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L ROMANZO NEL MEDIOEVO Agli albori del romanzo Confronto tra le due grandi triadi dei romanzi antichi

Quando il romanzo medievale muove i suoi primi passi, la cultura dell'epoca si r ivela incapace di tener conto delle nuove realt, le quali erano oramai connesse c on gli sviluppi della nuova letteratura in volgare. Ci evidente dalla stessa acce zione del tempo del termine romanzo: che non indicava un tipo preciso di testo m a era applicabile a qualunque realizzazione testuale, inclusa la chanson de gest e. Oggi sappiamo invece che, tanto per fare un esempio, la differenza tra questi due generi letterari nettissima in quanto, mentre la chanson de geste ha una va lenza rituale, poich portavoce del carattere epico; il romanzo ha valore mitico. A differenza delle canzoni di gesta, il romanzo, non racconta imprese militari c ollettive, ma avventure di singoli cavalieri che perseguono una meta individuale ; esso scritto in versi, ma concepito per la letteratura e non per la recitazion e; le trame ampie e movimentate, sono ricche di digressioni, che mirano a coinvo lgere ed appassionare il lettore; grande spazio dato al tema dell'amore cortese; agli elementi meravigliosi e fiabeschi. Due sono i filoni principali: la materia antica, ossia la rielaborazione in chiave medievale di storie e leggende dell'an tichit classica (Romanzo di Tebe, Romanzo di Troia, Romanzo di Alessandro); e la m ateria di Bretagna, dedicata alle favolose imprese di Art e dei cavalieri della Ta vola Rotonda, che raggiunge i suoi esiti pi raffinati nei romanzi di Chrtien de Tr oyes. Alcuni temi, storie e personaggi della materia di Bretagna furono particolar mente amati nel Medioevo, e si impressero profondamente nell'immaginario della c ultura occidentale, influenzandola fino ai nostri giorni. -LE PRIME TESTIMONIANZEROMAN D'ALEXANDRE, ROMAN DE BRUT, APOLLONYUS Primissima testimonianza della nascita e sviluppo del romanzo nel Medioevo il Ro man d'Alexandre, la cui paternit va attribuita a Alberich von Bisinzio (probabilmen te Pisanon). Tale testo localizzabile all'estremo limite del territorio d'oil. Di questo Roman d'Alexandre ne rimasto solo un frammento che conta 105 decasillab i che sono raggruppati in strofe che variano dai sei ai dieci versi. Il secondo, in ordine cronologico, dei testi romanzeschi un'opera giunta integra : si tratt a del Roman de Brut, opera del chierico inglese Wace. Probabilmente contemporane o al Brut, anche se da localizzare stavolta in area franca, l'Apollonyus de Tyr, di cui ci resta soltanto un frammento di 52 versi. *La parabola del romanzo medievale incomincia con un tuffo all'indietro nell' antichit, ritenuta ancora in grado di trasmettere valori morali ed insegnamenti d i vita: questo il senso dei versi d'introduzione dell' Alexandre di Pisanon, il q uale afferma: l'antichit ci offre uno svago tale da non risultare tutto vano. Ci che spinge il testo di Pisanon nella direzione del romanzo la struttura del racconto di tipo nettamente biografico. L'autore dell'Alexandre comincia con il descrive re gli eventi che hanno caratterizzato la nascita e la fanciullezza del grande e roe macedone, ma purtroppo la frammentariet del testo non ha dato ai critici la p ossibilit di ottenere una visione completa della vita del condottiero. Nel testo comunque chiaro che tutto tenda a far risaltare soprattutto l'individualit dell'e roe, mentre il racconto della sua educazione vuole evidentemente fornire le basi logiche al suo futuro successo. Attraverso i decasillabi, che costituiscono gra n parte del testo, l'autore segna per Alessandro le tappe di un educazione laic a: egli apprende le sette arti liberali, il diritto e la falconeria. Per la prim a volta appaiono nella descrizione di un condottiero gli aggettivi: prode, gener oso e cortese, che costituiranno d'ora in poi la triade fondamentale degli attri buti riservati ai protagonisti dei romanzi medievali. *Anche l'Apollonius de Tyr si rif alla mitologia greca, ma si tratta, a differenz a dell'Alexandre, di una mitologia storicamente non attendibile, anzi quasi sicu ramente di fantasia bench sia apparsa molto probabile ad alcuni autori medievali. La dimensione pur sempre quella biografica, anche se, diversamente dall'Alexand

re, ha ben poco di eroico. Le vicissitudini di Apollonio sono strettamente ricol legabili a quelli che sono i suoi sentimenti nei confronti della figlia del re A ntioco. Le sue peripezie lo conducono dalla principessa Cirene, la quale invaghi tasi di Apollonius decide di sposarlo. La vicenda di Apollonio si lascia interpr etare come un gi mirabile esempio di quel gusto per la narrazione di vicende stra ordinarie e commoventi che avr parte nel successo nascente del genere romanzesco. *Ma il Roman de Brut di Wace conduce a tutt'altra atmosfera: l'opera completa e consta di quasi 15000 versi. Essa si prefigura come una paludata storia degli an tenati bretoni dei monarchi d'Inghilterra, mentre Brut, eroe della Bretagna e fo ndatore della dinastia, altri non sarebbe che un vagabondo nipote del pio troian o Enea. Ci vale almeno per le linee essenziali della storia di re Art. La vicenda del suo regno arricchita da particolari colti e costituisce il vero centro logic o del Brut, poich, per Wace, esso incarna il punto pi alto della parabola della di nastia bretone. L'andamento del Roman de Brut, dunque, non ha un carattere biogr afico, bens cronachistico. La sequenza delle storie dei diversi re bretoni, e in certa misura, anche la storia di re Art, non avranno seguito nella narrativa rom anzesca, in cui per i contatti con la storiografia torneranno ad accentuarsi in f uturo. In realt l'opera di Wace prende spunto dalla famosa Historia Regnum Britan niae, cui l'autore del Brut aggiunge l'innovativo particolare della tavola roton da. L'istituzione di tale Tavola Rotonda ha un valore del tutto nuovo e strategi co per le sorti del romanzo arturiano: essa difatti diventa l'autentico emblema del rapporto armonico che si instaura tra un monarca ed il cavaliere il quale se rve, pi che il signore, quell'ideale laico di prodezza e cortesia. Dopo Wace, o m eglio, grazie a Wace, veri protagonisti non saranno pi i sovrani (gli Alessandro o gli Art), bens i cavalieri, rappresentanti della feudalit subalterna. -LA SECONDA TRIADEROMAN DE THEBES, ENEAS, TROIE A questa prima triade di romanzi succede in modo immediato la serie dei cosiddet ti romanzi antichi: un gruppo di testi abbastanza compatto proveniente per lo pi da ll'impero plantageneto, anche se da diverse regioni. Essi sono collocati in stre tta successione tra loro, tale successione vede il Roman de Thbes, poi l'Eneas ed infine Troie (datati tra il 1155 ed il 1165). Nonostante essi possano essere collocati nello stesso arco temporale, le differe nze che intercorrono tra loro non sono da sottovalutare. *Il Roman de Thbes, i cui testimoni manoscritti si ripartiscono tra due diverse r edazioni, ha un aspetto piuttosto arcaico. Le due redazioni differenziano tra lo ro per il numero di versi: infatti la prima, pi breve, consta di 10500 versi, men tre la seconda, pi lunga, di 14000 versi. *L'Eneas, conservato attraverso ben nove manoscritti, ha una lunghezza pi o meno analoga a quella della versione breve del Roman de Thbes. *In quanto al Roman de Troie, esso l'unico dei tre a portare la firma dell'autor e, cio quella di un Benoit de Saint-Maure. Il testo ha una lunghezza tripla rispe tto ai precedenti ed testimone di una storia ben pi profonda. -RAPPORTI E DIFFERENZE TRA LE DUE TRIADI DI ROMANZIL'ambiente plantageneto si caratterizza, quindi, come centro propulsore del ling uaggio e della tradizione epica: tanto le vicende della guerra tebana, quanto qu elle dell'assedio di Troie, o quelle personali di Enea, affrontate da un punto d i vista prettamente storico, assumono il significato di un immenso prologo al ra cconto delle gesta dei re bretoni contenuto nel Brut. Dunque i romanzi antichi sono considerati sotto il punto di vista di uno stretto rapporto reciproco: molti testimoni associano al testo di Wace l'Eneas, o ancor pi spesso, sia l'Eneas sia il Troie. Bisogna per ammettere che queste opere, le quali vanno a riprendere i temi dell'e popea classica rappresentino, a livello stilistico, un notevole passo avanti ris petto tanto al Brut, quanto ai frammenti dell'Alessandro Magno. Gli elementi di novit portati da questa nuova triade di romanzi pu essere suddivis

