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Migrazioni, Globalizzazione & Luogo

Introduzione
Monumento dellemigrante: simbolo dellemigrazione, posto sullatlantico nella zona nordoccidentale della spagna. Rappresenta le migliaia di persone che sono emigrate verso lAmerica. Migrazioni a lunghe distanze possono essere considerate un inizio del fenomeno di globalizzazione. Il colonialismo in seguito favor molto il fenomeno migratorio, port allo sfruttamento economico con linsediamento spagnolo nelle terre conquistate. Lemigrante porta con s una serie di sentimenti e esperienze soggettive, questo indica che oltre al freddo metodo analitico che vede la migrazione come flussi numerici di persone, vi anche una visione esistenziale soggettiva. Tre sono i concetti principali cui si fa riferimento quando si parla di emigrazione: globalizzazione, sviluppo irregolare e luogo. Globalizzazione: riguarda la formazione di reti sociali, sia di produzione che relazionali e la formazione di comunit etniche. A livello pi ampio, il fenomeno incide sullo sviluppo capitalista, lindustrializzazione e la trasformazione dei contadini in impiegati. Sviluppo irregolare: ad esempio le citt inglesi sono caratterizzate da una fuga verso le periferie, con conseguente decadenza dei quartieri interni (polarizzazione etnica). In scala interregionale si ha uno spopolamento delle zone rurali in favore dei centri urbani, sebbene questo fenomeno oggi sia diventato pi contenuti. A livello internazionale verso gli anni 50 si ha uno spostamento dalle zone rurali dellIrlanda allInghilterra industrializzata, in Italia si presenta un flusso verso la Germania. Ci influisce anche sui livelli di potere internazionale di chi controlla i flussi migratori. Il luogo: la migrazione muta il carattere del luogo. I luoghi abbandonati possono subire decadenza, in seguito rinvigoriti se coloro che lavorano allestero mandano soldi alle famiglie di origine o tornano a casa. Le aree urbane acquistano caratteristiche multietniche in seguito a migrazioni di massa. Inoltre il luogo acquisisce significato, ossia quello attribuito da chi giunge. A livello individuale si presentano complessi mutamenti psicologici a livello didentit personale. Un altro aspetto da rilevare, quello che riguarda lidentit comune degli emigranti, ossia il fatto che siano persone comuni, solo una minoranza nasce e muore nello stesso luogo in cui vive tutta la vita.

Le migrazioni nella storia


Per rispondere alle grandi domande sulle migrazioni dei popoli nella storia, sarebbe necessario fare un enorme ricerca storico-culturale, in ogni modo osservando soltanto quelle che hanno radicalmente cambiato il mondo, si cerca di sottolineare alcuni aspetti principali, osservando che il concetto di popolazione globale mobile antico, che la migrazione ha sempre costituito una differenza strutturale e che il mescolarsi delle culture un fenomeno alimentato dallimmigrazione.

Tempi pi antichi Si pensa che la migrazione sia talmente naturale che faccia parte dellistinto umano. La controversia attuale tratta lipotesi che lhomo sapiens sia nato in Africa e si sia successivamente sparso nel resto del mondo, tuttavia altri credono che le prime civilt si siano sviluppate nei diversi continenti in maniera indipendente. Molte migrazioni sono dovute a forti mutamenti climatici, anche a livello marino. Le principali migrazioni antiche sono state: Quelle verso la Nuova Guinea e LAustralia, che riguardano i primi popoli navigatori. Pi tardi avvenne la prima originaria colonizzazione delle Americhe, attraverso il ponte ghiacciato dello Stretto di Bering. Le lunghe emigrazioni marittime, verso la Melanesia e la Polinesia, la remota Isola di Pasqua e la Nuova Zelanda. Con lintensificarsi dellagricoltura e della civilt umana, gli spostamenti sono stati resi pi rapidi dallutilizzo di mezzi di spostamento pi rapidi (cavalli, asini, elefanti e cammelli), inoltre cambi la natura delle emigrazioni, non erano pi motivate dallesaurimento di risorse, piuttosto dovute ai conflitti o alla fondazione di nuovi insediamenti. Anche lo spostamento degli schiavi comportava grandi flussi di persone in massa. Le citt-stato greche furono le prime ad effettuare colonizzazioni su vasta scala. Le immigrazioni in epoca classica produssero le prime politiche sui flussi, Roma si serviva di autorizzazioni per la cittadinanza. Nel resto dellEuropa, intorno al 600-900d.C. avvennero le grandi migrazioni slave. In questa era ci fu anche la grande espansone dellIslam verso la Siria, lIran, lIraq attraverso lAfrica del nord e in seguito in Spagna. Lisola di Cipro si trova tuttora divisa in un conflitto tra la parte greca e quella turca. Al di fuori dellEuropa, ci sono state grandi migrazioni verso la Cina e nelle due Americhe.

Migrazione, colonialismo e sviluppo del mercato del lavoro globale


In seguito, dalla fine del medioevo, vari fattori diedero una nuova spinta alle migrazioni di massa, in genere definite coloniali. I fattori furono, in particolare, i progressi cartografici e la costruzione di navi pi riesistenti. I flussi erano principalmente verso le Americhe e i Caraibi. Dopo il 1800 divenne ancora pi facile traferire grandi flussi di popolazione, dati i nuovi mezzi di spostamento, fino a met del XIX sec. La schiavit costitu la base dei grandi flussi, specie verso il Nuovo Mondo. La tratta degli schiavi era organizzata secondo il commercio triangolare, le navi partivano dalla Gran Bretagna verso LAfrica cariche di armi, le quali erano offerte alle trib in cambio di schiavi, dopo facevano vela verso lAmerica nelle miniere e nelle piantagioni per lasciare gli schiavi e prendere i prodotti dalle colonie, tornando poi in Inghilterra e nel resto dellEuropa. Quando la tratta degli schiavi si esaur, nacquero i flussi dei coolies, ossia lavoratori a contratto indiani e cinesi, a cui veniva offerto un lavoro in pessime condizioni, ma retribuito (tragicamente sottopagato), questi rappresentavano la nuova forza lavoro, in sostituzione a quella degli schiavi. Questo nuovo sistema costitu la ricchezza dei territori britannici attraverso lo sfruttamento delle colonie. I bassi salari dei lavoratori a contratto venivano usati come strumento per abbassare anche gli stipendi per i lavoratori liberi. I coolies indiani erano sia maschi sia femmine, per questo alcuni davano luogo a comunit stabili nel luogo dove emigravano, mentre i cinesi trattandosi prevalentemente di uomini, avevano un alto tasso di ritorno a casa.

Questi fenomeni di sfruttamento portarono a un diverso sviluppo economico tra paesi sfruttati e quelli sfruttanti. Le migrazioni coloniali furono uno dei motivi di rapporti razzisti e conflittuali tra i popoli moderni. Da notare la differenza tra lemigrazione passata, in cui erano i popoli ospitanti a controllarla, mentre quella attuale sono i popoli emigranti che controllano il proprio flusso.

