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Il sentiero
delle emozioni
Un percorso di educazione emotiva
Progettazione/Editing
Medialab
Impaginazione
A ndrea Mantica | Medialab
Illustrazione di copertina
Giovanni Biscontini
Copertina
A ndrea Mantica | Medialab
Direzione artistica
Giordano Pacenza
Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo effettuata, se non previa autorizzazione dell’Editore.
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esperienze, commentare le opere, trovare approfondimenti, scaricare materiali.
Un’occasione unica per approfondire una serie di tematiche importanti per la pro-
pria crescita personale e professionale.
Prefazione 7
Metodologia 9
Alfa step: socializzazione 21
Primo step: cosa sono le emozioni 31
Storie 47
Allegati
Allegato 1a 53
Allegato 1b 54
Allegato 2 55
Allegato 3 56
Allegato 4 57
Allegato 5 58
Allegato 6 59
– Il gruppo si basa su un assunto importante: non esiste più un distacco fra l’ope-
ratore e il gruppo in maniera formale, ma l’operatore si mette in gioco, entrando
a fare parte del gruppo. Il gruppo e il lavoro di gruppo sono fondamentali per
creare e simulare quello che succede nella vita quotidiana, quindi lo schema
di relazioni che potrebbe nascere in qualunque luogo. La partecipazione degli
operatori ha permesso ai bambini di adottare schemi dati da una relazione che si
instaurava a partire dai conduttori, e lo scambio continuo di ruoli sicuramente
ha contribuito a creare questa normalità, questa quotidianità.
– La relazione che si instaura nei conduttori funge da modello per la relazione che
poi si va a portare all’interno del gruppo. Importante è anche l’acquisizione, da
parte degli operatori, della conoscenza delle emozioni, sia proprie che degli altri.
A fine percorso abbiamo reso «rigide» alcune emozioni: la felicità è un sorriso,
la tristezza è una lacrima, la rabbia sono urla, ecc. Abbiamo quindi trasformato
la rigidità dell’autismo in un punto di partenza per l’analisi delle emozioni.
– L’utilizzo del gioco è stato un ulteriore punto di forza della metodologia.
– È stato inoltre utile riflettere sulle emozioni che proviamo, sviscerandone ogni
singola caratteristica a partire dal livello più immediato, visibile dall’esterno,
per poi andare in profondità e capire quello che ci succede quando proviamo
un’emozione, positiva o negativa che sia. In realtà, siamo partiti dal presupposto
che non esistono emozioni positive o negative in sé; è come le accettiamo a
fare la differenza. Per farlo abbiamo «mentalizzato» le emozioni, ossia abbiamo
trasformato quello che sentivamo in qualcosa di più mentale, che poteva essere
Perché il gruppo
– il conduttore, che guida l’attività (avendo ritenuto opportuno avere una figura
che conducesse il gruppo);
– il co-conduttore, che osserva le dinamiche che si innescano nel gruppo.
Conduttore
Co-conduttore
Figura partecipativa
Gioco
Il format
Il format è stabile per tutti gli incontri, anche se in alcuni step vengono
aggiunti o saltati dei punti.
Dispositivi
Il cerchio viene inteso come uno spazio in cui si possono condividere espe-
rienze, tempo, un luogo. È il principe della comunicazione in quanto sede di una
comunicazione circolare, generale, che permette di osservarsi tutti negli occhi.
Il cerchio è un luogo fondamentalmente, diviene spazio relazionale, permette di
catalizzare l’attenzione verso l’inizio di un’attività strutturata. Viene anticipato da
un rituale di apertura, la consegna dei bollini: a tavolino, il conduttore assegna un
bollino colorato a ogni partecipante, che lo ritrova a terra nel cerchio.
Tale modalità nasce dall’esigenza di far trovare a ciascuno un posto in questo
cerchio, perché senza i bollini non vi sarebbero punti di riferimento. In questo
modo, invece, al cerchio viene data una strutturazione: ogni bambino trova il pro-
prio punto, la propria posizione. Questo favorisce nell’incontro una certa stabilità,
che però viene resa dinamica in quanto il bollino cambia a ogni incontro. Questa
alternanza della forma fa sì che i partecipanti non siano identificati nel cerchio
con una determinata posizione, ma si sentano parte di un cerchio più generale,
che varia di continuo e in maniera completamente casuale.
Il cerchio diventa un luogo dove i conduttori possono parlare a ogni mem-
bro e dirigere l’attenzione verso ognuno, dove è possibile dare forma a un gioco
e dove si passano informazioni. La modalità di apertura diventa l’emblema del
gruppo. Nello spazio del cerchio i conduttori sono vicini uno all’altro, per favorire
l’attenzione verso un canale, ma anche per farsi da supporto.
