Sei sulla pagina 1di 11

Le istituzioni politiche

La struttura dell unione si compone di vari organi i quali, attraverso l esercizio dei poteri loro conferiti hanno il compito di realizzare i fini dell organizzazione enunciati dal Trattato sull Unione Europea. Ai principali organi dell unione attribuita nel trattato la qualifica di istituzione , che riferita al Consiglio Europeo, al Consiglio, al Parlamento Europeo, alla Commissione, alla Corte di Giustizia, alla Banca Centrale Europea e alla Corte dei Conti (art 13 TUE). La ripartizione dei poteri tra le diverse istituzioni politiche non segue le linee di distinzione tra potere legislativo e esecutivo. In particolare la funzione legislativa risulta ripartita tra il Parlamento europeo e il Consiglio, mentre la Commissione detiene funzioni sia normative sia di carattere esecutivo e il Consiglio Europeo svolge essenzialmente un ruolo di indirizzo dell attivit di altre istituzioni politiche.

Il Consiglio Europeo
Il Consiglio europeo composto dai capi di stato o di governo degli stati membri, dal suo presidente e dal presidente della Commissione (art 15, par 2, TUE). Costituisce la sede in cui gli stati membri provvedono a un esame periodico delle questioni pendenti di maggiore rilevanza per lo sviluppo dell Unione, con la finalit di delineare soluzioni complessive. Il Consiglio europeo d all Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti e le priorit politiche generali . La scelta se partecipare al Consiglio Europeo per mezzo del capo di stato oppure del capo di governo spetta a ciascuno stato membro. Gli stati membri possono quindi adeguare la scelta alla rispettiva struttura costituzionale: mentre per la Francia presente il presidente della Repubblica, per gli altri stati membri intervengono i capi di governo, variamente denominati. La partecipazione del presidente della Commissione ha la funzione di porre in essere un raccordo tra il Consiglio europeo e tale istituzione. I capi dis tato e di governo possono decidere di farsi assistere da un ministro, mentre il presidente della Commissione pu farsi assistere da un membro della Commissione , inoltre partecipa ai lavori l alto rappresentante dell Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Il Consiglio europeo si riunisce di regola due volte a semestre su convocazione del presidente , il quale, se necessario, pu anche convocare una riunione straordinaria. Il presidente viene eletto dai componenti del Consiglio europeo a maggioranza qualificata per un mandato di due anni e emzzo, rinnovabile una volta e non pu allo stesso tempo esercitare un mandato nazionale. Il ruolo del presidente consiste in un attivit di indirizzo del Consiglio europeo e la ricerca di soluzioni condivise. Il Consiglio europeo non esercita attivit legislative, tuttavia esercita una notevole influenza sull azione normativa dell Unione. Infatti la circostanza che i capi di stato e di governo abbiano accettato una certa soluzione determina un comportamento corrispondente delle altre istituzioni politiche, in particolare del Consiglio. Per l adozione delle proprie delibere, il Consiglio europeo si pronuncia, salvo nei casi in cui i trattati dispongano diversamente, per consenso , ci significa che le delibere sono prese senza voto, allorch non vi sia un opposizione ad adottare un testo concordato informalmente, questa modalit nota sotto il nome di consensus . Il presidente del C. europeo e della Commissione non partecipano al voto. L attivit del C. europeo non coinvolge il Parlamento se non per il fatto che il presidente del Consiglio europeo presenta al Parlamento europeo una relazione dopo ciascuna delle riunioni , inoltre il Presidente del Parlamento europeo pu essere inviato per essere ascoltato dal Consiglio europeo . I parlamenti nazionali non possono influenzare particolarmente attraverso il loro potere di indirizzo politico l attivit del Consiglio, le cui scelte sono discusse e prese esclusivamente dai governi.

Il Consiglio
Il Consiglio costituisce sostanzialmente una replica del Consiglio europeo, poich anch esso esprime la volont dei governi degli stati membri, ma si differenzia da quest ultimo per le funzioni che gli sono attribuite. La principale funzione conferita al Consiglio quella normativa, che esso esercita congiuntamente al Parlamento europeo secondo varie procedure. Nonostante la variet delle procedure il ruolo del Consiglio sempre determinante, poich un atto normativo non pu essere adottata in assenza di una delibera favorevole di tale istituzione

