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• Metodi indiretti di studio dei

recettori
• Le curve dose-effetto
• metodi di binding recettoriale
• a livello delle tappe di
trasduzione del segnale:
-attivazione o inattivazione di
enzimi
-attivazione di canali ionici
-attivazione o repressione di
geni
All’interno di ogni famiglia recettoriale i vari recettori si
differenziano per la composizione in aminoacidi e per
la lunghezza dei domini extracellulari e intracellulari

Esempi di recettori:

Tipo 1 (recettori ionotropi):


recettore nicotinico
recettore GABAA
recettore NMDA e non NMDA

Tipo 2: (recettori accoppiati a proteine G)


recettori alfa e beta per le catecolamine
recettore muscarinico per acetilcolina

Tipo 3: (recettori accoppiati a chinasi)


recettori per insulina
recettori per i fattori di crescita tipicamente epidermici
e derivati dalle piastrine
Recettori per le citochine

Tipo 4 (recettori intranucleari)


recettore per gli ormoni steroidei
recettore per l’ormone della tiroide
recettore per la vitamina D
recettore per i retinoidi
recettore per ormoni steroidei
Studi di conduttanza ionica del
canale con tecniche di voltage
clamp o patch clamp ( 1976)
indicano che il flusso di ioni
avviene in tempi compatibili
con l’esistenza di un poro nella
membrana. Sono questi tempi
infatti non compatibili con un
meccanismo di trasporto ionico
che prevede un trasportatore
di membrana.
Ruolo delle proteine Gs in diverse patologie

• La tossina colerica è prodotta dal vibrione del colera


inibendo la GTPasi prolunga la attività della proteina Gs
e determina così un accumulo di cAMP a livello delle
cellule intestinali. Questi eventi si traducono in
secrezione di muco e acqua determinando così la
diarrea tipica del colera.

• Gli effetti sono limitati all’intestino in quanto il vibrione


del colera non è invasivo di altri organi.

• Anche un’altra enterotossina prodotta da Escherichia


Coli agisce in maniera uguale alla tossina colerica
dando la diarrea “del viaggiatore”

• Una carenza su base genetica della proteina Gs è alla


base di una malattia neuroendocrina: lo
pseudoipoparatiroidismo definito tale in quanto non
conseguente a iposecrezione dell’ormone ma a
resistenza del tessuto all’ormone che agisce su recettori
accoppiati a Gs

• Nei fibroblasti di tali pazienti la proteina Gs è ridotta del


50%
• Un attivatore diretto della adenil ciclasi è
la forskolina isolata dalle radici di coleus
forskolii.
• Gli estratti di questa pianta sono utilizzati
nella medicina indiana come rimedio per
malattie cardiache, disturbi respiratori,
insonnia e convulsioni.
• La tossina della pertosse inibisce il
legame del GTP alla Gi avendosi così un
blocco della inibizione della produzione di
cAMP e così indirettamente un aumento
di cAMP.
• Sintomi che accompagnano la pertosse
come la linfocitosi, la sensibilizzazione
all’istamina, la ipoglicemia appaiono
imputabili a questo effetto
• Gli esteri del forbolo sono derivati
sintetici del forbolo che non
degradati a livello della membrana
come il diacil glicerolo attivano la
protein kinasi C.
• Sono sostanze “gli olii do Kroton”
che venivano utilizzate prima degli
anni 40 come stimolanti cellulari:
usati per massaggi…
• Oggi sappiamo che per le loro
azioni di membrana possono
essere sostanze cancerogene.
• Esempio di un farmaco che esplica la sua azione per
interferenza con il ciclo del fosfatidilinositolo:

• Uno dei possibili meccanismi del litio come farmaco


antimaniacale è la inibizione del ciclo del fosfatidilinositolo.