a in due ordini principali: da un lato l'ampio spazio dedicato alle figure femmi nili e alla tematica del sentimento; dall'altro la grande rilevanza data all'ele mento del fantastico e del meraviglioso. Infatti in Thbes, in Troie, ma soprattut to in Eneas, il mondo dei sentimenti appare in grande evidenza: le due storie d' amore d'Enea, quella con Didone ed ancor pi quella con Lavinia, acquistano un 'am piezza del tutto nuova rispetto al mondo virgiliano, arricchendosi di dettagliat e descrizioni di quella che viene definita come una vera e propria patologia amor osa. Inoltre Thbes, Eneas e Troie non si limitano a recuperare la tematica erotica ovi diana, ma approntano anche raffinati modi espressivi per veicolarla: in particol are sempre pi sapiente e sottile diviene la tecnica del dialogo o del monologo de gli innamorati, abile anche l'uso dei versi, e la collocazione degli apostrofi. L'altro forte elemento di novit presente nei romanzi antichi costituito dalla pro pensione all'elemento del fantastico e del meraviglioso. Cos ai racconti dei fatt i d' arme e d' amori si frappongono descrizioni di prodigi, di animali miracolos i, di piante curative, di maghi e megere. Qui il gusto del lussureggiante si mes cola all'intento didattico morale dando un decisivo impulso di rinnovamento al g enere romanzesco. Gli anni d'oro del romanzo (dal 1165 al 1180). In poco pi di un quindicennio il romanzo medievale acquista la sua vera fisionomi a esprimendo tutto il suo potenziale sia ideologico che formale. Secondo la tesi sostenuta da Gioia Parisi, il pi antico dei grandi romanzi di quest'epoca il Tri stan di Broul, di cui restano in tutto 4485 octosyllabes. Anche se numerosi indiz i fanno pensare che il pubblico cui si rivolgeva il romanzo fosse quello della c orte di Enrico II, i tratti linguistici del testo portano pi all'area francese oc cidentale che non a quella anglonormanna. In anni assai vicini al 1170 sembrano da collocare le opere prime di due autori che gi una tradizione molto antica ha voluto considerare rivali: Chrtien de Troyes e Gautier d'Arras. Sulla base della cronologia proposta da Anthime Fourrier, n on anteriore al 1170 in effetti Erec et Enide, il pi antico dei romanzi di Chrtien , un'opera che conta all'incirca 6900 versi. Dal racconto traspare una buona con cezione dell'Inghilterra, e gli ampi riferimenti a Nantes, capitale del ducato d i Bretagna, lasciano supporre che all'epoca della composizione dell'Erec Chrtien fosse piuttosto attento agli interessi della monarchia Anglonormanna. L'attivit di Gautier d'Arras si svolge invece in tutt'altro ambiente, cio presso l e corti feudali di Francia. Fra il '70 ed il '73 viene collocato il pi bello dei testi ispirati alla leggenda di Tristano ed Isotta: quello di Thomas (detto d'Angleterre). Il suo testo redatt o attraverso un anglonormanno dai tratti marcati, i cui dieci frammenti formano un totale di 3100 versi. A lui sicuramente posteriore il secondo romanzo di Chrtien de Troyes: Cligs, datab ile tra il 1176 ed il 1177, cui seguir poi la stesura del Perceval. Attorno al 1180 collocabile il secondo romanzo di Gauter d'Arras: Ille et Galero n, dedicato a Beatrice di Borgogna. -LA LEGGENDA DI TRISTANO ED ISOTTAATTRAVERSO LE VOCI DI BEROUL E THOMAS La leggenda di Tristano ed Isotta rappresenta una delle pi belle storie d'amore d i tutti i tempi, ma essa giunta sino a noi soltanto attraverso i romanzi, ridott i a frammenti, di Broul e Thomas. Tale leggenda pu essere definita come una storia di adulteri, passioni forti, vicende eroiche. Risulta evidente che una leggenda del genere non pu avere una matrice colta clericale, infatti essa affonda le sue radici nel terreno mitico della Gran Bretagna e dell'Irlanda. Non dato afferma re con sicurezza in che momento questi nuclei leggendari abbiano per la prima vo lta trovato una sistemazione coerente. Tristano cresciuto dallo zio, nonch re Mar co, il quale sottoposto al pagamento di un gravoso tributo dal re d'Irlanda: div