Ulteriori funzioni rilevanti attribuite al Consiglio attengono all approvazione del bilancio dell Unione nonch alla definizione delle politiche e al coordinamento alle condizioni stabilite nei Trattati . Il Consiglio, inoltre stabilisce lo statuto dei comitati previsti nei trattati. Pu altres esercitare funzioni esecutive in casi specifici debitamente motivati nonch in materia di politica estera e sicurezza comune. Il Consiglio si compone di tanti membri quanti sono gli Stati membri dell Unione (attualmente 27) ed anch esso espressione dei governi. Partecipa infatti alle riunioni del Consiglio un rappresentante di ciascuno stato membro a livello ministeriale, abilitato ad impegnare il governo dello stato membro che rappresenta ed esercita il diritto di voto (art 16 par 2 TUE). Il consiglio si riunisce in varie formazioni. Le due pi importanti sono direttamente previste dal Trattato sull Unione europea: il Consiglio Affari Generali , che ha il compito di assicurare la coerenza dei lavori delle varie formazioni e di garantire che sia dato seguito agli indirizzi del Consiglio europeo, e il Consiglio Affari Esteri , al quale spetta elaborare l azione dell unione in materia di politica estera. Alle riunioni di tali due formazioni partecipano normalmente i ministri degli esteri degli Stati membri. L elenco delle altre formazioni adottato dal Consiglio europeo in relazione alle materie oggetto delle competenze dell Unione. La composizione varia in base alla materie; la presidenza delle varie formazioni esercitata secondo un sistema di rotazione paritaria tra gli stati. Il Consiglio possiede a Bruxelles un proprio apparato amministrativo chiamato Segretariato generale, con circa 200 dipendenti, che opera sotta la responsabilit di un segretario generale nominato dal Consiglio stesso. Le delibere del consiglio sono adottate a maggioranza qualificata eccetto nei casi in cui i trattati prevedano l unanimit o la maggioranza semplice. Il ricorso alla maggioranza semplice previsto dai Trattati istitutivi in pochi casi: -per le delibere con le quali il Consiglio chiede alla commissione di presentargli la proposta di un atto normativo (art. 241 TFU) -per quelle che adottano lo statuto di comitati previsti dai trattati (art 242 TFU) -per l adozione del suo regolamento interno L unanimit tuttora prevista per alcune categorie di delibere, in relazione alla loro rilevanza: -per l adozione di atti che non si fondano sull art 352 TFUE -per l adozione di atti che concernono certi aspetti della politica sociale o della politica estera di sicurezza comune o che comportano in sostanza un integrazione dei trattati. L art. 48 par. 7 attribuisce tuttavia al Consiglio europeo (nell ambito del procedimento di revisione semplificata dei trattati) il potere di consentire al Consiglio di deliberare a maggioranza qualificata quando invece sia prevista dai trattati l unanimit (salvo decisioni militari o di difesa). Ai fini del raggiungimento dell unanimit le astensioni dei membri presenti o rappresentanti non ostacolano l adozione delle deliberazioni (art 4 TFUE), ciascun membro del consiglio pu ricevere delega da uno solo degli altri membri. Per l adozione di delibere del Consiglio a maggioranza qualificata applicato attualmente un complesso meccanismo che si fonda sull attribuzione di un peso numerico differente al voto di ciascuno stato membro e trover applicazione fino al 31 ottobre 2014. Poich il sistema assicura un peso non proporzionato alla popolazione degli stati minori si previsto come correttivo del meccanismo la possibilit per ciascun membro di chiedere la verifica del rispetto dell ulteriore condizione che gli stati membri che compongono tale maggioranza qualificata rappresentino almeno il 62% della popolazione totale dell unione. Qualora tale condizione non sia soddisfatta, l atto non adottato . A partire dal 1 novembre 2014 si applicher il nuovo sistema, con il quale eliminata l attribuzione di un peso particolare ad ogni stato membro, prevedendo che per maggioranza qualificata si intende almeno il 55% dei membri del consiglio con un minimo di quindici rappresentanti degli stati membri che totalizzino almeno il 65% della popolazione dell Unione. (art 16 par 4 TUE). Per impedire l adozione di una delibera occorre l opposizione di almeno quattro membri del Consiglio. Nel caso in cui il Consiglio non deliberi su proposta del Commissione, la maggioranza richiesta sale al 72%, perch il Consiglio potrebbe non avere tenuto conto dell interesse generale dell unione, ma privilegiato quello di alcuni stati membri. L art 16 par 7 TUE stabilisce che un comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri responsabile della preparazione dei lavori del Consiglio . Il TFUE aggiunge che esso altres responsabile dell esecuzione dei compiti che il Consiglio gli affida e pu adottare decisioni di procedura nei casi previsti dal regolamento interno del Consiglio. I rappresentanti permanenti sono quelli che ciascuno stato membro invia presso l unione; il comitato, che correntemente denominato COREPER, costituisce una replica minore del Consiglio. Il comitato non adotta formalmente atti, ma spesso la discussione del testo si conclude nel suo ambito, senza ulteriore dibattito del Consiglio. Il TUE prevede che il Consiglio si riunisca in seduta pubblica quando delibera e vota su un progetto di atto legislativo . Se i trattati istitutivi dell unione affidano ai governi un ruolo determinante nell adozione degli atti normativi, nulla dicono circa il modo nel quale si formano all interni di ciascuno stato membro le scelte che il ministro esprime. Il protocollo 1 sul ruolo dei parlamenti nazionali allegato ai Trattati istitutivi ribadisce che il modo in cui i parlamenti nazionali esercitano il controllo sui rispettivi governi in relazione all attivit dell unione europea una questione disciplinata dall ordinamento e dalla prassi costituzionale di ciascuno stato membro.

In italia i regolamenti parlamentari offrono alle Camere la possibilit di discutere gli atti del Consiglio prima che essi siano adottati. La circostanza che il Parlamento partecipi alla formazione delle scelte che il governo esprime nel Consiglio si ricollega al potere pi in generale di indirizzo che nel sistema costituzionale italiano il parlamento ha in materia normativa. La legge 4 febbraio 2005 n 11, prevede che i competenti organi parlamentati possono formulare osservazioni e adottare ogni opportuna atto di indirizzo al governo in merito ai progetti di atti dell unione e agli atti preparatori. E altres previsto dalla stessa legge che il governo apponga in sede di Consiglio la cosiddetta riserva di esame parlamentare qualora le Camere abbiano iniziato l esame di un progetto o atto preparatorio oppure quando, a motivo della particolare importanza di un progetto, il governo stesso decida di chiedere agli organi parlamentari di esprimersi; allorch si apposta tale riservs il governo deve chiedere il rinvio della discussione o delibera del Consiglio al fine di poter prendere atto della posizione delle Camere (qualora queste non si pronuncino entro 20 giorni, il governo pu tuttavia procedere alle attivit di propria competenza).

La commissione
La commissione, che, diversamente dalle altre due istituzioni politiche, non composta da rappresentanti dei governi degli stati membri, ha il compito di promuovere l interesse generale dell unione adottando le iniziative appropriate a tal fine (art 17 par 1 TUE). Riguardo all adozione di atti normativi, la Commissione ha una ristretta competenza propria, conferitale da specifiche disposizioni del TFUE. Molto pi ampio il potere della Commissione di adottare norme per effetto di deleghe contenute in atti legislativi dell unione , infatti un atto legislativo pu delegare alla commissione il potere di adottare atti non legislativi di portata generale che integrano o modificano determinati elementi non essenziali dell atto legislativo (art 290 TFUE). Lo spazio discrezionale della commissione nell esercizio del potere normativo delegato tuttavia alquanto ridotto, sia in quanto l atto legislativo precisa gli obiettivi, il contenuto, la portata e la durata della delega sia perch il Parlamento e il Consiglio possono revocare la delega. Il pi importante potere della Commissione rispetto alla formazione degli atti normativi attiene all elaborazione delle proposte; infatti un atto legislativo dell Unione pu essere adottato solo su proposta della Commissione, salvo che i Trattati non dispongano diversamente. Gli altri atti sono adottati su proposta della Commissione se i Trattati lo prevedono . (art 17 par 2 TUE); tale potere conferito alla Commissione in ragione delle caratteristiche di indipendenza di tale istituzione. La Commissione altres dotata di funzioni di coordinamento, di esecuzione e di gestione, alle condizione stabilite dai Trattati (art 17 par 1 TUE). Poteri esecutivi sono conferiti alla Commissione, in particolare, riguardo alla politica della concorrenza (ai fini del controllo sul comportamento delle imprese), agli aiuti di stato alle imprese (relativamente alla verifica di compatibilit con i trattati di tali aiuti), alla gestione dei programmi di finanziamento da parte dell Unione. Spettano inoltre alla Commissione il compito di vigilare sul rispetto degli obblighi posti da norme dell Unione da parte degli stati membri e quello di rappresentanza esterna dell Unione, fatta eccezione per la politica estera e di sicurezza comune e per gli altri casi previsti dai trattati (art 17 par 1 TUE). I membri della Commissione sono attualmente in numero parti a quello degli stati membri, compresi il suo presidente e l alto rappresentante dell Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Ci richieder di porre in essere un meccanismo di rotazione paritaria tra gli stati membri. Secondo l art 17 TUE il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata, propone al Parlamento europeo un candidato alla carica di presidente della Commissione. Tale candidato eletto dal Parlamento europeo a maggioranza dei membri che lo compongono ; se non raggiunta tale maggioranza il Consiglio europeo propone un altro candidato. Il Consiglio di comune accordo con il presidente eletto indica le altre persone da nominare, che sono selezionate in base alle proposte presentate dagli stati membri . Sempre secondo la stessa disposizione il presidente e gli altri membri della Commissione cos designati sono soggetti collettivamente, ad un voto di approvazione da parte del Parlamento europeo (art 17 par. 7 TUE); in seguito all approvazione da parte del Parlamento , la Commissione infine nominata dal Consiglio europeo, che delibera a maggioranza qualificata. Il TUE prevede che la Commissione sia responsabile collettivamente dinanzi al Parlamento europeo (art 17 par 8). Tale responsabilit, tuttavia, si sostanzia attualmente solo nella possibilit che il Parlamento faccia decadere la Commissione con un voto di censura. Il mandato della Commissione di cinque anni e ha quindi la stessa durata della legislatura del Parlamento europeo.

