Ghiberti riun pi scene, cosicch arrivano ad
essere rappresentati pi di cinquanta episodi.
Inoltre sono presenti 24 piccoli busti, rappresentanti uomini illustri
fiorentini, tra cui anche un autoritratto dello stesso Ghiberti.
INTERNO
L'interno a pianta ottagonale, con un diametro di 25,6 metri. La decorazione interna ispirata agli edifici romani, come il
Pantheon, con un ampio uso di specchiature marmoree policrome. suddivisa, come all'esterno, in tre fasce orizzontali, la
pi alta per coperta dalla cupola, mentre la fascia mediana occupata dai matronei. Inferiormente le pareti sono
suddivise verticalmente in tre zone per mezzo di lesene e di colonne monolitiche in granito e in marmo cipollino di
spoglio (come gran parte dei marmi del rivestimento), con capitelli dorati che reggono l'architrave. Le pareti, tripartite da
colonne e raccordate agli angoli da doppi pilastri scanalati in marmo, presentano un rivestimento marmoreo a due colori
alternati in fasce e altre forme, bianco di Carrara e verde di Prato. Sopra le bifore si trovano tarsie geometriche, databili a
prima del 1113, a giudicare dall'iscrizione sul sarcofago del vescovo Ranieri. La fonte battesimale in origine occupava il
centro del pavimento, dove si trova un ottagono in cocciopesto. Il pavimento presenta tarsie marmoree di grande pregio,
di gusto orientalizzante, con motivi geometrici, fitomorfi e zoomorfi spesso legati ad animali di fantasia, ispirati ai tessuti
provenienti dal Mediterraneo meridionale e orientale. Essi furono realizzati in tutta probabilit dalle stesse maestranze
che lavorarono anche, fino al 1207, in San Miniato al Monte.
Dal 1048, su iniziativa di Strozzo Strozzi, esisteva nel battistero un orologio solare: attraverso un foro praticato nella
cupola, i raggi solari colpivano nel corso dell'anno i segni dello zodiaco su una lastra di marmo collocata presso la porta
nord, il riquadro zodiacale che oggi in corrispondenza della porta est. Sulla lastra riportato il verso palindromo "en
giro torte sol ciclos et rotor igne. L'altare neoromanico e venne creato da Giuseppe Castellucci ai primi del Novecento
recuperando frammenti originali e sostituendo il precedente altarone barocco di Girolamo Ticciati. Davanti all'altare una
grata lascia intravedere i sotterranei, in cui si trovano gli scavi della domus romana con pavimenti a mosaici geometrici,
venuta alla luce durante gli scavi del 1912-1915.

I mosaici della cupola


Il rivestimento a mosaico della cupola fu impresa iniziata nel
1270 e si conclusero agli inizi del secolo successivo.
Presenta otto spicchi ed rivestita da mosaico su fondo
dorato. Su una fascia superiore sono raffigurate le gerarchie
angeliche. Su tre degli spicchi raffigurato il Giudizio
Universale, dominato dalla grande figura del Cristo: sotto i suoi
piedi avviene la resurrezione dei morti, alla sua destra i giusti
sono accolti in cielo dai patriarchi biblici, mentre alla sua
sinistra si trova l'inferno con i suoi diavoli.
Gli altri cinque spicchi sono suddivisi in altri quattro registri
orizzontali, dove sono raffigurate a partire dall'alto: storie della
Genesi, storie di Giuseppe, storie di Maria e di Cristo e storie di
San Giovanni Battista.
BATTISTERO DI SAN GIOVANNI (PISA)
Il Battistero di Pisa, dedicato a San Giovanni Battista, s'innalza di fronte alla facciata ovest della Primaziale, nella
Piazza del Duomo, vicino al Campo Santo e al Campanile.

STORIA
Ledificio noto soprattutto per essere stato di cornice al battesimo di
Galileo Galilei nel 1564. Progettato ed edificato per ricordare il primo
evento della vita da cristiano degli uomini, dedicato a San Giovanni
Battista. Il primo progetto stato redatto da Diotisalvi, e la prima pietra
posta circa a met del XII secolo, ma non fu mai realizzato completamente,
e circa un secolo dopo linterruzione dei lavori fu ripreso da Nicola e
Giovanni Pisano. Leterogeneit degli stili (romanico e gotico) dovuta
proprio al fatto che ledificio fosse realizzato a pi riprese. Sostituisce un
precedente battistero, pi piccolo, che si trovava a nord-est della
Cattedrale, dove ora si trova il Camposanto. Nell'Ottocento il battistero fu
oggetto di un radicale restauro da parte dell'architetto Alessandro
Gherardesca, con interventi che portarono alla ricostruzione di alcuni
portali e di gran parte dell'apparato decorativo.
ARCHITETTURA