Il cerchio, inoltre, facilita la conduzione del gruppo: offre spunti di apertura
e prepara alle attività successive. Può essere visto come un’introduzione all’attività.
Una volta che i bambini si trovano nello spazio sopra il loro bollino, il con-
duttore propone al gruppo una serie di esercizi finalizzati a catturare l’attenzione.
Il cerchio deve essere inteso come uno spazio relazionale dove avvengono
condivisioni, osservazioni e racconti. Il momento del cerchio è divisibile in tre fasi:
Le attività che vengono svolte all’interno del cerchio servono per canalizzare
l’attenzione, per attivare i bambini e per dare inizio a nuove fasi dell’incontro. Il
cerchio è utilizzato come «attivatore dell’attività» e si può «chiamare» tutte le volte
che si inizia un’attività per canalizzare l’attenzione.
All’interno del cerchio vengono proposte attività di attivazione motoria
(soprattutto nello step della socializzazione, le attività avranno un tempo più
elevato). Esempi di giochi motori sono:
Il sentiero
Realizzazione in breve
L’alfa step è definito anche step «della socializzazione»: serve per conoscersi
e creare le basi per poter gestire un gruppo. All’inizio del percorso è fondamentale
far conoscere tra loro gli elementi del gruppo (conduttori e bambini); per questa
ragione i giochi proposti in questo alfa step si baseranno proprio sugli elementi
della conoscenza e della socializzazione. Mettere insieme dei bambini (e degli
adulti) presuppone infatti che ci siano già delle basi di conoscenza, costituite da
informazioni di base (nome, età, provenienza, ecc.) e informazioni più propriamente
personali (atteggiamenti, interessi, modalità di condividere, ecc.).
In questo step, inoltre, i conduttori avranno modo di conoscere i compor-
tamenti, gli atteggiamenti e le varie capacità dei bambini per affrontare il percorso
in maniera più fluida possibile. Questo alfa step in realtà non si esaurisce nei sette
incontri descritti: il processo di conoscenza continua in tutto il percorso proposto,
ma da questa prima fase deriva una buona riuscita dei legami che si istaurano e
delle dinamiche che si possono osservare, nonché il passaggio dei concetti che
l’intero percorso propone.
Obiettivi
Incontri
Approfondiamo ora gli obiettivi e le varie fasi dei sette incontri che costi-
tuiscono l’alfa step.
Incontro 1
Descrizione Durata
– Conoscersi
Obiettivi
– Giocare insieme
Materiali Bollini, giochi vari, clessidre, palla (o gomitolo).
Cerchio Si veda il paragrafo Il cerchio nel capitolo precedente. 10’
In cerchio, i partecipanti si lanciano la palla. Inizia il con-
duttore che darà il comando:
1. Dire il nome (chi lancia la palla)
2. Dire l’età
3. Scuola frequentata
Attività 1 4. Gioco preferito
«Lancio la 5. Cibo preferito 10-15’
palla e…» 6. Cibo che odio
7. Materia preferita
8. Materia che odio.
Si possono aumentare le domande di conoscenza.
Variante: invece di una palla si può utilizzare un gomitolo;
chi risponde alla domanda deve tenere il capo del gomitolo.
Incontro 2
Descrizione Durata
– Conoscersi
Obiettivi
– Giocare insieme
Bollini, giochi vari, clessidre, cartelloni grandi, riviste,
Materiali pennarelli/colori vari, colla, forbici, immagini di «terra» e
«acqua», scotch colorato.
Cerchio Si veda il paragrafo Il cerchio nel capitolo precedente. 10’
Ogni bambino è dotato di un cartellone e di un pennarello.
Disposti i cartelloni a terra, si chiede ai bambini di disten-
dervisi sopra (stessa cosa devono fare i conduttori). A
turno, a partire dai conduttori, si ricalcano le sagome dei
Attività 1 partecipanti. Una volta disegnata la sagoma sul cartellone
«Insegui la verranno messi a disposizione vari materiali (colori, forbici, 10-15’
sagoma…» colla, riviste di giornale, ecc.). Ogni bambino dovrà disegna-
re o attaccare un’immagine che lo caratterizza e contrad-
distingue (ciò che gli piace fare, i propri interessi, figure dei
giornali che gli piacciono, punti di forza o debolezze). Con
ogni sagoma quindi i bambini racconteranno di se stessi.
Incontro 3
Descrizione Durata
Obiettivi Conoscere l’altro
Bollini, giochi vari, clessidre, cartelloni dell’incontro prece-
Materiali
dente.
Cerchio Si veda il paragrafo Il cerchio nel capitolo precedente. 10’
I partecipanti si presentano utilizzando i cartelloni fatti
la volta precedente. Partire sempre dai conduttori, che
faranno da esempio per i bambini. Le domande da fare
Attività 1 possono essere:
«Racconta la 10-15’
sagoma…» – «Cosa rappresenta la sagoma?»