Il Parlamento europeo
Il Parlamento europeo esercita, congiuntamente al Consiglio, la funzione legislativa e la funzione di bilancio (art 14 par 1 TUE). Inoltre svolge un ruolo di controllo politico sulle altre istituzioni ed esercita funzioni consultive emettendo pareri. Ad esso spetta anche, come gi sopra indicato, eleggere il presidente della Commissione.

Esso composto da rappresentanti dei cittadini dell unione che sono eletti a suffragio universale diretto, libero e segreto, per un mandato di cinque anni (art 14 par 2 TUE). Nella ripartizione dei seggi spettanti a ciascuno Stato membro tenuto conto, in una certa misura, dell entit della popolazione. Il TUE enuncia alcuni principi riguardo alla composizione del Parlamento prevedendo che esso non pu comprendere pi di 750 membri e che a ciascuno stato membro non possono essere assegnati pi di 96 seggi o meno di 6. Mentre i trattati istitutivi stabilivano originariamente che l elezione del Parlamento europeo a suffragio universale diretto si svolgesse secondo una procedura uniforme, le prime elezioni si sono tenute nel 1979 in base a una procedura che ciascuno stato membro ha stabilito e non si giunti sinora ad adottare un sistema elettorale uniforme, E previsto nell art 223 TFUE che il Parlamento elabori un progetto volto a consentire l elezione dei suoi membri secondo una procedura uniforme in tutti gli stati membri . Le relazioni tra le istituzioni politiche Mentre il Consiglio diretta espressione dei governi degli Stati membri e quindi gli interessi dei singoli stati vi sono fatti valere in modo immediato, nella Commissione l influenza degli Stati membri meno diretta, ma pure presente, anche sei i membri della commissione sono tenuti ad operare con indipendenza dal governo. I trattati attribuiscono al parlamento un potere di controllo sulla Commissione; lo strumento principale costituito dall eventuale approvazione di una mozione di censura sull operato della Commissione , occorre a tal fine la maggioranza di due terzi dei voti espressi e la maggioranza dei membri che compongono il Parlamento . L effetto dell approvazione di una mozione di censura che i membri della Commissione si dimettono collettivamente dalle loro funzioni . Il Parlamento non pu comunque incidere sulla nuova composizione della Commissione e non ha il potere di censurare l operato di singoli commissari. L attivit di controllo del Parlamento sulle altre istituzioni pu esplicarsi anche in relazione alle petizioni e alle denunce presentategli dalle persone fisiche o giuridiche. Ogni cittadino dell unione, nonch ogni persona fisica o giuridica che abbia la residenza o la sede sociale in uno Stato membro, ha il diritto di presentare al parlamento una petizione su una questione che lo concerna direttamente e che attenga a una materia che rientri nel campo di attivit dell unione (art 227 TFUE). Possono inoltre essere presentate al Parlamento denunce di infrazione o di cattiva amministrazione nell applicazione del diritto dell Unione, ai fini dell esame di tali denunce il Parlamento pu svolgere un inchiesta, senza poteri coercitivi. La Commissione tenuta a sottoporre al Parlamento europeo una relazione generale annuale sull attivit dell unione. Il Parlamento esercita il potere di controllo politico anche attraverso interrogazioni rivolte sia alla Commissione sia al Consiglio. Da quanto detto risulta che, in base ai trattati istitutivi, il Parlamento non possiede alcuno strumento significativo di controllo nei confronti delle altre istituzioni politiche e in particolare del Consiglio (organo rappresentativo con pochi poteri difetto di democrazia nell Unione?). Le procedure per l adozione degli atti normativi dell Unione Ogni disposizione dei Trattati che attribuisce poteri normativi a una certa istituzione, indica quale procedura deve essere seguita, in altre parole la disposizione che conferisce il potere normativo indica anche la modalit di esercizio di tale potere. Una certa flessibilit deriva dall art 48 par 7 TUE che attribuisce al Consiglio europeo (nell ambito del procedimento di revisione dei trattati) il potere di consentire l adozione di atti secondo la procedura legislativa ordinaria in casi nei quali i Trattati prevedono il ricorso a una procedura speciale. Il TFUE (art 289) prevede una procedura legislativa ordinaria , applicabile nella stragrande maggioranza dei casi, che consiste nell adozione congiunta di un atto da parte del Parlamento europeo e del Consiglio su proposta della Commissione . Tale procedura (regolata dall art 294 TFUE) prende avvio con la presentazione al Parlamento e al Consiglio da parte della Commissione di una proposta di atto normativo. La procedura cos avviata pu prevedere fino a un massimo di tre diverse letture dal parte del Consiglio o del Parlamento. Nel corso della prima lettura il Parlamento adotta una posizione (in sostanza esprime il suo orientamento rispetto alla proposta della Commissione) e la trasmette al Consiglio; se quest ultimo approva tale posizione, l atto viene adottato nei termini risultanti dalla posizione stessa. Se invece, come pi di frequente avviene, il Consiglio non approva la posizione del Parlamento europeo, esso adotta una posizione e la trasmette al Parlamento. Si apre allora la seconda lettura, nel corso della quale la posizione del Consiglio si trasforma in un atto quando il Parlamento l approvi oppure quando esso non si pronunci nel termine di tre mesi dalla comunicazione della stessa posizione. Il finanziamento dell Unione e la procedura di bilancio In base all art 311 TFUE, il bilancio dell Unione, fatte salve le altre entrate, finanziato integralmente tramite risorse proprie ; a differenza di quanto di solito avviene nelle organizzazioni internazionali, che vengono perlopi finanziate da contributi versati dagli

