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- Numero 6
INDICE
Articolo n1 di Angelo Iervolino Questionario relativo allorganizzazione di squadra durante il periodo precampionato Articolo n2 di Jonathan Proietto Performance ad alta temperatura Articolo n3 di Jonathan Proietto Lo stretching nel calcio Articolo n4 di Jonathan Proietto Core stability: programma dettagliato per un allenamento indispensabile
Le esercitazioni sono molteplici a seconda della situazione che si intende allenare. Le esercitazioni base sono sicuramente Attacco e copertura: in un 2c2, gli attaccanti si scambiano il pallone e i difensori attuano i movimenti di attacco e copertura Per la linea difensiva: attacco ai colori senza palla Esercitazioni per palla coperta e scoperta: Al rilancio del portiere la linea sale, allo stop del centrocampista la linea arresta la salita e a seconda di come si comporta il centrocampista agiranno di conseguenza. Quali sono le esercitazioni tattiche offensive che compongono il percorso didattico che utilizzi (solo descrittivo)? Ricerco, con le esercitazioni per la fase offensiva, ampiezza, profondit, creazione degli spazi. Da questi tre concetti nascono schemi che mi porteranno ad una fase offensiva organizzata. Ampiezza: Si svolge lazione si un lato per poi effettuare un cambio di gioco dopo un numero di passaggi predefinito Ampiezza: In possesso palla del difensore centrale gli esterni vanno rapidamente sulle linee di out. Profondit: In partita, metto due giocatori liberi che giocano con entrambe le squadre. Gli attaccanti effettuano i loro movimenti base e la profondit data dal solo passaggio di un libero per lattaccante Creazione spazi: Lazione si svolge su un lato, lattaccante adiacente si accentra portando con se il suo marcatore liberando spazio per linserimento dalla retrovie di un centrocampista centrale che ricever il passaggio dalesterno in possesso. Adotti anche un tipo di allenamento personalizzato ed esercitazioni per ruolo specifico nel preparare la squadra? Si, soprattutto per la difesa e in 2 centrocampisti centrali. Per la difesa cerco anche in fase di preparazione di far svolgere esercitazioni atletiche solo per loro. Effettui esercitazioni collettive per poi lavorare sui particolari o parti dal particolare per poi arrivare alle esercitazioni generali? Partiamo dai particolari individuali,tattica e tecnica individuale, per poi arrivare al reparto e successivamente a tutta la squadra. Credo che conoscendo dapprima le carenze e i pregi del singolo possiamo impostare il collettivo. Nellorganizzare il gioco a zona preferisce partire dallanalitico (esempio 1>1, 2>1, 2>2 ecc.) per poi gradatamente arrivare allorganizzazione di tutta la squadra o viceversa partire con il movimento di tutta la squadra e conseguentemente analizzare i problemi di tecnica e tattica individuale e tattica collettiva di reparto? Innanzitutto parto dalla tecnica-tattica individuale congeniale al tipo di gioco che andremo a effettuare. Successivamente si lavora con i reparti separatamente per poi esercitare tutta la squadra. Quanto spazio dedichi alle esercitazioni tattiche durante le sedute? Avendo poco tempo a disposizione durante la seduta,e quindi dovendo allenare pi componenti, dedico in media circa 35-45 min a seconda ovviamente di quale seduta della settimana ci troviamo. Cerco di proporre esercitazioni che allenino pi aspetti insieme. Preferisci effettuare prima il lavoro atletico e poi quello tattico o viceversa? La prima seduta della settimana effettuo prima il lavoro atletico, in questa seduta il lavoro prettamente atletico, se cos possiamo definirlo perch nel mio modo di lavorare vi una linea sottilissima tra tattico e atletico che viaggiano insieme. Com' organizzata solitamente una seduta? Dapprima svolgiamo un riscaldamento di circa 20, con la palla e per poi svolgere esercizi di mobilit. Successivamente la fase centrale caratterizzata dalla parte atletica o tattica , e la parte finale basata su partitine che richiamino le esercitazioni e gli aspetti visti in precedenza durante la seduta. Quando introduci il lavoro su palla inattiva? Dalla seconda settimana di precampionato. Questo uno degli aspetti dei quali cerco di non farne a meno. I gol realizzati su palla inattiva possono essere pi decisivi dei gol su azione. Quanto tempo dedichi a tale attivit?