– «Cosa hai attaccato? Perché?»
– «Ci sono delle cose che ti piacciono?»
– «Ci sono delle cose che non ti piacciono?».
Si mettono a disposizione dei giochi e si sceglie quali
Pausa
fare. In questa fase i conduttori saranno partecipi al gioco 10’
Gioco libero
libero.
Incontro 4
Descrizione Durata
– Condivisione
Obiettivi
– Spirito di squadra
Bollini, giochi vari, clessidre, colori, cartellone, nastro
Materiali
adesivo colorato, croci e cerchi.
Cerchio Si veda il paragrafo Il cerchio nel capitolo precedente. 10’
Creazione del logo del gruppo. Vengono messi a dispo-
sizione dei colori e un cartellone. Tutti i partecipanti si
dispongono ai bordi del cartellone e ognuno sceglie un
colore. Il conduttore anticipa che si disegnerà un logo,
Attività 1 qualcosa che rappresenta questo gruppo, ma a turno:
«Disegniamo ogni volta che il conduttore dirà «stop», chi sta disegnan- 10-15’
insieme…» do si fermerà per passare il turno al vicino, che dovrà
continuare da dove il compagno ha interrotto. Parte il
co-conduttore, che inizia a disegnare; allo «stop» passerà
il turno. Il cartellone verrà poi appeso come segno del
gruppo.
Incontro 5
Descrizione Durata
– Competizione
Obiettivi
– Collaborazione
Bollini, giochi vari, clessidre, colori, fogli, benda per gli
Materiali occhi, gusti di gelato, succhi di frutta, frutti o disegni corri-
spondenti ai succhi di frutta.
Cerchio Si veda il paragrafo Il cerchio nel capitolo precedente. 10’
Vengono predisposti vari gusti di gelato. I bambini,
bendati, assaggiano i vari gusti. Dopo il primo assaggio,
Attività 1
sempre bendati, i bambini avranno a disposizione un
«Assaggia 10-15’
foglio e un colore (che richiama il gusto scelto); al via do-
mo…»
vranno provare a disegnare il gusto del gelato assaggiato.
Al termine del gioco, si mostrano i disegni fatti.
Incontro 6
Descrizione Durata
– Competizione
Obiettivi
– Collaborazione
Bollini, giochi vari, clessidre, colori, fogli, cannocchiali,
Materiali
oggetti vari.
Cerchio Si veda il paragrafo Il cerchio nel capitolo precedente. 10’
I bambini sono guidati dal conduttore in un tour nell’am-
biente, durante il quale il conduttore fa loro osservare
oggetti di grandi o di piccole dimensioni posizionati nello
spazio. Fa inoltre notare i vestiti di entrambi i conduttori
Attività 1
e gli accessori che portano. Terminato il tour, i bambini si
«Aguzza la 10-15’
spostano in un’altra stanza e chiudono gli occhi (o si gira-
vista»
no verso il muro). I conduttori nel frattempo spostano gli
oggetti all’interno della stanza, si scambiano alcuni abiti/
accessori, ecc. Tornati nella stanza, i bambini dovranno
disegnare e/o scrivere i vari cambiamenti osservati.
Pausa Si mettono a disposizione dei giochi e si sceglie quali fare.
10’
Gioco libero In questa fase i conduttori saranno partecipi al gioco libero.
Incontro 7
Descrizione Durata
Obiettivi Competizione
Bollini, giochi vari, clessidre, contenitore, schiuma da bar-
ba, oggetti di uso comune (cucchiaio, piatto, bicchiere,
Materiali
spazzolino da denti, penna) e relative foto, cassa blueto-
oth o altro oggetto che può far rumore a distanza.
Cerchio Si veda il paragrafo Il cerchio nel capitolo precedente. 10’
In un contenitore pieno di schiuma da barba sono immer-
si vari oggetti di uso comune (bicchiere, cucchiaio, colori,
piatti, ecc.), le cui foto vengono disposte in bella vista
sul pavimento. Il conduttore invita un bambino alla volta
Attività 1 a inserire la mano all’interno del contenitore e toccare
«Aguzza la un solo oggetto; una volta che avranno capito di cosa si 10-15’
mano» tratta dovranno nominare l’oggetto in questione, tirarlo
fuori e prendere la foto corrispondente. Si osserva poi la
correlazione giusta o sbagliata.
Variante: se la schiuma infastidisce i bambini, utilizzare
acqua con sapone e schiuma.
Si mettono a disposizione dei giochi e si sceglie quali
Pausa
fare. In questa fase i conduttori NON saranno partecipi al 10’
Gioco libero
gioco libero.