stati membri, l Unione dispone quindi, di un sistema di risorse proprie. Tale sistema determinato con decisione adottata all unanimit dal Consiglio previa consultazione del Parlamento e necessaria l approvazione degli Stati membri (ad esempio importazioni nella Comunit di prodotti da Stati non membri e applicazione di un aliquota agli Stati membri). La determinazione delle spese dell Unione avviene sulla base di un quadro finanziario pluriennale stabilito per un periodo di almeno 5 anni dal Consiglio previa approvazione del Parlamento europeo, tale quadro fissa gli importi massimi annuali per categoria di spesa . Nel rispetto di tale quadro predisposto il bilancio annuale dell Unione, adottato sulla base di una procedura legislativa speciale che tende a conseguire il raggiungimento di un accordo tra il Consiglio e il Parlamento, con l adozione del bilancio prima dell inizio dell esercizio finanziario. Spetta alla Commissione provvedere all esecuzione del bilancio (ossia riscossione entrate e spese), la quale ogni anno sottopone al Parlamento europeo e al Consiglio i conti dell esercizio trascorso e una relazione di valutazione delle finanze dell Unione . Su tale base il Parlamento, su raccomandazione del Consiglio ed esaminata la relazione della Corte dei conti, d atto alla Commissione dell esecuzione del bilancio . Il controllo sull amministrazione: la Corte dei conti e il mediatore A seguito del trattato di Maastricht, nell art 13 TUE figura tra le istituzioni anche la Corte dei conti, ce ha la funzione di assicurare il controllo dei conti dell Unione e di ogni organismo creato dall Unione (art 285 TFUE). La corte dei conti si compone di 27 membri, nominati per un periodo di 6 anni. Il Consiglio, adotta a maggioranza qualificata l elenco dei membri conformemente alle proposte presentate da ciascun stato membro ; in sostanza ciascun Stato membro sceglie un membro della Corte. La Corte redige inoltre, adottandola a maggioranza, una relazione annuale dopo la chiusura di ciascun esercizio finanziario. Il Sistema europeo delle banche centrali e la Banca centrale europea La BCE , ai sensi dell art 13 TUE, un istituzione; essa costituisce, insieme alle banche centrali di tutti gli stati membri, il Sistema europeo delle banche centrali. Al SEBC si affianca il cosiddetto Eurosistema, che comprende la BCE e le banche centrali nazionali dei soli stati membri la cui moneta l euro. Come dispone l art 283 TFUE, la Banca centrale europea opera attraverso un Consiglio direttivo, comprendente i membri del Comitato esecutivo della BCE nonch i governatori delle banche centrali nazionali . Il Comitato esecutivo composto dal presidente, dal vicepresidente e da quattro altri membri, tutti nominati dal Consiglio europeo, a maggioranza qualificata, su raccomandazione del Consiglio e previa consultazione del Parlamento e del consiglio direttivo della BCE ; la scelta appartiene in sostanza ai governi degli stati membri. Il mandato dei membri del comitato dura 8 anni e non sono rieleggibili. La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l emissione dell euro (art 282 par 2 TFUE) e al SEBC spetta anche definire e attuare la politica monetaria dell Unione, nonch svolgere operazioni relative ai cambi. Ci ovviamente vale solo per gli stati per i quali il sistema delle moneta unica operante. Inoltre la BCE esercita, nel settore di sua competenza, una funzione normativa: essa pu adottare regolamenti e decisioni, nonch formulare raccomandazioni e pareri. La BCE non soggetta a un controllo da parte delle istituzioni politiche dell Unione, l art 284 TFUE si limita a prevedere che la Banca trasmetta al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione una relazione annuale sull attivit del SEBC e sulla politica monetaria dell anno precedente e in corso. Il ruolo delle istituzioni politiche per la politica estera e di sicurezza comune La cooperazione fra gli stati membri nel settore della politica estera e di sicurezza comune ha essenzialmente carattere intergovernativo. Bench con il nuovo trattato sia stata superata la divisione in pilastri, in relazione a tali materie operano delle regole particolari, enunciate del titolo V del Trattato sull Unione europea che riservano ai governi degli stati membri un ruolo decisionale preponderante, I compiti pi significativi sono attribuiti al Consiglio e al Consiglio europeo che riflettono per la loro composizione l atteggiamento degli stati membri, mentre il ruolo del parlamento assai limitato. L art 31 TUE prevede quale regola generale l unanimit per tutte le delibere fondate sul titolo V. Con il trattato di Lisbona alcune competenze specifiche sono state attribuite all alto rappresentante dell Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza , al quale affidato il compito di guidare la politica estera e di sicurezza comune dell Unione (art 18 TUE). L alto rappresentante nominato dal Consiglio europeo, a maggioranza qualificata, con l accordo del presidente della Commissione, senza che sia stabilita la durata del suo mandato; spetta al Consiglio europeo porre fine a tale mandato mediante la medesima procedura.

L alto rappresentante presiede il Consiglio nella formazione Affari esteri e contribuisce con le sue proposte all elaborazione della politica estera e di sicurezza e la attua in qualit di mandatario del Consiglio. Al fine di garantire un rapporto con la Commissione l alto r. anche uno dei vicepresidenti della Commissione stessa. E inoltre costituita direttamente dal Trattato sull unione europea l agenzia europea perla difesa che, tra le altre funzioni, individua le esigenze operative e mette in atto qualsiasi misura utile in tale settore.

