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Firenze , li, 24.11.

2011

Al Presidente della Regione Toscana Al Presidente del Consiglio Regionale Alla Consigliera D. Lastri Ai Gruppi Consiliari AllAssessora allAmbiente Regione Toscana Ai Consiglieri Regionali R. Benedetti, M. Carraresi, Del Carlo, G. Donzelli, M. Manneschi, M. Romanelli, M. Sgherri, P. Tognocchi Al Presidente della Provincia di Pisa Ai Sindaci dei Comuni di Castelfranco di Sotto, Santa Croce, Montopoli, Santa Maria a Monte, San Miniato Ai partecipanti al processo partecipativo Insieme per capire, insieme per decidere Ai mezzi dinformazione della Toscana Oggetto: Processo partecipativo ex lr 69/07 Insieme per capire, insieme per decidere Castelfranco di Sotto In seguito al parere emesso dalla Giunta Regionale in base alla lr 35/11 (Delibera n. 961) riguardante la realizzazione di un impianto sperimentale di pirogassificazione a Castelfranco di Sotto, nel ruolo di Garante della Partecipazione affidatomi dal Consiglio regionale ex l r 69/07 ritengo doveroso precisare alcuni punti e avanzare alcune considerazioni relativamente al processo partecipativo Insieme per capire, insieme per decidere, con lintento di favorire una discussione che non sia minata da equivoci, nonch di consentire ai cittadini toscani di essere informati nel modo pi corretto e completo possibile. LAutorit Regionale per la Partecipazione ha attribuito al Comune di Castelfranco un sostegno economico pari a 45.000 euro (Decreto ARP del 7 settembre 2010) per lo svolgimento di un processo partecipativo avente la finalit di verificare la fattibilit sociale ed ambientale dellimpianto (come affermato nella richiesta del Comune). Il processo iniziato nellottobre 2010 e si concluso il 9 aprile 2011. I 45 cittadini -residenti non solo nel territorio di Castelfranco, ma in un territorio pi vasto che comprende anche Santa Croce, Montopoli e Santa Maria a Monte- che hanno preso parte al percorso partecipativo hanno espresso parere negativo in merito alla realizzazione dellimpianto. Il Comune di Castelfranco ha -coerentemente con limpegno assunto al momento di richiedere il sostegno economico regionale- rispettato il parere circostanziato emerso dal processo partecipativo recependolo nei propri atti. In relazione alla vicenda, ritengo utile e doveroso precisare quanto segue:

1- Il processo non stato un dibattito pubblico ex art. 7 della lr 69/07 (come erroneamente riferito da alcuni quotidiani), bens un processo partecipativo locale ex artt. 14 e ss.. 2- Le implicazioni del punto precedente sono assai rilevanti perch nei processi locali vi unattribuzione di potere decisionale al processo stesso e ai partecipanti, attribuzione invece assente nel dibattito pubblico su grandi interventi (dove, ex art. 10, il proponente pu decidere come meglio ritiene). Per poter accedere al sostegno regionale, in base allartt. 15.4a e 18 le Amministrazioni locali debbono infatti necessariamente firmare un Protocollo dintesa con la Giunta regionale, in cui si impegnano esplicitamente a tenere conto di quanto emerge dal processo partecipativo, oppure, se non lo ritengono opportuno, a motivare il mancato o parziale accoglimento. Il parere dei cittadini ha pertanto un forte grado di vincolativit per le Amministrazioni (non si tratta quindi di partecipazione meramente orientata allinformazione o al monitoraggio, come affermato da alcuni). Se la Regione chiede questo impegno alle Amministrazioni locali, appare logico e implicito che limpegno valga per la stessa Regione, che ha voluto la normativa. 3- Se si vogliono coinvolgere effettivamente i cittadini nelle decisioni di localizzazione, essenziale che sia contemplata anche la opzione zero, ovvero la possibilit di un verdetto negativo in merito alla realizzazione di un progetto (come avvenuto in questo caso). Limitare a priori la discussione ad aspetti marginali o a interventi mitigatori farebbe perdere ogni credibilit alla partecipazione. 4- Al processo partecipativo vero e proprio non hanno preso parte comitati (pur attivi sulla questione), bens cittadini comuni (un campione rappresentativo di residenti nellarea attorno al sito); alcuni rappresentanti di comitati (3 su 15) hanno fatto parte unicamente del Tavolo di garanzia che ha assicurato la neutralit e imparzialit del processo; i numerosi riferimenti ai comitati quali partecipanti al processo sono pertanto privi di fondamento. Daltra parte, imprenditori e sindacati dellindustria conciaria pur invitati a far parte del Tavolo- non hanno accolto linvito (ha partecipato solo 1 imprenditore a titolo personale). Va peraltro notato un aspetto: la lr 69 aveva fra le motivazioni alla base della propria approvazione proprio quella di affrontare in modo innovativo i conflitti di localizzazione, nonch il comitatismo presente in Toscana (come in altre regioni): ora viene paradossalmente- rinfacciato alla lr 69/07 di essersi dimostrata efficace sotto questo profilo, andando oltre i comitati per coinvolgere invece direttamente i cittadini. 5- Il processo partecipativo si svolto ai sensi della lr 69/07 e non quindi in alcun modo in contrasto con il diritto o con il principio di legalit, ma al contrario si svolto in applicazione di una normativa -regionale- (il Protocollo citato in precedenza prevede la sospensione delladozione e dellattuazione degli atti amministrativi di propria competenza in quanto anticiperebbero o pregiudicherebbero lesito dei processi; art. 18 c.2). Al momento dellattivazione del processo partecipativo nessuna autorizzazione era stata concessa allimpianto. Inoltre, il percorso partecipativo inserito fra le prescrizioni esplicitamente contenute nella Determina Dirigenziale della Provincia di Pisa n. 2866 del 1 luglio 2010; dintesa con la Provincia e con la stessa Waste il processo si svolto prima che si tenesse la Conferenza dei Servizi. 6- Il processo si concluso prima della approvazione della lr 35 del 1 agosto 2011 riguardante la realizzazione di opere pubbliche strategiche e di opere private; applicare tale normativa al caso di Castelfranco avrebbe quindi un effetto retroattivo, in contrasto con un principio generale del diritto. 7- Limpianto di pirogassificazione in oggetto dichiaratamente sperimentale, quindi opinabile che abbia carattere strategico, e comunque di piccole dimensioni; sotto questo profilo non risulta sia stato sinora emanato il regolamento riguardante i limiti dimensionali minimi delle opere private soggette alla lr 35 di cui allart. 10 c. della stessa legge. Sorge quindi qualche ulteriore dubbio in merito alla applicabilit della lr 35 nel caso specifico anche sotto questo profilo.

8- La lr 35/11 non contiene alcun riferimento alla lr 69/2007 n alcun meccanismo di raccordo con la medesima legge (ad esempio specificando i casi in cui non siano ammessi processi partecipativi, o dibattiti pubblici). Il caso di Castelfranco fa emergere chiaramente un contrasto fra le due normative. 9- LAutorit regionale, che ha finanziato il processo partecipativo e offerto consulenza metodologica come previsto dalla lr 69, non stata in alcun modo interpellata da parte della Giunta prima di emanare il suddetto parere in base alla lr 35/11 (Delibera n. 961). 10- LAzienda che ha proposto limpianto -la Waste Recycling- ha esplicitamente accettato il percorso partecipativo, al punto di firmare in data 15 ottobre 2010 una Convenzione con il Comune di Castelfranco, che prevede perfino un contributo dellAzienda ai costi del processo partecipativo per un importo di 27.500 euro. Un rappresentante della Waste ha preso parte in qualit di osservatore al Tavolo di garanzia ed ha affermato pubblicamente di accettare gli esiti del processo. Successivamente lAzienda ha invece richiesto lattivazione delle procedure previste dalla lr 35/11; tale comportamento, anche se fosse ineccepibile sotto il profilo strettamente giuridico, appare pertanto poco coerente sotto il profilo della correttezza verso le comunit locali (con le quali si potrebbe trovare un domani a convivere, a questo punto in clima di sfiducia). Ci premesso, appaiono rilevanti alcune considerazioni di ordine pi generale dal momento che le implicazioni della vicenda vanno comunque ben oltre il caso specifico. In primis, lidea emersa nella discussione sul caso secondo cui il coinvolgimento dei i cittadini faccia perdere tempo frenando decisioni e investimenti, opinabile; in realt, costruire scelte condivise un buon investimento che pu far guadagnare tempo, evitando successivi conflitti politico-sociali e ricorsi giudiziari. N si pu scaricare sulla partecipazione dei cittadini la responsabilit di ritardi dovuti ad altri fattori (procedure farraginose, amministrazioni con dotazioni insufficienti di mezzi, ecc.). In ogni caso, il processo si svolto nei tempi previsti dalla lr 69/07. Secondo, e pi importante: tutte le democrazie soffrono di un deficit di legittimazione agli occhi dei propri cittadini; la fiducia dei cittadini nelle capacit e nelle intenzioni dei propri governanti bassa, ovunque. La Toscana (come dimostrano le analisi di studiosi quali Robert Putnam e Roberto Cartocci) storicamente una regione ricca di capitale sociale, una risorsa questa cruciale -si notianche per lo sviluppo economico. Tale capitale peraltro in via di erosione da tempo (alle ultime elezioni regionali ha votato poco pi del 60% degli aventi diritto, il risultato pi basso dItalia, dopo la Campania.: un dato piuttosto significativo e preoccupante). La lr 69/07 rappresenta una risposta molto innovativa, a livello mondiale, alla crisi della democrazia rappresentativa. Non si tratta di unalternativa a questultima, ma al contrario di una ricetta capace di rivitalizzare e approfondire la democrazia. Purtroppo finora il sistema politico regionale -sia pure con qualche eccezione individuale- non sembra credere realmente nella Legge sulla partecipazione. Va sottolineato come la legge abbia la scopo non solo di risolvere conflitti, ma anche -e forse soprattutto- di rigenerare capitale sociale. Sterilizzare la partecipazione dei cittadini come sembra possa avvenire in questo caso- significa andare nella direzione opposta, privilegiando la costruzione di opere e impianti a scapito dellopinione dei cittadini che con quelle stesse opere sono chiamati a convivere. In questo modo si rischia di ledere gravemente quellindispensabile tessuto di relazioni di fiducia tra cittadini e Amministratori essenziali per una societ e uneconomia vitali. Per quanto riguarda in specifico la partecipazione dei cittadini, un sondaggio effettuato dallAssessorato Bilancio e Rapporti istituzionali e presentato lo scorso febbraio mostra alcuni dati su cui riflettere:

La partecipazione politica in Toscana non supera il 15% del totale dei cittadini, mentre il 30% dei cittadini vorrebbe essere maggiormente coinvolto nelle questioni sociali e politiche locali; Il 22% pensa che la partecipazione sia una mera iniziativa di facciata, e un altro 35% pensa che la partecipazione sia utile solo se le Amministrazioni tengono effettivamente conto delle opinioni dei cittadini.

Pertanto, se i cittadini toscani dovessero ricavare dalle conclusioni del caso di Castelfranco lidea che la loro opinione non conta realmente, troverebbero una conferma del sospetto che partecipare, -donando il loro tempo, energia ed intelligenza alla cosa pubblica- sia un mero esercizio simbolico, con conseguente -ulteriore- perdita di fiducia nella politica e nellutilit dellimpegno civico. In base a tali considerazioni, in veste di soggetto attuatore della lr 69/07 desidero richiamare lattenzione delle Istituzioni e della Comunit toscane sulla posta in gioco, che -ribadisco- va dunque ben oltre il caso in oggetto, e quindi sullimportanza di rispettare il parere espresso dai cittadini che hanno preso parte al processo partecipativo. Il parere emerso dal processo partecipativo risulta ben motivato, ponderato ed articolato; tuttaltro che egoistico ed ispirato da una logica Nimby (peraltro legittima anchessa), come invece sostenuto da alcuni. Il processo, pur apertosi inizialmente in un clima fortemente conflittuale, dimostra, ancora una volta, come cittadini comuni, se posti in un contesto di dialogo e con le opportune informazioni, sono in grado di affrontare questioni tecnicamente complesse in modo responsabile e competente. Le raccomandazioni allegate- generate dal processo partecipativo (si noti: votate dai partecipanti allunanimit) indicano 10 motivazioni che giustificano la contrariet allimpianto, 4 raccomandazioni in materia di rifiuti speciali e 2 richieste relative alla gestione degli impianti esistenti. Tale raccomandazioni forniscono alcune utili indicazioni circa la via da esplorare per ricercare una soluzione condivisa e socialmente accettabile. Le raccomandazioni dei cittadini non escludono in assoluto la realizzazione dellimpianto, ma sollevano questioni che riguardano la politica dei rifiuti che debbono essere affrontate prima di discutere la questione della utilit e necessit dello specifico impianto in oggetto, nonch del sito pi adatto ad ospitarlo. Solo una soluzione condivisa che parta da tali raccomandazioni pu produrre valore aggiunto per tutta la societ toscana. Prof. Rodolfo Lewanski

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