Conclusioni
Abbiamo presentato solo alcuni giochi che si possono fare in questo alfa
step: si possono infatti costruire innumerevoli altri giochi con l’obiettivo di favorire
la conoscenza e la collaborazione.
Il numero degli incontri può essere variabile, a seconda della numerosità
del gruppo e della collaborazione dei partecipanti. I conduttori saranno tenuti a
valutare il numero degli incontri in base all’osservazione delle dinamiche che si
istaurano all’interno del gruppo.
I conduttori, inoltre, potranno variare la presenza di conduzione nelle pause
in base al grado di collaborazione tra tutti i bambini.
Buon lavoro!
– paura
– rabbia
– felicità
– tristezza.
Ogni emozione viene affrontata in due (o tre) incontri, il primo sul ricono-
scimento degli elementi che caratterizzano un’emozione e il secondo (ed eventuale
terzo) sul concetto di intensità di un’emozione. Infatti, ogni emozione è analizzata
da una parte «visiva», di puro riconoscimento, e da una parte «valutativa» del grado
e dell’intensità dell’emozione stessa.
In questo step si utilizzano giochi di ruolo, di partecipazione attiva, tecniche
di riflessione, tecniche di task analysis e di scomposizione del compito.
Inoltre, è in questo step che si pongono le basi per il «sentiero» che ac-
compagnerà i partecipanti in tutto l’iter del progetto. Il percorso verrà costruito
in base alle regole della token economy, in una cornice di collaborazione e di
responsabilità (si vedano i paragrafi Il sentiero e Le attrezzature nel capitolo
precedente).
Incontri
Approfondiamo ora gli obiettivi e le varie fasi dei dieci incontri che costi-
tuiscono il percorso.
Descrizione Durata
Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari ele-
Obiettivi
menti che caratterizzano un’emozione.
Bollini, giochi vari, clessidre, palline dei tre colori per la
valutazione, cartellone del percorso, velcro, colori, righe,
Materiali fogli, stoffa, pennello grande, scopa, occhi (Allegato 1a)
e bocche (Allegato 1b) delle diverse emozioni, sagoma di
viso vuoto (Allegato 2).
L’incontro inizia con la spiegazione del cartellone del pro-
prio percorso e la realizzazione del dispositivo del «sentiero
Intorno al del tesoro», con creazione dell’avatar e scelta del premio.
15-20’
tavolo È il momento iniziale di ogni incontro, in cui si aspettano
tutti i partecipanti intorno a un tavolo e si consegnano i
bollini (si veda il capitolo 1, paragrafo Il sentiero).
Cerchio Si veda il capitolo 1, paragrafo Il cerchio. 5-7’
Ottenuto il giusto rilassamento dei bambini, il conduttore
Storia «Co
inizia a raccontare una storia relativa al tema dell’incontro.
noscere le 5-7’
Durante la storia il co-conduttore partecipa con i bambini,
emozioni»1
fungendo da modello.
1
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari ele-
Obiettivi
menti che caratterizzano un’emozione.
Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del percorso, palli-
Materiali ne dei tre colori per la valutazione, torcia, smile plastificati
felice/arrabbiato/spaventato/triste e distrattori (Allegato 3).
È il momento iniziale di ogni incontro, in cui si aspettano
Intorno al
tutti i partecipanti intorno a un tavolo e si consegnano i 5-10’
tavolo
bollini (si veda il capitolo 1, paragrafo Il sentiero).
Cerchio Si veda il capitolo 1, paragrafo Il cerchio. 5-7’
Ottenuto il giusto rilassamento dei bambini, il conduttore
Storia
inizia a raccontare una storia relativa al tema dell’incontro.
«Caccia di 5-7’
Durante la storia il co-conduttore partecipa con i bambini,
emozioni»2
fungendo da modello.
Si nascondono nella stanza faccine plastificate che rap-
presentano le quattro emozioni e dei distrattori (faccine
Attività 1 che non rappresentano nessuna emozione riconoscibile).
«Caccia alle Il conduttore modella la faccia del co-conduttore perché 10-15’
emozioni» esprima una delle emozioni, e al via i bambini devono
cercare la faccina corrispondente. Alla fine di ogni turno di
gioco si verifica l’emozione.
Si mettono a disposizione dei giochi e si sceglie quali
Pausa
fare. In questa fase i conduttori saranno partecipi al gioco 10’
Gioco libero
libero.
Si nascondono le faccine all’interno della stanza. A
coppie, i bambini assumono il ruolo dei conduttori,
Attività 2 modellando a turno il viso del compagno finché esprime
«Caccio un’emozione corrispondente a una faccina. I conduttori e 7-10’
anch’io» i bambini vanno quindi alla ricerca della faccina. Il gioco si
ripete tante volte quanti sono i bambini, in modo che tutti
possano fare da modellatore.