Le istituzioni giudiziarie
L art 13 TUE annovera tra le istituzioni dell Unione la Corte di giustizia dell Unione europea, alla quale affidato il compito di assicurare il rispetto del diritto nell interpretazione e nell applicazione dei trattati (art 19 par 1 TUE). In Realt tale istituzione si articola al suo interno in vari organi: la Corte di Giustizia, il Tribunale e i tribunali specializzati. Il TUE e il TFUE si limitano generalmente ad attribuire determinate funzioni alla Corte di giustizia lasciando allo statuto di questa istituzione il compito di ripartire le funzioni stesse tra gli organi che la compongono. Non esiste nell Unione europea una netta distinzione tra le istituzioni politiche e quelle giudiziarie, infatti la Corte di giustizia ha fortemente contribuito a delineare alcuni aspetti fondamentali del sistema. Le regole sull organizzazione della Corte di giustizia, del Tribunale e dei tribunali specializzati Il TUE prevede che la Corte di giustizia sia composta da un giudice per Stato membro e il Tribunale da almeno un giudice per Stato membro. Ci comporta che, mentre il numero dei componenti della Corte predefinito, quello dei giudici del Tribunale, che attualmente fissato in 27 dall art 48 dello statuto della Corte di giustizia, potrebbe essere aumentato attraverso una modifica dello statuto. I giudici della Corte e del Tribunale nonch gli avvocati generali sono nominati di comune accordo per sei anni dai governi degli Stati membri (art 253 TFUE). Accanto ai giudici operano nella Corte di giustizia gli avvocati generali, i quali hanno l ufficio di presentare pubblicamente con assoluta imparzialit e in piena indipendenza , conclusioni motivate sulle cause che, conformemente allo statuto, richiedono il loro intervento (art 252 TFUE). La funzione dell avvocato generale di illustrare alla Corte i contenuti possibili della decisione e le relative implicazioni, indicando quale sia a suo avviso la soluzione preferibile. Gli avvocati generali sono attualmente otto, ma il Consiglio, su richiesta della Corte, pu all unanimit aumentarne il numero. I giudici designano nel loro ambito il presidente della Corte il cui mandato triennale e rinnovabile. La Corte di giustizia normalmente opera in sezioni composte di tre o cinque giudici, attualmente sono costituite otto sezioni, per le quali non prevista alcuna specializzazione, nonch una grande sezione, composta da tredici giudici, alla quale sono deferite le cause quando lo richieda uno Stato membro o un istituzione dell Unione che parte in causa . In casi molto particolari (ad esempio per pronunciare le dimissioni dei componenti della Commissione) la Corte si riunisce in seduta plenaria . L attivit della Corte disciplinata anche dal regolamento di procedura, che adottato dalla stessa Corte, ma sottoposto all approvazione del Consiglio che delibera a maggioranza qualificata. Anche il Tribunale si riunisce in sezioni e ha un proprio regolamento di procedura, che stabilito dallo stesso Tribunale di concerto con la Corte di giustizia e sottoposto all approvazione del Consiglio. Il regolamento indica tra l altro in quali casi il Tribunale procede in seduta plenaria anzich in una sezione e in quali disegnato un avvocato generale. Il Tribunale non era previsto in origine dal Trattato CE, esso stato costituito nel 1989 al fine di alleviare il carico giudiziario della Corte. In linea generale, sono di competenza del Tribunale i ricorsi proposti dalle persone fisiche e giuridiche, mentre spettano alla Corte quelli presentati dalle istituzioni dell Unione e dagli stati membri. Pi precisamente il Tribunale competente a conoscere tutti i ricorsi per annullamento, per carenza e per risarcimento del danno. Sono di competenza della Corte i ricorsi proposti da uno stato membro contro un atto o un astensione dal pronunciarsi del Parlamento europeo, del Consiglio o di entrambi quando operano congiuntamente, nonch contro un atto o un astensione della Commissione, sono altres di competenza della Corte i ricorsi di legittimit e in carenza proposti da un istituzione dell Unione contro un atto o un astensione dal pronunciarsi del Parlamento europeo, del Consiglio, di entrambi quando operano congiuntamente o della Commissione, e da un istituzione dell Unione contro un atto o un astensione dal pronunciarsi della BCE . L art 256 par TFUE prevede che possa essere affidata al Tribunale la competenza ad esaminare questioni pregiudiziali sollevate dai giudici nazionali, bench soltanto in materie specifiche determinate dallo statuto; lo statuto non ha sinora provveduto in tal senso. Nel sistema giudiziario dell Unione la possibilit di impugnare le sentenze del Tribunale riconosciuta oltre che alle istituzioni dell Unione e agli stati membri, anche alle parti del giudizio.

Le decisioni del Tribunale sono soggette all impugnazione davanti alla Corte di giustizia per i soli motivi di diritto e alle condizioni ed entro i limiti previsti dallo statuo . Quando l impugnazione accolta la Corte annulla la decisione del Tribunale; la Corte pu in tal caso statuire definitivamente nel merito qualora lo stato degli atti lo consenta oppure rinviare la causa al Tribunale affinch sia decisa da quest ultimo . L art 257 TFUE prevede che il Parlamento europeo e il Consiglio possano istituire, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria, dei tribunali specializzati incaricati di conoscere in primo grado di talune categorie di ricorsi proposte in materie specifiche . Sinora stato istituito un solo tribunale specializzato, il Tribunale della funzione pubblica dell Unione europea, composto da sette giudici, che competente a pronunciarsi sulle controversie tra l Unione e i suoi dipendenti (controversie di lavoro). I ricorsi per infrazione Una fra le competenze principali della Corte di giustizia concerne i ricorsi proposti nei confronti di uno Stato membro per violazione di obblighi posti da norme dell Unione. I ricorsi possono essere proposti dalla Commissione oppure da un altro stato membro (ipotesi rara). Per la Commissione proporre il ricorso per infrazione oggetto di una facolt. L esistenza di una violazione di obblighi spesso segnalata alla Commissione da persone fisiche o giuridiche interessate al rispetto dell obbligo. Il procedimento previsto dall art 258 TFUE prende inizio con la contestazione dell infrazione da parte della Commissione, che invia allo Stato ritenuto inadempiente una lettera detta di intimazione o di addebito , dando cos avvio alla fase pre-contenziosa. A tale contestazione lo Stato membro pu replicare con proprie osservazioni . Una volta esaminate queste oppure una volta superato il termine assegnato allo Stato per formularle, la Commissione, se intende proseguire, emette un parere motivato , nel quale indica ci che a suo avviso lo stato dovrebbe fare per porre fine alla violazione stabilendo un termine per l adempimento. Il par 2 dell art 258 TFUE dispone: qualora lo stato in causa non si conformi a tale parere nel termine fissato dalla Commissione, questa pu adire la Corte di giustizia . Se la Commissione intende avvalersi di tale facolt, essa propone un ricorso dando cos avvio alla fase contenziosa del procedimento. La competenza a conoscere dei ricorsi per l infrazione spetta esclusivamente alla Corte di giustizia. Le lettere di intimazione sono inviate essenzialmente con la funzione di stimolare gli Stati membri ad adempiere ai propri obblighi, infatti questi si adeguano a quanto la Commissione richiede generalmente durante la fase pre-contenziosa. Anche nel caso di ricorso proposto da uno Stato membro ai sensi dell art 259 TFUE attribuito un ruolo alla Commissione, poich lo stato, prima di proporre contro un altro stato membro un ricorso fondato su una pretesa violazione degli obblighi, deve rivolgersi alla Commissione . Questa provvede a porre gli stati interessati in condizione di presentare in contraddittorio le loro osservazioni scritte e orali ed emette quindi, un proprio parere motivato. L art 259 TFUE specifica che lo stato pu ricorrere alla Corte anche qualora la Commissione non abbia formulato il parere nel termine di tre mesi dalla domanda . Secondo l art 260 par 1 TFUE, allorch a seguito di un ricorso per infrazione, la Corte abbia accertato la violazione di una obbligo da parte di uno stato membro, tale stato tenuto a prendere i provvedimenti che l esecuzione della sentenza della Corte comporta . La disposizione del Trattato CE corrispondente all attuale art 260 TFUE on indicava, nella sua versione originaria, quali rimedi potessero venire adottati nel caso di mancata esecuzione, da parte di uno stato membro, di una sentenza della Corte che ne avesse accertato la violazione di un obbligo. La Commissione aveva pi volte promosso nei confronti dello stato inadempiente un ulteriore procedimento tendente ad accertare la violazione dell obbligo derivante dalla sentenza che aveva dichiarato l infrazione. Il trattato di Maastricht ha cercato di accrescere l efficacia di questo mezzo, delineando una procedura che si pu concludere con l inflizione di una sanzione pecuniaria nei confronti dello stato che, dopo la sentenza della Corte che ne ha dichiarato l inadempimento, non abbia posto fine alla violazione accertata. La Commissione precisa l importo della somma forfettaria o della penalit da versare, che essa consideri adeguato alle circostanze. La somma non ha funzione di risarcire il danno arrecato dall inadempimento. Nel determinare l entit della sanzione, la Corte ha indicato nella medesima pronuncia che l importo deve essere adeguato alle circostanze e commisurato all inadempimento accertato sia alla capacit finanziaria dello Stato membro di cui trattasi . Al fine di rafforzare gli strumenti diretti a scoraggiare le violazioni degli obblighi posti dai Trattati, uno specifico procedimento stato previsto dal Trattato di Lisbona per il caso in cui l inadempimento consista nell omessa comunicazione da parte di uno stato delle misure di attuazione di una direttiva adottata secondo una procedura legislativa; in tale ipotesi la Commissione pu gi nel ricorso per l inadempimento di tale obbligo indicare l importo della somma forfettaria o della penalit da versare (art 260 par 3 TFUE). In sostanza quindi, la sanzione pecuniaria anticipata al procedimento di infrazione relativo alla violazione dell obbligo di comunicazione. La violazione da parte di uno Stato membro di obblighi derivanti dalla sua partecipazione all Unione potrebbe produrre un danno

