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estratto
athenaion
Alma Mater Studiorum
Università di Bologna, sede di Ravenna, Dipartimento di Storie e Metodi
per la Conservazione dei Beni Culturali
BIBLIOTECA DI BYRSA
7.
Regione Siciliana
Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione
ATHENAION
La redazione degli articoli è stata curata dall’Associazione culturale
E-mail: lumieresinternationales@yahoo.it
ISBN 978-88-6067-043-4
SOMMARIO
Beatrice Lietz, La dea di Erice nel suo contesto mediterraneo: un’identità contesa 89
Alba Maria Orselli, Santi che navigano, santi dei naviganti 173
Francesca Spatafora
Soprintendenza BB. CC. AA. di Palermo
sembrano organizzarsi spazi sacri ancora molto semplici sotto il profilo archi-
tettonico e che mutuano dal mondo greco forme di religiosità probabilmente
collegate ai culti tradizionali. È questo, ad esempio, il caso di Sabucina, dove
alla metà del VI a.C. il sacello circolare viene sostituito da un oikos rettango-
lare ed il precedente culto sincretizzato in quello di Demetra (2) e, più ad
occidente, quello di Entella, la città elima situata nella media valle del Belice
Sinistro (fig. 1) dove la scoperta di un tesmophorion in posizione extraurbana
(3) parzialmente riportato alla luce nel corso degli ultimi anni, ha evidenzia-
to anche una fase ascrivibile al VI sec. a.C. caratterizzata esclusivamente da
offerte votive (fig. 2) deposte all’interno degli anfratti rocciosi (4) (fig. 3). Il
santuario di Entella, posto a mezza costa a dominio del Fiume Belice e orga-
nizzato su almeno tre terrazze, solo nel IV secolo si struttura con l’edificazione
di un piccolo sacello, un oikos ad ambiente unico, secondo una tipologia archi-
tettonica attestata in altri insediamenti indigeni e sicelioti (5). Nel santuario,
così come ha documentato la ricerca archeologica, si celebravano certamente
culti all’aperto connessi con i temi della fecondità e della fertilità dei suoli;
Fig. 1. Belice.
F. Spatafora, Attestazioni di culti femminili nei santuari della Sicilia Occidentale 139
o comunque ad insenature
adatte all’attracco, e legati,
sotto il profilo cultuale, alla
navigazione, ai marinai e
alle attività marinare.
A Biblo, ad esempio, un
tempio si trovava vicino al
porto meridionale (29) e un
Tempio di Astarte era loca-
lizzato nella Sidone «marit-
tima» (30), quella parte di
città, cioè, che si sviluppava
intorno ai due porti. In con-
testi occidentali, invece, si
ricordino i recenti ritrova-
menti di Ibiza (31) e di Ol-
Fig. 15. Palermo. Palazzo Chiaramonte.
bia (32) e, sempre in Sarde-
Frammento di statuetta votiva. gna, i due santuari posti ai
margini dei promontori che
racchiudevano il porto della città punica di Nora (33).
Il santuario di Panormos, tuttavia, si troverebbe in posizione extramoenia, es-
sendo dislocato sulla riva meridionale dell’insenatura marina in cui sfociava
il fiume Kemonia e quindi ai margini di quel quartiere che, soprattutto dalla
prima età ellenistica, dovette sorgere intorno all’area portuale e alle zone di
ormeggio secondo una tipologia che, col progredire della ricerca archeologi-
ca, si va sempre meglio delineando anche per le città fenicie della madrepa-
tria dove, in alcuni casi, l’organizzazione urbanistica è caratterizzata dal con-
centramento di tutte le attività politico-amministrative e religiose all’interno
delle cittadelle fortificate mentre più vasti quartieri a carattere abitativo si
estendono al di fuori delle mura (34) e, spesso, intorno ai porti (35).
Nota da tempo, infine, è un’altra attestazione di un culto femminile lega-
to alla navigazione, che si svolgeva nelle immediate vicinanze della città, alla
Grotta Regina, una cavità naturale che si apre alle pendici nord-orientali del
Monte Gallo (fig. 16), un promontorio ad Ovest della città che certamente,
per la sua conformazione preminente sulla costa nord-occidentale dell’isola,
dovette svolgere un ruolo rilevante nel controllo delle rotte marittime e nella
navigazione tirrenica. Le pareti del vasto ambiente sono interessate da una se-
rie di disegni e di iscrizioni in caratteri punici e neopunici, brevi testi religiosi
di incerta lettura (36). A prescindere dalle invocazioni al dio guaritore Sha-
drapha, a cui probabilmente era dedicato il luogo di culto in uso dal V-IV sec.
a.C., tre brevi invocazioni sono rivolte alla dea Iside a cui potrebbero anche
F. Spatafora, Attestazioni di culti femminili nei santuari della Sicilia Occidentale 149
NOTE
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152 La devozione dei naviganti. Il culto di Afrodite ericina nel Mediterraneo