Una volta fatte alcune sedute in cui abbiamo ben assimilato i concetti e gli schemi da adottare, il tempo dedicato e circa 30 alla fine dellultima seduta prima della partita della domenica Attraverso quali esercitazioni? Proviamo schemi ,decisi prima della stagione, sulle varie situazioni di palla inattiva, a partire dal calcio dinizio.
Con la ridistribuzione del flusso ematico, si riduce il volume di sangue che ritorna al cuore, diminuisce cosi il volume diastolico, il che , a sua volta, comporta una riduzione del volume di scarica sistolica. La gettata cardiaca rimane abbastanza stabile durante un esercizio della durata di 30 minuti svolto in ambiente caldo o temperato, malgrado una costante diminuzione del volume di scarica sistolica. Arriva, per , un punto in cui la necessit determinate dallesercizio aumentano e lorganismo non riesce pi a compensare: n i muscoli n la cute ricevono un flusso di sangue adeguato. Ne consegue che si pu compromettere seriamente la prestazione fisica e il rischi di surriscaldamento. Nonostante lorganismo sia pronto a prevenire il surriscaldamento, il calore assunto dallambiente e condizioni che ostacolino la dispersione del calore corporeo in eccesso possono determinare una aumento della temperatura corporea interna, facendole raggiungere livelli che compromettono le normali funzioni cellulari. Bisogna prendere in considerazione almeno quattro variabili: temperatura dellaria umidit velocit dellaria quantit di irraggiamento termico Limportanza relativa di ciascuno di questi fattori nel determinare lo stress da calore complessivo non del tutto chiarita in quanto varia a secondo delle diverse condizioni ambientali. Lesposizione allo stress da calore ambientale, associato allimpossibilit di disperdere il calore generato dal metabolismo, pu condurre a tre tipici disturbi determinati proprio dal calore: crampi da calore, collasso e colpo di calore. CRAMPI DA CALORE: costituiscono il malessere meno serio dei tre disturbi dovuti al calore e sono caratterizzati da un intenso stato di contrattura dei muscoli scheletrici. Questo disturbo probabilmente dovuto alla perdita di Sali minerali ed alla disidratazione che accompagnano una sudorazione abbondante. Essi vengono trattati portando il soggetto sofferente in un luogo pi fresco e con la somministrazione di liquidi o di una soluzione salina. COLLASSO DA CALORE: generalmente associato a sintomi quali affaticamento estremo, affanno, vertigini e svenimento. Nel collasso da calore, i meccanismi termoregolatori sono si in funzione, ma non riescono a disperdere calore con la dovuta rapidit, perch la massa sanguigna non sufficiente a fornire un flusso adeguato alla cute. Questo accidente si verifica spesso durante un impegno da leggero a moderato svolto al caldo. Il trattamento per le vittime di un collasso da calore comprende il riposo in un ambiente fresco, con le gambe sollevate per evitare lo shock. COLPO DA CALORE: Il colpo da calore un evento patologico che mette il soggetto in pericolo di vita e richiede cure mediche immediate. Esso caratterizzato da: innalzamento della temperatura corporea interna che raggiunge valori superiori a 40, cute calda e secca e stato confusionale. Il colpo di calore causato dal collasso dei meccanismi di termoregolazione dellorganismo, e per gli atleti, non un problema associato esclusivamente a condizioni climatiche estreme.