entato un giovane guerriero, Tristano decide di liberare la Cornovaglia da quest a sottomissione e parte per l'Irlanda, dove riesce a uccidere il gigante Moroldo , fratello del re: viene tuttavia ferito con un colpo di spada avvelenato, ma cu rato dalla figlia del re, Isotta che non sa che egli ha ucciso suo zio. Tristano , una volta guarito, torna in Cornovaglia. Pressato di sposarsi per garantire al trono una successione, il re Marco decide di prendere per moglie colei a cui ap partiene un capello d'oro, portato dal mare da un uccello. Tristano, ricordandos i di Isotta, parte per l'Irlanda, ma, appena arrivato, deve combattere un terrib ile drago. Lo uccide, ma viene ferito, e, ancora una volta, curato da Isotta, ch e si accorge allora che egli colui che aveva ucciso il Moroldo: rinuncia tuttavi a a vendicarsi ed promessa in sposa a Marco per sanare le rivalit tra i due regni . Si imbarca dunque con Tristano verso la Bretagna. Ma la regina d'Irlanda affid a all'ancella Brangania un filtro magico, da far bere ai due sposi la notte di n ozze: essi allora si innamoreranno profondamente l'uno dell'altra. Durante la na vigazione, per, Tristano beve per errore il filtro, credendo che sia vino, e lo o ffre a Isotta: i due cadono preda dell'amore. Isotta sposa comunque Marco, facen dosi sostituire da Brangania per la consumazione del matrimonio. Seguono mesi di amori clandestini, di trucchi e menzogne, durante i quali i due innamorati risc hiano costantemente di essere ingannati dai baroni invidiosi. Un nano malvagio, buffone del re, tenta di farli cogliere sul fatto durante un loro appuntamento n otturno nel verziere, ma Tristano si accorge della presenza del re nascosto tra le fronde di un pino e riesce ad avvertire Isotta, che inscena un dialogo del tu tto innocente. Un'altra volta, il nano sparge della farina sul pavimento della c amera da letto regale: Tristano salta sul letto di Isotta per evitarla, ma cos fa cendo gli si riapre una ferita che macchia di sangue le lenzuola. Scoperti e con dannati a morte, i due riescono a fuggire e si rifugiano nella foresta del Morro is. Dopo tre anni, il filtro comincia a indebolirsi: non sopportando pi la vita a llo stato selvaggio, ed essendo stati scoperti da re Marco, Tristano decide di r estituire la donna al re, e parte: si reca allora in Bretagna dove sposa Isotta dalle Bianche Mani, con la quale tuttavia non consuma il matrimonio. Nel frattem po l'innocenza della regina continuamente messa in dubbio dai baroni malvagi, in ducendola a reclamare un'ordalia. In base a quest'usanza, Isotta dovr giurare di essere stata sempre fedele al marito stringendo in mano un ferro incandescente: se avr detto la verit, Dio la protegger rendendole giustizia. Tristano si reca alla cerimonia travestito da lebbroso, e aiuta la regina che si mette a cavalcioni s ulle sue spalle, a superare il Guado Pericoloso. Cos ella pu giurare di non aver m ai avuto tra le gambe altro uomo oltre a suo marito e il lebbroso stesso. Pi volt e ancora Tristano si reca segretamente in Cornovaglia, travestito da pellegrino o da folle; una volta l'accompagna il cognato Caerdino, che offeso per l'ingiuri a fatta da Tristano alla sorella (non aveva consumato il matrimonio con Isotta d alle Bianche Mani) vuole vedere con i suoi occhi la bellezza di Isotta la Bionda e l'intensit del suo amore. I due cos fanno pace e Caerdino si proclama amante de ll'ancella della regina, Brangania. Ferito gravemente durante una spedizione, Tr istano capisce che solo Isotta la Bionda pu guarirlo e la manda a chiamare, chied endo che vengano messe vele bianche alla nave con cui verr, se lei accetta di ven ire, e vele nere se si rifiuta. Ella accetta, ma la sposa di Tristano, avendo sc operto il loro amore, gli riferisce che le vele sono nere. Credendosi abbandonat o da Isotta, Tristano si lascia morire; la donna, arrivata troppo tardi presso d i lui, muore di dolore a sua volta. Pentita per le conseguenze tragiche della su a menzogna, Isotta dalle Bianche Mani rimanda i corpi in Cornovaglia, facendoli seppellire assieme. Le piante che cresceranno sulla loro tomba, nocciolo e capri foglio, si intrecceranno cos strettamente che nessuno, mai, potr separarle. *La cosiddetta version commune della leggenda testimoniata dal poema di Broul. Al c entro di tutta la vicenda vi il tema di un amore fatale ed invincibile causato d a un filtro magico che avrebbe dovuto legare Isotta al suo promesso sposo, re Ma rco, e che invece, per errore, l'ancella Brangania serve alla padrona e a Trista no, durante il viaggio che conduce la fidanzata del re in Cornovaglia. Da quest' amore, e attorno a quest'amore, si sviluppano tutte le avventure: episodi ora tr agici, ora non privi di toni grotteschi o comici, la cui variet tonale denuncia p roprio l'arcaicit della materia. In essi Tristano mostra spesso tratti spavaldi e

burleschi, certo poco cortesi, almeno a giudicare secondo quei canoni di compor tamento che presto diventeranno obbligatori per gli eroi dei romanzi: si pensi c he nella seconda parte della vicenda, l'eroe arriva persino a farsi complice dei furtivi amori del cognato Kaherdin. Pur accogliendo nelle linee generali il qua dro completo della leggenda, iniziata per opera di Eilhart, Broul vi apporta alcu ne interessanti modifiche. In primo luogo, nel suo romanzo non appare traccia de lla storia dei genitori di Tristano ed il suo amore con Isotta non deve dividers i la scena con altri episodi sentimentali. Inoltre Broul limita a tre anni l'effe tto del filtro cosicch i due amanti possano rendersi conto che la loro passione n on valga poi tante pene e tanta miseria. *Thomas d'Angleterre, chierico ben pi colto e sottile di Broul, mira invece a rend ere il rapporto tra Tristano e Isotta del tutto credibile sul piano psicologico: da quanto lasciano scorgere i frammenti del suo romanzo, egli aveva dato al fil tro una durata eterna e non temporanea, ma ne aveva anche sminuito il valore eff ettivo riducendolo a simbolo di un amore invincibile. Thomas sa descrive con esa ttezza e precisione la situazione sentimentale dei due amanti e sa rappresentarl a attraverso monologhi di rara interpretazione psicologica ed abilit argomentativ a. Ci che Thomas vuol far risaltare l'atteggiamento insieme esemplare e problemat ico di Tristano ed Isotta rispetto ai nuovi modelli di comportamento veicolati d all'ideologia cortese. -CHRETIEN DE TROYESQuella storica corte arturiana che Wace aveva concepito come simbolo di un poter e regio autorevole e rispettoso delle autonomie dei vassalli subisce, con i roma nzi di Chrtien, una notevole trasformazione. Egli sembra non essere pi interessato a mettere in risalto i presunti legami fra il regno arturiano e il mondo classi co, ma a valorizzare ulteriormente un tessuto leggendario celtico che Goffredo e Wace avevano utilizzato solo in minima parte. Fin dal prologo della sua opera, l'Erec, il poeta esibisce le fonti delle sue trame: tali fonti vanno dall'Histor ia al Brut. Leggende di rivalit amorose e guerriere, combattimenti contro esseri fantastici, conquiste di talismani magici vengono descritte in una duplice chiav e: nella chiave di storie d'autoaffermazione personale e sociale del protagonist a; e nella chiave di storie della sua educazione sentimentale, che non pu essere che educazione all'amor cortese. Investiti di questi nuovi significati, i materi ali tradizionali dovevano anche venir montati in maniera nuova, ossia essere ord inati secondo una particolare conjointure. Infatti un costante tratto di spicco dell'organizzazione narrativa dei suoi romanzi la bipartizione del racconto. *L'avventura e l'amore: l'Erec e Yvain sono il primo ed il terzultimo dei romanz i di Chrtien, essi mostrano l'aspetto pi ottimistico dell'ideologia del loro autor e: ci non solo per il lieto fine, ma per la volont di presentare come positivament e risolvibili i problemi da essi sollevati. Va in primo luogo notato come nell'E rec tanto nell'Yvain il rapporto fra i protagonisti maschili ed il potere non si configura pi nei termini epici di rapporto fra signore e vassallo. ben vero che i due giovani cavalieri, Erec e Yvain, si muovono in un universo ancora saldamen te governato da leggi feudali e il loro comportamento sembra prescindere da tali leggi. Il signore, re Art, in effetti una figura sempre pi statica e passiva. Tan to Erec quanto Yvain all'inizio del racconto si trovano nella classica situazion e degli eroi epici: senza feudo; inoltre la loro strategia di successo si compie a prescindere dagli interventi del signore. Manca per ora l'idea che il valore degli eroi si possa misurare attraverso quelle prove magiche che avranno invece tanta fortuna nelle opere successive come negli episodi che caratterizzeranno le avventure di Lancelot e Perceval. *L'avventura dell'amore: nel Cligs, e ancor pi nel Lancelot, l'amore che genera le avventure. Loro essenziale punto di riferimento la funzione del fatale rapporto che lega i protagonisti. Nel Cligs i diversi oppositori che cercano di contrasta re la felicit dell'eroe e di Fenice, sposa controvoglia del vecchio imperatore di Costantinopoli (zio di Cligs), possono essere visti come le personificazioni deg li scrupoli e delle idee preconcette che ostacolano il naturale realizzarsi di u n'affinit elettiva. Nel Lancelot, molto pi sottilmente, l'itinerario avventuroso d