per un diverso stato membro, In tal caso lo stato leso pu agire dinanzi alla Corte di giustizia per ottenere una riparazione, ma solo in virt di un compromesso (art 273 TFUE); ci significa che lo stato membro che ha prodotto il danno potr decidere se accettare oppure no di sottoporsi al giudizio della Corte. Nel sistema dell Unione non esiste per gli stati membri la possibilit di reagire a un adempimento di un altro stato attraverso un proprio inadempimento.

L impugnazione degli atti dell Unione Il TFUE prevede all art 263 un sistema unitario per l impugnazione degli atti delle istituzioni dell Unione, abbiano essi carattere legislativo o piuttosto esecutivo o delegato. Sono impugnabili gli atti legislativi, nonch gli atti adottati dal Consiglio, dalla Commissione e dalla Banca centrale europea che non siano raccomandazioni o pareri e gli atti del Parlamento europeo e del Consiglio europeo destinati a produrre effetti giuridici nei confronti di terzi ; inoltre il controllo di legittimit esercitato anche sugli atti degli organi o organismi dell unione destinati a produrre effetti giuridici nei confronti di terzi . Il riferimento generico agli organi e organismi consente di estendere la possibilit di impugnazione anche agli atti adottati, in particolare, dalle agenzie europee alle quali talora conferita una limitata funzione amministrativa. Il criterio collegato alla circostanza che l atto produca effetti giuridici comporta inoltre che la Corte, ai fini di decidere circa l impugnabilit di un atto, valuta gli effetti che esso produce indipendentemente dalla sua denominazione formale; essa ha perci ritenuto, ad esempio, che anche un atto che di per s sarebbe privo di forza vincolante, come una semplice comunicazione della Commissione agli stati membri, deve essere impugnabile qualora produca un effetto giuridico; in quel caso la comunicazione aveva aggiunto nuovi obblighi a quelli che risultavano da una direttiva, imponendo agli Stati membri di fornire alla Commissione determinate informazioni. Gli stati membri e alcune istituzioni (il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo) sono legittimati a impugnare qualsiasi atto; essi sono perci comunemente detti ricorrenti privilegiati , non occorre perci dimostrare l esistenza di un proprio interesse all impugnazione. E ovvio che un istituzione non pu tuttavia impugnare un atto che essa stessa abbia adottato; uno stato membro pu invece proporre un ricorso anche nei confronti di un atto adottato dal Consiglio con il concorso del proprio voto. La Corte dei conti, la BCE e l Comitato delle regioni possono proporre ricorsi soltanto per salvaguardare le proprie prerogative . Mentre prevista l impugnazione di atti del Consiglio europeo destinati a produrre effetti giuridici nei confronti dei terzi, tale istituzione non invece legittimata a impugnare atti delle altre istituzioni; questa asimmetria non dovrebbe tuttavia essere ritenuta incompatibile con il principio dell equilibrio istituzionale, giacch data l omogeneit politica tra il Consiglio europeo e il Consiglio, il ricorso potrebbe essere proposto da quest ultimo. La Corte ha negato che le Regioni possano essere equiparate agli Stati membri ai fini dell impugnazione; esse possono agire in annullamento solo nella veste di persone giuridiche. Anche le persone fisiche e giuridiche possono impugnare atti dell Unione, ma sulla base di requisiti alquanto restrittivi. Infatti una persona fisica o giuridica pu proporre, alle stesse condizioni previste in via generale dall art 262 TFUE, un ricorso contro gli atti adottati nei suoi confronti o che la riguardano direttamente e individualmente . Ben pi complesso accertare invece, quando un atto riguardi una persona direttamente ed individualmente. Nella sentenza Plaumann la Corte ha ammesso che tali presupposti sussistono qualora l atto del quale il soggetto non destinatario lo tocchi a causa di determinate qualit personali, ovvero di particolari circostanza atte a distinguerlo dalla generalit e quindi lo identifichi alla stessa stregua dei destinatari . Non basta perci a questo fine, nota la Corte, la qualit importatrice di clementine propria della ricorrente per poter impugnare una decisione che concerneva la circolazione di quel prodotto, giacch tale attivit commerciale pu essere esercitata da chiunque. A seguito delle modifiche apportate dal Trattato di Lisbona, ove si legge che gli stati membri stabiliscono i rimedi giurisdizionali necessari per assicurare una tutela giurisdizionale effettiva nei settori disciplinati dal diritto dell unione (art 19 par 1). Quindi, allorch un atto non sia impugnabile da una persona fisica o giuridica ai sensi dell art 262 TFUE, il diritto alla tutela giurisdizionale dovr essere garantito attraverso i mezzi assicurati negli ordinamenti nazionali. Il giudice potr sottoporre tale questione alla Corte con un rinvio pregiudiziale, questo meccanismo consente quindi di ottenere indirettamente un esame della validit dell atto da parte della Corte. La Corte ha tuttavia limitato la possibilit di ricorrere a tale meccanismo di tutela precisando che quando una persona sia legittimata a proporre il ricorso dinanzi al Tribunale, una volta trascorso il termine per impugnare l atto, essa non pu pi farne valere l illegittimit nell ambito di un procedimento dinanzi a un giudice nazionale . In sostanza quindi chi pu impugnare direttamente l atto ma non agisce entro il termine stabilito si vedr poi preclusa la possibilit di contestare la legittimit di tale atto in un giudizio nazionale. Ci non esclude che in quel giudizio il giudice decida d ufficio di porre la domanda di validit in via pregiudiziale.