Si mettono a disposizione dei giochi e si sceglie quali
Pausa
fare. In questa fase i conduttori saranno partecipi al gioco 10’
Gioco libero
libero.
2
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari ele-
Obiettivi
menti che caratterizzano la felicità.
Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del percorso,
palline dei tre colori per la valutazione, acqua e spruzzi-
Materiali no, cappello, sagoma del corpo (Allegato 4), colori gialli
(tempere, pastelli, pennarelli, ecc.), cartellone, visi con
elementi misti e giusti (Allegato 3).
È il momento iniziale di ogni incontro, in cui si aspettano
Intorno al
tutti i partecipanti intorno a un tavolo e si consegnano i 5-10’
tavolo
bollini (si veda il capitolo 1, paragrafo Il sentiero).
Cerchio Si veda il capitolo 1, paragrafo Il cerchio. 5-7’
Ottenuto il giusto rilassamento dei bambini, il conduttore
Storia
inizia a raccontare una storia relativa al tema dell’incontro.
«Isola della 5-7’
Durante la storia il co-conduttore partecipa con i bambini,
felicità»3
fungendo da modello.
Attività 1a
Si consegnano ai bambini fogli e colori e si chiede: «Dise-
«Disegno 10-15’
gna qualcosa, un gioco, un evento, che ti rende felice!».
della felicità»
Ogni bambino riceve una sagoma di un corpo (Allegato
4) e il colore giallo (pennarelli, acquerelli, tempere, ecc.),
Attività 1b
che rappresenta la felicità. Si chiede ai bambini di colorare
«Giallo e 10-15’
una o più parti del corpo domandando: «Dove senti la
corpo»
felicità?». Si chiede poi di spiegare nominando le parti del
corpo dove sentono la felicità.
Pausa
Si mettono a disposizione dei giochi e si sceglie quali fare. 10’
Gioco libero
3
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
– Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari
Obiettivi elementi che caratterizzano la felicità
– Fornire strumenti per riconoscere l’intensità della felicità
Materiali Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del
percorso, palline dei tre colori per la valutazione, acqua e
spruzzino, cartoncini colorati, palloncini vuoti, palloncini
Materiali
pieni d’acqua, acqua colorata di giallo, bottiglie, pennarelli
neri, recipienti in cui far esplodere i palloncini, bicchieri,
oggetti gialli (anche già presenti in classe).
4
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari ele-
Obiettivi
menti che caratterizzano la rabbia.
Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del percorso, pal-
line dei tre colori per la valutazione, gioco (come costru-
Materiali
zioni o disegni), sagoma di un corpo (Allegato 4) e colori
rossi (pennarelli, acquerelli, tempere, ecc.).
È il momento iniziale di ogni incontro, in cui si aspettano
Intorno al
tutti i partecipanti intorno a un tavolo e si consegnano i 5-10’
tavolo
bollini (si veda il capitolo 1, paragrafo Il sentiero).
Cerchio Si veda il capitolo 1, paragrafo Il cerchio. 5-7’
Ottenuto il giusto rilassamento dei bambini, il conduttore
Storia inizia a raccontare una storia relativa al tema dell’incontro.
5-7’
«Tacco!»5 Durante la storia il co-conduttore partecipa con i bambini,
fungendo da modello.
Inscenare un momento di rabbia. Mentre si gioca tutti
insieme, il co-conduttore infastidisce il conduttore, rovi-
nandone il gioco o il disegno. Il conduttore gradualmente
si arrabbia, prima con l’espressione del viso, poi con le
espressioni della voce, urlando, e infine con le espressioni
del corpo: lanciando oggetti contro il co-conduttore e
andando via. Il co-conduttore gli dà spinte e fa finta di
Attività 1 picchiarlo. Il conduttore a questo punto allontana il co-
«Arrabbiarsi conduttore in un’altra stanza chiusa, e i due continuano a
10-15’
e guarda la fare gli arrabbiati. I bambini, se possibile, vengono lasciati
rabbia» soli qualche minuto. Ritornano quindi i conduttori, che
spiegano che era tutta una messinscena. Il co-conduttore
intervista il conduttore chiedendo cosa è cambiato nelle
espressioni del viso, cosa è cambiato nel tono della voce,
cosa è cambiato nel comportamento; il conduttore evi-
denzia le sopracciglia, gli occhi, la bocca, il corpo, i pugni.
Si può utilizzare il modellamento del corpo e del viso per
facilitare l’acquisizione delle caratteristiche.
Pausa Si mettono a disposizione dei giochi e insieme si sceglie
10’
Gioco libero quali fare.
5
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
– Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari
Obiettivi elementi che caratterizzano la rabbia
– Fornire strumenti per riconoscere l’intensità della rabbia
Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del percorso, pal-
line dei tre colori per la valutazione, contenitore, schiuma
da barba, immagini (Allegato 5), tabellone (Allegato 6),
Materiali
oggetti vari (si veda l’attività 1 per un possibile elenco),
bottigliette, acqua rossa di diverse sfumature, fermacam-
pione.
