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L'ETA' UMANISTICA Il passaggio dal Medioevo al Rinascimento non avvenne in modo meccanico: gi nei secoli precedenti al Quattrocento, infatti,

era possibile individuare delle intuizioni, concezioni e innovazioni metodologiche che facevano presagire gli sviluppi futuri. La principale differenza tra le due epoche l'attribuzione del Teocentrismo al Medioevo e dell'Antropocentrismo (concezione laica) al Rinascimento. Questa seconda attribuzione consiste nell'accettazione della dimensione ultraterrena pensando per che l'uomo si potesse realizzare anche nella vita terrena, grazie al libero arbitrio di cui dotato e attraverso le sue molteplici potenzialit. Il Rinascimento pu a sua volta essere suddiviso in due periodi: 1.Umanesimo. Dalla fine del 1300 al 1492 (anno della scoperta dell'America nonch anno della morta di Lorenzo il Magnifico. Questa epoca fu segnata dalla riscoperta dei classici e dell'interesse per l'antichit, vennero cos rivalutate le humanae litterae (discipline caratterizzate dall'antropocentrismo, come la filosofia, la storia, la retorica..Cicerone le aveva definite studia humanitatis) 2.Rinascimento vero e proprio. Dal 1492 alla fine del 1500. In questo periodo si consolid la nuova civilt attraverso la piena realizzazione sul piano artistico e letterario.
STRUTTURE POLITICHE, ECONOMICHE E SOCIALI

Gi dalla fine del Duecento le continue lotte tra fazioni politiche avevano portato all'indebolimento dei comuni, ci consent a individui singoli o a famiglie di imporre il loro dominio personale; nacque cos la Signoria che si consolid lungo tutto il Trecento ed il Quattrocento, secoli che videro la trasmissione ereditaria del titolo di Signore ormai divenuto individuale. In molte citt questo titolo venne riconosciuto dal Papa o dall'Imperatore trasformandosi cos in Principato. Un'importante eccezione fu rappresentata da Firenze che mantenne le istituzioni comunali fino al 1435, anno in cui cadde sotto la Signoria di Cosimo de'Medici. Il quadro generale dell'epoca vide dunque lo scomparire delle forme repubblicane di governo a favore di forme di potere autoritario e gerarchizzato. Nel giro di poco attorno alla figura del Signore si cre un'lite di fedelissimi da lui scelti, formata non soltanto da politici ma anche da una serie di intellettuali e artisti. La corte divenne cos il principale centro di cultura del Quattrocento. Questa forma chiusa di cultura port per ad uno spegnersi della vita civile, non pi segnata dalla contrapposizione tra partiti e fazioni n tanto meno dalla partecipazione dei cittadini alla politica della citt. Le grandi citt come Firenze, Milano, Venezia cos come lo Stato Pontificio erano caratterizzate da un forte desiderio di espansione territoriale che port alla creazione di veri e proprio Stati regionali (ducati con l'autorizzazione pontificia o imperiale a governare sui territori limitrofi). Tra questi stati inizi un'aspra serie di guerre, terminata nel 1454 con la Pace di Lodi grazie all'incredibile capacit politica di Lorenzo de'Medici. Per quanto riguarda l'economia, il Quattrocento vide una lenta e graduale ripresa dalla crisi del secolo precedente. La caratteristica principale della ripresa fu sicuramente la riconversione degli investimenti in attivit agricole che portarono ad una ripresa dei terreni abbandonati dei periodi di carestia; le famiglie di mercanti iniziarono invece ad investire sull'acquisto di terreni coltivabili. La borghesia cittadina si accorp all'antica aristocrazia anche sulla base del potere economico, consistente prevalentemente nella rendita terriera.
CENTRI DI CULTURA

Poich soltanto Firenze conserv, all'inizio del secolo, le istituzioni repubblicane, in questa citt si mantennero le tradizioni culturali dell'et comunale. L'istituzione pi importante rappresentata dalla cancelleria della Repubblica, dove si scrivevano le lettere ufficiali e si detenevano i rapporti diplomatici. La direzione della cancelleria fu affidata a personaggi rilevanti come Coluccio Salutati. Nel resto dell'Italia invece la corte si mantenne il principale centro di cultura. Nacque nel Quattrocento una vera e propria civilt di corte basata sul culto della raffinatezza spirituale e sul gusto per l'estetico. Gli intellettuali di corte espressero attraverso le loro opere gli ideali dell'lite colta che