ell'eroe, protagonista di una storia d'amore decisamente adultera, la drammatizz azione del conflitto fra una concezione ragionevole ed una folle dell'amore. Sol o quando avr imparato che in amore bisogna essere pronti a rischiare, Lancillotto potr godere della pi perfetta felicit accanto alla regina. Pur essendo entrambi romanzi d'amore, Lancelot e Cligs non sono uniti da grandi affinit. Il Cligs, opera estremamente costruita, una risposta polemica alla leggen da tristaniana. Quanto a Lancelot, non vi sono modelli pi o meno celebri sui qual i esso si allinea, a parte l'ormai manierato riferimento alla materia di Bretagn a. In realt il fulcro essenziale dei due romanzi non il triangolo adultero, bens c on essi ci troviamo davanti ad una sorta di speculazione filosofica sulle radici , e, ancor pi, sugli effetti sociali, di un perfetto rapporto amoroso cortese. *L'avventura e il senso del mondo: la seriet degli assunti dei suoi romanzi non h a impedito a Chrtien di velare spesso di sottile ironia il racconto delle diverse vicende. Nel caso di Perceval l'ironia serve a mettere in luce l'assunto che tr avalica i confini dell'ideologia cortese per entrare nel terreno della ricerca d el senso del mondo e dell'esistenza individuale. Sull'onda dell'emozione suscita ta da un fugace incontro con cinque cavalieri di Art, Perceval, adolescente che l a madre ha fatto vivere nel pieno della foresta, lontano dalla vita di corte, si illude di potersi realizzare pienamente nella militia cavalleresca. Per puro is tinto, Perceval inizia una ricerca apparentemente fine a se stessa. Nel corso d i tale ricerca egli si sforza di mettere in luce gli insegnamenti pi genericament e morali o pi specificamente cortesi che ha appreso. Ma tali insegnamenti lo spin gono ingenuamente ad erronee interpretazioni degli avvenimenti nei quali si trov a coinvolto e dunque ad erronee, inadeguate e talvolta buffe reazioni. Proprio l o scarto tra realt ed apparenza messo in rilievo attraverso l'ironia usata da Chrt ien. Culmine ed emblema dell'ambiguit del reale rappresentato dal Graal, misterio so recipiente dai poteri salvifici custodito dal Re Pescatore, cugino di Perceva l. Col Graal il giovane eroe si trova a dover fare i conti, rivelandosi decisame nte non all'altezza. Viene naturalmente da chiedersi perch Chrtien, che aveva dato un grande contributo alla costruzione del modello ideologico cortese, improvvisamente manifesti tant i e cos gravi dubbi sulla sua validit. In realt egli subisce fortemente quel declin o del modello feudale-cortese, che va dal 1180 al 1190, declino che gli altri au tori non sembrano cogliere. -GAUTIER D'ARRASL'opera di Gautier d'Arras sembra valorizzare ben poco la fascinosa materia di B retagna che il contemporaneo Chrtien de Troyes aveva portato ai massimi splendori . Comunque sia, il tratto pi saliente della personalit artistica di Gautier costit uito dalla sua abilit nel manipolare e nell'accostare le fonti pi disparate. * L'Eracle, sua prima prova, combina uno spunto tipicamente storico-agiografico: l'esaltazione della croce e dell'imperatore bizantino Eraclio. Quanto alla tecn ica narrativa, ad un certo sforzo di realismo e penetrazione psicologica, si acc osta la ricerca di effetti straordinari. *In Ille et Galeron, che rappresenta una composizione ben pi compatta, viene dato seguito alla storia di Maria di Francia narrata nell'Eliduc. Il teatro delle vi cende si trasferisce a Roma, come voluto omaggio a quelle radici culturali class iche che la moda bretone rischiava di mettere in ombra. Avventure, amore, edificazione fine XII inizio XIII secolo Il trentennio che va dal 1180 al 1210 vede lo svilupparsi, entro il genere roman zesco, di diverse tendenze compositive. Raccogliendo l'esperienza di Albric de Pi sanon e quelle degli autori posteriori il normanno-parigino Alexandre de Bernai c ompone il pi ampio e famoso dei romanzi su Alessandro Magno. Dal Roman d'Alexand re recupera diversi elementi uno dei testi narrativi pi interessanti del Medioevo francese: il Partonopeu de Blois, un vero e proprio romanzo-fiume di quasi 2000 0 versi, composto allo scopo di glorificare la potente famiglia dei conti di Blo