Presenta una curiosa cupola troncoconica, come


quella della chiesa dei Ospitalieri a Pisa, sempre
dello stesso architetto, che copre solo il giro
interno di pilastri. Il progetto di Diotisalvi voleva
essere quello di citare architettonicamente sia la
Moschea della Roccia (all'epoca ritenuta
costruita sulle rovine del Tempio di Salomone)
nella parte esterna, sia l'Anastasis della Basilica
del Santo Sepolcro nella parte interna, entrambi
a Gerusalemme. Successivamente i lavori furono
proseguiti da Nicola e Giovanni Pisano che
modificarono il Battistero in stile Gotico con la
loggia e la cupola emisferica (di fatto un tiburio)
che nasconde quella piramidale.
La cupolina sulla sommit con la statua di San Giovanni Battista furono messi solo molto pi tardi. Il Battistero
originariamente aveva un'apertura sul soffitto attraverso la quale entrava la luce illuminando il fonte battesimale. In
altri battisteri pi antichi tale apertura serviva per riempire tale fonte con l'acqua piovana, ma non il caso di Pisa
dove il fonte non presenta canali di scolo: all'epoca i battesimi venivano gi effettuati in maniera simile all'attuale
attraverso piccole vasche poste lungo il bordo del fonte il quale era, quindi, puramente simbolico.
il pi grande battistero in Italia: la sua circonferenza misura 107,24
m, mentre la larghezza della muratura alla base due metri e 63 cm,
per un'altezza di 54 metri e 86 centimetri.
La cupola coperta da tegoli rossi verso il mare e da lastre di piombo
verso levante. Probabilmente la causa della differenza nella
copertura da trovarsi nella mancanza di denaro, cos come
nell'assenza di affreschi nel soffitto che tuttavia erano stati pianificati
originariamente.

Il portale dirimpetto alla facciata del Duomo


affiancato da due colonne di spoglio. L'architrave
suddiviso in due livelli, l'inferiore riporta episodi della
vita del Battista, il superiore mostra Cristo fra la
Madonna e il Battista tra angeli ed evangelisti. Ai lati
del portale due lesene recano il ciclo dei mesi.
Il Battistero , come molti altri edifici di Pisa,
leggermente inclinato: la pendenza verte verso est in
direzione della Cattedrale.
Interno
L'interno,
sorprendentemente semplice
e privo di decorazioni, ha
inoltre una eccezionale
acustica.
Il fonte battesimale ottagonale
e posto su tre scalini al centro
datato al 1246 e fu
costruito da Guido Bigarelli da Arogno allora appartenente alla diocesi di
Como. La scultura bronzea di San Giovanni Battista al centro del fonte
opera egregia di Italo Griselli.

Il pulpito fu scolpito fra il 1255 e il 1260 da Nicola Pisano, padre di


Giovanni Pisano con scene della Vita di Cristo, sui cinque pannelli
parapetto, mentre in corrispondenza delle colonne sono rappresentati
altri soggetti che simboleggiano Le Virt. Le scene sul pulpito e
specialmente la figura dell'Ercole nudo mostrano bene come l'influsso
classico rendesse Nicola un precursore del rinascimento.
BATTISTERO NEONIANO (RAVENNA)
Il Battistero Neoniano, detto anche degli Ortodossi, un battistero presente a Ravenna risalente al V secolo e prende il
nome dal vescovo Neone che ne ha fatto proseguire la costruzione dopo il suo predecessore Orso. L'appellativo degli
ortodossi va invece inteso secondo il significato dell'epoca, che intendeva i cristiani della "retta" dottrina in
contrapposizione all'eresia ariana.

