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I DCA nell’ottica

cognitivo
costruttivista:
aspetti generali
Aspetti fenomenologici
 Discrepanza tra classificazione
nosografica descrittiva e molteplici
manifestazioni psicopatologiche
 SEGNI E SINTOMI importanti non solo
per giungere ad una diagnosi ma
come indicatori di una vulnerabilità
specifica
Caratteristiche
psicopatologiche
 AN: pensiero “tutto o nulla”,
perfezionismo, imposizione di elevati
standard, eccessiva accondiscendenza
 BN: rapide ed intense oscillazioni
dell’umore, impulsività, discontrollo
emotivo
 AN e BN: polarizzazione ideativa
sull’immagine corporea (Checking) e
sulle funzioni gastrointestinali
Caratteristiche
psicopatologiche
 ATTIVITA’ FISICA: per ogni attività
quotidiana viene scelta la modalità di
svolgimento più dispendiosia in termini
energetici

 ?: attenzione per immagine corporea è


“tipica” della nostra cultura; in soggetti
sani lo svolgimento di una regolare attività
fisica migliora la percezione dell’immagine
corporea
Dalla psicopatologia
descrittiva a quella
esplicativa
 Disaccordo tra i clinici riguardo ai
meccanismi eziopatogenetici
 Dalla descrizione alla spiegazione:
c’è bisogno di una teoria di
riferimento
 Esiste una ricerca di base ed una
applicata?
Terapia e tecnica
“La tecnica, concreta e inesprimibile, è
come il riflesso della luna nel
secchio: vera ed illusoria, che pur
apparendovi dentro rimanda ad altro,
fuori dal secchio” (Bara, B., 1999,
“L’impossibilità della tecnica” in
Veglia, F., 1999, Storie di vita, Torino,
Bollati Boringhieri)
Dalla descrizione alla
spiegazione
 Per il paziente dare un senso alla propria
malattia è già parte di un cambiamento
terapeutico: il sintomo non è più qualcosa
di estraneo ma un suo “modo di
funzionare” che può essere modificato
 SINTOMO = “STRATEGIA” per dare
significato e coerenza alla propria
esistenza
Assunti teorici
 Guidano (1988): “organizzazione
di significato personale”

Particolare modalità di conoscenza


individuale che si struttura grazie
all’interazione tra maturazione del
SNC e intersoggettività (esperienza)
Assunti teorici
 Esistere = conoscere
 Conoscenza = processo di
costruzione della realtà che rende
coerente l’esperienza
 “organizzazioni di significato
interpersonale” = particolari modalità
di organizzare la propria esperienza
immediata, di spiegarsela e riferirsela
Organizzazione di
significato personale di tipo
“Disturbi Alimentari
Psicogeni”
 Modalità di organizzare la propria
esperienza presente anche in
soggetti asintomatici
Organizzazioni di
significato personale
 Dimensioni per descriverle:

 Orientamento interno/esterno
 Attribuzione di causalità
 Campo dipendenza/indipendenza
Orientamento
interno/esterno
 Organizzazioni con orientamento internalizzato: le
emozioni primarie sono ben discriminate (fin dal
primo anno di vita) in quanto la figura di
riferimento esprime il proprio stato emotivo in
modo non ambiguo
 Orientamento esternalizzato: basato su uno stile di
attaccamento caratterizzato da atteggiamenti
ambivalenti della figura di riferimento. L’individuo
si definisce solo a partire da una referenza esterna
(prevalente nei soggetti con DCA)
Attribuzione di causalità
 AN: attribuzione causale esterna
(atteggiamento di sufficienza)
 OBESITA’: attribuzione interna (senso
pervasivo di sconfitta)
 BN: oscillazione tra i due atteggiamenti

 ATTENZIONE: DCA “come continuum”


Campo dipendenza/
indipendenza
 Questa dimensione fa riferimento alla
tendenza a ricercare nell’ambiente
percettivo informazioni e punti di vista
degli altri
 Soggetti “campo dipendenti”: fanno
affidamento ai riferimenti esterni (notevole
sensibilità ai segnali emotivi provenienti
dal contesto interpersonale)
 Soggetti “campo indipendenti”: meno
“sensibili” all’ambiente relazionale
esterno, alle relazioni sociali
Organizzazione di tipo
Disturbi Alimentari
Psicogeni
 Bisogno incondizionato di approvazione degli
altri + paura di una disconferma
NECESSITA’/TIMORE DI UN RIFERIMENTO
ESTERNO

 Ricerca di sintonia con le aspettative


dell’altro
 Ipercritica verso gli altri per neutralizzare
l’impatto di eventuali rifiuti o disconferme
Organizzazione di tipo
Disturbi Alimentari
Psicogeni
 CONTESTO FAMILIARE:
 scarsa o distorta comunicazione degli
affetti
 alternanza tra momenti di
comprensione e di distacco
 alternanza tra piena approvazione e
ipercriticismo Esperienza di DELUSIONE
I patterns genitoriali
 Brunch (1973): genitori dei pazienti
con DCA mostrano una eccessiva
focalizzazione sull’alimentazione
(cibo= mezzo per dare conforto e
sollievo)
 Rizzuto e coll. (1981): la madre non
riesce ad adempiere al ruolo di
“specchio”
I patterns genitoriali
 Studio di Chatoor e coll. (1998): osservazione
interazione madri/ bambini con ANI

 Il controllo sulla relazione prevale sulla tenerezza


e il calore emotivo
 Interviste: alte aspetattive su di sé e sul ruolo
genitoriale (attenzione per aspetti formali, scarso
piacere nella relazione)
 LE INTERAZIONI NON SONO MODULATI DAI
COMPORTAMENTI O DAI SEGNALI EMOTIVI DEL
BAMBINO MA DAGLI STATI INTERNI DELLE MADRI
DCA e psicofisiologia
 DCA: incapacità a riconoscere i propri stati
emotivi e fisiologici (“cosa sto provando?”)
 Alcuni studi sperimentali condotti da Reda e coll.
hanno evidenziato in pazienti con DCA:

 Incapacità a modulare il proprio tono muscolare


tranne quando venivano stimolate dall’esterno
le masse muscolari
DCA e psicofisiologia
 Reazioni di allarme ai primi tentativi di
rilassamento muscolare (“rifiuto a lasciarsi
andare”, ipervigilanza)
 Riduzione nei valori di EMG e GSR associati
a riduzione nei valori di TH (una riduzione
della vigilanza sembra associata ad un
“allarme somatico)
 “MIGLIORAMENTO”: migliore correlazione
tra i parametri, minor tempo di recupero
dopo stress
“il compito del terapeuta, allora, è
precisamente quello di ascoltare per
comprendere, per costruire una
teoria generale capace di contenere
in modo coerente quell’intreccio di
storie improbabili che il paziente ha
mal costruito o mal interpretato, o
mal collocato nella sua teoria su se
stesso..” (Veglia, F., 1999)

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