La Corte ha infatti ritenuto ricevibile una domanda relativa alla validit di una decisione poich la questione non stata formulata su richiesta di un soggetto che pur potendo proporre il ricorso per annullamento non lo abbia fatto nei termini previsti . Con il Trattato di Lisbona si previsto anche che ai fini della ricevibilit dei ricorsi presentati da persone fisiche o giuridiche contro atti regolamentari che non comportano alcuna misura di esecuzione occorre dimostrare soltanto che l atto impugnato riguarda direttamente (e non anche individualmente) il ricorrente. Gli atti regolamentari sono atti idonei a vincolare le persone in assenza di norme di esecuzione, come pu avvenire per gli atti direttamente applicabili: infatti essenzialmente in relazione ai regolamenti che pu presentarsi il caso di un applicazione che prescinda dalla presenza di una misura nazionale di esecuzione. Una ulteriore novit introdotta dal trattato di Lisbona in merito all impugnazione degli atti concerne alcune decisioni adottate nell ambito della politica estera e di sicurezza comune. La gi segnalata incompetenza della Corte in merito alle disposizioni relative alla politica estera e di sicurezza comune incontra ora due eccezioni (art 24 par 1 TUE): in primo luogo la Corte pu controllare il rispetto dell art 40 TUE che concerne le relazione tra la politica estera e di sicurezza, da un lato e le altre politiche dell Unione, dall altro. In secondo luogo, la Corte pu pronunciarsi su ricorsi riguardanti il controllo della legittimit delle decisioni che prevedono misure restrittive nei confronti di persone fisiche o giuridiche adottate dal Consiglio (come ad esempio le misure che congelano beni di propriet di persone sospettate di terrorismo Caso Cadi). Passando ora all esame degli aspetti di carattere procedurale relativi al ricorso di annullamento, l art 263 6 comma, TFUE prevede che il ricorso debba essere proposto dentro due mesi a decorrere, secondo i casi, dalla pubblicazione dell atto, dalla sua notificazione al ricorrente ovvero in mancanza, dal giorno il ricorrente ne ha avuto conoscenza . L impugnazione di un atto non ha di per s conseguenze circa la sua efficacia, ma la Corte pu, quando reputi che le circostanze lo richiedano, ordinare la sospensione dell esecuzione dell atto impugnato (art 278 TFUE). La legittimit di un atto dell Unione pu altres essere contestata attraverso la procedura stabilita dall art 277 TFUE, che concerne l ipotesi in cui un procedimento dinanzi a un qualsiasi organo della Corte di giustizia dell unione europea metta in causa un atto di portata generale adottata da un istituzione, organo o organismo dell unione . In tal caso pu essere invocata l inapplicabilit dell atto sollevando in via incidentale un eccezione di illegittimit. I motivi di impugnazione invocabili, che sono comuni a tutti i ricorsi, sono cos enunciati dall art 263 TFUE: incompetenza, violazione delle forme sostanziali, violazione dei Trattati o di qualsiasi regola di diritto relativa alla loro applicazione, sviamenti di potere . A questa ipotesi l art 263 TFUE avvicina quella del contrasto con qualsiasi altra regola di diritto relativa all applicazione dei Trattati. Fra tali regole la Corte ha incluso i principi generali, che essa stessa ricostituisce in via interpretativa nella propria giurisprudenza. Di conseguenza, un atto dell Unione illegittimo non soltanto quando violi una disposizione dei Trattati istitutivi, ma anche quando esso contrasti con un principio generale. Inoltre un atto sar illegittimo anche quando contrasti con accordi conclusi dall Unione con Stati terzi o con organizzazioni internazionali oppure con regole di diritto internazionale generale vincolanti per l Unione. L incompetenza pu riferirsi sia a quella dell unione che a quella dell istituzione che ha adottato l atto. Per sviamento di potere si intende invece l adozione di un atto che persegua un fine non consentito. Ai sensi dell art 266 TFUE, l istituzione, l organo o l organismo che ha emanato l atto annullato sono tenuti a prendere i provvedimenti che l esecuzione della sentenza della Corte di giustizia dell unione europea comporta ; cio pu implicare ad esempio la revoca o la modifica di atti di esecuzione fondati sull atto annullato. L annullamento dell atto pu essere totale o parziale a seconda dell incidenza del vizio; la stessa disposizione stabilisce, tuttavia che la Corte, ove lo reputi necessario, precisa gli effetti dell atto annullato che devono essere considerati definitivi . L art 264 TFUE implica che l annullamento pu non avere un effetto retroattivo completo: la Corte pu stabilire infatti che l illegittimit dell atto opera solo dalla data della sua sentenza o da un diverso momento indicato. La corte ha ritenuto che l art 264 TFUE implichi, oltre al potere di limitare gli effetti retroattivi, anche quello di statuire che le disposizioni di un atto annullato continueranno ad avere effetto fino anche non sar stato adottato un ulteriore atto, al fine di evitare situazioni di vuoti normativo. Il ricorso in carenza In relazione alla mancata attuazione, da parte di un istituzione dell Unione, di un obbligo positivo ad essa posto, l art 265 TFUE prevede un mezzo di ricorso. Questa disposizione si riferisce all ipotesi di un astensione che avvenga in violazione dei Trattati. In base all art 265 TFUE il ricorso pu essere proposto nei confronti del Parlamento, del Consiglio, del Consiglio europeo, della Commissione, della BCE, nonch di qualsiasi organo e organismo dell unione. Legittimati a proporre ricorso sono le istituzioni dell unione e gli stai membri, altres legittimata qualsiasi persona fisica e giuridica, per contestare ad una istituzione, organo o organismo dell unione di aver omesso di emanare nei suoi confronti un atto che non sia