STORIA
Con il passaggio della sede vescovile da Classe a Ravenna alla fine del IV
secolo, venne iniziata una nuova cattedrale, la Cattedrale Ursiana (dal nome
del vescovo Orso Ursus), della quale sopravvivono pochi resti inglobati
nell'attuale duomo di Ravenna e nell'attiguo Museo arcivescovile. Il
Battistero venne avviato nei primissimi anni del V secolo dallo stesso vescovo
Orso e terminato verso il 450 circa. Neone, nel 458 circa, intervenne con
importanti opere strutturali, in particolare con la costruzione della cupola
(alleggerita da tubi fittili) in sostituzione del soffitto originariamente piano,
cupola che venne decorata con ricchi mosaici ancora oggi visibili.
Una vecchia tradizione, priva di fondamento storico, vuole che l'edificio fosse
costruito sopra il calidarium delle antiche terme romane.
DESCRIZIONE
Per via della subsidenza tipica di Ravenna il
monumento oggi interrato di circa 2 metri; in pianta
presenta la forma ottagonale. Esternamente ha un
semplice rivestimento in laterizio, dal quale emergono
quattro absidiole aggiunte nel X secolo, mentre le
lesene e arcate cieche risalgono alla costruzione
originaria e furono riprese da modelli settentrionali.
L'interno spicca per la decorazione di tutta la cupola a
mosaico al tempo del vescovo Neone. Entro tre anelli
concentrici sono rappresentati vari soggetti:
Nel tondo centrale, su sfondo oro, si trova la scena del
Battesimo di Ges con San Giovanni Battista nel gesto
di battezzare il Cristo immerso fino alla vita nel
Giordano; del fiume compare anche una
personificazione a destra, sottolineata dalla scritta
Iorda n, mentre sopra il Cristo svetta la colomba dello
Spirito Santo. I volti di Ges e del Battista furono rifatti
nel XVIII secolo, per cui la parte centrale della scena,
dai contorni ben visibili, non pi quella originale.
La seconda fascia presenta i dodici apostoli su sfondo azzurro,
con le vesti (toga e pallio) alternate nei colori bianco e oro, e con
in mano delle corone da offrire al Cristo. Le immagini presentano
un senso di movimento, che testimonia gli ininterrotti rapporti
con l'arte classica; contemporaneamente indice di rapporti con il
mondo bizantino sono la vivace policromia, la monumentalit e
la ieraticit delle figure.
Gli apostoli sono intervallati da candelabre e dal cerchio
superiore pendono drappi bianchi che visti dal basso formano la
forma di una corolla di un fiore.
L'anello esterno, a fondo azzurro, presenta una serie di finte
architetture tripartite, con una nicchia o esedra al centro di
ciascuna, affiancata da due strutture portate da quattro colonne
ai lati, che creano un effetto di alternanza tra concavo e
convesso; queste specie di "quinte teatrali" si trovano nell'arte
romana, per esempio gi negli affreschi di Pompei.
Al centro delle otto nicchie centrali si trovano quattro altari con il
Vangelo aperto, affiancate dalle sedie vuote in cui siederanno i
giusti, e quattro troni vuoti con le insegne di Cristo.
Nel registro superiore, all'altezza delle finestre, troviamo
otto archi, uno per lato, che contengono a loro volta tre
archetti minori ciascuno. Quello centrale occupato da
una finestra, mentre i due laterali sono decorati da stucchi
raffiguranti profeti, una volta dipinti. Questi sono sedici in
tutto, quattro profeti maggiori e dodici minori.
La catechesi dell'iniziazione si basava oltre che sui quattro
Vangeli anche sui testi dei profeti del Vecchio Testamento,
spiegando la presenza di queste figure. Al di sopra degli
archetti si trovano affreschi con tralci di vite, pavoni ed altri
simboli.
Al piano inferiore troviamo otto archi ciechi su colonnine,
uno per lato, al cui interno sono poste lastre di porfido e
marmo verde all'interno di riquadri geometrici.
Gli archivolti sono occupati da mosaici, raffiguranti racemi
fitomorfi di vite e figure umane. Vi sono pure quattro
iscrizioni latine, tre con riferimenti a passi biblici.
La vasca battesimale marmorea posta al centro dell'edificio
ottagonale e risale al XVI secolo, ad eccezione
dell'ambone dove saliva il sacerdote per amministrare il
battesimo che originale e risalente al V secolo.
BATTISTERO DEGLI ARIANI (RAVENNA)
Il battistero degli Ariani si trova a Ravenna e fu fatto costruire all'epoca del re ostrogoto Teodorico, a partire dalla fine
del V secolo, terminato poco dopo. Era il battistero della antica cattedrale ariana, oggi denominata Chiesa dello Spirito
Santo. Il battistero inserito nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanit dall'UNESCO.

STORIA
Teodorico, di culto ariano, decise di far convivere pacificamente
i Goti di culto ariano e i latini di culto ortodosso, mantenendo le
due popolazioni separate, il che comport la distinzione dei
rispettivi quartieri e la costruzione dei rispettivi edifici di culto in
citt.
Vicino all'odierna via Diaz, Teodorico fece costruire una basilica
per gli ariani, l'attuale chiesa dello Spirito Santo, che fu molto
rimaneggiata nelle epoche seguenti, ed un battistero ad essa
anticamente collegato, oggi detto "degli Ariani" per distinguerlo
dal pi antico battistero Neoniano "degli Ortodossi". Si tratta
dell'unico battistero conosciuto ad essere stato costruito
propriamente per il culto ariano in Italia.
DESCRIZIONE
Esternamente l'edificio presenta una subsidenza di 2.25
metri. Si presenta come una costruzione in laterizi a pianta
ottagonale, con absidiole nel registro inferiore e finestre ad
arco in quello superiore. Lungo il perimetro esterno correva
un deambulatorio che si interrompeva soltanto in
corrispondenza dell'abside rivolto ad oriente. I restauri hanno
chiarito che l'edificio era parte integrante della retrostante
Chiesa dello Spirito Santo.