• Secondo la teoria Di Barridge esistono popolazioni


neuronali iperattive che utilizzano prevalentemente questo
sistema di trasduzione del segnale. La somministrazione
cronica di Litio diminuendo la sensibilità cellulare a questo
sistema di traduzione diminuisce l’influenza patologica di
determinate popolazioni neuronali con conseguente
risultato clinico positivo.

• Il Litio è selettivo per il sistema nervoso centrale

• Perché mentre a livello periferico le cellule ricevono lo


inositolo dal plasma oltre a produrlo con una sintesi “de
novo”, a livello centrale le cellule non hanno i sistemi di
uptake per l’inositolo e sono dipendenti da una sintesi “de
novo”. Così mentre in presenza di Litio le cellule periferiche
possono compensare, le cellule centrali sono più sensibili.

• Anche la tossicità del Litio è infatti ristretta al SNC


• Una patologia legata al ciclo del
fosfatidilinositolo
• Sono alcune complicazioni del diabete
consistenti in un rallentamento della
conduzione nervosa fino ad arrivare a
neuropatie periferiche.
• Il glucosio aumentato nel diabete
compete con il mio-inositolo (lo
stereomero più abbondante dell’inositolo)
per la captazione da parte del cellule con
conseguente caduta di produzione di
diacilglicerolo e proteino kinasi C.
• La proteino kinasi C fosforila meno la
sodio-potassio ATPasi che normalmente
mantiene il potenziale di membrana
estrudendo Na++ .Si ha così un
incremento di Na++ intracellulare, un
rigonfiamento nodale, una distruzione
delle giunzioni asso-gliali che si traduce
in una neuropatia.
• Negli U.S.A. gli inibitori dell’aldolasi:
l’enzima che trasforma il glucosio in
sorbitolo si sono dimostrati utili in queste
neuropatie periferiche.E’ probabile che
sia il sorbitolo a competere per l’uptake
del mioinositolo da parte delle cellule
nervose periferiche
• Altra G proteina di membrana
identificata che è importante per la
trasmissione dello stimolo visivo è
la transducina, la proteina T, che
è contenuta nel segmento esterno
dei bastoncelli della retina e che è
accoppiata al recettore luminoso
definito rodopsina.
• La transducina stimola una
fosfodiesterasi che idrolizza il
cGMP regolandone così i livelli
intracellulari.
• Una carenza o un difetto di
funzionamento della proteina T è
alla base di una malattia: la retinite
pigmentosa per cui in questa
malattia vi è un accumulo di cGMP
a livello della retina.
• Il recettore accoppiato alle proteine G
può agire in due maniere:
• 1) attivando proteine G si può avere
attivazione o inibizione di II messaggeri
intracellulari che inducono:
• - una mobilizzazione del calcio
intracellulare
• fosforilazioni proteiche
• attivazione o inattivazione di canali ionici
• 2) attivando proteine G inducono senza
intervento di II messaggeri una
attivazione o inibizione di canali ionici
inducendo così un cambiamento della
eccitabilità cellulare
• Le proteine G attivatici o
inibitrici di canali ionici
funzionano in maniera analoga
a quella con cui agiscono sulla
adenilciclasi o sulla fosfolipasi
C:
• è cioe la subunità alfa a
controllare lo stato di apertura
o chiusura del canale
• Esempi di recettori legati a proteine
Gi che regolano direttamente canali
ionici senza intervento di II
messaggeri sono:
• il recettore muscarinico cardiaco:
• aumenta la conduttanza al K+
iperpolarizzando la cellula e
inibendo l’attività elettrica cardiaca
• il recettore per gli oppioidi, farmaci
analgesici, che con lo stesso
meccanismo riducono la eccitabilità
neuronale
• Studi sul recettore GABAB clonato nel 1997
misero in evidenza che questo recettore ha due
sottotipi che sono prodotti di geni diversi e che il
recettore era funzionale quando si formava un
eterodimero dei due sottotipi.