una raccomandazione o un parere, per essere legittimate occorre tuttavia che l atto che l istituzione avrebbe dovuto adottare riguardi direttamente e individualmente il ricorrente. La carenza pu riguardare l omissione di atti che non siano pareri n raccomandazioni (criterio quest ultimo che vale solo per le persone fisiche e giuridiche). Perch il ricorso sia ricevibile occorre che l istituzione, l organo o l organismo in causa siano stati preventivamente richiesti di agire. Se allo scadere di un termine di due mesi da tale richiesta, l istituzione, l organo o l organismo non hanno preso posizione, il ricorso pu essere proposto entro un nuovo termine di due mesi . La competenza in via pregiudiziale La Corte ha reso la maggior parte delle proprie pronunce nell esercizio della competenza, prevista dall art 267 TFUE, di decidere questioni deferitele da giudici nazionali affinch essa interpreti norme dell unione oppure accerti la legittimit di atti dell unione. L obiettivo che l art 267 TFUE persegue manifestamente quello di far s che, almeno in via di principio, le norme dell unione siano interpretate in modo uniforme e corretto dai giudici nazionali, anche al fine die vitare che delle divergenze comportino in sostanza una riduzione della portata degli obblighi imposti a ciascuno stato membro. Secondo l art 267 TFUE, le questioni relative all interpretazione di norme dell Unione o all accertamento della legittimit di atti delle istituzioni possono essere sottoposte alla Corte da un qualsiasi giudice nazionale. Quando si tratti di un giudizio pendente davanti a un organo giurisdizionale nazionale, avverso le cui decisioni non possa proporsi un ricorso giurisdizionale di diritto interno, tale organo giurisdizionale tenuto a rivolgersi alla Corte . E stato posto un obbligo per i giudici di ultima istanza, mentre gli altri giudici hanno la facolt di rivolgersi alla Corte, ma non sono tenuti a farlo, questo perch quando invece sia il giudice di ultima istanza ad affrontare la questione ed egli la consideri rilevante, l uniformit dell interpretazione della norma ai fini della decisione della causa pu essere assicurata soltanto attribuendo la competenza alla Corte. La violazione dell obbligo di rinvio da parte del giudice di ultima istanza pu dare origine a una responsabilit dello stato membro per danni causati alla parte del giudizio. Nel concetto di giurisdizione nazionale non sono compresi, secondo la Corte, i tribunali arbitrali. Viene considerata anche il tipo di attivit che l organo svolge nel procedimento nell ambito del quale la domanda posta: occorre a tal fine che si tratti di un procedimento di natura contenziosa. La Corte di giustizia ha ritenuto ammissibili domande a titolo pregiudiziale postele dalle Corti costituzionali nazionali. Recentemente la Corte costituzionale ha invece per la prima volta, nell ambito di un giudizio di legittimit costituzionale in via principale, proposto un rinvio pregiudiziale, in quanto, a differenza di quelli promossi in via incidentale essa l unico giudice chiamato a pronunciarsi sulla controversi e che perci, se in tali giudizi non fosse possibile effettuare il rinvio pregiudiziale, risulterebbe leso il generale interesse alla uniforme applicazione del diritto comunitario. La considerazione del tempo occorrente per una pronuncia della Corte in via pregiudiziale tuttavia un elemento che potrebbe orientare il giudice che non sia di ultima istanza a non avvalersi della propria facolt di rivolgersi alla Corte. Al fine di evitare tale conseguenza sono state previste due corsie preferenziali , delle quali i giudici nazionali possono chiedere alla Corte di avvalersi al fine di ottenere una pronuncia pi rapidamente (attraverso una semplificazione della procedura). Come indica l art 267 TFUE, la questione a titolo pregiudiziale pu avere ad oggetto anzitutto l interpretazione di disposizioni dei Trattati (eccetto quelle relative alla politica estera e di sicurezza comune) e di atti delle istituzioni, degli organi e organismi dell unione, ivi compresi gli atti non vincolanti (raccomandazioni). Rispetto alle questioni di interpretazione la Corte ha per riconosciuto l esistenza di alcuni limiti all obbligo di rinvio del giudice di ultima istanza. Una prima ipotesi in cui, secondo la sentenza CILFIT, il giudice di ultima istanza pu astenersi dal deferire alla Corte una questione di interpretazione data dalla circostanza che la Corte abbia gi chiarito in un altra pronuncia il significato della norma. In base all art 267 TFUE, il giudice nazionale deve valutare la rilevanza della questione di interpretazione o di legittimit, dato che egli pu sollevarla soltanto qualora reputi necessaria per emanare la sua sentenza una decisione su questo punto . Sulla base delle pronunce sopra richiamate e di numerose altre decisioni, la Corte arrivata ad enunciare alcuni criteri di ricevibilit che si trovano, affermando che il diniego di pronuncia su un rinvio pregiudiziale proposto da un giudice nazionale possibile soltanto qualora appaia in modo manifesto che l interpretazione del diritto comunitario richiesta non ha alcun rapporto con la realt e l oggetto della causa principale, qualora la questione sia di tipo ipotetico o, ancora, qualora la Corte non disponga degli elementi di fatto e di diritto necessari per rispondere in modo utile alle questioni che le sono sottoposte. E implicito nell art 267 TFUE che il giudice nazionale che abbia sollevato una questione di interpretazione o di legittimit sia vincolato dalla pronuncia della Corte. Ma il significato della pronuncia assai pi vasto: la sentenza indica infatti l orientamento della Corte rispetto alle questioni sollevate dal giudice nazionale ed esso pu ben avere rilievo in ulteriori giudizi. Si talora parlato di un effetto generale (erga omnes) delle pronunce rese dalla Corte di giustizia a titolo pregiudiziale, quasi che

esse risolvano una volta per tutte le questioni decise. Non esiste tuttavia nei giudizi nazionali diversi da quello in cui sono state sollevate le questioni un vincolo del giudice ad attenersi alla soluzione data dalla Corte. Come si visto, il giudice di ultima istanza bens liberato dall obbligo di definire una questione alla Corte qualora intenda conformarsi a quanto deciso dalla stessa Corte; egli pu tuttavia sollevare nuovamente la questione e cos possono fare gli altri giudici. D altra parte la corte non si considera formalmente legata ai propri precedenti. Resta tuttavia la considerazione che nella quasi totalit dei casi la Corte si attiene a quanto gi stabilito, cos che si rivela inutile riproporle una questione gi risolta. Rispetto agli effetti nel tempo delle pronunce rese a titolo pregiudiziale in tema di interpretazione bisogna notare che la Corte, come prospettato dalla sentenza CILFIT, a volte interpreta una norma tenendo conto dello stadio di evoluzione del diritto dell unione . Le atre competenze Fra le altre competenze delle istituzioni giudiziarie assume particolare rilievo quella concernente i ricorsi che possono essere proposti per far valere la responsabilit extracontrattuale dell unione e pi precisamente pretese al risarcimento dei danni (art 268 TFUE). Quando, come di regola avviene, i ricorsi siano proposti da persone fisiche o giuridiche, essi debbono essere diretti al Tribunale. Secondo la Corte la responsabilit pu essere causata da un qualsiasi atto compiuto dall unione, anche da un atto normativo, purch naturalmente si tratti di un atto illegittimo. Affinch l unione sia responsabile la Corte ha tuttavia indicato ulteriori condizioni, quali la gravit dell illecito quando si tratti di un atto normativo che implica delle scelte di politica economica e la circostanza che sia stata violata una norma superiore posta a tutela dei singoli ; ha poi considerato che l azione di responsabilit non sia proponibile nei confronti dell unione allorch il danno derivi dall atto di uno stato membro, anche se compiuto in esecuzione di una norma dell unione. I criteri enunciati dalla Corte sono stati applicati in modo alquanto rigoroso cos che solo in pochissimi casi il ricorso stato esperito con esito favorevole. E concepita dal trattato come un rimedio autonomo, dotato di una propria funzione che lo distingue dalle altre azioni esperibili, perci presenta per una persona il vantaggio di poter agire ai fini del risarcimento del danno anche quando essa non era legittimata ai sensi dell art 263, 4 comma TFUE a impugnare l atto che ha causato tale danno. Spetta ai giudici nazionali decidere le controversie relative a contratti conclusi con l unione, a meno che la Corte di giustizia non risulti competente a giudicare in virt di una clausola compromissoria contenuta in un contratto di diritto pubblico o privato stipulato dall unione o per conto di questa.

Potrebbero piacerti anche