In cerca di fortuna
Dopo lo scoppio della grande guerra nel 1914, pi di cinquanta milioni di europei sono immigrati, i luoghi di destinazioni sono stati principalmente: gli Statu Uniti, il Sud America, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda. La migrazione spesso interpretata, in economia, come una relazione di flussi di capitale. Lemigrazione europea si trova nel suo punto minimo, quando vige uno stato di relativa prosperit, mentre si assiste una depressione nellAmerica del Nord, vale la cosa contraria quando il tasso di emigrazione dallEuropa alto. Lemigrazione dimportanza vitale per leconomia di un paese, quando la popolazione supera le risorse disponibili e il tasso di natalit troppo alto portando a una rapida crescita demografica. Questo il caso dellIrlanda, intorno al 1840, produsse una grande ondata di emigrati a causa della scarsit di cibo, la popolazione venne virtualmente dimezzata. Alcuni paesi europei comunque ebbero una scarsa emigrazione: Francia, Belgio, Paesi Bassi; in Germania lafflusso in uscita diminu, man mano che si faceva strada il processo di industrializzazione. In Gran Bretagna lindustrializzazione cambi il carattere dellemigrazione, ossia lo sfuggire dalle pessime condizioni di lavoro. LEsodo di cinquanta milioni di europei dette limpulso a una rapida crescita economica allEuropa. Agli inizi del 900 lItalia assistette a una delle pi grandi migrazioni della propria storia, partirono per loltremare circa nove milioni di persone, questo fatto fu alimentato dal fenomeno delle migrazioni a catena. Migrazioni a catena: fenomeno per il quale persone dello stesso luogo tendono a partire verso un'unica destinazione in modo da ritrovarsi in un luogo a loro familiare, creando aggregati e comunit etniche a se stanti (quartiere italiano, greco, polacco ecc.). Le immigrazioni del passato, fino ai tempi nostri, hanno lasciato enormi ibridazioni etniche e culturali.

Le migrazioni di manodopera nel dopoguerra


Nel dopoguerra muta lidea di globalizzazione, passando da quella dimperi coloniali a imperi economici, basati sullegemonia del capitale. I fattori sono duplici: in primo luogo la colonizzazione una forma primitiva di capitalismo basata sullo sfruttamento e il controllo delle colonie, in secondo luogo i flussi migratori conservano forti legami con le passate colonie. Anche la migrazione cambia carattere, si partiva sperando di trovare una situazione economica e delle condizioni migliori (salario pi alto). I luoghi di traino erano quelli con rapida espansione industriale (Nord America, Europa nord-occidentale e Australia) oppure quelle con un economia basata sullo sfruttamento minerario (Golfo Persico, Sud Africa). Durante gli anni cinquanta-sessata si assiste ad uno spostamento di flussi dalle regioni europee periferiche ai nuclei interni pi industrializzati, cos allinizio degli anni settanta in Europa cerano circa dieci milioni di lavoratori emigrati sfruttati ed in pessime condizioni.

Il caso della Germania Il principale fattore di traino era sicuramente la richiesta di manodopera, dopo la costruzione del Muro di Berlino, in Germania venne a mancare la manodopera proveniente dalla parte orientale, cos sal la richiesta di lavoro. LItalia si trovava di fronte ad una rapida crescita economica, cos il capitale tedesco dovette cercare altrove la manodopera, ossia in Grecia, Spagna, Portogallo, Jugoslavia, Turchia e Marocco. I lavoratori compivano lavori di basso livello che la popolazione tedesca si rifiutava di fare. Nacque cos la politica Konjunkturpuffer, ossia il lavoro degli emigrati utilizzato come cuscinetto contro le congiunture (cicli economici). I lavoratori immigrati erano assunti con contratti annuali che potevano essere rinnovarli a discrezione, cos cera un ciclo di ricambio continuo e questo impediva di far mettere le radici in Germania evitando costi di mantenimento di vecchiaia. I centri di reclutamento sparsi in Europa selezionavano personale giovane e idoneo contrassegnandolo con pennarelli quasi fossero una merce, ammettendo solo quelli non spostati (evitando cos che si portassero le famiglie in Germania), gli veniva fornito alloggio con dormitori separati per i sessi vicino al posto di lavoro, una volta che avevano finito il loro contratto lavorativo venivano rispediti nel paese di origine. Questa politica durante gli anni settanta venne meno, un po scoraggiata dalla Comunit Europea cha favoriva i diritti dei lavoratori, un po perch alcuni volevano per forza mettere radici in Germania.

Le migrazioni di oggi
Le migrazioni di operai negli anni '50,'60,'70 erano fenomeni di massa infatti milioni di lavoratori migrarono dalle zone rurali dei paesi pi poveri per trovare lavoro nei paesi pi ricchi,dove contribuirono alla produzione in massa dei beni di consumo di massa. Dagli anni '80 vi sono dei cambiamenti fondamentali infatti sia la natura della migrazione internazionale sia delle forze che la spingevano sono cambiate nei seguenti modi: -la prima tendenza la globalizzazione della migrazione cio i paesi di destinazione ricevono migranti da una rosa sempre pi ampia di origini geografiche e di ambienti sociali e culturali. -la seconda tendenza la differenziazione delle migrazioni nel senso che in un paese si possono trovare da migranti colti a migranti meno qualificati oppure rifugiati. -la terza tendenza l'accelerazione della migrazione. Le migrazioni sembrano aumentare di volume in tutte le principali regioni del mondo. -la quarta tendenza la femminilizzazione della migrazione presente sopratutto nei molti movimenti di rifugiati. -sia i fattori di spinta che di traino sono cambiati. In generale viene dato maggior risalto alle pressioni di spinta dal terzo mondo, sia in termini reali sia attraverso la visione dei potenziali migranti, inoltre povert, instabilit politica e disastri ambientale si mostrano in contrasto sempre pi acuto con le condizioni dell'Occidente(movimento clandestino). Al tempo stesso cambiata la natura del fattore di traino come domanda perci il declino dell'industria manufatturiera ha ridotto la richiesta di manodopera migrante tradizionale.