• Oggi sono state evidenziate dimerizzazioni dello


stesso tipo recettoriale (omodimeri), di sottotipi
recettoriali e anche di recettori diversi
(eterodimeri):
• dopaminici D2 e adenosinici A2A
• dopaminici D5 e GABAA
• con funzioni potenziantesi o inibentesi.
• Queste interazioni per ora dimostrate con
tecniche di biologia molecolare e funzionalmente
“in vitro” devono essere comprovate
funzionalmente “in vivo”.
• Donne incinte affette da ipertensione mostrano a
livello delle piastrine una aumentata espressione
dei recettori B2 per la bradichinina che formano
un eterodimero con i recettori per l’angiotensina
(AT1) aumentando l’azione vasocostrittrice
dell’angiotensina. Questo è stato il primo esempio
di un eterodimero funzionale in vivo.
Recettori accoppiati a chinasi:
• recettori per i fattori di crescita
• recettori per le citochine
• recettori per l’insulina: l’insulina
legandosi a questo recettore
fosforila una varietà di enzimi
involti nel metabolismo
intermedio.
• Il recettore tirosino chinasico consta di domini extracellulari e
intracellulari molto estesi ognuno di 400- 700 aa.
• Il legame dell’agonista con il recettore porta alla
dimerizzazione di paia di recettori.
• L’associazione di due domini intracellulari porta alla
autofosforilazione del recettore su residui di tirosina.
• I residui di tirosina autofosforilati funzionano come siti di
legame ad alta affinita per proteine intracellulari provviste del
cosiddetto dominio SH2 (una sequenza di circa 100 aa). Oggi
sono state identificate molte di queste proteine intracellulari
che si legano a determinati recettori attivati da quell’agonista
conferendo specificità di azione al recettore.
• Alcune vie di trasduzione del segnale del recettore tirosino-
chinasico sono ben note:
• La via Ras/Raf media l’effetto di molti fattori di crescita: ras è
una proteina prodotta da un protoncogene. Ras funziona a
livello di membrana come una proteina G. Attivata dalla
proteina Grb2 che è stata fosforilata dal recettore
tirosinochinasico, ras scambia il GDP con il GTP risulta così
attivata e in grado di indurre la cosiddetta cascata delle
chinasi: una serie di fosforilazioni successive di enzimi: Raf,
Mek, MAP chinasi che infine fosforilano fattori di trascrizione
che iniziano l’espressione genica: la divisione, la
moltiplicazione e la differenziazione cellulare.
• Un altro recettore accoppiato a chinasi è quello che attiva la
via Jak/Stat media l’effetto di molte citochine: in risposta alla
citochina il recettore dimerizza e si lega ad una proteina
citosolica Jak che fosforila il recettore e viene fosforilata. In
tale forma attiva Jak è in grado di fosforilare una proteina che
è un fattore di trascrizione Stat (proteina con dominio SH2).
Stat fosforilata dimerizza migra nel nucleo e trasferisce il
segnale di trascrizione.
• Fra le MAPK 3 sottotipi sono i più noti
(p38, JNK, ERK ½) di cui si sa che p38 e
JNK sono involte in processi di sofferenza
e morte cellulare (apoptosi) ed anche nei
fenomeni infiammatori. ERK è involta in
meccanismi di differenziazione e
sopravvivenza cellulare.

