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Sintesi tratte da: R.E. BROWN, Giovanni, 1979 Parrocchiale V.

FUSCO, Vangelo secondo Giovanni,1992 Grazie

Catechesi biblica Santuario Maria SS. Delle

UNIT E COMPOSIZIONE DEL QUARTO VANGELO Il problema Il quarto vangelo opera di un solo autore? Vi sono in esso varie difficolt per sostenere la teoria di un unico autore. 1. Differenze nello stile del greco del vangelo. Per esempio il prologo scritto in forma poetica con uno stile molto abile e una terminologia molto aulica e precisa a differenza del corpo del vangelo che ha uno stile pi semplice. 2. Vi sono fratture e incoerenze sia nella cronologia dei fatti, sia nella geografia, anche se bisogna tener presente che il vangelo stesso afferma che il suo resoconto incompleto come risulta da 20,30 e 21,25. In 14,31 Ges conclude le sue osservazioni e da ordine di partire, per poi vi sono tre capitoli in cui Ges fa un discorso che fa tardare la partenza fino al 18,1. 20,30-31 una chiara conclusione del vangelo, segue tuttavia un altro capitolo indipendente con unulteriore conclusione. Dopo il primo miracolo alle nozze di Cana (2,11) Ges opera miracoli in Gerusalemme (2,23), successivamente si narra di un altro miracolo a Cana (4,54) come se chi scrive non sapesse di ci di cui si parla in 2,21. Inoltre in 7,3-5 si parla come se Ges non avesse mai operato miracoli in Giudea. Vi si riscontrano ancora altre difficolt del genere allinterno del IV Vangelo. Di alcune si possono trovare anche possibili soluzioni ma non di tutte. Risulta cos evidente uno schema preordinato e coerente con delle inserzioni di elementi che ne indicano una successiva alterazione o edizione. 3. Si riscontrano ripetizioni nei discorsi e passi che non appartengono al contesto. Esempio di una ripetizione la troviamo in 5,19-25 e in 6, 35-50 Un esempio di inserzione postuma invece la troviamo in 12,44-50 : Ges fa una proclamazione pubblica ma era appena stato detto che egli era andato a nascondersi. Possibili soluzioni Queste difficolt hanno fatto abbandonare lidea di un singolo autore del vangelo, e sono sorte nuove teorie in merito:

1. Teoria degli spostamenti accidentali: per un fortuito spostamento dei vari pezzi del vangelo sarebbe andato
perso lordine iniziale. Ma non abbiamo nessuna prova di ci: tutti i manoscritti antichi del IV vangelo hanno tutti lo stesso ordine. Degli studiosi in passato hanno provato a riordinare il vangelo, ma le difficolt in merito sono 3: I. Il pericolo che il riordinamento rifletta il modo di pensare di chi lo compie. II. I riordinamenti partono dal presupposto che il vangelo cos com non offra un senso soddisfacente, il che chiaramente inverosimile. III. Queste teorie dello spostamento non offrono unadeguata spiegazione di come sia avvenuto tale spostamento.

2. Teorie delle fonti multiple: levangelista avrebbe soltanto messo insieme vari scritti preesistenti e avrebbe fatto
solo pochi versi di collegamento tra di essi. Alcuni tra coloro che sostengono questa tesi, individuano sostanzialmente tre fonti principali: a.I. La fonte dei segni a.II. La fonte dei discorsi della rivelazione a.III. La fonte della passione e resurrezione Levangelista avrebbe combinato queste tre fonti insieme facendo veicolare in esso il proprio pensiero Ma anche per accettare questa teoria come esaustiva vi sono varie difficolt : I- I segni e i discorsi in pi punti sono strettamente redatti luno nellaltro e non lasciano intendere che siano 2 fonti accostate luna allaltra. II- Nei discorsi vi sono diversi detti di Ges, come li si riscontra nei sinottici (ipsissima verba Jesu), che non lasciano teorizzare, per pi motivi, una precedente fonte dei discorsi. III- Non possibile verificare la differenza stilistica tra le diverse fonti, si da poterle identificare e isolare.

3. La teoria delle redazioni multiple: il vangelo sarebbe stato trascritto pi volte aggiungendo di volta in volta
altro materiale. Per a questo punto rimarrebbe da chiarire quante volte sia stato trascritto e se sia stato fatto da un unico autore.