Globalizzazione e migrazione
I cambiamenti nell'economia globale hanno avuto la tendenza a orientare la domanda di manodopera verso categorie ad alta o scarsa capacit. Ci rispecchia un dualismo emergente tra un

mercato di manodopera primario di impieghi ben pagati, sicuri e pensionabili ed un mercato di manodopera secondario di lavori mal pagati, incerti e spesso ad orario ridotto. Una delle pi evidenti espressioni della globalizzazione della vita economica la rapida crescita di migrazione internazionale specializzata. La migrazione di individui altamente qualificati ha luogo tra paesi capitalisti sviluppati e consiste in scambi equilibrati tra coppie di paesi europei o con il Giappone o con l'America del Nord. La migrazione inoltre facilitata dal miglioramento delle vie di trasporto, specialmente tra le citt globali chiave dell'economia mondiale. Parte di questa migrazione a livello dirigenziale ha luogo all'interno del mercato di manodopera di compagnie nazionali che per ragioni di affari spostano i loro dipendenti di alto livello tra i vari paesi in cui operano. Gli ostacoli al movimento di migranti altamente qualificati sono minori rispetto ai migranti di bassa specializzazione in quanto alcuni paesi come Canada e Australia incentivano l'arrivo di personale qualificato e professionale. Il trasferimento di esperti tecnici da paesi sviluppati ad altri meno sviluppati talvolta fonte di un contratto stipulato con l'azienda e in questa situazione il migrante incaricato di dirigere e organizzare un determinato progetto. Un altro fenomeno di migrazione la fuga dei cervelli prodotto soprattutto di forti differenze internazionali quanto a stipendi per date professioni , esse infatti rispecchiano la disoccupazione intellettuale del paese d'origine, India ed Egitto sono esempi di essa dove la fuga di cervelli radicata da tempo. Per quanto riguarda la bassa specializzazione osserviamo che le attuali tendenze del mercato globale di manodopera hanno aperto nuove possibilit per i lavoratori migranti inoltre si pu notare che la maggior parte di essi sono nel settore dei servizi e che lavorano in nero. Questo il mercato secondario di manodopera con lavoro occasionale, stagionale, precario in cui i salari sono bassi rispetto agli standard dei paesi sviluppati. Queste ondate di migranti post-industriali hanno interessatogli USA, il Giappone, il mondo arabo e l'Europa e la loro esistenza spiegata da Sassen che afferma come in un mercato di manodopera sregolato, con forti pressioni per ridurre il costo del lavoro, essi forniscono un fondo di manodopera occasionale disponibile per qualunque impiego a basso livello e in qualunque momento.

Barriere alla migrazione


La maggior parte dei paesi del primo mondo si preoccupa dell'immigrazione incontrollata a causa del numero di persone coinvolte, delle minacce alla sicurezza nazionale e all'identit culturale. Questi problemi sono stati politicizzati e in un veicolo per l'odio di razza che a sua volta emerso in paesi come Gran Bretagna, Germania e Francia. Una conferma di questa tesi il discorso pronunciato dal Primo Ministro inglese Margaret Thatcher nel 1989 in cui afferma che l'Inghilterra non si unita all'Europa per avere un libero movimento di criminali, terroristi o immigrati illegali e si chiede come si potr impedire a un immigrato di qualunque paese di attraversare le frontiere senza controllo e arrivare in Inghilterra. Eppure molte persone a cui si riferisce la Thatcher non sono migranti per scelta ma sono rifugiati che tra la fine degli anni '80 e quella degli anni '90 aument in maniera esponenziale e per questa ragione molti governi hanno reso pi difficili le procedure per ammettere rifugiati. Sono molte le cause che costringono a migrazioni internazionali nel XX secolo: la rapida crescita della popolazione, la conseguente sovrappopolazione, il degrado ambientale, l'estrema povert e le inondazioni contribuiscono ad aumentare la spinta migratoria dal mondo meno sviluppato. La reazione dell'Occidente quella di negare a chi ha perduto il proprio luogo di origine nel mondo

di trovarne un altro, viene cos svelato che sono presenti molte restrizioni sul diritto a migrare in un mondo apparentemente globalizzato. Le regole della moderna migrazione sono chiare: i migranti con capacit, istruzione e capitali vengono lasciati entrare, gli illetterati, i poveri e quelli che hanno culture o religioni diverse vengono tenuti fuori. LA GLOBALIZZAZIONE E' UN PROCESSO DI ESCLUSIONE SOCIALE.

La migrazione: un legame con il luogo


Sebbene a livello statistico le migrazioni siano spesso ridotte a semplici flussi di persone, di grande importanza tenere presente che simili movimenti sono esperienze personali di singoli migranti, sempre specifici di un luogo. A livello basilare la migrazione un vincolo umano tra luoghi(luogo di partenza, di arrivo, di insediamento). La migrazione inoltre crea relazioni sociali attraverso lo spazio: sia le relazioni sociali della produzione capitalistica(tra proprietari di capitale e lavoratori) sia le reti sociali che riproducono le catene migratorie attraverso il tempo. Il significato del luogo per un migrante strappato dal suo luogo di origine incancellabile. Per i migranti rurali, il punto di partenza era il villaggio in cui sono nati e che rimane il punto di partenza per misurare il progresso. Handlin esprime il panorama tipico dei milioni di contadini che affluirono gli USA nella prima parte del XX secolo dando una buona definizione di HABITUS dei migranti: le loro personali esperienze ed eredit spazio-tempo accumulate, il loro sfondo geografico, le origini culturali e le reti di rapporti sociali. L'habitus d alle persone un senso del loro luogo nel mondo e che portano con s nel nuovo contesto quando emigrano. Bottomley nei suoi studi sui greci in Australia ha mostrato come i migranti si aggrappino al loro habitus: lo conservano, lo modellano e lo adattano all'esperienza vissuta. Lo scrittore parla del manifestarsi di habitus dei migranti greci in Australia non solo attraverso circoli e associazioni ma anche attraverso la loro letteratura, danza e musica. Per i greci in Australia, ballare un mezzo per riallacciarsi al proprio passato, sia del proprio passato che alla propria giovinezza. Questa idealizzazione del luogo che hanno lasciato molto comune tra i migranti e non tiene conto della povert e della fatica della vita rurale. Una simile visione idealizzata di casa trascura il fatto che quei luoghi sono stati trasformati dall'atto di partire dei migranti. La loro partenza in massa lascia i luoghi privi della loro linfa vitale. Essa crea comunit di vecchi e paesaggi di fattorie vuote e villaggi semiabbandonati(Irlanda occidentale, villaggi montani in Corsica). Per molti emigranti, il luogo di partenza anche il luogo del ritorno: molti restano lontano per sempre, mentre altri pur ritornando in patria, non tornano nel luogo che hanno lasciato ma si sistemano altrove; per altri migranti il ritorno acquista significato solo se nel luogo in cui si nati e cresciuti perch soltanto l possono godere del calore di familiari e parenti, il ritorno colmo di significato simbolico. E' soprattutto un ritorno al luogo e alla gente conservati nella memoria nel periodo della lontananza. Da osservare anche che la casa nuova il simbolo del migrante che ha fatto fortuna. Nell'Italia meridionale all'inizio del XX secolo molte cittadine e villaggi avevano intere vie di case americane (case nuove costruite da emigranti locali che erano andati negli USA) e molto spesso gli stili architettonici del luogo di emigrazione invadono il luogo di ritorno: vediamo cos ranch e bungalow americani in Irlanda o chalet svizzeri in Portogallo e a volte case decorate con ricordi del luogo di emigrazione.