È il momento iniziale di ogni incontro, in cui si aspettano
Intorno al
tutti i partecipanti intorno a un tavolo e si consegnano i 5-10’
tavolo
bollini (si veda il capitolo 1, paragrafo Il sentiero).
Cerchio Si veda il capitolo 1, paragrafo Il cerchio. 5-7’
Ottenuto il giusto rilassamento dei bambini, il conduttore
Storia «Lo
inizia a raccontare una storia relativa al tema dell’incontro.
scienziato 5-7’
Durante la storia il co-conduttore partecipa con i bambini,
arrabbiato»6
fungendo da modello.
6
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari ele-
Obiettivi
menti che caratterizzano la paura.
Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del percorso,
palline dei tre colori per la valutazione, bende, rametti,
Materiali
sassolini, foglie, spruzzino, tappetino morbido, ventilatore,
bambolotto, torcia, telo nero, macchina fotografica.
È il momento iniziale di ogni incontro, in cui si aspettano
Intorno al
tutti i partecipanti intorno a un tavolo e si consegnano i 5-10’
tavolo
bollini (si veda il capitolo 1, paragrafo Il sentiero).
Cerchio Si veda il capitolo 1, paragrafo Il cerchio. 5-7’
Storia Ottenuto il giusto rilassamento dei bambini, il conduttore
«Il bosco inizia a raccontare una storia relativa al tema dell’incontro.
5-7’
spavento Durante la storia il co-conduttore partecipa con i bambini,
so!»7 fungendo da modello.
Costruire un percorso che i bambini devono attraversare
bendati e scalzi, accompagnati dai conduttori. In ricor-
Attività 1
do del bosco si possono utilizzare sassolini, rametti di
«Percorso
legno, foglie, uno spruzzino per simulare la rugiada, un 10-15’
multisenso
ventilatore per il vento e un tappetino morbido per l’erba.
riale»
I bambini devono stare in silenzio, perché sia più facile
concentrarsi sulle sensazioni che ricevono dal percorso.
Pausa Si mettono a disposizione dei giochi e insieme si sceglie
10’
Gioco libero quali fare.
Con un telo nero, costruire uno spazio che richiami una
caverna dove i bambini e i conduttori, al buio, si mettono
in cerchio. Il conduttore con una torcia chiede a ogni par-
tecipante cosa succede al suo corpo quando ha paura,
partendo dal co-conduttore. Passa quindi un bambolotto
e chiede a ognuno di indicare dove sente la paura. A que-
Attività 2
sto punto, sempre con la torcia, inquadra il viso di ogni 7-10’
«Caverna»
bambino e chiede di imitare le espressioni della paura. Il
giro termina con il co-conduttore, che fa vedere com’è
il viso della paura. Il conduttore si sofferma sugli occhi e
sulla bocca facendo capire gli elementi e le caratteristiche
del viso spaventato. Per ogni bambino si fa la foto di una
loro espressione spaventata.
7
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
– Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari
Obiettivi elementi che caratterizzano la paura
– Fornire strumenti per riconoscere l’intensità della paura
Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del percorso,
palline dei tre colori per la valutazione, una torcia per
Materiali
ogni bambino, foto (si veda l’attività 1), telecamera, video
pauroso, telo nero.
È il momento iniziale di ogni incontro, in cui si aspettano
Intorno al
tutti i partecipanti intorno a un tavolo e si consegnano i 5-10’
tavolo
bollini (si veda il capitolo 1, paragrafo Il sentiero).
Cerchio Si veda il capitolo 1, paragrafo Il cerchio. 5-7’
Ottenuto il giusto rilassamento dei bambini, il conduttore
Storia inizia a raccontare una storia relativa al tema dell’incontro.
5-7’
«Ragnetto»8 Durante la storia il co-conduttore partecipa con i bambini,
fungendo da modello.
Scelto un video pauroso da bambini, lo si fa vedere a tutti
Attività 1 insieme al buio. Usare una telecamera per riprendere le
«Visione di varie espressioni dei bambini durante la visione. 10-15’
un video
pauroso» Variante: utilizzare anche suoni improvvisi e simulare ra-
gnatele con stimolazioni tattili per aumentare la paura.
Pausa Si mettono a disposizione dei giochi e insieme si sceglie
10’
Gioco libero quali fare.
8
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari ele-
Obiettivi
menti che caratterizzano la tristezza
Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del percorso,
palline dei tre colori per la valutazione, gioco da fare
insieme (come costruzioni o un gioco da tavolo), palline
Materiali colorate, cartellone di un viso triste (basta disegnare una
faccia triste sulla sagoma del volto in Allegato 2), scotch
biadesivo, caramelle, musica, registrazione di pianto finto,
contenitore.