is, mettendone in risalto la parentela con i re di Francia. Sul finire del secol o, il Bel Inconnu, breve romanzo scritto da un dilettante originario della regio ne a nord di Lione, Renaut de Beaujeu, adatta alla materia arturiana alcune dell e tecniche narrative lanciate da Partonopeu. In questo periodo l'area anglo normanna, che pure ha smesso di esercitare un ruo lo trainante negli sviluppi del genere romanzesco, viene elaborando un tipo abba stanza particolare di narrazione: il cosiddetto ancestral romance, ovvero romanzo degli antenati. Primi esempi di questo sottogenere sono l'amplissimo Waldef, bio grafia romanzata di uno storico progenitore dei re di Scozia, e il Guillaume d'A ngleterre, nel quale si celebrano gli antenati della famiglia dei Lovell sempre a cavallo dei due secoli si situa l'opera del cavaliere borgognone Robert de Boron, rielaboratore della tematica graaliana che era stata al centro dell'u ltima opera di Chrtien. Tre sono i fondamentali romanzi composti da Robert: Josep h d'Arimathi, Merlin e una rielaborazione del Perceval. -FRA STORIA E INVENZIONEROMAN D'ALEXANDRE, PARTONOPEU DE BLOIS, BEL INCONNU *Riprendendo la materia relativa ad Alessandro Magno, Alexandre de Bernai porta a definitivo compimento la biografia del condottiero macedone iniziata da Albric de Pisanon. Quest'ultimo Roman d'Alexandre mantiene una fisionomia ben definita, in linea con le opere precedenti. Essa infatti caratterizzata da uno stile abbas tanza vicino a quello epico ed attraversata da una certa tendenza didattico-mora le che dota la figura del re antico di tratti spiccatamente esemplari. La tipolo gia delle avventure che si susseguono nel romanzo in larga misura diversa da que lla della narrativa bretone: vi si recupera piuttosto il gusto del meraviglioso esotico che era stato caratteristico dei romanzi antichi. Alessandro esplora e c onquista l'India, scoprendo i prodigi naturali e le straordinarie ricchezze, si libra in cielo sollevato dai grifoni, si fa calare negli abissi dell'oceano dive ntando un modello dell'Ulisse dantesco. Non trascurabile d'altro canto l'influss o che L'Alexandre di de Bernai esercita sulla narrativa del tardo XII secolo. Mo lte sono infatti le opere che renderanno vistoso il loro rapporto con il testo d i Alexandre de Bernai, quali ad esempio il Plorimont. *Risulta degno di eguale attenzione l'antico Partonopeu de Blois, databile al 11 85 circa. Il quadro della narrazione costituito da una storia d'amore tipicament e cortese, con lontani ricordi classici: Partonopeu si innamora della misteriosa Melior, principessa greca, la cui vista gli negata da un sortilegio per lo spaz io di due anni; riuscito, dopo molteplici peripezie, a sposarla, deve sconfigger e il sultano di Babilonia, pretendente respinto, che ha deciso di vendicarsi inv adendo il regno di Melior. Ci che rende interessante questa vicenda il variare e l'intersecarsi dei moduli espressivi che oscillano tra lo sotrico-genealogico, e pico, lirico. Per la prima volta la vera biografia di uno scrittore fa irruzione nella trama della sua opera: la voce narrante di uno scrittore fa irruzione nel la trama della sua opera per commentare alla luce della propria esperienza i com portamenti dei personaggi. *Nel non molto posteriore Bel Inconnu, romanzo di ambientazione arturiana, Renau t de Beaujeu va ancora oltre, sostenendo addirittura di essere pronto a mutare i l corso della storia se ci pu far piacere all'amata: per la prima volta i romanzie ri medievali sembrano avere coscienza della natura essenzialmente fittizia della propria opera. -GLI ANCESTRAL ROMANCESLA TRILOGIA DI ROBERT DE BORON I romanzi degli antenati rispondono all'esigenza di legittimazione propria di dina stie feudali di recente e talora oscura origine. Recuperando in parte la trama d ell'Apollonius de Tyr, il Guillaume d'Angleterre narra, a evidenti benefici dell a famiglia Lovell, le peripezie di un leggendario re Guglielmo che viene messo a dura prova: privato del proprio regno, separato dalla moglie e dai figlioletti, cos ridotto in assoluta povert costretto a vivere dandosi al commercio finch una s

erie di felici colpi di scena gli faranno ritrovare la famiglia e lo reintegrera nno sul suo trono inglese. Nel Guillaume d'Angleterre si mescolano i due registr i avventuroso-cavalleresco ed edificante che danno tono a tutto il sottogenere. A fini altrettanto edificante, anche se per nulla episodica e strumentale, rispo nde la trilogia graaliana di Robert de Boron. Egli collega la storia del Graal a lla leggenda medievale relativa a Giuseppe d'Arimatea, che si era venuta formand o a partire Vangeli apocrifi, soprattutto nell'area mediterranea. Robert non si rif comunque alla leggenda del Graal, narrata da Chrtien, e la prova pi evidente d i ci costituita dal fatto che il suo Joseph ignora del tutto la presenza della La ncia-che-sanguina, elemento fondamentale della vicenda narrata da Chrtien.. *Nel Perceval va riconosciuta a Robert una notevole abilit costruttiva: nel suo i nsieme la trilogia si pone come una grande e coerente storia della Salvezza il c ui emblema appunto costituito dal Graal. Robert, senza esitazioni, lo identifica come la scodella usata da Ges nell'ultima cena, nella quale poi Giuseppe avrebbe raccolto il sangue del Salvatore. *Nel Joseph viene descritta la preistoria del culto del santo vaso i cui sacerdo ti altri non sono che i discendenti del Ricco Pescatore: essi trasportano la rel iquia dalla Palestina all'Inghilterra e si tramandano di padre in figlio il comp ito di custodirla in un luogo nascosto, dove poter godere delle ineffabili gioe che essa procura. Le gioie ed i piaceri procurati dal santo Graal resteranno pre clusi a tutti i comuni mortali, fino all'avvento del Cavaliere Eletto, pronipote di Giuseppe, destinato a realizzare tutte le profezie connesse con il Graal. Mo lte di queste profezie riguardano il regno di Art e sono connesse ai poteri del m ago Merlino *Merlin il protagonista del secondo romanzo della trilogia e la sua figura appar tiene alla pi antica tradizione bretone (gi Goffredo di Monmouth ne aveva fatto un tutore soprannaturale di Art). Tradizione e innovazione la prima met del XIII secolo Sono datati ai primi anni del Duecento i due pi antichi tentativi di portare a co mpimento il Perceval di Chrtien de Toryes. Si tratta della cosiddetta Continuatio n Gauvain, focalizzata sulle avventure del nipote di re Art, e dotata di una trad izione manoscritta molto varia. Probabilmente nell'arco di una decina d'anni, un o stesso nome, Renart, compare in due romanzi dai marcati ed inusuali toni reali stici: l'Escoufle e il Guillaume de Dole. Tra queste due opere va collocato il G aleran de Bretagne. Il ventennio che segue offre una gamma notevole di realizzaz ioni romanzesche, e, per la prima volta, registra l'espansione del genere in are e nettamente estreme rispetto al dominio dell'oil. A un medesimo autore, Gerbert de Montreuil,sembrano da attribuire due opere assai distinte l'una dall'altra: il Roman de la Violette e l'ennesima continuazione del Perceval. -IL ROMAZO ARTURIANO IN VERSICONTINUAZIONI DEL PERCEVAL, JAUFRE, MERAUGIS Molti dei testi della prima met del XIII secolo raccontano le gesta di personaggi che la tradizione romanzesca del secolo precedente aveva ormai portato a grande celebrit : Galvano, Perceval, Lancillotto, Keu (poco amabile siniscalco di Art). In altre opere invece i protagonisti sono degli sconosciuti, giovani cavalieri c he si affacciano per la prima volta sulla scena a caccia di una notoriet destinat a solitamente a rimanere effimera. Uno degli esempi pi interessanti di romanzo arturiano a carattere biografico cost ituito dal Mraugis de Portlesguez in cui molte delle situazioni descritte derivan o dall'opera di Chrtien. Ma Roul de Huodenc possiede una non comune abilit nel leg are questi materiali esterni affinch il racconto possa procedere con naturalezza, senza monotonie n cadute di ritmo. *Curiosamente alieno da problematiche e spunti riferibili ad un interesse di pri ma mano per la letteratura trobadorica appare invece pi antico dei pochi supersti ti romanzi composti in provenzale: il Jaufr. Esso la prova del rinvigorirsi con q

uei legami con la narrativa della Francia settentrionale sicuramente esistenti g i in epoca anteriore. *Proprio come il Jaufr, anche il Mraugis esibisce i suoi testi dalla letteratura d i Chrtien. Quest'opera appare come una vistosa mise en roman di un possibile part imen.