I migranti spesso quando sono all'estero tendono ad identificarsi con la patria di provenienza mentre quando ritornano a casa si identificano con l'estero inoltre quando sono all'estero tentano di ricreare l'ambiente di casa per non sentirsi alienati (Little Italy e Chinatown). In molte citt europee le migrazioni di massa dell'era post-bellica hanno trasformato la natura dello spazio urbano (quartieri etnici). Le comunit di immigrati funzionano anche da vivaio per piccole imprese che rafforzano maggiormente il carattere del distretto, sviluppando un'economia etnica (ristoranti indiani e italiani).Ci dimostra che i migranti non sono sempre vittime passive di una ristrutturazione economica e di capitale ma a volte contribuiscono attivamente al mutamente.

Conclusioni
Questo capitolo ci ha mostrato che la migrazione parte del processo di globalizzazione. Molte migrazioni internazionali rispecchiano da vicino la distribuzione economica globale del potere, nello specifico la domanda di tipi particolari di manodopera da parte dei centri di accumulo di capitale nel Nord-America e nell'Europa occidentale. I legami con i luoghi sono espressi da differenti tipi di migrazione(di schiavi, di coolie, di fuga di cervelli, di migrazione illegale...). Sono presenti inoltre disuguaglianze sociali che stanno alla base della globalizzazione, tali disuguaglianze sono aggravate dalla politica internazionale e nazionale che con norme pi restrittive ha reso pi difficile migrare da uno stato ad un altro. Le restrizioni contro il libero movimento di persone contrastano con la mobilit di capitale, libero di muoversi intorno al mondo e nonostante ci, queste restrizioni sono un tentativo di controllare quello che oggi un volume crescente di migrazioni. La novit circa le nuove forze di globalizzazione e le nuove migrazioni di massa sta nel fatto che i collegamenti che legano le persone e i luoghi del mondo vengono ora espressi con velocit ed intensit maggiori che mai in passato.

Donne, societ, territorio: il quadro generale


Introduzione
Sesso: si attribuisce il significato puramente biologico, ossia la distinzione di carattere fisico. I caratteri sessuali non cambiano. Genere: si riferisce alle caratteristiche assegnate dalla societ ai ruoli delluomo e della donna, queste caratteristiche possono variare secondo il tempo e dello spazio. La geografia si prefigge in particolar modo di analizzare le differenze, nel tempo e nello spazio, di carattere sociale, culturale e relazionale in base al genere (specialmente il ruolo della donna). Evoluzione dellapproccio al genere nella geografia Nel corso degli anni, per spiegare il ruolo della donna nella societ, si fatto ricorso a vari paradigmi, che si sono evoluti con il passare del tempo. Negli anni 70, si ha il paradigma della diversit, i ruoli assegnati dalla societ ai due sessi ricalcano marcatamente le differenze biologiche, alluomo viene assegnata la sfera produttiva,

mentre alla donna quella riproduttiva. In varie societ, oltre alla distinzione di ruolo, si ha un ordine gerarchico nel quale la donna si trova in una posizione di svantaggio rispetto alluomo. In seguito fu introdotto il paradigma della disuguaglianza, la distinzione dei ruoli vista in base alle caratteristiche che essa assume nella societ e nella famiglia, ad esempio nella societ avanzate, il ruolo preponderante quello produttivo. In questo modo si ha anche una separazione in parte netta degli spazi appartenenti ai sessi, ossia quello della sfera pubblica attribuito alluomo, quello della sfera privata appartiene alla donna. Dal movimento femminista i due spazi sono in condizioni pressoch paritetiche, talvolta tendono a sovrapporsi. I fattori di questa sovrapposizione sono: ingesso della donna nel mondo del lavoro, lemancipazione femminile e la partecipazione delluomo nel mnage familiare. A partire dagli anni 90, si fece spazio il paradigma post-moderno della differenza, riconosce una serie di situazioni diverse sulla differenza dei generi, in base alle caratteristiche culturali determinate dal luogo di analisi e del campo che si sta studiando. Analizza le differenze tra uomo e donna in base alletnia, la condizione sociale, culturale ed economica.

Metodologie di analisi
Le analisi di tipo quantitativo si sono rivelate non idonee, specie per quanto riguarda il ruolo della donna nel lavoro, dal momento che gran parte dellattivit casalinga non retribuita e perci non considerata attivit lavorativa (popolazione non attiva). Un approccio strutturalista rivela gli stessi limiti di quello analitico, in genere utilizza dati demografici su scala regionale. Gli strumenti dindagine che raccolgono dati soggettivi sono tra i pi utili perch mettono in luce gli aspetti nascosti, ossia quelli sentimentali, motivazionali ed esistenziali. Approccio umanista: utilizza le fonti soggettive, indentificando in un ambiente locale il valore culturale, con gli ovvi limiti che porta questo approccio che si ritrova davanti molte fonti talvolta diverse. Analisi letteraria e artistica: una buona fonte per lintegrazione e la conferma dei dati. Confronto generazionale e storie di vita: rappresentano uno strumento efficiente e immediato, esplora i cambiamenti in periodi relativamente lunghi (generazioni). Analisi biografica: esplora i cambiamenti in tempi relativamente brevi, ossia quelli che avvengono durante la vita di un singolo individuo, analizzano le loro scelte secondo diverse sfere (personale, lavorativa, spaziale), con le dovute motivazioni.

Luoghi delle donne


Spazi maschili e femminili: nei tempi antichi si ha la giustificazione del ruolo della donna nella sua fragilit fisica, cos si ha la separazione della sfera produttiva e riproduttiva. Nella fase premoderna, le separazioni dei luoghi maschili e femminili non erano cos nette, seppure si avesse una distinzione di ruolo allinterno della societ e della famiglia. Lurbanizzazione port invece a una separazione pi netta di questi ambiti, con la separazione dei luoghi provati e pubblici. Spazio provato, la casa: la casa divisa in uno spazio pubblico, generalmente il salotto rappresenta la parte pubblica, destinata alluomo, mentre la cucina la parte provata, in cui regna la donna. Alla donna, raramente concessa lopportunit di modificare strutturalmente labitazione, seppur il suo ruolo sia quello dir renderla pi confortevole, magari abbellendola. Luogo di lavoro: in genere la donna assunta per lavori concernenti le classiche abilit femminili, attivit coltivate in ambito domestico (cucina, cucito, moda). Con lallontanamento del luogo di lavoro dallabitazione, la forza lavoro diventa statisticamente pi maschile. Le donne rimangono tuttoggi legate a quelle attivit lavorative tipiche dello stereotipo donna-madre, non facile