"NEL CONCETTO DI FLESSIBILITA A LIVELLO BIOMECCANICO, INTENDO PER FLESSIBILITA' MUSCOLO-ARTICOLARE, QUELLA CAPACITA A LIVELLO FISIOLOGICO DI MOVIMENTO DEL MUSCOLO E DI UN'ARTICOLAZIONE NELL'AMBITO DELLA LORO TOTALE ESTENSIONE DI MOVIMENTO (FULL RANGE OF MOTION). UNA COSA A CUI DOBBIAMO FARE ATTENZIONE E' IL FATTO CHE MECCANICAMENTE, L'ELASTICITA' DEL MUSCOLO E' DEFINIBILE COME LA PROPRIETA' DI UN CORPO, CHE SUBISCE UNA FORMAZIONE CAUSATA DA UNA FORZA ESTERNA, DI RIPRENDERE, ALMENO PARZIALMENTE, LA FORMA E IL VOLUME INIZIALE. FISIOLOGICAMENTE PARLANDO QUINDI, L'ELASTICITA' MUSCOLO TENDINEA E' LA CAPACITA' DELL'UNITA' MUSCOLO TENDINEA (UMT) DI ELONGARSI NEL CORSO DELLA FASE ECCENTRICA DEL MOVIMENTO E IMMEDIATAMENTE DOPO, GRAZIE A UN'ADEGUATA RIGIDITA' POTER EFFETTUARE UN LAVORO CONCENTRICO RESTITUENDO L'ENERGIA ELASTICA ACCUMULATA NEL CORSO DELLA FASE ECCENTRICA". Nel secondo post FISIOLOGIA 2A, si tratter la RESISTENZA BIOMECCANICA ALL ELONGAZIONE MUSCOLARE FISIOLOGIA 2A: "LO STRETCHING NEL CALCIO, FOCALIZZIAMO L'ELOGNAZIONE MUSCOLARE NEL MOVIMENTO BIOMECCANICO" Il secondo post riguardante l'utilizzo dello streching nel calcio, porta attenzione sempre sulla base della fisiologia, e in particolar modo a quelle che sono le resistente biomeccaniche a livello muscolare, sulla sua elongazione. Tenendo presente che lo spirito primario quello di salvaguardare per bene il muscolo durante il suo utilizzo e il suo allungamento. "NEL CORSO DELL'ALLUNGAMENTO MUSCOLARE SI DISTINGUONO DUE FASI: NELLA PRIMA L'ALLUNGAMENTO SAREBBE PRESSOCHE' TOTALMENTE A CARICO DEI MIOFILAMENTI DI ACTINA E MIOSINA, FACILMENTE ELONGABILI, MENTRE NEL CORSO DELLA SECONDA SAREBBERO I FILAMENTI DI TITINA (PROTEINA MOLTO ELASTICA CHE COSTITUISCE CIRCA IL 12% DELLA MASSA TOTALE DELLA MIOFIBRILLA"
Teniamo ben presente che nella caratteristica della costruzione muscolare una caratteristica particolare costituita dalla posizione centrale dei filamente di miosina all'interno delle due linee Z; tale posizione mantenuta anche quando il sarcomero allungato, come durante lo stretching. Questa centralit della posizione del filamento di miosina resa possibile dalla presenza dei filamenti di titina. "LA CONSIDERAZIONE FINALE CHE VOGLIO FARE, E' CHE IN ALCUNI STUDI SI E' SPECIFICATO E DIMOSTRATO COME IL SARCOMERO PUO' ESSERE ALLUNGATO SINO AL 150% DELLA SUA LUNGHEZZA DI RIPOSO, ANCHE SE NON E' STATO SCENTIFICAMENTE PROVATO IN TUTTO E PER TUTTO. QUELLO CHE VOGLIO SOTTOLINEARE E' IL FATTO CHE GLI ELEMENTI CONTRATTILI DEL MUSCOLO (SARCOMERI) NON COSTITUISCONO UN FATTORE LIMITANTE ALL'ALLUNGAMENTO DEL MUSCOLO STESSO, QUANDO QUEST'ULTIMO SI TROVA IN UNO STATO DI RILASSAMENTO"
FISIOLOGIA 3A: "LO STRETCHING NEL CALCIO, IL RUOLO DI DUE IMPORTANTI ORGANI AL SERVIZIO DEI MUSCOLI" Il terzo post riguardante la funzione e l'utilizzo dello streching nel calcio, riporta la sua attenzione per quanto riguarda gli organi che hanno particolare e importante funzione nell'ambito dell'elongazione muscolare durante lo stretching. Come elencato nel primo post dell'argomentazione (FISIOLOGIA 1A) e in base all'utilizzo che ne faccio durante sedute di allenamento o prepartita, vi elenco quelle che sono i due principali organi che partecipano a tale meccanismo. - gli OTG (organi tendini del golgi) - gli FN (fusi neuromuscolari) Citati SOPRA, VOGLIO ELENCARE BREVEMENTE QUANTO LA FISIOLOGIA UMANA CI INSEGNA, OVVERO LA MUSCOLATURA SCHELETRICA CHE POSSIEDE DUE DIVERSI TIPI DI RECETTORI NERVOSI, PRONTI AD INTERVENIRE E VEICOLIZZARE L'ELONGAZIONE MUSCOLARE". Gli OTG sono organi di senso presenti nello spessore tendineo o a livello della giunzione muscolo-tendinea. Essi risultano disposti in serie rispetto alle fibre muscolari e la loro funzione fisiologica quella di rispondere alle variazionidi tensione del tendine causate