-LA VIA DELLA PROSAVULGATE, TRISTAN EN PROSE, GUIRON LE COURTOIS Nei primi decenni del XIII secolo la letteratura francese compie l'ultimo grande sforzo per rivalutare la materia di Bretagna, riaffermandone la perfetta validi t storica e culturale. Tale sforzo legato a un tratto di profonda innovazione nel la storia della cultura volgare del Medioevo: l'uso della prosa ai fini letterar i. La prosa garantiva in s la doppia affidabilit di strumento d'espressione di avv enimenti realmente accaduti e di una Verit rivelata dal profondo significato mora le. La sua primissima utilizzazione volgare, rappresentata dalle opere di Robert de Clari e di Geoffroy de Villehardouin, lascia intendere che anche nell'ambito della letteratura d'oil era destinata a tramandare le vicende dal profondo cont enuto morale. Analoghe caratteristiche vanter anche il racconto della Vulgate, gr azie al recupero di quella dimensione storica delle vicende del regno arturiano. Attraverso quest'opera si saldano due prospettive simboliche rimaste fino a que l punto in contrasto: quella avventurosa e mondana, legata alle figure di Art, de i suoi cavalieri e della regina Ginevra; e quella mistica e profetica, connessa con la leggenda graaliana nell'interpretazione di Robert de Boron. La stessa str utturazione dei romanzi che costituiscono la Vulgate denuncia le intenzioni stor iche e simboliche di chi ha progettato il grande edificio in prosa. La grande in tuizione artistica dell'architetto della Vulgate stata quella di connettere i due grandi temi dell'amore cortese e del Graal attraverso la figura di un cavaliere che gi la tradizione arturiana precedente aveva ritenuto degno della massima cons iderazione. Il Lancelot du Lac costituisce il nucleo centrale del ciclo, anche s e di esso sono rimaste solo tracce indirette. Esso racconta la prima parte della vita dell'eroe: allevato da una fata, la Dama del Lago, fatto cavaliere alla co rte di re Art, si innamora di Ginevra. in questo contesto che si insinua il tema del Graal , giacch proprio a Lancillotto, miglior cavaliere del mondo, sembrereb be destinato il supremo onore della conquista del santo vaso. Sar l'adulterio con Ginevra a rendere l'eroe indegno di questa avventura, che comunque rester destin ata ad un individua del suo stesso sangue: il figlio Galaad. proprio in questo frangente che trova la sua logica collocazione la storia di Gi useppe d'Arimatea, antenato di Galaad, descritta nell'Estoire del Saint Graal, g igantesco prologo delle vicende arturiane. Questa trama complessa viene ulterior mente articolata mediante il ricorso alla tecnica dell'entrelacement, che moltip lica il numero delle avventure dei personaggi. Talvolta le situazioni si complic ano con l'apparizione sulla scena di veri e propri doppi dei protagonisti: Art sa r a lungo ingannato da una falsa Ginevra,che lo indurr ad esiliare l'autentica reg ina. Ricchi e lussureggianti sono anche gli episodi dalle connotazioni fantastiche ed eroiche degli altri due grandi romanzi in prosa duecenteschi: il Tristan e il G uiron. L'unica grossa novit di contenuto il collegamento con le vicende arturiane : la seconda parte del romanzo, che vede Tristan diventare uno dei cavalieri del la Tavola Rotonda, costituita da una sequenza di peripezie e avventure che coinv olgono Lancillotto e Perceval. -LA CORRENTE REALISTAREANRT, RENAUT, MONTREUIL Con Jean Renart si compie un indiscutibile salto qualitativo, egli il primo a sc egliere programmaticamente di rappresentare situazioni e personaggi contraddisti nti dal marchio inconfondibile della verit. Questo tipo di romanzo sicuramente il

pi moderno che il Medioevo abbia concepito, anche se continua ad utilizzare il v erso anzich la prosa. I romanzi realisti sono collegabili a quella riserva di mat eriali folklorico-tradizionali. Il Renaut del Galeran de Bretagne sfrutter ad ese mpio i tre motivi delle peripezie dei gemelli utilizzati da Maria di Francia nel le sue opere. Nei romanzi realisti il debito della tradizione narrativa breve si manifesta in primo luogo in una perfetta calibratura dell'intreccio, quella ste ssa calibratura che risulta essere tratto fondamentale di ogni novella. In effet ti, in contrasto agli schemi barocchi, spesso ripetitivi, tipici delle trame dei romanzi cavallereschi, i romanzi realisti puntano su intrecci complessi, ma acc urati e verosimili, risolti sempre con notevole abilit. Si pu dunque dire che ci ch e crea la vera novit di questi romanzi pi che altro l'atmosfera, le sfumature da c ui prende vita un alto livello di tecnica narrativa che si snoda in minuziose de scrizioni dei personaggi, frequenti interventi dell'autore in prima persona, sit uazioni e dilemmi comportamentali dei protagonisti. Va inoltre sottolineato che gli oggetti delle descrizioni degli autori sono sempre reali e tanto Reanrt quan to Renaut o Gerbert de Montreuil mostrano la loro netta propensione per i tratti pi pittoreschi della vita di tutti i giorni con la descrizione di banchetti, bat tute di caccia, attivit artigianali. Uno dei motivi pi cari a Jean Renart, quanto a Renaut, fu quello della donzella nobile costretta a guadagnarsi da vivere medi ante attivit manuali. Il ricorso a questo motivo consente agli autori di descrive re con inaudita originalit e vivezza il mondo degli artigiani, togliendo ad esemp io all'arte della tessitura e a quella del ricamo quell'aura mitica e vaga loro conferita dalla tradizione lirica delle chansons de toile. Con il suo secondo ro manzo, Renart, inaugura un espediente destinato al successo: l'incastonatura dei testi lirici nel tessuto narrativo. Nel Guillaume de Dole infatti le fasi salie nti della trama sono sottolineate mediante l'inserzione di strofe di celebri can zoni d'amore o composizioni di carattere tradizionale. Questa moda raccoglier mol to clamore. Galanterie contemporanee e cavalleria mitica Alla met del XIII secolo il panorama del romanzo francese non presenta novit di gr ande rilievo: continua sempre la tradizione dei romanzi arturiani e d'avventura in versi e solo entro la corrente realista si colgono dei cenni di vitalit creati va. Da segnalare un interessante romanzo comico composto da circa 4600 versi: Jo ufroi de Pitiers. Questo romanzo, giunto privo della parte finale, scritto in fr ancese, probabilmente franco-provenzale, come la lingua di Albric de Pisanon. Semp re attorno alla met del secolo databile il pi antico testo romanzesco castigliano: il Libro de Apollonii, un'opera di circa 2600 versi scritta nel metro caratteri stico delle composizioni clericali spagnole. Il successo in area iberica della m ateria antica confermato dal non molto pi tardo Libro de Alexandre, amplia revisi one del celebre Roman d'Alexandre. In area gallo-roamanza il secolo si chiude co n due notevoli testi: il Roman du Castelain de Coucy et dela Dame de Fayel, e l' occitanico Flamenca. Il primo opera di un dilettante, probabilmente un giovane n obile; quanto a Flamenca, rappresenta senz'altro uno dei capolavori della narrat iva medievale. Nell'arco di tempo che va dal 1270 al 1284 va collocato il primo romanzo cavalleresco composto, ancora in francese, da uno scrittore italiano: Ru stichello di Pisa, pi noto come estensore delle memorie di viaggio di Marco Polo. L'opera di Rustichello testimoniata da diversi manoscritti che con grande liber t tagliano e rielaborano i celebri romanzi in prosa francese, soprattutto il Tris tan. Principali centri di produzione e consumo di queste traduzioni sono la Tosc ana e il Veneto. proprio in Italia che verso la met del secolo grazie a Giovanni Boccaccio viene scosso il panorama ormai sonnacchioso del genere, con opere il c ui successo attestato dall'imponenza della tradizione manoscritta. -L'AMORE TROBADORICOJOUFROI DE POITIERS, CASTELAIN DE COUCY, FLAMENCA *A parte la leggenda tristaniana, in cui l'adulterio mantiene connotazioni netta