capire se questo fenomeno sia dovuto ad una autosegregazione, oppure alla societ stessa. La distinzione di genere nel lavoro varia anche in base alle aree geografiche, questo fatto dovuto anche a fattori dipendenti dalla religione e dalle ideologie (le regioni settentrionali dellEuropa presentano un tasso di lavoro femminile doppio a quello dellEuropa mediterranea). I fattori che influenzano il lavoro femminile sono: il part-time, servizi sociali, struttura del lavoro, numero dei figli e distanza casa-lavoro (telelavoro). Si riscontrano le differenze di genere anche nelle retribuzioni, in generale il salario delle donne inferiore a quello degli uomini. Spazio pubblico: la sua accessibilit da parte della donna pu essere liberamente concessa, parzialmente concessa, condizionata o talvolta negata. Il limite dovuto in particolar modo dal corpo femminile che pu essere visto come una distrazione, una minaccia e a sua volta minacciato. Talvolta le violenze, alle quali le donne sono pi soggette degli uomini, giustificano strategie di difesa, ad esempio scegliere percorsi diversi dove passare, il che discrimina e limita il loro movimento nello spazio pubblico. Spazio delle interrelazioni: Le associazioni femminili possono dividersi in cinque campi: lavoro, benessere, sociale, culturale ed etnico. Evoluzione della societ Talvolta lesclusione da alcuni settori di attivit dovuta a pressioni sociali e psicologiche, alle quali si pu ovviare solo con ribellioni o cambiamenti di status locale. Nel corso degli anni cresciuto enormemente il tasso delle iscrizioni femminili alluniversit, si va dal 2% negli anni 50, 34% ai nostri giorni, limpennata avvenuta negli anni 70. Tuttavia anche oggi, alcuni settori (agraria, ingegneria, scenico-tecnologici) hanno un accessibilit femminile limitata (esclusione/autoesclusione). Anche nei lavori che riguardano questi settori, le donne hanno funzioni accessorie collocandosi nei gradini pi bassi della piramide occupazionale, seppure i mass media sottolineino spesso successi di alcune donne in questi campi. Nell mondo imprenditoriale si ha una esigua presenza femminile, le iniziative riguardano principalmente il settore della moda, dei servizi e del commercio, raramente in settori tecnologici.

Il caso dellElba
Introduzione
Il numero degli abitanti dellElba rimasto pressoch invariato negli ultimi cinquanta anni, circa (29000 abitanti). A met del novecento pi di un quarto della popolazione aveva unoccupazione agricola, quasi la met del territorio era occupata da boschi e pascoli, ma va rilevato che esiste unoccupazione agricola secondaria, quella che avviene nelle zone urbane. Le miniere ferrose offrivano lavoro a molti abitanti, nel dopoguerra gli alti forni sono stati chiusi ed era pi facile esportare le materie prime delle miniere negli stabilimenti siderurgici della costa tirrenica. Per quanto riguarda il turismo, negli anni sessanta circa 24.000 visitatori, il che assicuro circa 140.000 presenze negli anni successivi.

Approcci teorici e metodologici


Paesaggio geografico: complessa combinazione di oggetti e fenomeni legati tra loro da mutui rapporti funzionali cos da costituire ununit organica. Paesaggio culturale: paesaggio artificiale che i gruppi culturali umani creano nellabitare la Terra

Per alcuni i due sono uniti in un unico aspetto rappresentante il territorio, per altri si tratta di due realt scisse, una definita apparenza visuale, laltra un apparenza visuale integrata. I due paesaggi differiscono per approccio di studio: in quello geografico si osserva il paesaggio oggettivo attraverso luso di strumenti strutturalisti e mezzi analitici, nellaltro, quello culturale, la realt non analizzata, ma interpretata e compresa (indirizzo semiotico). Tra le diverse espressioni della cultura, si pone lattenzione in modo particolare sulle produzioni, prima quella materiale, poi quella mentale e sociale. La cultura materiale definita come laccumulo di lavoro sulla superficie terrestre, permea il paesaggio e si radica nel territorio. In questo caso il territorio definito palinsesto perch da un lato le nuove culture che arrivano sul territorio tendono a cancellare e sovrascrivere quelle vecchie, dallaltro quelle passate conservano comunque le loro tracce spesso ricostruibili.

Riflessioni sul paesaggio dellElba


Il paesaggio un incrocio tra un suolo di tipo storico e di moderni sistemi di gestione delle risorse. In passato si faceva riferimento allisola, legando il suo nome alle fiamme degli alti forni che si vedevano dal mare. La sezione nord-orientale contiene unalta concentrazione di giacimenti minerari, le aree rurali qui sono poco presenti. In tempi recenti il numero dei centri costieri aumentato, un po a causa del turismo, un po per lo sdoppiamento di centri abitati interni. Nella parte occidentale e mediana si ha un territorio di tipo diverso, prevalentemente basato su una chiusa economia agricola, con varie zone rurali, fattori dovuti alla scarsa accessibilit interna. Qua i terrazzamenti si spingono fino alle zone montane, mentre i comuni costieri hanno ampi spazi coltivabili sullo stesso piano.

Scomposizione del territorio per lo studio evolutivo


Componente demografica: evoluzione della popolazione e delle attivit economicheComponente strutturale: evoluzione delle abitazioni e delle forme materiali per le attivit economiche. Componente spaziale: evoluzione nelluso del suolo.

Componente demografica
La popolazione dagli anni cinquanta rimasta pressoch invariata (29.000 persone), ma si registra una diminuzione dei residenti intorno agli anni 50-60 per poi tornare ai livelli normali negli ultimi trentanni. Dopo la seconda guerra mondiale si assiste a uno spostamento della popolazione nelle aree urbane industrializzate o verso il continente. Nel 1951 un terzo della popolazione era impiegato nel settore primario, un pi di un terzo nel settore secondario, negli anni settanta invece il settore terziario aveva superato nettamente entrambi gli altri settori. Il settore terziario principalmente legato al turismo e si sviluppa nei vari comuni in maniera diversa, partendo da Portoferraio, estendendosi poi verso le zone limitrofe ad esso. Lattrazione turistica dellisola ha un impennata negli anni 50, triplicando in pochi anni. Le zone turistiche hanno sviluppo a livello spaziale, sulle coste e temporale, principalmente in stagione estiva.

Componente strutturale
Dalle ricerche emerge un costante aumento del numero delle abitazioni, soprattutto nel decennio 71-81, collegabile con lespansione del settore turistico. Si va da circa 30 abitazioni per 100 abitanti negli anni 50 fino a 86 nel 2000. Oltre alle abitazioni, si osserva un incremento delle strutture dedicate alle attivit economiche, negli ultimi cinquanta anni quasi triplicate. Da considerare anche le strutture per il turismo: ci sono circa 200 alberghi e 250 strutture con esercizio extra-alberghiero (agriturismi, affitti, campeggi, ostelli).

Componente spaziale
Il suolo destinato alluso agricolo si notevolmente ridotto, specie tra il 70 e l80, la superficie non agricola supera nettamente il 50% trasformando radicalmente il territorio. Il suolo agricolo attualmente il 5%. La superficie boschiva diminuisce molto lentamente, lespansione urbana preferisce invadere i territori agricoli poco produttivi. I territori che sono mutati in modo pi radicale sono quelli che un tempo avevano un economia basata sullagricoltura, come Marciana, mentre Portoferraio e Campo DElba mantengono ancora un ampia attivit agricola.