È il momento iniziale di ogni incontro, in cui si aspettano
Intorno al
tutti i partecipanti intorno a un tavolo e si consegnano i 5-10’
tavolo
bollini (si veda il capitolo 1, paragrafo Il sentiero).
Cerchio Si veda il capitolo 1, paragrafo Il cerchio. 5-7’
Ottenuto il giusto rilassamento dei bambini, il conduttore
Storia «Nel inizia a raccontare una storia relativa al tema dell’incontro.
5-7’
la savana!»9 Durante la storia il co-conduttore partecipa con i bambini,
fungendo da modello.
9
I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
Descrizione Durata
– Fornire strumenti per osservare e riconoscere i vari
Obiettivi elementi che caratterizzano la tristezza
– Fornire strumenti per riconoscere l’intensità della tristezza
Bollini, giochi vari, clessidre, cartellone del percorso, pal-
line dei tre colori per la valutazione, bottigliette, pennarelli,
Materiali
contenitori, acqua, colori alimentari (blu), cucchiai, osta-
coli, innaffiatoio, fagioli, fondi di bottiglie con ovatta.
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I testi delle storie sono raccolti nel capitolo successivo.
1. Conoscere le emozioni
C’era una volta, in un paese lontano lontano, un pittore famoso, dai lunghi
capelli e con la voce rauca (il co-conduttore accarezza il corpo dei bambini con una
stoffa), che adorava dipingere su tele enormi i corpi delle persone (il co-conduttore
accarezza con un pennello grande il corpo dei bambini), però non riusciva mai a di-
pingere le espressioni del viso. Girava per il mondo alla ricerca di qualcuno che gli
insegnasse le espressioni delle persone. Un giorno arrivò nella città di Lampadine,
dove tutti i cittadini hanno tantissime idee; e infatti in testa hanno sempre delle
lampadine accese (il co-conduttore dà dei colpetti in testa ai bambini). Girando per
le strade di questa città, il pittore incontrò un altro pittore dai capelli a punta (il
co-conduttore tocca con una scopa i bambini) e la voce bassa bassa. Questo pittore
sapeva dipingere bene solo gli occhi, la bocca, il naso e le sopracciglia delle persone
(il co-conduttore tocca le parti nominate).
Quando il primo pittore vide i quadri del pittore di Lampadine, gli si ac-
cese una lampadina e disse: «Potremmo dipingere insieme: io sono bravissimo a
dipingere il corpo delle persone, ma purtroppo non riesco a dipingere la faccia!».
L’altro pittore a bassa voce rispose: «Bene, perché io so dipingere dei visi
meravigliosi con delle espressioni realistiche, ma non sono in grado di dipingere
il corpo!».
C’erano una volta due fratelli cacciatori, che andavano in giro per il mondo
per cercare le cinque emozioni. Uno di loro aveva una super vista: riusciva a rico-
noscere da lontano le emozioni più piccole (il co-conduttore illumina con la torcia),
però si stancava subito e allora non vedeva più niente; l’altro fratello invece era cieco
come una talpa, portava occhiali spessi, però non si stancava mai. Doveva arrivare
molto vicino per vedere e addirittura toccare (tocco da parte del co-conduttore).
I fratelli si iscrissero a una torneo di caccia in un bosco. Raggiunto il bosco,
i due entrarono subito. Il fratello che vedeva poco entrò per primo nella foresta;
quando il fratello dalla super vista si accorse che si erano persi, urlò di paura, e il
fratello, sentito l’urlo, corse verso di lui.
Dopo un po’ si ritrovarono e iniziò il torneo di caccia alle emozioni.
C’era una volta un marinaio che viaggiava per i sette mari. Un giorno una
tempesta sfasciò la sua barchetta e il marinaio capitò su un’isola deserta. Disperato,
il marinaio si incamminò per verso l’isola finché non trovò, appeso a un albero di
papaya, un cappello giallo. Il marinaio si arrampicò sull’albero di papaya e stava quasi
per afferrare il cappello quando questo disse: «Sei stato proprio fortunato a trovarmi!».
«Oddio, un cappello che parla!».
«Ebbene sì! Sono un cappello parlante, ma faccio anche altro!».
«Cosa fai?» domandò il marinaio.
Il cappello rispose: «Se mi indosserai ti farò felice!»
Il marinaio, stupito, disse: «Chissà come farai!»
Il cappello, provocatorio, disse: «Mettimi e prova».
(Il co-conduttore striscia con un cappello sopra la testa dei bambini e poggia il
cappello sul conduttore) «Ora ti ho messo… che devo fare?»
«Immagina ciò che ti rende felice e io ti accontenterò!»