mente mitiche, Joufroi de Poitiers, Castelain de Coucy e Flamenca sono i soli ro manzi medievali che mettono in scena le tipiche situazioni erotiche alluse dai t rovatori. I protagonisti dei primi due testi sono connessi con il mondo della li rica cortese : la figura di Joufroi, conte di Poitiers, adombra velatamente quel la di Guglielmo IX d'Aquitania. *I personaggi di Flamenca, pur non direttamente implicati nel mondo della lirica , dimostrano di aver ben appreso e di saper adattare alle circostanze le strateg ie discorsive e l'eloquenza trobadoriche. *Allo stesso modo l'autore del Catelain de Coucy fa uso della gi sperimentata tec nica dell'inserto lirico della narrazione. Queste tre opere presentano anche un modello narrativo sostanzialmente analogo: in tutti e tre i casi la totalit del racconto descrive gli stratagemmi messi in a tto da un intraprendente cavaliere per godere delle grazie della propria dama no nostante il controllo del marito geloso. Al di l delle affinit strutturali o di contenuto., resta comunque la netta superio rit artistica di Flamenca sulle altre due opere. -LA MATERIA ARTURIANA IN ITALIAGi dagli ultimi decenni del XII secolo i testi letterari relativi alla materia ar turiana circolavano anche in Itali: la via d'accesso era costituita per larga mi sura dalle strade di pellegrinaggio. La tipologia di ricezione della narrativa d 'Oltralpe in Italia denuncia abbastanza vistosamente un fatto incontrovertibile: il romanzo ha assunto nel canone europeo del XIII secolo un ruolo trainante. La prima opera di carattere romanzesco composta in Italia la compilazione arturian a di Rustichello di Pisa, che esibisce caratteri di tempestiva modernit. In verit, come l'autore stesso premette nella sua opera, la finalit dei suoi romanzi vuole essere un summa di toutes les aventures du monde. Quando anche l'Italia entra in proprio nella corrente della narrativa romanzesca , sembra prodursi, una netta divisione del lavoro tra la Toscana e il centro-sud d ella penisola. Il nord svolge un ruolo propulsore nell'elaborazione di storie a carattere epico e cavalleresche da luogo ad opere quali: Storia de Troia e de Ro ma e la latina Historia destructionis Troiae. Se l'Italia settentrionale da atte nzione ad un autentico passato remoto, l'Italia centromeridionale ( il caso del L azio) si sente attratta dalla tradizione classica. A creare un ulteriore stratif icazione, che viaggia in parallelo con queste due tendenze, vi la compilazione t ardoduecentesca e trecentesca della materia bretone. Coloro che si sono occupati dell'elaborazione italiana della materia di Bretagna hanno sempre sottolineato il netto prevalere dell'interesse per la tradizione tristaniana a scapito di que lla relativa a re Art, che pure aveva fornito il primo impulso alla costituzione dei vasti romanzi in prosa, collegando il tema degli amori e delle avventura del tutto profane con il tema mistico della ricerca del Graal e con quello storicoescatologico della fine del regno arturiana. -BOCCACCIO ROMANZIEREFILOLOCO, FILOSTRATO, ELEGIA DI MADONNA FIAMMETTA L'esperienza di Boccaccio romanziere si volge interamente attraverso un compatto lasso di tempo ed entro una medesima cornice culturale, quella della corte di r e Roberto d'Angi, a Napoli. Alla base dell'ispirazione aristocratico-cavalleresca si pu infatti vedere un influsso della Napoli angioina legata alla presenza di c olti giuristi italiani e di eruditi bizantini. Boccaccio ha trovato la propria f onte d'ispirazione dalle opere francesi. probabile che egli abbia scelto dei mod elli pi elementari per sentirsi meno costretto dalla tirannia di un testo dotato di autonoma personalit *Peripezie di giovani amanti: con il Filocolo Boccaccio tenta di innestarsi su u n tronco di un genere che ricerca instancabilmente la dimensione classica. Il Filocolo si rivela come un tentativo enciclopedico di far convergere, entro u n quadro retorico-descrittivo, pi che del romanzo, dell'epica classica, tutti i p ossibili moduli stilistici in in uso nella coeva letteratura volgare. L'enorme e

d eterogenea massa di materiali utilizzati si organizza in modo abbastanza scorr evole grazie ad un uso accorto della tecnica dell'entrelacement utilizzata affin ch gli sviluppi narrativi secondari non si oppongano alla trama principale. Trama: Il Filocolo un romanzo in cinque libri scritto tra il 1336 e il 1339. Il titolo del romanzo, Filocolo, che doveva significare "fatica d'amore", avrebbe dovuto f orse essere Filopono, come si trova in una edizione veneziana del 1527. Il roman zo narra le vicende di Florio e Biancifiore. Probabilmente Boccaccio prese spunt o dall'anonimo cantare di Florio e Biancifiore e da un poemetto franco-veneto, d ipendenti da due redazioni francesi del 200. La storia inizia nei primi lontani t empi dell'et cristiana quando un nobile romano discendente dagli Scipioni, Quinto Lelio Africano, va in pellegrinaggio con la moglie e il seguito al santuario di San Giacomo di Compostella per ottenere la grazia di avere un figlio. Al loro a rrivo in Spagna vengono assaliti dai soldati del re Felice. Lelio e i componenti del seguito sono uccisi, mentre la moglie, Giulia Topazia, accolta onorevolment e alla Corte del re, che si rende conto dell'errore compiuto. Giulia Topazia par torisce una bambina, Biancifiore, e poi muore. Nello stesso giorno nasce alla re gina un fanciullo, Florio. Florio e Biancifiore crescono insieme a corte e s'inn amorano l'uno dell'altra, leggendo lArs amandi di Ovidio. Il re, informato della relazione tra i due giovinetti, dopo aver tentato invano di ingannare il figlio raccontandogli di una falsa storia damore tra Biancifiore e Fileno, manda Florio a studiare nella vicina citt di Montorio, mentre Biancifiore viene portata in Ori ente. Florio, venuto a conoscenza dalla madre del fatto, s'imbarca sotto il fals o nome di Filocolo alla ricerca di Biancifiore. Navigando verso la Sicilia una t empesta lo spinge a Napoli, dove viene accolto a corte. Qui conosce Fiammetta e Galeone suo amante, e prende parte, in un locus amoenus, alla seduta di una Cort e d'Amore, davanti alla quale vengono dibattute tredici questioni amorose, due d elle quali (la 4 e la 13 ) si troveranno rielaborate nel Decameron (Giornata X, 4 e X, 5). Dopo cinque mesi Florio riprende il viaggio e sbarca ad Alessandria d'Eg itto, dove Biancifiore custodita nella torre dellAmmiraglio, prigioniera del vecc hio castellano Sadoc. Il giovane corrompe il custode e, nascosto in una cesta di rose, riesce a penetrare nella stanza dell'amata. Qui si uniscono in matrimonio e consumano la prima notte di nozze. Scoperti dall'Ammiraglio i due giovani son o condannati a morte, ma li salva Venere che rende invulnerabili i loro corpi. D opo una battaglia tra Florio e le proprie truppe, l'Ammiraglio commosso, scopre che Florio suo nipote. I due protagonisti iniziano il lungo e festoso viaggio di ritorno, fermandosi a Pozzuoli, Napoli, Cerreto e a Roma; si convertono al Cris tianesimo e, ritornati in Spagna, iniziano a propagandare la nuova religione. *Amore e morte sotto le mura di Troia: entro la trama del Roman de Toie, nel qua le il chierico normanno Benoit, aveva raccontato le fasi del decennale assedio d ella citt di Priamo, trovarono la propria storia gli amori di Troilus per la bell a ed incostante Briseida. Questa storia d'amore rappresenta un'importante novit e la trama del romanzo, assai lineare e povera di avvenimenti, diventa terreno de lla costruzione dell'opera Boccacciana. Nel Filostrato, l'autore toscano lega la descrizione delle situazioni emotive dei suoi eroi all'assioma che tali situazi oni rappresentano un riflesso pi o meno preciso della propria realt sentimentale. Il Filostrato un poema d'argomento classico in nove canti, preceduti da un proem io, composto da Boccaccio a Napoli tra il 1335 e il 1338. Il titolo formato da u n termine greco, "filos", e uno latino: "stratus", e significa appunto "abbattut o dall'amore". Il metro usato l'ottava, caratteristico dei cantari e dei poemi c avallereschi. La storia si svolge ai tempi della guerra di Troia, quando il sacerdote troiano Calcante prevede la caduta della citt e si rifugia nel campo greco. Sua figlia Cr iseide, prigioniera a Troia, viene corteggiata da Troiolo, ultimo figlio di Pria mo. Il giovane tenta di rivelarle il suo amore, ma ci riesce solo con laiuto di P andaro, cugino di Criseide, che fa da intermediario tra i due. Alla fine Criseid e cede ai suoi istinti e comincia ad amare Troiolo. Purtroppo, durante una sorti ta, molti guerrieri vengono uccisi o imprigionati e, con lo scambio di prigionie ri, Calcante si riprende la figlia. Criseide promette all'amante disperato etern a fedelt, ma ben presto sinnamora del guerriero incaricato di ricondurla al campo