Dalla cartografia tradizionale alla cartografia digitale


L'indagine prende come punto di partenza la situazione cartografata nel 1962 attraverso la Carta dell'Utilizzazione del Suolo d'Italia. La Carta composta da 26 fogli corredati di 21 simboli a colori. La sua base di costruzione una carta stradale del TCI 1:200.000. Per confrontare le informazioni qualitative che si possono ottenere dalla lettura di questa fonte necessario implementare questa base cartacea su piattaforma GIS. La prima operazione la scansione della carta, successivamente deve essere trasformata in formato vettoriale e deve essere dotata di coordinate spaziali, infine viene ridisegnata mantenendo inalterate le classi di destinazione di usi del suolo individuate nel 1962 e soltanto ora la nuova carta realizzata si trova ad essere corredata da un database, contenente informazioni sull'area cartografata. Il territorio dellIsola dElba si presentava nel 1962 per la maggior parte occupato a pascolo ed incolto produttivo (37%), circa il 25% del suolo era occupato da una superficie boscata e oltre il 18% era coltivato in seminativo asciutto. Il seminativo era coltivato in gran parte nella sua componente semplice e solo in ristrette aree associato a piante legnose. Ampia superficie del suolo era occupata da vigneti (15%) coltivati in coltura specializzata nelle pianure di Portoferraio e di Campo nell Elba. I vigneti erano coltivati da piccoli proprietari su appezzamenti limitati sfruttando le posizioni migliori e pi soleggiate.

Rappresentazione cartografica sulla base di Corine Land Cover


La situazione dellisola trentanni dopo risulta sensibilmente cambiata e questo lo si pu notare utilizzando come fonte i dati ottenuti dallelaborazione del database Corine Land Cover, infatti possibile individuare e quantificare le superfici soggette a cambiamenti di destinazione di uso in gran parte delle classi identificate da Colamonico. La scala di acquisizione del dataset (1:100.000) non permette di scendere nei dettagli, infatti sono riscontrate alcune mancanze di vie di comunicazioni stradali e ferroviarie, la conseguenza che le strade statali non vengono classificate secondo la loro effettiva copertura del suolo ma con il poligono che le comprende, in questo caso sono rappresentate con uso boschivo o agricolo.

Il territorio dellisola, secondo le rilevazioni degli anni 90, si presenta occupata per il 40% da un uso a sclerofilla(associazioni cespugliose delle piattaforme calcaree mediterranee), composte per la maggior parte da quercia coccifera. Luso agricolo del suolo si distingue in sistemi colturali e particellari permanenti(appezzamenti di varie colture annuali), aree occupate da colture agrarie(boschi, cespugli, rocce, bacini dacqua) e seminativi in aree non irrigue(cereali, legumi, foraggio), poich i vigneti sono caratterizzati generalmente da coltivazioni promiscue o colture specializzate di propriet il database Corine Land Cover non classifica direttamente questa classe imponendo un confronto diretto con le superfici ricavate dalla cartografia del 1962.

I recenti cambiamenti nelluso del suolo


Nel 2005 il database Corine Land Cover stato integrato con nuovi rilevamenti, quindi possibile identificare i cambiamenti nelluso del suolo nellultimo decennio. La prima osservazione da compiere che il suolo agricolo e quello boscato sono quelli che hanno dovuto cedere maggiori superfici a favore della creazione di aree sportive e ricreative o di nuovi edifici sulla maggior parte del suolo elbano, inoltre il cambiamento di destinazione e duso del suolo soggetto a incendi viene analizzato anche in un recente lavoro di Cyffka, nel quale si descrive la perdita di terreno coperto da pinete presente sullisola in favore della tipica foresta mediterranea a sclerofilla.

Trasformazione e persistenza nel paesaggio dellIsola dElba: la coltura e la cultura della vite
La conservazione di una cultura della vite rintracciabile nel paesaggio e nelle varie espressioni della cultura materiale degli elbani, nonostante i cambiamenti avvenuti sia nelluso del suolo che nella vocazione economica isolana. Come segni di cultura materiale vengono presi in esame: -la persistenza della viticultura associata ad altri usi del suolo -la diffusione territoriale della viticoltura -la conservazione di vitigni autoctoni -il mantenimento di tecniche colturali e di vinificazione -il recupero della produzione di qualit con caratteristiche locali

La persistenza della viticoltura


Nellisola dElba la viticoltura era gi praticata in epoca etrusca ma anche in epoca romana dove il commercio del vino e la coltivazione della vite erano fiorentissimi. In epoca medievale si pu supporre che i seminativi fossero la coltivazione pi diffusa e che i vigneti continuassero ad essere coltivati infatti testimonianze medievale ci confermano il commercio del vino elbano almeno nel territorio toscano. Linteresse per la produzione del vino dellisola non scem neanche al tempo dei Medici tanto che Cosimo I dei Medici promulg alcune leggi allo scopo di tutelare i vigneti. Nel 1800 si ebbe una notevole diffusione della coltura della vite, incoraggiate anche da Napoleone Bonaparte durante il suo soggiorno allElba e in quel periodo la viticoltura rappresentava una grande risorsa per leconomia locale in quanto la coltura vigneti occupava un quarto della superficie totale dellisola, rendendo da sola molto pi che tutte le altre unit insieme. Nel 1900 anche lisola dElba stata afflitta dallesodo della popolazione agricola attratta prima dallindustria(estrattiva e siderurgica) e successivamente dalle attivit turistiche, molti vigneti furono cos abbandonati e rimasero utili solo per il fabbisogno locale.

Nei decenni successivi proseguita la tendenza verso una progressiva contrazione dellattivit fino alla modesta dimensione attuale. E evidente pertanto che se si pu parlare di persistenza della coltivazione della vite, essa assume un carattere pi culturale che economico, confermato dal fatto che si cerchi di mantenere un patrimonio viticolo dal punto di vista qualitativo pi che quantitativo.

La diffusione territoriale della vite


La riduzione della coltivazione della vite non ha risparmiato nessuno dei comuni elbani: stato per molto evidente nei comuni di Marciana, di Campo dElba e di Capoliveri. Nel 1970 il comune di Marciana aveva la maggiore superficie a vite dellisola ed anche quello che ha sofferto maggiormente dellabbandono dellagricoltura; Campo dElba e Capoliveri hanno assistito ad una rapida riduzione del numero di aziende. Le zone dellisola a maggior concentrazione viticola sono quelle centro-orientali dove sono presenti territori con pendenze meno accentuate e con campi di maggiori dimensioni. Secondo i dati del 2000 si pu notare laumento di piccole aziende che producono vino e questo costituisce un problema: scarsa meccanizzazione e pochi ricavi. Da un punto di vista culturale le divisioni in piccole parti delle propriet hanno permesso la conservazione fino ai giorni nostri del patrimonio tecnico-colturale viticolo.