Sintesi tratte da: R.E. BROWN, Giovanni, 1979 Parrocchiale V. FUSCO, Vangelo secondo Giovanni,1992 Grazie

Catechesi biblica Santuario Maria SS. Delle

La teoria di Brown che adotteremo noi. Studieremo il IV vangelo cos come ci stato trasmesso, nel suo ordine attuale. Terremo per presenti 5 stadi che hanno portato alla redazione finale 1. Lesistenza di un corpo di materiale tradizionale riguardo alle opere e alle parole di Ges proprio di questo vangelo e sganciato da quello usato dalla tradizione sinottica. 2. Lo sviluppo di questo materiale, nel corso di decenni, arricchito dalla predicazione orale dellevangelista, vagliato e riorganizzato secondo gli schemi propri dellevangelista. 3. Una prima redazione del vangelo ad opera dellevangelista. 4. Una seconda edizione, sempre per opera dellevangelista, arricchita e un po ampliata. 5. La redazione ultima fatta da un redattore finale, magari uno stesso amico-discepolo dellevangelista che ne rispecchia in tutto lintento e conosce bene il suo modo di evangelizzare e pensare. Anche questa teoria ha i suoi limiti e le sue inadeguatezze, ma comunque offre un metodo di studio che elimina molti ostacoli e rende pi semplice la comprensione. Destinazione e scopo del IV vangelo Il Vangelo di Giovanni ha una sua tradizione storica e teologica ben precisa, la quale deve sempre essere tenuta presente, e che esso intende custodire e preservare. Ci per non toglie che esso ha anche degli scopi immediati che servirono comunque per confermare i cristiani nella loro fede. 1. Apologetica contro i seguaci di Giovanni il Battista: come testimoniano in At 18,5-19,7, vi erano dei discepoli di Giovanni il Battista che avevano mantenuto e diffuso lopera del Battista a scapito di Ges. Per questo motivo il Prologo del IV vangelo fa un esplicito riferimento a Giovanni il Battista e al suo status nei confronti di Ges: in 1,20 e 3,28 detto chiaramente che Giovanni il battista non il messia, e in 10,41 si afferma che egli non ha mai operato miracoli. In 3,30 Giovanni il battista afferma che la sua importanza diminuisce davanti a Ges. 2. Controversia con i giudei: vi nel IV vangelo un atteggiamento di polemica di Ges nei confronti dei Capi del popolo, che viene sottolineato dalluso del termine Giudei volendo indicare con esso tutti coloro che erano ostili a Ges, in primo luogo le autorit religiose e i capi del popolo. Infatti nel vangelo di Giovanni non ritroviamo i partiti politico-religiosi che si riscontrano spesso nei sinottici, quali farisei, sadducei ecc., ma il termine giudei li racchiude un po tutti, anche in considerazione del fatto che il IV vangelo fu scritto dopo la distruzione del Tempio nel 70 d.C. e in quel periodo storico i partiti polico-religiosi avevano perso di importanza. Giovanni insiste ed enfatizza molto nellusare alcuni termini e titoli di Ges proprio come sottolineatura di questa controversia: i giudei rifiutano Ges che il Messia, il Servo di Dio, lAgnello Apocalittico, il Re dIsraele, il Santo di Dio, colui che compie le promesse delle attese veterotestamentaria di Israele. Un altro aspetto di questa controversia dato dalluso del termine Israele, volendo identificare con esso coloro che sono i veri eredi delle promesse dell AT. Natanaele, per esempio, non un Giudeo, ma un vero israelita (1,47) perch in lui non vi falsit e accoglie prontamente Ges. Bisogna per fare attenzione a quando il termine giudeo indica solamente una provenienza geografica o religiosa: nel caso di Ges con la Samaritana (4,22) il termine Giudei chiaramente usato per una tradizione religiosa. Da ci possiamo desumere che latteggiamento di Giovanni verso la sinagoga apologetico e non missionario: nel periodo in cui scrive Giovanni i cristiani erano stati cacciati dalla sinagoga e nella preghiera delle Diciotto Benedizioni del culto sinagogale era stata inserita nella 12 benedizione una vera e propria maledizione verso i cristiani considerati eretici. 3. Disputa contro i cristiani eretici: in questo periodo cominciano a nascere le prime eresie cristiane sulla divinit e sulla umanit di Ges, come testimoniato anche da fonti extrabibliche, quali il Docetismo che considerava apparenza sia lumanit di Ges che la sua passione. Vi sono alcuni passi di Giovanni che tendono a ben specificare lumanit reale di Ges: la Parola si fatta Carne (1,14), il costato trafitto da cui sgorga sangue e acqua (19,34) che sottolinea senza alcun margine di errore che non si tratta di un fantasma ma di vera umanit e vera sofferenza. Di questo fine antieretico del vangelo per non riscontra una forte intenzionalit nellevangelista. 4. Incoraggiamento ai cristiani credenti: vi un certo interesse latente nel vangelo verso i gentili(7,35), quasi a voler profetizzare che anche essi un giorno crederanno in Ges (anche se in modo ironico 19,1-3): basta solo pensare alla premura di spiegare alcuni termini ebraici di cui Giovanni stesso fa uso: 1,38.41; 9,7; 20,16. Quindi il Vangelo rivolto al credente Cristiano, senza distinzione di quale sia la sua provenienza: egli appartiene al nuovo popolo uscito sia dallovile ebraico che quello di fuori (10,16). Il nuovo popolo formato da coloro che hanno accolto Ges e che non sono generati da desiderio umano ma da Dio (1,1213), essi sono figli di Dio e quindi possiedono gi la vita eterna, lescatologia gi realizzata perch hanno gi incontrato Ges.

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