L'interno si presenta spoglio, con la muratura a vista e privo di


arredi. La presenza della vasca battesimale ricordata oggi
solo da una lastra marmorea rotonda al centro dell'edificio.
La cupola invece completamente decorata a mosaico. La
superficie musiva pi piccola rispetto a quella del Battistero
Neoniano e l'organizzazione decorativa meno complessa, con
solo due registri circolari. Al centro si trova una
rappresentazione del battesimo di Cristo con Giovanni
Battista, la personificazione del fiume Giordano e la colomba
dello Spirito Santo.
Nel registro pi esterno si trova il trono vuoto dell'etimasia e i
dodici apostoli in atto di offrire corone con le mani coperte,
divisi da esili palme. Anche la palma possedeva una
simbologia legata ai Salmi, fiorisce quando sembra ormai
morta, come i martiri che avranno la loro ricompensa in
Paradiso.
La raffigurazione orientata per essere vista dal battezzando
che stava all'interno della vasca rivolto verso l'altarolo ad
oriente. Ai lati dell'etimasia ci sono gli apostoli Pietro e Paolo.
Pietro, con le mani velate, in segno di rispetto secondo la
tradizione orientale, offre le chiavi. Paolo porge i rotoli con le
sue lettere; sul velo che gli copre le mani rappresentato un
fuso. Si tratta di un richiamo al lavoro.
Rispetto all'analoga rappresentazione nel battistero
Neoniano, pi antica di circa mezzo secolo, la
rappresentazione qui semplice, con figure piuttosto statiche
e ripetitive nella postura e nell'aspetto, che indossano solo
l'alba e i volumi appiattiti. Spicca l'affermazione dominante
del fondo oro, per rappresentazioni pi astratte e simboliche,
inondate da una luce ultraterrena.
SIMBOLOGIA OTTAGONO
Il numero 8 fu importante soprattutto nell'arte Cristiana per il significato di questo numero come si
enuncia nelle parole di Sant'Ambrogio: [...] era giusto che l'aula del Sacro Battistero avesse otto lati,
perch ai popoli venne concessa la vera salvezza quando, all'alba dell'ottavo giorno, Cristo risorse dalla
morte
Sette sono i giorni della Creazione secondo la Genesi, sette i giorni della settimana e l'ottavo il giorno in
pi, l'eternit. L'otto simboleggiato dall'ottagono, infatti, rappresenta l'equilibrio cosmico nonch lo
spirito universale per gli islamici.
ARCHITETTURA
La forma ottagonale nell'architettura ebbe subito grande importanza anche se la diffusione ne limitata. Edifici a
pianta ottagonale si iniziano a vedere nell'architettura romanica dove ne sono esempi i battisteri.
Lo studioso Jacques Le Goff scrive: " In un trattato, Ugo di San Vittore, esponendo i dati numerici simbolici secondo
le Scritture, spiega il significato delle ineguaglianze tra i numeri [...] 8 maggiore del 7 l'eternit dopo la vita
terrena - si ritrova l'8 dell'ottagono di Aquisgrana, di San Vitale a Ravenna, del Santo Sepolcro, della Gerusalemme
Celeste ".
Anche i battisteri di Parma, Cremona, Firenze, Pistoia, Ascoli Piceno e i battisteri di Ravenna (Battistero Neoniano,
Battistero degli ariani) sono ottagoni.
Dei battisteri antichi che ancora si conservano, la maggior parte ha una struttura ottagonale, che si ispira
soprattutto al Battistero di San Giovanni in Laterano, modello imitato per secoli. La forma rappresenta l'ottavo
giorno della settimana, il nuovo giorno, in cui inizia l'era del Cristo: dopo i sei giorni della creazione e dopo il settimo,
cio il sabato, l'ottavo rappresenta l'Eternit, la resurrezione di Ges e quella dell'umanit.
L'otto dunque un numero escatologico e l'autore della Lettera di Barnaba, nel commento alle Scritture, fa dire a
Dio: "Mettendo fine all'universo, dar inizio all'ottavo giorno, vale a dire a un altro mondo. Per questo motivo
celebriamo con gioia l'ottavo giorno, nel quale Ges risorto".
Questa simbologia talvolta chiamata dai Padri della Chiesa "ogdoade", "gruppo di otto". Essa rappresenta il
mondo nuovo, nato dalla Resurrezione di Cristo, e la dimora celeste dei beati. Origene parla del "mistero
dell'ogdoade" e Ilario di Poitiers di sacramentum ogdoadis: attraverso il battesimo che si resuscita con Cristo e si
diventa cittadini del regno di Dio.

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