La conservazione dei vitigni autoctoni


I vini elbani che rientrano nella denominazione di origine controllata(D.O.C.) sono lElba Bianco, lElba Ansonica e lElba Rosso. LElba Bianco viene prodotto per la maggior parte da uve Procanico in uvaggio con Vermentino, Malvasia, Biancone ecc. Purtroppo, la tendenza attuale quella di affiancare al Procanico percentuali crescenti di vitigni migliorativi indicati. Le uve Procanico sono una sottovariet del Trebbiano, diffuso in Umbria e in Toscana. LElba Ansonica viene prodotta dalle uve di un vitigno ricco di storia e tradizione mediterranea. Le uve presentano una buccia spessa e ricca di polifenoli: ci garantisce ai vini una notevole struttura, ma la sua vinificazione non molto facile infatti sono poche le aziende che lo producono. LElba Rosso tradizionalmente prodotto da uve Sangiovese integrate da piccole percentuali di altri vitigni. LElba Rosso il vino elbano che pi sta cercando la sua identit territoriale vista la recente ampia diffusione del vitigno in Toscana e altrove.

Il mantenimento di tecniche colturali e di vinificazione


La tendenza pi recente quella della viticoltura elbana. La coltivazione diventa specializzata e viene praticata su terreni produttivi: ci permette luso del suolo con coltivazioni in filari ravvicinati a sostegno secco o artificiale. La maggior parte dei vigneti sono stati impiantati negli anni 70, una piccola percentuale di vigneti sono ancora pi vecchi mentre il restante rappresentato da vigneti di aziende produttive che hanno rinnovato le loro vigne negli ultimi decenni. Per quanto riguarda la vinificazione la maggior parte delle aziende vinicole sono dotate di impianti moderni. In generale i passaggi per giungere della vinificazione sono: -raccolta uva nella prima decade di settembre -i grappi raccolti vengono fatti appassire 10 giorni in luoghi ventilati e alla fine dellappassimento si praticano interventi di pulizia dei grappoli e degli acini -al raggiungimento della concentrazione voluta i grappoli vengono diraspati e pigiati -fermentazione per 10 giorni

-dopo la svinatura la fermentazione continua lentamente -imbottigliamento del vino 1 anno successivo alla vendemmia.

Il recupero della produzione di qualit con caratteristiche locali


La denominazione dorigine Elba stata riconosciuta nel 1967 e la Strada del vino Costa degli Etruschi dal 1997 comprende anche un percorso sullElba. Queste iniziative sono significative poich innescano un processo di conservazione e di recupero del patrimonio territoriale attraverso iniziative sia di carattere economico che di carattere ambientale, sociale e culturale. La coltura della vite resta un tratto culturale forte nel paesaggio dellElba. I processi di trasformazione territoriale fino a qui analizzati ci portano a osservare le dinamiche di cambiamento, emblematicamente rappresentate dalla viticoltura.

Conclusioni
In questa lettura stato dimostrato che in 50 anni lisola dElba ha subito forti cambiamenti nelle attivit economiche : -attivit agricola trasformata -attivit mineraria scomparsa -attivit turistica ingigantita Eppure queste modifiche economiche non hanno trasformato molto il paesaggio e il genere di vita elbano, infatti fuori stagione(estiva) lElba continua ad apparire ai visitatori come unisola di pace, di traffico moderato e di gustosi suggerimenti gastronomici ed enologici.

Il paesaggio come prodotto culturale


Sia il termine di paesaggio che quello di cultura sono segni la cui INTERpretazione(lInter dappertutto!) varia secondo il momento storico e il punto di vista adottato: positivistico, idealistico o percettivo. La geografia culturale parte dallindividuazione del campo di interesse e di indagine sottolineando limportanza della visuale culturale nella comprensione della realt geografica e la dimensione spaziale del concetto di cultura. Altrettanto importante la dimensione relazionale e dinamica in cui la cultura viene definita sistema di segni rispecchia lordine esistente co nel rapporto tra luomo e lambiente e che viene trasmesso e modificato. Nel concetto di condivisione ritroviamo la base della formazione identitaria di un gruppo umano in un determinato territorio; in quello di trasmissione viene introdotto un aspetto transgenerazionale relativo a un patrimonio di conoscenze e di valori che viene passato da una generazione allaltra; infine con quello di modificazione e cambiamento si vuole evidenziare la capacit di accogliere le informazioni giunte dallesterno adottando innovazioni e provando a diffonderle.

Il percorso epistemologico
Ogni area abitata appare come risultato del vivere e dellagire di un gruppo umano nel suo territorio; il paesaggio costituisce la testimonianza visibile delle trasformazioni operate sullambiente, lo specchio dei modi in cui vengono trovate le risposte ai bisogni primari(cibo, riparo, vestiario) e alle necessit quotidiane.

Se un gruppo umano con le sue attivit lartefice del territorio ne consegue che il paesaggio culturale la traccia visibile della cultura del gruppo umano. Allo stesso tempo, il paesaggio restituisce allosservatore la testimonianza degli aspetti invisibili(aspirazioni, speranze, valori) della cultura di un gruppo umano. Paesaggio geografico e paesaggio culturale differiscono nella rappresentazione e nellapproccio teorico e metodologico adottato. Nel paesaggio geografico la realt esterna(oggettiva) prevale sul soggetto e inoltre in esso viene adottata limpostazione strutturalista ed presente una scomposizione della realt in elementi tra cui esistono relazioni di causa-effetto. In quelli relativi al paesaggio culturale il soggetto prevale sulla realt esterna e i simboli costituiscono le manifestazioni culturali del paesaggio. La distinzione tra i due paesaggi non indica una loro contrapposizione ma al contrario viene approfondita la conoscenza di un territorio in tutte le sue componenti ambientali, economiche, sociali e culturali.

Una proposta di lettura del paesaggio culturale


Per analizzare il paesaggio culturale Huxley distingue tre tipi di produzione culturale: -cultura materiale insieme di manufatti, strumenti e tecniche con cui i gruppi umani si inseriscono nello spazio -cultura sociale costruzione di relazione fra gli individui e i gruppi -cultura mentale capacit di un gruppo umano di pensare e di produrrei idee che costituiscono gli elementi centrali e durevoli di una cultura(lingua, religione, tradizione artistica). Prendendo ad esempio la casa essa ha una funzione universale, in quanto soddisfa il bisogno primario di riparo e di difesa dagli elementi climatici; essa anche un prodotto economico e un bene sociale, in quanto su di essa si investono risorse personali e collettive con lobbiettivo di garantire a tutti una abitazione. Nel corso degli anni le abitazioni rurali sono cambiate molto e venivano distinte in vari tipi: il tipo di montagna di dimensioni modeste perch anche le condizioni di vita erano modeste con vasto uso della pietra oppure il tipo di pianura, pi ampio di dimensioni con vasto uso del mattone e destinata ad accogliere una produzione agricola pi consistente e famiglie numerose. Luso del suolo agricolo e le tecniche di coltivazione sono altrettanto significativi della cultura materiale nel paesaggio. In Toscana la coltivazione della vite(BASTA Gisellina con questo vino!) quella che offre maggiori spunti di riflessione( nova): essa costituisce la testimonianza di una vocazione produttiva regionale, la traccia evidente dellopera umana nel paesaggio e lespressione di un sapere trasmesso e condiviso che fa da filo tra passato e presente. La conservazione del patrimonio culturale legato alla vite assume diverse connotazioni: innanzitutto il perdurare della coltivazione di vitigni autoctoni che sono alla base dei vini elbani e in secondo luogo il mantenimento di tecniche colturali e di vinificazione tradizionali. Quanto evidenziato per lisola dElba riscontrabile in numerose aree della Toscana: il processo di modernizzazione, non riuscito a cancellare totalmente gli aspetti legati al lavoro agricolo e alla sistemazione dei campi. Gli aspetti della cultura che identificano la variet e la struttura delle relazioni fra gli individui sono definiti prodotti sociali. Il paesaggio ci restituisce i segni dellorganizzazione sociale, dei rapporti di forza e della diversificazione per classi, per genere e per appartenenza etnica di un gruppo umano. Possono essere inclusi in questa categoria le espressioni del potere politico come ad esempio i castelli che per la maggior parte sono caduti in abbandono o declassati ad abitazioni comuni.