greco, Diomede, e dimentica la promessa. Troiolo scopre il tradimento vedendo il fermaglio che aveva donato allamata nelle mani di Deifobo, che lo esibiva come t rofeo di guerra. Furibondo, entra in battaglia alla ricerca di Diomede, ma simbat te invece in Achille, che lo uccide. *L'Elegia di Madonna Fiammetta incentrata sul tema del fatale incontro tra due gio vani innamorati. La storia di Fiammetta, come quella di Flamenca, giovane dama a dultera, e di Panfilo, ha il suo avvio in un incontro in chiesa. Fiammetta abban donata dall'amante, resta chiusa nel suo doloree il nodo della vicenda resta ape rto, dal momento che non risulta chiaro se Panfilo sia intenzionato a tornare da lei. In quest'opera Boccaccio assume un pieno punto di vista femminile incarnan dosi in colei che tanta parte aveva avuto nell'ispirazione delle opere del perio do napoletano: Maria Fiammetta, padrona dei propri sentimenti ed arbitra del cuo re dell'innamorato, ma che diventa essa stessa vittima di una folle passione, ro vinosa al punot di indurla a meditare il suicidio. La figura della protagonista riempie l'intero testo: Panfilo un personaggio freddo, i suoi atti e i suoi inte rventi sono di una convenzionalit che da l'impressione d'essere stata appositamen te costruita dall'autore. Cent'anni di sopravvivenza dal 1350 al 1470 Alla met del XIV secolo dovrebbe risalire una primitiva redazione in tre libri de l celebre Amads de Gaula, rielaborazione della materia di Bretagna. Una qualche r ipresa della volga arturiana nella seconda met del Trecento testimoniata da altre due opere, entrambe in versi: la Faula, spagnola, ed il francese Meliador. La s econda met del Trecento e gli inizi del Quattrocento vedono fiorire in Italia un genere del tutto inedito: quello dei cantari, i quali sviluppano quasi tutte le tematiche possibili e che sembrano particolarmente interessati ai protagonisti d ella materia arturiana. Ultimo dei rappresentanti di questa piccola rinascita qu attrocentesca il catalano Tirant lo Blanch, opera incompleta del valenziano Joan ot Martorell. -I CANTARI ROMANZESCHIIl termine cantare risulta senz'altro meno originale del proprio referente: cantar es de gesta erano infatti chiamate le composizioni in lasse epiche caratteristic he della pi antica letteratura castigliana. Questo termine contiene in se un'allu sione relativa all'esistenza di qualche supporto melodico al testo. L'ambito tem atico dei cantari era quantomai vario: un interessante componimento giullaresco collocabile a cavallo tra Tre e Quattrocento, il cosiddetto Cantare dei cantari, mette in scena un anonimo esecutore che si vanta di poter offrire al suo pubbli co i materiali pi diversi, nuovi o antichi dai testi d'argomento bretone ed epico alle storie mitologiche a quelle della tradizione biblica. Ma il top della prod uzione canterina attribuito ai cantari romanzeschi. proprio in questa direzione che si muove l'opera di Antonio Pucci cui si attribuiscono con sicurezza sei can tari: la Guerra pisana, l'Apollonio di Tiro, il Gismirante, il Brito di Brettagn a, la Madonna Lionessa, e la Reina d'Oriente. Questi sono tutti prodotti di base decisamente romanzesca. -L'IRRUZIONE DEL MONDO ATTUALENell'ultima fase del romanzo medievale al tema del fantastico e dell'utopico si affianca una linea narrativa in cui l'identit cavalleresca si ricopre di panni re alistici e al tempo stesso vinene esibita una marcata propensione per le situazi oni comiche. Portavoce di questa nuova tendenza sono tre romanzi: il Petit Jehan de Saintr, il Curial e Guelfa e il Tiran lo Blanch. Queste opere narrano le vice nde di cavalieri, o meglio, aspiranti cavalieri, che si muovono alla conquista d ella gloria e dell'amore in un mondo che esattamente quello della met del XV seco lo. Ci che colpisce particolarmente in questi romanzi la presenza massiccia della storia, sia pur di una storia idealizzata o riscritta in chiave utopica.

*La parte centrale dell'azione del Tiran ambientata a Costantinopoli, durante un attacco turco ben presto rintuzzato dal valore dell'eroe. *Le avventure del giovane cavaliere lombardo Curial, innamorato della sorella de l marchese del Monferrato e venduto come schiavo a un signore di Tunisi, rispecc hiano situazioni correnti nella realt mediterranea dell'epoca. Tutte queste situazioni a sfondo storico vengono comunque adattate alle esigenze di una narrazione permeata da una forte ideologia cavalleresca, rivolta ad un p ubblico prevalentemente aristocratico. Un ulteriore elemento che accomuna i tre testi la presenza di un vivace umorismo, che sconfina in vera e propria comicit.

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