dalla contrazione muscolare oppure da stiramenti di tipo passivo, come ad esempio lo stretching. "BISOGNA TENER PRESENTE, COME SPESSO MI E' CAPITATO ANCHE DI NOTARLO IN VARIE SITUAZIONI FISICHE, CHE PER ATTIVARE GLI OTG, E' NECESSARIO CHE LO STRETCHING SIA PARTICOLARMENTE INTENSO. GLI OTG INTERVENGONO AL FINE DI RIDURRE L'ECCESSIVA TENSIONE MUSCOLARE, ATTRAVERSO UN MECCANISMO "L'INIBIZIONE AUTOGENICA", CHE CONSISTE SIA ATTRAVERSO UN'AZIONE INIBITORIA NEI CONFRONTI DELLA MUSCOLATURA AGONISTICA E DI QUELLA SINERGICA." Per quanto riguarda i fusineuromuscolari (FN) sono quegli organi di senso, presenti nei muscoli volontari e che sono costituiti da un fascio di sottili fibre striate specializzate definite intrafusali, le cui estremit sono inserite nella guaina delle comuni fibre muscolari circostanti. "IL FUSO NEUROMUSCOLARE E' UN RECETTORE DI TENSIONE SENSIBILE ALLO STIRAMENTO DEL MUSCOLO, POICHE' DETIENE NELLA SUE ESTREMITA' PRIMARIA DUE RISPOSTE, UNA FASICA E L'ALTRA TONICA, CON CAPACITA' DI RISPONDERE SIA ALL'ELONGAZIONE MUSCOLARE DI TIPO DINAMICO (FASICO) CHE DI TIPO TONICO. L'ESTREMITA' SECONDARIA HA LA POSSIBILITA' DI RISPONDERE SOLTANTO A STIRAMENTI DI TIPO TONICO."
Per molti noi preparatori fisici, sempre stata una patologia, che nel calcio frequentemente si verifica, e quando arriva, spesso trova spazio una dilungata sosta prima di ritornare in campo. PERSONALMENTE HO SEMPRE PRESO CON LE MOLLE QUESTO TIPO DI INFORTUNIO, CHE SOPRATUTTO NELL'AMBITO GIOVANILE, VISTO I VARI CAMBI FISIOLOGICI, TENDONO A VERIFICARSI. LEGGENDO UN'ACCURATA RICERCA SCIENTIFICA SUL CASO, QUASI IL 12% DEI CASI IN RELAZIONE, SONO CAUSATI DA PUBALGIA BILATERALE, INVECE PER IL 40% DEI CASI LA REGIONE ADDUTTORIA, E SOLO NEL 6% DEI CASI LA ZONA PERINEALE. COMBATTO QUESTA PATOLOGIA CON MOLTA PREVENZIONE, UTILIZZANDO MOLTA PREPARAZIONE DI POSTUROLOGIA, E TANTA CORE STABILITY, QUEST'ULTIMA SEMPRE PIU' IN CRESCITA. Partendo con calma nella mia spiegazione, inizierei dai sintomi soggettivi che sono identificabili principalmente nel dolore e nell'impotenza funzionale. La sintomatologia dolorosa presenta delle intensit molto variabili, che possono andare dal semplice fastidio, la cui insorgenza determinata dalle sollecitazioni delle zone anatomiche interessate, sino al dolore acuto di intensit tale da compromettere anche la normale vita quotidiana.
Il dolore potrebbe irradiarsi, estendendosi lungo la muscolatura adduttoria e addominale, in direzione del perineo e degli organi genitali, generando in tal modo, dei possibili errori diagnostici. Dal punto di vista oggettivo, il paziente lamenta dolore alla palpitazione ed allostiramentocontro resistenza, prestando attenzione a come il paziente si muove. UTILIZZO PRINCIPALMENTE 5 TEST PER LE VALUTAZIONI : - Test per il muscolo ileopsoas - Test per il muscolo retto dell'addome - Test per il muscolo adduttore ed obbliqui dell'addome - Test per i muscoli adduttori - Test per il muscolo otturatore esterno In ogni caso il trattamento conservativo della pubalgia deve necessariamente conformarsi ai seguenti criteri, almeno secondo il mio punto di vista: - attenzione sulla tipologia anatomo-clinica - l'et del paziente - il livello sportivo dell'atleta - l'intensit e la tipologia della sintomatologia dolorosa OLTRETUTTO UN RISPETTO PER LA PREVENZIONE A QUESTA PATOLOGIA (COMUNQUE LARGA E CHE SICURAMENTE APPROFONDIRO'), DEVE ESSERE CENTRATO SULLA QUESTIONE FUNZIONALE, COSA ALLENARE, COME PREVENIRE E A LIVELLO FISICO DOVE DOBBIAMO ANDARE A LAVORARE BENE. - Rinforzare la muscolatura addominale in toto e in particolar modo quella dei muscoli obbliqui e del terzo inferiore del retto addominale. - Allungamento della muscolatura adduttoria - condizionamento e rinforzo sinergico della muscolatura addominale, adduttoria, abduttoria e lombare.