Se dai borghi medievali si passa ad osservare le citt comunali, sulle varie piazze si affacciano i palazzi che erano espressione del potere sotto le sue varie forme e molti di essi hanno mantenuto la funzione di sede delle istituzioni pubbliche. La distinzione che ancora oggi viene fatta tra centro e periferia ha radici storiche: le mura(concrete o metaforiche) segnavano il confine fra la citt e la campagna, dividendo i cittadini dai contadini rimarcandone la diversit nei diritti. La suddivisione dello spazio urbano era contrassegnata dalle attivit e dai mestieri che venivano esercitati nei vari quartieri(mercanti, fabbri, orafi), mentre ora alle attivit produttive sono subentrate quelle commerciali a cui vengono destinate le vie centrali della citt(centri commerciali). I prodotti mentali costituiscono gli elementi centrali e durevoli della cultura. Aspetti come lingua, religione e arte sono quelli che consentono la relazione tra gli individui e la condivisione di credenze e valori; i segni della cultura immateriale sono ricchi dal punto di vista interpretativo, infatti sono numerosi i segni che collocati in luoghi elevati esaltano la spiritualit e sottolineano il processo di avvicinamento a Dio: le croci, i santuari, le immagini della Madonna o dei Santi

I processi di cambiamento
Le tracce delle complesse relazioni che un gruppo umano ha instaurato con il proprio territorio non sono di facile lettura a causa delle trasformazioni che il territorio ha subito per i processi di modernizzazione da cui stato investito. Grazie alla diffusione dellindustrializzazione vengono scardinati i sistemi economici tradizionali di produzione agricola, lestensione delle ferrovie e il miglioramento delle vie di comunicazione danno origine a nuovi flussi di mezzi e di persone. Da un punto di vista pi strettamente geografico questi processi di trasformazione hanno innescato nuove dinamiche territoriali, le pi importanti delle quali sono individuabili nella concentrazione progressiva della popolazione e di attivit in alcune aree e nellabbandono di altre. Per quanto riguarda la Toscana, tali processi conducono alla formazione di due diverse realt territoriali: da un lato una Toscana definita forte, per i suoi caratteri di dinamismo demografico, economico e insediativo e dallaltro una debole perch contraddistinta da spopolamento e da un economia prettamente rurale. La prima coincide con le aree pianeggianti del Valdarno dove si sono consolidati i principali centri urbani e si sono sviluppati i distretti industriali; la seconda si colloca nelle province meridionali interne. Negli anni 90 la crescita demografica ed economica della fascia costiera si attenuata, mentre si imposta la zona che comprende Firenze e Arezzo. Questo fenomeno di spostamento della crescita verso la Toscana interna legato a diversi fattori come la crisi dellindustria pesante nelle aree costiere o il calo del turismo nelle zone del litorale. Tuttavia si pu rilevare una fase di transizione contraddistinta da un declino delle zone a forte concentrazione urbana sia da un punto di vista dello sviluppo economico che da quello della capacit attrattiva inoltre ultimamente si sviluppata la tendenza da parte dei turisti di ricercare una migliore qualit dellambiente e un luogo lontano dal traffico e dallinquinamento, cio paesaggi spesso abbandonati ma che sono riusciti un buono stato di conservazione dellambiente del patrimonio culturale.

Una visione palinsestica


Nella metafora del paesaggio come palinsesto si vuole sottolineare da un lato la forza dei cambiamenti che riescono a cancellare le impronte di usi di culture precedenti e dallaltro la persistenza delle tracce delle culture passate e del dialogo da esse instaurato con il territorio. Il

palinsesto un manoscritto su pergamena sul quale lo scritto pi recente viene sovrapposto ad altri preesistenti ed esso la somma di tutte le cancellazioni e le sovrascritture. Il paesaggio conserva le tracce di tutte le scritture che si succedono nel tempo poich costituisce un patrimonio condiviso e trasmesso, esattamente come la cultura. Secondo un approccio storicistico lo studio del paesaggio parte dallosservazione dellambiente naturale e si sviluppa attraverso lanalisi delle attivit dei gruppi umani(il vivere e il produrre in un determinato luogo). Lapproccio semiotico sottolinea invece un aspetto ulteriore: il valore simbolico che viene attribuito alla natura e alle produzioni di un gruppo umano. I concetti di patrimonio e di valore simbolico rimandano ai soggetti che riconoscono al paesaggio tali propriet. Bisogna distinguere due tipi di soggetti: -insider abitante del luogo che nel territorio proietta il proprio vissuto e ne riconosce le valenze simboliche -outsider visione esterna del territorio percepita ed elaborata secondo processi conoscitivi differenti E proprio lo sguardo esterno che aiuta chi opera attivamente in un territorio ad assumere qualche volta lo sguardo altrui e a osservare in maniera oggettiva e pi critica. Questo gioco(gioco?????) di visioni porta ad una convergenza infatti gli aspetti simbolici di singoli elementi culturali acquistano dignit(dignit???) di beni culturali. Lespressione bene culturale legato al paesaggio di difficile attribuzione in quanto il significato pu essere riconosciuto e condiviso dagli insider ma non viene percepito dallesterno(a differenza di un monumento), per questa ragione , per la complessit della determinazione delloggetto e per lincertezza su chi lo deve determinare non si pu parlare di bene culturale legato al paesaggio. Il concetto di palinsesto pu essere utilizzato per la comprensione della definizione di paesaggio culturale in quanto i segni caratterizzanti lidentit culturale non sono solo legati al presente ma consentono, in qualit di documenti trasmessi, di ricostruire lavvicendamento dei gruppi umani su un territorio. Il paesaggio culturale non qualcosa di statico in un determinato contesto temporale ma riflette lidentit territoriale frutto del dialogo(dialogo???) fra natura cultura, secondo modelli ereditati dal passato e secondo le aspirazioni proiettate nel futuro.

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