Il marinaio, visto che sull’isola era tanto caldo, immaginò una bella doccia
fredda e… (il co-conduttore spruzza l’acqua sui bambini). Così il marinaio, che
poteva diventare super felice, immaginò le cose che lo avrebbero reso felice (il
conduttore comincia a elencare vari oggetti che si trovano nella stanza, ad esempio:
palla, giochi, bicchieri d’acqua ecc., e il co-conduttore posiziona tutti questi oggetti al
centro del cerchio).
Questa era proprio l’isola della felicità per il marinaio, che iniziò elencare
tante cose che lo rendevano felici, però a un certo punto non vi era più spazio per
stare sull’isola.
5. Tacco!
6. Lo scienziato arrabbiato
7. Il bosco spaventoso
C’era una volta un bambino di nome Peter, che era molto curioso. Un giorno,
durante una gita in montagna, decise di avventurarsi da solo in un bosco. Man
mano che camminava lungo il sentiero, il bosco cominciò a farsi sempre più fitto
e buio. A un certo punto Peter calpestò un bastoncino e da un cespuglio vicino
saltò fuori come una molla un lupo dal pelo grigio. Peter urlò di paura, il lupo
ululò di paura, e tutti e due scapparono di corsa nella stessa direzione… Quando,
d’un tratto, incontrarono uno stormo di corvi che si misero a volare sopra di loro
e a gracchiare dalla paura. Peter, il lupo grigio e i corvi scapparono in mezzo al
bosco finché non incrociarono un grande orso bruno, che ruggì dalla paura. E così
Peter, il lupo grigio, i corvi e l’orso scapparono fino alla fine della foresta. Quando
si accorse di essere finalmente uscito dal bosco spaventoso, Peter, guardando gli
animali del bosco, disse: «Grazie paura, mi hai dato la forza di correre veloce per
uscire dal bosco!».
8. Ragnetto
9. Nella savana!
Tanto tempo fa, nella arida savana (utilizzare foglie e bastoncini secchi per
ricreare il rumore), c’era un gruppo di elefanti molto assetati per via della calda
10. Gigante
Tanto tempo fa, su una montagna, viveva in una caverna un gigante con un
occhio solo. Sotto la montagna vi era un paesino dove vivevano dei piccoli nani
contadini, che avevano imparato a coltivare i fagioli più grandi della contea. Il
segreto era quello di annaffiare utilizzando le lacrime del gigante. I nani, in anni e
anni di osservazione, avevano imparato che ogni pomeriggio verso le 5 il gigante
usciva dalla caverna a cercare i suoi amici, ma purtroppo tutti avevano paura di
lui, perché era troppo grande e con un occhio solo. Quindi il gigante piangeva
dalla tristezza.
I nani, armati di borracce porta-lacrime, correvano veloci per raccogliere
più lacrime possibili! Tant’è vero che il 22 ottobre di ogni anno si faceva la gara del
raccoglitore di lacrime: chi raccoglieva più lacrime aveva anche i fagioli più grandi,
perché queste lacrime venivano usate per annaffiare le piante di fagioli! Ecco qua
il segreto dei nani per far crescere i fagioli più grandi della contea.
INFASTIDITO FURIOSO
ARRABBIATO
Sul sito www.ericksonlive.it è attiva una community dove autori e lettori posso-
no incontrarsi per confrontarsi, dare e ricevere suggerimenti, scambiare le proprie
esperienze, commentare le opere, trovare approfondimenti, scaricare materiali.
Un’occasione unica per approfondire una serie di tematiche importanti per la pro-
pria crescita personale e professionale.
ALESSIO VENTURINI
Laureato in Psicologia indirizzo Neuropsicologia presso l’università di Roma La Sapien-
za e specializzato in Psicoterapia cognitivo comportamentale, ha conseguito un master
in Approccio cognitivo comportamentale in età evolutiva. Ha lavorato come psicologo
presso la Cooperativa sociale Asad con mansioni di supervisione all’interno di servizi
socio riabilitativi educativi rivolti a minori e adulti con disabilità. Come psicoterapeuta,
si occupa di valutazioni neuropsicologiche per minori. Conduce gruppi psicoeducativi
per minori sul tema dell’educazione emotiva e della gestione dei comportamenti e di
gruppi per bambini all’interno di scuole materne e primarie.
MARCO MARAMIGI
Laureato in Scienze dell’Educazione indirizzo Esperto dei processi di formazione presso
l’università di Perugia, è pedagogista e educatore professionale. È socio lavoratore
della Cooperativa sociale Asad, per la quale si occupa di educativa domiciliare con
adulti e minori con disabilità. Conduce gruppi psicoeducativi per minori sul tema
dell’educazione emotiva e della gestione dei comportamenti e gruppi per bambini
all’interno di scuole materne e primarie.
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