CORE
STABILITY
TRA
PRINCIPALI
METODI
DI
Con il termine pubalgia si dovrebbe, di fatto, intendere il sintomo, o meglio una serie di sintomi, di una patologia la cui epidemiologia resta poco chiara, soprattutto in ragione della complessit di tipo anatomico della regione pubica e del frequente sovrapporsi, al quadro clinico, di diversi tipi di patologie.La prima diagnosi di pubalgia si deve a Spinelli e risale a pi di settanta anni fa (Spinelli, 1932): da allora questa patologia non ha mai smesso di suscitare polemiche interpretative e concettuali. In ogni caso nellambito del calcio esistono senza dubbio molti gesti tecnici che possono favorire linsorgenza della patologia: salti, dribbling, movimenti di cutting in generale, contrasti in fase di gioco effettuati in scivolata ( e quindi con gamba abdotta e muscolatura adduttoria in tensione), costituiscono indubbiamente dei fattori che causano forti sollecitazioni a livello della sinfisi pubica, innescando un meccanismo di tipo sinergico e combinato tra muscolatura adduttoria ed addominale.In ambito riabilitativo generale, si sta ultimamente facendo sempre pi strada un concetto di globalizzazione della risposta muscolare nei confronti del movimento richiesto, o imposto, ai vari segmenti corporei. Questo concetto si basa sullassunto, peraltro corretto da un punto di vista prettamante anatomo-funzionale, che i muscoli scheletrici nel corso del movimento vengano reclutati secondo schemi pi o meno complessi, in funzione delle caratteristiche del movimento stesso. Questa visione interpretativa di movimento sinergico soppianta di fatto lidea di movimento legata ad una semplice attivazione, seppur in qualche modo concatenata, di tipo settoriale, e che consideri quindi ogni singolo gruppo muscolare come ununit funzionale a s stante dal punto di vista biomeccanico. In tal modo, si viene a creare un concetto di sinergismo muscolare la cui funzione ricade in ambito quantitativo, qualitativo e di
timing temporale di attivazione che i vari muscoli, artefici del movimento, debbono rispettare nel loro ambito funzionale. Questa sorta di rappresentazione mentale del movimento, tuttaltro che astratta, ci porta a riflette in termini di biomeccanica funzionale, su quali debbano essere gli schemi motori di reclutamento ed attivazione muscolare e sui relativi meccanismi posturali, da riprodurre ed affinare, per permettere una meccanica del gesto atletico efficace e scevra di effetti collaterali potenzialmente lesivi nei confronti dellintegrit fisica dellatleta. ovvio che questo modello interpretativo del movimento trovi una sua naturale applicazione, non solamente nellambito della preparazione atletica in senso lato ma direi, soprattutto, nel contesto riabilitativo, dove lesigenza di una completa restituito ad integrum del paziente deve necessariamente passare attraverso questa tappa fondamentale. Nellambito specifico della riabilitazione della pubalgia, questo concetto di ottimale sinergismo funzionale tra i gruppi muscolari che controllano il cingolo pelvico, trova la sua ottimale concretizzazione pratica in due metodi lavoro, se cos li vogliamo definire, che sono la Core stability ed il Gainage. Il razionale di utilizzo di queste due metodiche di lavoro, si basa sullassunto che in numerose attivit sportive, le forti sollecitazioni imposte a livello del bacino, sia in senso articolare che muscolare, costituiscano i fattori predisponenti a vari tipi di lesione, soprattutto nel caso in cui a causa di vizi posturali, predisposizioni di tipo anatomo-funzionale, mancanza di sufficiente ergonomia od in caso di evidenti scompensi muscolari, il soggetto sia incapace di mantenere unadeguata stabilit funzionale