• Attivatori di questa vie sono gli esteri del


forbolo, gli stessi che attivano la proteino
kinasi C e che sono molecole liposolubili.
• Come inibitori delle MAPK si conoscono
sostanze di natura peptidica che
funzionano come falsi sustrati delle MAPK
intracellulari formando un legame sul sito
catalitico della chinasi, essi non possono
essere fosforilati e impediscono l’attività
dell’enzima chinasico.
• In realtà come tutti i peptidi somministrati
in vivo non passano nei tessuti facilmente
e sono allo studio inibitori non peptidici
liposolubili che ancora non hanno però
una buona specificità d’azione.
• Sul recettore tirosino kinasico o recettore
accoppiato a kinasi funziona il fattore
natriurenico, un ormone, prodotto delle
cellule atriali del cuore, che funziona su
recettori NPR A o NPR B che contengono
nella struttura catalitica la guanilato
ciclasi che determina un aumento di
cGMP.
• Il fattore natriurenico ha effetti:
• vasodilatanti e di riduzione della
pressione
• aumenta la capacità di filtrazione
glomerulare renale (aumenta la
dilatazione delle arteriole afferenti al
glomerulo e diminuisce la dilatazione
delle arteriole efferenti).
• E’ in corso di valutazione clinica in
pazienti con insufficienza renale.
Gli oncogeni possono conferire malignità alle cellule
disorganizzando le normali vie di controllo della crescita
cellulare.
• 1) L’oncogene sis che è attivato da virus del sarcoma di
scimmia codifica per proteine simili al PDGF
• 2) L’oncogene erb b codifica per una modificazione del
numero e della struttura del recettore tirosino-chinasico
(viene a mancare la parte di recettore che lega lo EGF)
Lo EGF induce la normale crescita dei fibroblasti che
sono involti nei normali processi di riparazione.
Alcune forme di tumori umani della testa e del collo
mostrano tali anomalie del recettore per lo EGF.
• 3) L’oncogene c ras appartiene alla famiglia degli
oncogeni ras che sono associati con il cancro del
polmone, della prostata e del colon. Codifica per una
proteina che potenzia l’attività della proteina G che
induce l’attivazione delle fosfodiesterasi in particolare
della fosfolipasi C che rompe il fosfatidilinositolo nei
suoi due prodotti : Il DG e lo IP3.
• 4) a) Gli oncogeni myc e fos che codificano per proteine
che ritrovate all’interno del nucleo delle cellule mitotiche
disorganizzano i normali processi di trascrizione del
DNA in risposta ai fattori di crescita e in tale maniera
inducono una abnorme suddivisione cellulare
c-myc è associato al linfoma di Burkitt
n-myc con il carcinoma del polmone e il neuroblastoma
b) Oncogeni possono codificare per
proteine che a loro volta inducono la
soppressione di geni che inibiscono
la crescita cellulare
• Prodotti di geni che inibiscono la
crescita tumorale sono:
• le citochine:
• gli interferoni
• il TGF beta
sono peptidi che inibiscono la
crescita tumorale, oggi si pensa del
cancro del polmone.
La non produzione quindi di tali
peptidi comporta l’insorgenza del
tumore
• Terapia genica del cancro?
• Uno dei geni involti nella
soppressione del tumore è il
P53 che appare alterato in più
del 60% dei tumori umani
• Si studia la possibilità di
reintrodurlo con un retrovirus
• Possibilità terapeutiche nel cancro
• 1) utilizzo di anticorpi monoclonali contro
determinati fattori di crescita o recettori
• 2) utilizzo di fattori di crescita come ad
esempio quello dei granulociti o
macrofagi che a contatto con cellule
leucemiche ne producono la
differenziazione e così sopprimono lo
sviluppo del cancro
• 3) di sostanze come i retinoidi, derivati
della vitamina A, che agiscono su
recettori intracellulari e si sono rivelati in
grado di bloccare alcune condizioni
premaligne. I retinoidi sperimentalmente
inibiscono gli esteri del forbolo che sono
sostanze promotrici del tumore:sostanze
in assenza delle quali un agente
cancerogeno non è in grado di indurre il
cancro.
Recettori intracellulari
Agiscono come agonisti:
gli ormoni steroidei
ormoni tiroidei
Vitamina D
Acido retinoico
• E’ noto fino dalla fine dell’800 dal lavoro
di Huxley che estratti della tiroide
potevano controllare la metamorfosi degli
anfibi , ma non fu’ che nel 1915 che
Kendall cristallizzò la molecola degli
ormoni steroidei e degli ormoni della
tiroide e ne identificò la struttura chimica.
• Nel 1980 l’utilizzo di analoghi sintetici
marcati con alta attività specifica ha
permesso l’isolamento, la purificazione
del recettore
Ormoni steroidei
steroidi derivati dalla corteccia del surrene:
controllano il metabolismo del glicogeno e dei
minerali
-mediano la risposta allo stress: hanno effetti sul
sistema immunitario e nervoso
-influenzano la crescita e la differenziazione cellulare
ormoni sessuali (progesterone,
estrogeni,testosterone)
influenzano la differenziazione del sistema
riproduttivo
controllano le caratteristiche sessuali secondarie
influiscono sulla differenziazione del cervello in
senso femminile o maschile