si era raccolta intorno alla figura del Signore, proprio pre contraccambiare la protezione e il mantenimento ricevuto. La corte divenne cos un centro chiuso di cultura, dove questa veniva prodotta e consumata. Un'altra istituzione strettamente legata alla corte l'Accademia che soddisf la necessit degli intellettuali di corte di scambiare le loro idee e discorre tra loro. Ci nacque dall'ammirazione delle scuole filosofiche antiche, prima tra tutte l'Accademia platonica. Ad imitazione di questa nacquero perci dei cenacoli dove dotti si incontravano per conversare e confrontarsi. Grazie alla nascita e alla diffusione della stampa, anche le botteghe dello stampatore si rivelarono presto dei centri di cultura dove letterati e filosofi si incontravano per discorre. Per quanto riguarda le biblioteche, la prima intuizione di biblioteca pubblica, si ebbe ad opera di Petrarca che aveva pensato di donare la propria alla Repubblica di Venezia e di aprirla alla libera consultazione. Ci non pot realizzarsi, ma l'idea fu ripresa e cominciarono a nascere diverse biblioteche pubbliche che conservavano i libri e li facevano circolare nelle mani dei lettori. Abbiamo cos la Biblioteca Laurenziana a Firenze, la Biblioteca Gregoriana a Roma e quella Marciana a Venezia.
IDEE E VISIONI DELL'UMANESIMO

L'Umanesimo fu caratterizzato dal mito della rinascita: gi dagli inizi del Quattrocento, infatti, gli intellettuali avevano concepito una ripresa della civilt classica. Questo periodo fu contrapposto al concetto di media aetas (cio di Medioevo), un'et di barbarie che si era venuta a contrapporre tra l'antichit e il presente. La ripresa in mano dei classici avvenne perci con la massima scrupolosit, questi vennero studiati con l'intenzione di non contaminarli con idee contemporanee (come era avvenuto nel Medioevo quando concezioni cristiane erano state applicate allo studio dei classici), nacque cos la filologia. La contrapposizione tra Medioevo e Rinascimento fu ancora pi sentita quando vennero fatti contrapporre i concetti di teocentrismo per il Medioevo, in cui Dio era posto al centro dell'universo come motore di tutta la realt e della storia (Aristotelismo); e il concetto di antropocentrismo per il Rinascimento, in cui l'uomo pone s stesso al centro della realt come protagonista della propria storia (Platonismo). Nella nuova concezione venne esaltata la dignit dell'uomo, massimamente sminuita nel Medioevo quando questo era dotato di libero arbitrio che per si riduceva ad una rigida alternativa tra bene e male e quando la sua figura era vista come fragile e tormentata dal peccato. Questi nuovi modi di vedere l'uomo al centro del sistema non comportarono affatto un afflievolirsi del sentimento religioso, anzi il nuovo obbiettivo fu un ritorno alla purezza originale del cristianesimo. Allo stesso modo l'esistenza di una vita ultraterrena non venne messa in dubbio, ma cambi il fine della vita terrena mirata alla piena realizzazione delle potenzialit umane. Anche la cultura antica, specialmente quella romana, si concentrava sul valore del mondo terreno in cui ogni uomo poteva essere artefice del proprio destino (homo faber suae fortunae) e in cui la realizzazione dal punto di vista civile era preferita ad una vita puramente contemplativa. Si afferm in questo periodo anche il principio di imitazione: se gli antichi avevano raggiunto la perfezione in ogni campo era certamente necessario imitarli per ottenere risultati validi. Vennero cos riportate in vita le filosofie platoniche e la letteratura di Cicerone. Questa imitazione non poteva essere passiva, mirando cio ad una meccanica riproduzione del passato che pur sempre diverso dal presente, bens attiva, dinamica. I classici vengono considerati cos dei modelli ispirandosi ai quali necessario costruire delle realt a seconda delle esigenze del presente. Per quanto riguarda la letteratura, questo principio venne sviluppato con la nascita della filologia, attraverso la quale vennero sfatati dei miti del mondo medievali quali la Donazione di Costantino: un documento in cui l'imperatore lasciava Roma al Papa dando cos alla Chiesa una legittimazione del potere temporale sulla citt. Il filologo Lorenzo Valla grazie ad una precisa analisi del documento dimostr che questo non poteva essere stato scritto nel IV secolo d.C, ma che era sicuramente un falso

medievale. Un documento che testimonia l'Antropocentrismo del periodo dell'Umanesimo il De hominis dignitate che Pico della Mirantola scrisse nel 1484. L'uomo esaltato perch al centro dell'universo e partecipe della potenza di Dio grazie all'eternit dell'anima e alla materialit del corpo, egli inoltre artefice del proprio destino, pu quindi degenerare in un essere inferiore o elevarsi all'altezza degli angeli. A partire dal disprezzo del mondo con i suoi beni materiali ed esperienze effimere in cui l'uomo non assumeva alcun valore in quanto soggetto passivo del disegno del Creatore, si arriv dunque ad una rivalutazione degli aspetti positivi ed operosi dell'uomo. Le stesse arti potevano giungere dal nulla a creazioni quasi divine, dunque l'uomo era anch'egli creatore.

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