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COSIMO MAGAZZINO

Leconomia neoclassica concede poco spazio ai concetti di potere e gruppi sociali, mentre le istituzioni private diverse dal Mercato sono pressoch assenti. La macroeconomia keynesiana ha introdotto differenze sistematiche nelle posizioni dei vari individui, configurando lesistenza di diverse classi (capitalisti-salariati; risparmiatoriinvestitori). La teoria dei gruppi di interesse riconosce lesistenza di gruppi sociali con interessi comuni e vede il p.m. come un riflesso della pressione di tali gruppi. Secondo lanalisi economica si definisce regulatory capture (o capture theory) il fenomeno della cattura dei regolatori (le autorit di regolazione) da parte dei soggetti regolati, ossia la convergenza dinteressi tra gli uni e gli altri, con la conseguente perdita del carattere di imparzialit del soggetto regolatore.
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Le teorie del ciclo politico-economico nascono con le analisi di KALECKI rivolte a interpretare lincapacit del capitalismo di perseguire il pieno impiego nel lungo periodo. Nella visione di KALECKI il ciclo politico-economico nasce come effetto secondario delle politiche keynesiane. Infatti i tentativi di controllare il ciclo attraverso le politiche espansive porterebbero: 1) espansione e Stato sociale; 2) disaffezione dei lavoratori; 3) inflazione e politiche restrittive; 4) nuova disoccupazione e ripresa del ciclo. I politici, di origine elettiva, definiscono gli obiettivi dellazione pubblica. I burocrati traducono in realt le linee dazione individuate dai politici. Secondo KALECKI, il sistema capitalistico incapace di perseguire la p.o. nel l.p.: leliminazione del ciclo economico attraverso politiche espansive keynesiane e listituzione di uno Stato del benessere ridurrebbero la disciplina dei lavoratori, non pi sottoposti alla minaccia della disoccupazione. Come conseguenza, vi sarebbe un P e politiche pubbliche restrittive, tali da originare un ciclo politicoeconomico.
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KALECKI considerato il progenitore delle cosiddette teorie del ciclo politico-elettorale. Lidea originaria che il sistema capitalistico non possa rimanere per troppo tempo in condizioni di crescita e piena occupazione, perch altrimenti i lavoratori acquisirebbero troppa forza contrattuale ( W), tendendo a sfuggire al controllo, per cui i capitani dindustria sarebbero ansiosi di dar loro una lezione. La presenza di tensioni inflazionistiche e le pressioni delle grandi imprese sui governi porterebbero inevitabilmente alladozione di politiche restrittive. Ne seguirebbe la depressione, nel corso della quale si verrebbe a ristabilire la disciplina del lavoro ( W). Ma laumentata disoccupazione provocherebbe una forte pressione delle masse per obbligare i governi a intraprendere politiche espansive. Cambiamenti nel tipo di pressioni politiche darebbero cos origine a oscillazioni attorno a un trend di crescita vicino alla piena occupazione.
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Secondo la teoria di NORDHAUS, le decisioni dei politici sono espressione di loro proprie preferenze. Il primo obiettivo dei politici incumbent quello di essere rieletti. Infatti, la funzione di utilit dei politici ha quale argomento unico la massimizzazione della probabilit di (ri)elezione, che passa attraverso il numero dei voti ottenuti. Le politiche attuate saranno quelle in grado di massimizzare i voti attesi, aumentando le probabilit di rielezione. Inoltre, i risultati elettorali sarebbero influenzati dallandamento economico. Tuttavia, ritenendo gli elettori immemori, essi attribuirebbero un forte peso alla congiuntura economica presente e del recente passato. Gli elettori sono ritenuti anche miopi e ignari delle conseguenze negative nel l.p. delle manovre economiche poste in atto nel periodo elettorale. Unaltra ipotesi prevede la possibilit per il p.m. di espandere leconomia attraverso strumenti monetari e fiscali, anche se tale espansione non sostenibile nel l.p., producendo solo P (ritardato nel tempo). I politici e gli elettori sono indistinti.

Si supponga che il p.m. annunci di seguire una regola di P.M. per cui pe=0. Se i privati credono a questannuncio, p=0 (punto A). Se il p.m. decide di spostarsi lungo la curva di PHILLIPS di b.p. (S2), al fine di u (ma al costo di p), potr attuare politiche espansive (specie in periodo elettorale). Leconomia si sposter nel punto B2, situato su di una curva di indifferenza sociale pi bassa (e, dunque, socialmente preferibile). Tuttavia, gli agenti economici reagiranno alle politiche discrezionali, modificando al rialzo le loro aspettative inflazionistiche. Pertanto, se il p.m. decider, in un periodo successivo, di varare nuove politiche espansive, la curva di PHILLIPS di b.p. si sposter verso lalto. Date queste nuove aspettative, per il p.m. sar ottimale spostarsi in B3. Tale processo continuer finch non sar stato raggiunto il punto B4, dove la curva di PHILLIPS di b.p. tangente a una curva di indifferenza sociale (P4), ed entrambe passano per la curva di PHILLIPS di l.p. (LL). In E le aspettative dei mercati sono realizzate e il p.m. non ha pi alcun incentivo a barare, non potendo raggiungere curve di indifferenza sociale pi basse, spostandosi lungo la curva di PHILLIPS di b.p.
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Le curve S1,, S4 sono curve di PHILLIPS di b.p.; la curva LL una curva di PHILLIPS di l.p.; le curve P1,, P4 sono funzioni di preferenza sociale (allontanandosi dallorigine O, il malessere ). A il punto di equilibrio per il p.m. che agisca nel pubblico interesse nel l.p. Ma il p.m. avr incentivo a spostarsi in B2 (sulla curva di PHILLIPS di b.p. passante per A). Ma se p pe, si passer dapprima alla S3 e poi alla S4. Pertanto, p nel l.p., mentre u solo nel b.p.