Ormoni tiroidei
Una produzione anomala di questi ormoni implica
una quantità di funzioni alterate fra cui i processi
di crescita e differenziazione cellulare

L’acido Retinoico è un importante regolatore dello


sviluppo embrionale in particolare nello sviluppo
degli arti e nella organogenesi

Vitamina D3 gioca un ruolo importante nel


metabolismo del Ca++ e nello sviluppo dell’osso
Agendo su recettori intracellulari attivano
l’espressione di 50-100 geni per cellula
che codificano per proteine implicate
nel normale funzionamento cellulare
Fra il legame dell’agonista al recettore e
la produzione di RNAm possono
intercorrere solo pochi minuti ma per
vedere l’effetto fisiologico possono
occorrere ore o giorni
Il recettore è formato da 400-1000 aa.
Ne sono stati a tutt’oggi clonati molti e
molti sono ancora “orfani”: non è stato
identificato il ligande che li attiva
.
• La porzione che lega il DNA è
la porzione più conservata e
quella che conferisce la
specificità al recettore cioè
induce determinati geni e non
altri in risposta ad un
determinato ormone.
• Normalmente il “binding domain” del
recettore inibisce la porzione del
recettore che lega il DNA. Il legame
dell’ormone al “binding domain” causa un
cambiamento conformazionale tale per
cui il recettore dimerizza e “sblocca” la
porzione che lega il DNA in modo che
permette l’avviluppamento al DNA.
• La porzione di recettore che lega il DNA è
costituita da circa 60 aa ed è quella che
specificamente controlla la trascrizione
dei geni promoters o Hormone
Responsive Elements (HRE) come
dimostrato sperimentalmente con l’uso di
recettori chimera.
• Gli HRE sono localizzati circa 200 coppie
di basi a monte del gene che viene
regolato.
• Diversi recettori intracellulari simili
ai nativi ma prodotti di oncogeni,
non hanno bisogno del ligande per
essere attivati
• Tumori della mammella o della
prostata hanno alla base mutazioni
del recettore agli estrogeni
• Mutazioni del recettore o del
numero dei recettori agli estrogeni
possono essere alla base di
disordini psichiatrici quali l’ansia, la
depressione, la psicosi
• È noto fin dall’800 che
modificazioni degli ormoni sessuali
e tiroidei possono essere alla base
di processi neurofisiologici come
l’insonnia, l’irritabilità, la
sonnolenza e forse anche di
disturbi psichici.
• La menopausa è spesso associata
a depressione.
Agiscono su recettori intracellulari:
• Sostanze carcinogenetiche come le
Diossine e idrocarburi policiclici induttori
enzimatici di tipo misto che aumentano la
trascrizione del citocromo P450 e P448
• Il clofibrato utilizzato per ridurre il
colesterolo plasmatico.
• Farmaci antinfiammatori steroidei come i
glucorticoidi hanno recettori intranucleari
tramite cui inibiscono la trascrizione del
gene delle prostaglandino sintetasi (COX-
2) che portano alla produzione di
prostaglandine che sono mediatori
dell’infiammazione

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