Si ipotizza lesistenza di politici ed elettori distinti (partigiani), con preferenze diverse. Ogni partito assegna pesi diversi ai vari obiettivi economici, per ragioni di carattere ideologico e/o perch rappresenta istanze sociali diverse. Lalternanza dei partiti al governo implica diverse politiche economiche, dando luogo a un ciclo economico che ha unorigine politica. Elemento comune a tali teorie lidea che il politico sia uomo di parte (partisan theory) e che le scelte pubbliche risentano delle preferenze del partito o della coalizione al potere.

La burocrazia cerca di massimizzare il proprio benessere, che dipende da elementi quali Y, potere, status, soddisfazione, riconferma, tempo libero. Il rapporto tra p.m. e burocrazia pu essere rappresentato dal teorema principale-agente. Supponiamo che la burocrazia sia incaricata della fornitura di un certo servizio, per il quale il p.m. decide il finanziamento. Per il p.m., il finanziamento massimo assegnabile: q* = ON. BNT = BT CT. Per la condizione di efficienza allocativa: BMg = CMg, q = OE = OD, dove max(BT CT)= AD = AD. Quindi, stanziamento efficiente = ED (=CT), con BSocN = AD = AD.

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Secondo NISKANEN, il p.m. ha una corretta valutazione dei BT (e quindi dello stanziamento massimo assegnabile per ciascun livello di Y), ma non conosce perfettamente n le risorse fisiche n i costi di produzione del servizio. Pertanto, il p.m. non in grado di accertare se i fondi richiesti dalla burocrazia corrispondano ai costi minimi di produzione o meno: la burocrazia cos liberata dal vincolo di efficienza. Inoltre, per NISKANEN, nella funzione di utilit della burocrazia compaiono anche elementi non monetari, che sono funzione diretta dello stanziamento ottenuto. La burocrazia sar incentivata a proporre q = ON (> OE), con lo stanziamento max. = NF, e una sovra-produzione del volume del servizio pari a EN. Ma i burocrati non possono appropriarsi del residuo fiscale (differenza tra stanziamento finanziario erogato ed effettivo costo del servizio), per cui il loro vantaggio informativo sar rivolto soltanto alla realizzazione degli obiettivi non monetari. Di conseguenza, si avr un sovra-dimensionamento dellattivit pubblica e una sotto-produzione di quella privata, rispetto alle quantit PARETO-ottimali. Tuttavia, la produzione pubblica soddisferebbe criteri di efficienza interna, avvenendo al costo minimo. 11

Applicando alla burocrazia lanalisi del comportamento dei managers privati svolta da WILLIAMSON, MIGU e BLANGER ritengono che tra la max. dello stanziamento (e quindi del volume del servizio) e la realizzazione di alcuni obiettivi non monetari esista un trade-off. Lampliamento (non necessario) degli uffici e degli organici comporta la realizzazione di ogni volume di produzione a costi pi elevati. Quindi, allaumentare dellimpiego di risorse finanziarie per quegli obiettivi, diminuir la produzione realizzabile (e lefficienza interna). Cos, il residuo fiscale equivale allammontare di risorse impiegabili o per scopi direttamente produttivi ovvero per spese improduttive (bilancio discrezionale). Dalle preferenze di ciascun burocrate rispetto ai due beni alternativi (volume del servizio e dimensioni degli uffici) risulteranno la quantit di servizio pubblico prodotta e il suo effettivo costo di produzione (superiore a quello minimo). Hp.: preferenze burocratiche espresse dalle curve di indifferenza d1,, d3; d2 tangente al bilancio discrezionale LAF. Quel burocrate sceglier q = OH = OM, e le risorse finanziarie HG saranno utilizzate per coprire i maggiori costi di produzione dovuti allimpiego inefficiente delle risorse.

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1. Lorigine

dellintervento pubblico va ricercata nella consapevolezza che i politici maturano dellesistenza di un problema. 2. Lanalisi del funzionamento di altre istituzioni. Lintervento pubblico si giustifica quando siano soddisfatte le 2 seguenti condizioni: a) vi un fallimento delle istituzioni private; b) lo Stato pu conseguire risultati migliori di quelli delle altre istituzioni da almeno un punto di vista. 3. La scelta tra tipi alternativi di intervento pubblico: esso pu avvenire con strumenti diversi, che implicano costi e risultati differenti. La scelta del tipo di intervento va operata guardando ai seguenti elementi: a) fattibilit dal punto di vista politico e burocratico; b) fattibilit dal punto di vista delle reazioni dei mercati; c) natura dei risultati, in termini micro e macroeconomici.
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Si individuano 3 gruppi di Autorit Amministrative Indipendenti, che svolgono compiti diversi: 1. Le autorit garanti, che hanno quale principale obiettivo la tutela di interessi di rilievo costituzionale, con poteri di natura quasi-giurisdizionale. Esercitano funzioni arbitrali. 2. Le autorit di vigilanza, che tutelano interessi di rilievo costituzionale, con funzioni essenzialmente normative e di regolazione finalistica. 3. Le autorit di regolamentazione, che determinano le tariffe, definiscono le condizioni di accesso ai mercati, gli standard qualitativi, di sicurezza, di efficienza, etc. Le autorit garanti e quelle di vigilanza rientrano nel pi ampio gruppo delle autorit di controllo.

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- ACOCELLA N., Politica economica e strategie aziendali,

Carocci, Roma, 2008 (Capitolo 5). - BISES B., Lezioni di Scienza delle Finanze, Parte I, Giappichelli, Torino, 2005 (Capitolo 6).

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